L I F E S T Y L E
I N F L U E N C E R
COVER
NATALIA KITSUL
SPECIAL
GLOBAL FILM & MUSIC FEST 2016
COMIC MEDIOEVO 2.0
FASHION
VALERIYA TROYATSKA CHIARA DI DONNA ALINA MONTI DREAMS OF CALIFORNIA 2
NATURE
PARADISI NASCOSTI
anno 12 - N°44 autunno 2016 ischiacity.it
euro 5,00
ischiacitydivisionepubblicitĂ
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Via Pendio Nitrodi - Ioc. Buonopane - Barano d’Ischia - nitrodi.com +39 081 99 05 28 - info@fonteninfenitrodi.com
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44
CREDITS
S U M M A R Y
editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle riccardofioretti umbertoarcamone editors gianlucacastagna_special pasqualeraicaldo_politics emmasanto_people valeriogalasso_life ceciliad’ambrosio_food
i
COVER_ Natalia Kitsul AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti HAIR_ Picasso Hair & Beauty MAKE UP_ Aglaia DRESS & JEWELRY_ Boutique Micky
PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 dayanachiocca raffaellabarbieri danielconte
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CONTRIBUTING
86
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22 34
models valeriyatroyatska chiaradidonna alinamonti francescamigliaccio miriamcianciarelli raffaelemarchesiello palmadimeglio nataliakitsul makeupartist nancytortora ileanadiraffaele hairdresser cristiansirabella stefanocastaldi
64 FASHION
49 Chiara Di Donna & Alina Monti 58 Dreams of California 2 79 Valeriya Troyatska
COMIC
POLITICS
34 Medioevo 2.0
26 Sostiene De Magistris 128 Il bilancio di Paolino Buono
SPECIAL
86 Global Film & Music Fest 120 Gabriele Mainetti
EVENT 126 Franco Cavallaro 150 Ischia Safari Food
COVER
NATURE
PEOPLE
LIFE
PRESS
ARCHITECTURE
146 Rossopomodoro 172 Speciale Gusto
CHEF
AMARCORD
BUSINESS
15 Natalia Kitsul 22 Aurelio De Laurentiis 29 Luigi Vicinanza
56 Ciro Calise
69 Paradisi nascosti 136 Gianni Sasso
FOOD
142 Astra Outdoor Solutions 64 Il mondo dei Riva
140 Woman power
editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy redazione@ischiacity.it ischiacity.it retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti N°44, anno 2016 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia microprint, napoli
D I R E C T O R
i
L’ORGOGLIO DI VEDER CRESCERE LA PROPRIA AZIENDA Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente con altri impieghi. [Luigi Einaudi] Presidente della Repubblica Italiana
Da tempo vado dicendo che l’Isola farebbe bene
azienda equivale ad investire nel territorio. E,
niente trascurabile! - l’innalzamento dei livelli
a smetterla di procedere solo attraverso un’at-
ovviamente, su tutti c’è l’esempio dell’Albergo
di orgoglio da parte di tutto il personale e dei
tività (economico/imprenditoriale) estrattiva,
della Regina Isabella e del suo patron Giancarlo
collaboratori dell’albergo i quali, nel vedere la
per concentrarsi maggiormente su un’azione
Carriero, che nel 2016, con uno sforzo perfino
proprietà impegnata in interventi strutturali, si
di trasformazione (migliorativa) del prodotto
maggiore degli anni precedenti, ha rappresenta-
sono sentiti maggiormente motivati a lavorare
turistico e dei servizi offerti ai visitatori. Alcuni
to l’epicentro dei maggiori avvenimenti culturali
per un’impresa che investe nei propri obiettivi
titolari d’aziende - in verità - lo fanno, ma sono
e artistici che si sono tenuti a Ischia, così come si
e pianifica attentamente il futuro. Personalmen-
pochi e, soprattutto, isolati. Indubbiamente la
è distinto per l’attività di pungolo all’economia
te, amerei che questo format diventasse virale:
stagione 2016 ha registrato (e continuerà fino
e la sensibilità ai temi etici, sociali e di politica
vorrei che molti altri operatori economici, come
alla fine dell’anno) un forte incremento - si parla
del territorio. Al di là del fondamentale supporto
ho detto in principio, abbandonassero l’idea di
di un aumento del 15% di presenze! - dovuto,
logistico che il R.I. offre (da anni) a manifestazio-
limitarsi ad estrarre ricchezze dal contesto in cui
purtroppo, alla grande insicurezza legata al ter-
ni quali Il Premio Internazionale di Giornalismo,
si trovano ad agire e si dedicassero a trasforma-
rorismo internazionale, che ha condizionato la
il Global Film & Music Fest, la rassegna musi-
re questa marginalità (in surplus) incassata nel
scelta delle mete per le vacanze. Non c’è motivo
cale Piano & Jazz e, più recentemente, il Safari
2016, in attività migliorative per le loro aziende
di augurarsi che questo stato di cose continui
Food (tutte realtà che assicurano all’isola una
e, più in generale, per la qualità dell’ospitalità
(benché io stesso abbia ascoltato, attonito, un
grandissima visibilità internazionale), la famiglia
di tutta l’isola. Carriero ci insegna che tutto ciò
noto albergatore - che in genere ama fare pub-
Carriero prova con i fatti a essere un apripista
è possibile; io, se posso suggerire un compor-
bliche concioni! - affermare ad alta voce in un
(verso un più evoluto concetto di dinamismo
tamento, vorrei dire di seguire questo esempio.
bar molto affollato che, testuale, “Ci sarebbe
imprenditoriale), nel momento in cui impegna
da sperare che l’ISIS prosegua nelle sue azioni,
ingenti fondi privati per ristrutturare, abbelli-
poiché ciò comporta ricchezza per isole come
re e rimodernare i propri ambienti ed i servizi
Ischia”… sic!), quanto piuttosto ci sarebbe da
offerti. Il caso più visibile è il totale restyling
rimboccarsi le maniche per patrimonializzare il
dell’intero locale adibito a ristorante, la ribattez-
grande vantaggio acquisito. Come potremmo
zata “Terrazza Dolcevita”. Una trasformazione
fare? Semplice, seguendo l’esempio dei virtuo-
evidentemente costosa, che tuttavia ha imme-
si: gente seria, sensibile ed intelligente, che da
diatamente prodotto ricadute positive: non solo
tempo ha compreso che investire nella propria
il gradimento degli ospiti, ma anche - cosa per
RICCARDO SEPE VISCONTI
C O V E R
NATALIA KITSUL
i
Nella pag. precedente, abito Frida Querida, sandali Marc Ellis da Andy Calzature; orologio Stamps, collana, borsa e cappello in rafia, Ibeliv. In queste pag. abito Gas, sandali Moda Marina, borsa Justo, pendente La Sciantosa, occhiali Saraghina, cappello Ibeliv.
AD_ Riccardo Sepe Visconti PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti e Dayana Chiocca PRODUCER_ Cecilia D’Ambrosio MODEL_ Natalia Kitsul MAKE UP_ Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_ Cristian Sirabella per Picasso Hair & Beauty, Ischia DRESS, BAGS, JEWELRY & GLASS_ Boutique Micki - S. Angelo d’Ischia SHOES_ Boutique Micki, S. Angelo d’Ischia e Andy Calzature, Lacco Ameno, S. Angelo ASSISTANT_ Naomi Di Costanzo LOCATION_ Giardini Ravino, Forio
Nella pag. precedente, camicia da uomo Gas, shorts Gas, collana in materiale naturale Nature Bijoux. In questa pag., top con dietro in pizzo Gas, foulard in seta Micki Boutique, secchiello Justo. A lato, costume da bagno Frida Querida, collana, orecchini e anello Nature Bijoux; sandali Marc Ellis da Andy Calzature.
Micki Boutique Via Chiaia di rose, 16 - S. Angelo d’Ischia Info 081. 999777 www.boutiquemicki.it Fb boutique micki
P E O P L E
AURELIO DE LAURENTIIS L’UOMO DALLE IDEE D’ORO
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Text_ Emma Santo Photo_ Dayana Chiocca
ROMA GLI HA DATO I NATALI, MA NELLE VENE DI AURELIO DE LAURENTIIS SCORRE IL SANGUE TORRESE DELLO ZIO AGOSTINO, IL CELEBRE DINO, E DEL PADRE LUIGI, CRESCIUTI IN UNA FAMIGLIA DI PASTAI A TORRE DEL GRECO. COME IL CINEMA, NAPOLI ERA GIÀ MARCHIATA A FUOCO NEL DESTINO DI UNO DEI PIÙ GRANDI IMPRENDITORI ITALIANI. I modelli a cui guarda il giovane Aurelio De Laurentiis sono entrambi forti e molto diversi l’uno dall’altro. Tra l’“autocrate” Dino, il produttore che in America chiamavano “The Legend”, e un padre più aperto al dialogo con gli altri, Aurelio capisce che la sua vocazione sarebbe stata quella di seguire le orme di quest’ultimo, per poi procedere a passi suoi, con scarpe nuove, arrivando a tagliare e a proporre traguardi ancora più lontani. Apprende subito che per fare film ci vogliono idee forti e una buona storia, che bisogna ascoltare il pubblico, assecondarne il gusto, che il cinema in Italia incassa se fa ridere o se fa paura. Nel 1975 padre e figlio De Laurentiis fonderanno la Filmauro, che ha prodotto e distribuito più di quattrocento film, imponendosi nel mercato dell’home video e diventando una delle principali protagoniste dell’entertainment a livello nazionale ed internazionale. Il debutto avviene nel 1977, con “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli. Il protagonista è uno straordinario ed insolito Alberto Sordi, e la pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami, lascerà un segno indelebile nella storia del cinema italiano. Da lì in poi, il listino della Filmauro sforna centinaia di titoli, dai film di spessore come “Maccheroni” di Scola, “Codice privato” di Maselli, “Il Testimone dello sposo” di Pupi Avati, “Matrimoni” di Cristina Comencini, alle commedie popolari di successo: da “Amici miei” di Monicelli a “Qua la mano” e “Nessuno è perfetto” di Pasquale Festa Campanile, a “Il Mostro” di Benigni. Fino al fortunato ciclo delle commedie natalizie, classificate come “cinepanettoni”, cominciato nel 1983 con “Vacanze di Natale” dei fratelli Vanzina. I ‘90 saranno gli anni della definitiva affermazione del genere che segnerà l’inizio del sodalizio
Polański. Con i suoi film, Aurelio De Laurentiis ha vinto più di 50 Biglietti d’Oro,
artistico fra Massimo Boldi e Christian De Sica, gli attori feticcio della saga in-
15 David di Donatello, 7 Globi d’Oro, 7 Nastri d’Argento, e molti altri premi. E’
serita nel Guinness dei Primati come la serie cinematografica più longeva della
stato inoltre – solo per menzionare alcuni degli incarichi di prestigio ricoperti
storia, addirittura più di James Bond. Finché, dopo ben 28 anni, De Laurentiis
nel settore – Presidente della Federazione Mondiale dei Produttori, Presidente
decide di cambiare registro e di investire su una comicità più soft e su comme-
dell’Unione Nazionale Produttori Film dell’Anica, uno degli azionisti di riferi-
die romantiche, facendo scendere in campo una nuova doppia-coppia di attori
mento di Italian Entertainment Group Spa, e nel maggio del 2014 ha creato
vincenti: Lillo e Greg e Luca e Paolo. La Filmauro ha sempre osato anche nella
un gruppo di lavoro a Los Angeles per lo sviluppo e la produzione di serie
distribuzione, scommettendo su registi di fama mondiale del calibro di Blake
televisive americane. “Il cinema americano si è nutrito ed è cresciuto con quello
Edwards, Luc Besson, Robert Altman, Abel Ferrara, David Cronenberg, Woody
italiano, ed è importante questo scambio, questo ponte che si è realizzato tra
Allen, Pedro Almodóvar, David Lynch, Joel ed Ethan Coen, Ridley Scott, Roman
le due realtà”, ha affermato Aurelio De Laurentiis, durante la 14esima edizione
dell’Ischia Global Film & Music Fest di Pascal Vicedomini. Le sue intuizioni,
conquista mercati, attira sponsor, vince e convince. Non compra campioni, li
spesso invise e considerate folli anche dagli esperti del settore, si sono rivelate
crea. E diventa la gallina dalle uova d’oro del gruppo Filmauro. Da produttore,
sempre dei successi puntuali. Aurelio De Laurentiis ha una visione dell’impren-
a “o’ presidente”, a personaggio: oggi il patron De Laurentiis ha in mano il de-
ditorialità che travalica la modernità, tanto che dopo aver puntato sul cinema
stino sportivo ed economico della società e punta ad un nuovo stadio. Intanto,
a stelle e strisce e su quello d’oltralpe (nel 2002, il Ministro della Cultura Fran-
la dinastia cinematografica continua e si espande, con l’ingresso del figlio Luigi
cese, Jean-Jacques Aillagon, gli ha attribuito il titolo di “Officier de l’Ordre des
nella società di produzione e distribuzione, che ricrea il sodalizio degli inizi,
Arts et des Lettres”) è alla Cina che ora volge lo sguardo perennemente vigile
questa volta con Aurelio nei panni del padre. Il sogno americano si riaffaccia
alle pressioni del cambiamento. Il mercato orientale è uno dei suoi nuovi obiet-
prepotente (dopo “Sky Captain and the World of Tomorrow” nel 2004) con il
tivi, nel cinema come nel calcio, secondo grande amore consacrato nel 2004,
successo di “L’abbiamo fatta grossa” e della strana coppia Verdone-Albanese.
anno in cui Aurelio De Laurentiis
Il lungimirante patron lancia il film negli States con il titolo “The big score”
decide di rilevare la Società Sporti-
e annuncia la realizzazione di una serie tv americana, tratta dal romanzo di
va Calcio Napoli, nobile decaduta a
Giorgio Faletti, “Io uccido”. Sarà affidata ad Anthony Cipriano e prevede do-
causa delle gestioni travagliate che
dici episodi con finale aperto, per mettere in cantiere una seconda stagione.
l’hanno relegata nelle serie inferiori.
Un’altra grande intuizione votata al successo? Aurelio De Laurentiis non ha
Il patron riparte dal nome, Napoli
dubbi e, durante l’ultima serata dell’Ischia Global Fest, afferma con la consue-
Soccer (per poi ritornare alla deno-
ta, incrollabile grinta di chi è sicuro di vederci giusto: «Il mondo della televisione
minazione precedente nel 2006),
ci consentirà di fare film non di 90 minuti, ma lunghi 12 ore».
ne riscrive la storia, valorizza il legame imprescindibile tra il risultato sportivo e l’oculatezza dei bilanci, intuisce la forza del marchio ed alimenta l’entusiasmo dei tifosi, realizzando un vero e proprio miracolo sportivo-imprenditoriale. In pochi anni, la squadra torna a far sognare come ai tempi di Maradona. Il modello-Napoli diventa un caso di studio, analizzato ed emulato. Il Napoli è una squadra che diverte,
P O L I T I C S
i
SOSTIENE DE MAGISTRIS Text_ Gianluca Castagna
È UN FIUME IN PIENA IL SINDACO DI NAPOLI, DURANTE L’APPUNTAMENTO PUBBLICO ISCHITANO IN CUI, SENZA FARSI MANCARE BORDATE POPULISTE, HA RACCONTATO LA SUA CONCEZIONE DELLA CITTÀ E DELLA COSA PUBBLICA, E POI IL CONFLITTO CON RENZI, IL PASSATO DA MAGISTRATO, IL FUTURO IN CUI VEDE UN NUOVO SOGGETTO CHE ESPORTI LA SUA IDEA DI POLITICA.
Il pretesto è la presentazione di un volume, “Voci sulla città”, all’Hotel Marina 10 di Casamicciola Terme. Quindici voci della società civile napoletana (Aragno, De Giovanni, Ruotolo, Zanotelli tra gli altri) raccontano gli ultimi cinque anni della più grande metropoli del Sud Italia, da punti di vista più o meno lontani dalla scialba consuetudine di quei luoghi comuni che talora compiacciono chi non conosce davvero Napoli. Città-mondo con le sue perenni contraddizioni, i suoi arcipelaghi sociali, i suoi umori invisibili. In permanente stato d’eccezione rispetto al Paese, ma sempre fiera della propria identità turbolenta, fertile e incendiaria. «Un progetto editoriale - spiega il sindaco Luigi De Magistris - che vuole colmare una mancata narrazione sulla città». La sua città. «Oggi siamo ricchezza, non più peso - si legge nella postfazione del volume - energia e non tossine, siamo terra del fuoco non terra dei fuochi. Il popolo si sta assumendo le sue responsabilità e deve avere sempre più potere. Io ci sto, ci metto faccia, corpo, mani e cuore». De Magistris è giovane, appassionato, piacione, popolarissimo. Prima Pubblico Ministero poi sindaco di Napoli. Un grillino ante litteram che disinnesca il monopolio a 5 stelle sul ritornello “popolo vs. casta”. Scegliendo nei fatti, ma soprattutto nella loro narrazione, la ricostruzione di un profilo di legalità che manda in soffitta la cultura delle deroghe e privilegia il diritto sociale alla città e ai beni comuni. La vittoria bis, il conflitto permanente con Renzi (l’altra primadonna sulla scena), l’investimento, anche sentimentale, presumibilmente autentico, sul capitale umano di una città sempre più internazionale e solidale. Avamposto ideale di un nuovo soggetto politico (nebuloso nei tratti, ancora più incerto negli sviluppi) che esporti altrove la ribellione del cuore. L’arsenale dialettico è tutto ben schierato: da un lato il coraggio, la partecipazione, la rivolta, l’acqua che deve restare pubblica, Napoli come città più antidepressiva d’Italia; dall’altra le tecnocrazie, la diffidenza, i ricatti, la camorra dei colletti bianchi, l’ostilità manifesta
dei media, l’ingerenza, indebita e arrogante, del governo centrale.
le scuole, io che devo fare? Posso mai dire ai miei concittadini che
«Quando sono diventato sindaco - racconta - mi dissero subito: devi
si chiude una scuola perché una circolare del governo Monti dice
dichiarare il dissesto. Una ferita profonda nell’orgoglio di ogni comu-
che è così? Quando è accaduto, mi sono ribellato e non l’ho fatto.
nità. Non puoi assumere, contrarre mutui, fare investimenti. Mi sono
Di fronte a tali ingiustizie non ci si deve piegare come pecorelle.
opposto, preferendo puntare su una cosa semplice e al tempo stesso
Sono fatti ineluttabili? Malattie mortali? No, si possono sconfiggere
complessa: il capitale umano. Nessuno aveva pensato alle motivazio-
e superare».
ni delle persone che rappresentano la comunità. Eppure da lì è par-
«Chi ha firmato, per Bagnoli, l’ordinanza “Chi inquina paga”? Il sot-
tita la mia rivoluzione: la partecipazione dei cittadini al riscatto della
toscritto», continua più travolgente di un fiume in piena. «Chi crede-
città. Oggi il comune di Napoli è risanato, lo dice la Corte dei Conti.
te abbia inquinato Bagnoli in questi anni? La camorra di strada? No.
E’ la città d’Italia che ha più turisti, da un punto di vista culturale c’è
Si chiamano Fintecna e Cementir, in altri termini lo Stato e un gruppo
un’energia creativa cui guarda tutto il mondo. Cinque anni fa nes-
di costruttori proprietari di giornali. Ecco perché ho sempre avuto i
suno proponeva eventi sportivi o mondani a Napoli, oggi c’è la fila».
media contro. Ma ho vinto le elezioni per la seconda volta a dispetto
De Magistris si definisce un “sindaco di strada” («faccio ogni giorno
di tutti: di Lettieri e dei suoi milioni, del Partito democratico e dei
dagli 8 ai 20 km, in campagna elettorale anche 40, il mattino dopo
Cinque Stelle». Bagnoli è il terreno sul quale l’animosità di questo
non riuscivo a camminare»), un combattente nato («amo la corsa
duello all’italiana raggiunge temperature incandescenti. De Magistris
a ostacoli; più alzano l’ostacolo, più mi sento motivato») e - come
contro il commissario Nastasi, contro Renzi, contro Roma, contro tut-
esige il racconto - il difensore dei più deboli. «Dobbiamo tornare alla
ti. Quasi un motivo di vanto che rischia di tradursi in azzardo politico,
politica in cui tutti sono protagonisti, conta la volontà collettiva, di
una volta deposta l’ascia all’indomani del risultato elettorale. «Ho
cambiare le cose. Di costruire una società più giusta dove nessuno
sempre cercato un rapporto con tutte le istituzioni - replica il sindaco
rimane indietro. Se fanno delle leggi che ci costringono a chiudere
- anche col Governo. Disponibilissimo a vedere Renzi, sono due anni
e mezzo che provo a parlargli. Non vuole. Per farlo ha posto la con-
millennio ad avere una forma di statuto speciale». L’ex pm che non
dizione di riconoscere la legittimità del commissario. Secondo me,
dimentica il passato di lacrime e sangue («Io volevo fare il magistra-
gli incontri non devono essere subordinati a condizioni. Napoli non
to, mi sono ammazzato per vincere il concorso in magistratura, cui
è solo Bagnoli, continuerà a vivere anche senza questo incontro». Eccolo in versione à gauche, dove l’antica dicotomia (sinistra-destra) è opportunamente soppiantata da nuove, più avvincenti polarità (sistemaantisistema): «Il liberismo degli ultimi 30 anni ha generato concentrazione di potere, oligopoli, riduzione delle autonomie. Noi vogliamo costruire l’Europa dei popoli, città in cui si possa vivere meglio, comunità orizzontali e non verticali. Abbiamo governato in modo libero, indipendente, coraggioso. Autonomia, autogestione, liberazione di energie. Questo ci interessa, altro che
ho dedicato i migliori anni della mia vita. Caccian-
Disponibilissimo a vedere Renzi, sono due anni e mezzo che provo a parlargli. Non vuole. Per farlo ha posto la condizione di riconoscere la legittimità del commissario. Secondo me, gli incontri non devono essere subordinati a condizioni. Napoli non è solo Bagnoli, continuerà a vivere anche senza questo incontro.
aderire a partiti che non ci piacciono». Con quali
do un magistrato onesto, lo Stato ha perso e ho perso anch’io. Ma non mi sono perso»), prova a calmare anche gli animi dei tifosi dopo il repentino salto della quaglia di Gonzalo Higuaìn, l’attaccante del Napoli passato, nell’arco di 24 ore, da eroe sotto il Vesuvio a bieco traditore tra le braccia sabaude della Juve. «Non mi piace quello che è accaduto - ammette - da tifoso sono molto amareggiato. Andarsene alla Juve, poi; come affondare il coltello nella ferita. Come sindaco, manterrò i miei impegni: abbiamo impiegato 25 milioni di euro per ristrutturare lo Stadio San Paolo. Non c’è comune d’Italia che mette i soldi per
soldi? «Date ai sindaci i fondi europei. Per spenderli e non sprecarli.
gli stadi, noi l’abbiamo fatto perché era necessario. Ci guida l’obiet-
Bruxelles è d’accordo, la politica no. Intanto, presenteremo un pro-
tivo di sempre: riconsegnare al mondo la vera immagine di Napoli».
getto di legge perché Napoli possa diventare la prima città del terzo
P R E S S
i
LUIGI VICINANZA Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Ischiacity Sono un editore e conosco bene la regola secondo cui ognuno in casa (editrice) sua fa quello che vuole: si decide di nominare o rimuovere un direttore secondo opportunità, ma è pur vero che resta odiosa la pratica del “silenzio”, proprio se si verifica all’interno del massimo settimanale italiano di cultura ed informazione (squisitamente politica) in relazione alla sostituzione del direttore. Leggo L’Espresso da sempre (diciamo una quarantina d’anni circa). Ne ho seguite le fasi di vita accesissime e coraggiose (che si sono succedute con costanza) e l’accoglimento delle tante, tantissime voci autorevoli che in tutti questi anni si sono sobbarcate la responsabilità di analizzare, approfondire, spesso criticare e - tutte le volte che si è reso necessario - denunciare l’abito mentale del popolo italiano (declinato su ogni fronte: etico, ideologico, giuridico, politico, religioso, culturale, economico, sindacale, scientifico, sportivo, giudiziario, o semplicemente radicato nel gusto, espresso nella ciclicità del vivere quotidiano). Personalmente, ho avuto modo di condividere con un senso di ragionata e profonda approvazione la maggior parte degli editoriali di Luigi Vicinanza. Da giornalista, come da lettore, ho apprezzato molto la forza di talune scelte giornalistiche e la severità necessaria e puntualissima con la quale sono state razionalizzate le risorse della testata senza intaccare minimamente (anzi!!) il senso di “gravità” degli interventi di questo settimanale. Ultimo, per fortuna autorevole, superstite - nel panorama italiano - della tradizione del giornalismo di indagine e di racconto, fatto stando sempre in prima fila. Ecco perché mi amareggia che l’avvicendamento di un direttore così importante, serio e strategico, sia avvenuto senza darne spiegazione ai lettori, costringendo per una volta la testata L’Espresso a non raccontare (ed approfondire) una vicenda di notevole rilievo nello scenario della politica e del giornalismo italiano (e non solo). Propongo ai lettori questa mia intervista (forse l’ultima disponibile in tutto il panorama nazionale) al direttore Vicinanza, rilasciata a pochi giorni dalla decisione di sostituirlo alla guida de L’Espresso.
L’Espresso è rimasto l’unica testata a fare giornalismo di un certo tipo, ha un modo di intendere questa professione che ho ritrovato nel film “Spotlight”. E poi siete attivi su circuiti internazionali, organizzandovi con altre testate e associazioni, alcuni vostri giornalisti, come Lirio Abbate e Giovanni Tizian, vivono sotto scorta a causa delle inchieste che hanno firmato. Cosa significa dirigere un settimanale così? E’ il mestiere che fanno, sono eroi loro malgrado, nel senso che certo non vorrebbero vivere così, sotto scorta…Quanto a me, sento sulle spalle il peso di una storia imponente e del valore dei direttori che mi hanno preceduto. Naturalmente, si deve avere la capacità di innovare questa tradizio-
che le ultime pagine dell’Espresso - in cui si
naggi eccezionali che ora stento a ritrovare.
ne illustre per difenderla, innovarla nel linguag-
alternavano la sua rubrica, La Bustina di Mi-
Sì, ci sono ancora giornalisti che sono del-
gio, nel rapporto con i lettori, avendo grande
nerva e quella firmata da Eugenio Scalfari,
le colonne, alcune testate che si pongono
cura per il prodotto cartaceo, ma anche per l’uso
Vetro Soffiato - abbiano perso il loro equi-
come palestre, ma non vedo più grandi fi-
di altre piattaforme informative e dei social.
librio…
gure come nel passato.
L’uso dell’immagine è fondamentale, può
Sostituire Eco è impresa impossibile, ci abbiamo
Usciamo da un ventennio politico complicato, in
raccontare con maggiore efficacia delle
ragionato a lungo, anche insieme ad Eugenio
cui ci si era divisi fra berlusconiani e antiberlusco-
parole e le copertine dell’Espresso sono
Scalfari, dato che quello spazio era “in condo-
niani, con alcuni che giocavano alla terza forza
sempre molto interessanti e pregnanti dal
minio” fra loro due. E abbiamo convenuto che
o, addirittura, al cerchiobottismo. Ed era più fa-
punto di vista della comunicazione. Puoi
bisognava sparigliare, per cui abbiamo scelto una
cile per tutti noi raccontarlo. Oggi siamo in una
raccontare come nascono?
figura come Bernardo Valli, un giornalista dalla
fase che riguarda l’Italia, ma tutto l’Occidente, di
Sono d’accordo, alcune copertine, quando han-
profondità culturale tale da non invidiare quella
“terra incognita”. Il lunedì successivo alle ultime
no un’immagine netta valgono più di un editoria-
di Eco.
elezioni politiche in Spagna, due autorevoli quo-
le. Daniele Zendroni è il responsabile del settore
Da lettore fedelissimo ho notato che la
tidiani italiani (La Stampa e Il Messaggero) hanno
grafico, poco più che trentenne, molto bravo,
tua direzione ha coinciso con una serie di
scritto rispettivamente: “La Brexit ha influito sul
partecipa a tutte le riunioni in cui si elabora il nu-
cambiamenti e una razionalizzazione del
voto spagnolo” e “La Brexit non ha influito sul
mero della settimana. Da queste discussioni colle-
giornale, che lo hanno reso più veloce,
voto in Spagna”! Chi dei due ha sbagliato? O for-
giali trae i primi spunti per le ipotesi di copertina.
asciutto…
se entrambi raccontavano spezzoni di verità, sen-
Affiniamo poi l’idea e il messaggio che vogliamo
Quello dell’informazione è un mondo costituito
za però riuscire, almeno nel titolo, a raccontare la
da un flusso continuo, inin-
complessità della situazione che stiamo vivendo.
terrotto di notizie, l’infor-
Forse così si spiega l’inadeguatezza che sembra
mazione ci insegue anche
talvolta venire fuori dal lavoro di noi giornalisti.
quando non la vogliamo
Torniamo così alla funzione dell’Espresso,
(gli schermi presenti ovun-
alla responsabilità di cui si carica questa
que, le notifiche sul cellula-
testata, che rimane isolata nel panorama
re, ecc.). In questo quadro,
giornalistico italiano. Il vostro lavoro è uno
il ruolo del settimanale è di
scavo continuo…
essere un’ancora o meglio
Dovresti vedere le nostre riunioni di redazione,
una boa alla quale attaccar-
sono molto belle, vivaci, tese, perché ho il privile-
si, per avere un momento
gio di guidare un gruppo di giornalisti dalla raffi-
di approfondimento e ri-
nata cultura e forte passione civile.
dare e la relativa grafica. Noi usciamo venerdì e chiudiamo il numero mercoledì: da quel giorno già cominciamo a pensare al numero che uscirà il successivo venerdì, da lì a 9 giorni. La copertina, quindi, ha un processo di lavorazione lungo, ma capita anche che a pochi giorni dall’uscita del giorna-
L’informazione è un flusso continuo, ininterrotto di notizie, ci insegue anche quando non vogliamo. In questo quadro, il ruolo del settimanale è di essere un’ancora o meglio una boa alla quale attaccarsi, per avere un momento di approfondimento e riflessione.
le dobbiamo buttare tutto per ricominciare, fa parte di questo lavoro.
flessione.
E questo emerge nelle pagine del giornale.
Siete una testata generosa: quando è morto
Guardandovi intorno, con questa vostra co-
Anzi da quando sei diventato direttore, ho
Umberto Eco gli avete dedicato uno spazio
stante ricerca di qualità e di un approccio
avuto l’impressione che ci siano stati degli
inusuale, nella sostanza metà del giornale.
originale ai fatti, non vi sentite isolati, anche
spostamenti di ruoli…
Certo, Umberto Eco è l’Espresso! Tanto che ab-
rispetto a quotidiani come La Repubblica?
La quantità di informazione a disposizione del let-
biamo titolato Il nostro Eco.
Il fatto che non ci sia concorrenza ci costringe a
tore è tanta, per cui ho deciso di ridurre il numero
Ma dal punto di vista editoriale si tratta di
misurarci con noi stessi, e ad essere severi con
di pagine per puntare sulla qualità.
una scelta coraggiosa, che può disorientare
noi stessi: per questo teniamo tanto a innovare
Facciamo una valutazione sulla politica eu-
i lettori: come hanno reagito?
di continuo. Ma non sono del tutto d’accordo, La
ropea: L’Unione, a maggior ragione dopo la
Molto bene, ne abbiamo anche ricavato un e-
Repubblica e Il Corriere della Sera continuano a
Brexit, appare sempre più debole…
book, scaricabile via internet, perché i contributi
essere i due grandi quotidiani italiani.
L’inconsistenza e inadeguatezza delle classi diri-
raccolti meritano di essere conservati.
Ho la sensazione che un tempo in Italia ci
genti europee è imbarazzante. Sottolineo que-
Da quando Eco non c’è più, mi pare, però,
fossero vere scuole di giornalismo, perso-
sto, perché i populismi (lo dico al plurale perché
il populismo, di paese in paese, e in base ai personaggi che lo esprimono, si declina in modo differente) non sono la causa dell’instabilità politica degli Stati occidentali e dell’Europa, ma sono l’effetto dell’inadeguatezza delle culture politiche del ‘900, cioè la cultura socialdemocratica e socialista da un lato, e quella popolar-conservatrice, dall’altro. Entrambe, di fronte alla trasformazione delle società postindustriali o digitali, di fronte alla globalizzazione, non hanno dato risposte innovative e si è pensato che le uniche divinità cui si doveva obbedire fossero la finanza internazionale e i mercati globali. I cittadini, quando votano, lo fanno contro queste divinità esoteriche, che sentono distanti dai loro problemi e chi vota, vota contro. In Francia, dove la Lepin ha sfiorato il 28% dei consensi, in Grecia con Tsipras, in Ungheria con Orbán che innalza i muri, in Austria con Hofer (dove nonostante il proverbiale rigore austrotedesco la Corte Costituzionale ha dovuto addirittura annullare le Presidenziali), per non parlare della legalità britannica che non ha impedito di ipotizzare di ripetere il referendum, semplicemente perché l’esito non è piaciuto… I populismi sono conseguenza di proposte politiche
stata impegnata solo a spezzare le reni alla picco-
nel nostro Paese - dei 5 Stelle e della Lega. Quello
incapaci di affrontare queste grandi tematiche.
la Grecia, per un debito di 70-80 miliardi di euro,
di Renzi l’ho definito populismo riformista: quan-
E la risposta, gli anticorpi al populismo
ma le guerre a due ore di aereo da noi, i conse-
do si è insediato due anni fa, aveva due obiettivi,
dove sono?
guenti flussi migratori, la disperazione dell’Africa
rimettere in moto l’economia e arginare appun-
Se lo sapessi mi candiderei per sostituire Jun-
Subsahariana, il terrorismo, la disgregazione delle
to i populismi ”sfondando” al centro. Il risultato
ker!!! Anche lui, oggi presidente della Commis-
periferie, fenomeno che riguarda tutta l’Europa,
delle Europee 2014 con l’irripetibile 40,8% gli ha
sione Europea, della “famiglia” politica dei Po-
ebbene su tutto ciò non riesce a esprimere un
dato l’illusione di aver raggiunto questo obiettivo.
polari, è stato premier del Lussemburgo per 18
pensiero. Naturale che poi al momento di votare
In realtà, non si è fatta nel partito una seria analisi
anni, e in questo lungo periodo ha trasformato
lo si fa contro l’Europa. La grande idea europea
di quel voto, frutto del sostegno di un ben pre-
uno dei sei Paesi fondatori dell’Europa nel buco
si sta disgregando a colpi di voto democratico.
ciso “blocco sociale”, quello costituito da chi ha
nero dell’evasione fiscale! Che autorevolezza può
Veniamo
avere un personaggio del genere… E’ un’anatra
premier Renzi accadrà
zoppa voluta dalla Germania: questa è l’inade-
come a Cameron? Il re-
guatezza delle classi dirigenti. La Spagna è in
ferendum gli si rivolterà
un’impasse che dura da mesi. Il presidente fran-
contro? E nel caso l’esito
cese Hollande è socialista, e probabilmente il suo
fosse negativo, rischia-
partito alle prossime elezioni non arriverà neppu-
mo una crisi strutturale?
re al ballottaggio. Certo, la Francia è lo Stato che,
Renzi si è mosso negli
sul fronte della riforma del lavoro sta più indietro
ultimi
in questo momento: sono ancora in vigore le 35
sariando più che rot-
ore che sono considerate ormai un grande privi-
tamando, come aveva
legio e il sindacato CGT è una CGIL al quadrato:
promesso e adesso è in
inevitabile che si innescasse uno scontro serio.
grande difficoltà, con un fuoco amico che lo
i ceti più deboli, e poi il mondo della scuola, per il
Paradossalmente, la Merkel, che sembra la più
attacca di continuo.
quale aveva annunciato la riforma e le assunzioni.
forte, in realtà interpreta anche lei una ventata
Renzi ha conquistato legittimamente la segreteria
Il PD che ha preceduto Renzi aveva smarrito la sua
populista, perché sta arginando i populismi inter-
del PD, con buona pace delle cosiddette minoran-
identificazione con un blocco sociale, era una for-
ni imponendo un’Europa tedesca invece di fare la
ze del partito, uso volutamente il plurale perché
mazione di tipo radicaleggiante che non sapeva
Germania europea. La sua politica del rigore pia-
in questo momento non hanno un leader che le
più a chi parlava. Le mosse successive del premier,
ce molto ai tedeschi, e l’idea che l’Europa debba
guidi, né identità o linea politica, se non un mala-
però, sono state confuse: è passato il criterio “le
sottostare alle regole imposte da loro, ne solletica
nimo verso il premier. Il quale è andato a Palazzo
riforme si fanno, comunque sia”, senza badare
l’orgoglio nazionale che è sempre molto vivo, e
Chigi con un peccato originale, la manovra con
al contenuto, è divenuto importante poter dire:
lei riesce ad incanalarlo in un alveo democratico.
cui ha fatto fuori Enrico Letta, quando in prece-
“io questa riforma l’ho fatta”. Primo inciampo, la
Nel momento in cui la Merkel sparisse dalla sce-
denza aveva sempre detto che il Governo si con-
Buona Scuola: la riforma è stata gestita malissimo
na e dovessero prevalere altri populismi, sarebbe
quista con le elezioni. A sua volta, lui ha rappre-
e ha rotto quel legame dei cui dicevamo. Altre
molto preoccupante. L’Europa lo scorso anno è
sentato la risposta ai populismi montanti anche
avvisaglie sono venute dalla sconfitta alle elezio-
all’Italia.
tempi
Al
commis-
ricevuto gli 80 euro. Io non
Angela Merkel interpreta una ventata populista: la sua politica del rigore piace molto ai tedeschi, e l’idea che l’Europa debba sottostare alle regole imposte da loro, ne solletica l’orgoglio nazionale, che lei riesce ad incanalare in un alveo democratico.
sono stato d’accordo con chi ha parlato di demagogia, perché 80 euro al mese per chi ne guadagna 1200 sono una cifra importante, solo chi non percepisce le reali difficoltà della gente può usare la formula riduttiva della “mancia elettorale”. E in effetti, il punto di riferimento di Renzi sono stati
ni regionali del maggio 2015, ma la vera perdita
Il populismo è raccontare delle bugie a ripetizio-
zionali. La prima vittoria di De Magistris ha anti-
della verginità per Renzi - uomo nuovo, che non
ne facendole passare per verità, rendere banali
cipato ciò che è accaduto a Roma e Torino con
le manda a dire, rottamatore - si è avuta con la
cose complesse. Tuttavia, gente come Salvini fa
l’elezione delle due candidate Cinque Stelle Raggi
vicenda delle quattro banche, quando lui è stato
impennare l’audience televisivo, ma non riempie
e Appendino, vale a dire il prevalere del candi-
omissivo, ipocrita; il tutto aggravato dal compor-
le urne: i risultati elettorali della Lega, infatti, sono
dato terzo, fuori dagli schemi tradizionali centro
tamento familistico del ministro più importante
decisamente deludenti. Esiste ancora un forte
destra/centro sinistra.
del suo Governo, Maria Elena Boschi. Anche se
elettorato di centrodestra, le comunali lo dimo-
non ci sono responsabilità penali, il codice etico
strano: quello che manca loro è il leader e anche
in politica conta, e la vicenda di Banca Etruria è
la contesa fra Berlusconi e Salvini li danneggia
stata devastante per entrambi loro, e l’ha pagata
entrambi, quello che è accaduto a Roma lo dice
alle Amministrative della scorsa primavera.
chiaramente.
Oltre agli errori del Pd, però, c’è anche l’attività al momento molto efficace, del Movimento 5 Stelle… Sì, hanno raccolto consensi in modo omogeneo, pescando in tutti i campi. E’ evidente che mentre un simpatizzante del M5s non
Mentre a sinistra?
L’elettorato di sinistra c’è, e il leader in questa fase è Renzi. Ma ha commesso degli errori, dal far prevalere il principio “le riforme si fanno, comunque sia” alla vicenda di Banca Etruria.
L’elettorato di sinistra c’è, e il leader in questa fase - piaccia o non piaccia - è Renzi. Parliamo di Napoli, dato che sei anche napoletano. Valeria Valente si è dimostrata una candidata totalmente inconsistente e la città è sta-
voterà mai un candidato leghista o di centrodestra, un elettore di destra
ta da subito riconsegnata nelle mani di De
potrebbe dare il voto ai 5 Stelle…
Magistris, che si scontra di continuo con il
E siamo arrivati al referendum, che sta die-
Governo.
tro l’angolo…
Il caso di Napoli ci porta a fare un ragionamento
E che Renzi ha provato a trasformare in un plebi-
sul PD. Renzi è stato innovatore a Palazzo Chigi,
scito sulla sua persona, convinto di farcela, men-
ma non è riuscito a rinnovare il partito nei territori
tre gli ultimi risultati elettorali dicono il contrario.
e nelle città: quando il PD si riduce in una città
Quindi, il rischio è il ritorno al populismo,
come Napoli al 20% circa dei consensi, signifi-
magari non nella sua formula più nobile,
ca che ormai da tempo non parla più a nessuno.
recentemente difesa da Dario Fo, proprio
E non perché Napoli sia un’anomalia: piuttosto
nelle pagine dell’Espresso?
nella sua eccezionalità anticipa certi processi na-
Nella pag. precedente, in alto a ds. i sindaci Virginia Raggi e Chiara Appendino, il ministro M. Elena Boschi, il nuovo direttore de L’Espresso, Tommaso Cerno. Sotto, Eugenio Scalfari e Umberto Eco.
ischiacitydivisionepubblicitĂ
C O M I C
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MEDIOEVO 2.0 Storia ideata e scritta da Riccardo Sepe Visconti insieme a Silvia Buchner consulenza (preziosa) DI Lello Montuori sceneggiatURA di Marco Ferrandino disegni E chine di Lorenzo Sorvillo
“IO VIVO, DUNQUE IO SPERO”
Giacomo Leopardi
premessa Ho una coscienza laica, incline ad una sola fede: l’uomo. Appunto perciò credo - molto - in Papa Francesco, non come intermediario fra gli uomini e Dio, ma come intermediario fra gli uomini e la fede. Questo Papa rispetta chi non crede, così come rispetta chi abbraccia e coltiva una fede distante, o semplicemente diversa da quella cattolica. Per tale ragione, insieme a moltissimi altri, penso che in una fase tanto drammatica com’è l’attuale per il Mondo intero, il rischio è che Francesco sia il solo grande leader politico in un mondo di figure evanescenti, non all’altezza del compito che la Storia affida ai Governi. Ecco, perché ho paura e ho sentito il desiderio di scrivere questa sceneggiatura.
Riccardo Sepe Visconti* * nda: pur ispirandosi a personaggi reali, questo racconto, in ogni sua parte, e’ frutto di pura fantasia.
Marco Ferrandino classe ’76 è autore e sceneggiatore di fumetti. Ex allievo della “Scuola italiana di comix” di Napoli, vive a Ischia (NA). Ha realizzato fumetti per agenzie di pubblicità, pro-loco, magazine nazionali, quotidiani locali e per il catalogo Kids della casa di moda “Anthony Morato”, distribuito a livello europeo. Ha realizzato sceneggiature di graphic journalism per il magazine ecologista “Terra” e per Repubblica.it, ha ideato “RED” una campagna a fumetti a favore delle donazioni di sangue e le “Avventure di Neo 1 e 2” il primo fumetto dark a fini divulgativi contro il melanoma, patrocinato dalla fondazione dell’ospedale A. Pascale di Napoli. È lo sceneggiatore di “Eluana: 6232 giorni” il graphic novel ispirato al “caso Englaro” ed edito da 001 Edizioni. Ha sceneggiato “La congiura delle ombre”, un fumetto di ambientazione storica edito da Osservatorio Cittadino edizioni. Lorenzo Sorvillo nato nel 1986 a Battipaglia (SA), si è specializzato nell’arte del disegno frequentando la “Scuola italiana di Comix” a Napoli, lavorando, poi, nel campo del fumetto e dell’illustrazione. Prolifico ritrattista e caricaturista, realizza vignette di satira politica per quotidiani locali e lavora per il mondo dei bambini, collaborando all’illustrazione di favole e organizzando corsi di fumetto presso scuole medie e superiori. È molto attivo in rete, e cura una sua pagina personale sempre aggiornata su Facebook che si chiama “Anima d’inchiostro”.
RICCARDO SEPE VISCONTI settembre 2016
Ho scritto questa storia perché ho paura.
Ho paura che i governi degli Stati democratici siano troppo deboli, impreparati, superficiali; esclusivamente volti a preservare il consenso interno e nient’affatto inclini a comprendere che la sola via d’uscita per questa crisi internazionale è l’Unione: granitica, compattissima, leale, forte, determinata, lucida. Ho paura della follia delle masse inferocite, esasperate, cieche, selvagge. Ho paura per me stesso, ma anche come molti milioni (forse miliardi) di persone, di non possedere gli strumenti culturali adeguati per capire il profondo significato e la reale minaccia che mi si abbatte contro, spinta da una cultura d’odio a me del tutto estranea. Ho paura che la Storia non sia affatto maestra di vita e che l’uomo non sia un allievo disposto a prendere lezioni. Ho paura che i sistemi democratici siano un inutile orpello, destinati a passare - sempre - in secondo piano tutte le volte che emergono obiettivi che producono vantaggi condivisi dalle élites che detengono il potere. Ho paura che Nietzsche quando parlava di Superuomo avesse ragione: le moltitudini sono pecore in cerca di un pastore. Ho paura che Marx avesse ragione nel dire che le religioni sono l’oppio dei popoli. Ho paura che milioni, miliardi di uomini possano davvero credere che “la guerra sia vita”. Ho paura che il (mio) mondo, così come l’ho conosciuto (e in parte amato), sia destinato a finire. Ho paura che il brutto possa prevalere nettamente sull’armonia, la violenza sul ragionamento, l’odio sulla fraternità, l’intolleranza sulla condivisione, la sopraffazione sulla libertà. Ho scritto questa storia perché “potrebbe” accadere davvero: tutto ciò, o qualcosa di molto simile a ciò, ed io… ho paura!
Riccardo Sepe Visconti - 2016
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foto_Riccardo Sepe Visconti ischiacitydivisionepubblicitĂ
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti PRODUCER_ Cecilia D’Ambrosio MODEL_ Valeriya Troyatska MAKE UP_ Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_ Cristian Sirabella per Picasso Hair & Beauty - Ischia BEACHWEAR_ Vogue Fashion Beachwear - Forio SHOES_ Andy Calzature - Lacco Ameno e S. Angelo
ischiacitydivisionepubblicitĂ
F A S H I O N
i
CHIARA DI DONNA & ALINA MONTI
Nelle pagine precedenti, per Chiara abito Pinup Stars, sandali dorati Marc Ellis da Andy Calzature; per Alina abito Miss Bikini; orecchini con pietre naturali Fati per entrambe, per Alina bracciale Giorà. In questa pagina, per Alina completo pantalone Twinset Simona Barbieri, sandali con zeppa Chiara Pasquini da Andy Calzature, orecchini Gunè Gioielli; per Chiara abito District Margherita Mazzei, sandali Marc Ellis da Andy Calzature; orecchini Petacca Gioielli, bracciale Giorà.
Pagina a ds. per Alina, bikini Miss Bikini, per Chiara bikini Pinup Stars; per entrambe collane Ayala Bar. Nella pag. seguente, bikini e camicia per Alina e costume intero di Chiara, tutto Michael Kors; infradito Ipanema, braccialI Giorà; occhiali Ottica Cinzia Pipolo.
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AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti PRODUCER_ Cecilia D’Ambrosio MODEL_ Chiara Di Donna, Alina Monti MAKE UP_ Nancy Tortora e Ileana Di Raffaele per Aglaia, Ischia HAIR_ Stefano Castaldi per Fascino & Stile, Testaccio - Barano DRESS_ Vogue Fashion Beachwear Forio, Lacco Ameno SHOES_ Andy Calzature Lacco Ameno, S. Angelo Vogue Fashion Beachwear JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli - Ischia GLASS_ Ottica Cinzia Pipolo - Ischia ASSISTANT_ Naomi Di Costanzo LOCATION_ Hotel Miramare e Castello, Ischia Ponte LOCATION_ Hotel Miramare e Castello, Ischia Ponte Vogue Fashion Beachwear Forio Citara, Forio centro e Lacco Ameno (parco termale negombo) info 081. 908020 - 081. 989492
C H E F
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CIRO CALISE CHEF VULCANICO, CREATIVO, APPASSIONATO, L’ULTIMA SUA CREATURA È IL BELLISSIMO RISTORANTE LA LAMPARA, ALL’ HOTEL MIRAMARE E CASTELLO DI ISCHIA. “MA LA VERITÀ È CHE MI PIACE TUTTO DEL MONDO DELL’OSPITALITÀ E DELLA RISTORAZIONE, NON SOLO CUCINARE…”. Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti “Subito dopo il matrimonio ci siamo trasferiti in Svizzera e lì sono entrato in
un profumo unico. Vengono da tutto il mondo a mangiarle da me, ricordo
uno dei ristoranti più rinomati di St. Moritz, la sua specialità è la cucina val-
la principessa Carolina di Monaco che le adorava”. Oggi, sono le eleganti
tellinese, molto diversa dalla nostra, con carne, selvaggina, e poi i famosi piz-
atmosfere del Miramare e Castello la nuova, ennesima sfida. Un ambiente
zoccheri. Esaminavo ogni piatto che tornava indietro, per capire cosa andasse
raffinato, molto bianco con tocchi di blu, e il mare che entra dalle grandi fine-
corretto: dopo due anni ne divenni lo chef e io - “terrone” - ho addirittura
stre circondate da tendaggi lievi, che ricordano gli hotel fin de siècle dei film
vinto la gara del Pizzocchero d’oro, competizione dedicata a questo celeber-
di Visconti. Siamo in uno dei cinque stelle più belli dell’isola d’Ischia, proprio
rimo piatto tipico della Valtellina!”. Ci ride ancora sopra Ciro Calise, chef-im-
di fronte al Castello Aragonese, e Ciro Calise, che da sei anni lo guida insieme
prenditore-creativo come si definisce lui stesso, rievocando questo episodio
ad Anna, ha un progetto ben preciso: sviluppare un gruppo che si dedichi
di tanti anni fa, quando con la moglie Anna Olmo - “colei che tiene diritta la
all’ospitalità di prestigio, di cui fa parte anche il vicino 5 stelle hotel Mare Blu.
barra, la parte razionale di noi due, mentre io sono l’artista, quello un po’ fol-
E’ orgoglioso del lavoro fatto in questa struttura storica, che sta trasformando
le” dice descrivendosi - è iniziata l’avventura di questa coppia di successo nella
in un luogo dove l’ospite viva la vacanza come un’emozione, in ogni singolo
vita e nel mondo dell’impresa che si dedica all’ospitalità di lusso. Sicuramente,
momento. A iniziare dalla colazione, servita a un passo dal mare; e poi la
una persona piena di talento, Ciro, e di tenacia, di idee e di voglia di vederle
cucina è a disposizione in ogni momento della giornata, fino alla sera quando
realizzate. Come quando - per 13 anni - la coppia Olmo Calise ha gestito il
cala il sole e si accende la magia de La Lampara, il ristorante sulla terrazza
Giardino Eden, parco acquatico e ristorante alla baia di Cartaromana, facen-
dell’hotel. Da lassù il Castello Aragonese sembra di toccarlo, in fondo la costa
done un mito di eleganza, bellezza, qualità, frequentato da personaggi cele-
luminosa del golfo di Napoli, gli eleganti tavoli in ferro battuto riparati da
bri del jet set internazionale: “E’ lì che ho inventato le cozze alla griglia, uno
una semplice incannucciata candida anch’essa, elegantissima, ma c’è anche
dei miei più grandi successi, nate
per un errore. Avevo poco pesce in
una copertura ipertecnologica che si apre a mostrare le stelle. E la cucina è
lo importante, allora insieme
realizzata a vista, in modo che si possa assistere alla rappresentazione stessa
pescato
che naturalmente aveva la
della preparazione dei piatti. Perché il Miramare e Castello è stato pensato
sua marina-
tura, misi sulla brace una
così, una continua sorpresa per gli occhi (e il cuore) degli ospiti. E’ sempre Ciro,
cozze. Il fumo della
infatti, che cura personalmente l’arredamento, le innovazioni, insomma lo stile
griglia gli
dell’hotel, esprimendo quel gusto e creatività che da ragazzo gli avevano fatto
frigorifero e un tavoal
manciata di
sognare di diventare architetto. Un sogno accantonato perché la vita ti spinge a prendere vie differenti, ma oggi è entusiasta dei tanti ruoli che si è dato. “Quando mi dicono sei un grande chef mi emoziona, ma quando mi dicono sei un grande imprenditore, mi emoziona ancora di più”. Eppure, quando accende i fornelli esiste solo quello. “Prediligo i profumi e i sapori locali, amo le cotture brevi e voglio che si distinguano nel piatto finito. E sono molto legato al nostro mare. Fin dai tempi del Giardino Eden, uno dei miei piatti più richiesti è la linguina al riccio, semplice, veloce, lascio i ricci chiusi e li apro solo al momento, li metto brevissimamente in padella e ci condisco un’ottima pasta, di conferì
grande qualità”. Altro primo di successo, i paccheri con ricciola,
Via Pontano, 5 - Ischia Info. 081. 991333 miramarecastello.alysandyischia.com Hotel Miramare e Castello***** - Ischia
rosmarino, cipolla di Tropea, vodka che conferisce un sapore dolce al pesce, cui accosta anche un pecorino di Pienza molto leggero. Che usa pure per un altro piatto, lo spaghetto cacio e pepe con
mi: sento questo piatto come l’espressione dell’isola”. La sua vena artistica entra sicuramente nell’al-
limone e gamberi, per un risultato di grande leggerezza. “Fra i secondi, amo
lestimento scenografico con cui presenta a tavola i crudi, una sorta di giardino
lavorare il pesce intero, voglio che il cliente possa sceglierlo, e le cotture tradi-
in cui trionfano ostriche, taratufi, scampi, ricci: difficile da raccontare, va visto
zionali, ultimamente preferisco quella al vapore, per esempio per la spigola,
di persona. Costante resta la nota di fondo, il modo in cui interpreta i diversi
avvolta da foglie di limone e arancio, accompagnata da una salsina agli agru-
volti del suo lavoro: la ricerca di nuove emozioni da regalare ai suoi ospiti.
F A S H I O N
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DREAMS OF CALIFORNIA MEETS ISCHIA 2 Photo_ Pietro Piacenti
ANAIS PAIGE CALIFORNIA È LA LINEA DI ABBIGLIAMENTO DI LUSSO IN CUI LO STILE VINTAGE GLAMOUR DI HOLLYWOOD INCONTRA LE ATMOSFERE CHIC DI PALM DESERT E L’ELEGANZA MEDITERRANEA DELLE ISOLE DI ISCHIA E CAPRI. “Sono cresciuta fra scarpe con tacchi in camo-
Paige California rievoca uno stile bohemien e al
monto, o una cena sotto le stelle. Completato
scio lavorate a mano, con un tocco di visone,
tempo stesso ricco di glamour, e si può indos-
da sandali gioiello, con una collana di corallo e
rossetto e pile di anelli Tiffany. Erano i miei style
sare in ogni occasione, dalla mattina alla sera
un foulard, Anais Paige California è per defini-
setter!”: si racconta così Paige Boer, stilista cali-
per una colazione in terrazza, un aperitivo al tra-
zione stile ed eleganza.
forniana che ha imparato a conoscere e amare il mondo del lusso e della bellezza da bambina, circondata dall’eleganza dei suoi nonni e della sua meravigliosa madre. Un’immersione totale in atmosfere da sogno che l’hanno portata a coltivare, da adulta, il suo talento per diventare una stilista. Nel 2016 la presentazione in Italia della linea di abiti Anais Paige California, ispirati dai viaggi nelle splendide isole del sud Italia, dove trascorre le sue estati. I colori, il sole caldo, il mare cristallino, ma anche i sapori indimenticabili del cibo, le sono rimasti dentro. Sensazioni uniche che ha trasposto nelle stampe, nelle linee fluide degli abiti, nelle stoffe che accarezzano il corpo, enfatizzandone le forme: “Adoro il modo in cui si piega la seta, la sua sensualità e il suo tocco delicato”, dice. Ed è da quelle isole, così come dalla sua amata costa della California, che trae ispirazione: “L’ispirazione è ovunque!” sottolinea Paige. I modelli per la sua collezione li trova, infatti, in un oggetto d’arte o nei colori di una meravigliosa mattonella che adorna una scala, nelle nuance di una tavolozza di rossetti o nel dettaglio di un dipinto. Ammira il genio di Salvador Dalì in contrasto con la semplicità dell’architettura modernista americana. E poi le trame, la musica, la luce, il dialogo di un film, le dinamiche e le sfumature, tutto diventa momento creativo: il richiamo all’eleganza casual e aperta alle nuove tendenze di Hollywood alla fine degli anni ‘60, lo stile chic di Palm Desert, con un tocco della bellezza delle isole italiane. Anais Paige California è una linea di capi di lusso in seta e lino puro, realizzata secondo i dettami della massima qualità, con una grande attenzione per i particolari, ogni pezzo e ogni aspetto della linea è progettato e prodotto interamente in California. “Il mio lavoro non è fondato sulle tendenze della moda, vuole essere, invece, il riflesso di uno stile di vita che amo” dice, e un abito firmato Anais
F A S H I O N
anaispaigecalifornia.com
i
Abiti Anais Paige California anaispaigecalifornia.com
Fashion Designer Anais Paige California Stylist Shary Taddei Photographer Tommaso Monti Photographer Assistant Lorenzo Spataro Model Aurora Cervera Location Mezzatorre Resort & Spa, Forio
A M A R C O R D
i
ARISTON, TRITONE, FLORIDA, AQUARAMA: IL MONDO DEI RIVA, LE ROLLS ROYCE DEL MARE. Text_ Silvia Buchner Photo_ Famiglia Ascanio e famiglia Del Prete Gioielli di mogano, Stradivari del mare, Rolls
tutto in mogano, interni in pelle, piuttosto con-
un marinaio, era la persona cui si affidava il pro-
Royce delle barche. La fantasia si scatena quan-
tenuto nelle dimensioni - il modello Aquarama,
prio gioiello, che lo guidava, lo puliva, faceva la
do si parla dei motoscafi Riva, frutto di quell’in-
il più celebre, era lungo poco sopra gli otto me-
manutenzione e i trasferimenti quando andava
gegno, gusto, capacità imprenditoriale per cui
tri, mentre i suoi predecessori Ariston e Tritone
portato al rimessaggio alla fine della stagione,
l’Italia è famosa nel Mondo, e non a caso - altro
erano ancora più piccoli - quindi con pochi posti
indispensabile perché lo scafo doveva essere
record - sono considerati i motoscafi più cono-
a bordo (l’Aquarama poteva ospitare al massimo
verniciato ogni anno, altrimenti si sarebbe ro-
sciuti in assoluto. Carlo Riva, ancora in piena
8 persone). Tutta un’altra concezione rispetto
vinato completamente. E dovevano dormire a
attività a più di 90 anni, ne ha prodotti 4098
alle produzioni attuali: la stessa casa Riva oggi
bordo durante le trasferte, sui sedili abbassati,
nei suoi cantieri sul lago di Iseo (si tratta infat-
realizza cabinati superaccessoriati, con materiali
perché solo alcuni modelli di Riva erano dotati
ti, di imbarcazioni nate per spostarsi su specchi
performanti, velocissimi e costosissimi, vere case
di una cuccetta. Abbiamo incontrato alcuni di
d’acqua chiusi), ma attualmente esistono tracce
di lusso galleggianti. Invece, i proprietari dei
questi uomini di mare, spettatori e insieme pro-
solo di 2500. E gli altri? Esemplari che oggi ver-
Riva dopo una giornata trascorsa a divertirsi fra
tagonisti di quel mondo dorato, cresciuto attor-
rebbero battuti all’asta per centinaia di migliaia
sci nautico, bagni di mare e di sole e puntate a
no al boom degli anni ’50 e 60, quando tutto
di euro e oltre, sono stati affondati o comunque
terra nelle località turistiche più alla moda, da
sembrava possibile: Domenico Ascanio, oggi 78
abbandonati quando si è sviluppato l’uso della
Capri, alla Costa Azzurra, a Ischia, scendevano
anni, di Lacco Ameno, Luigi De Angelis, più o
vetroresina per la struttura degli scafi. Il Riva, in-
negli hotel dal comfort assoluto, l’Hermitage a
meno coetaneo, e abbiamo ascoltato i ricordi di
fatti, è figlio di tutto quello che si è detto prima,
Montecarlo, lo Sporting Club a St Tropez, l’Al-
Raffaele Del Prete, figlio di Ciro (classe 1922),
ma anche di un’epoca in cui il lusso era posse-
bergo della Regina Isabella a Lacco Ameno. A
entrambi di Ischia. Tutti loro hanno in comune il
dere un motoscafo veloce ma bello, elegante,
bordo rimaneva il marinaio. Ma era molto più di
fatto di essere nati sul mare, in famiglie di pesca-
tori o naviganti (come il padre di Raffaele), che poi hanno colto con intelligenza, e un pizzico di spirito imprenditoriale, la grande occasione di poter fare un lavoro molto più appagante e che rendeva meglio, ma non per questo meno impegnativo, come vedremo. Sia Luigi De Angelis che Mimmo Ascanio, infatti, erano proprietari dei loro Riva, che poi affittavano. Durante la registrazione delle riprese del colossal Cleopatra (1963), Luigi andava a prendere con il Riva Liz Taylor e Richard Burton al Regina Isabella, per portarli sul set a Ischia Ponte, nella baia di Cartaromana; inoltre per contratto insieme a un gruppo di colleghi vigilavano sulla sicurezza dello specchio d’acqua intorno al Castello, dove si svolgevano le riprese. Altra sua ‘cliente’ illustre, una giovanissima Camilla Parker Bowles, oggi
Arrivavano da tutta Italia, e naturalmente dall’e-
verniciato e lucidato facendone risaltare la bel-
moglie del principe Carlo d’Inghilterra, che fre-
stero, gli ospiti per i quali lavorava Mimmo Asca-
lezza naturale delle venature. Tutte le versioni
quentava Ischia assiduamente, ospite all’hotel
nio. In società con Aniello Buonocore, Giuseppe
erano spinte da due propulsori. Si utilizzavano
Excelsior, e con Luigi imparò lo sci d’acqua, con
Castagna, Ciro Monti, Giuseppe Buonocore e
motori di derivazione General Motors, mariniz-
il monosci, “Era diventata brava!” ricorda lui.
Franco Coppa aveva comprato diversi motosca-
zati da Chris Craft e Crusader, e motori Chrysler,
Ciro Del Prete, invece, che era stato il marinaio
fi, dapprima usati, poi, man mano che gli affari
la cui potenza variava dai 185CV ai 400CV, con-
di Alida Valli durante le sue vacanze ischitane
crescevano, nuovi.
sentendogli di raggiungere velocità superiori ai
nei primi anni ’50, lavorava soprattutto come
Il primo fu un Aron Super florida, glielo vendette
45/50 nodi in base alle varie potenze. Il cruscot-
pilota e in banchina, dove curava ormeggio e
il conte Cacciaguerra, cliente del regina Isabella,
to era in mogano anch’esso, con due poltro-
manutenzione dei delicatissimi scafi. Il figlio Raf-
e lo pagarono con le cambiali. Poi venne l’Ari-
ne anteriori. Il vano motore era coperto da un
faele racconta come nel pomeriggio, di ritorno
ston, l’Olympic, e ancora gli Aquarama, in diver-
prendisole con materassini, c’era una cuccetta
dalle gite al largo, in Costiera o a Capri, l’attività
si modelli. Nell’arco di 30 anni, dal 1962 al 1996,
coperta ed era dotato di una capotte a manti-
sui ponti dei Riva ferveva: venivano lavati con
dai cantieri di Sarnico, sul lago di Iseo, uscirono
ce, che scompariva dietro i sedili posteriori, una
acqua dolce e asciugati meticolosamente con
768 Aquarama, tutti caratterizzati dalla più as-
scaletta era montata a poppa: prezzo di vendita
panni di daino, quindi coperti con un telo blu
soluta eccellenza. Lo scafo lungo dagli 8.02 agli
quando uscì, 10 milioni ed 800 mila lire. La sa-
per la notte.
8.78 m, era lavorato in mogano, che veniva poi
goma dell’Aquarama Special è diventata parte
della cultura popolare grazie alle numerose ap-
to di riferimento per la quantità di natanti che
parizioni in film e spot tv, dalla pubblicità Marti-
lo frequentavano: non per caso Mimmo ricorda
ni in cui Charlize Theron guidava una di queste
ancora l’ingegner Carlo Riva in persona, il quale
meraviglie, fino al 2013, quando fu usato da Pa-
in vacanza sull’isola, quando vide le sue tante
olo Sorrentino in una scena del suo film premio
“creazioni” in bella mostra, esclamò “Monte-
Oscar La Grande Bellezza.
carlo sta a Ischia?!”. Mentre Luigi De Angelis
Negli anni ’70, il Riva St Tropez sancisce il pas-
conobbe, anche lui ammirato della quantità di
saggio dal mogano alla vetroresina, con due
Riva che affollavano il porto di Ischia, Gino Ger-
motori da 350 cavalli, quindi era molto veloce.
vasoni, cognato di Carlo Riva, che lavorò nell’a-
E Mimmo Ascanio racconta che li acquistarono
zienda per oltre 40 anni.
dando indietro i Riva in mogano! Infatti, tutto
Tuttavia, tanti dei ricordi del signor Ascanio
quello che si poteva si investiva per migliorare e
sono ambientati sulla Costa Azzurra, mitico pa-
ampliare il parco scafi disponibile. E la darsena
radiso del jet-set degli anni ’60 e ’70 e, quindi,
presso L’Albergo della Regina Isabella, anch’essa
meta irrinunciabile per le vacanze estive anche
gestita dalla società di cui faceva parte, era tutta
dell’alta borghesia italiana. In un’intervista in
occupata dai magnifici scafi il cui legno brillava
cui rievoca i tempi d’oro di St Tropez, il playboy
al sole. E, in effetti, il golfo di Napoli era un pun-
italiano Gigi Rizzi, dopo aver raccontato come
si divertivano passando da una festa all’altra in
scoraggiò, mi propose di pagarmi il denaro che
il sereno, il Duca si complimentò con me, dicen-
lussuose ville e nei locali ballando fino all’alba,
avrei perso, pur di avermi con sé. Così facemmo
domi “Sei un buon marinaio”. Ma non era finita
aggiunge: “E all’ormeggio c’era sempre un Riva
e accettai. Ero abituato a questi lunghi trasferi-
lì! Qualche giorno dopo dovevamo rientrare da
pronto ad accoglierci”. E in effetti un’icona di
menti: noi marinai guidavamo i motoscafi fino
St Tropez, ma la Capitaneria annunciava mistral
allora, l’attrice francese Brigitte Bardot si face-
alla destinazione prescelta dai proprietari, che ci
in aumento ed ero contrario a partire. A bordo
va fotografare con il suo Junior, e l’ingegnere
raggiungevano via terra. Facevamo base a Mon-
erano rimasti solo l’avvocato e la sua fidanzata
Riva ha rivelato in un’intervista che lei quando
tecarlo, dove c’era un pontile dedicato esclusiva-
(la famiglia Savoia era tornata via terra), ma lui
lo comprò gli chiese uno sconto, che le accordò
mente ai Riva. Un giorno si decise una gita a St
non volle sentire ragione, e mise in dubbio le
volentieri, consapevole della enorme pubblicità
Tropez, ospiti a bordo addirittura Amedeo d’Ao-
mie capacità di gestire il motoscafo. Mi offese
che sarebbe venuta ai suoi motoscafi dal fatto di
sta, M. Gabriella, M. Pia di Savoia! Lungo il cam-
molto, per cui decisi di andare. Dal golfo di St
essere accostati alla diva.
mino, però, all’altezza di Nizza, mi resi conto che
Tropez la tempesta montava, lo avvertii che non
Mimmo Ascanio, da parte sua, racconta di
si stava avvicinando una tempesta. Pensai che
saremmo riusciti a tornare indietro! E così fu: le
un’intera estate trascorsa in Costa Azzurra nel
l’avremmo presa in pieno, e volevo fermarmi. Il
onde crebbero, io le cavalcavo accelerando, ma
1970. “Mi richiese come marinaio sul suo Aqua-
duca d’Aosta non era d’accordo, ma io fui irre-
era una situazione davvero brutta. Durò un paio
rama l’avvocato D’Alessio, Io non volevo andare,
movibile, tutti loro erano sotto la mia responsa-
d’ore, ma in quelle condizioni muori mille volte...
avevo il mio Riva a Lacco Ameno che mi rende-
bilità. Attraccai appena in tempo, che si scatenò
Finalmente, raggiungemmo Cap Ferrat e riuscii
va almeno 50mila lire al giorno; ma lui non si
l’inferno, un temporale terribile… Quando tornò
a rifugiarmi ‘alla cappa’ in una baia per prendere
fiato; lui voleva scendere, ma io gli dissi che non era possibile, erano altri dieci minuti fino a Montecarlo e dovevano rimanere necessariamente a bordo. Una volta al sicuro, presi la mia vecchia valigia dalla cuccetta e gli dissi che me ne andavo. Ero furioso! Solo l’intervento di una terza persona che mi fece riflettere, riuscì a ricomporre la nostra lite…!” Ma dai ricordi di Mimmo, come da un forziere, riappaiono nomi e volti di tanti e tanti personaggi celebri, che ha portato in giro nelle acque intorno a Ischia: dall’attore italoamericano Victor Mature, ad Alain Delon, ospite di Luchino Visconti alla Colombaia, che usciva regolarmente insieme a un gruppo di amici, al famosissimo cardiochirurgo sudafricano Christian Barnard, a Ira Furstenberg; e poi Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Paolo Villaggio e, in tempi più recenti, Valeria Marini e Manuela Arcuri. Addirittura, quando il 17 luglio 1973 ci fu un colpo di Stato in Afghanistan, il re era ospite all’Albergo della Regina Isabella e fu lui a riportare in gran fretta a Napoli il detronizzato Mohammed Zahir Shah. E poi il magnate Gunther Sachs: “Ormeggiava da noi il suo Riva che usava per praticare sci nautico in maniera spericolata, una volta cadde e tornò con il volto tumefatto, era una maschera nera!”. Si starebbe ad ascoltarlo per ore…
N A T U R E
i
PARADISI NASCOSTI TRA TERRA E MARE VIAGGIO FRA LE SPIAGGE E LE COSTE DELL’ISOLA D’ISCHIA MENO CONOSCIUTE: PER SCOPRIRE UN MARE INEDITO, PERFETTO PER L’ULTIMO TUFFO DI SETTEMBRE. Text_ Gianluca Castagna Photo_ Ischiacity Sono il sogno di tutti, in un giorno di fine esta-
no serrature. Come la spiaggia delle Monache
bile solo via mare) dal centro abitato, è possibile
te fra gli ombrelloni di una spiaggia affollata.
a Lacco Ameno, che tutti conoscono come la
trovare un eden privato e spartano: il volo dei
Remote, forse non semplicissime da raggiunge-
spiaggetta di Varulo. Sotto il promontorio di
gabbiani, il frinire delle cicale, qualche coniglio
re, ideali per chi non vuole intossicarsi coi fumi
Monte Vico, incastonata in una baia ideale a
selvatico che compare timido tra la vegetazio-
del baccano modaiolo. Nelle baie più nascoste
ogni ora del giorno: al mattino, perché baciata
ne, un mare cristallino e incontaminato, regno
dell’isola d’Ischia, sui lidi meno battuti dal popo-
dal sole nascente; nel pomeriggio, perché l’om-
dei molluschi e di una folta colonia di Posidonia,
lo scatenato dei bagnanti, si ritrovano ancora i
bra regala l’attesa frescura e, per la gioia dei
una delle piante più preziose per il nostro ecosi-
piccoli piaceri della vita all’aria aperta: il silenzio,
natanti, si ormeggia al riparo dall’immancabile
stema marino. Chi ama i luoghi davvero selvaggi
la tranquillità, la natura, il sapore della salsedine.
maestrale. In questo delizioso angolino, a pochi
non può che puntare alla Scarrupata di Barano,
Ogni delizia di un mondo in cui non occorro-
passi (o meglio bracciate, visto che è raggiungi-
mare perfetto e profilo indimenticabile di fale-
sie descritto perfino da Truman Capote nei suoi
e boccaglio: la vicina caletta di San Pancrazio,
di energia naturale. Il procedimento è estrema-
diari isolani del 1949. Tutto (o quasi) è rimasto
infatti, promette fondali variopinti e tagli di luce
mente semplice: basta mettere gli alimenti in
com’era: sulla parete verticale il tufo bianco,
spettacolari.
una carta di alluminio, condire il tutto con sale
giallo, verde si alterna con la lava nera e i la-
Alle Fumarole, sulla spiaggia dei Maronti, ci
e odori e lasciare cuocere un’oretta sotto la sab-
pilli rossastri. Scenario in technicolor dove sono
sono già più bagnanti. Ma la peculiarità dell’a-
bia a cento gradi.
iscritte le testimonianze delle colate laviche sca-
rea merita un provvisorio abbandono della soli-
Sempre costeggiando il versante meridionale
turite dalle più antiche eruzioni vulcaniche dell’i-
tudine. Getti di vapore acqueo, misti ad altre so-
dell’isola ci si imbatte in due baie di insolita bel-
sola. Una piccola spiaggia di sassi è baciata da
stanze aeriformi, si sprigionano dalle fenditure
lezza: la baia di Sorgeto, dove grazie alla pre-
un mare verdissimo; un piccolo pontile di legno
del suolo; le bolle sono visibili anche sott’acqua.
senza di risorse termali naturali, è possibile fare
consente di raggiungere l’arenile e un ristorante
E’ la meta prediletta per chi trae giovamento
il bagno nell’acqua calda del mare praticamente
splendidamente mimetizzato nella natura dove
dalle sabbiature, terapie che combinano l’effet-
tutto l’anno; la baia della Pelara, autentico an-
poter gustare ottimi piatti della cucina ischita-
to benefico del calore, dei sali minerali attaccati
golo fuori dal mondo di cui tutti possono ammi-
na. Dalle classiche fritture di pesce e crostacei
ai granelli di sabbia e della talassoterapia. Oggi
rare il fascino violento e selvaggio, a patto di ri-
alle pesche immerse nel vino bianco, irresistibile
sono sempre di meno i visitatori che si ricopro-
spettarne la sua natura ruvida e incontaminata.
dessert da gustare all’ombra di una tettoia di
no totalmente di sabbia, lasciando fuori solo la
Incastrata tra il Monte di Panza e la Guardiola,
foglie di palma secche, mentre lo sguardo in-
testa. Le fumarole sono soprattutto un prete-
la Pelara offre al visitatore piccoli faraglioni di
contra agavi, fichi d’india e, oltre l’orizzonte, la
sto per divertirsi a cucinare gli alimenti (in ge-
lava che sbucano dal mare, colori incandescenti
silhouette di Capri. Gli appassionati di snorke-
nere uova sode, pollo e patate) sfruttando le
degli anfratti, un paesaggio surreale di immensi
ling non possono raggiungerla senza maschera
alte temperature di questa straordinaria fonte
roccioni segnato da un sentiero particolarmen-
te piacevole dove si incontrano, risalendo verso
lezza di questa costa nel modo più romantico e
sferici non hanno creato solo rocce dalle forme
l’abitato di Panza, corbezzoli e ginestre, querce
confortevole che ci sia. Se le “grotte di Mavone”
stravaganti e inquiete, ma ampie conche che le
e lecci. A settembre, nelle giornate più terse, i
stimolano suggestioni esoteriche (perché porte
onde del mare trasformano talvolta in piccole
venti si muovono liberi, scorrazzando per l’az-
d’ingresso per la civiltà sotterranea di Agarthi),
piscine riscaldate dai raggi del sole. Gli scogli
zurro nuvole ballerine, ora ammassandole in
è la maestosa Pietra della Nave, raggiungibile
di Zaro esigono spirito d’adattamento, amore
soffici cumuli, ora sfrangiandole in lunghi, va-
con una tonificante nuotata, a riportarci sulle
per la natura, autonomia alimentare (nemmeno
porosi veli. Tuffarsi alla Pelara non è per neofiti,
rotte del Mito. Leggenda vuole che Poseidone,
l’ombra di un bar nel raggio di un chilometro)
raggiungerla via terra (e tornare indietro, meglio
furioso per la galea che i Feaci misero a dispo-
e un supremo disprezzo delle vertigini. Siglato
nelle ore più fresche del tardo pomeriggio), de-
sizione di Ulisse per il suo viaggio di ritorno a
l’accordo, si passa qui un’intera giornata senza
cisamente impegnativo.
Itaca, pietrificasse il vascello trasformandolo in
mai soffrire il caldo grazie alla rinfrescante brez-
Altra perla, sempre più esclusiva, della costa
uno scoglio leggendario, oggi amato soprattut-
za del maestrale: l’acqua è limpida e piacevolis-
ischitana è l’insenatura della Scannella, oasi
to dagli appassionati di diving.
sima, non mancano scogli e fondali dove fare
di silenzio e orizzonti sconfinati dove anche il
L’ultima tappa di questo itinerario balneare
snorkeling, il silenzio favorisce la meditazione, le
cellulare non ha campo. Ci si arriva a piedi, al
fuori dai circuiti più noti la facciamo agli scogli
buone letture e l’opportunità rara dell’ascolto.
termine di 290 ripidi scalini, o con i taxi boat
di Zaro, a Punta Caruso, nel comune di Forio.
Se l’ora del tramonto è vicina, conviene aspet-
del porticciolo turistico di Sant’Angelo. Al Club
Un’immensa piattaforma di lava scura lambita
tarla qui, in compagnia dei falchi pellegrini o dei
La Scannella belle camere con terrazze private,
dalla macchia mediterranea e da acque sempre
tanti uccelli marini che fanno esercizio di volo
lettini prendisole, tre piscine (di cui due ricavate
fresche, per via delle correnti. Il paziente lavorio
lanciandosi giù dal promontorio, con le ali ferme
nella roccia), e la certezza di godersi l’aspra bel-
del tempo e l’azione ostinata degli agenti atmo-
come deltaplani.
W E L L N E S S
i
TRA LA VITA DEL CORPO E LA SALUTE DELL’ANIMA, ECCO L’ACQUA... Text_ Silvia Buchner Photo_ Ischiacity Percepire il fluire dell’energia che solo la natura riesce a trasmettere, sentirlo in ogni fibra, immergersi nella sua forza, nell’equilibrio, nell’armonia che comunica. Senza barriere, né mediazioni. E sentire il proprio corpo stare bene, in ogni sua fibra, mentre si rilassa, e conquista a sua volta equilibrio, forza, armonia, consapevolezza di ciò che è, dei meccanismi che lo guidano. Tutto ciò è la salute, un’idea di salute che abbraccia l’intera persona, che fonde fisicità e interiorità, e che è giusto ricercare e voler tutelare il più a lungo possibile. Avere riunito insieme, in un unico posto, ciò che ci fa sentire bene, che ci permette di provare queste sensazioni è un privilegio riservato a pochi luoghi, e sicuramente uno di essi è Giardini Poseidon Terme. La vegetazione è quella lussureggiante di uno dei panorami isolani più sontuosi, la baia di Citara a Forio. La natura è quella ancora intatta del promontorio di punta Imperatore e delle rocce impastate dai movimenti geofisici e modellate dal vento e dal sole. E poi c’è l’acqua: sgorga dalle profondità del sottosuolo, dopo un lunghissimo viaggio fra le rocce vulcaniche che le hanno ceduto sali minerali, regalato energia sotto forma di calore e di preziose sostanze disciolte, rendendola emolliente, miorilassante, depurativa. Da millenni accade questo, in un ciclo che si rinnova alimentando le sorgenti di Citara. E ancora il mare, portatore anch’esso di sostanze benefiche e del piacere intenso che dà immergersi nella distesa salata. Ai Giardini Poseidon la Natura, l’acqua termale, il mare sono protagonisti, alleati, sinceri e fidati, della nostra salute. Nel parco si susseguono percorsi e giardini, ricchi di fioriture e vegetazione, curate con passione e rispetto: un ambiente ideale per potenziare i vantaggi dati dall’immergersi nell’acqua a diverse temperature. Si può farsela scorrere, viva e in movimento, sul corpo, depurarsi grazie ai suoi vapori bollenti, nuotare in quella di mare, provare i diversi itinerari proposti… L’acqua fa il suo effetto anche se non ci pensi, sull’organismo, sui muscoli, sulla pelle, e quindi, sulla mente. Rafforzare il proprio equilibrio, rigenerarsi, o semplicemente ascoltare le nostre esigenze e soddisfarle sono cose di cui ciascuno di noi sente il bisogno: l’offerta del Parco, costruita per esaltare le proprietà delle sorgenti, contribuirà a coccolarci, prendendoci cura di noi stessi. Qualsiasi sia il momento che stiamo vivendo, per conservare il nostro ottimale stato di salute, scegliere Poseidon aiuta: a potenziare gli effetti positivi di un stile di vita buono, ma anche a recuperare più velocemente, a riconquistare il desiderio di sentirci vitali ed energici, maggiormente consapevoli
di noi e di ciò che ci serve. Ed essendo questa la filosofia che i Giardini Poseidon Terme perseguono con coerenza, la sua struttura vasta e articolata e i servizi sono sviluppati con grande attenzione GIARDINI POSEIDON TERME Via Giovanni Mazzella Baia di Citara - Forio Info. 081. 908 71 11 www.giardiniposeidonterme.com
all’ambiente, per difenderne e promuoverne la bellezza e un rapporto equilibrato con l’eccezionale contesto che lo circonda. Ma nel Parco, godrete di tutto ciò istintivamente, immersi nelle sue acque, come inalando profondamente il caldo respiro della terra e la brezza fresca che arriva dal mare, o ammirando gli stupendi tramonti…
W I N E
i
LE CANTINE DI CRATECA
NUOVE ETICHETTE DA SCOPRIRE PER QUESTA INTERESSANTE REALTA’ DELL’ENOLOGIA ISCHITANA
Via Crateca (loc. Fango) Lacco Ameno Si può visitare la tenuta di Crateca info. 349. 398243 www.vinicratecaischia.it
Text: Silvia Buchner Photo: Dayana Chiocca archivio Ischiacity Le Cantine di Crateca, uno dei vigneti più belli
del monte Epomeo, in località Fango a Lacco
to, pur realizzato con un vitigno non ischitano,
in assoluto fra i tanti, storici e nuovi, dell’isola
Ameno, alla sua vocazione originaria, dopo un
dimostra le peculiarità isolane, manifestando,
d’Ischia, frutto dell’intuizione e della passione
periodo di abbandono durato 40 anni. Il piano-
lavorato nel giusto modo, tratti particolari mol-
per la loro terra dei fratelli Castagna, si arricchi-
ro di Crateca è una delle zone più adatte alla
to interessanti”, spiega il professor Ersi, “ ha
scono di nuove etichette, passando per una ri-
coltivazione della vite, esposto fra Nord-Ovest
colorazione delicata, l’aspetto è cristallino e ha
organizzazione aziendale partita dalla gestione
e Ovest, con 3 chilometri di terrazze digradanti
una buona complessità aromatica, con note di
della vigna e del processo di vinificazione, che
fra i 250 e i 450 metri sul livello del mare, che
rosa, piccoli frutti, ananas. Come anche gli altri,
tocca anche il packaging e la distribuzione, sot-
ospitano il vigneto. “Il terreno è soffice, ricco
esprime, pur se di fondo dato che si tratta di vini
to la guida dall’enologo Marco Ersi. Ordinario
di minerali, l’insolazione è mitigata dalla brez-
giovani, una nota minerale che si integra per-
di enologia all’università della Tuscia, a Viterbo,
za marina. Accanto al ricco patrimonio di vitigni
fettamente con questa gamma olfattiva. Altra
ci racconta che il suo obiettivo è rafforzare le
dell’isola, le caratteristiche del suolo e del clima
novità è l’Ischia DOP biancolella, sul quale si è
caratteristiche che vanno a costituire l’unici-
e l’ambiente, costituiscono condizioni favorevoli
lavorato molto in vigna per ottenere una ma-
tà del vino prodotto a Ischia. Un cammino di
per ottenere vini dagli alti livelli di tipicità”. Dal
turità ideale, che consentisse al vitigno di espri-
crescita in linea con la capacità imprenditoriale
2015, dunque, le Cantine di Crateca producono
mersi al massimo”. Ha colore paglierino, aromi
e di visione che caratterizzano le scelte di Ar-
un DOP biancolella, un rosato, da aglianico al
di fiori, acacia e agrumi, e frutti bianchi, pom-
naldo, Giampaolo e Piergiovanni Castagna che
100%, oltre ai due IGP, Crateca Bianco e Cra-
pelmo e pera, che gli conferiscono eleganza ed
hanno restituito 2 ettari di terreno alle pendici
teca Rosso. Cominciamo dalle novità. “Il rosa-
equilibrio; in bocca è fresco, armonico, sapido e
si accosta bene, come il rosato, a carni bianche - anche il coniglio - pesce, crostacei, tipici della cucina isolana. Il Crateca Bianco (biancolella, forastera, greco e fiano, vinificati separatamente e poi assemblati secondo precise proporzioni che ne valorizzino i profumi), ha un’espressio-
Crateca rosso (per ‘e palummo e aglianico), al
a una cucina più ricca, fatta di carni alla brace,
ne più complessa dal punto di vista aromatico
momento è tutto lavorato in acciaio. “Ha colore
baccalà, formaggi, salumi stagionati. Le Cantine
comprendente note di fiori gialli, mimosa, gi-
rubino carico, riflessi violacei, è giovane quin-
di Crateca continuano, dunque, nel loro cam-
nestra, frutta sciroppata, è più strutturato, con
di con una struttura morbida, tannica sottile,
mino di valorizzazione dell’essenza autentica
gradazione alcolica più alta, colore più carico.
buona acidità e una freschezza che cerchiamo
espressa da questo territorio unico attraverso i
Per quanto riguarda il rosso, rappresentato dal
di mantenere in tutti i vini”: l’ideale è accostarlo
suoi vini. E noi le seguiamo con entusiasmo.
ischiacitydivisionepubblicitĂ
F A S H I O N
VALERIYA TROYATSKA
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AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti PRODUCER_ Cecilia D’Ambrosio MODEL_ Valeriya Troyatska MAKE UP_ Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_ Stefano Castaldi per Fascino & Stile, Testaccio - Barano DRESS_ Riz Boutique, Lacco Ameno SHOES_ Andy Calzature - Lacco Ameno, S. Angelo JEWELRY_ Maja Gioielli - Ischia Ponte GLASS_ Ottica Cinzia Pipolo - Ischia
In apertura e a sin., completo pied de poule La Fabbrica del Lino, cappello Riz Boutique, decolleté spuntate Marc Ellis da Andy Calzature; orecchini e anello in oro bianco e brillanti, Karal, occhiali Ottica Cinzia Pipolo. A sin. Pants disegno cravatta e cardigan La Fabbrica del Lino, decolleté spuntate Marc Ellis da Andy Calzature; orecchini e pendente Passavinti, orologio Citizen.
In questa pag. e nelle seguenti: cappottino Base, borsa Blumarine; tronchetti Tosca Blu Shoes da Andy Calzature; anelli Passavinti, orecchini in oro giallo, rosa e perla golden, lavorazione artigianale da Maja Gioielli.
A sin. Pull e pants Base, stola La Fabbrica del Lino, tronchetti Tosca Blu Shoes da Andy Calzature; orologio e orecchini Gattinoni. Nell’ultima pag., completo in velluto e pizzo Blumarine, sneakers Tosca Blu Shoes da Andy Calzature; orecchini bijoux UnoAErre, anello in vetro di Murano In my Bubble Versari.
Riz Boutique Corso Angelo Rizzoli, 174 Lacco Ameno info 081. 900239
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Text_ Gianluca Castagna Emma Santo Photo_ Dayana Chiocca Raffaella Barbieri, Daniel Conte
2 0 1 6
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SORRISO THERMAE RESORT & SPA L’incantevole panorama sulla baia di Citara che si gode dal Sorriso Thermae Resort ha fatto da indimenticabile cornice alla seconda serata di gala della XIV edizione del Global Film & Music Fest. La festa del cinema dell’estate, ideata da Pascal Vicedomini, è sbarcata nella calda atmosfera di Forio: uno spicchio di luna splendente ha accompagnato l’arrivo degli ospiti, accolti dai perfetti padroni di casa, la famiglia Impagliazzo, rappresentata dai fratelli Antonio, Nello ed Angela. La serata, dedicata ai grandi produttori cinematografici, ha visto salire fra gli altri sul palco Aurelio De Laurentiis, che ha sottolineato come sia forte il rapporto fra il cinema americano e quello italiano, e ha avuto come ospiti d’onore i divi Danny DeVito, Lola Ponce, Valeria Marini, volti amatissimi della TV come Barbara D’Urso e la cantante Mietta, che si è esibita insieme ad Andrea Mingardi. “L’Ischia Global Film & Music Fest che abbiamo avuto l’onore di ospitare per la prima volta nella nostra struttura - hanno sottolineato i proprietari del Sorriso Therme Resort, Antonio e Nello Impagliazzo - è un evento di altissimo profilo per l’isola d’Ischia ma anche per il nostro territorio regionale che trae lustro da un parterre così prestigioso”. Impeccabile l’organizzazione della serata, coordinata dal direttore Giovanni Vanella insieme alla signora Elena Notturno, grazie alle professionalità che lavorano all’interno della struttura, dalla marketing manager Luana Pezzuto, al responsabile di sala Sara Di Napoli e al Sorriso Event Manager Salvatore Rullo.
S P E C I A L
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IL GRANDE RITORNO DI MIETTA Text_ Emma Santo
DOPO SEI ANNI DI MATERNITA’ A TEMPO PIENO, LA CANTANTE, ATTRICE E SCRITTRICE PUGLIESE RICONQUISTA LA SCENA, CON UN FILM, DUE BRANI INEDITI E NUOVI PROGETTI DISCOGRAFICI, CINEMATOGRAFICI ED EDITORIALI. L’ISCHIA GLOBAL FEST HA RESO OMAGGIO ALLA SUA VOCE STRAORDINARIA, PREMIANDOLA CON IL MUSIC AWARD NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL SORRISO THERMAE RESORT & SPA.
Gli anni passano, ti cambiano, ma la grinta si
aver raggiunto tanti traguardi importanti». Poi,
“L’albero delle giuggiole” - sono da sempre ine-
corrobora e la voglia di rimettersi in gioco torna
il momento che gli ospiti del prestigioso hotel
stricabilmente intrecciati nella vita professionale
presto a farsi sentire. Un’esplosiva Mietta (all’a-
di Forio aspettavano trepidanti: vederla salire sul
di Mietta. Corre l’anno 1987, quando, giovanis-
nagrafe Daniela Miglietta) è salita sul podio de-
palco a sfoderare la sua voce calda e potente,
sima, fa il suo esordio nello sceneggiato radiofo-
gli artisti premiati nel corso della 14esima edizio-
accompagnandola nel canto con un trasporto
nico “Nasce una stella”, trasmesso da Radiouno.
ne dell’Ischia Global Film & Music Fest di Pascal
rimasto fedele nel tempo. Quarantasei anni, da
Dovrà attendere poco per farsi travolgere dalla
Vicedomini. Ad accogliere la voce indimenticabi-
sei in pausa dalla scena musicale per dedicarsi a
spirale della notorietà, che arriva nell’89, con la
le di “Vattene amore” - interpretata insieme ad
tempo pieno al figlio Francesco Ian, avuto con il
vittoria a Sanremo nella categoria Nuove Pro-
Amedeo Minghi al Festival di Sanremo del 1990
chitarrista Davide Tagliapietra, Mietta è tornata
poste. Il brano è “Canzoni”, scritto da Amedeo
e diventata celebre per quei vezzeggiativi, “trot-
sotto i riflettori più in forma e determinata che
Minghi. Da lì in avanti, il sodalizio artistico con il
tolino amoroso” e “dudù dadadà”, che hanno
mai - nel doppio ruolo di attrice e cantante - con
cantautore e compositore romano la lancerà tra
fatto del ritornello il più longevo dei tormentoni -
il film “Ciao Brother” di Nicola Barnaba, esordio
le stelle della musica leggera italiana, fino a che
la famiglia Impagliazzo, rappresentata dai fratelli
cinematografico del duo comico Pablo e Pedro.
l’artista pugliese intraprenderà il suo percorso
Antonio, Nello ed Angela, nell’incantevole cor-
La cantautrice pugliese ha scritto i brani inediti
personale, votato alla sperimentazione.
nice del Sorriso Thermae Resort & Spa. Tarantina
della colonna sonora, “Non sei solo” e “Another
L’ambizione continua ad alimentare sogni e ora
di nascita, milanese d’adozione, Mietta si è la-
dream”, insieme a Emiliano Cecere, Oscar An-
torna a mettere in cantiere nuovi progetti disco-
sciata coccolare dall’abbraccio caloroso dell’isola
giulli e Andrea Gallo. Prima, però, ci ha tenuto a
grafici, cinematografici ed edito-
verde, che le ha dato il benvenuto con il pre-
visionare alcune scene del film ancora in fase di
riali. Dicendolo a canzoni
stigioso cavalluccio marino d’argento dell’Ischia
montaggio, per lasciarsi ispirare dai temi portan-
sue, “oggi Dani-Mietta
Music Award. «Sono molto onorata di ricevere
ti della pellicola, e condensarli nel testo e nella
è più felice”.
questo premio – ha dichiarato l’eclettica artista -
melodia. Musica, cinema, televisione, roman-
che arriva al mio 27esimo anno di carriera, dopo
zi - nel 2011 ha debuttato come scrittrice con
ischiacitydivisionepubblicitĂ
HOTEL MIRAMARE E CASTELLO Un trionfo. Di sapori, musica, celebrità provenienti da tutto il mondo. Il 13 luglio, il Global Film & Music Fest, la kermesse ideata da Pascal Vicedomini e promossa dal presidente dell’Accademia Internazionale Arte Ischia, Giancarlo Carriero, ha srotolato il suo lunghissimo red carpet in una location da mille e una notte a cinque stelle: l’Hotel Miramare e Castello. Incastonato in uno degli scenari più suggestivi dell’isola, la storica struttura gestita dalla coppia Ciro Calise e Anna Olmo ha tutto quello che una serata perfetta richiede: il mare ai suoi piedi, il Castello Aragonese di fronte, il borgo dei pescatori che saluta l’arrivo delle star di casa nostra e di quelle d’oltreoceano, per una notte non più irraggiungibili. Due premi Oscar sono seduti allo stesso tavolo, Danny DeVito e Tim Robbins; lo sceneggiatore premio Oscar di Rain Man, Barry Morrow si perde nel percorso gastronomico, delicato, gustoso, speciale, insieme all’attivista per i diritti umani Kerry Kennedy, settima figlia di Bob Kennedy. C’è chi viene da due costellazioni opposte: la passionale Romania di Madalina Ghenea, l’algida Inghilterra di Jeremy Irons. E c’è un simposio incredibile di stelle italiane: Aurelio De Laurentiis, Riccardo Scamarcio, Pappi Corsicato, Valeria Marini, Franco Nero, Tony Renis, Luca Bianchini, Valentina Reggio… Poi la festa si sposta sulla spiaggia. Sul palco, i rapper Clementino, Lucariello ed Enzo Dong si scatenano col freestyle e omaggiano Fabrizio De Andrè, cantando “Don Raffaè” insieme al figlio Cristiano. Le sonorità rap si mescolano alle note del piano di Agostino Penna e al basso di Edoardo Ferragamo, nipote del celebre stilista. Sul palco ballano anche i premiati con i cavallucci marini dell’Ischia Legend Award: Barry Morrow («Quando si accoppiano, i cavallucci marini restano insieme per tutta la vita, proprio come me e mia moglie, che siamo sposati da 47 anni»); Marco Ponti, che invita ad andare a vedere - quando uscirà - il suo prossimo film “La cena di Natale” e manda un saluto caloroso alla Puglia; il talento argentino Lola Ponce, volto e voce di Esmeralda nel Notre-Dame di Cocciante; Cosimo Alemà, regista di “Zeta” («in questo bellissimo festival vengono date grandissime opportunità ai giovani»); Massimo Gaudioso, insignito di tantissimi premi importanti per la sceneggiatura di “Gomorra”, che conclude questa magica serata con un urlatissimo «Forza Napoli!». Forza Ischia, forza Global Fest.
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FATE LARGO AGLI ARTETECA Text_ Emma Santo
COL PRIMO FILM ‘HANNO SPACCATO’. ORA SONO PRONTI A FARCI RIDERE NEL PROSSIMO CINEPANETTONE, PRODOTTO DA AURELIO DE LAURENTIIS. LA COPPIA PIU’ ESPLOSIVA DI “MADE IN SUD” BRINDA AL SUCCESSO DI “VITA, CUORE, BATTITO”, SOTTO LE STELLE DI O’ RANGIO FELLONE, AL PRESTIGIOSO GRAND HOTEL PUNTA MOLINO. L’amore per il teatro li ha fatti incontrare e
- Enzo e Monica si incontrano nel 2001 “per
ri” di provincia che si esprimono nel gergo
da allora non hanno più smesso di ridere e
uno sfortunato caso di un beffardo desti-
attuale, mixando il dialetto napoletano con
far ridere. Finché uno dei loro tormentoni si
no”, scrivono nella loro spassosa biografia, e
il linguaggio del web e le espressioni della
trasforma in un film: “Vita, cuore, battito”.
danno vita alla compagnia teatrale “Lazzari
nuova generazione (come nell’ormai celebre
Ed è subito un successo.
felici”, dove portano in scena commedie ine-
tormentone “Amò, ho spaccato con ‘sto sha-
Loro sono Monica Lima ed Enzo Iuppariello,
dite. Finché, nel 2007, decidono di passare
tush!”).
in arte gli Arteteca del celebre programma
al cabaret, presentandosi al pubblico come il
L’isola verde li accoglie con tutto il calore e
‘sfornacomici’ Made in Sud. Coppia sul pal-
duo Arteteca. Scelta artistica? Volere del de-
l’affetto dei fan che conoscono a menadito
co, al cinema e nella vita, Monica ed Enzo
stino? Non proprio. «La verità è soltanto una:
le battute dei loro beniamini. «Siamo qui per
sono inseparabili e pieni di pepe. “Ci siamo
noi abbiamo lasciato il teatro perché non si
ricevere il premio per il miglior tuffo a cufa-
sposati e abbiamo fatto un film”, amano iro-
guadagnava un euro! Ma questo, vi prego,
niello», scherza Iuppariello, davanti alle tele-
nizzare i due cabarettisti della popolare tra-
non ditelo in giro!”, raccontano, ammiccanti.
camere di RepTv. In realtà, il riconoscimento
smissione di Raidue.
Sarà la potenza della loro verve comica a
“Ischia Napoli nel Mondo Award” va al primo
Ospiti della 14esima edizione dell’Ischia Glo-
portarli dritti da Nando Mormone, prima nel
film degli Arteteca, premiati dal produttore
bal Film & Music Fest di Pascal Vicedomini,
laboratorio “Sipariando” al Teatro Tam di
Aurelio De Laurentiis, ospite immancabile
gli Arteteca hanno riempito di colore e al-
Napoli, poi nella squadra dei cabarettisti di
della kermesse che - sotto le stelle del Ran-
legria l’elegante terrazza del Dancing Club
Made in Sud, infine al cinema, con un film
gio Fellone - vede sfilare i volti dei comici di
“O’ Rangio Fellone” del Grand Hotel Punta
autoprodotto ed autodistribuito che sbanca
Made in Sud accanto a quelli di star nazionali
Molino, con altri irriverenti compagni d’av-
al box office.
ed internazionali del calibro di Tim Robbins,
ventura, Francesco Cicchella e I Ditelo Voi,
Gli Arteteca conquistano milioni di fan, da
Jeremy Irons e Riccardo Scamarcio. Sarà pro-
accompagnati da Nando Mormone, ideatore
sud a nord, attraverso personaggi nei quali
prio il patron del Napoli a produrre “Natale a
e produttore del format televisivo ormai di-
il pubblico si immedesima al primo sketch:
Londra – Dio salvi la Regina”, secondo lavoro
ventato di culto, il quale ha scommesso sulla
cuori solitari che cercano l’amore in chat,
cinematografico per l’affiatatissimo ed esplo-
coppia partenopea sin dall’inizio, sicuro di
novelli sposi che si punzecchiano nel giorno
sivo duo. Dopo il successo di “Vita, cuore,
una schiacciante vittoria.
delle nozze, giovani social-dipendenti che
battito”, è proprio il caso di dirlo: “Hanno
Napoletani super doc - classe ‘78 lui, ‘85 lei
vanno in terapia anti-Facebook, due “tamar-
spaccato con ‘sto film”!
PUNTA MOLINO BEACH RESORT & SPA Flash a ripetizione, celebrities, musica, lo sfavillante mondo del cinema in uno scenario unico: la terrazza del Dancing Club “O’ Rangio Fellone” al Grand Hotel Punta Molino è la location perfetta per la quinta serata di gala della 14esima edizione dell’Ischia Global Film & Music Fest. Qui si divertivano i protagonisti della Dolce Vita negli anni ‘50 e ‘60, nella stessa atmosfera incantata si riuniscono le star nazionali ed internazionali di oggi per la kermesse dell’estate più amata dai VIP (e dal pubblico). Nella storica struttura dalle linee plastiche e dinamiche, ideata dall’architetto Giulio De Luca, sfilano nomi e volti noti al mondo intero e personaggi a noi più vicini, ricevuti con squisita ospitalità dai padroni di casa Eugenio e Patrizia Ossani, con il figlio Mario. L’atmosfera calda ed accogliente tocca le corde più intime dei presenti: «Siete riusciti a far emozionare anche uno come me», dice Riccardo Scamarcio protagonista di “Pericle il nero” - film tratto dall’omonimo libro dello scrittore e fumettista ischitano Giuseppe Ferrandino - mentre riceve l’Italian Worldwide Award dalle mani del premio Oscar Jeremy Irons. Emozione condivisa da Cheryl Boone Isaacs, presidentessa degli Academy Awards, e da Kerry Kennedy, agguerrita attivista per i diritti umani e settima figlia di Robert Kennedy. Quest’ultima ha ricordato il forte impegno sociale del grande attore, regista, produttore e musicista Tim Robbins, premiato con un meritatissimo Ischia Legend Award. Tanti i momenti pieni di brio e risate, con i comici di “Made in Sud”: Monica Lima ed Enzo Iuppariello degli Arteteca, protagonisti di “Vita, cuore, battito”; Francesco Cicchella e I Ditelo Voi, accompagnati da Nando Mormone, ideatore e produttore del format ormai diventato di culto, alle prese con “Natale a Londra - Dio salvi la Regina” e il film “Gomorroide”, annunciato in anteprima. Gag esilaranti, capolavori in musica reinterpretati da Edoardo Ferragamo, nipote del celebre stilista, e da Cristiano De André, che rende omaggio alla memoria di suo padre, l’immenso Faber. La notte è giovane e danzante, e i SUD 58 scaldano gli animi fino ad un’altra, indimenticabile alba, salutata dal Rangio Fellone.
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TIM ROBBINS IL RIBELLE DI HOLLYWOOD CHE AMA L’ITALIA Text_ Gianluca Castagna
Nel 1966, quando aveva solo 8 anni, la sua famiglia fece un lungo tour in macchina attraverso l’America per promuovere, in radio e tv, una marca di pile. A ogni componente della famigliola, toccava un apparecchio elettronico alimentato dalle pile Eveready: il padre impugnava il coltello elettrico, la madre un asciugacapelli e il piccolo Timmy un trenino. Fu la sua prima interpretazione. Qualche tempo dopo, quando aveva 11 anni, una mattina sua madre lo svegliò dicendogli: «Devi essere orgoglioso di tua sorella: è stata appena arrestata mentre protestava contro il Vietnam». Era quasi inevitabile che sviluppasse un forte spirito critico. Interprete puntuale, incisivo e brillante, esponente di primo piano della Hollywood liberal e democratica, Tim Robbins è una delle personalità più eclettiche del cinema internazionale. Faccia d’angelo e sguardo da serpente. Ambiguo sullo schermo, versatile sul palco, impegnato e coerente nella vita. Un ribelle, a modo suo, che rifiuta i copioni che non lo convincono e snobba i premi. Anche se ne ha vinti tanti. Miglior attore al Festival di Cannes nel 1992, Golden Globe nel 1993 per la sua interpretazione in “I protagonisti” di Robert Altman, Coppa Volpi a Venezia insieme all’intero cast di “America oggi” (ancora di Altman), premio Oscar come miglior attore non protagonista per la sua intensa performance di un loser sospettato di aver ucciso la figlia di un amico nel capolavoro di Clint Eastwood “Mystic river”. Ma è dietro la macchina da presa, nei panni di regista, che Robbins ha rischiato di più, dimostrando intelligenza e coraggio in nome dell’impegno civile e politico: nella satira di “Bob Roberts” smonta l’avverso ideale repubblicano con una riflessione sul potere distorto dei media («diventati il braccio propagandistico dei politici e non i cani da guardia»); in “Dead man walking” dirige Sean Penn e Susan Sarandon, sua compagna per oltre 20 anni, in un intenso atto d’accusa contro la pena di morte, ottenendo una nomination all’Oscar come miglior regista; con “Il prezzo della libertà” realizza infine un’articolata riflessione su arte e politica, oscurantismo e libertà. Nel suo primo film da regista, “Bob Ro-
lia e dalle ossessioni?
re e diventare attore. Combattere le aspetta-
berts”, lei interpreta un candidato alla
Non sempre è una scelta, sono i personaggi
tive, sfidare se stessi alla ricerca di una verità
presidenza che camuffa la propria ideolo-
che scelgono me. Non so esattamente perché
che non sia quella già confezionata da altri.
gia di destra dietro una facciata concilian-
ciò accade, o cosa vedono i registi in me, so
Sicuramente anche lui è stato un ribelle, molto
te fatta di canzoni, battute spiritose e vi-
però che non posso recitare nessuno che non
più di me. Sapeva cosa gli piaceva: una crea-
deo accattivanti. Non le ricorda qualcuno?
mi affascini o mi intrighi. Spesso lo sguardo più
tività pericolosa, per cui lo script non aveva
Forse dovrei citare in tribunale Donald Trump
profondo è quello che viene dall’esterno; forse
tutta questa importanza, contava quello che
perché ha preso quel personaggio e ci ha fatto
attraverso le storie di questi personaggi, riesco
accadeva sul set al di là della sceneggiatura.
la campagna elettorale? Scherzi a parte, Trump
a chiarire a me stesso come va il mondo.
Una sfida continua anche nei confronti dell’e-
è davvero il peggior candidato possibile.
A proposito di registi, lei ha lavorato con
stablishment hollywoodiano. Sono stato ben
I suoi personaggi sono spesso degli out-
Robert Altman. Che ricordo ha?
felice, al tempo de “I protagonisti”, di contri-
sider rispetto al Sogno Americano, anche
Robert era un mio grande amico, oltre a una
buire alla vendetta del vecchio Bob sulla Mec-
un po’ pazzerelli. E’ affascinato dalla fol-
persona che mi ha insegnato davvero a recita-
ca del cinema e dei suoi abitanti, soprattutto
verso quei produttori che per anni lo avevano
semplicemente il suo lavoro, avrebbe tagliato
sono esibito con la mia band. Abbiamo fat-
bistrattato considerandolo solo un ribelle indi-
personaggio e scena. Con lui si lavora a mon-
to ballare tutto il pubblico. Il repertorio va
sciplinato. Per me il suo lavoro è stato fonte di
te, nel momento in cui si chiude il cast e si co-
dal folk tradizionale che tanto piaceva a mio
continua ispirazione.
nosce cosa vuole da un attore. Si legge insie-
padre, musicista nella folkband Highwaymen,
E Clint Eastwood che l’ha diretta in
me il copione e si discute. Una volta arrivati sul
a mie composizioni che raccontano quanto
“Mystic river”?
set non c’è spazio per ulteriori tentennamenti.
sia diventato difficile esprimersi in un mondo
Mi ha insegnato tantissimo perché è un regi-
Più di trent’anni fa ha fondato in un te-
come questo. Facciamo anche delle cover, ma
sta estremamente efficiente; in tutti i film che
atro da 90 posti a Los Angeles la Actors’
di repertori poco conosciuti che servono a ri-
fa, è sempre buona la prima. Non sopporta
Gang e non l’ha mai lasciata: fa regie, or-
cordare al pubblico la forza e la bellezza di
divismi o isterie varie. Sul set l’ego dell’atto-
ganizza laboratori, chiama a collaborare
canzoni che non sono state dei grandi succes-
re è bandito. Una buona cosa, perché le crisi
amici-colleghi come John Cusack, Helen
si. Abbiamo inoltre messo in scena due piece :
personali rendono molto più lenta e difficile
Hunt, Kate Mulligan, Jackson Browne,
“1984”, da Orwell, e “Harlequino: on to Free-
la lavorazione di un film. Sul set la concentra-
David Crosby, porta gli spettacoli nelle
dom” sulla differenza tra uno schiavo e un
zione è altissima, una tensione positiva. Amo
carceri, nelle scuole, tra i bambini.
servitore, un’esplorazione di quella parte della
molto gli attori che rischiano. Anche quando
Il teatro è un modo per sopravvivere a Los An-
commedia dell’arte sulla quale non esistono
sbagliano, a guidarli deve essere la verità del
geles, dove vivi isolato nella tua automobile e
testimonianze dirette.
personaggio e delle sue emozioni.
di quello che succede attorno puoi benissimo
Non le manca il cinema?
Mai un conflitto?
non sapere nulla. Invece, abbiamo bisogno di
Tra qualche mese uscirà “Marjorie Prime”, diret-
Una volta ho sentito la storia di un attore che
sapere tutto, anche di crescere nelle contrad-
to da Michael Armereyda con John Hamm, Ge-
gli telefonò dall’Australia in piena notte per-
dizioni delle grandi città. Io a 13 anni sapevo
ena Davis e Lois Smith. Un piccolo film ambien-
ché voleva discutere con lui del personaggio e
esattamente cosa avveniva attorno a me.
tato nel futuro, su un software che riproduce
di una scena. Clint tagliò corto: se l’attore non
Lei ama l’Italia e i suoi festival…
le immagini oleografiche della persona amata,
si fosse presentato il giorno dopo sul set a fare
Sono appena tornato da Spoleto, dove mi
nell’età in cui l’abbiamo amata di più. Il cinema,
schiare su progetti “difficili”, la concentrazione
in verità non mi manca. Certo, mi piacerebbe
regista vorrebbe lavorare?
produttiva impedisce l’autonomia degli autori
raccontare le mie storie, ma dovrei prima trova-
Fellini, ovvio. Ma non si può tornare indietro nel
e si producono blockbuster per un pubblico
re un produttore folle che mi aiuti a realizzarle.
tempo. Sono tanti i film italiani che apprezzo,
sempre più infantile, col risultato che registi e
In questa fase della mia vita sto cercando di de-
una volta frequentavo l’Italia solo per brevissimi
sceneggiatori di qualità preferiscono impegnar-
dicarmi a cose che non ho mai fatto, sicuramen-
periodi; da tre anni mi fermo di più, ho comin-
si sulle più creative serie tv. Non amo fare film
te non sento la necessità di stare sul set a tutti i
ciato a capire a fondo e apprezzare anche me-
“tanto per”... Preferisco occuparmi di teatro,
costi, accetto solo se la storia mi piace e ne vale
glio la cultura italiana, ricca e complessa. Esiste
con laboratori che mi permettono di sperimen-
la pena. Spesso i copioni che leggo sono per
una grandissima tradizione che si accompagna
tare senza aver bisogno di un budget multimi-
film che da spettatore non andrei mai a vedere.
a idee nuove, a una società che sta cambiando
liardario e senza che nessuno possa dirmi che
Viviamo in un’epoca di cultura della mediocrità,
velocemente. Spero che l’industria cinemato-
cosa fare e cosa no, dato che ci metto i miei sol-
sono fortunato perché posso dire di no.
grafica italiana trovi la voglia
di. Oppure dedicarmi a progetti speciali che sto
Com’è cambiata Hollywood in questi ulti-
di finanziare film che rac-
organizzando a favore dei migranti, perché vor-
mi 20 anni?
contino questa realtà.
rei che la gente, in America, ricordasse che noi
La domanda giusta è: dove sono i soldi per fare
siamo tutti stati dei rifugiati o figli di rifugiati.
un film come “Dead man walking”? Oggi non
Cosa ama del cinema italiano? Con quale
ci sono più case cinematografiche disposte a ri-
MEZZATORRE RESORT & SPA L’atmosfera è da sogno. Il tempo sembra essersi fermato al Mezzatorre Resort & Spa, gioiello abbarbicato su un promontorio da cui si riesce a toccare con lo sguardo il cielo, il mare e la pineta in cui è immersa la torre merlata che ospita la quinta serata di premiazione dell’Ischia Global Film & Music Fest. Ogni dettaglio è curato in modo impeccabile, e le star accorse da tutto il mondo si godono un buffet luculliano. La padrona di casa, Alessandra De Lorenzo, ha accolto calorosamente gli ospiti della kermesse. Nella notte che avanza, si accendono i riflettori sui volti dei premiati, nomi celebri del cinema e della televisione: Iaia Forte, attrice napoletana che vanta una carriera costellata di successi, l’affascinante Gary Dourdan, che ha partecipato alla famosa serie televisiva “CSI” e Danny Glover, sergente di polizia nella saga cult “Arma letale”. Una delle muse del cinema italiano, Laura Morante, reduce dall’ultimo lavoro da lei scritto e diretto, “Assolo”, riceve l’Ischia Art Award dal premio Oscar Paul Haggis, chairman della kermesse. Ancora, al regista Gianfranco Rosi, che ha diretto “Fuocoammare”, documentario su Lampedusa e il dramma dei migranti, va l’Ischia Humanitarian Award. Mentre il premio dei giovani talenti, intitolato a Bud Spencer, va a Jack Huston, nipote del regista John e dell’attrice Anjelica Huston, che presto vedremo nei panni del nuovo “Ben-Hur”. La notte non si ferma e punta al sorgere del sole, accompagnata dalla splendida voce di Nicole Slack Jones, altra grande promessa di cui Ischia potrà farsi vanto.
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JACK HUSTON ATTORE DELL’ANNO A ISCHIA GLOBAL Text_ Gianluca Castagna
INTERPRETE ECLETTICO E TRASFORMISTA, AFFASCINANTE, NATO IN UNA DELLE GRANDI DINASTIE DI ATTORI E REGISTI DI HOLLYWOOD, JACK HUSTON HA PORTATO ALL’ISCHIA GLOBAL LA SUA INTERPRETAZIONE DEL KOLOSSAL BEN-HUR.
A teatro ha infiammato i palcoscenici dell’East End londinese con una superba performance in “Delitto per delitto”, thriller psicologico tratto dall’esordio letterario di Patricia Highsmith. In tv è conosciuto come lo sfigurato e letale killer Richard Harrow, nel gangster drama della HBO “Boardwalk Empire”. Ora i riflettori sono nuovamente puntati su di lui
e della redenzione. Colpito dalle parole del Messia
sione perché diventassi un attore o lavorassi nello
per il remake, attesissimo, di un film epocale come
morente, Ben Hur decide di perdonare Messala,
spettacolo. Siamo una famiglia di creativi e amiamo
“Ben Hur”, del quale l’attore britannico Jack Huston
ormai paralizzato a vita, e viene premiato non solo
il cinema. L’eredità culturale è molto forte, spero di
sarà il protagonista nel ruolo che portò all’Oscar
con la pace interiore, ma con un miracolo: rientrato
rendere i miei familiari orgogliosi di quello che fac-
Charlton Heston. «E’ il film più grande che abbia
nel suo palazzo in rovina, trova la madre e la sorella
cio. Ce la metterò tutta, anche se ho ancora molto
interpretato finora e quello che mi ha insegnato di
guarite dalla lebbra. «Di certo è stato il personaggio
da imparare». Il suo ruolo nel serial tv “Boardwalk
più sul mestiere dell’attore», ha dichiarato Huston,
fisicamente più impegnativo che abbia mai inter-
Empire” (un veterano della prima guerra mondiale
premiato a Ischia Global 2016 come migliore atto-
pretato. Ho perso 15 chili, un’esperienza molto in-
che indossa una maschera di latta per nasconde-
re dell’anno durante il Gala all’Hotel Mezzatorre
tensa anche perché tra caldo, sudore e sabbia non
re la deturpazione del volto), è diventato uno dei
Resort a Forio. «Più che un remake, si tratta di un
c’era mai un momento di tregua. Timur voleva un
personaggi più importanti e popolari dello show,
nuovo adattamento cinematografico, il quinto per
film con pochi effetti speciali, quindi nelle scene a
previsto inizialmente solo per tre episodi ed esteso
l’esattezza, di un romanzo, “Ben-Hur: A tale of the
cavallo, sulla biga o in quelle di lotta, non ci sono
per quasi tre stagioni. Uomo enigmatico, di poche
Christ” scritto da Lew Wallace. L’occasione per ri-
controfigure. Sono io, sempre e solo io». Jack Hu-
parole, al tempo stesso anima sensibile e freddo
visitare un ruolo classico in un film che ho sempre
ston è l’ultimo rampollo di una leggendaria dinastia
assassino, Richard Harrow nasconde una perso-
amato. I paragoni con il kolossal di Wyler saranno
hollywoodiana d’ascendenza irlandese: da nonno
nalità complessa dietro un aspetto inquietante
inevitabili, ma così come dello stesso paesaggio esi-
John (regista titanico, Oscar per “Il tesoro della
che Huston ha reso memorabile anche attraverso
stono quadri diversi, anche per Ben Hur daremo la
Sierra Madre”, 1948) a papà Tony (sceneggiatore,
capricci vocali e tic facciali che lo hanno imposto
nostra personale interpretazione. Ho molto rispetto
tra i suoi copioni più famosi “The dead-Gente di
tra gli interpreti più eclettici e trasformisti della sua
per la performance di Charlton Heston, sono amico
Dublino”, 1987), al bisnonno Walter (attore, Oscar
generazione. «Oggi, alcune delle cose più interes-
di suo figlio, non avrei accettato se non fossi stato
come miglior attore non protagonista ne “Il tesoro
santi - confessa l’attore 33enne - vengono realiz-
convinto del valore e della qualità del film». Il ko-
della Sierra Madre”), agli zii Danny e Anjelica (an-
zate in tv, dove si vive una sorta di età dell’oro.
lossal, diretto dal kazako Timur Bekmambetov, rac-
che quest’ultima premio Oscar come attrice non
Tornerei a lavorarci, se ne valesse la pena. Dipende
conta la storia di Giuda Ben Hur, un principe giudeo
protagonista per “L’onore dei Prizzi”). «La mia è
dalla storia, dal cast, dal regista; le serie tv vanno
ingiustamente accusato di tradimento dal compa-
una famiglia straordinaria, il cognome Huston non
avanti per molto tempo, richiedono un impegno a
gno Messala (Toby Kebbell), ufficiale dell’esercito
l’ho mai considerato un peso. E’ raro, in una fami-
lungo termine, quindi un progetto deve convincer-
romano. Spogliato del suo titolo, separato dalla
glia, poter dire che siamo arrivati alla quarta gene-
mi sul serio». Prossime interpretazioni? «Mi vedrete
sua famiglia e dalla donna che ama (interpretata da
razione di artisti impegnati nel cinema. E’ stata una
in “The yellow birds”, tratto dall’omonimo roman-
Nazanin Boniadi), Ben Hur è costretto in schiavitù.
consapevolezza naturale, me ne sono reso conto
zo di Kevin Powers, vincitore del PEN/Hemingway
Dopo anni in mare e una fortuna improvvisa che
subito, sin da bambino, quando mio padre mi rac-
Award 2013 per il miglior esordio dell’anno. E’ una
lo porta nei favori del console Quinto Arrio, torna
contava di nonno John e del bisnonno Walter, che
storia sulla guerra in Iraq, diretta da un regista vi-
in patria per cercare vendetta, ma l’incontro con
all’età di 16 anni è letteralmente saltato su un treno
sionario come Alexandre Moors e lo produce Mark
Gesù (Rodrigo Santoro) nei tragici momenti della
merci in direzione New York perché voleva recitare.
Canton. Esce l’anno prossimo, posso solo dirvi che
Crocifissione, gli fa riscoprire il senso del perdono
Su di me non è mai stata esercitata alcuna pres-
è il miglior film che abbia fatto finora».
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L’ALBERGO DELLA REGINA ISABELLA Come da consolidata tradizione, l’appuntamento con le attesissime serate di apertura e chiusura dell’Ischia Global Film & Music Fest anche nella sua 14esima edizione sono state ospitate negli esclusivi spazi ricchi di suggestione dell’Albergo della Regina Isabella, proprietà della famiglia Carriero e cuore pulsante di questa straordinaria avventura che proietta l’isola d’Ischia sotto i riflettori del mondo magico del cinema e dello spettacolo. Il red carpet 2016 ha accolto nomi e volti che sono vere e proprie leggende dello show business italiano ed internazionale, attori, cantanti, registi, produttori: in ordine sparso, Jeremy Irons, Danny DeVito, Tim Robbins, Danny Glover, Dionne Warwick, Zucchero, Kerry Kennedy, Cheryl Boone Isaacs, Jack Huston, Vittorio Storaro, Aurelio De Laurentiis, Barry Morrow, Bruce Beresford, Paul Haggis, Billie August, Paolo Genovese, Gianfranco Rosi, Gabriele Mainetti, Madalina Ghenea, Laura Morante, Riccardo Scamarcio, Valeria Bruni Tedeschi, Tony Renis. E ancora, le bellissime Madalina Ghenea, Petra Němcová, Rim Saidi, l’affascinante attrice (e regista) italo francese Valeria Bruni Tedeschi, Pino Insegno e Claudio Bisio… In attesa di scoprire quali saranno le star della XV edizione.
VALERIA BRUNI TEDESCHI Text_ Gianluca Castagna
Non è facile immaginare quale sarebbe stato il
loro ruolo. Inizia in sordina, dopo tante letture
Nell’ultimo titolo rievoca i ricordi dell’infanzia,
destino cinematografico di Valeria Bruni Tede-
che - a un certo punto - pensa bene di vivere in
la dimora di Castagneto da vendere, la fabbrica
schi se i geni, la formazione e l’inconscio non
scena e non fuori. Debutta con l’incandescente
di famiglia già ceduta (si chiamava Ceat ed era
le avessero regalato quell’espressione introver-
Patrice Chéreau, in “Hotel de France”, fine anni
la seconda produttrice di gomme dopo la Pi-
sa, qualche volta malinconica, alla quale i ruoli
Ottanta. Nasce presto un rapporto d’amore-
relli), una madre troppo intelligente e spiritosa
interpretati di volta in volta hanno aggiunto il
odio con la recitazione, in una spirale che ha del
da poter odiare, il fratello bellissimo e morto di
sale della follia, dell’angoscia, o la fatica - anche
pirandelliano, in cui non si comprende mai fino
Aids, l’ansia di una maternità a lungo insegui-
tragicomica - di costruire un rapporto pacifico
in fondo se è lei a ricoprire un ruolo o il ruolo a
ta. La sorella (nel frattempo) Premiere Dame?
con il mondo che la circonda. Ci piace tanto,
ricoprire lei. Quando gira in Francia sogna l’Ita-
Non pervenuta. E’ ancora l’Italia a regalarle due
Valeria Bruni Tedeschi. Ci piace il modo (spu-
lia; frequentando i set di Bertolucci, Bellocchio,
opportunità coi fiocchi. Ne “Il capitale umano”,
dorato? incosciente? ironico?) con cui ha deciso
Olmi e Calopresti (con cui vince due David di
ritratto spietato di una Brianza e di un Paese
di mettersi in gioco: rampolla di una ricca fa-
Donatello come migliore attrice, nel 1996 con
intero malati di megalomania e provincialismo
miglia torinese che scappa in Francia per paura
“La seconda volta”, nel 1998 con “La parola
firmato da Paolo Virzì, è un ex attrice rapita dal
delle Brigate Rosse, sorella di una (ex) supertop
amore esiste”), ripensa al cinema francese così
sogno di recuperare l’unico teatro cittadino che
model, Carla Bruni Sarkozy, (ancor più) celebre,
rispettato, sostenuto e difeso in patria. Il premio
cade a pezzi, una donna ricca e infelice, sposata
attrice di fama internazionale che si divide tra
César come miglior giovane attrice lo conquista
a una carogna capitalista, vittima di un’illusio-
l’Italia e la Francia, vezzosa fanciulla alle prese
grazie a “Le persone normali non hanno nien-
ne e della nostalgia di un’avanguardia ormai
con tormenti interiori di chi sembra avere tutto
te di eccezionale” di Laurence Ferreira Barbosa,
morta. In “La pazza gioia”, ancora diretta da
dalla vita (o tanto, fate voi), che tuttavia mette
mentre il grande successo di pubblico glielo re-
Virzì, tratteggia un personaggio memorabile:
in scena i dolori (veri!) di una donna che sbatte
gala François Ozon in “CinquePerDue – Fram-
una Blanche DuBois de noartri, logorroica, este-
la testa contro il muro perché vuole di più. Ci
menti di vita amorosa”, narrazione pinteriana
nuante, travolgente e senza freni. Adorabile e
piace la sua immediatezza, anche selvatica, in
sull’amore che muore nel matrimonio, dove Va-
al contempo detestabile. Una ricca nobildonna
rotta di collisione col blasonato pedigree: solita-
leria è così bella e brava che sarebbe da sposare
alla ricerca di una costosa felicità (che “non si
mente struccata, capelli messi un po’ così, una
(se non la si amasse, chiaro). L’attore è infantile,
può certo trovare in un tramezzino”), pazza
certa svagatezza, disponibile e schiva, pronta a
egocentrico, bisognoso di continue attenzioni.
perché ha sprecato la sua irresistibile energia in
raccontarsi, tra spunti anche grotteschi e diva-
Il regista è più adulto, consapevole, guardingo.
fiumi d’alcool e di parole. A Ischia Global 2016,
gazioni surreali, fino a quando non si supera un
Tentiamo il salto? Lei tenta. “E’ più facile che
per questo ruolo, Valeria Bruni Tedeschi è stata
certo limite. Insomma, nessun divismo o quel
un cammello”, “Actrices”, “Un castello in Ita-
premiata come migliore attrice
tipo di altezzosità parigina che fai fatica a di-
lia”. Tappe di un cammino dietro la macchina
dell’anno: il primo di una
gerire. Valeria Bruni Tedeschi fa parte di quella
da presa, per un lungo film personale senza ec-
lunga serie di riconosci-
categoria di interpreti che, con la mobilità del
cessi autobiografici. Tante nevrosi (para)moret-
menti per una prova
volto, bello e imperfetto, prendono per mano lo
tiane, accettabili e finanche divertenti solo per-
da manuale.
spettatore e lo accompagnano nel labirinto del
ché non gravate dai soliti narcisismi strategici.
S P E C I A L
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i
DIONNE WARWICK SIGNORA DELLA CANZONE Text_ Gianluca Castagna
S P E
Quando al Galà di apertura di Ischia Global Fest
to della mia carriera. Per essere longevi nell’arte
2016 sono passate sullo schermo le immagini di
bisogna rimanere se stessi. Tutta la mia famiglia
repertorio che riguardano la sua straordinaria e
ha sempre cantato, sono nata per fare questo
inimitabile carriera, il pubblico non ha potuto
mestiere, e l’ho fatto anche quando non stavo
che riservarle un’affettuosa ovazione. «La voce
bene, quando la forma non era ideale. Non bi-
di Dionne Warwick - scrisse John Bowers nel
sogna mollare mai perché, ed è vero, “the show
1971 - fa pensare a tante cose all’interno della
must go on”. Io sono stata fortunata, ho lavo-
stessa canzone. Mi vengono in mente un’anguil-
rato con tanti grandi e spero nel futuro di farlo
la, un temporale, una culla, un mucchio di alghe
ancora. Con gli Earth Wind & Fire, ad esempio».
marine, un pugnale. La sua non è una semplice
Donna splendida, componente di una famiglia
voce, ma un organo o uno strumento grafico
importante per la musica americana (suo padre
con cui disegna delle figure a piacimento».
dirigeva il coro gospel The Drinkard Singers, di
Protagonista del canzoniere americano del No-
cui faceva parte Cissy Houston, cantante cele-
vecento grazie soprattutto al sodalizio con Burt
bre a sua volta e madre di Whitney, cugina della
Bacharach e Hal David, prima cantante di colo-
Warwick), Dionne si è calata perfettamente nel
re della sua generazione a vincere il prestigioso
clima levigato ma insidioso della musica di Ba-
Grammy Award come miglior interprete femmi-
charach. «Il sodalizio con Bacharach e Hal David
nile (onore che ebbe solo Ella Fitzgerald), Dion-
è stato importantissimo, per me. Un triangolo
ne C Warwick I A L è oggi una signora ancora capace
magico che è andato avanti per una decina di
di eleganti acrobazie vocali sulle note dei suoi
anni, creando splendidi capolavori. Poi ho avuto
intramontabili evergreen. Lo stile, vera cifra arti-
altre collaborazioni: con Barry Manilow, i Bee
stica della sua storia musicale, è rimasto lo stes-
Gees, Stevie Wonder, Luther Vandross. Nessu-
serà sugli anni che vanno dal ’62 al ’68, cruciali
so, a dispetto di chi le ha sempre rimproverato di
no ha provato a cambiare la mia musica, non
per le lotte d’integrazione razziale».
aver abbandonato la vocalità più black in favo-
potevo che essere me stessa». A Ischia i produt-
Sugli scontri che stanno insanguinando gli Usa
re di un easy listening più commerciale, seppur
tori Andrea Iervolino e Monika Bacardi hanno
nelle ultime settimane, la Warwick osserva che
sempre di grandissima classe. Difficilissimo da
annunciato le riprese, a ottobre, di ‘Dionne’,
«gli Stati Uniti sembrano rivivere un passato che
cantare nonostante le irresistibili aperture me-
film ispirato al best seller autobiografico della
ritorna. Sono devastata per il dolore delle fa-
lodiche. Solo un perfetto controllo vocale come
cantante. Nella pellicola, interamente finanziata
miglie delle vittime. E’ profondamente stupido
quello della cantante statunitense (“un dono di
da Ambi Picture, sarà la vincitrice del Grammy
parlare di razze e religioni. Siamo tutti umanità.
Dio”, lo definisce), poteva superare gli impervi
Award LeToya Luckett a interpretare la Warwick,
Tornano alla superficie dei problemi sopiti, si
spartiti che le cuciva addosso un genio malato
mentre l’attore Danny Glover sarà suo padre.
parla di diversità ed emarginazione. Ci possono
di perfezionismo come Bacharach. «Cantare le
«Da tempo mi dicevano di scrivere un’autobio-
salvare solo l’amore e la comprensione recipro-
sue melodie è stato come fare un esame di mu-
grafia ma non mi decidevo. Poi ho pubblicato
ca. Mio nonno diceva che siano tutti al servizio
sica ogni volta che sono andata in studio», ha
dei libri per bambini che mi hanno “sciolta”,
gli uni degli altri, lui è la mia guida, è l’uomo più
rivelato l’artista nel suo incontro con la stampa
grazie anche al successo ottenuto. Da qui nasce
saggio che abbia mai conosciuto».
al Grande Albergo della Regina Isabella di Lacco
il racconto “My Life as I See it”. La mia vita è
«Il mondo è cambiato, non solo in America -
Ameno. «Passione e amore sono stati il segre-
troppo lunga per raccontarla tutta, il film si ba-
continua l’artista - Nessuno nella nostra vita pensava che ci sarebbe stato un presidente afro-americano, eppure eccolo qui. E non è ancora finita. Il nostro prossimo ostacolo sarà un presidente donna. Sta per accadere, so che è nel mio cuore». Il rapporto con l’Italia? «Ottimo. Soprattutto per il cibo, ogni volta che vengo qui ingrasso qualche chilo, ma non me ne dispiaccio: è una buona scusa per fare shopping. L’Italia mi ha accolta da sempre in maniera speciale, sin dagli anni Sessanta. Sono venuta molte volte, ho cantato spesso e mi sono sempre sentita a casa. Amo l’Italia e l’Italia ama me».
S P E C I A L
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CINECOMIC DI PERIFERIA, INCONTRO CON GABRIELE MAINETTI Text_ Gianluca Castagna
IL GLOBAL FEST 2016 ACCOGLIE CALOROSAMENTE IL REGISTA ITALIANO PIÙ PREMIATO DELL’ANNO PER IL SUO LUNGOMETRAGGIO D’ESORDIO, “LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT”, FILM CHE ATTRAVERSA I GENERI, MIX DI FANTASTICO E REALISMO, TANTI ANNI PER RIUSCIRE A REALIZZARLO E FINALMENTE UNA MESSE DI RICONOSCIMENTI, NON ULTIMO IL BOTTEGHINO. Per acciuffare Gabriele Mainetti, la
ansimano come appena scampati a un’epidemia
italiana verso un possibile (nuovo) cinema di ge-
“nuova speranza del cinema ita-
di Ebola, per capire le scuse che farfugliano (in
nere; prendere in contropiede gli specialisti del
liano”, bisogna essere dei supe-
mala fede) è necessario richiamare in vita i maya di
tritatutto mediatico; intercettare l’attenzione in-
reroi. Come minimo. La litur-
“Apocalypto”. “Non disponibile”, recita lo staff pa-
ternazionale; conquistare 7 David di Donatello, 2
gia festivaliera imporrebbe
ramilitare della kermesse. Solitamente non esiste
Nastri d’argento, un Globo d’oro, 4 Ciak d’oro e
di passare sul cadavere
tribunale d’appello (a meno che non facciate parte
chissà cos’altro ancora. Vi sembra poco? Tutto con
dell’attaché de presse e li-
del cerchio magico dei protégé); solo la fiducia nei
un solo film: “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Opera
berare l’ostaggio. Nessun
vostri superpoteri può farvi superare indenni la via
d’esordio dopo solidi corti quali “Basette” e “Tiger
omicidio, tanto basta lo
crucis e arrivare, for your eyes only, al cospetto del
boy”. Il quasi 40enne cineasta romano costruisce
stress ad ammazzarli. Gli
regista italiano più inseguito, coccolato e decorato
un film denso di grumi cianotici e colori squillanti,
addetti stampa, superata
del momento. Non a torto. Gabriele Mainetti è ri-
senza mai rinunciare alla crudezza di quel che rac-
la terza giornata, vivono
uscito in più di un’impresa: assimilare la trasforma-
conta: perché il sangue è sangue, un pestaggio è
già in uno stato di avanzata
zione dei codici, delle mitologie e dell’immaginario
un pestaggio, la violenza è violenza. E i supereroi,
alterazione psichica. Corro-
collettivo dei cinecomic; masticare golosamente
inevitabilmente lontani dalle formulette high tech
no a destra e sinistra senza
alibi poetici e storie di vita vissuta; resuscitare – più
globalizzate, non possono che emergere dalle
alcuna ragione plausibile,
che il cinema di genere – il credito dell’industria
tenebre di una Roma (quindi di un’Italia) da cata-
strofe imminente e vernacolo fatale. Niente manzi
tatto con il mondo vero. La sfida era trovare un
in calzamaglia, tutine aderenti o calzoni d’acciaio:
senso italiano a questa sintesi. Sentivo di poterci
Enzo Ceccotti, protagonista del film, è un anti-su-
riuscire, perché avevo capito i topoi del genere e
pereroe che agisce per soldi e cazzi suoi. Al posto
l’importanza di uno sviluppo drammaturgico dei
delle solite auto, strafighe e cocaina, si sputtana il
personaggi. Non sono stato il primo, Sergio Le-
bottino dei furti in budini e pornazzi. Altre variabili
one ha compiuto questa sintesi. Certe battute di
impazzite incrociano la sua solitudine, entrando
“Per un pugno di dollari” sembrano dette da un
nella sua gabbia disperata: un guitto malavitoso
coatto di Trastevere.
di periferia che non sopporta l’anonimato e una
Il cast è sempre stato quello?
ragazza da salvare trincerata nel suo mondo in-
Ho fatto dei provini, poi ho scelto gli attori del film
fantile. Solo alla fine del percorso, da un vestito
che mi sembravano più in linea con quel tipo di
insanguinato sul lungotevere, rinascerà un uomo
lavoro sul personaggio. Una forte credibilità, an-
dolorante ma migliore.
zitutto, altrimenti non riesci a veicolare le emozio-
Mainetti prova a dirci che la grande narrazione
ni dello spettatore. Per questo li ho calati in un
popolare dei miti moderni custodisce formidabili
contesto tutto italiano, anzi, fortemente romano
intuizioni sulla realtà. E’ il virus contagioso pro-
e periferico. Volevo fossero tridimensionali, con
veniente dall’Estremo Oriente (da santi/santoni
possibilità introspettive importanti e una com-
come Go Nagai e Park Chan-wook), quella sen-
plessità psicologica shakespeariana. Non li volevo
sitività che ci spinge a scoprire il senso nascosto
appiattiti, come in molto cinema americano sui
(e vertiginoso) che alberga in ogni presentimento,
supereroi degli ultimi anni. Santamaria, Marinelli,
gesto, azione o incidente di (un) percorso segnato
la stessa Ilenia Pastorelli, scelta dopo una lunga
(ma non vincolato) dal Destino. I superpoteri sono
ricerca, sono indiscutibilmente dei talenti con una
una metafora della forza di spirito e sopravvivenza
forte creatività. Questo mi ha aiutato molto.
che dimora dentro ognuno di noi quando fronteg-
Come è riuscito a evitare lo sguardo borghe-
giamo pericoli, fatiche e voraci fauci quotidiane.
se sulla periferia romana?
Tutto in un film che, nel problematico scenario del
Trattandola con rispetto. E’ una realtà che cono-
cinema tricolore, è un gioiellino pop, amarissimo
sco, da cui sono stato sempre affascinato, anche
e potente.
se provengo da tutt’altro ambiente. Con questo film chiudo un capitolo della mia vita da ragazzo di buona famiglia attento ai margini urbani e a realtà
Qual è stata la molla espressiva più urgente
che non mi appartengono direttamente, ma a cui
che l’ha portata a realizzare “Lo chiamavano
mi sono sempre avvicinato nel modo più onesto
Jeeg Robot”?
possibile, cercando un approccio antropologico
La voglia di fare un cinema diverso, nuovo, perso-
moderno. Nicola Guaglianone, auto-
nale. Un film che mi sarebbe piaciuto vedere da
re del soggetto e sceneggiatore del
spettatore. Mi sento più pubblico che regista: ho
film, mi ha aiutato molto a forma-
sempre amato la capacità degli americani di fan-
re questo sguardo, grazie alle sue
tasticare. Sono cresciuto con Spielberg e Indiana
storie disperate e meravigliose.
Jones, travolto dal cinema delle nuova Hollywo-
Jeeg Robot è drammatico ma
od tra i ’60 e i ’70 di cui ho visto praticamente
c’è speranza, umanità, riscatto.
tutto. Un lobotomizzato, come il protagonista di
A differenza di molti film dove
“Arancia Meccanica”. E poi Totò, Leone, Moni-
tutto è uno schifo.
celli. Il cinema asiatico. Secondo me l’incontro tra
E’
culture produce cultura. Ho provato a trasferire un certo immaginario nella nostra realtà, evitando di copiare gli americani perché non avrebbe avuto senso. “Lo chiamavano Jeeg Robot” non è un film facile, gioca con molti generi. Mettendoli insieme, ho cercato di trovare un’armonia, di farli funzionare. Lo hanno definito “la via italiana dei supereroi”. E’ d’accordo? In Italia un cinema dei supereroi non esiste, quindi ho tentato di abbracciare qualcosa che non ci appartiene per farlo funzionare anche qui. Un mix tra fantastico e realismo, perché il cinema italiano, in fondo, è sempre stato a stretto con-
la
123
storia di un delinquente che può cambiare, uomini e donne che hanno più voglia di sognare degli altri e non si rassegnano. Non li ho mai guardati con pietà. Com’è nata l’idea di un innesto della canzone d’autore al femminile sul personaggio dello Zingaro, il villain del film? Lei non è troppo giovane per ricordarsi di “un volo a planare dentro il peggiore motel”? Da bambino amavo molto la Bertè, Nada, la Nannini. Anna Oxa era la donna che mi piaceva di più in assoluto. E’ sempre questione di profondità del personaggio. Potevamo scrivere un cattivo bidimensionale, malvagio in quanto tale. Lo Zingaro è invece un uomo sofisticato, con un carattere importante, aggressivo ma in modo diverso. Ha talento, sa cantare, se fosse cresciuto in un quartiere differente avrebbe fatto un percorso migliore, non sarebbe diventato un delinquente. Lo Zingaro porta con sé una nevrosi contemporanea: il bisogno di mettersi in vetrina, di essere riconosciuto sui social. Un antieroe struggente, sensibile, con un grande dolore e un lato femminile che possediamo tutti. Queste canzoni che autori come Fossati, Prudente, Avogadro scrivevano per le primedonne della canzone erano già previste in fase di sceneggiatura? All’inizio siamo partiti dal repertorio di un cantante romano, poi sono sorti problemi con i diritti e abbiamo sterzato, in maniera radicale, sulle icone femminili. Artiste immense dotate di una grande personalità, anche musicale. La canzone dello Zingaro doveva essere “Non sono una signora”, pezzo-manifesto che dava forse un approccio troppo didascalico nel presentare un assassino e la sua fragilità. Con Luca Marinelli, che ha regalato al personaggio le caratteristiche più affascinanti,
Nella pag. accanto in basso: Mainetti fra Go Nagai, autore di opere che hanno segnato la storia moderna del fumetto quali Mazinga Z., Ufo Robot, Goldrake e Getter Robot, e l’attore protagonista Claudio Santamaria.
alla fine abbiamo scelto “Un’emozione da poco”.
forte in mano all’ultimo degli ultimi, un ladruncolo
to alle periferie, che mi stanno particolarmente a
Sono tanti i giovani registi che vorrebbero
di periferia. C’è più purezza e speranza che le cose
cuore. Quando si parla di queste cose, sono dispo-
girare un film di successo. Lei è stato più bra-
possano cambiare, perché non è viziato dalle logi-
sto a dire la mia. Però durante tutta la campagna
vo o fortunato?
che sul potere che seguono un istinto puramente
elettorale per le amministrative di Roma il film è
Tutti e due. Fare un film è un viaggio lungo e fa-
egoistico.
stato strumentalizzato da una parte e dall’altra.
ticoso. L’idea risale al 2010. Da allora, una ricerca
E’ la svolta di Ceccotti.
In occasione di “Edison for Nature”, progetto di
vana e snervante di un produttore. Alla fine ho
Il film parla di un riscatto sociale, di persone che
cinema collettivo su natura, uomo ed energia a
capito che potevo contare solo su me stesso e l’ho
si sentono ostaggio di una borgata dove il destino
cui partecipo, i giornalisti continuavano a chieder-
prodotto da solo. Il film era pronto da un anno, è
sembra essere già deciso. Ceccotti è un misantro-
mi delle Olimpiadi a Roma. Cosa c’entrava? Sono
stato presentato alla Festa del cinema di Roma e
po, un lacerato, un piccolo criminale che non fa
dovuto intervenire pubblicamente per liberare il
abbiamo capito subito quanto potesse piacere. La
male a nessuno e avrebbe tutte le ragioni per dire
mio film da ogni strumentalizzazione di questo
tempistica ha contato: fosse uscito a novembre,
“questo potere lo tengo per me”. Attraverso l’a-
o quell’altro partito. Oggi in Italia ha poco senso
forse non avrebbe vinto tutti i premi che poi ha
more per una ragazza, comprende che può fare
parlare di identità politica. I partiti si sono trasfor-
vinto. Una serie di circostanze favorevoli, d’accor-
qualcosa per gli altri. In un Paese dove il potere
mati in entità assai rarefatte, ostaggi di tecnicismi
do, ma la fortuna è come un treno che passa: bi-
non è pensato come servizio, ma come privilegio.
incomprensibili. Jeeg è di tutti, non è di destra né
sogna afferrarla a volo, saperla sfruttare.
Sarà anche per questo che “Lo chiamava-
di sinistra. E’ un eroe sociale, non politico.
L’uso dei superpoteri è sempre un’occasione
no Jeeg Robot” è stato un po’ irretito nella
Sequel sì o sequel no. Sciolga l’arcano, alme-
per riflettere sul tema del potere.
campagna elettorale che ha portato Virginia
no per le prossime 24 ore.
Quando ce l’hai, devi utilizzarlo per gli altri e non
Raggi e il M5S alla vittoria in Campidoglio.
Mai detto che non avrei fatto un sequel. Ci vuole
unicamente per te. Con Guaglianone e Menotti,
Un film con superpoteri per una Capitale con
l’idea giusta, quindi ci penso. Con una certa cau-
l’altro sceneggiatore, ci siamo detti: raccontiamo
superproblemi. Le ha dato fastidio o no?
tela, però ci penso.
questo bisogno di tendere la mano e aiutarsi a vi-
Ho mantenuto una certa distanza, o almeno ci
cenda. Non a caso, abbiamo messo il potere più
ho provato. Esistono argomenti, legati soprattut-
M O V I E
i
SILVIO ORLANDO, UN “PERDENTE” DI SUCCESSO INTERPRETA IL CARDINAL VOIELLO, CHE TESSE TRAME INTORNO AL NUOVO PAPA NORDAMERICANO, IN THE YOUNG POPE, L’ULTIMO LAVORO DEL PREMIO OSCAR PAOLO SORRENTINO, MINISERIE TV AMBIENTATA IN VATICANO CON UN CAST DI STAR INTERNAZIONALI, APPENA PRESENTATA ALLA MOSTRA DI VENEZIA. Text_ Gianluca Castagna Sul grande schermo il napoletano Silvio Orlando è arrivato relativamente tardi. A quasi trent’an-
Cosa ci fa Silvio Orlando in un paese quasi
ni, con un piccolo ruolo in “Kamikazen – Ultima notte a Milano”, secondo film di Gabriele Salva-
perfetto?
tores, dopo aver seguito tutta la trafila dell’attore di provincia: tirocinio “creativo” nelle cantine,
Sono un sindaco farlocco, prendo il posto di
esordi nei teatri partenopei, trasferimento a Milano e l’esperienza con il teatro dell’Elfo. Viso
quello vero che si è dato alla fuga e tento di
tranquillo e un po’ innocuo, espressione timida e paciosa, inconfondibile accento meridionale,
tirare fuori quattro disgraziati dalla crisi econo-
Silvio Orlando sembrava destinato a una carriera da caratterista, una di quelle spalle regionali
mica, e soprattutto umana, nella quale sono
che a suo tempo fecero grande la commedia all’italiana. E’ invece diventato uno dei volti più
precipitati.
rappresentativi del nostro cinema d’autore, interprete dalla recitazione sobria e misurata, ama-
Lei vive a Roma. Cosa farebbe se fosse il
to da tutti i registi della sua generazione, che spesso gli hanno regalato ruoli malinconici o da
sindaco? Diamo due consigli alla Raggi.
perdente. Solo che, a furia di farli, film dopo film, è riuscito a diventare un vincente. Sono tanti
Che ho fatto di male per meritare questo? E’
i personaggi memorabili a cui ha dato vita negli ultimi 30 anni di cinema italiano: il professore
impossibile governare una città di quattro mi-
idealista contrapposto al politico senza scrupoli ne “Il portaborse” di Daniele Lucchetti; il denti-
lioni di abitanti. Roma è costruita male, paghia-
sta perso per una ragazza dell’est di “Un’altra vita” di Carlo Mazzacurati; l’intellettuale di sini-
mo lo scotto di uno sviluppo edilizio folle, quar-
stra, buonista e inconcludente, in “Ferie d’agosto” di Paolo Virzì; lo strozzino cinico e impietoso
tieri ghetto che non potevano produrre altro
in “Luce dei miei occhi” di Giuseppe Piccioni; soprattutto il genitore sensibile che resta accanto
che emarginazione, degrado e violenza. Co-
alla figlia, pazza e assassina, in “Il papà di Giovanna” di Pupi Avati, con il quale vince la Coppa
mincerei da lì, facendo il sindaco delle borgate.
Volpi come migliore attore alla Mostra del cinema di Venezia.
Dopo 20 anni è tornato a teatro con “La
Ischiacity ha incontrato Silvio Orlando all’Ischia Film Festival («il festival di cinema più bello del
scuola” tratto da Domenico Starnone per
mondo», lo ha definito l’attore) per la presentazione di “Un paese quasi perfetto”, storia di un
la regia di Andrea Luchetti. Cos’è cambia-
paesino della Basilicata in estinzione, i cui abitanti cercano di convincere un medico milanese a
to in 20 anni, se è cambiato qualcosa?
rimanere, e favorire così l’apertura di una fabbrica.
Si è solo radicalizzato tutto, compresa la ten-
Lei ha lavorato sulle opere teatrali di Eduardo e Peppino De Filippo. Cosa deve possedere un attore per interpretare un testo di Eduardo? Quelli della nostra generazione hanno sempre avuto un po’ paura di confrontarsi con il teatro di Eduardo. Un’eredità troppo pesante: il primo drammaturgo, la napoletanità, le aspettative. E poi ci sono le ‘istruzioni per l’uso’ nelle registrazioni televisive. Le opere di Shakespeare non sappiamo in che modo venissero messe in scena; Eduardo ci ha lasciato queste videocassette che rischiano di far apparire chiunque come un denza a creare delle classi particolari, con stu-
Moretti è davvero così esigente? Quanto
traditore. A me non piacciono le letture troppo
denti sempre più problematici, più distanti,
riesce a ottenere da un attore?
intellettualistiche del suo teatro. Bisognerebbe
umanamente, dai loro insegnanti. La scuola si
Nanni è un pazzo, nel senso vero del termine
finirla di usarlo come un pretesto. Era un ma-
modifica nel tempo, ma non cambia la propria
(Ndr. ride). Devi capire quello che ti dice e vuole
gnifico costruttore di macchine sceniche, pos-
essenza. Alla fine, le domande che i professori
da te, uno sforzo di idee continuo per ottene-
sedeva l’alchimia segreta del teatro, quindi il
si pongono sono sempre le stesse e spesso non
re il meglio. Per un attore diventa uno stimolo
più delle volte basta inserire la chiave e si parte.
hanno risposta.
formidabile, mi preoccupano di più quelli che
Senza pensarci troppo, altrimenti diventi imita-
Un processo irreversibile?
“buona la prima”. Non mi piacciono i fenome-
tivo. Perché, per un attore, ci vogliono almeno
Non so se è irreversibile, mi sembra una sem-
ni, mi fanno star male. Nanni, in verità, ha un
sei gradi di separazione rispetto al prototipo.
plificazione dello stare assieme. Oggi un bor-
modo di fare cinema molto umile. Parte da un
Nel 2017, vorrei portare in scena “Napoli Mi-
ghese e un proletario non si devono più in-
limite di se stesso, che conosce molto bene, e
lionaria”, ma sono tanti gli attori napoletani,
contrare, mentre una volta la scuola metteva
lavora su quello.
bravissimi, che possono cimentarsi con il suo
in comunicazione sensibilità e storie diverse. La
Carlo Mazzacurati, altro regista da lei mol-
teatro senza imitarlo.
povertà puzza, crea disagio e problemi. La cosa
to amato e scomparso di recente.
Ha dichiarato: “l’attore puro non esiste più,
più facile è dire: vi facciamo un quartiere tutto
Carlo era la persona più divertente che ho co-
vogliono tutti fare qualcos’altro”. Cosa?
per voi, una scuola o una classe tutta vostra.
nosciuto, in questo mondo. Un senso straordi-
Viviamo una situazione asfittica, il mercato ita-
Vi diamo un sussidio, basta che non rompete
nario dell’umorismo, un affabulatore padano,
liano si è ridotto, sembra quasi che tu voglia
le scatole.
di quelli da osteria, che si mettono lì a raccon-
fare il verso a te stesso. Diventi una presen-
Un professore “particolare”: il coach di
tarti storie e ti fanno morire dalle risate. Un
za ingombrante. Ti vedono in giro e dicono:
pallanuoto in “Palombella rossa” di Mo-
dittatore buono, tenero, estenuante anche lui,
ancora lui? A un certo punto tutti pensano a
retti. Che ricordo ha di quel film?
ma con una grazia leggera malgrado i suoi 120
qualcos’altro: diventare regista, sceneggiatore,
E’ stato l’inizio di tutto. Il primo film impor-
chili. La sua scomparsa ha lasciato un grandissi-
dedicarsi ad altre forme di espressione. Penso,
tante e l’incontro decisivo con Nanni. Pensavo
mo vuoto in questo ambiente, credo che il suo
al contrario, che il mestiere dell’attore possa es-
quello fosse il cinema, una dimensione davvero
cinema sia una delle poche cose che davvero
sere infinito se si fanno le scelte giuste.
surreale. Invece - per fortuna - era solo il suo
rimarranno tra venti o trent’anni.
Quindi la regia non è più tra i suoi interessi.
cinema. Come coach e atleta ero improbabile,
Con Paolo Sorrentino ha appena finito di
Non credo di avere la struttura mentale per
ammettiamolo. Di pallanuoto non sapevo nien-
girare un serial tv internazionale, “Il gio-
fare il regista. Non è una questione di ispirazio-
te, dicevo cose di cui non coglievo il senso, era
vane Papa”, nel quale è un cardinale.
ne, ma di metodo. Se uno fa l’attore, è la cosa
Nanni a darmi continuamente dei fogliettini e
Non un cardinale, ma il cardinale. Il segreta-
che non deve avere. Quando l’attore ha un me-
io ripetevo frasi di cui non capivo nulla. Però ha
rio di Stato che comanda su tutti gli altri. Set
todo, e prima o poi si vede, diventa prevedibile.
funzionato.
complicato, faticoso, difficile divertirsi. Con
Sono due strade schizofreniche.
Sorrentino il rapporto è stato ottimo, una volta accettate le sue regole. Più di un decalogo, a dire il vero, compreso non fare troppe domande. In passato avevo già affrontato altri provini per film internazionali, ma erano piccoli ruoli, morivano subito. Questo è un progetto importante, e lo considero italiano, malgrado tutto. Il ruolo è enorme, sono contento che Paolo me l’abbia affidato permettendomi di misurarmi con la difficoltà della lingua e con miti della mia giovinezza come Diane Keaton. Indimenticabile Annie Hall per Woody Allen. Un’attrice che ho amato molto. Una donna bellissima sfiorata da un brutto come Woody Allen. Ci identificavamo subito…
E V E N T
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FRANCO CAVALLARO: PORTO ISCHIA NEL CUORE ... E IN TV Text_ Pasquale Raicaldo Photo_ Ischiacity
UNA CARRIERA NEL SETTORE DELLA COMUNICAZIONE E DELL’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI DEDICATI ALL’ARTE E ALLO SPETTACOLO, È A LUI CHE L’ISOLA D’ISCHIA DEVE MOLTE DELLE OCCASIONI (SEMPRE PIÙ FREQUENTI) CHE LA VEDONO PROTAGONISTA NELLE TRASMISSIONI TELEVISIVE RAI. C’è il quotidiano britannico “The Independent”, testata prestigiosa, che ha dedicato all’antica Aenaria un ampio reportage, raccontando il recupero dei resti del florido insediamento romano, uno snodo commerciale di importanza strategica, nella baia di Cartaromana. E c’è, ancor più recente, il servizio di “The Wall Street Journal”, aperto con un vero e proprio slogan: “Dimenticate Capri”. Perché a Ischia, ha raccontato l’inviata Tara Isabella Burton, “il tempo si è (quasi) fermato”. E ancora: “Linea Blu”, tornata sull’isola con l’inossidabile Donatella Bianchi, e la trasmissione “Borghi d’Italia”, che ha indugiato sull’identità di un pezzo di Ischia. Una folta teoria di esaltanti riconoscimenti, nazionali e internazionali, per l’isola: testimonianza di una lunga e fortunata stagione mediatica che ha fatto registrare un segno largamente positivo. Così, mentre i sei Comuni provano a studiare una strategia condivisa di marketing territoriale in grado di assecondare l’appeal naturale dell’isola (guardando magari anche al fulgido esempio della vicina Capri, maestra in termini di comunicazione), il bicchiere appare - quest’anno - mezzo pieno. Merito anche di chi si spende, e lo fa da tempo, per allacciare e tenere vivi rapporti fra l’isola e i media. Prezioso ingranaggio di un meccanismo che ha, negli anni, dato i suoi frutti è senz’altro Franco Cavallaro, responsabile della comunicazione per il Centro Europeo per il Turismo, all’attivo una lunga carriera consacrata in particolare alla realizzazione di eventi dedicati all’arte, alla cultura e allo spettacolo. Meticoloso cucitore di trame, attento e affabile professionista, apprezzato amico dell’isola e da sempre organizzatore, con l’infaticabile Luisanna Tuti, del premio “I love Ischia” (assegnato proprio ai giornalisti e ai conduttori che hanno raccontato l’isola, esaltandola, con la loro professio-
cittadinanza onoraria da parte del Comune di Ischia, fortemente voluta
ne), Cavallaro - classe 1959, origini partenopee ma romano d’adozione
dal sindaco Giosi Ferrandino in ragione dei “sentimenti di stima e di rico-
- è l’industrioso (e silenzioso) responsabile dello spazio che alcuni tra i
noscenza della comunità di Ischia per la meritoria opera di promozione
più seguiti format televisivi nazionali - da “Sereno Variabile” a “Linea
dell’immagine dell’isola profusa attraverso la cura dei legami tra il terri-
Verde”, da “Easy Driver” alla Messa in diretta, passando per i telegiornali
torio isolano e i suoi potenziali cantori nel mondo della comunicazione
nazionali - garantiscono alle bellezze di Ischia. La solida amicizia con
giornalistica e televisiva”. Perché - si legge nella motivazione - Cavallaro
il presidente di Confcommercio, Marco Bottiglieri, con il presidente di
ha sempre inciso, di fatto, in modo significativo “sulle scelte strategiche
Federalberghi, Ermando Mennella, e con alcuni dei più importanti alber-
delle reti televisive che hanno negli ultimi anni dedicato uno spazio via via
gatori dell’isola - da Luciano Bazzoli a Michele Iacono - ha rafforzato negli
crescente alle bellezze, alle potenzialità e alle risorse ischitane”.
anni il suo legame con il territorio. Suggellato con l’attribuzione della
Un riconoscimento che il professionista accolse con soddisfazione ed or-
129 goglio. Amico dei più grandi personaggi dello spettacolo (da Patty Pravo
tensa attività romana, organizza in Campidoglio la “Giornata d’Europa”,
a Raoul Bova, da Claudia Cardinale a Giancarlo Giannini, da Gina Lollobri-
nel corso della quale viene assegnato il “Premio Personalità Europea”
gida, a Eros Ramazzotti, da Lina Sastri a Pippo Baudo, nonché della sem-
a personalità che si sono distinte in vari settori, compreso il turismo. Al
pre frizzante Maria Giovanna Elmi, che vuole ogni anno alla conduzione
suo attivo anche l’organizzazione di mostre ed eventi di spessore, in par-
della serata del premio “I love Ischia”), Cavallaro ha in ogni momento
ticolare a Castel Sant’Angelo. «I miei segreti? Impegno, cura, passione,
confessato un amore spassionato per l’isola («La amo per i suoi colori,
entusiasmo, ottimismo e, soprattutto, un atteggiamento sempre positivo
i suoi profumi, il suo mare. In particolare, amo il calore della sua gente
nell’affrontare il lavoro». Al resto ci pensano le bellezze dell’isola: un sot-
e la bellezza dei suoi scenari mi accompagna in tutti i momenti della
tile filo rosso le lega a Cavallaro. E ai media di tutta Italia.
mia attività professionale, mettendomi sempre di buon umore») e per Sant’Angelo in particolare («E’ un vero angolo di paradiso»). Nella sua in-
P O L I T I C S
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IL BILANCIO DI PAOLINO BUONO: «IL FUTURO È DI BARANO, LASCIO UN PAESE MIGLIORE». Interview_ Pasquale Raicaldo Photo_ Ischiacity
Tornerà a fare il medico a tempo pieno. E a dedicarsi alla famiglia. Perché dopo il secondo mandato consecutivo da sindaco di Barano d’Ischia, Paolino Buono non potrà più ricandidarsi. E lascerà il posto al suo successore designato, Dionigi Gaudioso, figlio d’arte. «Trovo paradossale - sottolinea - che la legge vieti a un sindaco di ricandidarsi per la terza volta. E’ un po’ come togliere sovranità al popolo, che meriterebbe di essere libero di votarlo, nell’eventualità». E’ già malinconico, il sindaco dalla mascella volitiva e dal carattere di ferro, ed è forse già tempo di bilanci, benché per gli ultimi mesi di governo non manchino le cose da fare in un’agenda ricchissima di impegni. «Chi vuole essere primo cittadino dedicandosi con passione alla politica, non ha un attimo libero», sottolinea, mentre il via-vai incessante nella stanza del sindaco testimonia ritmi forsennati, anche nel cuore di una lunga estate. Di tutti i comuni dell’isola, Barano è forse quello più singolarmente rappresentativo: sintetizza, nel suo complesso territorio, la bellezza del mare e la varietà delle colline, abbina l’eccellenza della ristorazione alla cultura delle tradizioni enogastronomiche, mostra le impietose contraddizioni dell’abusivismo selvaggio degli anni Ottanta e, insieme, l’efficacia di una delle cartoline più apprezzate al mondo, l’arenile dei Maronti. Amministrarlo per due mandati consecutivi non deve essere stato una passeggiata. «E’ che amministrare un Comune piccolo come il nostro è davvero faticoso. Ben più di essere sindaco di una metropoli o di una città, nel qual caso hai paracadute e parafulmini che ti consentono di dormire assai più sereno». Non ha dormito sereno, in questi anni?
Il privato che affianca il pubblico: è la for-
Siamo stati sempre sotto osservazione. Da
mula giusta?
parte della magistratura, in particolare. Come
Una formula imprescindibile, direi. Il privato in-
rappresentante legale dell’ente, a prescindere
veste e ha meno vincoli. Certo, deve ristorare
dal tuo operato, sei sempre sotto la lente di
adeguatamente il pubblico e avere un preciso
ingrandimento. Cimici, intercettazioni. Non lo
capitolato da seguire. A Nitrodi sta accadendo
trovo giusto. Ne è però uscito pulito. Sarebbe stato ancor più paradossale il contrario. Sono il sindaco dalle mani pulite, come sottolineano in molti. Sono il politico più seguito d’Italia dalla magistratura e l’unico motivo per il quale mi hanno processato è il presunto
e ne siamo realmente or-
Sono molto orgoglioso del lavoro fatto a Nitrodi. La nuova idea del parco nasce dall’amministrazione, benché a realizzarla sia stata un privato virtuoso, Giuseppe Di Meglio, che versa un congruo canone annuo al Comune e che crea indotto investendo sul territorio.
peculato per una dozzina
gogliosi. Altri progetti di cui va orgoglioso? L’impianto della pubblica illuminazione a Led, in fase di realizzazione. Malgrado i rallentamenti legati alla società che ha vinto l’appalto, coinvolta in uno scandalo, stiamo per completare un adeguamento
di segnali stradali. C’è qualcosa che non va in
fondamentale, ecologico ed efficiente, di un
bene, complice il ridimensionamento della por-
un sistema del genere, che consente per esem-
settore delicato per la pubblica amministrazio-
tata d’acqua da Nitrodi ai Maronti, attraverso
pio la diffusione di intercettazioni ininfluenti
ne. E ancora: l’edilizia scolastica. Credo che sia
l’Olmitello. E la spiaggia, dopo il ripascimento
ai fini delle indagini. Questo è uno dei motivi
il vero fiore all’occhiello della nostra ammini-
del 2001, resiste: malgrado una scogliera fatta
per cui tirerò un sospiro di sollievo, alla fine del
strazione. E cito l’efficientamento energetico
male, come denunciato più volte alla Regione.
mandato.
delle scuole medie, dotate di un cappotto ter-
Che rimpianti si porta?
Che paese lascerà?
mico e di un sistema di fotovoltaico, con la pie-
Avrei voluto realizzare la piscina comunale, che
Un paese migliorato, senz’altro, benché abbia
na autosufficienza; e ancora, i lavori alle scuole
avevo promesso in sede di campagna eletto-
governato in concomitanza con una crisi eco-
elementari, con l’aiuto del Provveditorato. Oggi
rale, a Fiaiano. Il problema è che siamo ancora
nomica senza precedenti. Che è iniziata con il
le nostre sono tra le scuole migliori d’Italia. E
fermi a un finanziamento del Ministero dello
mio primo mandato ed è ancora in corso.
poi ci sono i Maronti…
Sport che, a quanto pare, ci verrà revocato.
Ha governato con pochi soldi, insomma.
Più croce o più delizia?
Ecco, vorremmo saperlo. Ma intanto quel pro-
Le dico un’unica cosa: per un solo anno ho
Più delizia che croce. L’estate balneare è andata
getto resta, non per colpa nostra, incompiuto.
potuto usufruire della famosa legge 51, che
Il suo mandato, però, non è finito. Cosa
garantiva 350mila euro all’anno per la riqualifi-
prevede per i prossimi mesi?
cazione urbanistica. Dal 2008 ad oggi, non ne
Uno dei progetti a cui stiamo lavorando è quel-
abbiamo beneficiato. Con quei soldi, sarebbe
lo legato alla toponomastica, con il rifacimento
stata un’altra storia.
complessivo della numerazione civica e l’intito-
E invece che storia è stata?
lazione delle strade senza nome a concittadini
E’ stata una storia largamente positiva. A co-
illustri legati al nostro territorio e alla nostra
minciare dalla valorizzazione della Fonte delle
tradizione. Un progetto che stiamo comple-
Ninfe di Nitrodi. La nuova idea del parco nasce
tando con attrezzature tecnologiche e ci ha
dall’amministrazione, benché a realizzarla sia
consentito anche una mappatura più puntuale,
stata un privato virtuoso, Giuseppe Di Meglio,
casa per casa, del territorio. Quanto alla topo-
che versa un congruo canone annuo al Comu-
nomastica, come dimostra la scelta di intitolare
ne e che crea indotto investendo sul territorio.
la scuola di Barano ad Anna Baldino, revocan-
Così, con un ottimo lavoro suggerito dal pub-
do il vecchio nome di Antonio De Curtis, siamo
blico, ha rilanciato un bene preziosissimo per
convinti che le strade e i luoghi debbano essere
l’intera isola.
legati alla storia di Barano. Novità in vista an-
che ai Maronti, dove - sotto la piazza - realizzeremo una struttura a due piani in cui troveranno spazio attività commerciali legate alla storia e alla tradizione del Comune. Si tratta di locali chiusi: l’obiettivo è di allungare la stagionalità dei Maronti. La sua esperienza politica parla anche di scontri accesi con la minoranza. Che oggi, però, sembra aver quasi deposto le armi. Sono a favore di un’opposizione incisiva, purché non si riveli scorretta e carica di pregiudizi, come pure è accaduto. Ogni amministrazione ha luci ed ombre: le posizioni preconcette, tuttavia, non mi piacciono. Avrei preferito una critica più costruttiva. Condono e abusivismo, tema delicato. L’esame dei condoni è un nostro fiore all’occhiello. Siamo pienamente operativi grazie al protocollo d’intesa con la Soprintendenza e all’efficienza dei responsabili del settore paesaggio e urbanistico. Certo, ci vuole la collaborazione dei cittadini. E’ ipotizzabile un anno zero dell’abusivismo? Dunque, il fenomeno dell’abusivismo è sempre più residuale: non si costruisce più. Detto ciò, i Comuni ad oggi non hanno i fondi per demolire gli immobili con sentenze passate in giudicato: sarà un problema che le prossime amministrazioni dovranno affrontare. E occorreranno parametri certi sui criteri con i quali abbattere. Da un nervo scoperto, l’abusivismo, all’ottimismo per un futuro che può vedere Barano protagonista, complice la riscoperta della natura, dei sentieri, delle tipicità. Credo che i mille volti di Barano siano una risorsa fondamentale per l’isola d’Ischia. Le sue cantine, la montagna, i sentieri, le tradizioni: la crisi ha fatto riscoprire la terra sia ai cittadini che ai turisti. Buonopane, per esempio, è oggi
è certo un nostro vanto. Qualcheduno è stato
padre e ha l’età e l’esperienza giusta per fare
una risorsa ancora per certi versi inesplorata,
meno bravo di noi. Quanto alla polizia munici-
il grande passo. L’unico dubbio è che non so
con un po’ di coraggio da parte dei privati pen-
pale, siamo evidentemente sotto organico. Ma
come farà senza di me (sorride, n.d.r.). Scher-
siamo riusciti a tamponare
zi a parte, la nostra squadra amministrativa ha
le emergenze, sempre.
aperto ai giovani, senza mai tarpare loro le ali.
E
Dionigi farà bene, non ho nessun dubbio.
so che il futuro turistico del nostro territorio sia foriero di grandi soddisfazioni. Lei è contro il Comune Unico. Cosa pensa, però, servizi,
dell’unione dalla
dei
polizia
municipale alla nettezza urbana? Sono naturalmente favorevole alla logica degli accorpamenti, ma certe realtà virtuose - come la nostra
I mille volti di Barano sono una risorsa fondamentale per l’isola. Le sue cantine, la montagna, i sentieri, le tradizioni… Buonopane, per esempio, è oggi una realtà ancora per certi versi inesplorata, con un po’ di coraggio da parte dei privati penso che il futuro turistico del nostro territorio sia foriero di grandi soddisfazioni.
Barano Multiservizi, il cui
sull’impiego
della
tassa di soggiorno che idea ha? Va investito in un serio progetto di promozione e marketing territoriale per la destinazione dell’isola d’Ischia. Un discorso che abbiamo già iniziato a intraprendere. La sua maggioranza ha da tempo espresso il
bilancio è un fiore all’occhiello - non possono
nome del candidato che vorrebbe succe-
accollarsi oggi le ceneri dei “carrozzoni” delle
derle a sindaco, Dionigi Gaudioso.
municipalizzate di altri Comuni. Non sarebbe
Ha percorso tutte le tappe necessarie per esse-
giusto. Noi siamo completamente autonomi ed
re un buon sindaco, ha un ottimo maestro nel
E V E N T
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METTI UN’ESTATE A BARANO TANTE SERATE DIVERSE, UN’ORGANIZZAZIONE PERFETTA, ECCO LA STORIA DI UN INCREDIBILE VIAGGIO TRA SAPORI, DIVERTIMENTO E MUSICA Text_ Redazione Ischiacity Photo_ Dayana Chiocca, Gaetano Calise, Teresa Senese
Un Agosto ricco di eventi, quello di Barano d’I-
zioni, preparato tanto buon cibo, si sono attivati
di S. Alfonso, e lo spettacolo dello showman Luca
schia, grazie ad un cartellone costruito con intel-
con efficienza per avere un servizio di navette in
Sepe, direttamente da Radio Kiss Kiss Napoli,
ligenza e attenzione ai gusti del pubblico, fatto di
grado di raggiungere comodamente le diverse lo-
hanno decretato il successo della serata. Davvero
tradizioni, musica coinvolgente, una valida propo-
calità. Indispensabile per realizzare tutto questo
importanti i nomi dei cantanti e artisti che si sono
sta enogastronomica e grande partecipazione sia
la forte intesa con la Giunta guidata dal sinda-
alternati sui diversi palchi: Sal Da Vinci ha portato
di pubblico - ischitani e turisti hanno affollato tutti
co Paolino Buono e con i consiglieri e il prezioso
nella piazza di Barano, durante la Sagra delle cose
gli appuntamenti - che degli abitanti dei borghi
apporto dato dai dirigenti, per organizzare ogni
buone dell’orto - la supervisione è stata di Tony
che compongono il territorio del Comune collina-
aspetto tecnico delle manifestazioni.
Buono - una tappa del suo tour 2016 ‘Ieri come
re. Riuniti in associazioni, o semplicemente come
Il ricco calendario si è aperto con la festa del Vato-
adesso’, affiancato dal figlio Francesco. La Sagra
volontari hanno lavorato per far conoscere gli
liere, ideata in stretta collaborazione fra l’assesso-
della melanzana, che si è tenuta nel suggestivo
aspetti più piacevoli del proprio paese. “Gli Amici
re Alessandro Vacca, la parrocchia di S. Alfonso e
borgo di Fiaiano, con la guida del vicesindaco
di Barano”, “Gli Amici di Buonopane”, “Gli Amici
gli abitanti del piccolo borgo. Una gustosa brace,
Dionigi Gaudioso, ha visto l’esibizione di Gianluca
di Fiaiano”, “Gli Amici di Testaccio” hanno messo
i cui proventi secondo una formula consolidata
Capozzi, volto molto amato della canzone me-
su concerti e spettacoli, allestito piccole esposi-
andranno a finanziare i restauri della vicina chiesa
lodica napoletana. E ancora, la due giorni della
Festa della Pizza a Buonopane, coordinata da
Voci di giovani che si affacciano al mondo dello
Assosport: l’attrezzato spazio di Testaccio è stato
Raffaele Di Meglio, con i suoi eccellenti pizzaioli
spettacolo, ma anche affermati neomelodici han-
teatro per una intera notte di incontri che hanno
capeggiati dal maestro Pasquale Parziale, ha ac-
no animato la piazza di Piedimonte, mentre per
riguardato varie discipline, calcio a 5, volley, ping
colto sul palco la Vascover Band, e nella serata
la festa dei pescatori di Testaccio una mostra di
pong, pattinaggio, basket, tennis, danza: i tanti
culmine l’inimitabile voce di Fausto Leali ha entu-
fotografie e oggetti antichi ha raccontato questo
atleti partecipanti si sono confrontati, all’insegna
siasmato il pubblico sulle note delle sue intramon-
faticoso, appassionante mestiere molto praticato
della competizione sportiva nel suo senso più au-
tabili canzoni. Al piazzale dei Maronti si è tenuto
in passato dagli abitanti del posto. Fra deliziose
tentico, come valore di vita ed elemento portante
un emozionante spettacolo, fortemente voluto
specialità marinare e buon vino locale, nella due
nella formazione dei giovani.
dalla cantante di origini sudafricane Keeniatta
giorni allestita in collaborazione con il consigliere
che vive da tempo a Barano e che lo scorso anno
Ciccio Buono, si sono esibiti Daniele Musiani e il
ha conquistato tutti al fortunato talent musicale
cabarettista Fabio Brescia, che ha fatto scatena-
di casa Rai “The voice”. Il tema della serata era
re la piazza. A concludere le kermesse d’agosto,
Never Give Up (Mai Mollare), un’iniezione di po-
la settima edizione della “Notte Bianca dello
sitività per coronare al meglio quest’estate 2016.
sport”, organizzata dal comune di Barano e da
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L I F E
GIANNI SASSO ISCHITANO NO LIMITS ALLE PARALIMPIADI Text_ Pasquale Raicaldo Photo_ Lucia De Luise Riccardo Giardina per FITRI Neil Andrew MacLeod
C’è un uomo che non conosce i limiti. Perché non
semplicemente vissuto come se non esistesse. E
E’ andata bene, ma mica è solo merito mio! In
li vede. E ne avrebbe, eccome, da quando - ap-
oggi che è arrivato a Rio de Janeiro, primo ischi-
tanti mi sono stati vicini, a cominciare da Michele
pena sedicenne, era il 31 marzo 1986 (certe date
tano nella storia della Paralimpiadi: la retorica im-
Scotto D’Abusco. Perché io non sono un indivi-
non si dimenticano) - perse una gamba nel corso
porrebbe di parlare di eroismo e passione, corag-
dualista: io rappresento l’isola, voglio esserne un
di un incidente, sul lungomare di Casamicciola:
gio e determinazione.
ambasciatore». E’ una bella storia, questa, anche
viaggiava in vespa, la vide volare via. Nulla sareb-
Impossible, dicono, is nothing. «Il punto è che i li-
perché se c’è un volto che - come intuito dal Co-
miti esistono soltanto nella tua men-
mune di Serrara Fontana - può davvero rappre-
te», spiega. Tutt’intorno, la
sentare Ischia, incarnando il meglio del caparbio
frescura di Livigno e un
carattere isolano è senza dubbio quello di questo
calendario che, tiranno,
volitivo atleta a trecentosessanta gradi, una storia
gli impone il tour de for-
di sport e di vita. Ché lo sport, alle volte, è davvero
be stato più come prima, o forse sì. Perché Gianni Sasso non l’ha supeto,
quell’han-
dicap:
ha
ra-
ce. Partirà per il Brasile,
una metafora della vita. «Noi ischitani abbiamo
questione di giorni. Ma
un legame viscerale con l’isola - spiega Gianni -
questa è una storia fuori
e siamo portatori sani di un orgoglio per la terra
dal tempo, perché in fondo
natìa superiore a quello di chi nasce e vive altrove.
la sua medaglia Gianni Sasso
Per noi tornare sull’isola è un bisogno quasi fisico.
da Ischia l’ha già ampiamen-
L’ho sperimentato sulla mia pelle, nei lunghi perio-
te conquistata. Dal podismo al
di in giro per l’Italia e per il mondo. E’ per questo
calcio, colonna della Nazionale
che a Rio de Janeiro, e sempre, vorrò mettere in
italiana per amputati, fino
chiaro le mie origini. Ischitano, e fiero di esserlo».
al Paratriathlon, la disci-
Un sogno chiamato Paralimpiadi non nasce per
plina che lo consegna
caso. Coronarlo è questione di nervi, fisico, pas-
alla storia: «Ciclismo,
sione. «Ho avuto la certezza di farcela dopo il ter-
corsa e nuoto: è nato
zo posto in Giappone e il sesto all’Europeo, la vera
tutto tre anni fa.
prova del nove. A soli tre minuti dalla medaglia.
Quando, in fondo,
Lì, ci sono i migliori del mondo. Ecco, a Lisbona
era già tardi per pun-
mi sono guardato allo specchio e mi sono det-
tare alle Olimpiadi. E
to: ‘Vuoi vedere che vai a Rio, Gianni?’. Il resto
invece ci ho provato,
è storia recente». Già, storia recente. L’atleta più
come sempre. Ave-
anziano in una disciplina motoria: perché Gianni
vo un obiettivo, non
non è mai uno banale. Stupisce, come sempre. Da
mi sono risparmiato.
quando correva per le strade dell’isola d’Ischia o
meravigliava tutti sui campi di calcio: lui e quell’inseparabile stampella, estensione del suo corpo. Un limite, per gli altri. Una risorsa, per lui. E oggi che ha una protesi alla Pistorius per correre come il più veloce del mondo, anche in Brasile; oggi che il suo nome conquista i titoli dei giornali nazionali; oggi che le Paralimpiadi nobilitano un progetto sportivo già ampiamente realizzato, Gianni è lo stesso di sempre. Occhi spiritati e filo di barba. Uno che non si ferma mai. E non si fermerà neanche dopo questa straordinaria pagina, ancora tutta da scrivere: «Vorrei diventare un punto di riferimento per i disabili che vogliano fare sport. Aiutarli a superare le barriere mentali. Spronarli a considerare realizzabile ogni obiettivo». Il suo, Gianni l’ha raggiunto anche grazie al cuore pulsante della gente e ad un progetto di crowfunding avviato, con i Gianni Sasso Supporters e attraverso il portale Eppela, nella lunga vigilia delle Paralimpiadi (l’appuntamento è dal 7 al 18 settembre, quando si affronteranno nelle 23 discipline paralimpiche 4.300 atleti provenienti da 176 paesi del mondo). Attività commerciali e amici lo hanno sostenuto con piccole donazioni. Un modo per esserci e per sopperire alle storture e ai paradossi di un sistema che non sostiene gli atleti paralimpici. Sport minori, vecchie storie: impera il dio calcio, gli altri si salvi chi può. Così, per acquistare il materiale per il nuoto (muta, cuffia, occhiali), per la bici (la bicicletta, il casco, le scarpe) e per la frazione di corsa (scarpe), Gianni ha chiesto e trovato l’aiuto del suo popolo. Orgoglioso. «Se mi guardo indietro, mi rendo conto di quel che ho fatto. E mi considero già con la mia brava medaglia al collo. – rivela – Poi però mi dico: “Devo metterci tutto me stesso, come sempre”. E sono certo che lo farò. Parto dal decimo posto, ma venderò cara la pelle». Riannodare il filo dei ricordi vuol dire anche tornare a quell’indelebile data, 8 luglio, quando arriva una di quelle telefonate che ti cambiano la vita. «Gianni, ci sei. Andiamo a Rio». La voce, rotta dall’emozione, è quella di Simone Biava, direttore tecnico della Fitri. Usa il “noi”. Questa è una storia in cui ognuno tende la mano al prossimo. Gianni l’afferra e sale, metaforicamente, su un aereo che lo condurrà in Brasile.
Il primo da avvisare è papà Ciro, a Ischia: «Senti-
secondi: mai nessuno meglio, con le stampelle).
re la sua voce emozionata mi ha ripagato di mille
Poi, la passione di sempre: il calcio. Sin da quando
sacrifici. A lui e a mamma Angelina le prime de-
giocava col Forio: un predestinato, sostiene chi ne
diche». Genitori veri, orgogliosi di un figlio che ha
mastica. Si è dovuto accontentare, si fa per dire,
superato l’incidente con la forza di volontà dei predestinati. Un esempio globale. Il Paratriathlon, per Gianni, è
di rappresentare l’Italia alla
Ciclismo, corsa, nuoto, con una gamba sola: per Gianni Sasso il suo grave handicap non ha mai costituito un limite.
prima partecipazione ad un Mondiale per amputati, in Messico, nel 2014. Frammenti di storia. Poi,
a me manca soltanto una gamba. Ho relativizzato
nel 2016, l’illuminazione:
il mio problema: è poca roba, di fronte a disabi-
il Paratriathlon. I media na-
lità ancor più gravi. E dico sempre una cosa: non
zionali iniziano a racconta-
credo che gli handicap ci impediscano di raggiun-
iniziato con le Maratone. New York nel 2008 (re-
re la storia di questo caparbio ragazzone che non
gere mete ed obiettivi. Piuttosto, ci costringono
cord del mondo nella sua categoria), Berlino nel
si ferma mai. Lui sorride sempre, alle volte sembra
a cercare strade alternative». Strade alternative,
2010, Amsterdam nel 2012 (4 ore, 28 minuti, 38
persino un po’ spaccone: «Io un eroe? Non direi,
l’importante è percorrerle. Con determinazione.
stato l’ultimo tassello di un gigantesco mosaico: Sasso - lo ricorderanno i suoi seguaci della prima ora - aveva
B U S I N E S S
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ANNAMARIA PATALANO: WOMAN POWER Text_ Emma Santo Photo_ Riccardo Sepe Visconti
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MAKE UP_ Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_ Cristian Sirabella per Picasso Hair & Beauty Ischia DRESS & SHOES_ Nerone Donna, Ischia JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia
143 Annamaria Patalano ha un’anima golosa, giocosa, colorata. Come il suo Candy Cream, fulcro di bontà a Casamicciola Terme, tempio isolano del soft ice self service e paese dei balocchi per tutte le età. Per Annamaria, è soprattutto un sogno di bambina diventato realtà il 25 aprile del 2015, a 33 anni quasi compiuti. Dietro c’è già una lunga storia nel mondo delle ghiottonerie, iniziata con suo marito Vincenzo Conte, con cui gestisce un’attività di vendita all’ingrosso di prodotti per gelaterie, bar e ristoranti. Insieme sono una squadra vincente, nel lavoro come nella vita privata, ed ogni decisione viene valutata in due. “Lui mi consigliava di aprire un bar, ma non ero d’accordo, perché ce ne sono tanti. Io, invece,
piscano che davanti hanno una persona che sa
so” dell’Associazione Salvamamme. Un dono
volevo realizzare qualcosa di innovativo, di di-
esattamente quello che fa. Soprattutto se vanta
che scioglie il cuore, a chi lo riceve e a chi lo fa.
verso, che sull’isola ancora non esisteva”. Manco
una lunga esperienza alle spalle ed è abituata a
Ambiziosa? Mica poco. Considerando che ha in
a dirlo, la sua determinazione ha avuto la me-
lavorare sodo. Per fortuna, a ripagarla di tanta
mente di creare un franchising, dentro ed oltre i
glio. Madre di due bambini, una femminuccia ed
tenacia è la felicità sui volti dei clienti grandi e
confini ischitani. Inoltre, è piena di idee fresche
un maschietto, Annamaria riesce a gestire bril-
piccini, e la complicità di una squadra voluta-
e salutari. Dopo gli smoothie, bevande a base di
lantemente casa, famiglia e lavoro, mantenendo
mente tutta al femminile. “Credo che le donne
frutta frullata, ha infatti deciso di introdurre un
il suo sguardo di fanciulla che divora il mondo
siano più adatte a gestire i bambini, sono più
altro alleato vitaminico: il centrifugato. Rigoro-
e sfoggiando una linea invidiabile, a dispetto di
multitasking degli uomini e, secondo me, anche
samente preparato solo con frutta di stagione.
tutte le leccornie che la circondano.
più pazienti”. L’attenzione a desideri e gusti dei
La testa rosso-fuoco di Annamaria è una lampa-
Eppure, confessa che - ancora oggi - quel vec-
suoi piccoli clienti è totale ed Annamaria scende
dina sempre accesa, e vi trovano spazio anche
chio odioso pregiudizio che bellezza e capaci-
in campo anche per i bambini che non hanno
i suggerimenti per vivacizzare il corso di Casa-
tà siano incompatibili è davvero duro a morire.
mai assaggiato una granita o per i quali un cono
micciola: “Ci vorrebbero dei locali pensati per i
Così, capita che bisogna fare la voce grossa con
è un lusso che non possono permettersi, ade-
giovani, per non costringerli a spostarsi altrove.
banche e fornitori, puntare i piedi affinché ca-
rendo all’iniziativa nazionale del gelato “sospe-
Magari un pub che faccia musica dal vivo…”.
A R C H I T E C T U R E
i
ASTRA OUTDOOR SOLUTIONS.
TUTTE LE SOLUZIONI PER TRASFORMARE UNO SPAZIO ESTERNO IN UNO SPAZIO DA VIVERE. Text_ Ischiacity Photo_ Ischiacity Location_ Hotel della Baia Special Thanks_ Paolo Fulceri Camerini
TERRAZZE, SOLARIUM, ESTERNI DIVENTANO LUOGHI CONFORTEVOLI PER IL RELAX, PER STARE INSIEME, PER OSPITARE GRAZIE A INNOVATIVE SOLUZIONI CHE UNISCONO ALTA TECNOLOGIA ITALIANA, DESIGN E VERSATILITÀ. Gli spazi all’aperto, sempre più importanti nella
Agnese, infatti, per l’esperienza ventennale che
Scopriamo più da vicino le coperture Corradi:
concezione contemporanea dell’abitare, qualsi-
ha e per i brand che rappresenta, è leader nel
esse sono tutte studiate per trasformare super-
asi sia la loro conformazione e le loro caratteri-
settore della progettazione e installazione di si-
fici all’aperto in luoghi ospitali a 360°, renden-
stiche possono trasformarsi in luoghi da vivere
stemi ombreggianti e soluzioni complete per ar-
dole accoglienti e vivibili per molti mesi all’an-
con pienezza, con la famiglia, gli amici, e nel
redare e vivere al meglio gli spazi esterni. Astra
no, proteggendo chi vi soggiorna dal caldo, ma
caso si tratti di realtà aperte al pubblico, come
è rivenditore autorizzato Corradi, un colosso del
anche dall’umidità, dal vento e dalla pioggia, e
ristoranti e alberghi, possono diventare stra-
made in Italy nell’ambito delle coperture e al-
preservando la bellezza dei luoghi, anzi esaltan-
tegici per arricchire e rendere più completa la
lestimenti outdoor: produce brevetti originali in
dola. Nelle foto del servizio di Ischiacity la solu-
struttura e quindi più piacevole la permanenza
questo settore e inoltre realizza tende da ester-
zione installata da Astra sulla terrazza dell’hotel
degli ospiti. In tutti questi casi, però, è necessa-
no, gazebo, vele ombreggianti, tende tecniche e
della Baia a Lacco Ameno, nel comprensorio del
rio individuare le giuste soluzioni in termini di
complementi. E già strutture prestigiose dell’iso-
parco termale Negombo, che combina la per-
design e funzionalità. Soluzioni che abbiano la
la come il Miramare e Castello con il ristorante
gotenda (nella zona destinata ai tavoli) con la
versatilità di adattarsi anche a situazioni preesi-
La Lampara, il ristorante Sole, l’Hotel Tritone,
pergola bioclimatica (nell’area per il servizio).
stenti, che siano esteticamente piacevoli, s’inte-
l’Hotel della Baia, locali notturni come Drinkt ‘n
La Pergotenda è un sistema brevettato di co-
grino architettonicamente in modo armonico e
Drankt, hanno scelto di affidarsi ad Astra. Il cui
pertura scorrevole ad impacchettamento che
al tempo stesso siano funzionali nella gestione
obiettivo è soddisfare ogni esigenza, mettendo
coniuga materiali innovativi, tecnologie d’avan-
quotidiana. Nell’isola d’Ischia Astra Outdoor
a disposizione competenza e professionalità,
guardia e design ricercato. In alluminio o in le-
Solutions è la risposta ideale per chi desideri
con soluzioni personalizzate e possibilità di fi-
gno, ancorata a parete o autoportante, in piano
ottenere tutto questo: l’azienda di Francesco
nanziamento.
o inclinata, aperta sul perimetro o chiusa ai lati
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Astra Outdoor Solutions Via Pio Monte Della Misericordia, 17 Casamicciola Terme, T +39 081 996887 F +39 081 5072065 www.astraoutdoor.com - info@astraoutdoor.com
146 con il sistema Ermetika o con vetrate scorrevoli, con convogliamento dell’acqua piovana: sono numerose le opzioni fra cui scegliere. Sistemi di motorizzazione, con apertura e chiusura comandati a distanza, illuminazione inglobata, chiusure perimetrali la rendono versatile e facile da gestire a secondo delle esigenze che si presentano. La pergola bioclimatica, invece, è dotata di lamelle in alluminio, orientabili per regolare la quantità di luce e aria desiderate. Quando è chiusa, la copertura superiore è resistente alla pioggia e l’acqua viene eliminata dalle gronde integrate nei pilastri, assicurando che l’area sottostante resti asciutta; ugualmente le lamelle sono brevettate per convogliare l’acqua ai lati quando vengano riaperte dopo un temporale. Il risultato è uno spazio da godersi appieno, molto elegante e piacevolmente integrato nel verde del giardino e insieme funzionale alle esigenze della struttura.
F O O D
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ROSSO POMODORO PRESENTE IN TUTTO IL MONDO CON I SUOI RISTORANTI DEDICATI ALLA AUTENTICA PIZZA (E A TANTI PIATTI DELLA CUCINA NAPOLETANA), SCEGLIE PER LA SUA NUOVA APERTURA IL CENTRO DI ISCHIA. Text_ Silvia Buchner Photo_ Ischiacity
preso piede l’idea che le specialità alimentari debbano essere salvaguardate e valorizzate, e i consumatori cercano innanzitutto qualità - e due amiGlo-
ci, Franco Manna e il suo socio di allora Jeppi Marotta, aprono un ristorante
balizza-
che hanno immaginato diverso da tutti gli altri: al Vomero nasce Pizza e con-
zione come sinoni-
torni. “Avevamo la fila anche nei lunedì sera di febbraio con un tempo da
mo di tipicità, sapori veri, grandissima tradizione da provare in ogni angolo
lupi!” - ricorda. “Già allora ci fu chiaro che dovevamo essere presenti anche
del mondo. Un binomio impossibile? Assolutamente no, a guardare la storia
all’estero, aprimmo per esempio a Los Angeles; ma dopo 10 anni sentimmo
di Rossopomodoro, raccontata da colui che ha ideato la famosa catena de-
l’esigenza di cambiare, con una proposta di menù più ampia, che compren-
dicata alla ristorazione partenopea, quasi trent’anni fa. Ad ascoltare Franco
desse anche primi piatti”. Nasceva così l’idea di Rossopomodoro, un luogo
Manna, attualmente presidente della società cui fanno capo i 142 ristoranti
dove provare il più celebre piatto partorito dalla fantasia dei napoletani, rea-
Rossopomodoro, che comprendono anche le insegne Anema e cozze, Ros-
lizzato con attenzione alla sua storia e alle sue peculiarità in ambienti di stile
sosapore, Ham Holy Burger, non si fa fatica a immaginarlo mentre insieme ai
contemporaneo, lontani dallo schema classico della pizzeria. Oggi il paese in
suoi compagni di avventura dà forma all’idea che sta dietro Rossopomodoro.
cui è più presente è il Regno Unito, 10 locali nei diversi quartieri di Londra,
Siamo nel 1988 - momento molto diverso da oggi, quando ha decisamente
e poi uno a Newcastle e uno a Birmingham. E nel mondo si può mangiare
secondo lo stile Rossopomodoro anche a New York (sono fra l’altro al Village e al World Trade Center), Chicago, Boston, a Copenhagen e Reykjavik, a Jedda in Arabia Saudita e a Riad in Marocco. A Monaco come a Venezia - il locale italiano più grande con i suoi 700 mtq, unico forno a legna della città - e dal mese di agosto finalmente anche a Ischia, la pizza di Rossopomodoro è identica dappertutto, nella sua peculiarità e alta qualità, grazie al fatto che i prodotti base - farina, pomodoro, olio, latticini, la pasta per i primi
il
- provengono tutti dai medesimi fornitori, campani, e i pizzaioli sono sempre
verde
napoletani. Come quelli che lavorano a Ischia, nel Rossopomodoro appena
del giardino e al centro
aperto in una location inattesa e perciò più bella, lo storico vivaio Chiaiese
della scena il forno. E’ l’altare
che affaccia sul corso Vittoria Colonna, poco oltre piazzetta S. Girolamo.
su cui si officia il rito della pizza, disegnato
“Quel posto mi ha folgorato, è come quando vai a vedere una casa per la
dal celebre architetto e designer Riccardo Dalisi: “Ci ha
prima volta e ti dici questa è casa mia. Mettere il ristorante in una serra è una
progettato un nuovo forno, tecnicamente è tradizionale - 2000 mattoncini
scelta particolare: abbiamo fatto un intervento conservativo, rispettando i
refrattari, piano in cotto di Sorrento che garantisce la cottura a 400°. L’ester-
volumi, e abbiamo scelto di mantenere l’insegna del vivaio, che è stato lì per
no, però, è ricoperto di mattonelle come quelle del chiostro di S. Chiara, è
tantissimi anni”. Dunque, un giardino dal fresco arredamento di sedie e ta-
il terzo costruito così che installiamo, dopo Londra e Roma”. Una citazione
voli colorati, un ampio e arioso spazio interno, luminoso, dai tanti vetri entra
di napoletanità in perfetta armonia con lo spirito di Rossopomodoro, che
riesce a far convivere alcuni dei migliori aspetti della cultura partenopea.
anche lei figlia d’arte: vitale e comunicativa come solo i napoletani sanno
Realizzato in società con Pietro Lauro, Rossopomodoro Ischia propone un
essere, è la diciannovesima di 20 figli (una delle sorelle è la famosa cantante
menù di pizze articolato ma equilibrato, in cui si dà spazio con intelligenza
Valentina Stella), e affianca la sua collaborazione con Rossopomodoro alla
alle innovazioni necessarie per un piatto che ha un radicamento profondo
conduzione della pizzeria Dalle figlie di Iorio, in cui lavora tutta la famiglia.
nell’immaginario gastronomico di milioni di persone, ma senza eccessi inuti-
Teresa, che fino a settembre è campionessa mondiale in carica di pizza STG
li. E poi una vera specialità poco conosciuta sull’isola, la pizza fritta. Prepara-
(Specialità Tipica Garantita), si è alternata al bancone in marmo con Genna-
ta da due maestri, i fratelli De Angelis (detti Zombino, perché i loro genitori
ro Piccolo, uno dei migliori pizzaioli nella squadra di Rossopomodoro. Ischia,
erano “magri magri e bianchi bianchi”, come degli zombie, per cui si sono
dunque, entra in questa grande famiglia, in cui camminano di pari passo
conquistati questo soprannome). Viene cotta nel classico ‘fuocone’, come
creatività e rigore nelle scelte che toccano ogni aspetto di una comples-
si chiama a Napoli l’enorme teglia che, piena d’olio, compariva puntale nei
sa macchina. “Dei 142 ristoranti circa 90 sono a conduzione diretta, una
vicoli il martedì e giovedì. Le dimensioni della pentola consentono al grasso
formula che premia e infatti stanno aumentando” - spiega Franco Manna.
di raggiungere una temperatura molto alta, e di cuocere uniformemente la
All’estero quasi tutti, in Italia quelli nelle grandi città e in alcuni casi si sceglie
vera pizza fritta che deve essere grande, cose che in una normale friggitrice
di affiancare un partner locale, come a Ischia. Sempre, è indispensabile ave-
non sono possibili. Ha inaugurato il Rossopomodoro ischitano Teresa Iorio,
re una filiera funzionale, in cui il ruolo delle persone è determinante: come il
gruppo di responsabili degli acquisti, che seleziona le materie prime, dall’olio
digeribile, mentre se si fa lievitare solo 7-8 ore l’amido resta indigeribile per
(EVO della penisola sorrentina e delle colline Salernitane) alle farine (Capu-
l’essere umano e rende la pizza pesante. Nel menù le farciture classiche ci
to), alle paste di Gragnano, ai pomodori, che vengono scelti nel campo,
sono tutte, cui si aggiungono le pizze preparate con farine integrali, o la Po-
quando sono ancora sulla pianta (pomodori del piennulo del Vesuvio, dat-
modorosa, con 4 cultivar diversi di pomodori (datterino, piennulo, Corbara,
terini gialli di Battipaglia, San Marzano DOP, ecc.) e poi mozzarella di bufala
S. Marzano). E ancora la pizza fritta, i primi, dai tubettoni cozze e fagioli alle
campana DOP, bresaola di bufalo di Caserta, mortadella IGP, Gorgonzola
linguine con colatura di alici e limone, alle tipicità che cambiano a secondo
DOP, pecorino Bagnolese... E sono solo alcuni dei prodotti adoperati per le
della stagione, ai dolci (da segnalare quelli con gelato al latte di bufala). Un
pizze, i primi piatti, le preparazioni tipiche della cucina napoletana. E poi i
menù costruito con cura, variegato, che conduce alla scoperta di prodotti
pizzaioli: sono loro, la loro sapienza, che fa la differenza. “A Napoli c’è una
che appartengono alla migliore realtà agroalimentare campana e italiana.
cultura della pizza che ha alle spalle una storia secolare: molti nostri pizzaioli lo sono da 4 generazioni, si tramandano la tecnica di lavorazione della pasta, più che un mestiere è un patrimonio di conoscenza”. In primo luogo, i tempi lunghi di lievitazione dell’impasto, almeno 24 h, indispensabili per consentire all’amido della farina di trasformarsi in zuccheri semplici ed essere quindi
Rossopomodoro Corso Vittoria Colonna 90 Ischia Porto Info e prenotazioni 344. 0195062 www.rossopomodoro.it Rossopomodoro Ischia
E V E N T
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NINO DI COSTANZO
ISCHIA SAFARI FOOD Text: Riccardo Sepe Visconti Photo: Riccardo Sepe Visconti da un’idea grafica di_ Vincenzo Fortuna
PASQUALE PALAMARO
Metti l’incontro di due grandi chef, uno stellato, l’altro che lo è stato (ad alti livelli) - Pasquale Palamaro e Nino Di Costanzo - aggiungi alle loro spalle (o al loro fianco, se preferisci…) due importanti imprenditori, uno con una grande sensibilità alla eleganza ed all’accoglienza, l’altro con un forte senso pratico dell’organizzazione e dell’equilibrio, Giancarlo Carriero e Paolo Fulceri Camerini, e immagina che questa alleanza si cementi in un’isola come Ischia che accoglie oltre 400 tra alberghi, pensioni e bed & breackfast e oltre 500 tra ristoranti, bar, luoghi di ristoro e stabilimenti balneari… e comprendi (perfettamente) che un evento come Ischia Safari Viaggio nel gusto, più che essere una proposta originale è un indispensabile risposta alle esigenze di un territorio. Un territorio famoso per l’eccellenza della ristorazione e per l’enorme quantità di siti (concentrati in pochi km quadrati) dedicati al cibo e alle degustazioni. L’isola è davvero il paradiso dei fornitori di prodotti enogastronomici, così come è una delle più grandi ed attrezzate palestre per chef che vogliono farsi strada. A questo interessantissimo (ed altamente produttivo) mondo di gusti e sapori andava assolutamente offerta un’occasione per ritrovarsi a coniugare tutti insieme esperienze, idee, proposte. Nasce così l’Associazione Saperi e Sapori, un nome programmatico che farà molto parlare di sé. Ma veniamo all’idea, partita lo scorso anno, quasi per caso, tra le mura dell’Albergo della Regina Isabella, ed oggi, per netta volontà del patron Carriero, ‘esportata’ nel più ampio e aperto spazio dell’arena del Negombo, il Ducato di Paolo Fulceri Camerini. L’evoluzione di questa bella storia me la racconta proprio Pasquale Palamaro che nel 2012, ragionando a tavolino con l’amico e collega Nino Di Costanzo, un po’ per gioco, un po’ per quell’indomabile vizio di gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo, volle avviare questa avventura nel gusto, che, appunto, prende nome di Ischia Safari: “Questo evento enogastronomico è nato da uno sbaglio, da un errore frutto di un’incomprensione fra l’ingegnere Giancarlo Carriero, un noto chef siciliano che doveva partecipare ad una delle nostre cene Summer Dinner (e che non potendo più partecipare mi lasciò solo) e me. Quell’anno Nino Di Costanzo si era separato dall’hotel Manzi, era libero e l’ingegnere mi suggerì di sostituire lo chef siciliano con lui. Presi la palla al balzo e lo chiamai
ISCHIA SAFARI FOOD 2015
ANGELO TRANI
CIRO CALISE
GIANCARLO LO GIUDICE
GENNARO ESPOSITO
subito; gentilmente accettò e ci incontrammo ad agosto per decidere come
a vario titolo e scelti tra chef, produttori agroalimentari, distributori, erogatori
organizzarci. Nino non voleva fare una classica cena seduti, preferiva qualcosa
di servizi della ristorazione, ci saranno blasonati chef di fama internazionale (in
di più divertente e dinamico, e propose di farla in piedi, chiamando anche un
diversi casi insigniti della doppia stella Michelin). Pasquale Palamaro prosegue
pizzaiolo. Da lì sono partite le idee, io ho pensato di chiamare un tal collega,
descrivendo alcune delle pietanze che, il 19 settembre, verranno servite: “Non
lui ha proposto di chiamare un altro, e si è creato un comitato di persone, e
vogliamo portare piatti gourmet, ma piuttosto cimentarci sul tema della cucina
siamo andati avanti. Così è nato Ischia Food & Wine Safari. L’ingegner Carriero
povera. Lo chef bi-stellato Gennaro Esposito porterà il panino con la polpetta,
non voleva che l’evento restasse confinato al Regina Isabella, desiderava che
ci sarà una brace dove prepareremo ‘l’impiccato’, caciocavallo di Eboli che vie-
assumesse una dimensione isolana. Ma per portarlo in piazza - perché questo
ne sciolto sulla brace e la cui colatura si spalma con una spatola sulle freselle
è il mio obiettivo - i tempi non sono ancora maturi (occorre un’organizzazione
di grano biologico, condite con un olio all’aglio; ci sarà pane e mortadella…
molto collaudata e capillare e tempi di progettazione assai lunghi). Nino pensò
La Pro loco del Sannio che porterà dei fagioli tipici del loro territorio, mentre
in alternativa al Negombo, ma era necessario avere uno strumento funzionale
il pesce sarà presente con variazioni sul tema della lampuga, un pesce povero
a gestire l’evento per cui lui stesso, Giancarlo Carriero, il duca Camerini, Marco
per eccellenza, i nostri pescatori si sono messi a disposizione per procurarcene
Castagna, che è il direttore del Parco termale Negombo, Marianna Schiano ed
2/3 quintali”. La cena-evento ha un costo molto contenuto di 50 euro e gli
io abbiamo creato l’associazione a scopo benefico “Saperi e sapori”, mentre
ospiti potranno ritirare dei ticket che permetteranno loro di degustare pietanze
la manifestazione l’abbiamo ribattezzata “Ischia Safari”. Per il 2016 i momenti
e bevande; verrà anche assegnato a ciascuno una borsetta-portabicchiere da
di incontro sono raddoppiati: il primo, il 18 settembre, consiste in una elegan-
tenere con sé per non smarrire il proprio calice, che per una perfetta degu-
te cena organizzata presso l’Indaco, il ristorante gourmet dell’Albergo della
stazione deve necessariamente essere di cristallo (lavarne a migliaia sarebbe
Regina Isabella, alla quale, accolti da Pasquale Palamaro, prenderanno parte
impossibile). Insomma, una strepitosa brigata di chef - che accanto a Pasquale
alcuni fra gli chef più rinomati d’Italia, tutti stellati - Gennaro Esposito, Gae-
Palamaro (*stella Michelin) e Nino Di Costanzo, comprende fra gli altri Andrea
tano Trovato, Francesco Sposito, Alfonso Iaccarino. Una serata raffinatissima
Migliaccio (**), Fabio Pisani (**), Emanuele Mazzella (*), Danilo Di Vuolo (*),
per le presenze che la qualificano, per il cibo e per la location, alla quale si può
Salvatore Bianco (*), Angelo D’Amico (*), Salvatore La Ragione (*), Peppe Stan-
accedere solo per invito, impegnandosi a versare un contributo per ciascun
zione (*), Peppe Aversa (*), Angelo Sabatelli (*), Alfio Ghezzi (*), Lino Scarallo
partecipante di 150 euro, che verrà utilizzato per istituire un fondo che finanzi
(*), Marcello Corrado (*), Agostino Iacobucci (*), Mario Affinita (*), Gianluca
borse di studio destinate a giovani chef talentuosi. La seconda serata, invece,
D’Agostino, Luigi Leonetti, Ciro Calise, Nando Porcaro, Libera Iovine, Giovanni
è ospitata nella bella arena del Negombo: c’è un parcheggio assai ampio, il
De Vivo, Ciro Mattera, Umberto Regine, Peppe D’Abundo, Marco Ambrosino,
nostro obiettivo infatti è avere 1000 persone presenti, ed all’Albergo della Re-
Agostino D’Ambra, Giulio Coppola e i pasticceri Angelo Trani, Cristian Calise,
gina Isabella non sarebbe stato possibile per rispettare la quiete degli ospiti”.
Giorgio Riccio, Antonino Maresca, Nello Iervolino, Carmine Marino, Gelsomi-
Safari Food punta ad aggiungere alle tante caratteristiche di accoglienza che
no Cuozzo, Peppe Daddio, Carmine Di Donna, i pizzaioli Ivano Veccia, Mario
fanno di Ischia una delle celebrate isole migliori del mondo, quella di diventare
Buono, Franco Pepe, Salvatore Di Matteo, Gianfranco Iervolino, Enzo Piccirillo
proscenio di un grande appuntamento internazionale dedicato alla ristorazione
- si prepara a sbarcare ad Ischia per aggiungere le proprie stelle al firmamento
e alla degustazione. Al Safari, infatti, oltre a circa 50 partners locali, coinvolti
delle notti iridescenti di questa isola squisitamente ospitale!
L I F E
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CAMBIO DIETA, CAMBIO VITA “HO SEGUITO MILLE DIETE, MA ORA NON SO PIÙ COSA FARE…” Text_ Dr. Valerio Galasso Biologo Nutrizionista
Alla domanda “Come mai ha abbandonato le
gli impegni troppi e non compatibili con il pesare
dieta, riguadagnando rapidamente quanto perso
diete precedenti?” le risposte sono molteplici: si
e preparare gli alimenti consigliati. Questo feno-
ed oltrepassando spesso il peso di partenza. Per
va dal semplice raggiungimento dell’obiettivo del
meno, conosciuto come “drop out” (abbandono
questo motivo è importantissimo dimagrire lenta-
momento (la temuta prova costume) per poi ritor-
della terapia) trova risposta in diverse motivazioni
mente, cercando di preservare la massa magra a
nare alle vecchie abitudini, al fatto che il regime
che proverò a riassumere basandomi su dati scien-
discapito della massa grassa. Un altro motivo di
dietetico consigliato era troppo restrittivo, oppure
tifici e sull’esperienza professionale. Il primo mo-
non adesione alla dieta, è sicuramente l’eccessiva
tivo che spinge le persone a ritornare alle vecchie
rigidità di alcuni piani alimentari e la mancanza di
abitudini è sicuramente il mancato conseguimen-
piccoli piaceri. Siamo bombardati quotidianamen-
to del peso voluto, magari nel tempo desiderato.
te da mille tipi di diete differenti. Tutti questi pro-
Una rapida perdita di peso non è sinonimo di una
grammi non sono personalizzati, prevedono uno
“buona dieta”, anzi, il corpo in queste situazioni
schema rigido da seguire, non conciliabile con la
tende a perdere la massa muscolare, responsabi-
nostra quotidianità. Basti pensare che lo stesso
le dell’attività metabolica, rallentando di conse-
modello dietetico può essere sottoposto indiffe-
guenza il metabolismo e rendendo estremamente
rentemente ad una ragazza di giovane età e ad un
complicato perdere peso nonostante le restrizioni
uomo anziano, senza minimamente considerare la
dietetiche. Il 95% delle persone che dimagrisce in
moltitudine di fattori che li distinguono. Nutrirsi di
un lasso di tempo relativamente breve, riacquista
minestrone o portare avanti una dieta iperproteica
il peso perso entro un anno, dal momento che la
per un periodo di tempo eccessivo, oltre a risul-
consapevolezza di non essere riusciti a perderlo
tare incompatibile con la vita lavorativa o sociale,
nel modo voluto, può portare a mangiare più di
può portare a gravissime carenze e sovraccarichi
quanto avrebbero fatto in condizioni precedenti la
a livello sistemico. I primi organi a risentire di tali
155 diete sono reni,
fegato e muscoli,
di vita e non come un periodo di sacrifici. Cambia-
è meglio abituarsi a poche variazioni per volta in
monitorare
re alimentazione non significa mangiare di meno
modo che la persona possa accoglierle e renderle
l’andamento di un programma attraverso esami
ma mangiare meglio. Significa, infatti, cambiare
proprie. Un altro consiglio che mi sento di dare per
ematochimici effettuati con cadenza regolare. A
modo di approcciarsi al cibo, modo di organizzare
evitare di rendere la dieta monotona o insapore,
differenza di questo tipo di diete, un programma
gli impegni in maniera tale da poter dedicare una
è di confidare al nutrizionista il tipo di alimento al
alimentare personalizzato deve tener conto in
piccola fetta della giornata alla cura di se stessi.
quale non potreste mai rinunciare, vedrete che vi
primis della composizione corporea e di eventua-
Il tempo è lo stesso per tutti, ognuno di noi ha a
sarà inserito nel piano alimentare, salvo eventuali
li stati fisiologici, poi delle abitudini di vita e dei
disposizione 24 ore al giorno e alcuni riescono a
condizioni patologiche, in modo da avere una tan-
gusti individuali di chi seguirà la dieta. Infine, un
gestire il tempo a disposizione in maniera migliore
tum, una piccola gratificazione. Evitare per paura
altro motivo che determina l’abbandono di una
rispetto ad altri. Ad esempio, consumare almeno
di cadere, Limitare la vita sociale (evitando quindi
dieta è la mancanza di abilità di coping (fronteg-
due pasti al giorno seduti a tavola, senza pensare
cene al ristorante, matrimoni, o altri eventi socia-
giamento) delle situazioni che in gergo vengono
agli impegni lavorativi, isolarsi dai problemi, e pen-
li) perché “si è a dieta” è l’errore più grave che si
definite di “alto rischio”. Queste situazioni pos-
sare che in quel momento, mangiando, ci stiamo
possa commettere, perché porta inevitabilmente
sono essere di origine sociale, come cene, ape-
prendendo cura di noi sarebbe già un grande pas-
ad abbandonare il cambiamento. Viceversa, farsi
ritivi, oppure stati emotivi positivi o negativi. Per
so in avanti, per noi che dedichiamo meno di 10
consigliare dal nutrizionista su come affrontare
quanto riguarda le situazioni sociali, accade spes-
minuti a pasto, magari consumandolo in piedi o
questi appuntamenti dal punto di vista alimentare
so che basti uno “scivolone”, come un po’ più di
davanti ad un pc. Un cambiamento graduale delle
è fondamentale, come lo è capire che non sarà
cioccolato o un’abbuffata ad un matrimonio, per
abitudini alimentari, accompagnato da un’attività
quella singola cena o quell’unico gelato in più a
considerare, il lavoro fatto fino a quel momento
fisica regolare, vi renderà sicuramente meno trau-
farvi recuperare i chili persi. Come dico sempre:
inutile, e ricadere nelle abitudini errate. Primo con-
matico il passaggio ad uno stile di vita migliore.
non si ingrassa a Natale, a Pasqua o a Capodanno
siglio: vedere la dieta come un cambio dello stile
La gradualità del cambiamento è fondamentale,
ma negli altri 362 giorni!
è
fondamentale
infatti
E V E N T
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ISCHIA: MILLE COLORI, CALDE EMOZIONI
LA FESTA AGLI SCOGLI DI SANT’ANNA, LA SFILATA DI SANT’ALESSANDRO E LA FESTA DEL PORTO E ANCORA MUSICA, CULTURA ARTE E SPETTACOLI: L’ESTATE ISCHITANA 2016
foto a cura di Dayana Chiocca
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IL MONDO DI ROSSOPOMODORO SBARCA A ISCHIA
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Corso Vittoria Colonna, a pochissima distanza da piazzetta S. Girolamo, ospita un nuovo punto di riferimento per chi ama mangiare bene, dedicato in particolare alla cucina partenopea e alle pizze. Ha aperto, infatti, un suo ristorante Rossopomodoro, marchio che ha portato in tutto il mondo i piatti più tipici della nostra gastronomia, sempre con grandissima attenzione alla qualità delle materie prime e alla maestria degli artigiani che realizzano la pizza. Oltre alla classica, rigorosamente preparata nel forno a legna e declinata
in accostamenti di sapori molto curati, è possibile assaggiare quella “fritta”, che appartiene alla più pura tradizione napoletana, e poi primi, sfizioserie, insalate e dolci. L’ambiente è quello rilassante, luminoso e colorato, ricavato dall’indovinata ristrutturazione di uno storico vivaio: il luogo ideale per trascorrere una serata divertente e appetitosa!
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FESTA SOTTO LE STELLE AL RANGIO FELLONE La magica terrazza del Rangio Fellone, il dancing del Grand hotel Punta Molino, ha ospitato, sotto un cielo trapunto di stelle, la festa dedicata all’estate organizzata dalla squisita padrona di casa Patrizia Ossani. Insieme al marito Eugenio ha accolto gli amici che hanno ballato di fronte al panorama del Castello Aragonese: erano presenti Rossana Capece Minutolo, Ornella Riccardi, Elisa Aiello, Antonella Ferraro, Ornella Mosella, Daniela Grillo, Patrizia Scorzelli, Silvana, Alessandra e Giancarlo Carriero, Anastasia Fimiani, Rossella Balmieri, Orietta Chioccaretti.
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SERATA COTTON CLUB ALL’ ALBERGO DELLA REGINA ISABELLA
Erano gli anni ‘30, tempo di swing, Boogie Woogie e... proibizionismo! Anni in cui per molti era impossibile bere, mentre pochi avevano il privilegio di assaporare cocktails sopra le righe... In quegli anni di divieti e restrizioni, nacquero gli SPEAKEASY, locali mimetizzati, dove per entrare si doveva conoscere la parola d’ordine ed il barman si trasformava nel tuo migliore amico, servendoti un drink che mai avresti immaginato di bere. “Questa è l’atmosfera che ha voluto ricreare lo staff dell’Albergo della Regina Isabella”, spiega il capo barman Vito Siconolfi, per stupire e intrattenere i propri ospiti. Che sono stati avvisati durante la cena con dei bigliettini recanti la parola d’ordine segreta da dire alla porta, indispensabile per essere ammessi alla festa. Una serata davvero ben riuscita, dove gli ospiti hanno potuto gustare cocktail speciali e divertirsi in sfrenati balli, il tutto in stile Grande Gatsby, con specchi dorati, pareti scure, luci soffuse e musica dal vivo.
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I LIONS DI ISCHIA PREMIANO LA TESTATA ISCHIACITY
Inaspettato e graditissimo riconoscimento per la redazione di Ischiacity, che durante la piacevolissima serata che si è tenuta il 18 agosto presso il Coco Beach nell’incantevole cornice degli scogli di S. Anna, si è vista insignita dalla sezione ischitana dei Lions, guidati dal presidente Francesco Gallitelli, coadiuvato dalla moglie Alessandra Nicotra, e da Alessandra Scotti e Gerardo Sorrentino, di un tanto affettuoso quanto prezioso riconoscimento per l’attività di promozione dell’immagine dell’isola che svolge da 12 anni.
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TONY DI SPIGNA: A FORIO THE ART OF LETTERING La calligrafia come arte di dare forma ai segni in modo espressivo e armonioso, affrancata dal bisogno di rappresentare la realtà, libera di spaziare come autentica e creativa manifestazione del pensiero. Ma il “mestiere” di calligrafo non s’improvvisa: richiede dedizione, pazienza, consapevolezza e rispetto per una disciplina, come la scrittura, che viene da lontano e pretende responsabilità per essere guidata verso nuove forme di vita(lità). Per più di 40 anni, Tony Di Spigna, nato a Forio nel 1947 ed emigrato negli Usa poco meno che adolescente, ha applicato il design, soprattutto letterforms, alla soluzione di sfide che vanno dalle comunicazioni più semplici per il branding, ai molteplici utilizzi delle belle arti. Ha speso la maggior parte della sua carriera con Herb Lubalin, nel leggendario studio statunitense che ha influenzato il disegno grafico degli ultimi 50 anni. L’artista ha creato il Serif Gothic, nuovo carattere di stampa che mescola la semplicità gotica con l’eleganza romana. La Galleria Eloart ha ospitato Typefaces, mostra di stupefacente ironia: vignette, poster, trademark, autoritratti che non solo hanno influenzato tutte le nuove generazioni di calligrafi, ma testimoniano un lungo viaggio, personale e creativo, nel mondo senza confini delle arti grafiche.
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YOGA AI MARONTI DAL BELMARE La spiaggia al tramonto, il mare che si calma dopo il maestrale, il silenzio che arriva con il calar del sole, il fresco della sera. Prendete una giornata stressante, una giornata impegnativa, una giornata di pensieri e semplicemente... fatela scivolare via... Sulla spiaggia dei Maronti, il Belmare ci aggiunge una lezione di yoga, l’utilizzo della sauna ed una fantastica cena a buffet con le specialità per cui è famoso: insalate freschissime, bruschette gustose e tanto tanto relax. Per informazioni: Facebook Page “Belmare Maronti Beach” e 081. 905655.
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ATMOSFERE TROPICALI AL REGINA ISABELLA A bordo piscina dell’Albergo della Regina Isabella, una festa ispirata al Tiki Bar di Don The Beachcomber, ex contrabbandiere di liquori ai tempi del proibizionismo, che aprÏ un bar, appunto, in stile polinesiano-hawaiano, lanciando una nuova moda nello scintillante mondo di Hollywood. Gli ospiti della serata hanno potuto scegliere fra centrifugati, granite, gelati preparati al momento e snacks di frutta da intingere in una cascata di cioccolato, il tutto accompagnato da esotici Tiki cocktail, di frutta e distillati di alta gamma, principalmente rhum.
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FUOCO DISTRUTTORE SULLE COLLINE ISCHITANE
Purtroppo la scelleratissima abitudine di dar fuoco alle sterpaglie senza alcuna precauzione, come la cinica e inopinata abitudine di taluni cacciatori di bruciare le zone verdi per agevolare la loro attività venatoria, molto spesso mettono a repentaglio, nell’isola d’Ischia come altrove, la sicurezza degli abitanti e la bellezza dei panorami. Per fortuna, il pronto intervento di canadair ed elicotteri sotto il controllo dei servizi della protezione civile e dell’unità locale dei vigili del fuoco ha salvato questa volta l’integrità della collina a ridosso di Piedimonte, dove l’incendio è divampato in una zona terribilmente vicina alle abitazioni. Noi di Ischiacity pensiamo che i cittadini non debbano esitare a denunciare - quando ne hanno diretta conoscenza - chi compie questi atti scellerati.
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INNO AL SOLE. QUANDO I MITI RINASCONO ALL’ALBA Photo_ Lucia De Luise
E’ in quel fatale passaggio tra la notte e il giorno che il regista e autore Salvatore Ronga ha messo in scena l’8 agosto “Inno al Sole”, spettacolo teatrale di grande potenza e suggestione evocativa, nel quale il folto pubblico, riunito nella luce incerta che precede l’alba sulle terrazze di Villa Arbusto a Lacco Ameno, ha potuto assistere all’apparizione, in sembianze umane, di verità ancestrali e mitologie immortali, avvertirne la potenza originaria e coglierne la raffigurazione simbolica. In un rituale senza tempo, s’intrecciano tre storie intorno al fuoco del braciere: il mito di Demetra e la scomparsa di sua figlia Kore; il diario ischitano di Norman Douglas, scrittore britannico innamorato del Golfo di Napoli e la solitudine di un marinaio nelle ore della pesca notturna, mentre dal buio, dalla memoria, dai gorghi assassini e forse dall’Aldilà, affiorano creature misteriose, protagoniste di mille altri racconti. Storie che guardano profondamente nell’animo umano, tanto da trovare le chiavi per riferire tutte le nostre debolezze e paure, vizi e virtù, luci e ombre. La tensione si scioglie nell’atteso Inno al Sole di Akhenaton. Applausi calorosi per i tre pro-
tagonisti: Lucianna De Falco, Roberto Scotto Pagliara e Giovangiuseppe D’Ambra. Scenografie di Bettina Buttgen, musiche di Scotto Pagliara eseguite con Daniele Ubjik.
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CORTEO STORICO DEL COSTUME ISCHITANO 2016 Da moltissimi anni, costituisce un appuntamento atteso quello del 26 agosto (giorno di S. Alessandro), quando decine di figuranti ripercorrono la bimillenaria storia dell’isola d’Ischia indossando costumi ispirati ad abiti d’epoca. Ideato da Franco Napoleone, determinato medico con la passione per le tradizioni locali, il Corteo storico di S. Alessandro è formato da persone di ogni età che smettono i panni quotidiani per indossare quelli di personaggi illustri come Alfonso d’Aragona, Vittoria Colonna, Giulio Jasolino, i re Borbone, nobili e principi della casata d’Avalos, del pirata Barbarossa, ma anche quelli di popolani, i cui vestiti sono stati realizzati utilizzando fra l’altro pezzi di antichi corredi. Il Corteo si snoda fra due dei nuclei più antichi di Ischia: si forma, infatti, ai piedi del castello Aragonese, sulla cui rocca soggiornarono alcuni dei personaggi rappresentati e termina al borgo di S. Alessandro, abitato già in epoca medievale, dopo aver attraversato tutto il centro del Comune capoluogo
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PEPPE LANZETTA E ROMOLO BIANCO IN CONCERTO A ISCHIA
Nell’ambito degli eventi promossi dal comune di Ischia e dall’assessore alla Cultura e Innovazione Carmen Criscuolo, gli spazi della piazzetta S. Girolamo, hanno ospitato il Concerto a due voci, protagonisti Romolo Bianco e Peppe Lanzetta. L’incontro fra i due artisti è stato davvero felice, dando vita a uno spettacolo di musica e parole, il filo conduttore del racconto che si è dipanato attraverso la chitarra e la voce di Bianco e la recitazione di Lanzetta era costituito dalla scelta di temi di forte impegno sociale, la paura del diverso, la corruzione, l’immigrazione. “Due grandi artisti che sono riusciti a creare una fantastica atmosfera, regalando tante emozioni al pubblico presente. La musica di Romolo e la poesia di Peppe costituiscono un’accoppiata vincente” - ha dichiarato l’Assessore Avv. Carmen Criscuolo presente all’evento.
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LA NOBILDONNA E IL RIVOLUZIONARIO Lei si chiamava Zoè Obolenskaja, e in un mondo come quello di metà ‘800, in cui la distanza tra uomo e donna restava siderale, riuscì a irrompere con un’idea precisa di femminilità, non rinunciando alla sua personalità e alle sue idee. Affrontando prima l’onda anomala di un’elaborazione politica detenuta saldamente in mano maschile, poi la pressione travolgente dell’establishment russo che la priverà dei figli, delle ricchezze, del buon nome. Condannandola a un’implacabile damnatio memoriae. A renderle giustizia è la giornalista Lorenza Foschini, ex volto del Tg2 e conduttrice in Rai della trasmissione “Misteri”, che le ha dedicato un’interessante monografia: “Zoé, la principessa che incantò Bakunin. Passioni e anarchia all’ombra del Vesuvio”. Il libro, edito da Mondadori, è stato presentato all’Albergo della Regina Isabella a Lacco Ameno, a pochi passi da Villa Arbusto, la dimora che ospitò Mikhail Bakunin, il nobile ribelle padre del pensiero anarchico, e la Obolenskaja nell’estate del 1867, quando le teorie sociali rivoluzionarie stavano arrivando a piena maturazione. Attorno alla principessa si raccoglieva, tra Villa Zavota a Casamicciola e l’aristocratica dimora a Lacco Ameno, un gran numero di rivoluzionari, cospiratori, massoni, esuli e intellet-
tuali russi, italiani e non solo. Tutti mangioni e chiacchieroni, attirati dalla fama del grande rivoluzionario e dalla singolare personalità della nobildonna. Fu proprio in quella cornice romantico-bucolica che Bakunin mise a punto il pensiero anarchico e Zoé incontrò l’amore, diventando l’amante del più fedele seguace di Mikhail, il polacco Walerian Mroczkowski, di undici anni più giovane di lei.
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‘O VAGNITIELLO IL PIACERE DELLA CUCINA FRA RISCOPERTA DELLA TRADIZIONE ISOLANA ED ESALTAZIONE DELLE MATERIE PRIME, SECONDO IL NUOVO CHEF DEL RISTORANTE DEL PARCO IDROTERAPICO A DUE PASSI DA CASAMICCIOLA. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti La baia del Bagnitiello, a Casamicciola Terme, è un luogo in cui la natura ha voluto essere generosa: una serie di balze che si tuffano nel mare, la rigogliosa macchia mediterranea, la brezza fresca e una sorgente naturale di acqua calda mineralizzata conosciuta da secoli per le sue proprietà. E’ in questo ambiente unico che sorge ‘O Vagnitiello, il parco idroterapico gestito da Luisa, Luciano e Roberta Schiano e dalla loro famiglia da tre generazioni. Una scoperta per i cinque sensi: terrazze arredate per rilassarsi, mare e piscine, da provare la vasca naturale di acqua calda formata da rocce e la sauna da cui si gode il panorama; inoltre il Vagnitiello ha al suo interno un piccolo albergo, composto da otto deliziose stanze. Un gioiellino, insomma, di cui Luciano Schiano cura ogni aspetto, e non poteva mancare quello della ristorazione. Pescatore
provetto, appassionato di cucina, attento alle
per apprendere tecniche diverse e innovative
te. Ma per Tommaso Di Iorio Ischia è anche ter-
esigenze dei suoi ospiti, ha finora scelto di dedi-
di lavorazione delle materie prime, ma queste
ra, per esempio, coniglio alla cacciatora. Con il
carsi soprattutto alla ristorazione veloce legata
ultime gli piace sceglierle qui, magari nel suo
sugo condisce le pappardelle di pasta fresca cui
al parco (panini, zingare, magnifiche bruschet-
orto sulle colline di Casamicciola, da combinare
aggiunge rucola selvatica per conferire un toc-
te, insalate, primi, pesce fresco). Da quest’anno,
con il pesce - spesso quello pescato dallo stes-
co amarognolo, che ben contrasta con le carni
però, il piacevole spazio del ristorante del Vagni-
so Luciano - ma anche con il coniglio nostrano.
dolci dell’animale. Servito quest’ultimo in forma
tiello - una terrazza sul mare, luci soffuse, l’in-
Per Ischiacity ha preparato come antipasto del-
di involtini: una foglia sempre di rucola (ma può
canto della costa illuminata - si arricchisce della
le delicatissime alici marinate con aceto e timo,
essere anche bietola) circonda la carne, lombo,
presenza dello chef Tommaso Di Iorio, tanta
poi messe sott’olio e farcite con ricotta di bufala
rognone, fegato, ‘imbruglietielli’ (intestini dell’a-
esperienza alle spalle, e adesso il sodalizio con
lavorata con scorza di limone candito. E anco-
nimale puliti e cucinati con erbe aromatiche),
Luciano, che è facile prevedere farà del locale
ra il Gambero visto nell’orto: verdure cotte e
insomma, tutto il sapore di una ricetta che si
uno di quelli da visitare nel dinamico panorama
crude croccanti e gambero viola, su un letto di
tramanda da secoli.
della ristorazione isolana. Lui ha collezionato
morbide patate mantecate all’olio d’oliva. Il suo
esperienze in strutture prestigiose (come L’Al-
spaghetto al riccio è cremoso, con le uova di ric-
bergo della Regina Isabella e hotel e ristoranti
cio in due versioni, cotte nell’intingolo e crude,
all’estero) e con chef stellati (Andrea Migliaccio
dall’aroma più intenso, nella salsa servita a par-
al Capri Palace ed Emanuele Mazzella a Palazzo Seneca), soprattutto
Via Vicinale Bagnitiello, 7 Casamicciola Terme (Na) Tel. 081. 996164 - Fax 081.993758 Snack bar 081. 996164 O’Vagnitiello - www.vagnitiello.it
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RISTORANTE IL BRACCONIERE LA REGINA DELLE TRATTORIE PER ASSAGGIARE L’AUTENTICA CUCINA ISCHITANA, IN PRIMO LUOGO IL CONIGLIO ALLA CACCIATORA CON I SUOI BUCATINI, IN UNA LOCALITA’ DAI MAGNIFICI PANORAMI. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
Per lasciarsi trasportare in un’atmosfera di altri tempi, cordiale, tranquilla, fatta di sapori che sono la storia dell’isola, niente di meglio che decidere di affrontare quei chilometri (si coprono in un tempo assolutamente ragionevole) che separano i centri sulla costa da Serrara Fontana. Già lungo la strada l’atmosfera cambia, l’aria diventa più fresca, perché si sale un po’, i panorami a volo d’uccello del versante sud sono bellissimi, i piccoli borghi incantevoli nella loro atmosfera addormentata. Fino a raggiungere la deviazione per la località Pantano, a Serrara Fontana. Da
qui, con una strada facile da percorrere, si arriva
di Sorgeto, in mezzo l’imponente punta Impera-
di pane cafone privata della mollica. Fra i primi, as-
in pochi minuti al Bracconiere, poco distante dalla
tore e le tante insenature che disegnano la costa
solutamente da non perdere il coniglio all’ischita-
zona dei Frassitelli: trattoria, in tutta la positività di
nella zona di Panza, che si stenderà ai vostri piedi
na, preceduto dai bucatini conditi con il suo sugo.
questa accezione, gestita dalla famiglia Di Meglio.
come un tappeto. Sull’orizzonte, proprio dove cala
Michele Di Meglio spiega che lo cucinano come si
Oggi le redini sono saldamente nelle mani di Mi-
il sole, le isole Pontine, mentre dall’altro lato, ver-
fa sul versante est dell’isola con aglio, cipolla, basi-
chele e Francesca, fratello e sorella, coadiuvati da
so est, troneggia Capri. Divertitevi a individuarle,
lico, prezzemolo, pomodorini e un po’ di vino. Il ri-
uno staff professionale e affiatato che comprende
prima di raggiungere la sala (ma vi è anche una
sultato è un profumatissimo intingolo che avvolge
altri componenti di questa bella famiglia, ma il lo-
veranda esterna), arredata con genuinità e cura, le
la pasta di sapore, mentre le carni dell’animale ri-
cale nasce nei primi anni ’70, per un’intuizione del
tavole in legno splendono, le pareti sono affollate
sultano tenere e piene di gusto; lo accompagnano
padre Leonardo, che lo aprì insieme al figlio mag-
di attrezzi contadini e oggetti del passato che non
dorate patatine fritte, davvero perfette. In alterna-
giore Salvatore, appassionati di caccia (da qui il
si potrà fare a meno di guardare. Fino all’arrivo
tiva, come primo le pappardelle alla Pecoraio con
nome del locale) e innamorati dell’isola in cui sono
degli antipasti - un vero trionfo - imperniati sulla
pesto di fave, porcini e pancetta, o quelle al ragù
cresciuti. Adesso non ci sono più, ma il loro Brac-
ricchezza dell’orto e sull’abilità di chi ha appreso
di cinghiale, entrambi omaggio ad una rustica cu-
coniere è profondamente radicato sul territorio: da
a cucinare dalla mamma e dalla nonna. In diversi
cina di terra, e come secondo la classica grigliata
tutta l’isola si viene quassù per assaggiare l’ottimo
piatti vengono serviti la caponata con pomodori e
mista. Il consiglio è di assaggiare i dolci, tutte pre-
coniglio alla cacciatora (il piatto che non manca
peperoncini verdi, peperoni imbottiti, fagioli e sca-
parazioni fresche: dal variegato al cioccolato, con
mai sulle tavole dei veri ischitani), al centro di un
rola, fave e pancetta, parmigiana, zucchine trifola-
cioccolato fuso al rum, alle morbide cheesecake,
menù ricco, dalle porzioni generose, da scoprire
te, involtini di melanzane e provola, salumi, rustici
al cocco e cioccolato bianco e allo zabaione e nu-
trascorrendo qualche ora che sicuramente non si
(squisito quello farcito ai friarielli), e poi la pasta
tella. Per accompagnare i piatti sia vino sfuso che
dimenticherà. In primo luogo per il magnifico colpo
e patate presentata all’interno di una croccante
delle migliori cantine ischitane, tra le quali svetta,
d’occhio che si gode una volta giunti al ristorante:
pagnotta
dagli scogli della baia di Citara fino al promontorio
177 Via Falanga 1 - Serrara Fontana Info 081. 999436 (chiude il 2 novembre, riapre a Pasqua) Ristorante Il Bracconiere
immancabile, il rosso Tommasone.
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RISTORANTE SOLE
IL PANORAMA UNICO DELLA BAIA DI CITARA FARA’ DA CORNICE SPECIALE A OGNI MOMENTO TRASCORSO AL RISTORANTE SOLE, CHE SI TRATTI DI UN PRANZO LEGGERO, DI UNA SERATA SOTTO LE STELLE, O DI UN APPUNTAMENTO DA RICORDARE A LUNGO. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
Via Provinciale Panza, 189 - Forio Info 348. 2750465 www.ristorantesoleischia.it Ristorante Sole
sto del pesce e dei molluschi viene esaltato da proposte particolari, come gli spaghettoni con pesto di pomodori secchi e noci, vongole veraci e mozzarella di bufala, e i paccheri con pescespada e zeste di agrumi. E’ da provare in ogni momento dell’anno il gustosissimo il coniglio alla cacciatora, preparato seguendo la ricetta che ha reso il coniglio all’ischitana famoso, selezionando con sapienza le erbe aromatiche che ne rendono speciale l’intingolo con cui si condisce la pasta. Una particolare passione è quella per i dolci, che lo chef Conte prepara personalmente, dai grandissimi classici come la Sacher, farcita con una marmellata di arance biologiche e arricchita con un croccantino al rhum, e la Caprese che accompagna con pere profumate al vino rosso, mentre è una sua creazione il Fiore dell’Amore, una coppetta di fragrante pasta fillo con crema chantilly e composta di frutti rossi. La bellezza degli spazi unita alla varietà e qualità del catering che si organizza fa del ristorante Sole lo scenario perfetto per feste, eventi, cerimonie che lasceranno ricordi indimenticabili.
Nel suo ristorante, che ha chiamato Sole, ispi-
no in tre versioni, di cui quella sott’olio pre-
randosi ai magnifici tramonti che si godono
parata d’inverno da lui stesso, il pescespada,
dalla terrazza sulla baia di Citara che lo ospita,
diverse marinature. Davvero indovinata la
lo chef Giovangiuseppe Conte ha messo l’es-
combinazione dell’insalata di frutta
senza di ciò che per lui è la cucina. Incontri di
accostata agli anelli di tenerissimo
sapori, profumi, consistenze, ingredienti sele-
calamaro arrosto e balsamico,
zionati seguendo le tradizioni, il cuore, la ric-
come quella del polpo verace
chezza della sua terra. Ischitano purosangue,
alla griglia su salsa di patate,
cresciuto a contatto con una terra generosa,
profumata al limone
gli piace portare nelle preparazioni che realiz-
che conferisce fre-
za in primo luogo ciò che questa terra (e que-
schezza e acidità, o
sto mare) regalano, in ogni stagione dell’an-
quella del calamaro
no. Così nel ricco Mosaico di mare, trionfano
farcito con pomo-
le alici farcite con la scamorza, il gamberone
dorini e olive. Tanti
avvolto in una delicatissima tempura, il ton-
i primi dove il gu-
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E’ dall’incontro fra Ciro Caserta e Leopoldo Iacono, ischitani, con il progetto di aprire un ristorante proprio, che nasce La Bella Napoli. Sul lungomare di fronte al porto di Forio, questo locale accogliente si è subito affermato come uno dei migliori dell’isola, al punto che è sempre consigliata la prenotazione. Merito delle impostazioni date alla cucina e alla sala: tanto pescato, molto spesso locale, selezionato dallo chef (che a sua volta è appassionato di mare ed esperto pescatore), in un menù improntato su preparazioni fresche, equilibrate, con un tocco di inventiva, e tanta ricerca sulle materie prime, tutte con il comune denominatore della grande qualità, tipicità e possibilmente a km 0, ricorrendo di frequente a produttori isolani, e non manca un ottimo spazio pizzeria. Un classico richiestissimo de La Bella Napoli, il Mosaico di
RISTORANTE LA BELLA NAPOLI QUESTO RISTORANTE E PIZZERIA AL PORTO DI FORIO E’ UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA CURA CHE METTONO NELLO SCEGLIERE GLI INGREDIENTI E LA PASSIONE CON CUI COSTRUISCONO I PIATTI. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
Via Marina, 8 - Porto di Forio Info 081 986392 e 333 2243654 www.labellanapoliristorante.it La Bella Napoli
mare: in un unico grande piatto vengono pre-
in quelli totano, pesto e pachino. Fra i secon-
forno a legna, preparano loro le miscele, la lie-
sentate diverse pietanze a base di pesce, fra
di, trionfa la grigliata di pesce che comprende,
vitazione è in due fasi e dura 24 h. Il risultato
cui frittura mista, insalata di polipo con patate,
per esempio, gamberoni, pescespada, tonno
è una pizza eccellente, che accoglie saporite
salmone, cocktail di gamberi, pesce del giorno
e seppie. Ma è da provare anche il tortino di
farciture. Accanto ai gusti classici, da provare
marinato, tonno affumicato… E ancora, molto
baccalà: il baccalà (dissalato da loro), viene
quella pomodorini, alici e olive, con pomodo-
delicato il carpaccio di triglia (rigorosamente
bollito nel latte fino a che non lo assorbe tutto
rini gialli di Corbara (presidio slow food), olive
del posto), con rucola, noci, e salsa di limone.
e poi mantecato con olio, sale, pepe e panna;
cajazzane, alici di Cetara e origano di Salina. E
Le cotture in generale sono rapide, per preser-
dunque si compone su un letto di peperoncini
lo “spilungone”, focaccia per due morbida e
vare consistenze e gusto, per esempio la triglia,
verdi dolci e sopra stracciatella di bufala, quindi
friabile al tempo stesso, da farcire con crema
brevemente marinata in una riduzione di soia,
si gratina con una copertura di mollica di pane
ai quattro formaggi, su cui vengono adagiati
poi cotta avvolta in una crosta di sesamo e
e nocciole che conferiscono la nota croccante.
funghi porcini, pomodorini, rucola e guanciale,
accompagnata da un’antica verdura campana
Per le pizze, cotte nel
oppure provola con parmigiana,
che viene oggi recuperata grazie alla banca dei
o con salsicce e
semi dell’Università di Napoli, le ‘torzelle’, simili
friarielli.
ai friarielli ma più consistenti e cipolla di Tropea in agrodolce. I primi uniscono pesce e verdure, come nei profumati scialatielli, limone e scampi, o nei paccheri con peperoncini e totano, o ancora
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RISTORANTE
O’ PURTICCIULL DA SCEGLIERE PER GUSTARE OTTIMO PESCATO DI PREGIO, CROSTACEI, SOPRA TUTTI L’ARAGOSTA, GODENDOSI L’ATMOSFERA UNICA DELLA RIVA DESTRA, A ISCHIA. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti E’ dal 1997 che Pino Fedele guida questo locale storico della Riva Destra, insieme alla moglie Anna Maria Calise, da visitare assolutamente se si desidera mangiare pescato di pregio: in realtà Pino al Purticciull’ ci è cresciuto, lavorando insieme alla madre Maria Albanese che lo ha aperto alla fine degli anni ’60. Alle pareti del locale in bella mostra le foto dei tanti divi, artisti, vip che si sono seduti a un passo dal mare, nell’affascinante ambiente della
via Porto, 35 (Riva Destra) - Ischia Info. 081.993222 - 347. 0068684 www.porticciullo.it Ristorante ‘O Porticciull’ Ischia
Riva Destra, per gustare i piatti di Maria prima
limone, zenzero e crema di pistacchi. Il mare
del Purticciull’. I dolci sono di produzione pro-
e adesso di Pino. Le loro specialità in verità
anche nei primi, dai bucatini cozze e pecori-
pria: zuccotto di pan di Spagna con fragoline
sono tante, a cominciare dai crudi - ostriche,
no, ai paccheri con la ricciola, agli spaghetti
e panna, cheesecake, pastiera, babà…
ricci, taratufi, gamberoni di Mazzara, scampi
ai ricci. Speciale il polpo alla griglia su letto
Piatti prestigiosi come questi vanno accompa-
locali e aragosta - e poi le tartare, di tonno
di finocchi con tartare di mela verde, crema
gnati con un’ampia selezione di vini: la ricca
rosso, ricciola, spigola condite con olive, cap-
di pistacchi, pomodori secchi, ricetta tradizio-
carta del Purticciull’ annovera i migliori iso-
peri, limone o arancia e un tocco di gin, e i
nale per i polipetti locali affogati, con pomo-
lani, e tante le etichette italiane e straniere
marinati dell’antipasto dei 5 mari: alici, tonno,
dorini, vino bianco, peperoncino, da provare
importanti, fra i vini come fra champagne e
salmone, bandiera, polpo, cannolicchi, serviti
i cannolicchi e cozze grigliati. Per i secondi,
spumanti.
su un letto di verdure di stagione. Grande at-
spazio a pesci come la spigola (o la ricciola)
tenzione va alla scelta delle aragoste, regina
al forno con patate e olive verdi o all’acqua
dei crostacei e presenza costante nel menù
pazza, o ancora in crosta di sale, cotta nel for-
del Purticciull’, che prende solo animali di pro-
no a legna delle pizze, un’esclusività questa
venienza italiana e pescati in mare. Si può gustare in carpaccio, ma anche alla griglia o alla catalana, bollita e accompagnata da cipolle, verdure e una vinaigrette, e naturalmente con le linguine. Ma per chi lo preferisce c ’ è l’astice, per esempio alla griglia accompagnato da una salsina con
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BELMARE RISTO BEACH LA SPIAGGIA PIU’ BELLA DELL’ISOLA D’ISCHIA E UNA TERRAZZA RISTORANTE DOVE REGNANO IL GUSTO DEL BUON MANGIARE, LA CALDA ACCOGLIENZA DELLA FAMIGLIA MATTERA E UN’ATMOSFERA DI LIBERTA’ CHE PIACE A TUTTI, AI RAGAZZI COME AI LORO GENITORI. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
Una terrazza affacciata sulla spiaggia più gran-
ristorante ai Maronti, in località Petrelle, è
calda accoglienza. Quindi, ristorazione classica
de e bella dell’isola e in tavola piatti ricchi e
guidata dalle famiglie Mattera Monti: vi lavo-
per chi desidera pranzare: da provare l’antipa-
al tempo stesso pensati per chi vuol fare una
ra già la terza generazione, rappresentata da
sto Vienimi in Sogno che comprende marinato
sosta durante la lunga giornata di mare, quindi
Beatrice Monti che affianca la madre e lo zio,
misto, cozze gratinate, frittelle di polpi e cala-
realizzati con condimenti freschi, sapori estivi
Carolina ed Ernesto Mattera, mentre il padre
mari, seppioline allo zenzero, polpo all’insalata,
e naturalmente tanto mare. In più, la scelta di
Giovanni si occupa della spiaggia. Il Belmare è
bruschette... I primi sono naturalmente molto
una formula light, per cui pur ricevendo un ser-
da sempre un riferimento sicuro per chi vuo-
richiesti: fra gli abbinamenti di pasta e frutti di
vizio da ristorante questo, come il coperto, non
le mangiare in spiaggia: il ristorante è aperto
mare, molto gettonati gli scialatielli con cozze,
viene conteggiato nelle spese. Se aggiungia-
tutto il giorno, ma nelle diverse fasce orarie si
limone e caciocavallo o con pesto e vongole,
mo la capacità di modellare perfettamente le
rivolge a un pubblico variegato, pur mante-
cui la presenza rispettivamente dell’agrume e
proposte gastronomiche sui gusti, anche mol-
nendo
le caratteristiche di qualità
del basilico conferisce freschezza. Trionfano le
to diversi, degli ospiti, abbiamo la formula del
delle
proposte e di
fritture nei secondi: soprattutto profumatissi-
successo del Belmare Maronti
i n -
formalità e
mi gamberi e calamari e alici. Ma è disponibile
struttura, che comstabilimento
bal-
neare e terrazza-
Beach.
La
prende
anche il pescato fresco della paranza, come orate, spigole, cernie. Nel pomeriggio, la terrazza del Belmare è presa d’assalto dai giovanis-
simi: che amano l’atmosfera libera e friendly che vi si respira. E i golosi Ice Nutella - coppa di gelato alla vaniglia, Nutella e panna - e frullato Belmare: caffè del nonno montato e abbassato di temperatura in modo che divenga fresco come un gelato unito a vaniglia, panna, Nutella, topping al cioccolato. Tanti i panini, in particolare la celebre Zingara, inventata un po’ di anni fa da due ischitani: fette di pane cafone farcite con prosciutto crudo, insalata, pomodoro e maionese e poi grigliate. A cena, il ristorante è aperto su prenotazione. Da quest’anno, il Belmare Maronti Beach e lo scenario unico dell’arenile, che già in tanti scelgono per festeggiare compleanni, anniversari, lauree, si propone anche come location per matrimoni: cureranno sia il catering che l’allestimento per la cerimonia della spiaggia stessa. Che, in particolare nei mesi primaverili e autunnali, regala atmosfere, tramonti, suggestioni di grande fascino, che hanno sedotto la prima coppia che ha fatto questa scelta, due ragazzi che si erano conosciuti proprio al Belmare…
spiaggia dei Maronti Barano d’Ischia Info. 081. 905655 Belmare Maronti Beach
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I RICCI DI LUCIANNA E GENNARO
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GRANDE CURA NELLA SCELTA DEGLI INGREDIENTI, TANTA ESPERIENZA E UN TOCCO DI FANTASIA, PER IL MENU’ RICCO E ARTICOLATO DI QUESTO RISTORANTE ALLA RIVA DESTRA A ISCHIA. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti Il bel volto pulito di Valentina rappresenta la
nel mare di Ischia, dal guscio sottile. Piatti sfi-
terza generazione della famiglia Sarracino che
ziosi, le cozze piccantine, condite con un intin-
si dedica alla ristorazione. Una forte intesa
golo di peperoncino fresco, pieno di aroma, e
quella che ha ai fornelli con il padre Gennaro,
pomodoro, o i gamberi al coccio, con aglio,
chef di esperienza, con tanti anni all’estero,
olio e peperoncino, profumatissimi. E poi il
che gli hanno regalato una visione sulle ma-
baccalà, dissalato da loro in modo perfetto,
terie prime e sulle combinazioni di sapori che
semplicemente fritto e servito su un letto di
porta nel menù del ristorante che gestisce alla
friarielli, altro emblema della cucina parteno-
Riva Destra, a Ischia, insieme alla moglie Lu-
pea. Molto richiesti i tagliolini dello chef, pa-
cianna Fedele e a Valentina appunto. Il pesce
sta fresca di preparazione propria, al nero di
occupa, naturalmente, il posto d’onore, negli
seppia, che conferisce sapidità, e crea un riu-
antipasti come la Sinfonia di carpacci - salmo-
scito contrasto con i gamberetti e gli asparagi
ne, tonno rosso, baccalà, molto delicato, pol-
del condimento. Speciale la paella valenziana,
po; e poi nei crudi, ostriche, gamberi, scampi,
su prenotazione, il famosissimo piatto con
ricci, cannolicchi, qui troverete quelli pescati
riso, verdure e pollo o frutti di mare e spezie,
di cui Gennaro ha appreso i segreti durante il
o chantilly, e ricoperti da una delicata fonduta
suo soggiorno in Spagna, preparato nella pa-
al cioccolato e nocciola, o con crema e salsa
ellera originale.
di fragole. Fornita la cantina, che offre tutte le
Il pescato è esclusivamente acquistato di gior-
migliori aziende ischitane, etichette campane
no in giorno e proposto in tre cotture in par-
prestigiose, ma anche vini siciliani, piemonte-
ticolare, acqua pazza, al forno con patate e al
si, toscani e si possono gustare anche al calice.
sale, per il quale adoperano un metodo speciale, che rende molto tenero e gustoso anche il pesce di taglia più piccola, cui di solito è precluso questo tipo di cottura. I dolci sono una delle passioni di Valentina e Gennaro, che prediligono preparazioni leggere, come le mousse, con ricotta o alla vaniglia con pinoli tostati e cioccolato. Ma non si può mancare di provare anche i bignè, farciti con crema pasticcera
via Porto, 89 (Riva Destra) Tel. 081. 3330353 Cell. 335. 5236383 Ricci Ristorante
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RISTORANTE RICCIULILLO IN QUESTO LIDO, DI FRONTE A UNO DEI PANORAMI PIU’ BELLI DELL’ISOLA, SI GUSTA UNA CUCINA SFIZIOSA E CREATIVA, DA PROVARE ‘PIEDS DANS L’EAU’.
Il bagno Ricciulillo, moderna rivisitazione di un lido in stile anni ’60, tutto in legno dipinto in bianco e blu, sorge in uno degli scorci più suggestivi dell’isola d’Ischia, nel cuore del comune capoluogo, un posto dove trascorrere una giornata senza pensieri, deliziando lo sguardo con la vista del Castello Aragonese e delle isole del Golfo, rilassando lo spirito in un’atmosfera tranquilla e informale e allietando il palato con una cucina imperniata sul mare, fatta di piatti piacevoli e pieni di gusto. Da provare, nel fine settimana, anche la sera, quando il ristorante del Ricciulillo rimane aperto, e l’atmosfera notturna lo rende davvero indimenticabile. Gestito con senso
Text_ redazione Ischiacity Photo_ Ischiacity
dell’ospitalità e professionalità da Giovangiuseppe Mattera e Monica Split, insieme alle figlie Joelle e Nadine Mattera, il Ricciulillo è un bagno attrezzato
con ogni comfort ed ha uno dei suoi punti di forza
si condiscono nei modi più svariati, per esempio,
di assaggiarne tre in piccole porzioni, per esempio
nella cucina. Guidata con intelligente creatività da
un succulento sughetto di pesce o una salsa di
brownies con noci, cheesecake al limone e crema
Monica, che vi mette un mix di profumi mediter-
pomodoro fresco, salvia, burro ed olive. Il Tris di
di mascarpone con fragole e amaretti. E per ac-
ranei e sapori della sua Germania. Tra i piatti forti
mare varia ogni giorno, e prevede pescespada alla
compagnare il menù una variegata lista dei vini.
del ristorante lo “scarpariello”, pasta di Gragnano
griglia, tonno scottato con verdure, gamberoni in
Gli spazi all’aperto del Ricciulillo sono anche la lo-
saltata nel pomodoro fresco con peperoncino e
crosta alla birra, ma anche carpacci, o polpettine di
cation ideale per festeggiare con gli amici, per un
pecorino, il “come piace a me”, vermicelli in un su-
pesce azzurro. E nelle giornate più calde, la Sum-
compleanno o un battesimo o per ambientarvi un
ghetto di aglio, olio e peperoncino, con l’aggiunta
mer Salad: dadini di pollo marinati con miele e pa-
ricevimento di nozze: informale ma elegante nella
di pinoli tostati e rucola, il polipo imbottito con
prika dolce, fritti al momento e serviti su un letto di
sua semplicità, sarà un evento che ricorderanno
melanzane e olive nere, la zuppa di pesce senza
cetrioli e misticanza con salsa dressing allo yogurt
tutti con piacere, e lo staff è a disposizione sia per
spine, con gamberoni, cozze, vongole e calama-
e un tocco dolce, dato da fette di pesca scirop-
l’organizzazione della sola location che per seguire
ri, leggermente piccante, il pescato alla griglia. O
pata. Fra i dolci, il Tris
ancora, gli gnocchi verdi di spinaci e ricotta, tipi-
consente
ca preparazione tedesca: vengono impastati a mano, senza patate, amalgamando gli spinaci sbollentati con ricotta e un po’ di farina e
Ricciulillo Spiaggia, Wine Bar e Ristorante Lungomare C. Colombo (loc. Punta Molino) Info. 081. 18515910 338. 1446355 www.ricciulillo.it Bagno Ricciulillo
anche il catering.
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AL VECCHIO MONFALCONE
BY IL SIGNORE DEGLI AGNELLI C’E’ L’IMBARAZZO DELLA SCELTA IN QUESTO LOCALE NEL CUORE DI CASAMICCIOLA, PERFETTO PER CHI AMA IL COMFORT FOOD DI SONTUOSI HAMBURGER, PIZZE DI OGNI TIPO E PREGIATI TAGLI DI CARNE. Text_ redazione Ischiacity Photo_ Emanuele Minerva
Un gruppo giovane, dinamico e pieno di idee,
tipi di formaggio, cipolle caramellate, patate chips,
birre artigianali campane, con una bella selezione
quello guidato da Alessandro Scibilia e dal padre
bacon, maionese, salsa barbecue, Ma si possono
che consente di abbinare questa bevanda anche
Massimiliano, al Vecchio Monfalcone by Il Signo-
aggiungere anche salsa piccante, uovo fritto, cre-
alle carni bianche, rosse, al pesce, ai molluschi.
re degli agnelli, che hanno fatto di questo ampio
ma di funghi porcini. Con contorno di patatine
Ma sono presenti pure tante etichette di vino, in
locale nel pieno centro di Casamicciola Terme
fritte, esclusivamente da patate fresche. E per chi
particolare delle case produttrici dell’isola. Per i se-
con un piacevole giardino e uno spazio esterno
vuole cambiare ancora, salsicce, hotdog, kebab,
condi, carne, sempre certificata: tagliate, filetti, da
sul Corso, un punto di riferimento. Steakhouse,
scamorza con prosciutto crudo: tutto sempre nel
cucinare alla brace, ma è da provare, adesso che
ristorante, pizzeria con menù assai variegati, che
panino morbido da hamburger, preparato da un
inizia il fresco, il controfiletto avvolto nel lardo e
si arricchiscono spesso di novità: le prossime arri-
panificio ischitano. Da provare la new entry del
tartufo, e le Texas Ribbes, costine di maiale, ma-
veranno in autunno. Ogni gusto viene soddisfatto,
menù 2016, la farcitura di mare: il panino si può
rinate in salsa barbecue e spezie e cotte a bassa
denominatore comune la qualità degli ingredienti
riempire con salmone, tonno o polpo, accostati ri-
temperatura almeno otto ore, una delizia che si
scelti, la lavorazione del prodotto (tutta la carne
spettivamente a patate bollite, aneto, maionese e
scioglie in bocca. E ancora, gli straccetti di manzo,
la acquistano fresca e la lavorano in proprio, dagli
cipolla caramellata, zeste di limone, menta e aglio,
porcini, pecorino sardo dop e rucola serviti in un
hamburger alle costine di maiale), la ricchezza dei
sedano e rucola. Per chi preferisce un piatto clas-
barattolo di vetro. Infine, le pizze, quasi 40 varietà,
piatti proposti. Solo Chianina per gli hamburger in
sico, fra i primi del settore ristorante, paccheri con
vi consigliamo, per esempio, la Alessandro, crema
tanti formati (a partire da 200 gr, e poi 350 gr,
pescespada, gamberi di Mazara e arance, gnoc-
di carciofi, provola e salsiccia, la Salvatore, funghi
il Monster doppio hamburger ciascuno da 200
chi pesto e vongole, ma anche scialatielli all’orto-
porcini, speck e provola, o la fresca
con prosciutto cotto grigliato; infine da 500 gr
lana, perfetti per i vegetariani. Mentre chi ha
Arcobaleno, bianca con aggiunti
ufficialmente per due, ma tanti lo prendono da
problemi di celiachia ha amplissima scelta, in
a crudo, prosciutto, rucola, po-
soli), e ci sono anche di carni bianche, agnello,
ogni ambito (hamburger, pizze, primi e secon-
maiale, cinghiale, oca, vegetariano. La farcitura
di piatti, dolci), c’è persino una birra dedicata
“classica” comprende: insalata, pomodoro, due
a loro. Quest’anno si è scelto di dare spazio alle
Piazza Marina, 1 Casamicciola Terme Info. 081. 980960 cell. 334. 3838885 Il Signore Degli Agnelli
modorini e grana.
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Per il secondo incontro dell’edizione 2016 della rassegna Summer Dinners, appuntamento ormai consolidato che vede lo chef stellato di Indaco, il ristorante gourmet dell’Albergo della Regina Isabella, Pasquale Palamaro, accogliere nella sua cucina uno chef ospite per realizzare insieme un esclusivo menù a quattro mani, protagonista è stato Denny Imbroisi. Il filo rosso prescelto per l’undicesima edizione, infatti, era “Chef italiani nel mondo”, e Imbroisi, è uno di loro, uno dei cuochi che portano con successo la nostra cultura gastronomica all’estero. Infatti, è stato eletto dalla prestigiosa testata Le Figaro, miglior chef tricolore di Parigi: tanto amore, tanta italianità e un curriculum che brilla di stelle. La classe di Denny Imbroisi si rispecchia in una cucina semplice ma raffinata, che si sposa perfettamente con le tecniche della tradizione francese: qualcuno l’ha chiamata “trattonomie”, a indicare l’incontro tra trattoria e gastronomia che caratterizza la sua cucina, in cui dà spazio ai piatti della tradizione
SUMMER DINNERS 2016: PALAMARO & IMBROISI AL SECONDO APPUNTAMENTO CON LA CUCINA A QUATTRO MANI, PASQUALE PALAMARO HA OSPITATO LO CHEF DENNY IMBROISI, MANTOVANO DI ORIGINE, TRAPIANTATO A PARIGI, DOVE HA APPENA APERTO IL SUO RISTORANTE. Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Riccardo Sepe Visconti
italiana - pasta, vitello tonnato, gnocchi - rivisitati con spirito contemporaneo. Dopo il diploma alla Scuola Alberghiera di Mantova, inizia il suo percorso al San Domenico d’Imola, lavorando nelle più celebri cucine stellate, al fianco di Giancarlo Perbellini, Corrado Fasolato, Quique Dacosta, Mauro Colagreco e William Ledeuil.
questa che lo accomuna a Pasquale Palamaro.
L’ultimo chef ad accoglierlo nella sua squadra è
Insieme, nel bello spazio all’aperto dell’Indaco,
l’immenso Alain Ducasse, che lo nomina sous-
sulla rada di Lacco Ameno, hanno dato vita a
chef del Jules Verne: questa esperienza ha
una cena che è un connubio di tecniche, sapori
costituito sicuramente per lui una tappa fon-
ed esperienze. Che si sono espressi, fra gli altri,
damentale sul cammino che lo ha portato, nel
in un piatto profumato di Mediterraneo come
gennaio 2015, ad aprire il suo ristorante a Pari-
il polpo grigliato, succo di anguria, cassis, ace-
gi, Ida. Lo chef è così devoto alle proprie origini
to balsamico bianco, rapa rossa e condimento
italiane da dedicare alla pasta un intero menù,
kumquat di Imbroisi e ne i gigli di Gragnano
dall’antipasto al dolce, e in questo modo ha
al ragù di lucerna e datterino giallo, sfilacci di
conquistato i parigini. Inoltre, il menù del suo
cavallo, acetosella e pane di segale tostato, che
ristorante varia spesso, poiché Denny è molto
combinano elementi di mare e di terra per un
attento alla stagionalità degli ingredienti, scelta
piatto inusuale creato da Palamaro.
Piazza Santa Restituta, 1 Lacco Ameno Info. 081. 994322 www.reginaisabella.it