IO TI SENTO_Lunguaggi di comunicazione profonda raccontati con le immagini di Riccardo Sepe Visconti

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IO TI SENTO Linguaggi di comunicazione profonda

di Riccardo Sepe Visconti


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Questo fotoreportage l’ho realizzato nella Galleria Farnese, concessa dal direttore del Museo Mann, Paolo Giulierini, alla dottoressa Cecilia Cocchiaro, responsabile del Nucleo Operativi di Neuropsichiatria Infantile - NONPI 24. Si tratta di uno dei molti eventi realizzati nell’ambito del “progetto PASS” (Percorso di Adozione Scolastica e Sociale), costruito dalla Direttrice UOC NPI, e (recentemente) anche del Dipartimento di Salute Mentale, dr.ssa Luisa Russo, con lungimirante e moderna visione delle nuove pratiche, appunto, di salute mentale. Il progetto PASS è una delle colonne portanti della più ampia programmazione voluta dall’ASL NA 1 Centro, diretta dall’ing. Ciro Verdoliva, che punta a rendere la Campania quale Regione Pilota per le strategie di assistenza ai disagi dovuti ai disturbi dello Spettro Autistico. La fitta e ramificata suddivisione della Città di Napoli in 10 Nuclei Operativi di Neuropsichiatria Infantile (NONPI) permette agli operatori

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(neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, educatori, etc.) di intervenire efficacemente attraverso una rete sistemica di azioni dolci di connettività tra i pazienti ed il complesso tessuto sociale. Si punta espressamente a non medicalizzare i propri assistiti, quanto, piuttosto, ad inserirli armonicamente con il contesto sociale di prossimità (scuola, quartiere, quotidianità). La sessione di lavoro al Mann è stata affidata alla prof.ssa Maria D’Ambrosio dell’Università Suor Orsola Benincasa, dirigente dell’Istituto di Pedagogia della comunicazione, che ha potuto organizzare un - molto coinvolgente - laboratorio “EmboidedEducationalLab” di esperienze di relazione tra spazio - corpo - linguaggio, un format potente, capace di unire, in una medesima bolla spirituale, le diverse sensibilià ed attitudini di chi vi partecipa. Naturalmente queste esperienze, coniugate con la profonda

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trasformazione in atto in tutto l’ambito della Salute Pubblica, sono il risultato di un forte impulso che La Regione Campania attraverso il suo Assessorato alla Sanità, ha voluto imprimere a tutto il territorio, con la precisa missione politica di rendere i servizi regionali per la salute pubblica competitivi ed eccellenti. Non è un caso che la delega alla Sanità venga gestita direttamente dal presidente Vincenzo De Luca, che, in tal modo, è impegnato in prima persona al successo di questo settore strategico per tutto il meridione.

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“Servizi é una parola che ha assunto per noi che lavoriamo con l’età evolutiva, una nuova accezione: servizi nel senso di offrire qualcosa, un sostegno a coloro che, con il loro modo di essere hanno maggiori difficoltà di autonomia e dunque di libertà. Sicuramente non servizi intesi come strutture: crediamo, infatti, che le strutture siano state superate dalle nuove esigenze di vita delle famiglie e dalle nuove norme che, in linea con la legge Falcucci del 1977 che eliminò di fatto le scuole speciali, e la legge Basaglia del 1978 che chiuse i manicomi, promuovono interventi socio-sanitari nei luoghi naturali di vita del soggetto che hanno la duplice funzione: sostenere lo sviluppo delle abilità possibili in un determinato soggetto e rendere di pari passo adattabile l’intera comunità che diventa così realmente inclusiva. Le diversità si integrano prima di curarle perché l’integrazione è già parte della cura”.

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“Credo che rispettare le differenze, sostenere i percorsi di autonomia e dunque di libertà, rendere protagonisti i soggetti più fragili delle loro decisioni di vita attuando processi reali di recovery, privilegiare la relazione terapeutica e lo sviluppo di un ruolo attivo delle persone nel fronteggiare disagi e sofferenze proprie e del proprio contesto familiare e sociale, rappresentano principi imprescindibili che ci devono guidare sempre nel nostro lavoro. In altre parole, l’etica, la clinica e, aggiungerei la politica, devono viaggiare sempre di pari passo per garantire i diritti di cittadinanza a tutti, in particolare a chi è in situazione di sofferenza e di svantaggio e per promuovere concretamente una salute mentale di comunità”.

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“Nel Dipartimento di Salute Mentale di Napoli ci sono gruppi di operatori, che con la loro professionalità e la loro umanità hanno costruito percorsi virtuosi, buone prassi che prevedono il coinvolgimento attivo degli utenti e dei loro familiari che possono e devono essere sottolineate e portate all’esterno, condivise con altre simili in Italia e all’estero. Mi batterò con forza per contrastare fenomeni di stigmatizzazione, di emarginazione e di abbandono e dimenticanza nei confronti di persone con sofferenza psichica, di ogni età, di ogni provenienza, di ogni cultura”.

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“Infine da psicoanalista concluderò con una frase di Franco Basaglia: « Per poter veramente affrontare la « malattia », dovremmo poterla incontrare fuori dalle istituzioni, intendendo con ciò non soltanto fuori dall’istituzione psichiatrica, ma fuori da ogni altra istituzione la cui funzione è quella di etichettare, codificare e fissare in ruoli congelati coloro che vi appartengono. Auguro a tutti noi competenza coraggio e passione”! Luisa Russo, direttrice del Dipartimento di Neuropsichiatria dell’Età evolutiva della Città di Napoli


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Parte I i bambini

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“Con le mie mani posso afferrare il mio pensiero, autistico e... lanciarlo a te”.

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“guardo le mie mani che raffigurano la coscienza dell’autismo. In tal modo tutti la possono raggiungere e, dunque, toccare”...

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Ho combattuto molto per sconfiggerere la rabbia, per conquistare consapevolezza; Sono fiero di ciò che sono perché sono un guerriero e sulla mia armatura di pelle porto i segni delle mie battaglie quotidiane. Che, coraggiosamente, vincerò.

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La sala Farnese espone il monumentale “Supplizio di Dirce”, scultura di Età Imperiale ispirata alla atroce vendetta dei gemelli Anfione e Zeto che, per punire i maltrattamenti subiti dalla madre Antiope ad opera della perfida matrigna Dirce, legano quest’ultima per i capelli ad un toro inferocito che nella furia la ridurrà a brandelli. Per anni la neuropsichiatria dell’età evolutiva si è vendicata della Natura matrigna, oggi non è più così: la Natura, in tutte le sue espressioni, non è combattuta ma, con molta più efficacia , viene gestita opportunisticamente con lo spirito di ridurre al minimo la possibilità che essa ci maltratti.

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Qualcuno le chiama ossessioni, altri paranoie; noi possiamo, semplicemente, intenderle come convincimenti.

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LEGÀMI… Come se avesse detto: - prenditi tutto il tempo che occorre per annodare o sciogliere i tuoi fili…

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Parte II le madri

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Se desideri realmente fare qualcosa per essere utile ad un ragazzo, devi renderti utile per la sua famiglia. Se desideri realmente essere utile ad una famiglia devi arrivare ad essere cerniera tra la famiglia e la società. Sapendo di non poter cambiare il mondo, ma lavorando per migliorare un contesto sociale.

Il colibrì, nella foresta incendiata, si tuffa nel lago per raccogliere una goccia d’acqua nel suo piccolo becco. Egli (giustamente) pensa: “ognuno di noi deve fare la sua parte per aiutare a spegnere le fiamme. Come può”...

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L’interazione tra l’espressione corporea e l’installazione artistica di Sasha Vinci, ha assunto una funzione spirituale, attraverso la netta rappresentazione che l’opera racconta: la linea di orizzonte della metropoli, disegnata sulla parete di un contenitore cilindrico (vuoto, ma luminoso al proprio interno, come lo è lo spirito della Città sospesa), se da un lato, trasferita su pentagramma, è decodificatile in linguaggio musicale (“Canta Napoli”), dall’altro si trasforma in evidente faglia che frattura, separandole l’una dall’altra, la parte superiore ed evidente della Città sospesa, da tutto il resto che rimane “di sotto”. Quella stessa linea di orizzonte, che racconta , ma che separa anche, è presente nel groviglio psichico di ciascun essere umano: resta un fatto accidentale trovarsi dalla parte superiore o da quella “di sotto”…

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Parte III le adolescenti

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Prendimi per mano e tutto avrà senso Te lo prometto, sarà perfetto Prendimi per mano E non lasciarmi Tutte le cose che non ho detto Tutte le volte che sono andata via Vorrei tornare indietro soltanto un momento Prenderti per mano e tenerti accanto a me... (liberamente tratto da: “Prendimi per mano” di Benji & Fede)

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Parte IV il senso delle nostre scelte

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Simile non vuol dire uguale, dunque sentirsi simile per affinità e sensibilità comporta in sé molteplici distinzioni. Ciò che mi appare (sempre!) straordinaria è la attenta capacità degli esseri umani di individuare, tra una moltitudine, le persone con affinità intellettuali contigue e fissare con queste rapporti costruttivi che (spesso, poi) permettono di formare le squadre vincenti.


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Per vincere una Grande Battaglia occorre un esercito di soldati imbattibili.

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Special Thanks: ragazzi, mamme, adolescenti Ciro Verdoliva Luisa Russo Cecilia Cocchiaro (tutta la squadra del Distretto, Yelenia, Umberto, Noemi, etc.) Paolo Giulierini Maria D’Ambrosio

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Tutte le immagini contenute in questa pubblicazione sono state scattate da me, eccetto l’ultima foto del libro - il mio ritratto - che mi è stato fatto da Luigi, un ragazzo seguito dal Distretto 30, che durante la mia prima missione fotografica effettuata per il Dipartimento di Salute Mentale, volle aiutarmi a scattare alcune immagini, dimostrando di possedere un talento naturale per la fotografia.

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Mi chiamo Riccardo Sepe Visconti, sono napoletano, nato nel 1962 e da molti anni fotografo e faccio il raccontatore.

Per comporre questo libro ho fatto leva su tre punti di forza: la passione professionale

di tutti gli operatori del Dipartimento di

Neuropsichiatria dell’Età evolutiva, diretto

dalla dr.ssa Luisa Russo (che è stata molto contagiosa); la scrutabilità delle

emozioni impossibili da dissimulare; la complessità delle architetture psichiche.

Ho provato a raccogliere frammenti di

questi tre aspetti e con essi ho montato un mio racconto, scenico. La grande fortuna è stata poter assistere ad una sessione di lavoro sulla comunicazione

corporea fatto dalla docente dell’Università Suor Orsola Benincasa, prof.ssa Maria D’Ambrosio; tale lavoro si è svolto all’interno della seduttiva Galleria

Farnese del museo MANN di Napoli, diretto dal dr. Paolo Giulierini - che lavora

costantemente per aprirsi alla città e a quanti operano per migliorare la vita dei suoi abitanti - e sotto la partecipata supervisione della dr.ssa Cecilia Cocchiaro,

responsabile del Nucleo Operativo di Neuropsichiatria Infantile n°24. Tutto questo, naturalmente, è possibile perché l’ASL NA1 Centro, diretta dall’ing. Ciro Verdoliva, mi ha affidato l’incarico di raccogliere questi documenti.

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