IL VOLTO DELLE GUERRIERE Il coraggio delle Donne
di Riccardo Sepe Visconti
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e frasi che accompagnano questa raccolta di immagini realizzate nei reparti COVID della Campania tra il marzo 2020 e il marzo 2021 sono tratte da scritti e dichiarazioni di Francesca Mannocchi, giornalista che
vive la malattia, e dal taccuino di fotoreporter di Riccardo Sepe Visconti che la malattia la osserva. Tra queste e quelle è stata inserita una sola frase che fa eccezione: quella del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ed è stata scelta perché in questo periodo è particolarmente bella e soprattutto perché è vera.
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iamo nati tutelati, siamo nati fortunati. A volte lo dimentichiamo. Fino a pochi mesi fa sottovalutavamo la fortuna di vivere in un Paese dove chiunque, in linea di principio, può vivere sereno pensando che lo
Stato – cioè l’unione dello sforzo di tutti noi – provveda alla sua salute in caso di bisogno. Un diritto perdibile, però, di cui con superficialità rischiamo di liberarci. Oggi, con il Covid, ce ne siamo accorti tutti. (febbraio 2021, Francesca Mannocchi)
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on dobbiamo mai perdere la misura delle cose. Non dobbiamo mai perdere l’umiltà, non dobbiamo mai dimenticare che noi veniamo dalla terra dalla povera gente. Mai perdere la testa. (Vincenzo De Luca)
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uesta raccolta di immagini non è dedicata alle Donne ma è ispirata da esse; non è una celebrazione ma una documentazione, dunque non è un tributo, nè un omaggio ma un semplice atto di lealtà.
Ho chiesto a Silvia Buchner - che mi assiste nell’editing di ogni pubblicazionedi riassumere con alcuni aggettivi il senso al femminile del carattere delle donne impegnate in questa battaglia, eccoli: creative, caparbie, amorevoli, intuitive, empatiche, gentili, risolute, instancabili... Personalmente ho provato a fare del mio meglio per fissare in una serie di scatti ciò che sono le Guerriere del Covid. Riccardo Sepe Visconti
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PROLOGO
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a vita inizia in sala parto, ed è appunto dai reparti di Ginecologia - Ostetricia e da quello di Neonatologia che parte il mio racconto fotografico. Purtroppo in questi stessi reparti arrivano anche donne, non vaccinate,
contagiate dal Covid, ed è terribile... La vita delle partorienti o delle giovani madri può essere esposta a pericoli molto seri, e lo stesso accade al nascituro: in alcuni casi le madri sono costrette a partorire anche con molto anticipo, per poi essere ricoverate nei reparti di rianimazione. Con tutto ciò che questa tragedia comporta...
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23 marzo 2020, Ospedale Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli: tutto il Pronto
soccorso è stato trasformato velocemente, disperatamente, in reparto Covid...
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eri sono entrato nel pronto soccorso dell’ospedale di Pozzuoli, trasformato
in poche ore in reparto di rianimazione e di terapia intensiva e sub intensiva
COVID 19 ed ho assistito al muto e lento spettacolo della morte che lotta
per divorare la vita. Dapprima ho attraversato il reparto sub-intensiva ed ho guardato negli occhi quegli uomini e quelle donne sui letti: una di esse mi ha
sorriso e mi ha chiesto di fotografarla così, sorridente... per la figlia; perché
se le cose le andassero male voleva lasciare un’immagine di sé forte! Ma io
non conosco il suo nome (sono così tanti i pazienti quaggiù ed in questo ambiente nessuno può toccare nulla, non ho alcuna possibilità di procurami
carta e penna per scrivere appunti, nè posso prendere il cellulare perché si
contaminerebbe) e se mai le succedesse qualcosa come potrei spedire il suo ritratto alla figlia?!...
Mioddio come avremmo mai potuto immaginare di vivere questa vita precipitata
in tale abisso?!... Come potevamo anche solo pensare di finire in questo inferno? Un inferno popolato da demoni, coloro che ancora rubano, speculano sul dolore, sulla fragilità, quelli che si arrampicano sui cadaveri per qualche
pacchetto di banconote (dio, come li odio!); ma anche popolato da Cherubini, quelli che non dicono mai no, quelli che ci sono, sempre. Quelli che nell’uragano del dolore trovano la forza di sorridere agli altri o di mandare un sorriso alla figlia... attraverso un fotografo di passaggio nella tormenta... (RSV) 28
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essuno ci ha insegnato a cadere; nessuno ci ha insegnato a dire: “ho perso”; in pochi ci hanno insegnato a dire: “ho paura”. (FM)
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scoltare il ritmo algido e mortifero dei bip dei monitor, nel silenzio orribilmente ovattato delle sale di rianimazione; respirare l’odore dei disinfettanti ma anche i dolciastri umori olfattivi della morte; assistere
(invertendo il rapporto tra arte e realtà) alla spietata trasposizione della Pietà del Caravaggio o degli incubi onirici di Francisco Goja che si incarna nei corpi disarticolati e inermi dei pazienti imbrigliati in un reticolo di cannule e sensori... E ciò che sovrasta queste scene - sempre e dovunque! - è l’assoluta impermeabilità ad ogni inutile cedimento emozionale del personale che – come se si trovasse in uno stato di ipnotica dissociazione dal contesto terrestre agisce in tali luoghi. Alle dottoresse, alle infermiere, alle OSS, non si chiede pietà (quella è lasciata alle gente che ha tempo a disposizione...) ma efficienza, lucidità, perizia, consapevolezza, fermezza assoluta. (RSV)
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i è stato chiaro che la morte è un affare di chi resta. Sono i vivi che vogliono essere ingannati, sono i vivi che hanno paura. I malati, no. I malati lo sanno, che stanno morendo, anche quando fingono per non far soffrire chi resta. (FM)
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rovare un criterio per superare la morte delle persone amate è la fatica quotidiana del dopo... Il dopo è addestramento all’oblio. (FM)
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o ti sento... non c’è alcuna possibilità di dirlo ai pazienti in stato di incoscienza. Allora il solo modo che hai di far sentire empaticamente la tua vicinanza è... passargli una lieve carezza sulla fronte. Non è molto, ma in certi casi è tutto... Osservo la perizia dei movimenti di coloro che si prendono, senza alcuna sosta, cura dei pazienti. Quelli che hanno avuto necessità d’essere intubati per ricevere l’ossigeno direttamente nei polmoni, naturalmente, vengono sedati (alcuni più profondamente, altri in modo più superficiale). Da quel momento gli ammalati perdono qualsiasi autonomia ed è necessario sottoporli ad un controllo costante. Ogni volta che un’addetta al reparto (sempre protetta da tute, occhiali, caschi, calzari, maschere e diversi strati di guanti l’uno sull’altro) tocca i pazienti deve necessariamente sfilare i guanti più in superficie, sanificare quelli al livello inferiore e calzare nuovamente guanti puliti. Questa operazione viene compiuta in continuazione... Un turno di assistenza dura in media tra le 4 e le 6 ore (molto dipende anche dalla quantità di ricoverati e dal numero di addetti presenti in sala) durante le quali le operatrici non possono mai toccarsi il viso, né alcuna parte viva del proprio corpo. Dunque non è possibile fare cose naturali come aggiustarsi gli occhiali o la mascherina che dopo le prime ore cominciano a recare fastidio, grattarsi dall’inevitabile prurito, bere, andare in bagno per le necessità fisiologiche, etc. Il compito del personale sanitario prevede di restare sigillati all’interno delle tute impermeabili con i caschi ben calati sul capo; bisogna provare questa sensazione costringendosi a viverla sulla propria pelle per capire cosa significhi alla lunga... Più proseguo in questa mia esperienza più ammiro queste persone. (RSV)
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desso siamo fragili, imbarazzati, disarmati. La nostra forza, la forza che pensavamo di avere, è sbriciolata su un tavolo, dove c’è (in frantumi) la vita che avevamo prima e che non tornerà… più.
Ci guardiamo e pensiamo: perché? E poi ci guardiamo allo specchio e pensiamo: perché a noi? È una frase ingiusta, è una frase crudele; a volte le cose umane possono essere crudeli; a volte le cose umane possono essere feroci; a volte la malattia può essere feroce. Perché la malattia è sempre fare un patto con la rabbia. Ma oggi questo “perché proprio a me”? è diventato un “perché proprio a noi”? E non ha risposte convincenti, o forse ne ha una per ognuno, perché l’epidemia è una malattia che non colpisce un singolo, ci colpisce tutti. E l’unico singolo che colpisce è la collettività. Colpisce i sani, i malati; quelli che malati lo erano già prima e ci costringe ad isolarci per riscoprirci comunità. (FM)
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iccole storie marginali... dal campo di battaglia. Ieri ho vissuto - toccandola con mano - la divisione in 2 dell’Italia: da un lato quelli che stanno bene (e non capiscono cosa ci sia dall’altra
parte), dall’altro quelli che stanno male (e sanno tutto!...). Ho visto un infermiere di oltre 60 anni, terrorizzato. Non dal virus ma dalla claustrofobia: restare chiuso sigillato per ore ed ore in una tuta-scafandro, con maschere strette al volto e casco che ti asfissiano... per lui era impossibile!... Con gli occhi lucidi, terminato il turno, ha chiamato la caposala e le ha detto: “non riesco... non ce la faccio”!... La caposala gli ha sorriso e gli ha risposto di non preoccuparsi, lo capiva… (lo avrebbe spostato in un altro settore). La caposala ha una figlia... che si sta specializzando... a Bergamo, la “Città martire”... Io sospetto che la caposala sia forte con gli altri (perché ve lo assicuro è una donna che infonde sicurezza) perché questo è l’unico modo che ha di proteggere anche la figlia... a Bergamo! La protegge attraverso la sua forza d’animo, in questi casi diventa la tua più grande ricchezza. (RSV)
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nvece no, non ce l’hanno insegnato che anche la medicina è incerta e che dobbiamo saper accettare un “non so” come risposta. (FM)
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morevolmente... Mi spiegano infermiere ed OSS, che sono coloro che hanno maggior rapporti di intimità con i malati, che per sopravvivere nei reparti
COVID è necessario non “portarsi i malati in casa”, ovvero, pur mantenendo atteggiamenti premurosi, evitare di trasformare in affetto il flusso di emozioni verso le persone in cura. Con Daniela tutto questo non è stato possibile. appena entrai in corsia un’infermiera mi disse: “voglio farti conoscere una paziente eccezionale”. Daniela mi fu descritta come una giovane donna, estremamente determinata e forte e… anche un po’ vanitosa. Mi dissero. “lei ci tiene molto a raccontarsi, le piace che le persone si interessino alla sua storia”. Fu così che la conobbi, le parlai, raccolsi il suo dolce sorriso… Siamo abituarti a vedere le persone affette dalla sindrome di Down come fragili, Daniela, al contrario, era fortissima. Ma il Covid lo è stato di più. Pochi giorni dopo la mia visita le sue condizioni sono precipitate e lei è morta. In stanza con lei era ricoverata anche la madre che mi ha insegnato il valore di una parola desueta dicendomi con voce emozionata: “queste persone (si riferiva a tutto il personale del reparto) con noi sono Amorevoli”. Sì, amorevole, che bella parola dimenticata... e ritrovata nella corsia di un ospedale. 104
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iamo tutti uguali, qui, signora. Il tempo non ci appartiene più, - ho detto, mettendo via l’intransigenza… (FM)
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uesta immagine l’ho realizzata quando l’epidemia era nel pieno della sua devastante virulenza e negli ambienti Covid si viveva una tensione molto, molto, palpabile...
Stesa su una barella di pronto soccorso, in attesa di essere visitata, una donna anziane - sola - mi appariva smarrita: il suo modo per orientarsi e cercare un punto d’equilibrio era quello di stringere tra le mani una minuscola collanina (appena visibile) da sgranare al fine di mantenere il conto per la recita del rosario. Ancorché non sia credente, il rapporto tra la malattia e la fede è un aspetto della vita che mi cattura e mi appassiona. I protocolli di allontanamento da tutto e da tutti - imposti dal contagio - rafforzano il rapporto tra il credente ed il suo mondo spirituale. Questa reazione mistica produce senz’altro un conforto e perfino un ricovero a chi rischia di lasciare - completamente nudo! - la propria esistenza: una sorta di condanna terribile, e senza possibile appello, che puoi affrontare solo se affidi le tue aspettative a qualcosa di soprannaturale, che trascende le miserie umane... Credo che in casi come questi l’idea di Dio ti possa avvicinare all’idea stessa di ritrovare una casa pronta per accoglierti... E questo aspetto, forse, può concederti un po’ di pace. (RSV)
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piaggia d’Ischia, anni ‘70: una fetta di dolce anguria di quel bel colore rosso rosso (la cui brillantezza puoi distinguerla così bene al sole dell’estate), da mordere mentre il succo ti cola tra le mani... per me da
ragazzino significava libertà, allegria, felicità... Questa mattina, all’Ospedale Giovanni da Procida di Salerno stavo visitando il reparto Covid in compagnia dello pneumologo Benedetto Polverino e siamo entrati in una stanza dove è ricoverata una delle pazienti (le cui cure per contrastare l’infezione stanno dando ottimi risultati)... ma nel farvi ingresso l’abbiamo trovata vuota, al ché il dottore ha incaricato immediatamente gli infermieri di cercare la paziente, preoccupato che si fosse potuta sentire poco bene nel bagno... nel bussare alla porta del gabinetto la signora non rispondeva e la tensione è immediatamente salita. L’ho trovata io, un paio di stanze più in là: la signora si era andata a sedere al fianco di una luminosa finestra ed aveva scelto quel luogo per pregare. Stringeva tra le mani un semplice rosario di plastica flourescente e guardando al di là delle lastre di vetro il procedere della Primavera nel rigoglioso parco che abbraccia l’Ospedale, recitava silenziosamente le sue preghiere. Il volto sereno ed il corpo protetto da una vestaglia di un magnifico rosso-rosso anguria! Vedendo questa scena, pur non credendo in Dio, capisco che anche nel tumulto è possibile trovare pace. (RSV) 120
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omando a matita sul taccuino: perché ho così tanta paura di dimenticare? Rispondo a matita sul taccuino: perché la memoria è la mia storia è il mio passato, il mio passato è origine e destinazione. (FM)
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ei reparti di isolamento degli ospedali il solo contatto umano che i pazienti possono avere è con il personale sanitario. Chi non ha la fortuna di avere con sé un cellulare deve chiederlo in prestito agli
infermieri perché le fugaci conversazioni telefoniche sono l’unico modo possibile per comunicare con i propri affetti. Per tutto il resto esistono solo il letto, il respiratore, le mura della stanza e il rapporto con medici e infermieri. È in questo groviglio di paura di morire, ansia per il domani, smarrimento per l’oggi, rimpianto per il passato, che nascono rapporti affettivi cementati dal senso di riconoscenza dal lato del paziente e dal desiderio di vincere sulla malattia da parte del personale. Il tutto percorso - da entrambe le parti - da forti scosse di emozione! Io ho il privilegio di raccogliere... alcune scintille. (RSV)
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uando stavo per andare, ero già sull’uscio, F. mi disse: “Non devi aver paura del tuo corpo, non ti è nemico, è strumento di comprensione, usalo per conoscere il mondo e le persone, usalo anche per farti
conoscere dagli altri”. (FM)
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o assistito ad una scena intrisa di “filosofico spirito partenopeo”: nel reparto accettazione del Pronto Soccorso di Pozzuoli, in piena pandemia - sebbene in un momento di minore tensione - si è presentata una
paziente (o candidata tale) con una maschera da sub sul volto(!!!): la signora lamentava un certo “malessere ad un dito”!... Al ché l’infermiera preposta all’accettazione (una donna simpatica ed energica, dal forte sense of humour) le ha detto: “signò, ma site passata addò Decathlon pe’ v’accattà a mascherina primm’ e vennì add’nuje?!... (RSV)
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ro abbastanza grande per scegliere, non abbastanza per sapere perché lo stessi scegliendo. (FM)
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rova ad immaginare cosa significa entrare cosciente in un ospedale e da un certo momento in avanti restare isolato dal mondo: non poter più incontrare i tuoi affetti più cari, non poter più tornare a casa, alla tua
quotidianità, non essere più proprietario della tua esistenza ma restare soltanto inquilino del tuo solo corpo - che è, insieme, tutto ciò che ti resta, ma anche la tua prigione… Pensa che, da ammalato di COVID 19, non potrai più vedere il volto di nessuno, non potrai distinguere le persone che ti si avvicineranno e non potrai mai sapere se da un momento all’altro qualcuno ti dirà: “per il suo bene, per aiutarla a respirare, per farla guarire... dobbiamo addormentarla perché le dobbiamo mettere un respiratore artificiale in gola”... E tu sai... che le tue possibilità di risvegliarti da questo incubo sono poche, molto poche... chissà… troppo poche, se tu avessi ancora voglia di vivere, dopo tutto questo… Pensa a tutto ciò e... capirai (bene) quanto sia importante, che valore abbia, per un paziente isolato e smarrito la carezza dolce di una mano affettuosa che ti assicura: avrò cura di te! Le Donne sanno essere forti perché si esprimono anche attraverso piccolissimi gesti… (RSV)
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5 Ospedale Anna Rizzoli, Ischia 6 Napoli di notte vista da Posillipo 10 Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania 12 II Policlinico Reparto puerpere in Rianimazione Covid 14 II Policlinico Reparto puerpere in Rianimazione Covid 16 II Policlinico Reparto puerpere in Rianimazione Covid 18 II Policlinico, Direzione Generale 19 II Policlinico, Reparto Neonatologia 20 II Policlinico, Reparto Neonatologia 22 II Policlinico, Reparto Neonatologia 22 II Policlinico, Reparto Ginecologia/Ostetricia 24 II Policlinico, Reparto Ginecologia/Ostetricia - degenza Covid 25 II Policlinico, Reparto Ginecologia/Ostetricia - degenza Covid 26 II Policlinico, Reparto Ginecologia/Ostetricia - degenza Covid 27 II Policlinico, Reparto Rianimazione 29 Ospedale Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli 30 Ospedale San Pio di Benevento 32 Ospedale Loreto Mare, Napoli 34 Rianimazione Santa Maria delle Grazie Pozzuoli 35 Reparto Anatomia Patologica Osp. San Giuliano, Giugliano 36 Rianimazione Osp. San Pio, Benevento 38 Pronto Soccorso Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli 39 Covid Hospital, Boscotrecase 40 Office caposala P.S. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli 41 Corsia PS Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli 43 Rianimazione Osp. San Pio, Benevento 44 Rianimazione Osp. San Pio, Benevento 45 Sala operatoria Rizzoli, Ischia 47 Rianimazione Osp. San Pio, Benevento 48 Sala operatoria Ospedale pediatrico Santobono, Napoli 49 Sala operatoria Covid Hospital Boscotrecase 50 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli 52 Ospedale San Giuliano, Giugliano 53 Rianimazione Ospedale San Giuliano, Giugliano 54 Terapia subintensiva Osp. Malattie Infettice Cotugno, Napoli 55 Sala monitoraggio rep. sub intensiva Covid Osp. Loreto Mare, Napoli 56 Sala operatoria Ospedale pediatrico Santobono, Napoli 57 Rianimazione aperta - Osp. Moscati, Avellino 58 Ospedale San Pio di Benevento 59 Rianimazione Ospedale San Pio di Benevento 61 Corsia Osp. Loreto Mare, Napoli 62 Ospedale San Giuliano, Giugliano
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pag. 63 Ospedale San Giuliano, Giugliano pag. 65 Rianimazione Osp. San Pio, Benevento pag. 66 Rianimazione Osp. San Pio, Benevento pag. 69 Pronto Soccoso Osp. San Giuliano, Giugliano pag. 70 Ingresso Pronto Soccoso Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 71 Osp. San Giovanni di Dio, Frattaminore pag. 73 Ospedale Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 74 Ospedale del Mare, Ponticelli pag. 76 Reparto vaccini, Osp. San Giovanni di Dio, Frattaminore pag. 77 Casello Tamponi Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 78 Rianimazione, Osp. Cardarelli, Napoli pag. 80 Rianimazione, Osp. Cardarelli, Napoli pag. 81 Rianimazione, Osp. Cardarelli, Napoli pag. 82 Ospedale malattie infettive, Cotugno, Napoli pag. 83 Reparto Anatomia Patologica Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 84 Sala controllo 118 Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 85 Office caposala Osp. pediatrico Santobono, Napoli pag. 86 Da prima a sinistra in senso orario: Rizzoli - San Giuliano - San Giuliano - San Giuliano pag. 87 Da prima in alto: Ruggi D’Aragona - San Giuliano pag. 88 Reparto Sub intensiva Covid, Osp. Malattie infettive, Cotugno, Napoli pag. 89 Reparto Sub intensiva Covid, Osp. Malattie infettive, Cotugno, Napoli pag. 90 Sala operatoria Ospedale pediatrico Santobono, Napoli pag. 91 Ruggi’D’aragona - Ruggi D’Aragona - Cardarelli - Ruggi D’Aragona pag. 92 In alto a sin. Ist. De Filippo, Ponticelli - C.V. Mostra d’Oltremare - S.M.d G. - Ruggi D’Aragona pag. 93 Ospdedale Rizzoli, Ischia pag. 94 Ospdedale Rizzoli, Ischia pag. 95 Porto di Ischia distribuzione mascherine, dono della Protezione Civile pag. 96 Pronto Soccorso, Ospedale San Giovanni di Dio, Frattaminore pag. 97 Centro Vaccini, Mostra d’Oltremare, Napoli pag. 98 In alto a sin. Covid Hospital di Maddaloni - Cotugno - S.M.d G. - Santobono pag. 99 In alto a sin. Cotugno - Cotugno - Ruggi d’Aragona pag. 100 Reparto Sub intensiva Covid, Ospedale del Mare, Ponticelli pag. 101 Casello Tamponi Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 102 Ingresso Pronto Soccoso Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 103 Ingresso reparto terapia sub intensiva, Osp. San Pio, Benevento pag .105 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag .106 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 107 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag. 109 Reparto Sub intensiva Covid, Ospedale del Mare, Ponticelli pag. 110 Osp. san Giovanni di Dio, Frattamaggiore pag. 111 Reparto di Rianimazione, Osp. Loreto Mare, Napoli pag. 113 Pronto Soccorso, Ospedale San Giovanni di Dio, Frattaminore pag. 114 In alto a sin. Loreto Mare - SMdG - SMdG - SMdG pag. 115 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie pag.116 Covid Hospital, Maddaloni
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pag.117 Osp. Loreto Mare, Napoli pag.118 Osp. Malattie Infettive, Cotugno, Napoli pag.119 Osp. Loreto Mare, Napoli pag.121 Osp. Giovanni da Procida, Salerno pag.122 Osp. Malattie Infettive, Cotugno, Napoli pag.124 Osp. Loreto Mare, Napoli pag.126 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie pag.127 Osp. Loreto Mare, Napoli pag.128 Rianimazione, Osp. San Giuliano, Giugliano pag.130 In alto a sin. SMdG - SMdG - Reparto vaccini, Osp. San Giovanni di Dio pag.131 In alto a sin. Osp. del Mare - SMdG - Cotugno - SMdG pag.132 Terapioa sub intensiva, Osp. Loreto Mare, Napoli pag.134 Pronto soccorso, Osp. pediatrico Santobono, Napoli pag.135 Osp. Ruggi d’Aragona, Salerno pag.136 Covid Hospital, Maddaloni pag.137 In alto a sin. Covid Hospital Boscotrecase - Ruggi d’Aragona - Frangipane - Frangipane pag.138 Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.139 Ospdedale Rizzoli, Ischia pag.140 Reparto Terapia Intensiva, Osp. del Mare, Ponticelli pag.141 Osp. Malattie Infettive, Cotugno, Napoli pag.142 In alto a sin. Loreto mare - Loreto Mare - Loreto Mare - Loreto Mare pag.143 In alto a sin. Cotugno - Cotugno - Frangipane - San Pio pag.145 Pronto Soccorso, accettazione, Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.146 Osp. del Mare, Ponticelli pag.147 Osp. del Mare, Ponticelli pag.148 Osp. Malattie Infettive, Cotugno, Napoli pag.149 Osp. Malattie Infettive, Cotugno, Napoli pag.150 Astanteria dei Bambini , osp. pediatrico Santobono, Napoli pag.151 Reparto Sub intensiva Covid, osp. pediatrico Santobono, Napoli pag.152 Reparto Sub intensiva Covid, osp. pediatrico Santobono, Napoli pag.153 Pronto Soccorso, osp. pediatrico Santobono, Napoli pag.154 Sala operativa direzione strategica, Protezione Civile, Centro Direzionale, Napoli pag.155 Sala operativa direzione strategica, Protezione Civile, Centro Direzionale, Napoli pag.156 Reparto radiologia, Osp. Rizzoli, Ischia pag.157 Office caposala Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.158 Reparto anatomia patologica, Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.159 Reparto Covid in allestimento, Osp. Rizzoli, Ischia pag.160 Pronto Soccorso, Ospedale San Giovanni di Dio, Frattaminore pag.161 Osp. Ruggi d’Aragona, Salerno pag.162 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie pag.164 Osp. san Giuliano, Giugliano pag.165 Osp. San Pio, Benevento pag.167 Casello tamponi, osp. San Giuliano, Giugliano pag.168 saletta ristoorazione, Osp. San Pio, Benevento pag.169 Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli
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pag.170 In alto a sin. SMdG - SMdG - San Giovanni di Dio - San Giovanni di Dio pag.171 Accettazione pronto soccorso, Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.172 In alto a sin. San Giuliano - C.H Boscotrecase - Giovanni da Procida - Frangipane pag.173 In alto a sin. San Giovanni di Dio - San Giovanni di Dio - Centro Vaccini Mostra d’Oltremare pag.174 Osp. Malattie Infettive, Cotugno, Napoli pag.175 Osp. Ruggi d’Aragona, Salerno pag.176 In alto a sin. SMdG - San Pio - San Giuliano - San Pio pag.177 Casello Tamponi Osp. Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.178 Sala vestizione, “percorso pulito”, Osp. del Mare, Ponticelli pag.179 Osp. Loreto Mare, Napoli pag.180 In alto, Osp. del Mare - SMdG - Centro Salute Mentale Arzano pag.181 In alto. Osp. del Mare - San Giuliano pag.182 Reparto Vaccini, Ospedale Santa Maria delle Grazie, Pozzuoli pag.183 Stanza dedicata agli incontri con le psicologhe, Ospedale Moscati, Avellino pag.184 Centro Vaccini, Mostra d’Oltremare, Napoli pag.185 Centro Supporto adolescenti autistici, Qualiano pag.186 Covid Hospital, Boscotrecase pag.187 Struttura modulare degenza Terapia intensiva Covid, Ospedale del Mare, Ponticelli pag.188 In alto a sin. Osp. del Mare - Osp. del Mare - SMdG - San Giovanni di Dio pag.189 In alto a sin. Osp. Rizzoli - San Giuliano - Osp. del Mare pag.190 Stanza dr. Paolo Ascierto, Ospedale Pascale, Napoli pag.191 In alto a sin. Osp. Pascale - Cardarelli - San Giuliano pag.192 Osp. del Mare, Ponticelli pag.193 In alto a sin. C.V. Mostra d’Oltremare - SMdG -C. V. Mostra d’Oltremare - SMdG pag.194 In alto a sin. Osp. Loreto Mare - Frangipane - Osp. Rizzoli - SMdG pag.195 In alto a sin. San Giovanni di Dio - Osp. del Mare - San Giovanni di Dio - SMdG pag.196 In alto a sin. Loreto Mare - Centro Epidemiologia Sant’Antimo - San Pio - Rizzoli pag.197 In alto a sin. San Giuliano - San Giuliano - San Giuliano - SMdG pag.198 In alto a sin. San Giuliano - San Giuliano - San Giovanni di Dio pag.199 In alto a sin. Rizzoli - Giovanni da Procida - SMdG pag. 200 Reparto pneumologia sub intensiva, Giovanni da Procida, Salerno pag. 202 Stanza di degenza, Ospedale del Mare, Ponticelli pag. 203 Astanteria, Ospedale del Mare, Ponticelli pag. 204 Terapia subintensiva padiglione Covid Osp. Santa Maria delle Grazie pag. 205 Ospedale San Pio, Benevento pag. 206 Direzione sanitaria, Osp. Ruggi d’Aragona, Salerno pag. 207 Osp. Ruggi d’Aragona, Salerno pag. 208 Ospedale Giovanni da Procida, Salerno pag. 209 In alto a sin. C.V. Mostra d’Oltremare - SMdG - Osp. del Mare pag. 210 In alto a sin. Loreto Mare - San Giovanni da Procida - San Giuliano - Frangipane pag. 211 Ambulatorio dr.ssa Pina Tommasielli pag. 212 Pronto soccorso,Ospedale San Giovanni di Dio, Frattaminore pag. 213 Pronto soccorso,Ospedale San Giovanni di Dio, Frattaminore pag. 214 Ospedale Loreto Mare pag. 2145 Osedale del mare, Ponticelli
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Mi chiamo Riccardo sepe Visconti, sono napoletano, nato nel 1962 e da molti anni fotografo e faccio il giornalista. Per documentare il lavoro di tutte le donne descritte nelle immagini di questa raccolta ho visitato la maggior parte delle rianimazioni degli ospedali campani, cominciando a scattare fin dai primi giorni dell’inizio della pandemia, quando la tensione era altissima ed altrettanta era la paura. Ho veduto morire molte persone, ma soprattutto ho assistito alla vita di tante altre. In oltre un anno e mezzo sono entrato 67 volte in sale di rianimazione infette, vi ho trascorso molte e molte ore, ho scattato oltre 500mila immagini. In questi mesi ho avuto il privilegio di poter osservare episodi di grande coraggio e immensa bellezza e per questo sono davvero grato a tutte le donne che mi hanno permesso di testimoniare il loro grande coraggio e la loro lucida determinazione. Grazie ancora.
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