ICity 56 Inverno 2020

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STAY WITH SARDINE!

COVER

MANUELA PIROZZI

FASHION

DALILA SGHAIER & YARI VIDAL

POLITICS

NINO DANIELE SARDINE, SARDINE OVUNQUE GIOSI G. DELLA RAGIONE

ART

GALLERIA NABI SALVATORE SCUOTTO

PEOPLE

ALEX ZANOTELLI GIANNI MADDALONI

SANITA’ INSIDE

IL MONDO DI ANTONIO LOFFREDO ESSERE BAMBINI ALLA SANITA’ anno 16 - N°56 Inverno_ 2020 ischiacity.it

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D I R E C T O R

NAPOLI NACQUE DAL SACRIFICIO DI UNA SIRENA INNAMORATA... 22 dicembre 2019: preferisco cedere lo spazio del mio editoriale a questa immagine, che racconta più d’ogni altra cosa il mio stato d’animo alle soglie dell’anno che verrà. Poesia pura! Dolorosissima ma Bella da morire... “Sinera”: opera di Vincenzo Scuotto MoraleS, esposta alla Nabi Gallery in Via Chiatamone, Napoli.

RICCARDO SEPE VISCONTI

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CREDITS

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S U M M A R Y

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editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle carmelamodarelli

NON SI LEGA!

editors pasqualeraicaldo_politics emmasanto_politics vittoriodeltufo_art ceciliad’ambrosio_food

COVER_ Manuela Pirozzi AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MAKE UP_ Ileana Di Raffaele per Aglaia HAIR_ Stefano Castaldi per Aglaia DRESS_ Il Pellicano Boutique JEWELRY_ Massimo Bottiglieri Gioielli

PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 pasqualevassallo sergiosiano enzobuono lisalatypova cirodiraffaele

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65 76

114 59 COVER

PEOPLE

POLITICS

20 Manuela Pirozzi

65 Alex Zanotelli

LIFE

ART

86 Nino Daniele 104 Sardine, sardine ovunque 108 Salvate il soldato Valerio 114 Il Sindaco che vorrei

59 O’ Maestro 72 Essere bambini alla Sanità 112 La scuola che aiuta a guarire 140 Judo, per imparare a rialzarsi

FASHION 31 Arte da indossare 39 Dalila Sghaier & Yari Vidal

90 Galleria Nabi 95 Salvatore Scuotto Morales 99 L’uovo di Virgilio 130 Giovanni De Angelis 134 Monica Hernandez

SANITA’ INSIDE 76 La potente efficacia di Don Antonio 79 La Sanità da i numeri 83 Il modello Sanità

HISTORY 124 Immergersi nella storia

DESIGN 146 L’outdoor fra bellezza e design

hairdresser lucamanzo cristiansirabella stefanocastaldi Per la pubblicità: direttore marketing Cecilia D’Ambrosio 334. 2931628 marketing@ischiacity.it

editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy rsv@ischiacity.it

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l

piatto nasce secoli fa, origini incerte che ancora fanno accapiglia-

la Genovese in purezza, per apprezzarne al meglio il gusto inconfon-

re i filologi della cucina tradizionale partenopea, e riscuote un ap-

dibile. Al Giardino ve la serviranno dentro un grazioso “tianiello”, un

prezzamento unanime che non conosce ripensamenti e attraversa

pentolino dall’aspetto antico, perfettamente in tono con una ricetta

le mode, perché la Genovese è, a tutti gli effetti, un grande classico

che ha vinto la sfida del tempo.

della cucina della Campania e, quindi, italiana. Noi ci siamo innamorati di quella che propone Il Giardino, ristorante e pizzeria a Ischia a poca distanza da Ponte, guidato da Gino e Arnalda Falco, fratelli con il palli-

OBBLIGO O VERITA’?

no della ristorazione. Spazio esterno molto curato, arredo country chic,

Secondo i veri napoletani è d’obbligo mangiare la Genovese con gli ziti

con tavoli in legno, dettagli in terracotta e ferro battuto, particolari

spezzati, a mano, in modo che pure i frammenti più piccoli di pasta siano

in stile vintage e la indovinata illuminazione definiscono un ambiente

parte integrante del piatto e si mescolino al condimento per un piacere del

dall’atmosfera accogliente. E coerente con questo mood, il menù è ric-

palato che va sperimentato. Ed è bene armarsi di ‘cozzetto’ di pane per

co di tanti piatti in stile comfort food e, dunque, non poteva mancare

l’obbligatoria scarpetta...!

la Genovese. I paccheri (o anche gli ziti spezzati) vengono conditi con lo squisito intingolo, preparato dallo chef Gianluca D’Alterio, frutto di ore di paziente cottura e di una ancor più paziente preparazione. Chili di cipolle ramate di Montoro, dolci, profumate, ideali per questo piatto, vengono tagliati sottilmente e messi a cuocere per molte, molte ore insieme a diversi tagli di carne. Questa cottura lunga consente alla cipolla di rilasciare i suoi succhi, poi di disfarsi, infine di caramellizzare e, intanto, la carne è diventata tenera al punto da sciogliersi in bocca. C’è chi ci mette il formaggio grattugiato, ma noi vi suggeriamo di godervi Ristorante pizzeria Il Giardino via Nuova Cartaromana, 51 - Ischia Info. 081. 993554 Aperti pranzo e cena


C O V E R

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MANUELA PIROZZI ART DIRECTOR & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Manuela Pirozzi DRESS, SHOES & ACCESSORIES_ Il Pellicano Boutique, S. Angelo e Forio JEWELRY_ Massimo Bottiglieri Gioielli, Ischia - Forio MAKE UP_ Ileana Di Raffaele per Aglaia Centro Estetico, Ischia HAIR_ Stefano Castaldi per Aglaia, Ischia EYE WEAR_ Ottica Cinzia Pipolo, Ischia COORDINATION_ Cecilia D’Ambrosio PHOTO ASSISTANT _ Lisa Latypova LOCATION_ Casa Baiocco, Ischia SPECIAL THANKS_ Silvana e Paolo Baiocco

Accanto, miniabito 1One, cuissard e borsa Maliparmi, cappotto Fabiana Filippi; occhiali Celine e Kaleos, gioielli Stefano Patriarchi. A seguire, completo in cachemire e sneaker Panicale, Cappotto Herno; gioielli Stefano Patriarchi.

MANUELA PIROZZI




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ART DIRECTOR & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODELS_ Silvana Lanzani Baiocco, Paolo Baiocco, Ginevra e Giada Iovine DRESS, JEWELRY & ACCESSORIES_ Bettina Buttgen Arte da indossare Atelier, Forio MAKE UP & HAIR_ Aglaia Centro Estetico, Ischia LOCATION_ Casa Baiocco, Ischia

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F A S H I O N

DALILA SGHAIER YARI VIDAL

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Per Dalila e Yari, abiti, ecopellicce e scarpe, tutto Carmine Marfè Boutique; per entrambe gioielli Stroili. per Yari orologio Guess.







AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODEL_Dalila Sghaier, Yari Vidal DRESS, SHOES & ACCESSORIES_Carmine Marfè Shoes Design & Project Accessory, Ischia JEWELRY & WATCHES_Orologika gioielleria e orologeria, Ischia MAKE UP_Sara Manzo per Team Leo Parrucchiere e Centro estetico, Napoli HAIR_Luca Manzo per Team Leo Parrucchiere e Centro estetico, Napoli EYE WEAR_Ottica Cinzia Pipolo, Ischia COORDINATION_Cecilia D’Ambrosio PHOTO ASSISTANT_Lisa Latypova LOCATION_ metropolitana e via Toledo, Napoli


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Per Dalila e Yari abiti, scarpe e borse tutto Carmine Marfè Boutique; per Yari gioielli Breil serie Snake, orologio Liu Jo, occhiali Celine; per Dalila gioielli Stroili, orologio Liu Jo, occhiali Tom Ford.


Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all’ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili.

Pier Paolo Pasolini




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C’è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce (L. Cohen) Le Vele: tumore mortale che si è incistato al centro del tessuto sociale di Scampia, travolgendo povera gente, migliaia di persone con un destino di miseria segnato. Un ghetto mostruoso e monumentale, divenuto presto - per ipocrisia collettiva - invisibile. Il degrado fatto mattone. Un fittissimo e intricato reticolo di lerce topaie che una politica sempre più allo sbando ha creduto di poter spacciare per abitazioni, riuscendo nel solo obiettivo di dare vita ad una delle più pericolose piazze di spaccio d’Italia. E’ tra queste lacerazioni e ferite dolorosissime, tra le mille crepe di una trama andata in malora, che dall’abisso possono aprirsi fasci di luce...




L I F E / N A P O L I

i

O’ MAESTRO Interview & Photo_ Riccardo Sepe Visconti

L

61

o Judo è una filosofia di pensiero trasformata in sport: incanalare in una direzione a noi favorevole l’energia sprigionata da forze avverse. Questa disciplina ti insegna a cadere, a rialzarti e soprattutto… a proiettare l’avversario ai tuoi piedi. Quando cito L. Cohen ed il suo (bellissimo) verso - There is a crack in everything That’s how the light gets in - è esattamente alle

“conseguenze delle crepe” che mi riferisco e credo sia così anche per il Maestro. Gianni Maddaloni da moltissimi anni è impegnato - totalmente - a propagare luci dalle crepe, ad insegnare ai suoi ragazzi a rialzarsi, a incanalare le forze negative, domandole, imponendosi vittoriosamente su di esse. Nella valle di Scampia, la palestra di ‘O Mae’ è un nido sicuro e protettivo contro le troppe violenze della vita, ma è anche il luogo dove si impara a combattere e diventare Campioni. Sul tatami, ma principalmente fuori da esso.


Mi racconti come è arrivato a Scampia. E’ il

era quella dei Maddaloni, 6 bambini, ma ce

‘80-’90 c’è stata la svolta in negativo. Chi la

quartiere dove è nato?

n’erano con 10-15 figli. Vivevamo una povertà

spacciava la usava anche, le menti non erano

Lo considero il mio quartiere, ma in realtà sono

felice, ero uno scugnizzo che giocava per strada

più lucide, i ragazzi sono cambiati e anche la

nato nel centro storico di Napoli a Forcella;

e quando con il buio rientravamo le mamme,

criminalità nei suoi vertici si è destabilizzata.

quando avevo due anni, circa 60 anni fa, in

che erano donne molto attente, ci davano gli

Oggi non ha rispetto di niente, né per le donne

diecimila siamo stati “deportati” nell’area

schiaffi se ci comportavamo male.

né per i bambini.

Nord, formata da una serie di quartieri,

L’illegalità allora in cosa consisteva?

E lei invece?

Piscinola, Marigliano, Marianella, Scampia,

Allora le illegalità commesse dai bambini

Sono un uomo fortunato! A soli 19 anni ho

Miano. E lì sono cresciuto, è il mio territorio. In

consistevano nel prendersi una bicicletta,

avuto un lavoro che ho fatto per 43 anni,

particolare il rione S. Gaetano (da distinguere

nel rubare un uccellino nella sua gabbietta

mi sono subito sposato ed è nato mio figlio

dall’omonimo quartiere a Napoli centro), un

fuori da una finestra o la frutta da un albero.

Pino. Il lavoro è stato importante, perché ti

rione di edilizia ultrapopolare il che significa che

Sicuramente le rapine compiute dagli adulti

dà dignità consentendoti di crescere la tua

dove dovrebbero entrare mille persone ce ne

c’erano, ma si trattava di una delinquenza di

famiglia. Lo sport è venuto subito dopo, grazie

mettono 10mila, e la famiglia meno numerosa

basso rilievo. Con l’arrivo della droga negli anni

al mio maestro Enrico Bubani, un vigile urbano,


persona molto passionale che mi ha introdotto

cosa accordandoci per un canone abbordabile

al judo. Insegnare a mia volta ai miei figli,

per me di 350 euro. E sono più tranquillo.

Pino, Marco, Laura quest’arte marziale è stata

Condanno, invece, la regione Campania che

la chiave per la stabilità del mio rapporto con

con Caldoro presidente fu del tutto assente;

loro e con tutta la famiglia. Tutto ciò che ho

De Luca sembra che voglia aiutarmi, ma non

costruito è stato grazie al lavoro e allo sport.

ci faccio affidamento più di tanto...! Hanno un

Adesso lei insegna il judo a ragazzi che

punto di riferimento nella palestra centinaia di

non sono i suoi figli e con i quali stringe un

persone, fra i giovani atleti, dai 4-5 anni a oltre

rapporto molto forte.

30, e le loro famiglie; oltre al judo abbiamo la

Tutto è iniziato all’indomani della medaglia

sala pesi e corsi di hip hop, danza classica e

d’oro conquistata nel 2000 alle Olimpiadi

moderna, aikido.

di Sidney da mio figlio Pino. Ero il padre e il

Cosa guida le sue scelte nel progettare le

maestro di un campione olimpico e in tanti

attività della palestra di Scampia?

mi hanno cercato: a quel punto avevo due

Il mio vissuto. Con la storia che ho alle spalle

prospettive, essere me stesso o prostituirmi per

o si diventa un delinquente, o un grande

denaro attraverso incarichi politici o federali. La

imprenditore dello sport o Gianni Maddaloni.

politica ha bisogno di te perché funzioni come

La mia era una famiglia numerosa dove tutto

cassa di risonanza elettorale, la Federazione Arti Marziali ti vuole come tecnico. Io non ho accettato nessuna delle due proposte perché ho fatto la scelta di dare una mano al mio quartiere. Grazie alla vittoria olimpica il sindaco di allora Riccardo Marone mi affidò una bellissima palestra, perfettamente attrezzata, nella zona della Toscanella-Vomero, ma a quel punto mi sono detto “Cosa ci faccio qui?!”. Non vedevo Vele, palazzoni, la mia gente. Ci trovavamo solo a un chilometro da Scampia ma era tutto diverso, non c’era la mia adolescenza, non c’era niente. Restituii le chiavi e l’assessore allo sport Giulia Parente mi disse “Lei è un pazzo!”. In realtà, non ero pazzo, ero coerente. Volevo una sede a Miano che è vicinissima a Scampia, o a Scampia stessa. Così nel 2005 mi danno la struttura dove siamo, la Star Judo Club, 800 mtq coperti e 1100 all’esterno. All’ombra delle Vele. Ho fatto di un bene del Comune un bene comune! Come sostiene i costi per far funzionare la palestra? Fino al 2012 la politica mi ha aiutato, il sindaco Rosa Russo Iervolino mi ha supportato e l’Amministrazione era molto presente (anche se non abbiamo mai stipulato un contratto di affitto con il Comune), e lo stesso è stato per la Regione con Bassolino. Poi è iniziata una crisi politica epocale e con essa i problemi. La giunta De Magistris ha richiesto il denaro dovuto a chi occupa immobili del Comune in modo non regolare e che finora non aveva pagato. Da noi volevano 1800 euro al mese e un arretrato di 270mila euro! Comprendo questo atteggiamento perché il governo centrale non è stato generoso con chi amministra Napoli negli ultimi anni e da parte sua il Sindaco non è riuscito a tenere buoni rapporti con loro. Ma io incamero 2900 euro al mese e ne spendo 2800 per i collaboratori, pulizie, utenze, ecc. Tuttavia, mi hanno promesso che a breve risolveremo la


era fatto in funzione del primogenito, anche

Nel quartiere manca il lavoro e questo intacca la

clan, e che va seguito perché nella palestra tutti

un pantalone potevi averlo solo quando

dignità di tante persone che sono deboli. Ma se

vengono al tempo stesso tutelati ed educati;

andava stretto al fratello maggiore. Per questo

apriamo il nostro cancello dando la possibilità

e le madri sanno che da noi i ragazzi sono in

voglio che i bambini che non hanno possibilità

a tutti i ragazzi senza alcuna distinzione di

buone mani.

economiche, che devono aspettare i pantaloni

potersi confrontare con gli altri in modo pulito

In cosa consiste il codice del clan dei

dismessi, siano messi in grado di praticare

attraverso lo sport gratuito, ne possiamo

Maddaloni?

uno sport. In realtà l’intera famiglia deve fare

salvare dalla strada centinaia. In un quartiere

In una serie di principi che sono quelli cui si

sport, anche la donna, tutti devono avere uno

come Scampia che ha 100mila abitanti ci

attengono i veri sportivi e che consideriamo

sfogo che serva a cancellare le negatività della

dovrebbe essere la cittadella dello sport, che è

sacri, temperanza, onestà, fedeltà, non si deve

vita. Perciò se in palestra viene una famiglia

il mio sogno, per il quale lotterò fino all’ultimo.

mai tradire la parola data, non si deve rubare,

numerosa pagheranno solo una quota di

Suo figlio Pino, primo oro per l’Italia nella

bisogna sostenere i deboli e così via. Ebbene,

iscrizione, peraltro molto bassa, al massimo

disciplina del judo alle Olimpiadi del 2000,

questi concetti devono diventare modello di

due: oggi ho 650 iscritti e pagano in 150.

in un’intervista ha definito la palestra

vita al di là dello sport.

Ancora, ho una ragione personale per aiutare

Star Judo Club uno “spazio sicuro”. Cosa

In che modo? Cosa dà lo sport ai ragazzi?

i detenuti, nel 1983, infatti, un mio fratello finì

significa questa espressione?

La forza di capire che chi non combatte ha già

in carcere da ingenuo e in carcere, un ospedale

All’interno della palestra si è al sicuro perché è

perso, e l’esperienza di combattere per se stessi

psichiatrico giudiziario, ci è morto. Perciò da

lo spazio dove regna la legalità, chiunque entra,

i ragazzi la fanno attraverso la competizione

quando ho iniziato ho avuto in affido dai servizi

anche se viene da una famiglia o da un passato

sportiva: vincere una medaglia è importante,

sociali 300 detenuti, in questo momento sono

legati alla malavita, da noi deve comportarsi

combattere è importante, certo c’è anche chi

dieci.

bene. C’è un codice d’onore, un codice di

combatte e perde, ma è ancor più importante

Cosa dà alla gente di Scampia Gianni

comportamento, quello del clan dei Maddaloni

non rinunciare a combattere, perché significa

Maddaloni?

che si contrappone ai codici negativi di altri

aver vinto la paura, l’ansia, essersi messi in


gioco. E se hai un codice di onore anche se

Naturalmente. E qui entra in gioco la figura

di spaccio. Gli assistenti sociali della settima e

cadi ti rialzi. E tutto questo accade anche nella

della mamma, ci deve essere una forte

ottava municipalità hanno in me un punto di

vita... Quindi, i codici dello sport costituiscono

complicità fra lei e noi che seguiamo i bambini,

riferimento.

una vera e propria formazione, pure se molti

dobbiamo parlare per capire le ragioni del

Parliamo di chi è al suo fianco in questa

di questi ragazzi non vinceranno una medaglia,

comportamento del piccolo. Questo ruolo in

battaglia quotidiana.

saranno da adulti buoni genitori, potranno

una famiglia che funziona lo ricopre il padre,

Suppliscono

dare un buon esempio ai figli: ecco, questo è

il compagno, ma l’indubbia crisi che c’è nella

imprenditori come Paolo Scudieri, Rossella

l’investimento che si fa ogni giorno da tanti

coppia e nella famiglia comporta che spesso

Giaquinto, realtà come Agorà Morelli e poi ho

anni nel clan Maddaloni.

tocca a noi tecnici che seguiamo i bambini

il sostegno dei Lions, del Rotary, tutte persone

Chi sono i suoi ragazzi?

supplire a questa carenza.

che mi vogliono bene. Ci sono napoletani doc

I giovani hanno bisogno di un punto di

Un ruolo il suo che si sovrappone a quello

come Giandomenico Lepore, ex procuratore

riferimento, di una figura maschile - anche se

degli assistenti sociali...

capo, che è un amico fraterno e se una persona

è la donna che modifica il futuro del bambino.

E’ vero. Non a caso sono un collaboratore

severa come lui si affeziona a me vuol dire che

Ci sostituiamo allo Stato che nelle periferie

del Tribunale dei minori dei Colli Aminei

in me qualcosa di buono c’è.

è assente, da noi si allenano ragazzi senza

e i servizi sociali mi mandano ragazzi da

genitori o che vengono da famiglie in condizioni

recuperare che hanno compiuto rapine, reati

alle

carenze

della

politica

socioeconomiche negative, anche famiglie di camorristi, e che facilmente rischierebbero di perdersi: per tutti interveniamo noi, con i fatti, non solo a parole. Disabili, autistici, ragazzi con malattie croniche, stranieri, detenuti in affido e anche giovani campioni, si allenano insieme, per noi conta solo che sono ragazzi. Se, invece, alle spalle c’è una famiglia che funziona, affiniamo la loro educazione insieme alle madri. Qui tutti la chiamano Maestro, o meglio ‘O Mae’ e il maestro è anche quello che dà le regole. Certo,

sono

regole

molto

pratiche,

da

rispettare se vuoi stare qua dentro. Prima di salire sul tappeto devi chiedere il permesso, lo stesso quando scendi e ciò che si fa durante l’allenamento deve seguire una norma di comportamento. I bambini più deboli non si picchiano, anzi si aiutano con alcuni accorgimenti. Ci deve essere una linea retta per tutti, fatta di valori e regole e tocca al Maestro tracciarla. Cosa rende lo Star Judo Club un luogo speciale? La nostra forza viene dal fatto che qui l’integrazione è reale, si fa parte di un gruppo che si identifica in un obiettivo che è il bene. In una zona come Scampia in cui c’è ben poco di legale, includiamo i ragazzi in un contesto dove la legalità è la regola e quando raggiungono i 15-16 anni e prendono la cintura nera, si può parlare anche di formazione, di possedere un’arte. Perché il judo è un’arte e con il diploma che rilasciamo si può per esempio lavorare in palestre private e in tal modo diamo un’ulteriore chance di essere indipendenti e di avere una vita dignitosa. Così abbiamo completato il percorso, che è il traguardo che mi pongo per ciascuno dei miei ragazzi. La cosa fondamentale è esserci sempre per loro, sostenerli fino alla fine. E ogni tanto tornano in palestra a trovarci... C’è chi si ribella a tutto questo?

In apertura, Gianni Maddaloni che indossa sul judogi una cintura con i colori della bandiera della pace; nella pag. seguente, in alto, i ragazzi della palestra Star Judo Club e, sotto, il figlio Bright in allenamento. Nella pag. accanto, in alto Maddaloni con le due giovani campionesse Martina Esposito e Susi Scutto. Nelle pag. finali, a sin in basso, la visita in palestra del presidente della Regione De Luca e accanto Pino Maddaloni, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sidney (2000). A ds. Gianni Maddaloni con Rosario Terranova.



P E O P L E / N A P O L I

i

Crocifisso di Emanuele Scuotto Temporary Art Exhibition Virginem = Partena presso la galleria Nabi Interior Design, Napoli

ALEX ZANOTELLI

LA FEROCE DOLCEZZA Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti, web


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C

hi dovesse pensare che padre Alex Zanotelli sia una persona mansueta cadrebbe in un errore colossale. Padre Alex è una persona gentile, ma nient’affatto docile: il suo spirito è indomito, il suo cuore batte come un tamburo, i suoi sentimenti ardono come un immenso incendio dalle fiamme alte! Sono molte, troppe, le ingiustizie, le miserie, gli atti di infamia o viltà contro i quali ha ferma-

mente opposto la potenza della sua pietà, insieme alla voglia irrefrenabile di proteggere i più deboli, sempre. I suoi sono Valori Assoluti, con molta pacatezza egli mi spiega che non si possono commerciare. L’incontro tra di noi è avvenuto nella minuscola (e perfetta) sede della Missione Comboniana nel cuore della Sanità, precisamente alle spalle della Basilica di Santa Maria della Sanità o, se preferite, all’ombra della statua dedicata al martirio del giovane Genni Cesarano. Salendo una stretta scala a chiocciola ricavata nel muro mi sono accomodato dietro ad un tavolo minuto, interamente ricoperto di quaderni, appunti, fogli compilati con grafia precisa. Libri ovunque, stipati in pile appoggiate sul pavimento; alle pareti decine di foto (la più recente lo ritrae insieme al sindaco di Riace, Mimmo Lucano) che testimoniano una vita eccezionale fitta di incontri altrettanto eccezionali, di passioni, di speranze, di autentiche visioni di ciò che potrebbe essere un Mondo più Umano... Padre Alex è un missionario, che indossa una divisa coloratissima, un crocefisso di stoffa, una sciarpa arcobaleno: ha scelto la via dell’umiltà, della povertà (che nel suo caso è immensa ricchezza spirituale), della semplicità. Ma nel contempo ha abbracciato anche la missione della battaglia: in questo padre Alex è un autentico guerriero indomito di 81 anni, con una vitalità che comunica Allegria...


valutazioni di fine anno dei ragazzi, mentre lo scorso anno non ci è stato reso possibile. E dai dati relativi al 2017, sappiamo che nel primo biennio del superiore, che è ancora scuola dell’obbligo, l’evasione è stata del 50% e i bocciati sono stati il 74% degli iscritti. Io vivo alla Sanità e non ha idea la notte cosa vedo...! Cosa intende dicendo che la camorra è cambiata? I rappresentanti del clan Vastarella sono per lo più in carcere, i Sequino sono abbastanza sotto controllo, e infatti i clan di Forcella stanno cercando di inserirsi in questo vuoto e i ragazzini che evadono la scuola sono la loro manovalanza, mi preoccupa vedere compiersi il destino di questi giovanissimi mentre non si sta facendo praticamente nulla per impedirlo. Tutto si gioca attorno al controllo del territorio e Quando ha lasciato la baraccopoli di

comunale manca; solo la scuola elementare ed

dello spaccio. C’è un’omertà assoluta, nessuno

Nairobi nel 2004 ha scelto di continuare

asilo “Andrea Angiulli” è efficiente. Non esiste

che ammetta di pagare il pizzo, mentre lo

nel quartiere della Sanità a Napoli la sua

nessun complesso di scuole medie, quindi

fanno tutti e non c’è verso di infrangere questo

missione. Perché proprio qui?

i ragazzi del quartiere

Quando ho affidato ad altri giovani Comboniani

devono

la nostra azione nella baraccopoli di Korogocho

medie delle zone limitrofe.

a Nairobi dopo averci vissuto 12 anni, prima

In sé questo può essere

della partenza c’è stata una cerimonia: la gente

anche un bene, ma in una

ha pregato per me, mi ha imposto le mani

zona dove la camorra è

schiacciandomi a terra, mentre un pastore della

così forte e non è quella di

chiesa Indipendente ha detto: Ti prego, dona

un tempo, è una camorra

a padre Alex il tuo Spirito Santo perché possa

diversa, i presidi educativi

tornare dalla sua tribù bianca e convertirla”.

devono

Rientrato in Italia, dovevo scegliere un luogo

solo un istituto superiore,

dove andare, al sud, che è quello che paga per

il Caracciolo, che ha pochi iscritti ed è stato

scuola, per il resto, a S. Giovanni a Teduccio,

il cosiddetto progresso del nord. Quando sono

accorpato all’Isabella d’Este, abbiamo fatto

Barra, Ponticelli, è un disastro. Un disastro!

arrivato si parlava soprattutto di Palermo, ma

infinite denunce ma la situazione non cambia.

Mentre sono convinto che sia essenziale

Napoli è una città con più problemi sociali. Ero

Due anni fa siamo riusciti ad avere accesso alle

investire sulla scuola, sennò in questa città

tentato di stabilirmi a Scampia, però mi sono detto Scampia deve essere distrutta, anche architettonicamente, perché così come è ora non può instaurarsi una comunità umana e io devo stare con la gente. Così ho preferito la Sanità, per essere dentro a un popolo, perché questo con tutti i problemi che ha è un popolo. Quali sono i problemi più gravi che ha visto qui? Come Rete che lavora nel Rione il problema più serio su cui stiamo lavorando è quello sociale, sono anche preoccupato che la zona possa essere oggetto di appetiti speculativi, essendo prossima al centro della Città, ma su questo don Antonio (Ndr. Padre Antonio Loffredo, parroco alla Sanità, ispiratore e autore della rinascita che si sta realizzando nel quartiere e creatore della Fondazione di Comunità S. Gennaro) la pensa diversamente da me. Il disfacimento è spaventoso, siamo in una condizione di degrado incredibile. Faccio solo l’esempio della scuola: alla Sanità non c’è neanche un asilo nido, sono state fatte tante promesse ma un nido

iscriversi

esserci!

nelle

Esiste

silenzio e c’è una cospicua

Nel 2017, nel primo biennio del superiore l’evasione scolastica alla Sanità è stata del 50%, i bocciati sono stati il 74% degli iscritti e i ragazzini che evadono la scuola sono manovalanza per la camorra.

quota della popolazione che non riesce a tirare avanti. E’ necessario un investimento enorme da parte del Governo, perché qui ci sono due città. Le periferie le conosco bene e forse a eccezione di Scampia dove c’è stato un buon investimento nella


anche chi sta bene non ci potrà vivere più. E’ indubbio, tuttavia, che, grazie al lavoro assai ben organizzato e realizzato con il preciso obiettivo di riconvertire una parte almeno dell’economia della zona in turistica che sta facendo padre Loffredo (ne parliamo anche in altri focus in questo numero), la Sanità sia uscita da un isolamento plurisecolare e l’attenzione verso il quartiere e le sue potenzialità cresce. L’esperienza di Ischia che conosco molto bene mi dice che se viene impiantato un sistema turistico valido arriva una grande ricchezza. Certo la Sanità non è Ischia del dopoguerra, qui c’è un retroterra e una storia differenti, ma la povertà estrema che si registra nel rione come in

povera gente per la quale già ieri era difficile

avverrà ciò che accade in tantissime zone nel

vivere, trovare una casa

mondo, cioè che i ricchi se lo prenderanno, le

a un prezzo accessibile e

immobiliari compreranno i vecchi palazzi, in

adesso i costi per i bassi

realtà sta già accadendo, e butteranno fuori

stanno lievitando a 3-400

gli abitanti, e qui non ci sarà più un popolo.

euro,

Questa è la mia paura.

tante zone di Napoli, se venisse attuato un progetto di economia turistica serio potrebbe essere in una buona percentuale abbattuta. Penso che il turismo possa avere un ruolo importante, ma è altrettanto grande il pericolo costituito da

In una zona dove la camorra è così forte i presidi educativi devono esserci. Mi preoccupa vedere compiersi il destino di questi giovanissimi mentre non si sta facendo praticamente nulla per impedirlo.

certe implicazioni legate al successo turistico. Per esempio, qui c’è tanta

stanno

tante

abitazioni

diventando

bed

Perché il rione Sanità non chiede a gran

& breakfast. Da quando

voce un cambiamento?

sono arrivato alla Sanità ho

Il problema centrale di queste periferie, ed è

sempre detto che questo

una criticità che accomuna un po’ tutto il sud,

è un posto troppo vicino

è che manca il senso della cooperazione fra la

al cuore della Città, molto

gente che invece al nord, almeno in passato,

bello dal punto di vista architettonico e qui

era più presente. Sono nato nelle Dolomiti e lì, per esempio, quando moriva una mucca, che allora era considerata un capitale, veniva macellata e tutte le altre famiglie acquistavano una quota della carne per permettere a quella famiglia di ricomprare una nuova mucca e di potere così sostentarsi. C’era un forte senso di solidarietà, anche sul piano politico, “la gente si metteva insieme e bruciava il castello”! Ecco, questo al Sud manca ed è sempre mancato: io lo chiamo individualismo storico. Don Milani diceva che “uscire dai problemi da soli è avarizia, farlo insieme è politica”: qui ci sono stati nel tempo regimi oppressivi e la gente ha cercato di liberarsene scappando altrove. Con l’avvento del consumismo, l’individualismo storico è cresciuto ed è diventato individualismo consumistico: ognuno per sé. Per cui è difficilissimo mettere la gente insieme. Non ha idea di quanto abbiamo lavorato per far scendere il rione in strada per salvare l’ospedale S. Gennaro dalla chiusura: nulla da fare. Ci siamo ritrovati in un centinaio di persone, se lo avessero fatto in 50mila, l’ospedale sarebbe ancora aperto. C’è una cultura omertosa che blocca tutto, nulla si muove. E in questa situazione la Chiesa ha una colpa enorme, perché la Chiesa a Napoli fa culto ma non ha mai legato il culto alla realtà, mi riferisco in particolare ai parroci, il Seminario, la teologia non li ha formati a questo obiettivo.


Qual è il rapporto con le istituzioni civili? A piazza Vanvitelli al Vomero trovo di tutto, dalla polizia Municipale ai Carabinieri, a vegliare sulla sicurezza della gente, vengo qui e in piazza Sanità e non c’è nulla! Sono anni che chiediamo due vigili urbani, non per dare multe ma per educare (Ndr. In un’intervista Zanotelli racconta che a questa richiesta il comandante della polizia Municipale di Napoli ha risposto “Metto i miei vigili se ci sono anche due Carabinieri che ne tutelino l’incolumità”). Non è possibile avere due città così diverse! Certo, ringrazio il sindaco De Magistris perché almeno non si respira il razzismo che c’è altrove, e ci ha dato l’acqua per cui si è tanto lottato. Ivo Poggiani, presidente della Municipalità, il braccio del Sindaco in questo quartiere è

accade davvero. C’è un altro campo qui alla

efficace nella sua azione?

Sanità per il quale Poggiani ha promesso di

Certamente rispetto agli altri che ho visto

rendere libera la fruizione ma ancora non

prima di lui ha lavorato meglio, dimostrando

è accaduto nulla. I piccoli hanno diritto di

maggiore sensibilità. Tuttavia... qui abbiamo 4

giocare, i campi sono quattro, nessuno è

campi di calcio, tutti e quattro chiusi!

davvero disponibile. E’ assurdo! E ancora, il

A Capodimonte un campo di calcio è stato

parco pubblico S. Gennaro è chiuso, stiamo

riaperto grazie all’attività di don Antonio

trattando a non finire per cercare di riaprirlo;

Loffredo...

fra l’altro il Comune ha stanziato 800mila

Sì, ma lì le squadre per giocare devono pagare.

euro per sistemarlo, essendo stato totalmente

Ci hanno promesso che si può prevedere

vandalizzato. Ripeto, non avete idea di cosa

che possano giocare anche i nostri ragazzini

avviene qui la notte. Questa è la realtà in cui ci

gratuitamente, ma devo ancora vederlo se

muoviamo...

71


mettersi insieme per reclamare i propri diritti, quelli fondamentali. Questa è la sostanza della nostra azione missionaria e che mi aspetto dalle Chiese, dai religiosi, non dai Governi. Diciamo che la sua è una testimonianza di indirizzo, quindi delega ad altri la costruzione, la realizzazione di progetti destinati a migliorare la vita degli abitanti del quartiere? Certamente, come rete incoraggiamo gli altri a fare, ma non è il mio compito muovermi per intercettare finanziamenti. La Sanità che orientamento politico ha? Hanno sempre votato PCI. Un tempo... E adesso? Votano La

a

gente

destra, qui

soprattutto

aveva

i

valori

Berlusconi. tipici

del

sottoproletariato napoletano, il senso della famiglia, delle relazioni... Gli ultimi 30 anni di televisione berlusconiana hanno distrutto tutto e chi ci nasce oggi non sa neanche per che cosa vivere. Lei ha 81 anni e mi sembra una persona che si mette spesso in discussione, faccio questa premessa per chiederle se non le capita mai di pensare di non essere adeguato ai cambiamenti del tempo in cui vive, per cui, magari, non riesce a comprendere certi fenomeni. Non pensa che si potrebbe cercare di

di qualsiasi guerra. Apriti cielo, naturalmente!

Sono un appassionato di Gesù di Nazareth e

ricorrere anche a fondi privati?

E loro hanno aggiunto “Hai scoperto i nervi

tutto verte intorno a questo: stiamo andando

Le scuole sono una responsabilità dello Stato,

del Governo, per cui hanno subito reagito”.

verso una umanizzazione o piuttosto verso la

il diritto all’istruzione, alla formazione è nella

Con queste parole quei cittadini della Sanità

disumanizzazione? Ebbene, sono convinto che

Costituzione. Se non ci battiamo per questo,

hanno dimostrato di aver capito tutto. C’è

la risposta giusta sia la seconda. Invece a me

per cosa lo facciamo?! Torniamo alla richiesta

una saggezza popolare che è promettente,

interessa umanizzare, poter avere relazioni con

dell’asilo nido, devono realizzarlo le istituzioni

ma dovrebbe essere aiutata a diventare massa

le persone che è ciò che sta scomparendo.

pubbliche, su questo siamo molto duri perché è

politica per reagire insieme.

Dico ai ragazzi: “la mia generazione sarà una

un diritto dei cittadini e devono darcelo.

Mi spieghi in cosa consiste il suo essere

delle più maledette della storia, nessuna come

Chi fa parte della Rete per la Sanità che lei

missionario alla Sanità.

questa ha violentato il pianeta, vi consegniamo

ha fondato?

Per

della

un mondo malato. Voi non siete il futuro,

Aderiscono alla Rete per la Sanità i rappresentanti

testimonianza, vivere in modo semplice, in

come tanti dicono, siete l’unico presente che

uno spazio piccolissimo,

abbiamo, toccherà a voi decidere vita o morte

siamo in due e poi c’è

del pianeta. E avete uno strumento come il web

Felicetta Parisi, che è

che può consentire in tempi brevi - e il tempo è

pediatra. E camminiamo

poco - di ripensare tutto radicalmente”.

dando

Sono convinto che sia il web a usare i

me

è

essenziale

di varie realtà, per esempio, la ludoteca, il centro Alfredo Adler, la parrocchia. Un gruppo di persone che si è formato qui alla Sanità per comunicare le realtà del quartiere, anche quelle belle naturalmente. La verità è che qui c’è gente che sa

In conseguenza del successo turistico di Napoli, tante abitazioni stanno diventando B&B, anche il costo per affittare i bassi sta lievitando, e gli abitanti storici del quartiere che non possono permettersi di pagare di più verranno buttati fuori.

l’esperienza

una

mano,

abbiamo delle piccole

ragazzi e non viceversa...

comunità che seguiamo

Certo,

perché è fondamentale

capitalismo digitale, ma come strumento in sé

avere

ha un enorme potenziale positivo.

un

annuncio

ha

ragione

perché

è

diventato

La

Lei è stato il primo religioso autorevole a

Chiesa deve iniziare a

fare una levata di scudi contro le aperture

mi ha fermato per strada e mi ha detto “Ah!

capire che se vuole davvero continuare ad

del cardinal Ruini a Salvini. Queste uscite

Abbiamo visto che ti sei scontrato con Salvini

esistere, deve lavorare partendo dalle scelte del

di Ruini appaiono tanto sgambetti a papa

e la Meloni”. Era sulla questione dei martiri

Gesù storico che lo hanno portato ad essere

Francesco, ai suoi tentativi di rendere

di Nassirya, io avevo osato dire finiamola di

fatto fuori, crocefisso dal più grande impero

più aperte le posizioni della Chiesa,

definirli “martiri”, erano lì per difendere l’ENI

dei suoi tempi. Questo è il cammino che ci si

quando la parte più reazionaria si rifiuta

e il petrolio italiano e hanno pagato lo scotto

deve abituare a compiere, aiutando tutti a

assolutamente. Questo Papa è una figura

pensare. Qualche sera fa un gruppetto di signori

evangelico

serio.


carismatica, ma soprattutto una persona che ha una visione precisa del mondo, ma è sempre più isolato, contestato, si intuisce che ci sono forti insofferenze rispetto alla sua azione. Papa Francesco, in particolare con l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, ha spaccato la Conferenza Episcopale americana, i vescovi si sono chiesti se stesse parlando di questo sistema

capitalistico

o

delle

sue

cattive

conseguenze. E’ un sistema che uccide 23 milioni di persone all’anno, stiamo distruggendo il pianeta e Francesco ha voluto ricordarci che Dio è Dio della vita, ci ha impiegato non sette giorni, ma 4 miliardi e 600 milioni di anni per regalarci questo capolavoro, un giardino, che stiamo distruggendo. E abbiamo delle grandi responsabilità perché la Terra è sacra: S. Agostino dice che la prima vita che Dio ci ha

fra la destra cattolica interna alla Chiesa ed

per 500 anni ha dominato il mondo, a partire

dato non è la nostra ma il Creato. Ebbene, questi

al Vaticano e la destra mondiale. Che è piena

dal presupposto che eravamo possessori della

concetti non sono entrati ancora nelle menti di

di soldi e usa il web con grande efficacia per

Civiltà. Adesso cominciamo ad assistere alla

vescovi e sacerdoti, insisto nel dire che abbiamo

raggiungere i propri obiettivi. E’ vero che Ruini

nostra discesa, non facciamo più figli, altre tribù

non condivide molto di

stanno crescendo, abbiamo paura e scatta quel

questo papato e, al di là

meccanismo di superiorità e di difesa.

ridotto

l’esperienza

religiosa al culto: se poi la tua esistenza la conduci in maniera opposta ai dettami

cristiani,

non

importa, ciò che conta è che vivi il culto! Invece non deve essere così, per Gesù l’importante è ciò che concretamente fai nella vita, le scelte, le azioni. E questo passaggio della

La Chiesa deve capire che se vuole continuare ad esistere, deve lavorare partendo dalle scelte del Gesù storico che lo hanno portato ad essere crocifisso dal più grande impero dei suoi tempi. Questo è il cammino da fare, aiutando la gente a mettersi insieme per reclamare i propri diritti.

relazione stretta fra fede e

dello sgambetto fatto al Papa, mi preoccupa che un uomo che è stato la guida della Chiesa italiana per quasi 20 anni venga a dirmi che si può iniziare a dialogare con Salvini, la

stessa

persona

che

quando era al Governo ha fatto i decreti sicurezza, una legge per cui è reato

vita reale è una delle cose su cui papa Francesco

salvare gente in mare. Dire che il male è bene è

insiste. E non si tratta solo di una spaccatura

una suprema idiozia. Ho paura che noi italiani

dentro la Chiesa, è una spaccatura mondiale.

non ci rendiamo conto che viviamo in una bolla

Dietro questa lotta contro il Papa c’è l’alleanza

coloniale, facciamo parte della tribù bianca che

In apertura, padre Zanotelli nella sua casa alla Sanità, accanto la baraccopoli di Korogocho a Nairobi. Nelle pag. centrali, in alto, padre Zanotelli durante la messa funebre per Genni Cesarano, giovanissima vittima innocente di una stesa di camorra nel rione; a seguire scorci del quartiere. Qui sopra, il cardinale Camillo Ruini e in basso pastore in terracotta esposto nella bottega artigianale dei fratelli Ferrigno a San Gregorio Armeno, raffigurante Matteo Salvini (in compagnia di altri politici italiani).


L I F E / N A P O L I

i

ESSERE BAMBINI ALLA SANITA’ Interview_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti e Web

L

e scellerate politiche nazionali verso la scuola - stratificatesi in anni di pessima gestione, in cui alla mancata sensibilità verso i temi dell’istruzione e della formazione dei minori, si è aggiunta l’iniquità di trattamento tra il Nord e il Sud d’Italia - hanno ridotto a brandelli ogni speranza di riscatto del Meridione. Il rapporto SVIMEZ 2019 fotografa, con freddo realismo, un quadro desolante di assoluta

negazione di qualsiasi prospettiva di crescita culturale per le giovani generazioni di cittadini che vivono al Sud. Le quali, in questo quadro fosco, si affacciano, non dico al futuro ma allo stesso presente, con prospettive di successo assai inferiori a quelle dei coetanei del Nord. Insomma, l’istruzione nel nostro Paese divide l’Italia in due. E tutto diventa ancora più difficile se ci si trova ad agire in un quartiere come la Sanità, considerato area a rischio sociale. In questo impegnativo contesto la figura del direttore didattico di un plesso come la scuola primaria e dell’infanzia Andrea Angiulli, collocata nel cuore della Sanità e che accoglie circa 700 piccoli allievi, assume un ruolo a metà strada tra l’eroico ed il visionario… E non sto esagerando! Il preside Vincenzo Varriale incarna il personaggio di colui che tra mille difficoltà deve - sempre! - dimostrare di essere “la forza tranquilla”. E ci riesce. Ci racconti le specificità della Andrea Angiulli, scuola dell’infanzia e primaria in prima linea su più fronti, rispetto alla realtà del quartiere in cui si trova, la Sanità, ma non solo. La Sanità è un quartiere complesso, anche orograficamente, il cuore è ai Vergini, dove ha sede la Angiulli che in quella zona è l’unica scuola di riferimento, ma altre sono dislocate a Miracoli, Stella, alle Fontanelle. Noi abbiamo circa 600 studenti fra scuola dell’infanzia (che un tempo si chiamava asilo) e scuola primaria (cioè le elementari), cui si aggiungono ogni anno almeno 350 studenti della sezione ospedaliera, infatti coordiniamo a livello ragionale questo essenziale servizio (Ndr. Cui è dedicato un articolo in questo stesso numero del magazine). La nostra è


75 una scuola estremamente eterogenea, ci sono

questo circuito, secondo alcuni cortocircuito, fra

ma è una certezza che dà una carica superiore,

famiglie con difficoltà economiche e famiglie

le diverse componenti sociali presenti che nasce

sono convinto di ciò ed è la ragione per cui

di professionisti, di insegnanti; per tradizione

l’arricchimento. Ricordiamo che la primaria, ma

voglio lavorare qui. Credo che questo sia un

iscrivono i figli da noi i lettori dell’Orientale

anche la secondaria di primo grado, non sono

buon momento per pensare di fare qualcosa

(Ndr. I professori stranieri di madrelingua che

scuole di informazione ma di formazione del

alla Sanità, c’è una bella rete di assistenza

lavorano nell’università napoletana), una quota

carattere e il confronto dialettico fra realtà

educativa territoriale (per esempio, La Tenda,

degli studenti viene anche da altre zone della

sociali differenti aiuta molto nella crescita.

la Casa dei Cristallini, Punto Luce, Save the

città. Questa apertura che ci caratterizza,

Quali peculiarità ha una scuola destinata ai

Children). E io stesso 3 anni fa ho promosso

questa commistione, costituisce a mio parere

più piccoli che si trova in un quartiere con

una iniziativa che mirava a portare a scuola chi

il punto di forza di una scuola, perché è dal

tanti problemi come la Sanità?

opera all’interno di queste realtà: alla Angiulli

confronto di più realtà che coesistono e da

L’umanità dolente della Sanità è una certezza,

(e in altre due scuole del quartiere), infatti, gli operatori delle educative partecipano ai consigli di classe, e possono programmare iniziative insieme ai docenti conoscendo la situazione personale e familiare degli alunni che sono presi in carica e seguiti al 100%, spesso anche sabato e domenica. Stiamo realizzando quello che don Antonio Loffredo chiama il ‘sistema Sanità’, che è trasversale e deve coinvolgere anche l’istruzione. Che rapporto ha con il quartiere della Sanità? Abito a pochissimi chilometri di distanza da qui ma ignoravo cosa fosse il quartiere; quando sono arrivato, sei anni fa, captavo un’elettricità nell’aria. Ancora non c’era stato il delitto di Genni Cesarano e considero questo gravissimo episodio, l’omicidio durante una stesa di un ragazzo innocente in una delle piazze centrali del quartiere, uno spartiacque. Fino a quel


momento, la rinascita del Rione aveva avuto una

c’è solo un nido privato.

Un ruolo strategico, perché in un contesto

prima partenza, le giovani coppie - è accaduto

Perché sono tanto importanti le strutture

come la Sanità in cui la dispersione scolastica

anche a miei amici - avevano scelto di comprare

dove lasciare i più piccoli?

da un certo momento in poi del percorso

la casa alla Sanità. L’alterazione degli equilibri

In un quartiere così fertile, dove ci sono

formativo è molto alta, devono collaborare con

fra le diverse famiglie criminali che sta a monte

molte famiglie numerose, la loro diffusione

le scuole per ridurre i fenomeni di predizione

dell’omicidio di Genni ha provocato un nuovo

consentirebbe alle giovani madri di lavorare.

della

allontanamento

dalla

zona, la gente ha avuto paura e si è trasferita. Quando

ho

iniziato

il

mio lavoro alla Angiulli per poter capire tutta la complessità che esprime il quartiere ho deciso di seguire gli incontri della Rete Sanità, presieduta da

Esiste

un

protocollo

non

comunale specifico dedicato alla dispersione

sanno a chi affidarli, certo

scolastica, ma sarebbe necessaria una maggiore

potrebbe essere anche un

interazione con noi, spesso infatti come preside

alibi ma in tanti casi è una

non posso agire in prima persona e ho bisogno

realtà. Attualmente ho a

del loro aiuto. Ma purtroppo hanno tempi

scuola i figli di una giovane

di intervento lunghi e ciò rallenta l’azione

coppia che di bambini

educativa che fa da parte sua la scuola. Va detto

ne ha otto! La mamma

che, sicuramente, hanno anche un problema

lavora

di carenza di organico, sono pochi rispetto al

Oggi

Alla Sanità spesso accade che la madre sia sola, che il padre sia in carcere, che i genitori siano troppo giovani, che le famiglie siano molto numerose, tutti fattori che mettono a rischio il valore dato alla scuola dalle famiglie stesse.

dispersione.

dicono

in

che

una

mensa

scolastica, ma solo 2 ore

numero di interventi che sono chiamati a fare.

al giorno perché come

Quali sono i campanelli d’allarme che fanno

farebbe diversamente ad

scattare il protocollo di intervento della

le realtà presenti, dalla scuola ai commercianti,

occuparsi di tanti piccoli?! Potenziare le scuole

scuola in cooperazione con i servizi sociali?

dai disoccupati al volontariato ed è stato

è sempre un bene, più ce ne sono e più si riesce

Se il bambino, per esempio, fa troppe assenze

illuminante per me. Ebbene, una delle cose per

a raggiungere con efficacia tutti quelli che ne

e da parte mia immagino che la famiglia si trovi

cui Zanotelli si batte sono gli asili nido o almeno

hanno bisogno.

in condizioni di svantaggio socio-culturale o

l’istituzione di sezioni Primavera, che accolgano

In questa realtà per certi versi di frontiera

sia una famiglia multiproblematica, li contatto

i bambini fra 12 e 36 mesi, mentre attualmente

che ruolo hanno gli assistenti sociali?

ed i servizi sociali devono eseguire una visita

padre Alex Zanotelli, che raccoglie la voce di tutte


domiciliare per mettere a fuoco le criticità da

dispersione è molto contenuto, perché quando

con genitori giovanissimi, adesso, per esempio,

affrontare. Purtroppo, spesso tutto questo

sono così piccoli i genitori hanno un maggior

ho un padre diciassettenne di un bimbo che

meccanismo si innesca con lentezza, perdiamo

piacere che i figli siano a scuola. I casi per cui

va alla scuola dell’infanzia ed essendo il papà

tempo prezioso e diventiamo meno efficaci

chiedo l’intervento dei servizi sociali sono quelli

ancora minorenne non posso dargli il bambino

rispetto alla finalità di ristabilire il rapporto che

dei bambini multiproblematici, per esempio

all’uscita. Ho rischiato di “abuscare” la prima

si è allentato fra scuola e famiglia. La prima

figli di una ragazza madre che è ai domiciliari,

volta che mi sono rifiutato di consegnarglielo.

persona che deve monitorare le assenze degli

per cui non posso neanche ottenere da lei una

Posso darlo ai nonni, alla mamma che ha 18

delega firmata, poiché non

anni ma non a lui...! E capirà che quando si

posso avere un contatto

è così giovani non si dà tanta importanza

diretto, ecco in casi così

alla scuola. E ancora se si hanno 3-4 figli, la

tocca a loro agire. E spesso

preoccupazione primaria è sbarcare il lunario

dalla

segnalazione

e non la scuola, l’educazione dei figli. Queste

all’intervento passa ben

famiglie scelgono spesso il tempo pieno (i bimbi

più

settimana.

stanno a scuola dalle 8.00 alle 16.00, e con i

Mentre si deve intervenire

progetti che attiviamo quasi sempre rimangono

immediatamente,

quindi

fino

la

servizi

attività motoria, ludico espressiva, ricreativa,

studenti

è

il

docente,

che con le famiglie ha un contatto quasi quotidiano, infatti piccoli scuola Il

i

bambini

così

arrivano

a

accompagnati. protocollo

sulla

dispersione richiede che la

Attualmente ho a scuola i figli di una giovane coppia che ha 8 bambini. La mamma lavora in una mensa scolastica, ma solo 2 ore al giorno perché come farebbe diversamente ad occuparsi di tanti piccoli?!

segnalazione si faccia già a partire da 6 assenze non

mia di

presenza

motivate, ma io in una prima fase preferisco

sociali va potenziata, non

convocare i genitori alla presenza dell’insegnante

dimentichiamo che siamo

referente per la dispersione. Ascolto le loro

in quartieri definiti aree a

motivazioni,

rischio.

acquisisco

informazioni:

per

sono

i

una

fattori

dei

alle

18.00,

il

pomeriggio informatica,

Lavoriamo per prendere in carico questi giovani dall’asilo fino al superiore, per seguirli nella scuola e nell’extrascuola, facendo colloquiare l’operatore scolastico con l’educatore e la famiglia per favorire il successo formativo, di ciascuno e di tutti. .

facciamo pittura,

drammatizzazione) e per loro è un bel sollievo. Quindi, se è

esempio accade che la mamma abbia avuto

Quali

da poco un altro figlio, o che sia una ragazza

predittivi

madre, o ancora che il padre sia in carcere, per

dispersione scolastica che

cui essendo sola non riesce ad accompagnare

considera i più allarmanti?

tutti i giorni il bimbo a scuola. Compreso il

Il disagio, il disinteresse

problema, cerco di risolverlo, per esempio

culturale, il fatto che la

spingo perché si organizzino e lo accompagni

famiglia demandi alla scuola

un altro familiare. Al 75% dei casi, essendo una

l’intero compito educativo,

scuola primaria la situazione negativa si supera,

senza assumersi il suo ruolo di controparte.

Tuttavia, è una realtà che la dispersione

in tutte le primarie, infatti, il fenomeno della

Teniamo conto che accade di avere a che fare

scolastica alla Sanità tocca punte altissime.

della

vero che ci sono famiglie che i

figli

parcheggiano a

scuola,

è

tuttavia nostro preciso compito

mantenere

vivo lo scambio con la famiglia perché il lavoro educativo sia efficace.

Il fenomeno della dispersione scolastica fino alla terza media è molto contenuto, perché famiglia e sistema scuola sono ancora garanti, il problema esplode nel passaggio fra terza media e primo biennio del superiore, dai 13 ai 16 anni, ed è a questo fenomeno che fanno riferimento

le

percentuali

effettivamente

elevatissime di abbandono della scuola, e per questa fascia di età si dovrebbe lavorare molto. Se, infatti, gli adolescenti non acquisiscono gli strumenti di base, per loro il rischio di rimanere ai margini cresce moltissimo. Il lavoro che si sta facendo alla Sanità, con l’attivazione dei POR (piani operativi regionali) è di prendere in carico questi ragazzi dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di secondo grado, di seguirli nella scuola e nell’extrascuola, di veder colloquiare l’operatore scolastico con l’educatore, con la famiglia per favorire al massimo e garantire quello che oggi si chiama il successo formativo, di ciascuno e di tutti. A che punto siete in questo cammino? Molto si fa e molto si deve ancora realizzare e devo dire che le figure carismatiche di Antonio Loffredo e Alex Zanotelli sono molto utile per noi, costituiscono dei trait d’union che ci consentono di far crescere e camminare il sistema.


I N S I D E

S A N I T A ’ / N A P O L I

i

OPERAZIONE SAN GENNARO Text_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti e Web

A

lbert Einstein disse: “Vorrei conoscere i pensieri di Dio”. Noi, più modestamente, ci accontentiamo di conoscere quelli di don Antonio Loffredo.

“Hai parlato con don Antonio”?!... Eppoi: “E don

da lui (in alterne processioni, e solo per citare i

presidente del Portogallo, il cardinale arcivescovo

Antonio che dice”?... Sono queste le domande

casi più recenti) il presidente della Camera Fico,

di Napoli, Sepe (non è mio parente, purtroppo),

che mi sono sentito fare dal presidente della 3

il governatore De Luca, il sindaco De Magistris

i questori della Città, prima De Jesu poi Giulia-

Municipalità, Ivo Poggiani, dal preside Var-

con la delfina Clemente, il ministro Spadafora,

no, gli attori Salemme, Proietti, Ferilli, il regi-

riale, dal consigliere Giovinetti, dalla scrittrice

il capo della polizia Gabrielli, i re di Spagna ed il

sta Martone, il filosofo scrittore Erri De Luca,

Nocchetti e più o meno da tutti coloro ai quali ho chiesto consigli per aprire una scuola (gratuita) di giornalismo nel cuore del quartiere Sanità. Vi starete domandando: “E cosa c’entra, perché lo viene a scrivere proprio in questo spazio?!... ”. Ovvio, per dare il senso della centralità di don Antonio Loffredo in tutte le scelte che toccano il Rione Sanità. Dunque è normale che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scelga di incontrarsi con lui - al centro del suo (di don Antonio, non di Mattarella) quartiere - proprio in un giorno in cui fosse libero da impegni istituzionali (Mattarella, non don Antonio) - ed è normale che accorrano


il potentissimo decano dei giornalisti Mieli, gli

distante) e le sue prime esperienze di “trincea” le

ma fatica di Mario Martone - su soggetto del

effervescenti direttori di musei Bellenger e Giu-

ha fatte in veste di cappellano a Poggioreale. Im-

grande De Filippo, “Il sindaco del Rione Sanità”

lierini, i (ancora più potenti di Mieli) presidenti

magino che sia in questo contesto che Loffredo

- quando di fatto tutti sanno che il vero “Sindaco

di milionarie fondazioni Borgomeo e Albane-

abbia forgiato la sua grande(issima) capacità di

del Rione” è lui.

se, un esercito più folto delle cavallette di docen-

misurarsi con la sofferenza. A parer mio Antonio

Certo, non a tutti piace ciò che Loffredo pensa,

ti universitari, giornalisti, imprenditori, studiosi,

Loffredo usa la severità come strumento di soc-

non tutti condividono i suoi modi (molto sbrigati-

letterati, artisti, politici, attivisti sociali, uniti ad

corso: non agisce in modo pietoso - sulle rovine

vi e a tratti autoritari) e soprattutto non tutti han-

un’infinità di personaggi che - ciascuno nel pro-

umane causate dall’emarginazione - preferisce

no interesse che il Quartiere Sanità rialzi la testa.

prio settore - occupano posti di prima fila nella

piuttosto intervenire in modo efficace! E questo,

E non è solo una logica riflessione legata al gran-

scala gerarchica del successo.

credo, sia il più grande dono che - immancabil-

de contrasto che Loffredo (con la sua immanen-

Tutti a chiedersi: “Don Antonio che pensa”?

mente - riesce a distribuire a coloro che gli stanno

te Fondazione San Gennaro e l’onnipresente ed

Il motivo è semplice: Antonio Loffredo è una per-

vicino (e non solo a loro).

sona speciale. Molto speciale. Nel senso etimolo-

Don Antonio è soprattutto un personaggio ef-

gico della parola: fa specie a sé.

ficace: un grande trasformatore di destini, non

È uno di quegli uomini che nascono ogni 100

solo umani ma anche della storia. E non sto af-

anni, e come ho già avuto modo di dire in altre

fatto esagerando!

occasioni, non è un caso che Antonio Loffredo

Ecco perché in tanti vanno da lui, ecco perché la

non sia un figlio della Sanità ma ne sia divenuto

Città (non solo il quartiere Sanità) gli deve mol-

il padre, nel senso che egli non è nato in questo

to(issimo), ecco perché appare accessoria, quasi

quartiere (sebbene non ne sia stato sideralmente

evanescente, la proiezione (in Basilica) dell’ulti-


Ph. Il Mattino - Sergio Siano

Ph. Il Mattino - Sergio Siano

In apertura, sotto don Antonio Loffredo con il presidente Mattarella; nella pag. seguente momenti del convegno per il decennale della gestione delle Catacombe di S. Gennaro da parte della cooperativa La Paranza. Sopra, da sin. il ministro Vincenzo Spadafora, Luigi De Magistris, Antonio Loffredo e in fondo Alessandra Clemente; sotto Loffredo con il cardinale Sepe e Francesco Izzo, accanto Carlo Borgomeo, presidente della fondazione Con il Sud. Qui, dall’alto verso in basso e da sinistra: Paolo Acunzo mentre dirige Sanitansamble, Gigi Proietti e Paolo Mieli ad un evento alla Sanità, don Loffredo sull’altare, due momenti del conferimento della laura ad honorem in architettura a padre Loffredo, al centro con Matteo Renzi. Sotto, con il giornalista Rai Luca Rosini durante il convegno.

efficientissima Paranza - diretta da Enzo Porzio)

il turismo - se declinato in modo corretto - può

quivocabile!); il fin troppo prudente cardinale

arreca agli interessi della camorra, no, purtrop-

generare, nel breve e medio periodo, risorse eco-

Crescenzio Sepe; il monumentale (è il caso di

po l’antagonismo che spesso gli si oppone trae

nomiche importanti e miglioramenti ambientali

dirlo) archeologo Andrea Carandini, presidente

origine dalla più bassa delle pulsioni umane: la

di un territorio).

del FAI; l’ex soprintendente dei beni archeologici

gelosia che si accompagna all’invidia. Gelosia per

A parer mio la “ciccia” di questi incontri ruotava

Luciano Garella seguito dall’attuale soprinten-

la sua forza d’animo, per la sua caparbietà, per

intorno a due (imprescindibili concetti): il Vatica-

dente Luigi La Rocca; e gli studiosi dirigenti di

l’abilità, per il successo… Ma preferisco lasciare

no la smetta di interferire con l’opera di recupero

Dipartimenti universitari della Federico II e della

sospesa quest’ultima affermazione (tanto il let-

dei siti ipogei delle catacombe (di San Genna-

Vanvitelli, rispettivamente Stefano Consiglio e

tore può farsi da sé un’idea verosimile di quanto

ro e San Gaudioso) fatta dalla Fondazione San

Francesco Izzo (che hanno potuto dettagliare i

possa accadere intorno ad una simile rivoluzione)

Gennaro e dai ragazzi della Paranza e lasci che

dati di crescita esponenziale dovuti all’attività dei

per tornare a parlare del convegno che recente-

la gestione - brillante e virtuosa - continui a fiori-

“Loffredo’s boys”).

mente si è svolto durante tre giorni di eventi (e

re nell’interesse della Comunità di tutto il Rione,

Come ai vecchi bei tempi della corte borbonica

celebrazioni) distribuiti tra la Basilica della Sanità

quindi Ravasi e compagni se ne facciano una

la tre giorni di convegno s’è conclusa in Basilica

e quella di San Gennaro extra moenia: una serie

ragione e desistano dall’avida richiesta di riscuo-

alla presenza del popolo e degli alti dignitari del-

interessante di incontri con esperti di recupero

tere la metà di ogni nichelino incassato; si lasci

la Città (Sindaco, delfina, presidente di munici-

e trasformazione di territori, ambiti sociali e siti

lavorare, costruire ed espandere questo gruppo

palità, ministro, questore, alti gradi dell’esercito,

storici che nel venire valorizzati hanno generato

di persone che - attraverso una visione lucida e

giornalisti profumati di incenso… e non, profes-

importanti ricadute economiche ed occupaziona-

molto pragmatica - sta cambiando volto ad un

sori e prelati, liberi pensatori… e non, etc.), dove

li. La panacea per i troppi mali della Città (che

territorio (e alla sua popolazione), fino ad oggi

sulle note (perfettamente eseguite) dell’Orche-

non ha, di fatto, più alcuna vocazione industria-

crudelmente ghettizzati.

stra Sanitansamble hanno potuto tutti consta-

le e che appare fortemente indebolita sul piano

Per rendere più tuonante il messaggio (spedito

tare che se saranno dalla sua parte (smettendo di

commerciale e perfino della piccola impresa - dati

opportunamente a “chi di dovere”) si è assem-

fare sgambetti) il Rione, che ne è il cuore, e con

Camera di Commercio)!

blato con perizia chirurgica il parterre degli in-

esso tutta la Città di Napoli potranno puntare a

E lo scrive uno che, come me, ha qualche espe-

terventi e hanno preso (tra i tanti) la parola: il

togliersi gli schiaffi dalla faccia e a dimostrare che

rienza nel campo dell’economia turistica (pen-

presidente della Fondazione Con il Sud, Carlo

Napoli resta una delle più vitali Città del Mondo!

so, riassumendo in modo assai schematico, che

Borgomeo (che con il suo discorso è stato ine-


I N S I D E

S A N I T A ’ / N A P O L I

i

quartiere di Napoli, non più di 10 anni fa. Un luogo che conteneva bellezza - Sanità deriva il nome dalla sua collocazione perfetta - ma che a un certo punto per colpa di un ponte è diventato un’enclave, un ghetto, una periferia al centro della Città. Quindi, in primo luogo, ciò che è stato fatto in questo arco di tempo ha consentito di rimettere sulla mappa di Napoli il rione Sanità e di far diventare le catacombe di S. Gennaro il terzo sito cittadino più consigliato dai viaggiatori-recensori di Trip Advisor. E’ quindi chiaro che vantaggi ha portato in termini di percezione, di cancellazione del pregiudizio la riapertura delle Catacombe, realizzata grazie al lavoro della cooperativa La Paranza. Ma pensiamo anche a cosa è successo in questi 10 anni. Che in economia possono essere tanti e pochi. Nel 2009, era un’altra Napoli, un’altra Italia, un altro mondo forse e al rione Sanità accadde un episodio che mandò il quartiere su tutti i giornali. Fu uccisa una persona davanti a un bar. Venne, quindi, diffuso un video del delitto nel tentativo di avere informazioni utili alle indagini e si generarono commenti di questo tipo: “Io non vado a Bagdad, non vado nelle città colombiane, venezuelane o

LA SANITA’ DA’ I NUMERI

messicane e non vado a Napoli” e “Ognuno ha

Photo_ Riccardo Sepe Visconti Slide_ Francesco Izzo, dipartimento di economia dell’università della Campania L. Vanvitelli

fiero di non essere italiano”. Questa era la

quel che si merita e se questa è l’Italia sono Sanità nel 2009 e non dobbiamo dimenticarlo. Questi straordinari 10 anni sono densi e pieni

I

di fatti, negli ultimi due, per esempio, è nata n 10 anni hanno portato le catacombe di S. Gennaro - pochissimi visitatori, all’interno di

la casa editrice, la facoltà di Architettura ha

un quartiere a rischio, la Sanità - a essere il terzo sito più recensito nella città partenopea

conferito la laurea ad honorem ad Antonio

su Trip Advisor. Sono i ragazzi della cooperativa La Paranza, tutti del quartiere e dintorni,

Loffredo, il presidente Mattarella ha visitato il

guidati dal carismatico e visionario don Antonio Loffredo. In questo intervento ricco di dati

quartiere, la RAI ha realizzato il documentario

e spunti di riflessione, realizzato in occasione del convegno Cultura e sociale muovono il

di Luca Rosini.

Sud, il professor Francesco Izzo, direttore del dipartimento di economia dell’università della

Ma dedichiamoci ora ai numeri che danno

Campania L. Vanvitelli, illustra il fenomeno Catacombe attraverso il suo valore economico

concretezza a questa lettura. Le Catacombe

che è sempre fortemente connesso a quello sociale, indicando un modello di gestione po-

hanno moltiplicato per 25 il numero dei visitatori

tenzialmente replicabile in tanti altri contesti.

in 10 anni, una cosa che non è accaduta in nessun altro luogo in Italia. Dal 2009, quando la

L

’obiettivo che mi pongo è provare a

Prima di illustrare quest’anno di lavoro in cui

capire quale impatto economico ha

abbiamo intervistato quasi 800 persone che

generato la straordinaria esperienza della

avevano visitato le catacombe, è importante

gestione delle Catacombe di S. Gennaro e

definire un perimetro ed un tempo, perché

voglio rassicurare Carlo Borgomeo, presidente

il tempo in economia non è mai neutrale.

della fondazione Con il Sud, che la loro

Quindi va ricordato cosa era, fino a 10 anni fa,

scommessa come di tante altre associazioni,

il rione Sanità: nelle antiche mappe si usava

ha generato un grandissimo risultato: alla fine

l’espressione hic sunt dracones (o leones)

della relazione vi mostrerò un numero che può

per definire un luogo dove era pericoloso

sembrare sorprendente e che sintetizza questo

addentrarsi, ed era questa la sensazione

risultato.

che si aveva quando si parlava di Sanità, un

cooperativa La Paranza le ha prese in gestione, l’ha moltiplicato per 11, l’arte ha creato valore e lavoro, si sono moltiplicate per 7 le persone che lavorano alle Catacombe. La variazione di crescita del numero dei visitatori ogni anno è stata a doppia cifra rispetto al precedente (+48%, +54%), negli ultimi 2 anni +30% e +25%. E se confrontiamo questo dato con altri siti importanti della Città, che nel suo complesso ha avuto un clamoroso boom di turismo culturale, ci accorgiamo che nell’ultimo anno le


catacombe hanno superato anche il museo di Capodimonte. Rispetto a dieci anni fa in termini percentuali i visitatori delle Catacombe sono aumentati del 2500%, per fare un paragone se gli altri musei avessero avuto il medesimo tasso di crescita delle Catacombe il MANN per esempio avrebbe 1 milione e mezzo di visitatori, Capodimonte 430mila, oltre 500mila al museo di S. Martino. Valutare l’impatto economico di tutto questo significa provare a tradurre in un numero qualcosa che è assai complesso, facendo quindi molte semplificazioni, ma

degli esempi per spiegare questo importante

catacombe, viaggeranno ancora, visiteranno

dobbiamo sicuramente ammettere che c’è

concetto. Cerchiamo di immaginare quale può

altri

stato quello che gli economisti chiamano

essere il valore economico di una grandezza

educheranno i figli al bello, all’arte, alla cultura,

shock da domanda. Quindi è giusto parlare di

immateriale come formare le persone alla

e qual è il valore economico del rafforzamento

ricchezza invisibile delle Catacombe e faccio

bellezza, persone che dopo aver visto le

dei legami di comunità, quanto può valere

monumenti,

acquisteranno

libri,


diffondere il senso di appartenenza al quartiere,

soprattutto, ma abbiamo intervistato visitatori

ritrovato anche nel migliaio di recensioni di

l’orgoglio, qual è il valore economico della

da 36 nazioni). E’ interessante anche il dato

Trip Advisor esaminate; nelle recensioni in

reputazione, dell’integrazione sociale, della

secondo cui il 16% sono napoletani e per molti

lingua inglese prevale una valutazione di tipo

qualità della vita, qual è il valore economico

di loro era la prima volta che mettevano piede

emotivo, di reazione a qualcosa di inatteso,

“dello sdegno e del coraggio”, per citare S.

alla Sanità. Per l’88% degli intervistati era la

di sorprendente piuttosto che cognitiva. La

Agostino. E poi ci sono i fiocchi di neve venduti

prima volta che venivano alle Catacombe, per il

condivisione viene sentita come fondamentale,

dalla pasticceria Poppella, le pizze di Ciro Oliva,

75% la prima volta alla Sanità. Per molti è stata

queste persone dicono che consiglieranno

e qual è il valore economico di una ragazza

un’esperienza di immersione e in questo le

Napoli e le Catacombe, torneranno in Città e

che grazie all’esperienza come guida ha scelto

guide hanno un ruolo fondamentale nel legare

alla Sanità. E ciò ha un valore economico perché

di laurearsi in architettura, in archeologia...

la visita all’esperienza. Le persone hanno parole

significa che il passaparola o la narrazione di

Ecco, questi valori non li abbiamo misurati. E

bellissime e dolcissime per le guide, la cui

questi luoghi, di questa esperienza si tradurrà

ancora, ci sono conseguenze economiche di

cortesia e la competenza sono messe al primo

in flussi turistici. Oltre il 36% viene perché

effetti non economici scaturiti dal lavoro di

posto fra i fattori che rendono soddisfacente

qualcuno gliene ha parlato; solo il 3% va via

questo decennio, per esempio l’apertura dei

l’esperienza. Ed è proprio tale fattore a spiegare

avendo visitato solo le Catacombe, il resto

B&B, il racconto delle esperienze che diventano

il successo delle Catacombe rispetto agli altri

esplora il quartiere, per esempio il cimitero

libri (Ndr. Il riferimento è Vicolo esclamativo,

musei, dove non c’è una figura che renda

delle Fontanelle o le catacombe di S. Gaudioso.

scritto da Chiara Nocchetti, edito dalle edizioni

partecipe di quel patrimonio il visitatore come

Trascorrono alla Sanità in maggioranza o

S. Gennaro e dedicato alle storie dei ragazzi

fanno le guide della Sanità. Emozione, stupore,

1-2 ore o mezza giornata, e questo significa

che fanno parte della cooperativa La Paranza),

magia, esperienza mistica sono i termini usati

consumare, acquistare nel rione e quindi avere

pasticcerie che invadono la città e che portano

per definire la visita. Valutazioni che abbiamo

un impatto economico. Dormono ancora poco

altre persone alla Sanità. Le quali magari non visitano neanche le catacombe ma sanno che la Sanità è tornata sulla mappa. Abbiamo intervistato 765 persone e abbiamo voluto ancorare questo modello a un concetto, quello della memorabilità, perché le persone che hanno un’esperienza che merita di essere ricordata, tornate a casa parlano della visita, dei luoghi in cui sono state con parenti e amici e diventa un processo contagioso. Per cui, al di là dell’impatto economico, vale a dire “quanto hanno speso alla Sanità” (cosa che comunque abbiamo chiesto), ci interessava capire quante persone sono rimaste emozionate, colpite dalla visita. I visitatori sono più donne che uomini, in maggioranza fra 36 e 65 anni, il 41% viene da altre regioni italiane, il 25% sono stranieri (il 75% di essi europei, francesi, spagnoli, inglesi


alla Sanità (7%), ma la gran parte soggiorna nel centro storico (51%), e anche questo è un segnale che le cose stanno mutando. Il valore delle case alla Sanità è cresciuto del 50%, è un indicatore grezzo, ma ci dice quanto è cambiata la percezione rispetto al vivere qui e quali sono le aspettative di generazione di valore economico nei prossimi anni. Altro dato fondamentale è che molti turisti soggiornano più di 3 notti a Napoli e questo ha contato moltissimo nello stabilire il moltiplicatore economico che abbiamo adoperato per avere una stima finale dell’impatto. Per il 61% delle persone intervistate visitare le Catacombe costituiva una delle ragioni che hanno motivato la scelta di venire a Napoli; fra gli stranieri il 42% ha espresso un giudizio da 8 a 10, quando interrogati sull’importanza per loro di vedere le

importante, che ci emoziona, ma soprattutto

Catacombe.

che ci dà il senso della scommessa che 10 anni

Veniamo alle spese che servono a darci l’idea

fa è stata fatta in questo quartiere.

di cosa significano 130mila persone alle

Sul sito delle catacombe di S. Gennaro è scritto

catacombe di S. Gennaro. La spesa media

questo versetto del Vangelo di Giovanni: “E’

durante la permanenza alla Sanità è di 41 euro,

nelle tenebre che inaspettatamente si rivela la

che rapportati a quel 61% (o 42% se vogliamo

luce”. Guardandolo in prospettiva economica

fare una stima più prudente) di visitatori che

quello che è successo mi ha ricordato il verso di

ritenevano determinante nell’ambito del loro

una canzone di Leonard Cohen che dice che c’è

soggiorno venire alla Sanità fissano fra 2,2 e

una fessura, una crepa in ogni cosa ed è da lì

3,3 milioni di euro il calcolo di quanto si spende

che entra la luce. Il lavoro fatto alle Catacombe

alla Sanità grazie ai visitatori delle Catacombe.

in questi anni ha aperto una breccia, e da lì sta

A noi interessava anche capire cosa hanno

entrando molta luce.

comportato 130mila visitatori delle catacombe rispetto all’economia della Città: il numero dei visitatori non residenti si moltiplica per la spesa giornaliera individuale, per i giorni di permanenza, ma si pesa anche la motivazione, infatti se per il visitatore intervistato venire alla Sanità o visitare le Catacombe “non è importante” quella cifra economica si abbassa, si deprime. Un escursionista (persona che non dorme in città) vale circa 27 euro al giorno, un turista quasi 64 euro; abbiamo stimato 16mila escursionisti e 94mila turisti in un anno alle Catacombe, una media di 3.44 giorni di permanenza a Napoli e abbiamo un primo valore fondamentale, l’impatto economico da spesa diretta che è di 21 milioni di euro. Se aggiungiamo anche gli stipendi delle guide della cooperativa La Paranza, le spese in beni e servizi, la manutenzione, i canoni e altre spese commerciali e quanto deriva dall’investimento che istituzioni e fondazioni hanno fatto alla Sanità negli ultimi anni, si arriva a 22 milioni circa che vanno moltiplicati per un valore, un parametro che abbiamo scelto basso per essere cauti ed è quindi 1.5, per cui considerando gli impatti e gli effetti indotti possiamo arrivare a dire che 130mila persone venute in un anno a visitare le catacombe di S. Gennaro e la Sanità generano quasi 33 milioni di euro. E’ una cifra

In apertura, il professor Francesco Izzo; in questa pagina, sopra, porta S. Gennaro, sotto in senso orario: una guida al lavoro alle catacombe di S. Gennaro, palazzo Sanfelice, capolavoro del ‘700, una strada della Sanità e padre Antonio Loffredo con l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe.


I N S I D E

S A N I T A ’ / N A P O L I

i

ANDREA CARANDINI: LA SANITA’ E’ UN MODELLO Introduzione_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti

I

85

l “contesto” di cui con molta efficacia racconta l’importanza il professor Andrea Carandini - uno dei più famosi archeologi italiani, accademico e presidente del FAI - alla Sanità assume un valore, se possibile, ancora più alto. In occasione del convegno organizzato per il decennale della gestione da parte della cooperativa La Paranza delle Catacombe Paleocristiane poste all’interno del quartiere, infatti, le

parole di Carandini (di cui proponiamo la relazione) costituiscono allo stesso tempo la sintesi di quanto alla Sanità si è fatto e l’ammonizione a non respingere, come spesso accade, i nuovi modelli di recupero e gestione di porzioni degradate del territorio che si stanno diffondendo. E quello messo in pratica alla Sanità è uno di essi, una realtà completamente nuova, con delle forze che si aiutano e collaborano, alimentandosi reciprocamente, perché - sottolinea Carandini - della Repubblica fanno parte le istituzioni ma anche la società civile con tutte le sue organizzazioni - Chiesa compresa. Il risultato, grazie a dieci anni di attività inarrestabile sono circa 130mila visitatori (prima dell’arrivo della Paranza erano poche migliaia), oltre 30 ragazzi e ragazze del posto impiegati con un lavoro legale e regolare nella promozione e gestione del sito archeologico, dopo averlo riqualificato (loro la realizzazione dell’illuminazione del sito per esempio) investendo fondi intercettati autonomamente. In un lavoro complesso, a tratti difficile, partito veramente dal basso, ma anche corale, che ha saputo coinvolgere il Quartiere tutto. E, infatti, quando circa un anno fa, al momento di rinnovare la convenzione con l’Arcidiocesi di Napoli, è scoppiata la crisi, perché il Vaticano ha rivendicato per sé il 50% degli incassi, la Sanità si è schierata compatta accanto ai ragazzi di padre Loffredo. Loro, gli abitanti del Rione, semplici cittadini e commercianti, istituzioni e associazioni che vi operano quotidianamente hanno compreso che “il contesto è quello che dà la vita, che permette alle cose di muoversi, di essere calde”, che interpretare come un organismo monumenti, bellezza, cultura, persone con le loro singole vite, che è ciò che da quasi 20 anni fa don Loffredo instancabilmente, è la chiave per uscire dal buio, dal ghetto, per avere un’alternativa, dove finora c’era solo un destino già tracciato cui era davvero difficile sfuggire.


D

on Antonio Loffredo spesso parla del contesto. Ma, in realtà, è molto raro sentir parlare del contesto, perché noi veniamo da una cultura che è all’esatto opposto, la cultura

storico-artistica - che ha una sua dignità - ma che non fa del contesto l’architrave per ridare vita alle cose. Lo storico dell’arte, infatti, per capire la cultura figurativa di una società attraverso il tempo seleziona dalla realtà gli oggetti che hanno una qualità figurativa e li isola dal contesto. E’ un’opera giusta e buona, ma il fatto che l’oggetto che ha qualità artistica venga separato da quelli che ne hanno meno, o non ne hanno affatto, è una impostazione che va contro il contesto. Storici dell’architettura, storici dell’arte, persino archeologi hanno avuto questa formazione, perché quando ero giovane l’archeologia coincideva con la storia dell’arte antica. Io ho avuto un’altra idea, quando scavando mi sono accorto che incontravo di tutto, incontravo una fogna e nella fogna trovavo un ritratto: quest’ultimo è più importante della fogna? No! Quindi l’archeologo militante, quello che si misura con i monumenti e soprattutto che li scava, si rende conto che le cose stanno in un sistema. Perché l’archeologo riesce a scendere nel terreno senza guastarlo? Perché scende seguendo lo stesso sistema, all’incontrario di come la realtà che va a scavare si è formata - un po’ come nel gioco dello Shangai o Mikado, lo facevamo quando ero piccolo e consisteva nel levare delle bacchette senza modificare la posizione di quelle che

statalista alla quale non credo. Lo Stato deve fare le cose essenziali, le

stavano sotto. Insomma, si segue un metodo, perché la terra sotto di noi

più importanti, perché è l’istituzione deputata. Ma la nostra Costituzione

non è un caos ma un sistema, così come è un sistema ciò che è ancora

non dice che è lo Stato che promuove la cultura e la ricerca scientifica e

in vita, a cielo aperto. Tutto è un sistema, più o meno rigido, più o meno

tecnica, non dice che è lo Stato che tutela il patrimonio storico e artistico

forte, a volte è addirittura un organismo e, quindi, le relazioni fra le

della Nazione. Dice “la Repubblica” e della Repubblica fanno parte da un

componenti divengono protagoniste.

lato le istituzioni e dall’altro la società civile con tutte le sue organizzazioni

Il rione Sanità è un contesto, uno straordinario contesto: e cosa

- Chiesa compresa. E’ una visione questa quasi di competizione fraterna,

facciamo? Separiamo la chiesa e le catacombe dal tessuto urbano?

finalizzata a fare il bene, fra la società e le istituzioni.

Separiamo il tessuto urbano dai suoi abitanti? E’ impossibile. Quindi la

D’altra parte, un articolo della nostra Costituzione recita che le istituzioni

cosa a cui dobbiamo dar vita non è questo oggetto o quel monumento,

italiane devono favorire l’aiuto sussidiario dei cittadini singoli, delle

dobbiamo dare vita a un sistema, perché il sistema o si regge nelle sue

associazioni, delle fondazioni, ecc. Direi quasi che anche al di fuori

relazioni o non c’è. Ma come si fa a dare vita a un sistema? Tenete

dello Stato vi sono delle istituzioni: per esempio reputo che la vostra sia

conto che se invece di valorizzare una selezione di oggetti, di ‘gioielli

un’istituzione, che deve durare, che deve proliferare, penso che anche

di famiglia’, diamo importanza al sistema il patrimonio del nostro Paese

il FAI sia un’istituzione, e via di seguito. Non ci sono solo le istituzioni

diventa immenso. Tuttavia, benché lo Stato sia molto ben organizzato,

statali, ma esistono anche quelle di diritto privato, posto che siano

questo Stato - è ovvio - non potrà mai curare interamente, tutelandolo

rivolte all’interesse generale della Nazione. Tutto questo contraddice

e soprattutto promuovendolo, tutto il patrimonio. Questa è un’utopia

antichi modelli e conduce ad una realtà completamente nuova, secondo

Sopra, A. Carandini; in basso Basilica San Gennaro, sede del convegno, a seguire il cardinale C. Sepe con C. Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud.


lei?”, e la signora: “Hanno pensato a frega’ l’altri! (in romanesco perché vivo a Roma)”. Questo è il cuore del problema: se qualcuno emerge, c’è qualcun altro che invece di dedicarsi a situazioni diverse chiedendo e offrendo aiuto, pensa a come disfare ciò che il primo ha realizzato. Parliamoci chiaro, anche l’organizzazione di don Antonio ha avuto i suoi momenti difficili, e fortunatamente mi paiono superati. L’idea è che se uno fa qualcosa di buono, anche non per se stesso ma per gli altri, se è possibile va affossato. Per essere tutti identici e uguali nella mediocrità e nell’ignoranza, e possibilmente anche nell’immoralità. E però senza questi nuclei di aggregazione che vengono dal basso, dal concreto, ma anche dall’alto, e che si inginocchiano di fronte alle necessità delle cose, non scelte fior da fiore, ma capendo che anche le erbacce fanno parte della natura, noi non ridaremo loro vita. Questo è lo spirito del contesto. Ho scritto un libro dedicato a questo tema e intitolato Fonte: Prof. Francesco Izzo, dipartimento di economia dell’università della Campania L. Vanvitelli

“La forza del contesto”, perché è chiaro che il contesto è quello che dà la vita, che permette alle cose di muoversi, di essere calde: si tratta di un

cui abbiamo delle forze che si aiutano e collaborano, alimentandosi

lavoro appassionante, ma che è contrario a molte tradizioni del nostro

reciprocamente. Solo questo contributo contestuale a livello sociale che

Paese, è una visione nuova, che nei giovani attecchisce molto bene, lo

unisce le istituzioni di diritto privato e di diritto pubblico, che unisce il

vedo nella nostra scuola archeologica romana, lo vedo nel FAI, lo vedo

mondo delle costruzioni, degli oggetti, dei paesaggi è ciò che può ridare

in voi e in tantissime altre iniziative che si stanno organizzando. Ma le

vita a tante situazioni.

istituzioni non guardano ad esse, anzi spesso le ostacolano. Certo ci sono

Dobbiamo superare l’antica ottica storico-artistica, non certo per

fior di soprintendenti che le sostengono, ma per lo più non accade. Per

eliminarla ma per affiancarle questa ottica diversa, che vede anche le

esempio, io ho scavato 30 anni al Palatino, a Roma, ma mi sono sempre

eccellenze: le eccellenze sono i fulcri dei sistemi, perché è chiaro che

sentito come uno straniero perché ero un professore universitario, non

certe cose emergono rispetto alle altre, ma quella stessa emergenza

appartenevo alla corporazione dei funzionari, eppure ero comunque

tolta dal contesto perderebbe essa stessa la sua brillante meraviglia.

anche un archeologo. Il problema è che queste diverse parti dello Stato,

Immaginate il monte Bianco al di fuori della catena alpina piazzato in una

Soprintendenze e Università, non si parlano: il risultato è, per esempio,

pianura, immaginate tanti bei monumenti completamente isolati con

che i ragazzi fanno tesi di laurea totalmente libresche, invece di usare

una realtà intorno aliena, distrutta o degradata. Il degrado si propaga,

queste forze per catalogare un immenso patrimonio che rimane non

e noi dobbiamo intervenire per fermarlo, dedicandoci a delle porzioni

classificato adeguatamente. E dico di più, si dovrebbero creare quelli che

di società. Voi avete scelto il rione Sanità, altri possono individuare altri

chiamo “policlinici dei beni culturali”, dove il giovane futuro archeologo

luoghi e d’intesa fra le istituzioni formalmente riconosciute (Stato, regioni,

impara a contatto con lo scavo, la ricognizione, il magazzino, lo scavo

comuni, città metropolitane) e qualsivoglia piccola, media, grande

di emergenza, invece questi mondi restano totalmente divisi. Lo Stato

cooperativa o altra istituzione, coralmente, uniti insieme, lavorare. Ma

è burocratico, procede per separazione e, ulteriore aggravante, spesso

unire gli italiani è la cosa più difficile. Ricordo che un giorno la signora

mal vede la società civile quando invece di limitarsi a stare a guardare,

che veniva a fare le pulizie a casa chiese a me e a mia moglie: “Cosa

magari a protestare, vorrebbe agire. Ma se c’è una cosa che turba è il

avete fatto stanotte?”, e noi: “Abbiamo dormito” e lei rispose “Siete

fare, che invece è fondamentale. Quindi, la sfida che tutti noi abbiamo

gli unici!”. Allora le ho detto: “Perché gli altri che hanno fatto, secondo

davanti è grossa, ma è certo che ne vale la pena.


P O L I T I C S / N A P O L I

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i

NINO DANIELE Interview_ Pasquale Raicaldo Photo_ Riccardo Sepe Visconti, Archivio Mann, Web

I

l filosofo “silurato” ha dalla sua la Città. O quanto meno una cospicua fetta dell’intellighenzia partenopea che, dallo scrittore Maurizio De Giovanni ad Aldo Masullo, non ha perso tempo a schierarsi dalla sua parte, a poche ore dal rimpasto di giunta di metà novembre con il quale il sindaco Luigi de Magistris ha, di fatto, rivoluzionato Palazzo San Giacomo. Non perde l’aplomb quasi proverbiale lui, Nino

Daniele, classe 1953, anche oggi che non è più assessore alla Cultura e al Turismo del comune di Napoli. E del resto la Città sembra ancora inghiottirlo e stimolarlo, oggi più di ieri, quasi che nulla sia cambiato. Consigliere comunale a Napoli dal 1977 al 1993, consigliere regionale della Campania dal 1995 al 2005 e vice presidente della Giunta Regionale, dal 2005 al 2010 sindaco di Ercolano: la storia recente è legata al boom culturale della terza Città d’Italia, tra mostre di richiamo internazionale e flussi turistici in crescita quasi esponenziale. Non è bastato, però, perché la politica - parafrasando il celebre adagio - ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E mentre sorseggia il suo caffè mattutino, tra gli irrinunciabili rituali di una quotidianità che resta quasi inalterata, Nino Daniele accetta di parlare di passato e futuro. Suo, ma soprattutto di Napoli. Senza peli sulla lingua, come al solito.


all’abile lungimiranza dei manager, e mi piace citare il ruolo fondamentale di Armando Brunini. Ma va chiarito il rapporto di causa ed effetto: se alcuni dei più grandi vettori internazionali hanno puntato su Napoli, aprendo collegamenti con città europee e proponendo nuove rotte, e non mi riferisco soltanto a Easyjet e Ryanair, vuol dire che è anzitutto cresciuta la domanda. L’offerta ha finito con l’assecondare la riscoperta di Napoli, che oggi è meta privilegiata dei giovani europei ed americani. Non pensa che l’aver trascurato il censimento dei cosiddetti affittacamere da un lato abbia contribuito a creare un fenomeno di sommerso illegale e dall’altro impedisca di fatto una programmazione del fenomeno turistico? Molti bed and breakfast per la verità sono attività regolarmente censite. Certo è che l’offerta di ospitalità arrivata dal basso, qui come altrove, ha profondamente modificato il settore. Oggi il mercato alloggiativo consta di migliaia di stanze a disposizione dei turisti, e si paga la mancanza di normative chiare in merito. I controlli fiscali sono complicati, spesso la Crede veramente che la cultura sia stata un traino essenziale al

tassa di soggiorno non viene versata. Ma noi non abbiamo trascurato

rilancio turistico della città?

il fenomeno, anzi. Ci siamo inventati l’idea del codice identificativo

Lo è stata eccome. E del resto la sua grande forza attrattiva, il suo richiamo

obbligatorio per le strutture destinate all’ospitalità, un’idea diventata

irresistibile sono soprattutto nel patrimonio culturale e storico, nel valore

legge per la quale il comune di Napoli, insieme a una serie di associazioni,

simbolico di una Città che ho più volte definito la più filosofica al mondo,

si è battuto senza indugi. Certo, la misura va resa pienamente operativa,

in ragione del suo passato, ma che si presenta ricchissima e vitale anche

ma direi che la strada intrapresa è quella giusta.

nel suo presente. Napoli oggi mette in campo la sua grande tradizione

Resta comunque il problema dell’identità: il centro storico si

nella musica, nel teatro e nella letteratura. Chi vi approda è pronto a un

impoverisce, perdendo residenti e botteghe storiche e piegandosi

viaggio infinito nella civiltà e nei linguaggi del contemporaneo.

alla logica dell’invasione del turismo di massa.

E cosa è cambiato nell’ultimo decennio?

Ecco, questo è un rischio decisamente preoccupante, legato alle direttive

Fino al 2011-2012 era avvolta da una sensazione di cupo avvilimento. Era

liberiste del nostro Paese. Altrove, e penso a Barcellona, il problema

frustrata e depressa. La sera vigeva il coprifuoco. Il decennio finisce con

- che è una delle conseguenze negative della globalizzazione - viene

il New York Times che definisce Napoli la Città più cool al mondo. Non

affrontato con strategie chiare in grado di scongiurare l’emigrazione dei

vi sembra un percorso eccezionale?

residenti dai centri storici, dove un appartamento che diventa B&B è

Al netto dell’aeroporto che costituisce sicuramente un’opera

naturalmente più redditizio per i titolari.

strutturale determinante per aumentare il flusso dei viaggiatori,

Diciamolo senza giri di parole, nella Giunta de Magistris lei ha

quali altri fattori a suo giudizio hanno determinato il notevolissimo

senza dubbio rappresentato la figura più credibile di raccordo fra

aumento di presenze che si è avuto negli ultimi anni?

il mondo della cultura e quello dell’entourage del Sindaco. Per

Intendiamoci: non è l’aeroporto di Capodichino che attrae i viaggiatori,

rivestire il ruolo di assessore alla cultura occorre quanto meno

ma la Città - con il suo appeal - a farlo. Non voglio con questo minimizzare

averla e non vi è dubbio che questa qualità le appartiene. A parer

il ruolo importante dell’aeroporto, cresciuto anche e soprattutto grazie

nostro per dare concretezza alla politica stessa del Municipio


funzioni, c’è sempre bisogno di una collaborazione tra istituzioni ed enti e di uno staff efficiente. Però

posso

dirmi

soddisfatto,

ancor di più se penso che ho lavorato senza budget. Bisognava fare sistema, a Napoli: non era impossibile, e l’ho dimostrato. E tra le tante cose porto con me quel post di Paolo Giulierini, il direttore del MANN, che mi ha commosso, definendomi il “suo” assessore. Si ha la sensazione che la sua

estromissione

dalla

Giunta sia frutto di un calcolo elettoralistico. In altre parole si è preferito escludere la figura di un tecnico che non e metterlo al passo con la febbrile effervescenza della Città

ha alcun portato elettorale per favorire l’ingresso di una figura

occorrono competenze reali. Mi dica la verità, esistono figure in

politica necessaria a bilanciare gli equilibri traballanti della

Giunta in grado di rivestire questo ruolo con competenza?

Giunta stessa... E’ così?

Io credo che ogni competenza vada messa alla prova dei fatti e ritengo

Sono valutazioni del Sindaco, ed è giusto che abbia deciso lui. Io ho fatto

che vada dato il giusto tempo perché le persone lavorino, prima di

il mio lavoro, apprezzato da tanti e soprattutto dal popolo. Per fortuna

essere giudicate. In generale, rifuggo la logica del giudizio a priori,

avevo realizzato molte cose anche prima di essere nominato assessore, e

come dovrebbe fare chiunque sia intellettualmente onesto. Per quel che

tante ne farò ancora. La mia vita non è quella dell’assessore.

riguarda il mio lavoro, mi riconosco il merito di aver aperto gli spazi della

Tra le motivazioni addotte dal Sindaco rispetto alla riassegnazione

cultura cittadina a tutti: migliaia di giovani si sono prodotti in mostre e

della delega alla cultura, si è sentito un giudizio negativo verso

performance, dando prova della vitalità del nostro territorio. A loro, a

un eccesso di tradizionalismo e la mancanza di apertura al

tutti loro, ho dato una possibilità. Un’azione dal basso che si è associata

mondo dei giovani. Critiche che lei ha tempestivamente rispedito

a quella dall’alto, rappresentata da grandi mostre che a Napoli non si

al mittente. Perché?

vedevano da anni. Naturalmente, non ho fatto nulla da solo: perché tutto

Premesso che si può fare sempre meglio, e mi auguro che si faccia meglio di quanto abbia fatto io, credo che le centinaia di testimonianze di affetto e apprezzamento che mi sono giunte e mi giungono da Scampia e Pianura, San Giovanni e Forcella, e da ogni angolo della città siano una risposta. Sui giovani, ho già detto. Penso di aver svolto un lavoro non semplice in condizioni proibitive, ottenendo dalla Città l’aiuto che avevo chiesto. Sono consapevole delle mie insufficienze, per il resto lascio il giudizio al dibattito pubblico. Napoli per popolazione è la terza città d’Italia ma per cultura è assai probabile che sia fra le prime al mondo. Nel 2020 come pensa che possa dimostrarsi all’altezza di questo “primato”? Molte cose per il 2020 sono già ampiamente programmate. Napoli può dimostrarsi all’altezza del suo primato, come abbiamo dimostrato. La


apprezzano milioni di persone, la strada è tracciata. Senza sottolineare che si tratta pur sempre di cultura popolare, davvero ha ritenuto che la funzione di via Caracciolo dovesse essere quella di ospitare in (molto!) serrata sequenza Bufala Fest, Pizza Fest, Baccalà Re? Non rischia questa di diventare l’identità più evidente di Napoli e a tal proposito non era stata individuata l’area di Fuorigrotta/mostra d’Oltremare per la realizzazione di grandi eventi commerciali? Va fatta una distinzione. In una prima fase, a questo tipi di eventi era importante dare il palcoscenico più importante della città, il Lungomare. E del resto la tradizione è una cosa importante, purché la si declini e la si narri nel modo giusto. Poi la Città va avanti e cresce e magari certe cose vanno riproposte in modo diverso. Quanto alla Mostra d’Oltremare, vanno valutati i problemi di infrastrutture e collegamenti, e a me non piacciono i discorsi sommari. Vede, ora sto lavorando perché la maschera di Pulcinella diventi patrimonio immateriale dell’umanità. Ed è fuori dallo stereotipo che molti tasselli di Napoli acquisiscono una forza antropologica rilevante, condensando storie di grande profondità che sfuggono alla retorica e al qualunquismo. Noi di ICity siamo molto sensibili ai temi legati alla ristorazione. Dunque le chiediamo se crede che l’amministrazione non abbia messo davvero a frutto un riconoscimento di spessore mondiale come quello dell’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’Unesco. Dissento. Quella dell’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’Unesco è stata un’operazione mondiale, alla quale il Comune - che è stato soggetto attivo - ha contribuito con tante altre realtà. Il riconoscimento ha innescato un processo virtuoso di valorizzazione: la pizza è un fatto comunitario, lo street food senza mediazioni, la riscoperta delle nostre radici con rimandi persino al simposio greco. Prima Napoli veniva raccontata in modo unilaterale nei suoi aspetti caratterizzanti,

dimostrata incolta ed insensibile, al punto di accorpare (governo Salvini-Di Maio) la cultura all’agricoltura? Parto dalla fine. L’accorpamento della cultura all’agricoltura è sconclusionato. Quanto al rischio della dissoluzione dei governi di sinistra, c’è e ne ho paura. Perché se la sinistra continuerà a ridursi alla strenua difesa del castelletto del singolo, sarà destinata a perdere: è del resto proprio questa la causa scientifica della sconfitta e della sua dissoluzione, una storia di scissioni e settarismi. Andrebbero invece affrontate sfide nuove, in una nuova causa comune governata dalle idee: è quel che penso, è quel che sosterrò. L’installazione dei 100 lupi di Liu Rowang di piazza Municipio è frutto del suo assessorato. Possiamo leggerlo in filigrana come la metafora del gruppo politico che ha consumato il primo pasto a spese di Nino Daniele? Li hanno definiti i lupi di Nino Daniele e del resto l’arte è sempre una provocazione. Quella metafora ci può stare e - Massimo Troisi docet non posso che accettarla.

da Gomorra alla pizza. Oggi, ed è la novità di questi anni, non la si può più raccontare in modo unilaterale. Perché, per dirla con Pino Daniele, Napoli è mille culure. Lei ha anticipato che nell’immediato futuro pur restando la sua un’anima di sinistra non aderirà né a Dema né al PD ed è appunto alla sua sensibilità ideologica che chiedo quanto il rischio della dissoluzione dei governi di sinistra (mi riferisco non solo a quello centrale ma anche alle difficoltà di quelli regionali e locali) possa riconsegnare le Amministrazioni a quella destra che in Italia si è

In apertura, Nino Daniele a piazza del Plebiscito, a Napoli, fra i lupi di Wolves Incoming, l’installazione dell’artista cinese Liu Ruowang, accanto turisti affollano il centro storico. Pag. accanto, in alto, file al Museo di Capodimonte, al centro la mostra dedicata a Caravaggio, sotto a sin. L’inaugurazione della mostra su Canova al MANN e visitatori in una sala del Museo. Qui, sopra, i festeggiamenti per la proclamazione della pizza patrimonio immateriale dell’Unesco nel 2018 e sotto la hall di ingresso dell’aeroporto internazionale di Capodichino.


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NABI GALLERY: VISIONARIA, DUNQUE PARTENOPEA Interview & Photo_ Riccardo Sepe Visconti

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abi Interior Design è una geniale galleria d’Arte contemporanea che sorge nel cuore di Napoli, catapultata al centro dell’attenzione del dibattito nazionale (e non solo) per la potenza di alcune installazioni dalla indubbia vis polemica. Abbiamo incontrato Biancamaria Santangelo scenografa, esperta di interior design e adesso gallerista che l’ha ideata e fondata insieme ad Anna Palladino.

Per parlare delle opere che hanno spinto anche il mondo della politica a “dire cose”, e dello stimolante periodo che l’arte contemporanea napoletana vive grazie a una ritrovata creatività. Nabi nasce come showroom di arredamento e non come galleria d’arte: cosa ti ha portato ad interessati di arte contemporanea? Da 30 anni mi occupo di progettazione architettonica e interior design, lavorando nell’hospitality e per abitazioni private, mi muovo in vari ambiti e per me non è concepibile progettare uno spazio senza pensare al “luogo dell’arte”. Fotografia, pittura o scultura devono essere presenti: come la letteratura e la scrittura ci arricchiscono e rendono la vita più bella, e mi sono sempre mossa in questo modo, pensando, in ogni progetto, a quale potesse essere lo spazio in cui inserire una scultura o quello destinato ad un quadro. Allontanandomi da Napoli per la mia professione, però, soprattutto nell’ultimo periodo in cui ho lavorato a New York, ho spesso


riscontrato la mancanza qui da noi, di gallerie

sepe. E cosa caratterizza Napoli più del pre-

dove portare i clienti a vedere da vicino le ope-

sepe?!

re. Presentando gli artisti solo attraverso quanto

Nel nome della collettiva Virginem=Partena

c’è di loro in rete o con un portfolio, infatti, di

abbiamo sintetizzato il fatto che si parte sicura-

frequente mi sono sentita dire “è troppo folklo-

mente dal background napoletano degli artisti,

ristico”, “siete ancora troppo legati al Vesuvio, a

per cui Partena (che richiama le origini della città

Pulcinella”. Provinciali, insomma. Questo mi di-

di Napoli, secondo il mito fondata dalla sirena

spiaceva un po’ perché, nonostante sia sempre

Partenope), unito al concetto che si entra in uno

in viaggio, la mia città la vivo, visito gli studi degli

spazio vergine. Gli artisti dovevano avere, quindi,

artisti e quindi mi chiedevo: “Ma perché conti-

una matrice napoletana, ma allo stesso tempo

nuano a vederla così?!”.

dimostriamo come essendo napoletani, quindi

Non è che stai tirando in ballo Lello Esposi-

persone di cultura, ironia e larghe vedute, rie-

to se mi parli di Pulcinella...? Tra l’altro pro-

scono ad andare oltre. Così, Emanuele Scuotto

prio in questi giorni si possono ammirare a

è rappresentato, sì, dai suoi San Gennaro e dalla

Napoli le “Luci d’artista” firmate dall’artista

Bella ‘Mbriana, ma c’è anche il “Crocifisso” (Ndr.

napoletano...

La foto dell’opera apre l’intervista a padre Alex

Sì, è possibile che sia influenzata anche da quel-

Zanotelli) che non è un’icona regionale bensì

lo... Ma per tornare alla scintilla da cui è scatu-

mondiale, nelle sue mani matrice presepiale e

rita la mostra, la svolta c’è stata quando grazie

stile barocco convivono benissimo con simboli

a un cliente, amatore e cultore dell’arte, 4 anni

planetari. Salvatore Scuotto MoraleS, poi, con

fa ho conosciuto Emanuele Scuotto, fratello di

quel suo tratto da vignettista...! Io lo paragono

Salvatore. E’ stata una grande emozione. Da lì è

ai writer, lui fa in scultura quello che il writer fa

nata, infatti, l’idea di provare a presentare una

con i graffiti. Quindi le radici sono quelle della

determinata arte napoletana che condivido e

tradizione presepiale, ma i temi che ha toccato

amo, in modo da sfatare questo mito secondo

con le sue opere vanno oltre...

cui è folkloristica e provinciale. Tuttavia, non mi

Come tanti, sono molto affascinato dalle

sentivo del tutto all’altezza di questa missione,

botteghe dei pastori di San Gregorio Arme-

perché fare la gallerista è un’altra cosa, io sono

no e anche lì trovi molte sculture in forma

scenografa, specializzata in interior design, e mi

di pastore che rappresentano Salvini - fra

avvalgo di architetti per i miei progetti.

l’altro mi è capitato che, quando ho dovuto

Colgo una contraddizione in ciò che dici:

parlare di lui sulla mia rivista, non ho messo

affermi di volerti dissociare dall’arte napo-

la foto di Salvini ma quella del suo pastore

letana legata all’immagine di Pulcinella, e

realizzato da Marco Ferrigno...!

tuttavia l’opera principale esposta “E’ fi-

In verità, mi ha dato fastidio che di tutta la pro-

nita la pacchia” di Salvatore Scuotto (Ndr.

duzione artistica di Salvatore Scuotto MoraleS

Altre foto dell’opera sono nell’intervista a

che esponiamo nella collettiva sia stata estrapo-

Scuotto), di cui si sta parlando tantissimo

lata solo la scultura che raffigura Salvini che spa-

e che ha scatenato anche molte polemiche,

ra ai migranti con un’arma come quelle dei vide-

sicuramente strizza l’occhio all’arte del pre-

ogiochi (“E’ finita la pacchia!”). Con il preciso


intento di creare una polemica. So che Scuotto è

Quella che mi hai raccontato fino ad ora è la

un progetto non riesco a non pensare allo “spa-

già andato oltre e non è felice del fatto che tut-

“parte buona”, e però “l’operazione” costi-

zio dell’arte”: è chiaro che quando do un con-

ta la sua creatività e arte restino impantanate in

tuita dalla mostra Virginem=Partena non

siglio ai clienti potrà essere accettato ma anche

quest’opera, è impegnato a rilasciare interviste

contiene forse anche una dose di cinismo?

respinto, e allora la passione, l’amore che nutro

mentre le sue mani vorrebbero produrre. Altre

E mi spiego meglio: questa galleria ha certo

per il mio lavoro è talmente forte che, a volte,

sue opere presenti qui, che ugualmente espri-

una clientela sofisticata, culturalmente in

rinunciare a delle decisioni per andare incontro

mono questa sua visione fumettistica, di artista

grado di giocare con gli spunti che vengo-

ai gusti di chi mi commissiona un progetto mi fa

metropolitano, non hanno avuto lo stesso im-

no da provocazioni forti e l’installazione “E’

soffrire. Quando vedo lo spazio sulla parete, pri-

patto mediatico. Penso a “Glu glu glu” (Un cen-

finita la pacchia”, con Salvini protagonista,

ma ancora di pensare all’arredo già ho in mente

trotavola a forma di mano che ruota, mostrando

anche grazie alle polemiche sollevate pro-

la fotografia da metterci e come illuminarla. È

il dito medio, atto finale e disperato di riscatto di

prio dal diretto interessato che l’ha definita

il mio modo di essere, per me quelle superfici

quanti muoiono in mare nell’indifferenza di chi

“uno schifo”, vi ha messo al centro dell’at-

sono un copione da interpretare. Se parliamo di

potrebbe salvarli), al “Portapastelli” (La bocca

tenzione mediatica e della critica. Insom-

cinismo, allora metto al primo posto il mio ego

spalancata in modo forzato di un uomo di colore

ma, se la galleria Nabi oggi fosse quotata

di progettista, mi piace che i clienti mi vedano

raccoglie tanti pastelli che mostrano la marca “Io

in Borsa, le azioni sarebbero in forte rialzo!

come una persona che ha una sensibilità artisti-

non sono nero”), penso a “Mamma negra”, che

Le cose andavano già bene, anche se sono arri-

ca, un gusto educato all’arte e quindi in grado di

è poesia pura (Una donna di colore incinta alza

vati a dire che avevamo preso finanziamenti dai

consigliarli. E oggi tutti riconoscono bello questo

una mano supplicando, mentre con l’altra regge

partiti, ma non è assolutamente vero, anzi ci sia-

spazio anche quando è vestito unicamente di

a fatica il suo grembo). Trovo sterile questa po-

mo autofinanziati. Come ho detto, quando creo

arte e di luce. Mio fratello Diego mi ha aiutato

lemica, perché vorrei che si guardasse a MoraleS in modo meno parziale. È una persona che con l’arte fa politica perché parla di temi scottanti? Il problema dell’immigrazione ce l’hanno in tutto il mondo occidentale... Passiamo al terzo artista che espone nella collettiva, Pasquale Manzo. Lui lavora la cartapesta, una tradizione napoletana antichissima se pensi ai carri allegorici realizzati con questo materiale presenti in tutte le feste religiose e di tradizione della regione. E’ vero, anche con Manzo ritorna l’icona di Pulcinella, dilatata però in forme sottilissime e liriche, che guardano anche alla poetica francese, e riescono ad esprimere appieno la napoletanità che ha dentro in un grafismo diverso da quello tradizionale, della maschera goffa, coperta di tanto tessuto. I suoi Pulcinella rappresentano Napoli proprio nel loro essere poeti e figure evanescenti, nel passare dalla risata alla malinconia.


fatto. Io ho scritto un unico post nella mia pagina

esempio, a fare un gemellaggio con i tuoi

Fb sulla questione, ma ho rifiutato alcune intervi-

amici galleristi di New York?

ste perché non sono interessata a parlarne, non

Il mio intento è proprio quello. Devo dire che

era quello il mio obiettivo. Posso dirti che la sera

quando entravo nelle gallerie di SoHo, appena

dell’evento c’erano circa 400 persone, e non per

sentivano che venivo da Napoli impazzivano e

Salvini, ma per gli artisti. Mediamente faccio 3-4

mi parlavano degli artisti partenopei che stavano

eventi all’anno e ciascuno di essi ha una media

cercando di portare a New York, quindi l’inte-

di 300 visitatori a presentazione. L’interesse che

resse c’è, chi ama l’arte e la cultura conosce il

stiamo suscitando a livello nazionale sicuramen-

valore della nostra Città. Il mio intento è senz’al-

te ci fa piacere, sarebbe sciocco non ammetterlo,

tro quello di liberare Napoli da una regionalità

però mi dà fastidio che si parli in maniera volgare

che secondo me non ci appartiene. Proprio per

e sbagliata dell’arte di Scuotto MoraleS.

questo, per la comunicazione ci siamo affidati

La cosa più volgare che è stata detta - inten-

ad un addetto stampa che curerà le pubbliche

dendo questo termine nel senso di “pensie-

relazioni con riviste che hanno un respiro inter-

ro cattivo”? E come vorresti replicare?

nazionale; ugualmente per il web ci siamo affi-

La più sciocca è, sicuramente, che siamo finan-

dati all’agenzia Santangelo Studios che farà un

ziati dai partiti, ma anche che Salvatore con la

lavoro capillare di comunicazione on-line. Con la

sua opera voglia fomentare l’odio (Ndr. Questa

bravura di Salvatore e, credo, anche la mia cer-

affermazione è del ministro dell’Interno Luciana

cherò di utilizzare questa onda d’urto in maniera

Lamorgese), quando invece il suo intento era

propositiva, non impelagandomi in una sterile

realizzando i video e le foto, l’illuminazione è di

proprio l’opposto, ovvero realizzare una scultura

polemica politica, ma facendone un’occasione

Luigi Leonardi, il mio tecnico di fiducia, un gio-

che parlasse della sofferenza dei migranti.

per parlare di arte.

vane imprenditore campano che vive sotto scor-

Salvini, però, non è una persona conosciuta per

ta perché non ha voluto cedere alla camorra e

essere un raffinato intellettuale. Quindi, non

da poco ha vinto il premio Borsellino. Insomma,

puoi aspettarti un giudizio intellettuale da un

non solo gli artisti sono figure di grande presti-

“non intellettuale”, la sua reazione è stata in li-

gio, ma anche tutti i professionisti che mi hanno

nea con la sua persona ed il suo ruolo.

affiancata in questa impresa.

E proprio per questo non ho voluto commen-

E’, invece, molto interessato alla contempo-

tare. Personalmente, non mi interessano le opi-

raneità urbana il quarto artista in esposi-

nioni di Salvini, non è stimolante per quello che

zione, Marcello Silvestre.

intendo realizzare. Voglio piuttosto che si parli

L’ho conosciuto in rete, cercavo un artista che

della cultura napoletana, delle tante cose che i

avesse un carattere molto geometrico, in linea

napoletani hanno ancora da dire.

con il gusto attuale. Le sue opere mi sono pia-

Il lavoro che fai con la tua galleria e con la

ciute subito, gli ho mandato un messaggio su

mostra Virginem=Partena in particolare

Instagram in inglese perché credevo fosse di Ber-

può contribuire a sdoganare Napoli (che

lino ma lui mi ha risposto dicendomi che era di

per me resta una delle città più colte al

Aversa! Essendo un architetto, elabora il bozzet-

mondo) dal suo provincialismo e a portar-

Nabi Interior Design

to in 3D, ma realizza le sculture come si faceva

la alla ribalta internazionale? Riuscirai, ad

via Chiatamone, 5a – Napoli

una volta, con la cera, gli stampi e le fonderie. Anche Marcello nasce col Vesuvio, con Pulcinella, ma qui abbiamo esposto l’opera “Non finito” che fa parte della serie in cui racconta il rapporto indissolubile fra le persone e la città. Arriviamo quindi alle note dolenti, prima fra tutte la popolarità inattesa, dovuta quasi esclusivamente alle rimostranze di Salvini, che è stato per voi un fenomenale sponsor. La polemica a livello di notorietà ha senz’altro giovato, tuttavia (per questo parlo di nota dolente) rischia di avere un effetto fagocitante su tutto il resto... Credo che Salvatore Scuotto abbia saputo gestire bene la situazione. Essendo anche un uomo di grande generosità, in ogni intervista non ha mancato di menzionare gli altri artisti e il vero scopo della mostra. Poteva cavalcare l’onda della notorietà da solo (anche perché lui da solo ne sta pagando le pene) ma non lo ha assolutamente

In apertura, a sin. e in basso opere di Pasquale Manzo, sotto il titolo Biancamaria Santangelo e Anna Palladino. A seguire, in alto “E’ finita la pacchia” di Salvatore Scuotto MoraleS, sotto Vesuvio di Pasquale Manzo e La simbiosi in 3D di Marcello Silvestre; pag. accanto, opere di Emanuele Scuotto, in alto da sin. S. Lucia, Anima del Purgatorio e S. Gennaro. In questa pag. a sin. un’altra opera di Emanuele Scuotto, sotto opere di Marcello Silvestre.


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LA PACCHIA DI SCUOTTO Interview & Photo_ Riccardo Sepe Visconti

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Solo chi (come Matteo Salvini o la ministra Luciana Lamorgese) non conosce lo spirito dell’arte presepiale napoletana può, attraverso una visione di “pre-giudizio etico”, commentare negativamente un’opera che dal presepio, appunto, trae ispirazione. Salvatore Scuotto Morales nasce artisticamente nell’orbita dei maestri presepiali e sviluppa la sua vena creativa facendo leva sulla matrice che l’ha originata, una dimensione interpretativa (che appartiene a tutti i presepi con la raffigurazione dei pastori) che si pone l’obiettivo di ricostruire una scena credibile prescindendo da qualsiasi funzione etica. Il presepio, infatti, è una fotografia artistica tridimensionale, un racconto privo della “conclusione morale”: non intende affatto tirare le somme di una serie di insegnamenti, ma si limita a illustrare una storia. In conclusione (per quanto ci si sforzi di vedere altro) il presepio - esattamente come l’opera incriminata “È finita la pacchia” - non ha alcun valore né morale, né immorale, riuscendo ad essere “al di Sopra” ed “Altro” e mantenendo una sua dimensione “A-Morale”. Chi questo non lo comprende non può capire l’opera di Scuotto…


Partiamo dall’installazione” E’ finita la pacchia”: come ti è venuto

“Bisogna dipingere senza evadere, scolpire o modellare plasticamente

di fare questa pazzia?

un pensiero che sia ferocemente rivolto al pubblico. Un pensiero che

Come puoi immaginare, una scultura non nasce di punto in bianco.

non lo allieti ma che lo accusi, perché stiamo diventando tutti, nemme-

Questa (Ndr. Intitolata “E’ finita la pacchia!”, raffigura Salvini che spara

no lentamente, colpevoli”). In realtà, anche con i miei fratelli, nel nostro

a due migranti africani rappresentati come zombie, morti viventi, con

lavoro artistico sui pastori non ci siamo mai limitati a realizzare il presepe

una grossa arma, in un’ambientazione che richiama i videogiochi) è sta-

tradizionale, che poi non esiste nemmeno a San Gregorio Armeno. Ab-

ta pensata in uno dei periodi più brutti della politica, c’erano queste

biamo, invece, cominciato a studiare daccapo il presepe, provando ad innovarlo. L’anno scorso siamo stati ospiti al 61esimo

persone bloccate sulle navi delle ONG con un caldo infernale, e noi nelle nostre case, con le nostre comodità, soffrivamo per loro, mentre Salvini puntava a fermarli come se fosse il problema cruciale del Paese. Ci si indigna con facilità, ma poi si deve anche agire, e mi sono chiesto come potevo gridare questa indignazione in modo da essere ascoltato. Così ho

Penso sia arrivato il momento di far uscire i quadri dalle cornici e far scendere le sculture dai piedistalli, per dare una mano alla nostra contemporaneità.

Premio Faenza che è il più importante riconoscimento dato alla scultura in ceramica contemporanea, quindi non tradizionale. Ci hanno accolto come i rappresentanti più interessanti di questo tipo di arte, insieme ad altri 54 artisti, che in gran parte già seguivo e ammiravo. La motivazione con cui ci hanno

associato ciò che so fare all’idea di realizzare delle

scelto è che con le nostre creazioni abbiamo operato

opere un po’ più incisive, provocatorie. Come ho

“dal presepe fino alla contemporaneità”, un proget-

scritto tempo fa in un post su Facebook, penso sia arrivato il momento di

to questo, peraltro, che purtroppo qui a Napoli non passa. Gli zombie

far uscire i quadri dalle cornici e far scendere le sculture dai piedistalli, per

(Ndr. Come sono rappresentanti i migranti nell’installazione), i licantropi

dare una mano alla nostra contemporaneità (Ndr. Il post continua così:

vengono visti quasi come un limite, invece altrove hanno capito che l’uso


della tecnica antica calata nel contemporaneo non è un limite, ma una

bino, una tecnica di lavorazione della creta che permette di modellare

cosa che può diventare, in alcuni casi ,intelligente.

forme, anche grandi e complesse, in modo che siano leggere e quindi

Quindi nel realizzare le figure della scultura “E’ finita la pacchia”

ciò che le regge, in questo caso la testa, non si spezzi. Mentre ci lavoravo

ti sei rifatto all’arte tradizionale dei pastori?

e si costruiva man mano non guardavo davvero l’opera, l’ho vista solo

In quell’opera c’è la fusione di antico e contemporaneo. Come ha detto

alla fine e mi ha spaventato, perché mi sono reso conto che forse ci ero

Biancamaria Santangelo, la creatrice della galleria Nabi, è un’immagine

andato pesante, alla fine stavo realizzando la scultura di due bambini

fumettistica, una vignetta, perché Salvini è una vignetta. Io conosco la

morti e questa cosa mi ha scosso emotivamente. E lì la tecnica non è

scultura tradizionale, l’ho anche proposta in altre opere che sono in mos-

ovviamente quella compiacente che si utilizza per realizzare il pastore del

tra. Però l’installazione con Salvini usa un linguaggio attuale fuso con il

presepe. In “Glu Glu Glu” (Ndr. Un centrotavola che ruota, modellato a

concetto del presepe, da cui riprendo alcuni elementi, nella figura dei

forma di mano che mentre affonda fa il gesto del dito medio, atto finale

due zombie, per esempio, nel fatto che Salvini ha gli occhi di vetro. I col-

e disperato di riscatto di quanti muoiono in mare nell’indifferenza di

ori, invece, sono vividi, accesi, non sono quelli patinati dell’arte antica e

chi potrebbe salvarli), per esempio ci sono elementi writer, con questo

quindi c’è questo doppio gioco naturalistico e antibarocco, era necessar-

splash disegnato plasticamente e la citazione voluta dell’opera di Cat-

io fare così perché Salvini non ha niente di barocco, non ha il ‘baffo dec-

telan L.O.V.E. Volevo lanciare dei messaggi provocatori... e alla fine è

orativo’. Questa fusione la considero indovinata, Salvini, quando lo vedi

nato anche il “Portapastelli”.

in foto, non lo immagini in un presepe ma in un contesto più attuale. Il

Parliamone allora del “Portapastelli colorito” che contiene le ma-

registro scelto per quell’opera è stato molto studiato, volevo puntare su

tite “Io non sono nero”: che genesi ha?

un’immagine forte. Così come per “La Sinera”, per la quale ho realizzato

Quando Biancamaria Santangelo mi invitò a partecipare alla mostra nella

una rifinitura dei capelli molto più impressionistica, utilizzando il colom-

sua galleria le dissi - in modo anche scortese - “Non intendo realizzare


un soprammobile!”. In questo periodo storico non me la sento di creare

scultura “Mamma negra” ha lasciato in fb un like o addirittura un com-

opere compiacenti. Questo progetto è solo all’inizio, ci sono altre cose

mento positivo sotto la foto dell’opera in lavorazione. Quindi gli scriverò

che ho già in mente. Comunque, dopo aver fatto un po’ di resistenza,

per ringraziarlo, e poi questo Merluzzo d’oro deve anche darmelo...! La

mio fratello Emanuele mi ha convinto a esporre. Però la parola “sopram-

scultura, che raffigura la donna incinta con la mano alzata (“Mamma

mobile” mi era rimasta in testa... E mi sono detto che alla fine questa

Negra”), è un’opera nata da sola, mentre prendeva forma mi sono risen-

mostra doveva avere un soprammobile, un oggetto d’uso in tema con

tito uno scultore non dico accademico, ma più aderente all’ideale della

le altre sculture che stavo realizzando e ho avuto l’intuizione del por-

scultura visiva, anche novecentesca, se non più antica ancora.

tapastelli, dei colori che si vantano di non essere neri e del nero che deve

Con queste opere che mostrano anche la tua ‘vis politica’ pensi

ingoiarli. Da questa idea è scaturito quest’ultimo pezzo non previsto che

di aver inaugurato una strada che continuerai a percorrere o si

a suo modo è molto forte e ironico, di un’ironia sarcastica, amara, an-

tratta di una fase che consideri chiusa della tua attività di artista,

che la scelta della marca del portapastelli, “Io non sono nero”, è molto

e vuoi dedicarti ad altro?

efficace, immediata, come una sciabolata improvvisa - e la medesima

Adesso ho la piacevole sensazione di avere mezza giornata di pura lib-

ironia si ritrova in “Glu glu glu” e nello stesso “Salvini”. A proposito di

ertà creativa. Prima le mie giornate erano più caotiche, ora insieme ai

quest’opera, Camillo Langone, in un articolo su Il Giornale, mi ha crit-

miei fratelli abbiamo stabilito che la Scarabattola (Ndr. Il laboratorio ar-

icato ‘moderatamente’ e mi ha candidato al premio «Merluzzo d’oro»,

tistico di arte presepiale dei fratelli Salvatore, Emanuele e Raffaele Scuot-

insieme al professore piacentino Giancarlo Talamini Bisi (che aveva mi-

to, in via Tribunali) è un’entità lavorativa piacevole, con una missione

nacciato via social di bocciare i suoi alunni se fossero scesi in piazza con

culturale e non solo commerciale, guidata da tutti e tre insieme, ma

le Sardine, salvo poi doversi scusare pubblicamente). Con Langone ci

dopo le cinque del pomeriggio ognuno è libero di dedicarsi ad altro, ad

stimiamo e di me in questa occasione ha scritto “è un artista, è un bravo

esempio ad una scultura che esula dal bellissimo meccanismo che è la

artista, ma pensavo fosse un pesce rosso, invece si è rivelato un merluz-

Scarabattola. Avendo due personalità molto diverse Emanuele ed io ci

zo, perché l’opera con protagonista Salvini è guerra”. Lui è più per l’arte

siamo separati con amore, e questa è la mostra inaugurale di un nuovo

contemplativa ed è un estimatore del mio lavoro, quando cominciai la

battesimo che va al di là dell’arte dei pastori.


A R T / N A P O L I

i

L’UOVO DI VIRGILIO Text_ Vittorio Del Tufo Photo_ Sergio Siano

V

ittorio Del Tufo giornalista e Sergio Siano fotoreporter, amici e colleghi, grandi amanti e professionisti del racconto, in particolare quello dedicato a Napoli, tornano a far parlare di sé con un nuovo libro realizzato a quattro mani - L’uovo di Virgilio - che vuole condurre il lettore lungo percorsi tanto fascinosi quanto inediti, resi particolarmente interessanti per la capacità che hanno di offrire

una visione altra - eppure riconoscibilissima - della Città.


M Mastroianni e J. Lemmon sul set di Maccheroni

Studio di Lello Esposito

Eugenio Bennato

L. Compagnone

Agostino o’ pazzo e un murales di Banksy

T

empo fa, firmando l’introduzione del

in cui (Trentaremi era uscito da poco, e altri

Erano gli ultimi mesi del 2016, ci mettemmo

mio Trentaremi (pubblicato da Rogiosi e

libri, di entrambi, sarebbero venuti alla luce)

immediatamente al lavoro sulla grafica della

corredato dalle straordinarie fotografie

affrontai Sergio Siano davanti alla stanzetta

pagina per il Mattino - realizzata dalle sapienti

di Sergio Siano), l’antropologo Marino Niola

dove erano rintanati i fotografi ai tempi (mitici)

mani di Riccardo Marassi - e, d’accordo con il

scrisse che Napoli è una città più facile da

di via Chiatamone (quanti ricordi in quella

direttore Alessandro Barbano, e il vicedirettore

riconoscere che da conoscere. Perché per

stanzetta: una vera officina della memoria).

Federico

conoscerla bisogna superare la barriera del

“Socio,

proprio

giornale, affidammo al nostro grande amico

colore e del folklore e penetrare il nucleo

adesso? Inventiamoci una pagina da pubblicare

Lello Esposito l’incarico di disegnare il logo.

incandescente del genius loci. Lì dove risiede

tutte le settimane”. Sergio mi guardò con quei

Lello, il cui atelier sorge nello stesso luogo dove

il mito. Scrisse anche, Niola, che a Napoli il

suoi occhi curiosi e profondi - sono gli stessi

molti secoli fa un principe mago, Raimondo Di

mito non è mai lontano dal reale, ma è il soffio

occhi con i quali io guardo la città - e mi disse:

Sangro, conduceva i suoi misteriosi esperimenti

poetico che lo anima dall’interno, come un

“Quando cominciamo?”. Aveva già in mente la

nel sottosuolo, lo buttò giù in un attimo. Era

battito ancestrale: un respiro lontano e potente.

pagina, già la vedeva.

perfetto.

Questa doppia verità non ha mai smesso di

A vedere, per primo, il titolo della rubrica fu

Napoli

esercitare su di me una fascinazione profonda.

un altro collega a me particolarmente caro,

complessa. E tuttavia è anche una città che

E ha sempre accompagnato il mio lavoro di

Francesco de Core, che dopo aver passato

si presta ad essere rappresentata all’infinito

ricerca dentro i luoghi della memoria e dentro

in rassegna varie proposte sibilò: “L’Uovo di

attraverso

la memoria dei luoghi.

Virgilio, il nome dev’essere questo”. Centrato,

attraverso i suoi simboli, insomma, positivi o

Avevo in testa queste parole anche il giorno

al primo colpo.

negativi che siano. In questo i turisti che (per

vogliamo

mica

fermarci

Monga,

è

una

oggi

numero

città

stereotipi

uno

del

straordinariamente

e

luoghi

comuni:


Il bastone di S. Giuseppe

fortuna) la invadono tutti i giorni dell’anno

che nessuno più si chieda (ammesso che

e consolazione in questo recitarsi: il giorno in

danno involontariamente una mano. Chi

qualcuno se lo sia mai chiesto) come diavolo è

cui deponessero o frantumassero lo specchio

viene a Napoli, almeno una volta nella vita, lo

possibile che il liquido ‘prodigioso’ contenuto

innanzi al quale si mettono a soffrire, non

fa anche per nutrirsi di stereotipi. Che siano

nelle ampolle muti il suo stato solidificandosi

vorrei essere né a Napoli né vivo».

pizza o babà, che siano Gomorra o il miracolo

e sciogliendosi più volte all’anno, da centinaia

Certo, altre città non hanno la stessa potenza

di San Gennaro. Il turista si sente rassicurato

di anni. E poi c’è il pastore-pastore, ovvero il

evocativa di Napoli, non dispongono di

quando trova riscontro, nella sua visita, agli

pastore all’ennesima potenza.

immagini (o stereotipi) in grado di esercitare

stereotipi che aveva immaginato. E ritorna a

Napoli, proprio in quanto luogo più facile da

la stessa forza attrattiva. E forse neanche di

casa soddisfatto, rincuorato dalla conferma dei

riconoscere che da conoscere, è anche una

specchi innanzi ai quali mettersi a soffrire.

luoghi comuni di cui si era (preventivamente)

città che va continuamente in scena, sotto gli

Tuttavia bisognerebbe smetterla di provare

abbeverato.

occhi del mondo. Tutti amano rap-presentarla

compiacimento per questa eterna girandola

È un circuito quasi perverso. Il rischio è che

ed essa stessa ama autorappresentarsi, di

di clichés che rischiano di cristallizzare in

il circo Barnum dei luoghi comuni alimenti

continuo. Giuseppe Marotta, in uno dei

eterno l’immagine della città, trasfigurandola

continuamente se stesso. Ho sempre pensato

racconti che compongono la raccolta L’oro di

in figurine eternamente uguali a se stesse. Il

che a Napoli ogni cosa sia destinata a

Napoli, descriveva così questo corto circuito:

rischio è quello di un pulcinellismo di ritorno

trasformarsi in pastore. C’è il pastore-traffico

«Il dolore dei napoletani di tutti i ceti è

che, banalizzando ogni cosa, minaccia di fare

e il pastore-parcheggiatore abusivo, c’è il

purtroppo autentico, pensai. Essi inventano

piazza pulita di quanti si sforzano (e per fortuna

pastore-Gomorra e il pastore-San Gennaro,

Napoli, si raccontano con qualche enfasi, con

sono tanti, nel mondo dell’arte, del cinema,

che fa il miracolo senza se e senza ma, senza

qualche compiacimento; ma trovano sollievo

della letteratura) di raccontare la città stessa in


modo diverso, restituendole una complessità

cristallizzata nel passato, e una Napoli di oggi:

spazio, ma anche nel tempo, battendo palmo

che non deve spaventarci, perché è la nostra

quelle tracce sono tuttora visibili, riconoscibili,

a palmo il territorio alla ricerca del suo cuore

forza.

calpestabili, spesso a nostra insaputa. Sono

esoterico e misterioso. Ci siamo addentrati nei

È quello che Sergio e io abbiamo provato a

davanti a noi, o sotto i nostri piedi, quando

misteri dell’archeologia, dell’esoterismo, dei

fare, in questi anni, attraverso l’Uovo di Virgilio.

ci incamminiamo per il centro storico e i suoi

culti perduti, dell’arte, della musica. Ci siamo

Una pagina dedicata ai luoghi della memoria

intrichi di vicoli e restiamo smarriti, perché

lasciati sedurre dai segreti del grande Virgilio,

e alla memoria dei luoghi ma, soprattutto, alla

il degrado e l’abbandono ci impediscono di

celebrato dal Medioevo in poi come poeta

straordinaria complessità di Napoli.

vedere oltre. E invece dovremmo chiederci se

dei miracoli; abbiamo cercato il sepolcro di

È un bene prezioso, questa complessità, è la

c’è un oltre, o un disegno, magari nello stesso

Partenope tra le pietre dell’antica Neapolis;

nostra memoria e il nostro futuro: la nostra

atto fondativo della città, che affonda nel mito

abbiamo indagato gli enigmi di un fiume

identità. Napoli è un teatro della memoria viva,

e nella leggenda. Un disegno che continua a

scomparso, il Sebeto, che un tempo scorreva

un labirinto di tracce e di ombre. Non esiste

sfuggirci, che non riusciamo a scorgere.

nel cuore della città; abbiamo esplorato le

una Napoli di ieri, immobile, musealizzata,

In questi anni abbiamo attraversato la città nello

leggende

ambientate

Statua di Giordano Bruno

nei

sotterranei

dei


castelli, i luoghi dove i filosofi maghi tenevano i loro misteriosi raduni, e abbiamo indagato i sotterranei del centro antico, dove il principe di Sansevero metteva a punto le sue strabilianti invenzioni anticipando la scienza di almeno cento anni. Ci siamo tuffati nelle leggende di Posillipo, teatro di grandi e tuttora irrisolti misteri archeologici, con il braccio di mare su cui si affacciava la splendida villa di Vedio Pollione, che fu poi di Augusto e accolse le sue malinconie. E abbiamo scoperto che nei labirinti della città sono tuttora annidate infinite memorie, sopravvissute alle ingiurie del tempo, alle devastazioni della Storia. In questo lungo viaggio abbiamo conosciuto una moltitudine di persone straordinarie: archeologi, architetti, speleologi, studiosi, storici dell’arte, giornalisti, scrittori. Tutti divorati, come noi, dal fuoco sacro della curiosità. Tutto questo, e tanto altro ancora, è stato, per Sergio e per me, l’Uovo di Virgilio. Quelli

Roberto Mussolino (foto degli anni ‘90), madre napoletana e padre soldato USA

che seguono sono solo alcuni estratti delle (tantissime) pagine collezionate in questi anni. Chi ha avuto la pazienza di seguirci ha condiviso, con noi, la stessa attrazione irresistibile per tutto ciò che si muove in profondità, sotto la superficie del quotidiano. Un patrimonio di volti, di voci, di storie, di memorie, di pietre, di ombre, che fa da cemento all’identità collettiva di un popolo, di un territorio, di una città unica al mondo, stratificata come nessun’altra. Un patrimonio senza uguali e una meravigliosa avventura giornalistica. Che oggi vogliamo mettere a disposizione di tutti.

105

I luoghi di Filomena Marturano


P O L I T I C S

i

SARDINE, SARDINE OVUNQUE

106

Texr_ Emma Santo Photo_ Riccardo Sepe Visconti e web

I A

n decine di migliaia, da nord a sud, invadono le piazze per partecipare alla “prima rivoluzione ittica della storia”. Come nasce e dove vuole andare il movimento controcorrente che dice basta alla politica dell’odio.

nticorpi. È così che si definisce il movimento spontaneo delle

tazione che ha coinvolto più di 15mila persone.

“sardine”, nato dall’iniziativa di quattro ragazzi bolognesi, tutti

L’idea è partita da Mattia Santori, 32 anni, laureato in Economia e Dirit-

trentenni, che con un rapido tam-tam su Facebook, il 14 no-

to, ambientalista, impegnato nella ricerca nell’ambito dei mercati ener-

vembre scorso, hanno riempito Piazza Maggiore al grido di “Bologna

getici, che durante una notte insonne ha deciso di non voler essere più

non si Lega”.

spettatore inerte degli avvenimenti ma di fare concretamente qualcosa

La sfida era arrivare a riunire 6mila persone sul “crescentone” (la pavi-

per contrastare la campagna elettorale della Lega nella sua città. Così

mentazione sopraelevata del luogo simbolo della città turrita), con l’obi-

ha pensato di organizzare una protesta insieme ai suoi ex coinquilini:

ettivo di superare le 5mila presenze previste al comizio di Matteo Salvini

Giulia Trappoloni, fisioterapista, 30 anni; Roberto Morotti, ingegnere,

organizzato al PalaDozza, quello stesso giorno, per lanciare la candidata

31 anni; Andrea Garreffa, guida turistica, 30 anni. Amici che nella vita

Lucia Borgonzoni alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, in vista

fanno altro e che non si sono mai occupati direttamente di politica, fino

delle elezioni del 26 gennaio 2020.

a quel 14 novembre.

Ed è accaduto che, con gran sorpresa degli ideatori stessi dell’iniziativa,

Decidono di chiamarsi “sardine”, un nome che rimanda alla volontà

quello che avrebbe dovuto essere un flash-mob senza “nessuna band-

di riempire le piazze e stare tutti stretti come sardine in scatola, uniti

iera, nessun partito e nessun insulto”, annunciato come “la prima rivolu-

e compatti contro la retorica populista, silenziosi come pesci, in netta

zione ittica della storia” si sia trasformato in una vera e propria manifes-

contrapposizione agli urlatori dei comizi politici. Un enorme anticorpo


impegnato a contrastare la cinica ferocia della “Bestia” (la macchina della propaganda salviniana guidata dallo spin doctor del leader della Lega, Luca Morisi), che presto innalza le sue barriere difensive anche in altre piazze d’Italia. Da Modena a Napoli e Sorrento, da Trento in giù, fino a Catania e Cagliari, si è partiti dalle grandi città (la prima fase si è conclusa a Roma il 14 dicembre) per poi mobilitarsi in seguito anche nei centri più piccoli. Un’invasione reale che sembra inarrestabile. Piazze come mari, mari pieni di sardine. Chi partecipa non ha solo 30 o 20 anni, ne ha anche 40, 50, 60 e più. Sono principalmente persone che non si sentono rappresentate dalla politica e soprattutto dalla sinistra attuale, in tutte le sue forme e sigle. Si uniscono alla protesta esibendo la sagoma di una sardina, cartelli, slogan (o, nel caso del presidio a Napoli, esordendo con una grande pernacchia collettiva in omaggio ad Eduardo De Filippo), per gridare che questa o quella città “non si Lega”, per provare ad annegare in un mare di umanità la barbarie generata da rigurgiti fascisti e da un razzismo dilagante nella società civile e nelle istituzioni. Stretti gli uni agli altri, fuori dagli schermi gravidi di leoni da tastiera che si fanno scudo dell’anonimato, dal vivo in carne e ossa, partecipi di una grande festa in nome dei diritti, dell’accoglienza, della solidarietà. In difesa di un’Italia che rischia di diventare più nera della mezzanotte. Chi sono e cosa vogliono le Sardine lo si può leggere sul loro Manifesto pubblicato su Facebook, dal titolo “Benvenuti in mare aperto”, che si conclude con i versi del celebre brano “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla, diventato l’inno principale del movimento che dice basta alla politica dell’odio. “Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita. Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare. Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara. Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare. Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. È stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi. Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età, amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto. Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur

NAPOLI NON SI LEGA!!


sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo

Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non

dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci

avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.

sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie. Non c’è niente

Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo

da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra

nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivider-

onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo.

emo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo


le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti,

fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce.

gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state

E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è

certi che li convinceremo. Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre ac-

profondo il mare”.

que torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo le Sardine, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto. È chiaro che il pensiero dà


P O L I T I C S / N A P O L I

110

i

SALVATE IL SOLDATO VALERIO...! Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti e Web

V

alerio Di Pietro, giovane ma tenace segretario del circolo del PD di Chiaia (sezione altoborghese nella città di Napoli) è uno degli ultimi, convinti attivisti del Partito Democratico disposti ancora a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ascoltarlo, in una conversazione serrata, sulla realtà del PD partenopeo, offre una visione onesta, romantica e al tempo stesso disincantata del grande, grandissimo

lavoro che la Sinistra - in particolare quella napoletana - deve fare se vuole continuare ad avere un peso nello scenario nazionale.

Fammi un brevissimo ritratto di te e di come è iniziato il tuo

nel significato che davo a questo termine quando ho cominciato a fare

impegno in politica.

politica con i Democratici di Sinistra, però sicuramente sono di Sinistra.

Classe 1986, sono ingegnere e un piccolo imprenditore nel settore

Per me essere di Sinistra significa avere un sistema valoriale che si

edilizio, che poi era il lavoro di mio padre e dei suoi fratelli. Questa

fonda sulla tematica dei diritti della Sinistra classica, quindi parliamo di

passione, una mezza “malattia”, per la politica viene da lontano, da

attenzione verso gli emarginati, i più deboli, verso la tematica del lavoro

mio nonno che era sindacalista, poi si è accesa ancora di più quando

dalla parte del lavoratore, e voglio aggiungere anche una propensione

a mio nonno, mentre partecipava ad una delle manifestazioni in piazza

alla difesa dei diritti di omosessuali e transgender.

negli anni di piombo, spararono alla testa. Cosa incredibile, non morì.

La mia sensazione è che chi è di Sinistra tenda a guardare

È rimasto con questo proiettile nel cranio per tanti anni, il suo caso è

soprattutto a questi aspetti (le battaglie per i diritti degli

stato anche oggetto di studio. Sono quelle cose che in qualche modo ti

omosessuali per esempio), che per carità sono sacrosantissimi,

segnano, tutta la mia famiglia, dal mio papà fino agli zii, hanno sempre

mettendo in secondo piano il lavoro, mentre un tempo la Sinistra

fatto politica.

si occupava soprattutto di questa istanza.

Immagino tutti quanti nella stessa area...

Vero, e oggi non se ne occupa più...! Che poi è il motivo per il quale

Tutti nella stessa area, chi un po’ più, chi un po’ meno a Sinistra. Anche

perdiamo elettorato.

mio padre era sindacalista, poi scelse di diventare imprenditore, gli anni

Facendo una constatazione un po’ acida, si potrebbe dire che questa

‘80 sono stati meravigliosi per chi voleva fare impresa. Però questa

sezione della quale sei presidente è un po’ “fighetta”, radical chic,

passione per la politica è rimasta, anche mio fratello Marco, che aveva

nella peggiore accezione del termine, è anche normale visto che

un rapporto di scontro e allo stesso tempo di ammirazione con nostro

ci troviamo alla Riviera di Chiaia, nella parte ‘buona’ e bella di

padre, è stato un attivista, segretario di quartiere dei DS.

Napoli. Ma c’è tutta un’altra parte che è molto diversa. Secondo

Mi racconti cosa vuol dire essere di Sinistra, oggi?

te, questa città che sentimento politico esprime, tenendo conto

E’ molto complicato rispondere. Io mi sento di centrosinistra, non però

che in passato Napoli ha avuto diversi rappresentanti di Sinistra,


mentre adesso si teme che possa votare massicciamente a Destra? Non mi convince quello che dici. Napoli è una città profondamente di Sinistra, ma nel senso ampio del termine, non di schieramento politico, quanto piuttosto nel suo sentire e nel suo vivere quotidiano.

Napoli

è

anche

una città crudele, fatta di cose bellissime e bruttissime, con il bellissimo e bruttissimo che si trovano assieme negli stessi posti e nelle stesse persone, e anche

L. De Magistris e V. De Luca

questo si trasferisce alcune volte nella ferocia del giudizio sulle persone e dell’attività politica e può condurre a scelte estreme. Io credo

radicali della Sinistra, e non sono convinto che possa essere fagocitato da

che quello che sta succedendo nel Mezzogiorno, il voto plebiscitario al

un movimento spontaneo. Il Partito Democratico in questo movimento

M5S, sia il più grande sfogo frutto della frustrazione ancora democratico

c’è.

possibile. Il pericolo vero è che si possa andare ben oltre questo sfogo.

Beh, però non è stato invitato, nel senso che hanno dichiarato

In questo momento va di moda parlare di Sardine. Tu ti senti

apertamente di non volere bandiere...

Sardina?

Come è giusto che sia dato che si tratta di un movimento: in molti casi

Se Sardina è il termine con il quale si intende essere contro la Lega e

bisogna superare lo schema dei partiti politici.

l’impostazione salviniana, contro la violenza verbale e nelle azioni, da

Sei andato alla manifestazione napoletana delle Sardine?

questo punto di vista sicuramente mi sento Sardina.

Sì, perché secondo me ci sono momenti in cui i partiti devono essere

Non pensi che le Sardine se avranno successo possano rappresentare

semplicemente lì ad ascoltare, non necessariamente a rivendicare. Oggi

il de profundis di politici come Zingaretti e, quindi, guardando a chi

al PD, ma non solo a noi, a tutti i partiti manca molto l’ascolto, tanta

si impegna localmente anche di figure come la tua? Sono convinto,

umiltà e anche la voglia di faticare. Probabilmente la Lega è quella che

infatti, che la prima vittima delle Sardine non sarà la Lega, che

fa meglio queste tre cose.

da antagonista potrebbe addirittura uscire rafforzata da questo

Tu come dirigente di sezione “fighetta” hai queste tre qualità?

confronto, ma che Mattia Santori e i suoi amici possano finire per

Come segretario di circolo ho fatto e faccio tutte e tre queste cose,

fagocitare quella che apparentemente è la parte più vicina a loro,

tenendo aperta una struttura nella quale non mi limito a reggere le redini

ma che è anche la più fragile, ovvero il PD...

della sezione ma provo a mantenerla costantemente in connessione con

Non credo sia così. Il PD a livello nazionale ha scelto di recuperare valori

le associazioni. In realtà è l’idea che aveva Veltroni quando fondò il PD. In particolar modo a Napoli, però, c’è un’anomalia: in primo luogo Valerio Di Pietro

abbiamo un vuoto generazionale e

una

lacuna

a

livello

amministrativo, e questo spazio è stato occupato da De Magistris, e in secondo luogo non abbiamo un “livello provinciale” che svolga realmente il suo ruolo. In questi anni ho capito che la voglia di partecipazione al Partito non era più quella di un tempo, quando il circolo raccoglieva le istanze, risolveva i problemi di quartiere; siamo diventati piuttosto, anche per la presenza di professori universitari e di un certo tipo di persone, elemento catalizzatore di proposte, ma raccogliere proposte e concertare insieme ai consiglieri azioni

politiche

amministrative

in realtà spetterebbe al livello superiore. Quindi in questa sezione vi


proiezioni si su

alzava

diverse, e

qualcun

ognuno

diceva altro.

qualcosa Non

che

oggi sia molto diverso, ma la frammentazione e le scissioni che ci sono state hanno portato a far parlare qualche persona in meno sui quotidiani. Però nella base, nell’elettorato non c’è mai stata riluttanza forte nei confronti di De Luca. C’è stata invece in alcuni dirigenti che immaginavano che si sarebbe impadronito del partito e avrebbe lasciato poco spazio alla città di Napoli. Facciamo un passo indietro, L. Zingaretti

a quando hai detto che stavi pensando di lasciare...

V. Valente

Sì, ho pensato di lasciare fino a un mese fa, perché non vedevo più prospettive nel partito e neanche la volontà di riprendere a fare politica in modo sano, bello, entusiasmante. Cosa non ti piace del PD e, nello specifico, del PD napoletano? Del PD napoletano non mi piace il fatto che ormai sia tutto balcanizzato. È una guerra tra bande e non vengono premiati né il talento politico puro (secondo me ce ne sono pochi di talenti politici, o forse non ce ne sono affatto come quelli di una volta), né la voglia di fare una politica di visione e di aggregare. Oggi Napoli è un coacervo di potentati e portatori di voti. Pochissimi riescono ad essere eletti e ad avere effettivamente anche un’idea degli obiettivi che il partito deve porsi, a fare una proposta politica. Basta guardare gli elenchi di eletti per capire di cosa sto parlando.

siete trasformati in una sorta di think tank... Di fatto sì, ci abbiamo provato. Quanto ascoltati, poi, a livelli di dirigenza napoletana? Per niente! Premesso che ho la tessera del PD e ne faccio convintamente parte, trovo che il PD napoletano sia estremamente corrotto. Napoli politicamente è la fogna d’Italia. È così, i bravi e capaci nel partito scappano... Che fare, allora? C’è stata una fase lunga, negli ultimi 7/8 mesi, in cui anche io stavo riflettendo sulla possibilità di lasciare. Avevamo provato a prendere delle iniziative, invitando anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca, perché ci sono delle personalità che vogliono interloquire con lui. De Luca ha stabilito una data ma alla fine non si è presentato. Quella è stata una delle grandi delusioni recenti per me. La delusione di non riuscire a svolgere il ruolo di cerniera, volevamo proporgli delle attività concrete. Sono convinto che non sia venuto perché inizialmente aveva immaginato di poter ricreare un rapporto diretto con i circoli, scardinando e smontando le aree, le correnti, le appartenenze, semplicemente venendo nei circoli. Poi ha capito che la realtà di Napoli è molto più complicata rispetto a quella di Salerno. Quindi, dopo aver tenuto il primo incontro a Chiaiano, ed è stata una passerella e non un momento di ascolto vero, deve essersi reso conto che non stava raggiungendo gli scopi che si era prefisso. Nel PD c’è una ‘condiscendenza riluttante’ nei confronti di De Luca, se pensi che Rosi Bindi due giorni prima delle elezioni (Ndr. Le ultime regionali) lo definì “impresentabile”! Quello fu l’approccio, molto cocciuto e poco lungimirante, di una che era contro De Luca. Era la fase in cui ogni giorno i giornali pubblicavano

Oggi a Napoli una persona che ha idee meravigliose ma non ha voti, o non li ha portati ad un candidato, non ha valore. E questo è sbagliato. Se ci fossero state delle dirigenze degne di questo nome, che avessero fatto un lavoro di scouting, ascolto e reclutamento, o almeno fossero andati a rappresentare qualcuno e qualcosa...! Anche la comunicazione è carente, ci riuniamo, ma a parte gli iscritti chi viene a saperlo?! È tutto un po’ autoreferenziale, la verità è che abbiamo delle difficoltà. Se vogliamo utilizzare gli strumenti di un tempo, ovvero parlare con le persone, lo facciamo in modo sbagliato. Se ci aspettiamo che la gente venga da noi, siamo fuori dal mondo: siamo noi a dover andare dalla gente. E torniamo al problema che non rappresentiamo più il mondo del lavoro. Oggi se vai nei campi dove raccolgono i pomodori, i ragazzi di colore che ci lavorano scelgono uno come loro che li rappresenti, perché noi là non ci siamo più, non parliamo più con loro. E non ci andiamo perché è faticoso, e la gente non vuole più faticare. Attenzione, non intendo dire che voglio rappresentare io il mondo degli agricoltori, perché so che farei ridere i polli. Come ci vado lì con la camicetta e le mie scarpette da 100 euro?! È anche il linguaggio, come ti poni, il tuo vissuto che ti permette di rappresentare un determinato gruppo di persone, non puoi rappresentare tutti. Quanti ce ne sono, come te, che cercano di operare sul territorio? Fammi due, tre nomi... Al quartiere San Ferdinando c’è Luisa Menniti, che ha un circolo molto simile a quello di Chiaia ma con un’età degli iscritti più avanzata, e continua a fare attività come noi, magari un po’ più seminariale rispetto alla nostra. A San Giovanni a Teduccio stanno provando a lavorare sul territorio, però essendo un circolo di frontiera, hanno un ruolo ben diverso da quello che abbiamo Luisa ed io, secondo me dovrebbero operare un po’ più a stretto contatto con i lavoratori.


Alle ultime elezioni comunali, sostenevi Valeria Valente come

L’unica cosa che gli si riconosce è, però, il reddito di cittadinanza,

candidata sindaco e ti sei candidato tu stesso. Ma ho avuto la

perché la posizione ambientalista ce l’ha solo sulla carta...

sensazione che lo facessi per spirito di servizio, per obbedienza.

Sono d’accordo con te... Se però vai dalla gente e chiedi: cosa pensa

Penso che Valeria fosse la candidata sbagliata perché in quella fase

Salvini? Cosa pensa il Movimento 5 Stelle? Cosa pensa il PD? Sui primi

serviva una figura molto forte. Le persone che oggi muovono sentimenti

due qualcosa te la dicono, mentre non sanno cosa pensa il PD. Oggi si dà

nel centrosinistra a Napoli sono poche, due o tre, e all’epoca mi pare che

più peso a quello che dici piuttosto che a quello che fai. Paradossalmente,

non avessero accettato di candidarsi, parlo di Raffaele Cantone e Paolo

possono anche dire “daremo 1500 euro ad ogni persona disoccupata”,

Siani... Non mi piace definire la mia ‘obbedienza’, piuttosto ho sempre

alla fine ne danno solo 100, ma passa comunque che ne hanno dati

rispettato il partito. Si tratta di disciplina di partito, che ho ancora. Per

1500.

cui: Renzi vince le primarie? Renzi è il segretario. Le vince la Valente? La

Come pensi che andrà il prossimo importante appuntamento con

Valente va sostenuta. Maturavo già da tanto tempo l’idea di candidarmi

il voto, le Regionali del 2020?

al Comune, e lì ovviamente subentra la grammatica e la routine della

Penso che le elezioni potrebbero risollevarci il morale, se vanno bene.

politica, devi dimostrare che sei un candidato forte all’interno del

Come potranno andar bene se la ricandidatura di De Luca è ancora

partito, che riesci a portare la gente sul palco con te, che sia il deputato,

in forse?

il candidato a sindaco, le persone che ti sostengono. Ho un bel rapporto

Credo che De Luca abbia due nemici, il primo è Zingaretti, il secondo

con Valeria Valente, una persona che stimo molto per la capacità che ha

è De Luca stesso. A livello nazionale è stato molto in difficoltà

di impegnarsi, di approfondire i problemi, di mandare avanti il partito,

sull’impostazione data alle regionali in Umbria, se avessimo vinto con

è sempre molto coerente e in quel frangente, secondo me, ha pagato

la coalizione del M5S e il candidato civico, per lui sarebbe stato un

anche il fatto di voler replicare su scala napoletana degli equilibri che non

problema. ‘Fortunatamente’ per De Luca, quella impostazione non ha

erano napoletani. Scelse, infatti, di allearsi con “Ala”, la tanto discussa e

vinto. Oggi tutto sta nel come riesce a capitalizzare il suo contributo sia

vituperata lista fondata da Verdini, facendoci probabilmente perdere dei

in termini comunicativi che elettorali, perché alla fine in Campania dà

punti in termini elettorali.

posti di lavoro, la Regione fa bandi come non accadeva da tantissimo

Qui emerge la tua anima di centro...

tempo... Non la vedo così nera, dal punto di vista della possibilità di una

Io sono fra quelli che quando si è stretto l’accordo con il centrodestra,

sua ricandidatura.

hanno occupato la federazione di Napoli. Dopodiché, la scelta di fare

Lavorare bene oggi come oggi è del tutto marginale, ininfluente,

quel patto di governo posso criticarla quanto voglio, però l’accetto,

Fassino, per esempio, è stato un eccellente sindaco a Torino e

posso pensare che qualcuno ha una visione più lungimirante di me e mi

questo non gli ha impedito di essere sconfitto dalla Appendino.

adeguo. Alla fine, però, i fatti mi hanno dato ragione...

Ora è richiesto appeal, riuscire a far ribollire il sangue nelle vene

A proposito di coalizione, pensi che possano convivere PD e 5

della gente. Ho la sensazione che in questa fase fare politica si

Stelle?

traduca in non avere nessun tipo di strategia, solo tattica, nessun

Questo è un tema che mi ha proprio distrutto. Molti dei miei amici che

intervento sul lungo periodo ma solo nell’immediato, quindi

hanno sempre votato centrosinistra e PD, adesso votano M5S, il mio

risposte contingenti ai problemi senza pianificare cosa accade

migliore amico (col quale due elezioni amministrative fa come Giovani

dopo. E ho la sensazione che anche Napoli stia andando in questa

Democratici mi candidai al comune di Napoli col PD), si è allontanato dal

direzione.

partito e vota M5S. Il Movimento ha delle tematiche forti che sono di

Nel PD fino ad ora non si è lavorato nemmeno alla giornata...!

centrosinistra, come la posizione ambientalista....


L I F E / N A P O L I

i

LA SCUOLA CHE AIUTA A GUARIRE Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti

G

arantire un legame con il mondo di fuori, con la normalità

nella vita futura, è la certezza che la malattia sia solo un momento di

a bambini e ragazzi che vedono la loro quotidianità di vita

passaggio”. Così la madre di un paziente racconta il ruolo positivo che ha

interrotta da una grave malattia o da un incidente che li

giocato poter continuare a studiare anche durante i mesi trascorsi nella

immobilizza a lungo e, al tempo stesso, far proseguire la loro formazione

camera sterile dopo il trapianto salvavita. Infatti, il valore di un progetto

è la missione della Scuola in ospedale. In concreto, in un certo numero di

di questo tipo è plurimo: “la scuola in ospedale viene considerata parte

ospedali in tutta Italia sono attivate sezioni di corsi di studio che vanno

della terapia che i giovani malati ricevono” ci spiega Vincenzo Varriale,

dalla primaria al superiore ed i professori fanno lezione dentro i luoghi in

a capo del 17esimo circolo didattico di Napoli, Andrea Angiulli, sia

cui i giovanissimi vengono curati, in particolare nelle strutture con reparti

scuola primaria e dell’infanzia all’interno del quartiere Sanità (di cui ci

specialistici di oncoematologia. Quando poi la terapia diventa domiciliare (anche se le direttive più recenti consentono di attivare la scuola a casa anche se non c’è stata ospedalizzazione), i docenti si recano direttamente a casa degli alunni. “Per mio figlio quei sei mesi di reclusione, lontano dal mondo, furono più lievi grazie a questo filo con la scuola che non si spezzò. Era semplicemente felice quando vedeva arrivare l’insegnante,

il

fardello

della

malattia spariva d’incanto. Con l’insegnante è come se in camera fosse entrato il mondo. Lo studio è la preparazione per l’inserimento


occupiamo anche in un altro focus in questo numero del magazine) che polo regionale per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare. “I piccoli vivono un senso di straniamento dalla realtà, loro e le famiglie vengono catapultati nell’angoscia provocata da una diagnosi di malattia seria, in un mondo estraneo qual è quello dell’ospedale. Ed è importante in un cammino che ha come scopo ultimo la guarigione e il ritorno alla vita ma che, va detto, è molto spesso lungo e arduo, avere fra le figure di riferimento, oltre a medici e personale infermieristico, anche i docenti che rappresentano un tangibile aggancio con la normalità”. Anzi l’obiettivo è dare corpo a un’alleanza fra sanitari, docenti e famiglia per alleviare sul piano psicologico e formativo il trauma prodotto dalla malattia. Insomma, continuare a studiare diventa a tutti gli effetti una parte della terapia. “Tutto ciò per me è stato fondamentale, ha svolto un ruolo di garanzia. Potevo aggrapparmi a questa certezza nella mia vita in un momento difficile. Il mio messaggio è quello di continuare a studiare in qualunque situazione ci si trovi, puntare l’attenzione sull’istruzione aiuta a non pensare sempre alla malattia, aiuta a crescere, ad avere più sicurezza in se stessi, a sentirsi al passo con gli altri”: le illuminanti parole di Veronica, una adolescente che ha potuto fruire della scuola in ospedale nel reparto di oncoematologia pediatrica a Lecce, raccontano con efficacia il supporto psicologico, e non solo, che le ha dato continuare ad essere una studentessa (le testimonianze che riportiamo sono raccolte nell’interessante portale del Ministero dell’istruzione scuolainospedale.miur.gov.it). “Questi professori ‘speciali’ che hanno il compito di entrare in empatia con gli allievi, anche discostandosi dai metodi tradizionali di insegnamento, realizzando una didattica breve ed adeguata al contesto ed alle condizioni nelle quali si realizza, che devono creare un ponte con i genitori che assistono il proprio figlio, stringere un rapporto con i medici - prosegue il preside Varriale - sono presenti in ciascuna delle 18 regioni italiane. In ogni Regione c’è anche una scuola, in Campania la Angiulli che dirigo appunto, che ha il compito di coordinare i bisogni di istruzione dei ragazzi ammalati e di attivare, quindi, i necessari passaggi affinché gli allievi possano essere seguiti in ospedale e/o a casa. Inoltre, se i piccoli malati vanno a curarsi lontano, creiamo il contatto con la scuola polo della regione in cui si trova la struttura specialistica prescelta e, ancora, facciamo in modo che ci sia comunicazione fra l’insegnante della sezione ospedaliera e quelli di classe dell’alunno. Sempre più, infatti, si punta a rafforzare la qualità del servizio creando una forte sinergia fra contesto di origine, scuola di appartenenza e scuola in ospedale”. In Campania, nell’ultimo anno, ci sono stati 6000 interventi fra le sezioni ospedaliere che sono 21, con 75 docenti di ruolo e gli

interventi di istruzione domiciliare. A livello nazionale, invece, nelle 200 sezioni ospedaliere in cui operano 700 professori sono stati raggiunti dal servizio oltre 61mila allievi (per il 40% bambini della primaria), cui si aggiungono i 1400 dell’istruzione domiciliare. Purtroppo il numero dei pazienti è in costante crescita, anche a causa delle patologie oncoematologiche legate all’inquinamento ambientale. “Sarebbe utile - conclude Varriale - riuscire ad avere un numero maggiore di docenti: noi adeguiamo il modello organizzativo della “scuola fuori la scuola” alle evoluzioni anche dei metodi di cura e poiché i ricoveri in ospedale divengono sempre più brevi cresce la domanda di istruzione domiciliare. Un limite che individuo nel sistema, e che va assolutamente superato, è il fatto che non sia attiva una selezione e formazione specifica per chi va a insegnare a bambini anche gravemente malati. Ma insieme ai miei colleghi in tutto il Paese lavoriamo molto per riuscire a ottenere un risultato sempre più omogeneo, abbattendo la distinzione fra le realtà virtuose e quelle che hanno ancora della strada da fare”.

115

In queste pagine, spazi ospedalieri allestiti espressamente per i bambini all’interno di ospedali pediatrici napoletani e l’ingresso del pronto soccorso del Santobono, il più grande ospedale pediatrico del Sud Italia. In apertura, i partecipanti al seminario regionale di aggiornamento per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, tenutosi lo scorso autunno nella basilica di S. Gennaro Extra Moenia alla Sanità, al centro il preside Vincenzo Varriale.


P O L I T I C S / C A M P I

F L E G R E I

i

IL SINDACO CHE VORREI Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti, Enzo Buono

G

iosi Gerardo Della Ragione è stato eletto primo cittadino di Bacoli nel giugno 2019 con il 64% delle preferenze: andando a governare una comunità di poco più di 26mila abitanti e un territorio per lungo tempo in preda all’anarchia, fra tasse non pagate e servizi non erogati, in un circolo vizioso che questo sindaco di 32 anni con piglio che definire battagliero è poco, vuole interrompe-

re a ogni costo, con tutti gli strumenti che ha (molto social, egli posta quotidianamente gli interventi che si stanno facendo e che toccano ogni ambito della vita della città). Perché Bacoli custodisce luoghi di grande bellezza, due laghi, spiagge, siti archeologici e monumentali di grande rilievo (da Cuma, antichissima colonia greca alla città romana di Baia, sommersa ed emersa, dalla casina vanvitelliana sul Fusaro alla piscina Mirabilis, dal museo archeologico dei Campi Flegrei, un vero gioiello semisconosciuto, agli arenili di Miliscola). Eppure, nulla di tutto ciò finora è stato trasformato in “petrolio”, in risorsa che generi lavoro e quindi ricchezza. Naturalmente, facendone un attrattore turistico: ed è questo l’obiettivo ultimo, ambizioso, frutto di una visione che ha bisogno di creare un sistema per essere realizzata, di Giosi Gerardo Della Ragione. Un percorso arduo, pieno di salite impegnative, eppure è l’unico praticabile.

L’incessante attività che ha caratterizzato

dicevano “Forse era meglio rimanere lì...”.

4 anni fa sono stato eletto sindaco per la prima

fin dal primo momento la sua sindacatura

Sulla scorta di queste continue considerazioni

volta, sempre con liste civiche. L’idea che ci

rende chiaro che lei ha un progetto di

negative, mi sono interrogato da ragazzo se

muove è di rendere Bacoli una città a vocazione

ampio respiro sul futuro della città che

restare o andare via, come del resto tanti hanno

turistica. Tanti giovani si interrogano se restare

amministra.

fatto (più dell’80% della mia classe del liceo

e l’unica strada che abbiamo per far sì che

Sono nato qui e la mia famiglia è bacolese da

ha lasciato Bacoli). Per quanto mi riguarda, ho

trovino qui un lavoro credo sia la valorizzazione

generazioni. Quando ero piccolissimo, però, i

deciso di rimanere, non per lamentarmi ma per

turistica del territorio: non ce n’è un’altra!

miei si trasferirono a Torvajanica, vicino Roma,

cambiare il corso delle cose. La mia battaglia

Politicamente, in quale direzione guarda?

per lavoro; poi siamo tornati e sono cresciuto

dura ormai da 10 anni, da quando fui eletto in

A sinistra, ma attualmente non c’è una casa

sentendo le riflessioni dei miei genitori che

consiglio comunale la prima volta a 22, mentre

che possa ospitare persone come me, credo


che molte donne e uomini di sinistra stiano nel pd perché resta l’unico argine verso una destra che non è sociale, ma piuttosto populista, direi fascista da tanti punti di vista. Ma è necessario creare una casa della sinistra accogliente, Zingaretti questo spirito lo ha ma finora non mi pare che lo abbia applicato e, dove lo ha fatto, è stato realizzato male. Sui territori come il nostro le liste civiche hanno la loro ragion d’essere, non a caso un movimento come Free Bacoli da 3 elezioni consecutive è la lista più votata. Abbiamo battuto Forza Italia, PD, 5 Stelle, Lega, tutti! Torniamo all’obiettivo ultimo del suo lavoro: non può nascondersi che finora, nonostante la ricchezza del patrimonio archeologico, culturale, ambientale questa zona, come del resto tutti i Campi Flegrei, non è mai riuscita a diventare una realtà turistica di peso. Fino agli anni ‘80 la gente era impiegata nell’industria, negli stabilimenti delle aree limitrofe di Pozzuoli e Bagnoli e qui a Bacoli nella Selenia (specializzata in

alcune figure e realtà positive che emergono,

60 B&B (Ndr. con una media di 6 posti letto

radaristica) che negli anni d’oro ha avuto anche

l’associazionismo è diventato più consapevole

ciascuno, sono circa 300 posti letto) sconosciuti

2500 dipendenti di cui 1600 bacolesi (oggi

dei propri strumenti, perché si è stancato

al Comune. Nascono come funghi, ma è anche

ne ha 330), e poi c’erano i cantieri navali che

di fare mero volontariato e punta anche a

facile rilevare l’abuso perché sono iscritti ai siti

occupavano centinaia di persone - mentre

guadagnare e questo è fondamentale, sennò

di affitti per le vacanze. E non pagano nessun

adesso sono quasi tutti chiusi. Tutto ciò ha

non si crea quel circuito virtuoso di cui abbiamo

tipo di contributo.

generato una classe operaia che però è sempre

bisogno. Sono molto interessato a come si

Avete la tassa di soggiorno?

rimasta non organizzata; senza dimenticare

svilupperà il bando per la gestione del Serapeo

C’è un regolamento non applicato. E lo

il Municipio che aveva 500 dipendenti. A suo

(a Pozzuoli) e della nostra piscina mirabilis (lo

abbiamo scoperto perché uno dei pochi B&B

tempo, a partire da 20-25 anni fa, quando la

scorso anno ha avuto 18mila visitatori che

legali voleva pagarla ma non è stato possibile

crisi di questi settori dell’occupazione è iniziata,

possono entrare grazie alla presenza di una

appunto perché non era in atto, comunque

non si è saputo cambiare, invece di pensare a

persona incaricata; con una gestione seria,

partiremo dal prossimo anno. Ed è allucinante

riconvertire, si è solo succhiato il più possibile

programmata potremmo averne molte di più);

che in un Comune in dissesto che punta sul

da un sistema che era finito, l’area cantieristica

il Comune da parte sua produrrà un bando

turismo non si introitino questi soldi.

andava convertita in alberghiera 15 anni fa e

per la gestione del parco Vanvitelliano, che

Attraverso quali passaggi vuole arrivare

nulla si è fatto (lo stesso discorso è valido per il

comprende la Casina Vanvitelliana e l’edificio

a fare di Bacoli una meta di vacanza -

lungomare di Pozzuoli e Bagnoli). La situazione

storico detto l’Ostrichina. Oggi abbiamo solo

dandosi direi almeno 10 anni di tempo.

del treno della Cumana è emblematica di come

un turismo balneare che poco o nulla lascia sul

La nostra si caratterizza per essere una realtà

si è ragionato finora: pensi che è ancora attiva

territorio il quale, di conseguenza, lo rifiuta.

urbana che comprende più situazioni con

la stazione Cantieri e i treni si fermano, quando

Se riusciamo a far crescere

i cantieri navali non ci sono più, mentre ancora

il

non si è aperta la stazione Baia fondamentale

della

per pensare di portare turisti qui! Siamo al

turisti da una giornata si

centro di un circuito forte che comprende

adegueranno,

le isole, la Costiera, Pompei: ma è vero che i

un maggiore rispetto dei

turisti girano attorno a noi, ci sfiorano ma ai

luoghi, potranno scoprire,

Campi Flegrei non si fermano e, considerando

se noi riusciamo a creare

che abbiamo 14 siti archeologici, 2 laghi,

le condizioni perché ciò

affacciamo per tre quarti sul mare, è nostro

accada, che Bacoli non è

preciso dovere operare con ogni mezzo per

solo la spiaggia.

invertire l’attuale situazione e trasformare la

Quanti alberghi ci sono?

bellezza in ricchezza, cioè in occupazione.

Non arriviamo a 150 posti letto.

Abbiamo il museo archeologico del castello

L’Amministrazione deve contemporaneamente

Prossimi allo zero...

di Baia, che il presidente Napolitano nel 2008

gestire seri problemi finanziari.

Sì, è così!

definì il museo più bello d’Italia, e ancora Cuma,

Bacoli è un comune in dissesto, ma ciò non

E quanti B&B?

Miseno, dove soggiornava la flotta imperiale

significa che non si possa iniziare a lavorare per

Legali pochissimi; se guardiamo al sommerso,

romana. Ciò che, a mio parere, ci distingue da

diventare una stazione turistica. Ci sono, infatti,

di recente siamo stati informati che ci sono 50-

un sito come Pompei, è che lì si arriva, si entra,

livello

complessivo

città,

anche

i

avranno

caratteristiche

A partire da 20-25 anni fa, quando la crisi dell’industria è iniziata, invece di pensare a riconvertire, si è succhiato il più possibile da un sistema che era finito, l’area cantieristica andava convertita in alberghiera e nulla si è fatto.

proprie

al suo interno: Baia è la città

antica

sommersa

più estesa al mondo, Alberto Angela ci fa due documentari che

hanno

spettatori,

all’anno milioni che

di

però

quando vogliono venire a

vederla

da

vicino

hanno difficoltà anche ad arrivare fino a Bacoli.


si visita l’area degli scavi e si va via; qui, invece,

di imprese che si dedicano all’organizzazione

Quali sono i suoi rapporti con Roberto

per andare in tanti siti archeologici differenti

di eventi, si potrebbe creare un brand Bacoli

Laringe, presidente di Federalberghi e

necessariamente si interagisce con il territorio,

Wedding, posto che il territorio è in grado di

patron dello stellato Caracol?

con la città di Bacoli e, quindi, con negozi,

coprire le esigenze di chi si sposa a partire dalla

Ottimi.

attività e servizi che offre.

location per la cerimonia (la Casina Vanvitelliana)

Che rapporti ha con il presidente della

Ma avete una obiettiva difficoltà logistica

fino a quelle per le fotografie e per il rinfresco.

Regione De Luca? Il suo progetto di fare di

data dalle dimensioni limitate delle vie di

Facendo così conoscere a

accesso.

tante persone le possibilità

E’ vero, l’accessibilità dell’area è il nostro

che offre la nostra città in

maggior problema, sia usando il trasporto

questo ambito. Per Natale

pubblico che l’auto. Stiamo lavorando a un

abbiamo organizzato una

sistema di parcheggi nelle aree limitrofe al

serie di eventi intorno a

centro (Fusaro, Cuma, cantieri dismessi a Baia

quello

che pensiamo di riconvertire al momento in

luci d’artista: ci troviamo

parcheggi e, in futuro, di utilizzare i volumi per

in un buco nero e per

realizzare alberghi che mancano sul territorio)

uscirne dobbiamo attrarre

e disciplinando il centro stesso con un sistema

in tutti i modi la gente

di ztl. Sono consapevole delle nostre difficoltà,

per aumentare l’interesse

ma se continuiamo a parametrare tutto su un

verso questo territorio. Le

livello basso, continueremo a rimanere in basso,

luci ci servono a fare luce su altro, sul patrimonio

uno stile da sindaco, di chi si muove in prima

se alziamo il livello nei diversi ambiti, nella

che abbiamo.

persona per risolvere le cose, di chi prende

ristorazione (ottimo che ci sia sul nostro territorio uno stellato come il Caracol), nella gestione dei beni archeologici, nella manutenzione di laghi e parchi, il territorio dovrà di conseguenza riassestarsi guardando in alto. Avete fonti termali? Le Terme Stufe di Nerone sono nel comune di Bacoli. Al quartiere Scalandrone usufruiscono delle fonti termali abusivamente per ricavare acqua calda, ma non sono sfruttate per altro. Il Centro Ittico Campano, la spa comunale che gestisce i laghi Miseno e Fusaro e tutto ciò che c’è intorno, un tempo gestiva anche le acque termali, ma non c’è stata finora alcuna attività di valorizzazione. E la ristorazione? Nel settore della ristorazione ed eventi Bacoli ha visto negli ultimi anni una crescita enorme

118

principale

delle

queste aree la Romagna

Se continuiamo a parametrare tutto su un livello basso, continueremo a rimanere in basso, se alziamo il livello nella ristorazione, nella gestione dei beni archeologici, nella manutenzione di laghi e parchi, il territorio dovrà regolarsi guardando in alto.

del Sud è in totale sintonia con le sue idee per il futuro di Bacoli. Stimo il presidente De Luca; essendo stato un sindaco sa quali sono i problemi di chi amministra i territori, ha trasformato Salerno da un paese in una delle più importanti città del sud e anche in Regione ha portato


gli impegni e vuole mantenerli. Nello stesso

due elezioni le ho vinte (l’ultima con il 64%

pulita e devono quindi togliere le macchine

periodo in cui fui eletto la prima volta, nel

di preferenze), e una l’ho persa 49 a 51 al

parcheggiate per strada.

2015, lui divenne Presidente e in un convegno

ballottaggio (dall’altra parte si erano aggregati

E funziona?

a Castelvolturno si parlò del masterplan per il

tutti pur di batterci). La gente ci segue, ma

Sì, con noi funziona. Il cittadino deve spostare

litorale domizio flegreo, la Romagna del Sud

dobbiamo essere bravi a tenere un contatto

l’auto, sennò avrà una multa, passa la

appunto, su cui puntava tantissimo. Adesso che

costante con loro per spiegare cosa stiamo

spazzatrice e il macchinario che lava la strada:

sono tornato a essere Sindaco posso dirle che

facendo. Gli interventi, infatti, sono su diversi

prima ottenere questo servizio era come un

non si è realizzato ancora nulla, ma quell’idea

piani: avendo trovato una città sporchissima,

privilegio, la municipalizzata veniva se conoscevi

di riunire i centri del litorale domizio-flegreo attorno ad un piano comune grazie a De Luca almeno sulla carta c’è. Adesso hanno chiesto a noi sindaci i nostri progetti e spero che questo sia un passo in avanti verso la concretizzazione.

abbandonata,

Se riusciamo a migliorare come territorio anche i turisti da una giornata si adegueranno e potranno scoprire, se riusciamo a creare le condizioni perché ciò accada, che Bacoli non è solo la spiaggia.

Quanto la segue la città?

nei

l’assessore che ti faceva il favore di mandarla,

primi mesi si è lavorato

oggi è un diritto. Sembra una sciocchezza, ma

letteralmente per pulirla.

poiché coinvolge tutta Bacoli, significa che

Il

la

l’intera comunità ha fatto un piccolo passo in

normalità, cioè una città

avanti. Ritorno alla normalità è anche ripristino

dove gli abitanti pagano

delle regole, quindi pagare le tasse, i tributi

le

primo

tasse

punto

e

è

di

locali. Bacoli è in dissesto perché c’è chi non

ricevere dei servizi, faccio

sanno

le ha pagate e non è tanto un problema delle

l’esempio del calendario

famiglie ma delle aziende, il problema sono i

per lo spazzamento delle

grandi evasori, chi guadagna con un’impresa

Negli ultimi 4 anni si è votato 3 volte, sempre

strade, una cosa comune per tante città ma

sita nel comune di Bacoli e non paga le tasse.

con ballottaggio, quindi 6 volte, su 22mila

finora non per noi, oggi i bacolesi sanno con

Qual è il bilancio del Comune?

votanti ho preso 40-45mila voti nel complesso,

precisione in quale giorno ciascuna zona viene

56 milioni di euro, comprendendo anche i finanziamenti; con la Tari (tassa sulla nettezza urbana) introitiamo 7 milioni, nel complesso i tributi locali in entrata sono 10 milioni. Che adoperiamo per gli stipendi dei dipendenti, più che dimezzati rispetto a 4 anni fa, sono circa 130 essendo molti andati in pensione e non sostituiti, e per coprire i costi della nettezza urbana. La scorsa estate ha fatto chiudere le forniture dell’acqua alle aziende morose. Il ristorante più moroso deve oltre 700mila euro fra Tari e acqua. Ed è ancora aperto, cambia continuamente società per sfuggire ai suoi doveri. Per la sola evasione della bolletta dell’acqua molti devono fino a 30-40mila euro, e fra di essi ci sono anche stabilimenti balneari militari. Abbiamo un sistema di rateizzo e siamo disponibili ad andare incontro alle attività




122


commerciali, non vogliamo calare una mannaia,

dico sempre che in una zona dove ci sono siti

il fruttivendolo si sentono parte del sistema

ma è importante che ci paghino. Anche per

archeologici, devono passare prima gli spazzini

turistico, per cui aiutare ad aprire un sito,

rispetto a chi fa impresa e versa il dovuto.

e poi le guide turistiche. E penso che, rispetto

contribuire a diffondere le informazioni ai turisti,

Ha mai ricevuto minacce?

a quando ci siamo insediati, a giugno scorso,

far conoscere il meglio di Bacoli, partecipare

Certo. La notte prima della proclamazione con

abbiamo restituito dignità al territorio. Lo step

alle riunioni per programmare la stagione

una chiamata anonima hanno minacciato di

successivo è creare un sistema virtuoso, in cui

farà parte dei loro impegni, e ne avranno

farmi fare la fine di don Peppe Diana e proprio

la bottega del centro storico, la salumeria (ad

naturalmente un vantaggio economico. Credo

quando abbiamo iniziato a chiudere le attività

esempio, quella di mio padre), la gelateria come

molto nel coinvolgimento delle persone ad ogni

morose, arrivò in Comune una busta contenenti bossoli, una era destinata al responsabile del procedimento che doveva firmare; non ha più firmato e ha chiesto di andare via fruendo di quota cento. E’ vero che spesso il ripristino delle regole e il consenso elettorale sono in posizioni opposte, ma devo dire che a Bacoli se solo ragionassi guardando a questo consenso, fare la guerra ai grandi evasori lo fa crescere tanto. Questa è una comunità silenziosa, che non si ribella, diversamente per esempio da Pozzuoli, dove se qualcosa va male si riversano in strada. Ma quando vedono il loro Sindaco che ripristina le regole, riporta la legalità, sentono di avere una boccata di ossigeno. Mi ha raccontato che ripulite la città, fate pagare le tasse, da cui ricavate denaro per erogare i servizi, ma diventare una località turistica richiede anche altro, è un obiettivo complesso...! Stiamo

operando

per

gradi.

Considero

indispensabile questo ritorno alla normalità:


livello, quindi comitati di quartiere, associazioni

anche agli Enti superiori, che è sbagliato

potremmo mai ramificarci nella città. Le faccio

di categoria, Federalberghi, con la missione di

consentire questo spopolamento di personale

l’esempio di Alessandro Parisi, oggi consigliere

un lavoro complessivo che innalzi il livello del

senza permettere un ricambio - essendo in

comunale, ha 72 anni e una visione enorme,

territorio, anche con proposte di qualità - intesi

dissesto, infatti, non possiamo assumere. In tal

forse perché è figlio di una cultura politica

sia come promozione in senso lato che come

modo, mi ritrovo i vice dei vice che oggi sono

migliore dell’attuale, quella dei partiti che

eventi specifici.

diventati capo area, ci mettono enorme buona

formavano le classi dirigenti.

E’ recente il finanziamento di 800mila

volontà ma loro stessi riconoscono di avere

Mi dica quali sono per lei le soluzioni

euro della Città Metropolitana destinato

dei limiti. Quanto alla politica, se un 32enne

concrete.

alla riqualificazione della zona costiera di

come me si ritrova a essere sindaco è perché

L’approvazione,

Miseno.

manca la struttura, i partiti, la formazione, gli

bilancio riequilibrato da parte del Ministero

Sì, stiamo attingendo a finanziamenti pubblici

esempi. E’ necessario dare qualità alla classe

dell’Interno ci consentirà di ricominciare ad

per dare corpo ad una serie di progetti, per

dirigente, avere una coscienza politica a partire

assumere puntando su figure di qualità,

esempio i fondi del Parco Archeologico dei

dai consiglieri comunali, diversamente non

almeno nei ruoli strategici, cioè il comandante

Campi Flegrei ci consentiranno, oltre che di effettuare la manutenzione dei siti, anche di realizzare parcheggi a Cuma e a Bacoli centro, di riqualificare il centro urbano con marciapiedi, fioriere, ecc. e sono lavori già messi a bando. Sempre con i fondi del Parco vogliamo ristabilire il collegamento fra Baia e la zona del Fusaro attraverso una galleria dismessa della Cumana da trasformare in percorso ciclo-pedonale. I fondi del piano strategico della Città Metropolitana saranno distribuiti su diversi blocchi: Cuma, con la riqualificazione del campo di calcio, Lago Fusaro, con la riqualificazione dell’intero percorso intorno allo specchio d’acqua, replicando ciò che è stato fatto al lungomare di via Napoli a Pozzuoli. Quindi, i beni che affacciano sul lago, la Casina Vanvitelliana, il parco della Quarantena che comprende 110mila mtq di verde abbandonato con 14 strutture dismesse al suo interno, che vorremmo recuperare per farne B&B, aree campeggio, ristorantini. Osservando il suo lavoro da lontano, attraverso la sua pagina Facebook, ho tratto l’impressione che ci sia una persona che fa le cose, cioè lei, ma non appare una squadra. E’ davvero così? In realtà, ho una squadra che lavora molto sotto traccia, per esempio tutta la progettazione di riqualificazione a Miseno è opera dell’assessore all’urbanistica, sono silenziosi ma attivi per mettere in collegamento tutti i finanziamenti - perché non è vero che i soldi non ci sono, spesso i Comuni non sono capaci di andare a prenderseli. Io ho il ruolo del comunicatore che parla con i cittadini raccontando cosa stiamo realizzando. Mi ha raccontato i vostri progetti, ma vorrei conoscere anche i problemi con cui deve confrontarsi chi amministra Bacoli. Il

problema

principale

è

sicuramente

il

dissesto, economico-finanziario e strutturale: i dipendenti vanno in pensione, la qualità del personale cala sempre più, alcuni funzionari ce li ha prestati un altro Comune. E a proposito di questo mi preme di dire con chiarezza,

che

abbiamo

avuto,

del


della polizia municipale e il dirigente dell’Ufficio

all’assessore all’urbanistica non a un tecnico

Tecnico che adesso è in ginocchio, sia dal

del Comune). Siamo in una fase complessa e

punto di vista del controllo del territorio che

devo dire che la comunità dei bacolesi lo ha

della

dobbiamo

compreso e ogni passo in avanti lo celebra

essere capaci di attingere a finanziamenti con

come una tappa in più, tuttavia non voglio

progetti validi. Tutto questo per riuscire ad

essere ricordato per aver pulito le strade, ma

invertire il trend, guardando a obiettivi che

per essere riuscito a contribuire a rendere Bacoli

siano alti rispetto a ciò che si è fatto finora.

una stazione turistica, obiettivo da conseguire

Ovvio che al momento si deve far leva tanto

nel tempo, naturalmente.

su

programmazione,

associazionismo,

perché

volontariato,

buona

volontà dei dipendenti, sugli assessori che fanno anche i capo area (la progettazione per la riqualificazione, per esempio, la dobbiamo

In apertura, due vedute del lago di Bacoli, detto anche Acquamorta o lago Miseno. A seguire il sindaco Giosi Gerardo Della Ragione e uno scorcio della spiaggia di Miliscola e, in basso, il golfo di Pozzuoli con capo Miseno e Bacoli sullo sfondo. Nella doppia pagina, la casina Vanvitelliana sul lago Fusaro e, a seguire, la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna romana conosciuta (dopo quella di Istanbul) e i resti del cosiddetto tempio di Venere, in realtà un ambiente di un grandioso complesso termale. Qui sotto, a sin. sul fondo il Castello aragonese di Baia, sede del Museo archeologico dei Campi Flegrei, dove sono esposte le statue qui in basso e, infine, ancora ruderi di un edificio di età romana a Baia.


H I S T O R Y / C A M P I

F L E G R E I

i



IMMERGERSI NELLA STORIA Text_ Silvia Buchner Photo_ Pasquale Vassallo

S

ono lì da 1500 anni, poco sotto il pelo dell’acqua, fra 2 e 12

dimore personaggi che non avevano limiti di spesa, a cominciare da

metri circa di profondità, furono alcune delle più belle e sontuose

imperatori come Tiberio (che vi morì nel 37 d.C.), Claudio, Adriano, e in

ville che il talento architettonico dei Romani ha saputo produrre.

quanto residenza estiva della corte imperiale, i Campi Flegrei divennero

Sul golfo placido e ben riparato da quasi tutti i venti che si apre fra

meta ambita per i personaggi più ricchi e potenti che le ruotavano

capo Miseno e Pozzuoli, infatti, quello che è stato uno dei più grandi

attorno. Per fare solo un esempio, è a Baia che fu organizzata la fallita

imperi della storia dell’umanità ha realizzato la sua città delle delizie,

congiura contro Nerone, detta “dei Pisoni”, dal nome della famiglia

una stazione di otium, noi diremmo vacanze, piacere, relax (una sorta

nobile che la capeggiava e, quando furono scoperti e duramente puniti

di Costa Azzurra o di Portofino dell’antichità, all’ennesima potenza, con

(il capofamiglia Gaio Pisone si suicidò, come si usava allora in questi

una vita lunga secoli). Fecero costruire, infatti, in particolare nella zona di

casi), la loro magnifica villa passò al demanio imperiale. Tutti costoro

Baia (oggi nel comune di Bacoli) e lungo il lido baiano le loro incredibili

contribuirono a coprire ogni metro delle balze collinari che scendono


verso il mare di edifici, scenografici giardini e ninfei, peschiere, fontane, terme, decorati con marmi e pietre pregiate provenienti da ogni angolo dell’impero e con un enorme numero di statue. Di strutture termali ne sono state contate fino a 20 nel giro di 3-4 chilometri: uno dei divertimenti più amati dai Romani, infatti, era rilassarsi alle terme e qui, grazie all’origine vulcanica della zona, l’acqua calda sgorgava copiosa dal terreno, bastava scavare, mentre altrove, negli edifici termali di Roma, per esempio, erano costretti a riscaldarla con il fuoco. E però ai Campi Flegrei vulcanesimo significa pure bradisismo: ne è un fenomeno secondario, al pari delle sorgenti termali, ma le sue conseguenze possono essere rovinose. Più o meno lentamente, infatti, il suolo si innalza o si abbassa, anche di molti metri. Con danni enormi per tutto ciò che c’è sopra - strade, case, edifici pubblici, strutture portuali ecc. In particolare a Baia e dintorni il terreno è sceso rispetto all’epoca imperiale e la linea di costa è indietreggiata di circa 400 metri! Questo ha significato veder sparire fra i flutti, nel tempo ma inesorabilmente, tutto ciò che era stato costruito. E che il mare ha quindi custodito per molti secoli, sotto metri di sabbia, fra leggende di pescatori e ritrovamenti sporadici, spesso in seguito alle mareggiate. Fino a quando negli anni ‘50 un aviatore militare scatta delle foto durante una ricognizione e appare evidente che davanti alle coste fra capo Miseno e Lucrino, ma in realtà anche proseguendo fino a Pozzuoli, c’era una vera città sommersa. Di cui si vedevano attraverso l’acqua trasparente i tracciati regolari delle strade e degli edifici, e da quel momento decenni di complessi scavi archeologici subacquei ci hanno restituito un luogo assolutamente speciale: 178 ettari (780mila metri quadri), tutelati dal 2002 come area marina protetta, visitabili grazie a 5 punti (ma se ne aggiungeranno altri) in cui ci si può immergere. Accompagnati dai diving della zona, i quali,


affiancando la Soprintendenza, hanno avuto un ruolo determinante

è iniziato quando pochissimi ci credevano e sono stato fra i primi ad

nel realizzare quel sito unico che è il parco archeologico sommerso

accompagnare sui mosaici i turisti”, quando i pescatori li chiamavano

di Baia. Uno dei sub più attivi e lungimiranti è sicuramente Vincenzo

mattonelle, mentre oggi se individuano nuovi resti della città sommersa

Maione, proprietario del diving Centro Sub Campi Flegrei, professionista

corrono a informare l’ente gestore del parco. In mezzo, un percorso

esperto di immersioni, imprenditore, un legame fortissimo con i Campi

complesso ma pieno di soddisfazioni fra conoscenza, restauro e studio,

Flegrei e il suo mare: “Questo percorso di conoscenza e salvaguardia

tutela e promozione del sito. Con il preciso obiettivo di farne anche


strade costruiti oltre 2000 anni fa. Qui possiamo accennare solo a un

tempo l’industria pesante che qui ha garantito migliaia di posti di lavoro,

paio dei siti visitabili: l’invito è di andare a scoprirli tutti da vicino, e

si trova a dover far ripartire l’economia, e il turismo è una strada che va

ad essi Vincenzo Maione insieme al bravissimo fotografo subacqueo

assolutamente percorsa. Oggi, visitano i resti di Baia sommersa circa

Pasquale Vassallo, le cui suggestive immagini corredano anche questo

20mila persone l’anno, con un aumento del 20-25% all’anno e il Centro

articolo, ha dedicato un libro-guida agile e ricco di informazioni (Parco

Sub Campi Flegrei è il diving più scelto da chi, italiani e stranieri, vuole

Archeologico Sommerso di Baia, Valtrend editore).

“immergersi nella storia”. “Ci ho sempre creduto e ho investito sulla

Nella zona di punta Epitaffio, per esempio, si visita ciò che resta della

possibilità di lavorare e creare lavoro rimanendo in questa terra che ci

villa dei Pisoni (su cui intervenne poi con il suo genio da architetto

procura sicuramente degli scompensi, a causa dell’instabilità dovuta al

l’imperatore Adriano), fra l’altro è l’unica di cui si conoscono per certo i

vulcanesimo, ma che è anche una risorsa potenziale enorme” - prosegue

proprietari, la famiglia patrizia dei Pisoni, perché è stato ritrovato il loro

Maione con entusiasmo contagioso e una visione chiara di ciò che vuole

nome impresso su una tubazione per l’acqua. Poco lontano il ninfeo del

ancora realizzare. Attualmente, si visita Baia sommersa quasi tutto

palazzo imperiale di Claudio, uno dei ritrovamenti più entusiasmanti.

l’anno, sia con lo snorkeling che in immersione: entrambi garantiscono

Sempre le provvidenziali (in questo caso) mareggiate hanno rivelato un

grandi emozioni, perché il fondale è molto accessibile (anche ai bambini)

ambiente tipico dell’edilizia romana, il ninfeo, uno spazio conviviale,

e non è necessario essere subacquei per goderne, sicuramente non

definito da elementi ben precisi. La forma ricordava una grotta (in cui

subacquei esperti, si va infatti dai 2 ai 10-12 mt di profondità a secondo

gli antichi credevano abitassero le ninfe) ed era sempre presente un

dell’itinerario scelto, ed è possibile anche l’escursione con la barca con

richiamo all’acqua; nel nostro caso poi c’erano statue e decorazioni di

fondo trasparente, dopo un incontro in cui si illustra cosa si andrà a

pregio, per creare un ambiente raffinato ed evocativo in cui si svolgevano

vedere. “A breve, inoltre, doteremo chi lo desidera anche di un ipad

banchetti. Il ninfeo di Claudio a Baia era particolarmente scenografico,

da adoperare sott’acqua con geolocalizzazione e, arrivati nei punti più

lungo 18 metri e largo 9, con una vasca centrale che si collegava al mare

interessanti, grazie a un codice QR si aprirà una schermata che spiega

da cui gli ospiti potevano giungere direttamente in barca e, lateralmente,

il sito e i reperti presenti in quel punto. Inoltre, si possono fotografare

i banchi in marmo su cui si adagiavano i commensali e nicchie occupate

e inviare immediatamente in rete l’immagine sui social. Siamo molto

da statue. Sul fondo della grotta, in particolare, un imponente gruppo

interessati, infatti, a ciò che può amplificare l’esperienza della visita

statuario richiamava uno degli episodi più celebri dell’Odissea, quando

subacquea, e la tecnologia ha molte potenzialità in questo senso.

Ulisse, con una coppa in cui il compagno Baios versa vino da un otre, fa

Abbiamo acquistato anche dei visori OCR che con il joystick consentono,

ubriacare il gigante Polifemo prima di accecarlo. Del gruppo ci restano

stando comodamente a terra, di vedere una parte dei siti, avendo la

solo Ulisse e Baios (quelle sotto il mare sono copie, gli originali sono

sensazione di tuffarsi in acqua e immergersi. Lo porteremo nelle fiere e ci

custoditi nel museo archeologico dei Campi Flegrei all’interno del

faciliterà il racconto di ciò che si può fare da noi e quindi la promozione.

castello di Baia, in sale al momento purtroppo chiuse), mentre dalle

Ed è in progetto pure un videogioco interattivo dedicato a Baia”.

nicchie laterali provengono altre statue, ritratti di parenti dell’imperatore

Una volta sott’acqua, si apre un mondo silenzioso e affascinante:

e divinità. Un luogo avvincente Baia sommersa, come in realtà tanti altri

essendo l’area protetta, la fauna è ricchissima e abita fra eleganti

nei Campi Flegrei, in cui davvero si entra nella storia, si tocca con mano

mosaici, che si ritrovano in più punti della città sommersa, statue, muri,

il mito, come in una macchina del tempo: siete pronti a salirci?

Ph. ICity

un attrattore turistico in un’area che, entrata in crisi irreversibile già da

131


A R T / I S C H I A

i

GIOVANNI DE ANGELIS Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti

L’ARTE RINNOVA I POPOLI (eccetto Ischia) In TUTTO IL MONDO s’è capito che l’Arte è un potentissimo attrattore turistico; In tutto il Mondo le Città che producono Arte premiano i propri talenti; In tutto il Mondo l’Arte si fonde con l’idea di Bellezza... e viceversa; In tutto il mondo le amministrazioni tutelano l’Arte e la promuovono... MA SOLO AD ISCHIA si è capaci di rifare la Piazza principale (Piazza degli Eroi) e di NEGARLA al più importante scultore locale - parlo di Giovanni De Angelis. Non capendo che in tal modo l’Isola diventerà solo un po’ più brutta, più provinciale, più povera. Mentre il MONDO VA AVANTI, Ischia resta tristemente FERMA. Noi, testardamente, vi proponiamo le opere di De Angelis perché siamo fatti così: non ci arrendiamo mai!


T

utto inizia alla spiaggia del Lido, dove gioca

ciarsi alla modernità, viveva con la sua famiglia

pittori il padre Federico e il nonno Luigi - che con

a pallone con i fratelli, ma dove lo attrae

che definisce piena di armonia - per un lungo

le sue opere ha ritratto un’Ischia antica, quella

ancor di più la sabbia umida con cui realiz-

viaggio attraverso il continuo, instancabile con-

animata da asini, carretti, botti e figure di popo-

za figure di cavalli, plasmati a mano libera. Natu-

fronto con l’altro. Che gli serve (ancora adesso)

lani colti nella loro quotidianità, guadagnandosi

ralmente, la risacca li trascina via, e Giovanni, 11

a comprendere la propria dimensione di artista:

quotazioni internazionali. “Unico fra i miei tanti

anni, ricomincia daccapo. Trasportato dall’urgen-

e se la nostalgia per la purezza dell’entusiasmo

fratelli ho ereditato questa febbre. Ma con una

za di dare forma a ciò che ha dentro, dalla ricerca

provato quando da bambino ha compreso che

sensibilità diversa, avevo bisogno di uscire dallo

della tridimensionalità, dal suo innato bisogno di

il suo destino era creare bellezza, emozione, dar

spazio circoscritto della tela. E fin da piccolo mi

creare.

corpo (in senso proprio) a sogni e fantasmi, è

sono rivolto alla scultura”. Da quel momento l’in-

Un bisogno fortissimo, seguito come un filo d’A-

ancora forte oggi che ha ottant’anni (splendida-

tera vita di Giovanni è dedicata al suo talento: “I

rianna, che ha guidato Giovanni De Angelis, par-

mente portati), tuttavia il suo racconto è fatto di

confini imposti dall’insularità mi hanno sempre

tito dalla sua piazza degli Eroi - dove in un’Ischia

adesione a tutto ciò che l’arte gli ha consentito di

spinto ad andare via, dovevo capire chi fossi e la

appena uscita dalla guerra, in procinto di affac-

vivere. A lui nato in una famiglia di artisti, erano

consistenza di ciò che ero in grado di realizzare.


134


Ho sempre messo in discussione la mia vocazio-

cabilmente in evidenza come una forma scivola

ne, anche se sentivo una voce molto forte che mi

nell’altra, i punti nodali da cui ne dipartono di

spingeva verso l’arte”. Che gli ha regalato tanti

nuove; riflette la luce e quindi obbliga a scava-

incontri importanti - a iniziare dal primo con lo

re di più, perché con la sua luminosità mangia la

scultore svizzero Hermann Haller, che ha letto nei

profondità e per renderla visibile sono costretto a

cavalli lavorati nella sabbia il suo giovanissimo ta-

togliere. Ma anche la pietra, quella ischitana per

lento e poi Manzù, Antonio Berti, Montale, Buz-

esempio, che adopero parecchio, con tutte le sue

zati, Piero Chiara, Enzo Fabiani, Libero de Libero,

irregolarità, l’alternarsi di parti schiumose a altre

Renato Guttuso; tante mostre in giro per il mon-

più compatte, le sue differenze di colore, prende

do e le sue opere sono in musei tedeschi, gallerie

un ruolo di distrazione dalla forma”. Che alla fine,

di tutta Europa, in castelli inglesi e case di gran-

invece, deve essere sempre protagonista. Anima-

di collezionisti di arte contemporanea, in piazze

le Uomo Natura, punti cardinali della sua ispira-

ed edifici pubblici. E naturalmente nel suo atelier

zione, trasfondono l’uno nell’altro nelle sue ope-

laboratorio di Ischia Ponte, pieno di realizzazioni

re, spesso sono presenti insieme in modo che lo

che hanno la loro autonoma vita, di bozzetti, di

spettatore perda il confine (che nell’immaginario

tagli di pietra che attendono di essere lavorati. La

dell’artista pare non esserci) fra di loro. Il cavallo,

mente di Giovanni De Angelis, infatti, è sempre

che Giovanni ama fin da ragazzino, è una summa

concentrata sull’essenza di ciò che significa essere

del mondo animale, per l’eleganza della criniera e

uno scultore: “Tengo un’opera lì e la osservo, lo

della coda, per il lunghissimo rapporto di intimità

sguardo deve correre fluido: vado spesso in ca-

che ha con l’uomo; “scolpirne ventre e torace è

noa intorno all’isola a studiare dal mare le rocce,

quasi un’ossessione per me, io scavo come se vo-

a osservare come una forma si innesta in un’altra,

lessi mettere in risalto gli organi che sono dentro,

per me è un passaggio fondamentale, perché la

un mondo che c’è anche se non lo vediamo, fatto

scultura è fatta di vuoti e pieni, è come il buio e

di connessioni fra le diverse parti, necessarie per-

la luce, l’uno ha bisogno dell’altra, è necessario lo

ché tutto funzioni. Ugualmente, quando defini-

scuro per far risaltare il chiaro, il bianco per vede-

sco il ventre in un corpo umano si deve percepire

re il nero, il bene per capire il male, le mie opere

che all’interno c’è un meccanismo complesso al

sono permeate di queste antinomie”. E a secon-

servizio della vita”. Così persone, animali, rocce,

do del materiale scelto, pietra, marmo, legno,

alberi si assomigliano tanto sono prossimi fra loro,

metallo, ombre e luce si comporteranno in modo

in quanto parte di un’unica realtà. E un drappo

diverso. “La speculazione deve avvenire anche

diventa una foglia o un’ala, una figura o un volto

sul materiale, che ha una sua valenza espressi-

sembrano una roccia, la chioma di un albero ci

va, ma in assoluto la bellezza della materia non

ricorda le sinuosità di un corpo... In un movimento

deve distrarre, me stesso in primo luogo, rispetto

circolare senza fine che percorre tutte le creazioni

al contenuto dell’opera. Il marmo, per esempio,

di De Angelis, perché - lui sembra dirci - permea

è una sfida, obbliga alla disciplina, mette impla-

il Mondo.


A R T / I S C H I A

i


Anila e il vento


Il riposo di Gesù

MONICA HERNANDEZ Text_ Silvia Buchner

La bambina con i capelli neri, minuscola davanti all’imponente palazzo

ho trovato ugualmente il modo di far danzare la ballerina, con le mie

della scuola nazionale di danza classica all’Avana, sfiora il suo sogno di

matite...! Ho provato su di me che ci sono più idee, più possibilità nella

diventare étoile, e lo vede svanire quasi nello stesso momento (a causa

vita, che i desideri si avverano, magari non nel modo in cui abbiamo

di un’operazione che la obbliga a rinunciare al balletto). Una tappa

fantasticato, ma si avverano. Ed è altrettanto soddisfacente”. Sintetizza

dolorosa della sua giovanissima vita attraverso cui si alimenta però un

così la sua storia questa ragazza perfettamente a suo agio fra due realtà,

altro talento, quello per il disegno. Da quel momento capisce, infatti,

fra due isole che ama nello stesso modo (e si vede chiaramente dalla

che sulla carta potrà far fare tutto ai suoi personaggi. In 5 tavole Monica

loro ricorrenza nelle sue opere) e descrive così, “leggendole” da artista:

Hernandez dedica il primo fumetto della sua carriera di illustratrice,

“i colori di Cuba, il blu del cielo dei Tropici sono diversi, sono quelli che

intitolato Make a Wish (senza testi, ed è perfetto così), alla bimba che

ho visto da quando ho aperto gli occhi ed è inevitabile che vengano

è stata, 33 anni fa circa a Cuba, e alla donna e artista che è adesso,

fuori nelle mie scelte cromatiche che sono scelte di pancia”. E poi la

in Italia. “Perché non esiste un unico sogno nel cassetto - spiega. E

vegetazione, gli animali della terra di origine sono protagonisti assoluti


Blu e blu

139 del suo immaginario. Però Ischia, le atmosfere mediterranee sono

finalmente riposa nella rilettura, poetica, della Fuga in Egitto, al progetto

altrettanto presenti, il castello Aragonese filtrato dalla lente della fantasia

a cui si dedica in questo momento per un editore francese: le illustrazioni

di Monica Hernandez diventa un incantevole sfondo fatato. Insomma,

per una favola-filastrocca africana che racconta della bambina Anilà e

un’inestricabile sovrapposizione di suggestioni, influenze, richiami, che

del suo cercarsi con il padre, il Vento, accompagnati nella loro avventura

in realtà non vanno neanche più di tanto decifrati, ciò che conta è il

da tanti animali.

bagaglio estremamente ricco cui attinge, sicuramente anche grazie al

Lo studio prima presso l’Accademia di Belle Arti a Napoli, poi al Comix,

suo essere stata una “migrante”; “gli spostamenti e le proprie radici, i

seguito dal master di illustrazione per l’editoria a Macerata hanno dato

ritorni, l’accoglienza, le gioie e le delusioni di chi crea un nuovo se stesso

a Monica Hernandez la padronanza delle tecniche, in questo momento

lasciando indietro piccole tracce, come mollichine di pane che serviranno

quando lavora a mano preferisce la tecnica mista acquerello, pastelli

un giorno a potersi ricongiungere alla madrepatria” sono parte di lei,

secchi e matite grasse, che valorizza molto i colori, ma usa anche il

a cavallo fra più mondi anche con i suoi disegni. Dal piccolo Gesù che

disegno digitale con Procreate: “il disegno manuale è il mio mondo,


il digitale mi consente di sperimentare, perché l’effetto della matita di Procreate è molto simile a quello che si ha sulla carta, ma il digitale ti regala leggerezza nel procedere perché sai che qualsiasi cosa accade puoi sempre tornare indietro, lavorando per livelli. Ma tendo a non fare errori perché sono abituata al disegno tradizionale, mi piace l’odore della carta, delle matite, mi piace avere la tavola davanti a me, curarla, toccarla; il digitale riesci a vederlo realmente solo quando arriva al supporto cartaceo. E, in effetti, il fine ultimo dell’illustratore è il prodotto editoriale stampato. Regolarmente Monica Hernandez partecipa con le sue opere a concorsi, dal festival per l’illustrazione per l’infanzia degli Emirati Arabi alla fiera internazionale del libro per l’infanzia di Bologna (una delle prime al mondo), dove è stata selezionata più volte con i suoi lavori. Sono appuntamenti importanti che riuniscono editori, illustratori e professionisti del settore e consentono a giovani artisti come lei di essere notati. “Per il pittore, infatti, l’obiettivo è il quadro sulla tela - spiega per l’illustratore la stampa, che sia una brochure, un libro, un manifesto. L’immagine non è mai fine a se stessa e questo è stimolante, che si tratti di una fiaba per bambini o di un articolo per un magazine, lo spirito è lo stesso, il processo creativo è il medesimo, cambia il target”. Il testo va rispettato, valorizzato ma, al tempo stesso, il disegno deve avere un suo ritmo, dalla prima all’ultima tavola, è un racconto parallelo per immagini, che mostra cose che non c’è bisogno che vengano scritte e fa correre la fantasia del lettore. Come nella rilettura che Monica Hernandez ha dato della fiaba di Biancaneve, un classico immortale dell’Occidente, che lei ha però scelto di illustrare con disegni in stile... nipponico! Perché nel mondo di cui l’arte di Monica si alimenta non ci sono muri, vincoli, freni, vi regnano indisturbate suggestione e fantasia... Di cui si sazia lei per prima, per poi trasmetterle agli altri. Bambini e... adulti!

Uccelli Anila e il vento

Nella pagina accanto Make a wish



142

L I F E / I S C H I A

i

JUDO: PER IMPARARE A RIALZARSI Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti

C

i sono persone per le quali l’azione, il fare, contano più di tutto. Rosario Terranova è sicuramente una di queste: da sette anni si dedica con passione, entusiasmo, caparbietà alla sua palestra di judo. Una palestra speciale, che lui - di professione è un poliziotto - ha creato ispirandosi al lavoro eccezionale realizzato da Gianni Maddaloni con la sua Judo Star Club a Scampia (al quale dedichiamo un ampio spazio in questo numero del magazine), con cui collabora assiduamente: “Nasco come atleta, sempre nel judo e questa passione mi è rimasta. Adesso voglio mettere a disposizione dei giovani ischitani le mie competenze e dare la possibilità a tutti, ma proprio a tutti, di praticare uno sport che sia inteso in primo luogo come formazione del carattere, della personalità. Anche a Ischia, infatti, ci sono bambini, ragazzi le cui famiglie non possono permettersi di pagare per fargli fare regolarmente sport,

per questo da me alla ASD Judo Ischia, ospitata in uno spazio mezzo a disposizione dal comune di Ischia, su 50 iscritti pagano la retta forse in 20, ma sono tutti i benvenuti. Ho figli di nuclei familiari numerosi, sfollati per il terremoto, ragazzi che abitano nei prefabbricati in seguito all’alluvione di Monte Vezzi”. E proprio uno di loro, Giovangiuseppe Migliaccio,15 anni, sta diventando un piccolo campione, “per me è come un figlio - dice Rosario - spesso viene a casa mia, vorrei tanto che il Comune intervenisse per far sì che possano avere una vera abitazione perché hanno bisogno di dignità”. Sicuramente scoprire talenti è soddisfacente e anche i figli di Rosario, Rocco e Michela sono judoka con una brillante carriera agonistica (oltre a supportarlo nella gestione della struttura, insieme alla moglie Annamaria), tuttavia non è questo l’obiettivo unico che persegue nella sua palestra. Piuttosto il maestro Terranova vuole



fare del praticare un’arte marziale come il judo uno strumento educativo: “noi come genitori - dice - e anche io come maestro, dobbiamo tracciare la strada, certo ci sono mamme e papà che da me vorrebbero un miracolo e questo non è possibile, ma insieme possiamo contribuire a formare il carattere dei ragazzi. A farli crescere con equilibrio, apertura e rispetto allo stesso tempo, imparando ad avere padronanza di sé. Attraverso le regole del judo che, in realtà, diventano regole di vita”. Sul tatami, infatti, dopo aver eseguito un rituale di saluto semplice ma importante che consente di calarsi nello spirito della disciplina, si apprende un’arte di difesa, inventata nell’800 da un giapponese e oggi praticata in tutto il mondo, che non contempla l’attacco e non fa uso di violenza; più che adoperare la propria forza, infatti, si sfrutta quella dell’avversario per batterlo. “Per prima cosa insegno a cadere correttamente e paragono le cadute sul tappeto a quelle della vita, ai problemi, alle difficoltà, alle inclinazioni che una persona può avere. Dico sempre ai miei piccoli allievi che nella vita cadere è inevitabile, ma si deve imparare a rialzarsi”. Judo significa “via della gentilezza”, ma potremmo dire anche della cedevolezza, della morbidezza: in un ambiente protetto, con regole precise e chiare si apprende l’applicazione di forme di lotta elaborata e non violenta, in una dialettica che fluisce continuamente

fra resistere e farsi prendere, restare in piedi e cadere, afferrare e liberarsi, in un confronto fisico che è anche psicologico. Gli scritti della ASD Judo Ischia vanno dai 4 anni in poi, suddivisi in gruppi, 4-7/8, dagli 8 ai 12 e poi i grandi. Fra gli adulti, poi, c’è chi viene perché sente che il judo gli dà sicurezza mentale e fisica, ci sono signore come Raffaella, due figli, che a breve sosterrà l’esame da cintura nera, e per passione da 5 anni pratica quest’arte marziale. Rosario Terranova, inoltre, ha in affidamento dal carcere minorile, secondo uno schema consolidato che Gianni Maddaloni attua con successo nella sua palestra di Scampia, ragazzi (in questo momento sono tre) che hanno commesso reati per cui la Procura dei minori li ha “messi in prova” presso la sua associazione, che a Ischia è l’unica che dà questo tipo di servizio, per un periodo di un anno. Conducono, infatti, la loro vita consueta in famiglia, ma almeno 3 volte alla settimana sono tenuti a venire in palestra, dove aiutano nella manutenzione e partecipano alla vita di questa piccolissima comunità che può indicare loro un diverso modo di vedere il rapporto con gli altri. “Mi dispiace solo - conclude Rosario - che le bambine che seguono i corsi siano pochissime, in questo momento una sola; ma è un tabù tutto ischitano, una volta al mese insegno in una palestra a Roma e lì la maggioranza sono femmine”.



B U S I N E S S / I S C H I A

i

IL PIACERE DEL MARE TUTTO L’ANNO Text_ Redazione ICity Photo_ Riccardo Sepe Visconti

I

l mare più bello, che si ricorda per sempre, che si racconta agli

all’esperienza come skipper in giro per il Mediterraneo, intuisce che

amici, che si desidera durante i mesi freddi è quello vissuto (nel

queste imbarcazioni sono il futuro. Sono, infatti, molto performanti,

rispetto delle regole) in libertà, il mare “personalizzato”, su misura

con una serie di caratteristiche che le rendono ideali per la nautica

dei desideri di ciascuno. Come realizzare questo sogno? Grazie a un

da diporto, in particolare in siti come l’isola d’Ischia, con una costa

gommone che, non a caso, viene sempre più spesso preferito da chi

molto articolata, tutta da scoprire. Sono a disposizione dei clienti di

vuole godersi appieno la vacanza nell’isola, ma anche fare immersioni,

GM Nautica imbarcazioni dai 5 ai 6 metri, dotate di motori da 40 cv che

andare a pesca. A patto di avere un ottimo punto di riferimento presso

consentono di guidare il mezzo anche senza patente nautica, portando

cui noleggiare l’imbarcazione, in modo che possano essere garantite

a bordo da 4 fino a 8 persone, a secondo del modello, e di 6,50 metri

le perfette condizioni del natante e assistenza in caso di necessità,

con motore da 100 cv. I gommoni sono completi di docce, scaletta

in una parola la sicurezza. Come da GM Nautica, storica azienda di

di risalita, prendisole, tendalino parasole e delle dotazioni necessarie

noleggio nell’isola d’Ischia che opera in questo settore dal 1992 ed

per la navigazione. Le caratteristiche dello scafo con le sue sponde

è specializzata in gommoni. Alla guida Giovanni Manco, coadiuvato

in tubolare di neoprene consentono al gommone di reggere molto

con efficacia dai figli Gianpaolo Antonio e Anna, e siamo alla terza

bene l’impatto dell’onda e lo rendono praticamente inaffondabile; è

generazione che si dedica ai servizi per la nautica. Il nonno Antonio,

facile da manovrare e, essendo leggero, garantisce ottime prestazioni

infatti, e la sua famiglia hanno sempre lavorato al porto di Casamicciola

in navigazione (già con un motore da 40 cv); tuttavia, si tratta di un

Terme, spettatori e protagonisti al tempo stesso del boom turistico che

mezzo stabile sia quando è fermo all’ancora che in movimento, anche

ha fatto di Ischia una meta di vacanze di successo. Oggi posseggono

se il mare non è calmo, e il rollio è ridotto al minimo (al punto che

una concessione per l’ormeggio di barche (con fornitura di acqua,

è consigliato se a bordo deve salire chi soffre il mare); può inoltre

corrente elettrica, videosorveglianza, servizio di meccanico su richiesta)

contenere più persone rispetto ad una imbarcazione tradizionale delle

in un porto strategico per la sua posizione al centro dell’isola qual è

stesse dimensioni ed ha un consumo di carburante ridotto. Un natante

quello di Casamicciola, e soprattutto curano il servizio di noleggio e

comodo da gestire, quindi, che chiunque può guidare con facilità e lo

locazione di gommoni, attivo quasi tutto l’anno. Una scelta lungimirante

staff di GM Nautica fornisce tutte le indicazioni necessarie prima della

fatta da Giovanni Manco il quale, quasi trent’anni fa, grazie anche

partenza, segnalando anche le zone dell’isola in cui si deve avere una


particolare attenzione (scogli affioranti, divieti di avvicinamento alla costa, ecc.) ed è sempre pronto a intervenire per qualsiasi imprevisto. Ma per chi lo richieda è disponibile su prenotazione anche un servizio di accompagnamento con skipper, per godersi il piacere della navigazione senza alcun pensiero. In ogni caso, il gommone consentirà di assaporare appieno il piacere di scegliere, fermandosi nella caletta più appartata, individuando la rada ideale per un bagno con i bambini o per lo snorkeling, magari inseguendo il sole intorno all’isola per l’intera giornata. Senza dimenticare che i gommoni si possono usare anche per andare a pesca, e gli appassionati che si rivolgono a GM Nautica per poter praticare con comodità il loro hobby preferito sono sempre di più, in ogni stagione dell’anno.

147 GM Nautica porto di Casamicciola Terme Info. 338. 6003094 gmnautica.it Ormeggio - Noleggio gommoni - Accompagnamento con skipper su prenotazione


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D E S I G N / I S C H I A

CORRADI: VIVERE L’OUTDOOR FRA BELLEZZA E DESIGN Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti

“S

poso in pieno la filosofia di Corradi,

prodotto come il nostro. Naturalmente le

dal primo sopralluogo fino al montaggio e

vogliamo essere sempre un passo avanti

loro esigenze sono differenti, perché una

all’assistenza postvendita. Ogni anno seguo

ed è stimolante, anche dopo tanti

struttura ricettiva o della ristorazione ha

corsi di aggiornamento, l’azienda punta molto,

anni che faccio questo lavoro”. Le soluzioni

bisogno di poter lavorare anche all’aperto e

infatti, sulla formazione, dei rivenditori come

di copertura per esterni più belle nell’isola

Corradi riesce a soddisfare questa necessità,

dei posatori”. Essere sempre un passo avanti

d’Ischia (ma opera pure in terraferma) le

dando così un contributo sostanziale alla

significa investire tanto nella ricerca: “Corradi

realizza lui, Francesco Agnese, rivenditore

crescita del fatturato, mentre chi installa una

ascolta le richieste degli architetti e ha una fitta

master autorizzato per la più importante

Pergotenda o una Bioclimatics all’esterno di

interlocuzione con le soprintendenze - spiega

azienda

sistemi

una casa o villa ha altre necessità. Per tutte

Agnese - questo le consente di realizzare con i

dell’outdoor.

le strutture progettate da Corradi la resistenza

suoi tecnici soluzioni per esterni che vengono

Essere rivenditore master significa avere una

al vento ed alla pioggia, la durata nel tempo,

installate anche nei centri storici delle più

grandissima esperienza e la padronanza totale

le soluzioni tecniche ed estetiche sono in ogni

importanti città d’arte, benché siano soggetti

dell’affascinante universo di Corradi: “In un

caso d’avanguardia”. Una grande passione per

a vincoli molto forti”.

certo senso, siamo cresciuti insieme, l’azienda

l’architettura e alle spalle studi di ingegneria,

Lo stile Corradi è inconfondibile, pulito, senza

è sbarcata a Ischia con me e da allora abbiamo

cui si aggiunge una profonda conoscenza

tempo e insieme contemporaneo. Le strutture

fatto un percorso ricco di soddisfazioni,

del territorio su cui opera, oggi Francesco

in alluminio, le più richieste, realizzate con

seguendo l’evoluzione del gusto e dello stile,

Agnese come rivenditore master progetta

verniciatura satinata a polvere ipossidica che

anzi direi essendone protagonisti. Che si tratti

le eventuali personalizzazioni delle strutture

le rende perfettamente uniformi e resistenti

di albergatori e ristoratori o di privati, hanno

richieste dai clienti, a partire dai rilievi e

anche alla salsedine, vengono scelte spesso

comunque compreso appieno il valore di un

sovrintende a tutte le fasi dell’installazione,

bianche anche se la gamma dei colori è

italiana

ombreggianti

e

nel di

settore arredo

dei


davvero ampia e le sfumature che riprendono le tonalità della terra o della pietra sono ideali per inserire la struttura con armonia nel contesto di un giardino, di un parco, di un centro urbano. Il design ha raggiunto un livello di sofisticatezza tale che all’esterno si vedono solo le linee dei pilastri e della tenda, il resto è integrato all’interno della struttura stessa. I pilastri, per esempio, sono ispezionabili e vi passano, oltre alle tubazioni per allontanare l’acqua piovana, le scanalature per alloggiare cavi elettrici e tutto quanto serve per arredare l’interno. “Le novità prodotte dai designer di Corradi sono sempre tante, per esempio le luci a led che non danno fastidio agli occhi, pilastri che si illuminano in verticale, al posto delle classiche tende hanno introdotto un telo microforato alloggiato nella struttura, in modo da non interromperne l’architettura; e ancora le nuove vetrate extrachiare, talmente trasparenti che sembra che il vetro non ci sia”. Il risultato è, sempre, una creazione di cui si ammira in primo luogo la bellezza, per poi viverla pienamente, grazie al rapporto diretto con le atmosfere e le emozioni che solo la natura sa dare. (Nelle foto, Pergotenda Maestro installata in una villa a Forio, isola d’Ischia)

Via Pio Monte della Misericordia, 17 Casamicciola Terme info. T. 081. 996887 F. 0815072065 astraoutdoor.com - info@astraoutdoor.com








F O O D / I S C H I A

i

GRAN CAFFE’ VITTORIA

Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti

C

he sia di tradizione o innovativo, napoletano come gli struffoli, sici-

di dolcezza in più). E ancora panettone con farcitura alla crema di pistacchio

liano come la cassata o importato dal Nord (ma ormai i pasticcieri

o all’albicocca, con pezzetti di albicocche del Vesuvio candite all’interno; ma

nostrani rivaleggiano con i colleghi milanesi quanto a bontà dei

per chi non rinuncia al cioccolato neanche a Natale, è perfetto quello con

loro panettoni artigianali) non è Natale senza il dolce. Che diventa anche un

crema di nutella e copertura di granella di nocciole caramellate. E queste

simbolo del piacere di festeggiare, di stare insieme. In queste pagine, quindi,

gustose preparazioni possono diventare un perfetto regalo grazie alle belle

vi proponiamo una piccola selezione, ragionata, delle tantissime preparazio-

scatole firmate Gran Caffè Vittoria in cui custodirle.

ni in tema di dessert che in questi giorni si realizzano nel bar pasticceria più

E poiché Natale vuol dire anche un tocco di rosso, ecco lo scenografico se-

fashion dell’isola, il Gran Caffè Vittoria di Cesare e Marika Di Scala. Salvato-

mifreddo Red Velvet: gli strati di pan di spagna rossi, come richiede la ricetta

re Lo Gatto, il pasticciere che guida il laboratorio, realizza quest’anno mol-

del famoso dolce made in USA, si alternano alla crema al formaggio profu-

ti panettoni artigianali, con lievito madre e due lunghe lievitazioni. Per un

mata con vaniglia, una soluzione ideale anche per il dessert di Capodanno.

dolce soffice, leggero eppure pieno di sapore, grazie ai canditi e all’uvetta

Niente paura, però, chi è legato a doppio filo alla pasticceria napoletana tro-

sultanina che lo farciscono nella versione classica (Milano) e mandorlata (in

verà anche gli struffoli, fritti, preparati secondo la ricetta che il pasticciere Lo

cui la copertura esterna cambia, mandorle con glassa che danno un tocco

Gatto custodisce da tanti anni, immancabile la decorazione con gli “anicini”,


i confettini con un’anima di anice che profumano in modo inconfondibile il dolce. A noi è piaciuto molto anche, però, il Tiramisù al pistacchio e cioccolato, per la semplice eleganza della presentazione che ne fanno il dessert perfetto per una tavola elegante. Strati di sottile macaron morbido al pistacchio si alternano con fiocchi di crema al tiramisù, al centro (si vedranno al momento del taglio) crema alla nutella e crumble al cioccolato, a completare una spolverata di granella di pistacchio. Con un ottimo spumante il modo migliore per iniziare il 2020!

Corso V. Colonna, 110 Ischia Info 081. 991649


F O O D / I S C H I A

i

DA CARUSINO Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti

SAPORITA CARNE ALLA BRACE, PIZZE DI OTTIMA QUALITA’, PRIMI GUSTOSI, RICCHI ANTIPASTI NEL MENU’ ALL’INSEGNA DEL COMFORT FOOD DI QUESTO LOCALE PERFETTO PER LE FAMIGLIE MA ANCHE PER UNA SERATA IN DUE.

D

a Carusino, steak house, ristorante e pizzeria, a Ischia in

buona parte dell’anno all’aperto e che forniscono una carne di qualità

posizione comoda subito dopo i Pilastri, accoglie i suoi ospiti

che pone questa razza fra le migliori italiane, e ancora tagli di Angus

con una piacevole atmosfera, grazie alle sale interne in cui

Aberdeen allevato in Irlanda, una delle razze da carne più famose al

sedersi d’inverno, mentre nella bella stagione è disponibile anche un

mondo, di Marchigiana, che si distingue per l’equilibrata marezzatura,

ampio giardino. L’ambiente è in ogni caso caldo e familiare, perfetto

cioè la distribuzione del grasso, che si scioglie in cottura ed è un

per gustare in primo luogo una delle tante specialità di carne alla griglia,

elemento indispensabile per ottenere una bistecca gustosa e morbida.

garantite dalla mano di Giuseppe Caruso, che guida il locale insieme

Costate, T Bone, filetti, tomahawk sono i più richiesti, da accompagnare

al figlio Antonio, ottimo pizzaiolo, e segue in prima persona la brace.

con contorni da scegliere in un’ampia offerta fra parmigiana, patate al

Per la brace, che incontrerete all’aperto entrando nel locale, Giuseppe

forno e fritte, friggitelli, friarielli, peperoni in padella, ecc. Ma è possibile

preferisce legna di quercia, faggio e leccio su cui cuoceranno saporite

prendere anche il pollo allo spiedo, l’arrosto misto che comprende un

scottone (questa parola identifica le femmine di bovino di un’età in

tagliere con spiedino, salsiccia, pollo, carne di manzo e maiale, e ancora

genere fra i 18 e i 24 mesi, che non abbiano ancora partorito e la cui

coniglio sia alla brace che nella ricetta all’ischitana. Tagliate ed entrecote

carne è particolarmente tenera) di Podolica irpina, animali cresciuti per

si possono completare anche con una salsa ai funghi porcini o al pepe


verde. Vale la pena di precedere la grigliata con un antipasto di terra, assai ricco - salumi artigianali, bruschette, mozzarella di bufala, carciofini, parmigiana, crocchè di patate, arancini di riso, involtini di melanzane, tutto preparato da loro - o con un primo, fra cui spiccano le pappardelle al cinghiale o ai funghi porcini. Naturalmente, è possibile provare anche una delle pizze della ricca carta curata da Antonio Caruso, giovane e appassionato del suo lavoro, la cui pizza è una certezza, nell’impasto e nelle farciture. E per chiudere in bellezza, i dessert di preparazione propria, tortino al cioccolato bianco o fondente, tiramisù, cheesecake, torta pan di stelle e nutella: Da Carusino, insomma, si trascorrono ore rilassanti, certi di mangiare piatti sinceri e sempre ricchi di gusto.

Via Michele Mazzella, 228 – Ischia info . 081. 902604 Aperto a pranzo e a cena Da Carusino

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F O O D / I S C H I A

I DOLCI DI CAREDDA

Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti

L

a sua delizia al limone è un punto di riferimento per l’equilibrio dei

mentre il top è di glassa al cioccolato e frutta fresca (foto di apertura).

sapori e delle consistenze: Enrico Caredda, pasticciere da sempre, con

Molto richiesta, insieme alla Morena, creazione originale di Caredda con

una passione incontenibile per il suo lavoro, nel nuovo laboratorio e

una squisita farcitura al cioccolato e caffè, la torta Pinguì, scenografica nella

negozio che ha aperto al centro di Panza crea dessert sempre diversi da

sua semplicità. All’interno pan di spagna al tartufo con mandorle e cioc-

affiancare ai suoi grandi classici. Perfetto, per un dopo cena, per esempio

colato fondente, molto morbido, mousse al latte e variegato alla nutella,

lo Scrigno, con strati di pan di spagna al cioccolato alternati a tre gusti

con copertura sempre di candida mousse al latte e glassa al cioccolato, è

diversi di mousse, tipo red velvet, alla vaniglia e all’amarena,

il dolce ideale anche per una festa di bambini. Il maestro pastic-


ciere Caredda cura molto la scelta degli ingredienti e realizza tutto nel suo laboratorio, dalle ganache alla crema gianduia, dalla pasta di zucchero ai canditi alla farcitura per i cannoli. E, nel caso della regina dei dolci di tradizione, la cassata, sceglie ricotta di pecora dalla Sardegna, dal gusto intenso che grazie alla sapiente lavorazione diventa una delicata crema arricchita con gocce di cioccolato fondente che va a farcire un leggero pan di spagna; la copertura, come vuole la ricetta originale siciliana è di naspro bianco, completata con frutta candita. Intorno un trionfo di frutta martorana, altra preparazione di origine siciliana, a base di farina di mandorle e miele cui con pazienza e creatività Caredda dà l’aspetto di vera frutta in miniatura.

Piazza S. Leonardo, Panza - Forio Info. 366 347 6850 I dolci di Caredda

I piatti e i supporti sono di Barano d’Ischia (Loc. Testaccio) Info. 081990690

Forniture


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foto a cura di

ICity Testi a cura di

Cecilia D’Ambrosio

#1

LORENZO SIRABELLA DI NUOVO IN VETTA

Anno luminoso il 2019 per Lorenzo Sirabella, lo chef e pizzaiolo di origini ischitane, allievo del maestro dell’arte bianca Enzo Coccia, e oggi alla guida del Dry di via Solferino a Milano, locale che ha impostato con successo la sua carta su due fra le preparazioni culinarie più amate, la pizza e i cocktail. Sirabella, infatti, dopo essere stato scelto come miglior giovane pizzaiolo dell’anno secondo 50 TopPizza, a sua volta giovane ma ascoltata classifica del settore, riceve un nuovo riconoscimento per l’ottimo lavoro che fa al Dry, vincendo il Premio di “Miglior Pizza Chef Emergente 2019” nell’ambito del Festival della Gastronomia organizzato a Roma da Luigi Cremona e Lorenza Vitali. Il pizzaiolo campano, ha scelto di presentare le sue gustose creazioni su piatti in ceramica dipinti a mano, realizzati dai maestri ceramisti Nello Di Leva e Gaetano De Nigris, gli abili artigiani che animano il laboratorio Keramos Ceramiche di Ischia, come omaggio all’isola cui è molto legato.

#2

GRAFFE & POIANE: UN’INSOLITA ACCOPPIATA

Ai tanti golosi estimatori della mitica graffa dello chalet Ciro a Mergellina, da qualche tempo, sarà capitato di veder passeggiare sul marciapiede alcuni ragazzi con un grosso uccello rapace (una Poiana di Harris) appoggiato sul guanto da falconiere. È uno spettacolo curioso poiché viene da domandarsi cosa ci fanno dei falconieri a Mergellina... Allora io (assidua frequentatrice di questo tempio del gusto, ma anche giornalista in cerca di racconti) ho chiesto direttamente al proprietario dello Chalet, Antonio De Martino, di spiegarmi il perché di quella insolita presenza, e la motivazione che mi è stata offerta è davvero interessante. Quella zona, come capita nei centri abitati, è popolata da un numero sproporzionato di piccioni e ciò comporta, specie in un luogo dove i visitatori si fermano per mangiare, una gran quantità di disagi e problemi igienici. La Poiana

di Harris è un rapace temutissimo dai piccioni (e non solo!) e rappresenta la risposta risolutiva, intelligente ed ecocompatibile ai problemi causati da questi animali. Contrariamente a come potrebbe sembrare, la presenza costante (nella zona da bonificare) di poiane non comporta azioni cruente poiché è sufficiente la vista ed il semplice passaggio in volo dei rapaci per spaventare ed allontanare i volatili infestanti. Ecco allora che il signor De Martino non ha esitato a contrattualizzare la presenza permanente - fra parentesi anche scenografica! - di questi bellissimi e nobili uccelli con i loro addestratori. Noi abbiamo voluto scattare un’immagine che ritraesse una di queste Poiane di Harris insieme alla sua istruttrice ed in compagnia di mr. De Martino. Non poteva mancare la mitica graffa ed una freschissima spremuta d’arance... Buona Graffa a tutti!


#3

AGLI OSCAR DELLA PIZZA TRIONFA LA CAMPANIA

Grande successo per la terza edizione dei Pizza Awards Italia 2019, un premio ideato e condotto dall’editore Fabio Carnevali, organizzato in collaborazione con il giornalista Vincenzo Pagano, patron del sito Scatti di Gusto. Gli Oscar della Pizza sono stati assegnati da una giuria di 200 giornalisti enogastronomici che hanno selezionato i vincitori fra 100 pizzerie in tutta Italia. La Campania fa la parte del leone, premiati, infatti, Franco Pepe, 50 Kalò di Ciro Salvo, I Masanielli di Francesco Martucci, Le Parùle, Berberè, Patrick Ricci e Salvatore Lioniello, Teresa Iorio, Luca Mastracci di Pupillo, Pignalosa e Sara Palmieri che ha uno spazio tutto suo dedicato alla pizza per i celiaci all’interno di 10 Diego Vitagliano, e ha avuto il prestigioso riconoscimento per la Miglior Pizza Senza Glutine.

GIANNI & LUANA ALLA NY MARATHON

#4

New York, ore 6 am, inizia la 49° edizione della Maratona di New York, la più famosa e partecipata al mondo, 42.195 metri che si snodano lungo le strade di Manhattan, Brooklyn, Queens, Bronx e Staten Island, i cinque distretti amministrativi più grandi degli Stati Uniti. Tra i circa 55.000 partecipanti (2 milioni gli spettatori lungo il percorso) due volti a noi noti, Gianni Sasso atleta paralimpico ischitano e la giovane manager Luana Pezzuto che si è affidata a lui per la lunga preparazione atletica e motivazionale necessaria ad affrontare la sfida. Superando ogni limite. E loro ci sono riusciti! Complimenti dalla redazione di ICity Magazine.



#5

56

MICHELA TERRANOVA: NUMERO 1 DEL JUDO

Medaglia d’oro per Michela Terranova la judoka ischitana della A.S. Ischia Judo. L’8 dicembre 2019, presso il centro olimpico di Ostia, ha disputato la gara decisiva gara per il Campionato Italiano nella sua categoria. Con grandi sacrifici e molta determinazione, la Terranova, che si allena con il padre Rosario e con il prezioso supporto del maestro Gianni Maddaloni, dopo 5 combattimenti tutti vinti per ippon, il KO del judo, si è aggiudicata il primo posto diventando campionessa italiana nella categoria 52 kg Esordienti B. Brava Michela!

#6

TRIONFO NAZIONALE PER LA GINNASTICA ARTISTICA ISCHITANA Clamorosa vittoria per Hana Yaegashi, Rosanna Coppa e Alexandra Natalia Carp - ma per tutti è Naty - le allieve del Centro Ginnastica Ischia. Le giovanissime atlete guidate dal coach Mario D’Agostino, tecnico federale, hanno emozionato il pubblico con l’impeccabile esibizione che ha consentito loro di conquistare il primo posto al Campionato Nazionale Gold allieve 3A, massima competizione a squadre nella categoria 8/9/10 anni, laureandosi campionesse nazionali.


#7

ARTISTATUS: IL CALENDARIO FASHION & FOOD 2020

Torna puntuale il lunario «Fashion&Food» atteso come ogni anno dal mondo della moda partenopea e dell’eno-gastronomia campana. Salvio Parisi, eclettico art director e fotografo del progetto con Simone Marigliano, sceglie l’affascinante Made in Cloister, il chiostro cinquecentesco attiguo alla chiesa di Santa Caterina a Formiello nel centro storico di Napoli, per ambientare i suoi scatti d’autore. Per il 2020 protagonisti un gruppo di giovani artisti e un gruppo di chef campani che hanno formato sei coppie. Gli artisti, quindi, hanno ispirato con il loro stile i ritratti degli chef, che indossano abiti di grandi sarti partenopei, mentre i primi, a loro volta, posano con i piatti simbolo dei cuochi cui sono abbinati. In un divertente gioco di rimandi tutto da scoprire, mese per mese... Buon 2020 a tutti! Photo Salvio Parisi


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#8

BENVENUTO #TEAM LEO! Nuova e importante partnership per ICity Magazine con il gruppo TEAM LEO, i saloni di bellezza dedicati a chi cerca prodotti di alta qualità e le migliori tecniche di hair style ed estetica per uomo e donna nella città di Napoli. E con le 4 sedi a via Caravaggio, piazza Amedeo, al Vomero e ai Colli Aminei sono sempre facilmente raggiungibili. In questa edizione di ICity pubblichiamo il primo servizio fotografico realizzato in collaborazione con il nostro staff, protagoniste le modelle Dalila Sghaier e Yari Vidal. Siamo partiti veramente alla grande, voi che dite?!

#9

ADRIANO DENTONI LITTA: GIOVANISSIMO E GIA’ STELLATO Grande rivoluzione ad Ischia a causa della “Guida Rossa” che ha deciso di spostare sul ristorante La Tuga - ed sul giovanissimo chef Adriano Dentoni Litta - la tanto ambita stella Michelin. Sull’isola brillano già le due stelle del Danì Maison e la stella dell’Indaco e da qualche giorno ad esse si accompagna quella del magnifico ristorante che affaccia sulla baia di Cavagrado, a poca distanza da S. Angelo. Nel 2019 lo staff diretto da Francesco Polito si è avvantaggiato della preziosa consulenza di un nome noto della ristorazione, lo chef Crescenzo Scotti (che dal 2020 passa a dirigere in costiera il Borgo Santandrea) mentre da tempo affida la direzione della sala alle cure espertissime di Carmine Di Iorio. Adriano Dentoni Litta condurrà in esclusiva la prossima stagione, facendo leva sulla potente energia creativa che gli deriva dai suoi 26 anni di età e dalla tenace e radicata passione per la cucina mediterranea che deve all’essere nato e vissuto a Salerno. Adriano ha anticipato ad ICity che per il 2020 il suo menù sarà completamente riscritto in funzione dei sempre maggiori traguardi da tagliare e delle nuove sfide che indubbiamente si imporranno al nuovo blasone conquistato… Perché essere chef stellati è una gran responsabilità!


#10

56 ESPOSITO E FERRIGNO FIRMANO IL NATALE

La Città vive momenti alterni di effervescenza artistica e culturale e per fortuna da qualche tempo ci troviamo nel periodo buono: certo non è possibile fare un paragone tra l’attività culturale della giunta De Magistris (specie adesso che Nino Daniele è stato inopinatamente defenestrato) ed i passati fasti dell’era sindacale di Bassolino, ma è pur vero che Napoli riesce ancora a creare anticorpi contro l’an-

nichilimento infettante del Municipio, dimostrandosi capace di alzare la testa. Ecco allora che per le vacanze di Natale, in vista del pienone turistico, nascono (un po’ ovunque) delle istallazioni belle e interessanti che portano la firma di artisti notissimi. ICity ha scelto di raccontarne fotograficamente due: quella allestita nella hall del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, ad opera del maestro

del presepe Marco Ferrigno - intitolata “Uè”- che ha creato un bellissimo albero di Natale dentro cui sono alloggiate molte statue allegoriche di pulcinella; e le luminarie “ Di-Segni di Luce” realizzate su progetto dell’artista Lello Esposito e issate al centro di Chiaja – volute fortemente da Carla Della Corte e sovvenzionate dalla Confcommercio.


#11

IL CALENDARIO DI CHANE’

Photo Morena Fortino La protagonista del calendario 2020 più dolce e divertente che ci è capitato di vedere è sicuramente lei, Chanè, la cagnolina di 2 anni di Morena Fortino, la brava fotografa che ha realizzato le immagini che vedete in questa pagina e che sono una parte di quelle che compongono il calendario. “E’ iniziato tutto per caso - racconta Morena - mi è capitato di ritrarla nelle sembianze di Frida Kahlo e la foto è riuscita particolarmente bene. Da lì l’idea di una galleria di personaggi famosi, che si prestava benissimo a un calendario. Ma non ero interessata a farne oggetto di guadagno, così ho deciso di devolvere tutti i proventi della vendita in beneficenza. Chané, infatti, mi ha fatto scoprire il mondo bellissimo dei cani e persone dal cuore grande e sincero. Come Anna Maria Monetta, la presidentessa dell’associazione Gli invisibili di mamma Anna di Baronissi (Sa), che fa tantissimo per i randagi, con grandi sacrifici. Lei si occupava dalla nascita di Chanè, che è arrivata da me in maniera un po’ rocambolesca. La precedente padrona cui era stata affidata, infatti, era la mia dirimpettaia e un giorno stando sul balcone ascoltai una conversazione in cui si lamentava di non poterla più tenere. Mi offrii, allora, io che mai avevo preso in considerazione l’idea di adottare un cane, di ospitare Chanè in stallo a casa mia e di aiutarla a trovare una nuova famiglia, attraverso i social. Ma sono bastati tre giorni con lei per innamorarmene e decidere di adottarla. Insomma, Chané mi è entrata dal balcone!”. Questa la storia a lieto fine di Chanè e Morena, la cui incredibile intesa traspare da ciascuna delle 12 deliziose fotografie (oltre a Frida Kahlo - citandoli in ordine sparso - Andy Warhol, la regina Elisabetta, Michael Jackson, Amy Winehouse, madre Teresa di Calcutta, Greta Thunberg ecc. ecc.) che ci faranno sorridere per tutto il 2020. Il ricavato della vendita del calendario, acquistabile online al sito calendariochane.bigcartel.com, andrà all’associazione della signora Monetta, Gli invisibili di mamma Anna.

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#12 Calda atmosfera natalizia e sorrisi per tutti alla serata di beneficenza organizzata a Forio presso la tenuta Villa Spadara da Massimo e Teresa Bottiglieri, che hanno riunito tantissimi amici: obiettivo raccogliere fondi per la Fondazione Operation Smile che da oltre 20 anni, grazie all’impegno di medici volontari, infermieri ed altri operatori sanitari, interviene nei paesi più poveri di Asia, Africa, Sud America per restituire la speranza e la possibilità di una nuova vita a migliaia di bambini nati con gravi malformazioni al viso. Tra gli ospiti il vice Presidente della fondazione il professor Domenico Scopelliti. Durante la serata è stato assegnato anche il premio “Ambasciatore dell’isola d’Ischia” a Gianni Sasso atleta paralimpico che grazie al suo impegno ha dato visibilità ad Ischia nel Mondo e sono state messe all’asta le maglie di campioni del calcio. Quella autografata da Cristiano Ronaldo, arrivata grazie al vice allenatore della Juventus Giovanni Martusciello e le maglie di Insigne, Sensi e Dybala avute grazie al club Napoli isola d’Ischia. Al termine della serata i saluti calorosi di Massimo e Teresa Bottiglieri sono andati a tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione della festa, con l’augurio che questo sia il primo di tanti altri a favore di Operation Smile: Il Pellicano Boutique, Regina di Fiori, Il Mughetto, Ottica Cinzia Pipolo, Judith Boutique, Lombardi Catering, D’Ambra Vini, M&C Catering, Angelino Catering, Hotel Sorriso Resort, Hotel Zi Carmela, Tiratardi, DJ Tony Spignese, lo speaker Giosy Mattera, live show di Alessandro De Angelis, Tenuta Villa Spadara, Foto e Ottica Claudio Pipolo, Paper, profumeria Essense, Pietratorcia, La Compagnia della Danza, la Lucciola Caffetteria Pasticceria, Il Giardino Mediterraneo, ICity Magazine.

CHARITY SMILES PER MASSIMO E TERESA BOTTIGLIERI



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