Le fiabe del Bosco delle Venti Querce
Buon Natale... per sbaglio! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Franco Bollo stava arrancando su per la salita che porta al Bosco delle Venti Querce, spingendo davanti a sé un carretto pieno zeppo di letterine d’ogni tipo e colore! – Ancora posta per me? – esclamò Gellindo Ghiandedoro venendogli incontro giù per il sentiero. – È il quinto carretto da stamattina, Gellindo, e giù all’ufficio postale ce n’è un sesto pronto a partire! Ma
si può sapere quanti sono gli amici che ti scrivono gli auguri di Natale? – Di amici a dire il vero ne ho moltissimi, ma non così tanti da riempire con le loro letterine di auguri sei carretti come quello! – E allora da dove vengono tutte queste lettere? – sospirò Franco Bollo cominciando a svuotare il carretto del suo prezioso carico. Lo scoiattolo risparmioso a quel
punto aprì la porta per far entrare Franco con la prima bracciata di letterine e... una valanga di buste bianche, gialline, verdi, azzurre e rosse uscì come fosse una cascata d’acqua e investì lo scoiattolino e il povero postino facendoli cadere a terra. – Visto? – esclamò Gellindo con tono preoccupato. – Dev’esserci stato un errore, alla posta centrale, e a me stanno arrivando le letterine
che i bambini della Valle di Rispamiolandia hanno scritto a... BABBO NATALE! Il Consiglio degli Spaventapasseri venne subito convocato su richiesta di Franco Bollo. Di lì a poco nella CIOCCOLATERIA di Casoletta si riunirono il povero portalettere, il maestro Abbecedario, il farmacista Quantobasta, il vigile urbano Rosso-
VerdeGiallo, Casoletta, Bellondina, Tisana la Dolce e, naturalmente, Gellindo Ghiandedoro. Dopo aver spiegato per filo e per segno quella misteriosa storia, Gellindo concluse il racconto con queste parole: – ...e io non so più cosa fare, adesso! Devo rispondere a tutti quelli che mi hanno scritto dicendo loro che le Poste hanno fatto confusione, che hanno consegnato i loro desideri alla persona sbagliata e quindi per quest’anno... niente regali di Natale? Ma sarebbe una tragedia! – Per la prima volta da secoli la Valle di Risparmiolandia sarebbe costretto a saltare il Natale! – mormorò costernata Casoletta. – E ve l’immaginate voi i pianti, le urla, gli strepiti dei bambini della valle? – sussurrò Quantobasta stropicciandosi le mani nervoso. Un silenzio preoccupato calò nella grande CIOCCOLATERIA: se i pensieri avessero ticchettato come fanno sveglie e pendole, qualcuno avrebbe potuto pensare d’esser finito in un negozio di orologi e non in una pasticceria! – È evidente – disse maestro Abbecedario interrompendo quel “pensatoio” – che non possiamo deludere i bambini! Certo, non è colpa nostra e meno che meno tua, Gellindo, ma se il destino ci ha rovesciato
addosso... quanti sono i carretti di lettere arrivati finora? – Quindici! – rispose con un fil di voce Franco Bollo. – ...se sono arrivati quindici carretti colmi fin sopra l’orlo di letterine di Natale, tocca a noi farcene carico. Perciò... Tutti si girarono a guardare il maestro spaventapasseri. Casoletta aveva le mani sulla bocca. Bellondina guardava con occhi tristi il piccolo Gellindo tormentandosi una ciocca dei capelli. Tisana la Dolce era così nervosa che avrebbe volentieri bevuto sette tazze di camomilla una dietro l’altra! RossoVerdeGiallo giocherellava col suo fischietto ben stretto tra le labbra. Quantobasta si contava e si ricontava in continuazione le dita delle due mani. Franco Bollo non sapeva chi o dove guardare, e quindi aveva gli occhi piantati sulla punta delle sue scarpe... – ...perciò – continuò Abbecedario, – dovremo cercare di sostituirci a Babbo Natale! A quel punto accadde un vero miracolo. Gli spauracchi riuniti in Consiglio si animarono all’improvviso, dimenticarono le tristezze e le preoccupazioni di poco prima e si
lanciarono in una serie fitta fitta di discussioni. Gellindo, intanto, osservava i suoi amici muto come uno scoiattolo spaventato. – Gli spaventapulcini potrebbero cominciar subito a costruire giocattoli d’ogni tipo – disse Quantobasta. – Girandole e bamboline, trenini di legno e birilli, fiocchetti colorati e stelle dorate... Tisana la Dolce interruppe l’amico: – Io potrei preparare sacchetti pieni d’erbe profumate, oppure d’erbe aromatiche per la cucina, o di foglie di té e di camomilla... – Ratto Robaccio e Lilli Spatoccia – strillò RossoVerdeGiallo per farsi sentire in quella baraonda, – potrebbero cercare in discarica tutto quel che può essere riciclato per costruire giocattoli: viti e bulloni, vecchi palloni da calcio e stecche d’ombrelli, libri usati e belle scatole da regalo... – Abbiamo solo due settimane di tempo – disse Casoletta con un sorriso, – ma se ci impegneremo e lavoreremo giorno e notte, riusciremo ad accontentare tutti i bimbi che hanno scritto a... a Gellindo Ghiandedoro! Tutti si girarono a guardare lo scoiattolino che se ne stava lì, piccolo piccolo, quasi nascosto dietro la sua paura. – Già – balbettò Gellindo, – e quando la vostra montagna di regali
e regalini sarà pronta, come farò a consegnarla da solo e in una notte soltanto ai bambini che mi hanno scritto dalla Valle di Risparmiolandia? – A dire il vero io un’idea ce l’avrei – buttò lì Abbecedario. – E cioè? – chiesero in coro tutti gli altri. – Cioè... cioè voi intanto mettetevi al lavoro, mentre io e Gellindo andremo in cerca di nuovi amici! La vigilia di Natale ai piedi della grande quercia in cui abita Gellindo Ghiandedoro erano ammucchiati tanti, ma tanti di quei giocattoli, che la montagna colorata arrivava fin quasi alla vetta dell’enorme albero. E lì, accanto a migliaia e migliaia di pacchetti colorati e infiocchettati, ognuno con un bigliettino su cui c’era scritto il nome e l’indirizzo di un bimbo, stavano scaldando i motori sei camioncini già carichi d’altri regali! – Bene amici – esclamò maestro Abbecedario rivolto agli spaventapasseri grandi e piccini, riuniti al Bosco delle Venti Querce per assistere alla partenza dei doni, – e allora salutiamo con un bell’applauso il nostro bravissimo GELLINDOBABBO NATALE! Si aprì la porticina della tana e uscì Gellindo Ghiandedoro con un vestito rosso orlato di bianco, con un bel berretto rosso col pon pon
candido e due paia di stivaloni neri alti fin sotto al ginocchio. – Salve amici! Eccomi pronto a percorrere da cima a fondo la Valle di Risparmiolandia per far felici i bambini che mi hanno scritto! – Ma come pensi di farcela da solo? – esclamò Fra’ Vesuvio. – I bambini da visitare sono moltissimi... sono troppi...
– Oh, se è per questo, Abbecedario e io abbiamo risolto il problema. Non partirò da solo: ho deciso di farmi aiutare da cinque miei amici! Gli spauracchi si guardarono l’un l’altro sbalorditi e alla fine solo Mamma Pasticcia ebbe la forza di parlare: – Ma le letterine sono state spedite a te, Gellindo. Per sbaglio, d’accordo, ma sono arrivate a casa
Gel-Lin
Ghellindighen
Gellind-Agar
Gellindus
Sir Gellindotto de’ Ghiandedoro
tua. Nessuno di noi può aiutarti a consegnare i doni: devi essere tu, Gellindo Ghiandedoro, a girare per la valle e... – Ma certo che ci andrò io – rispose lo scoiattolo, che si girò ad aprire la porta alle sue spalle – ...ma, come vi dicevo, mi farò aiutare da cinque amici... di famiglia! Dalla tana uscì Sir Gellindotto de’ Ghiandedoro1) vestito con una corazza rossa con gli orli bianchi, mentre il cimiero dell’elmo assomigliava proprio al berretto rosso col pon pon di un bel Babbo Natale! Dopo di lui fecero la loro apparizione uno dopo l’altro Gel-Lin, un simpatico scoiattolo cinese vestito da Babbo Natale; Gellind-Agar, uno scoiattolo “preistorico” vestito con una pelliccia rossa con gli orli bianchi; Ghellindighen, uno scoiattolo tedesco vestito di rosso con tanto di cappello col piumotto in testa. La fila era chiusa dall’ultimo Babbo Natale:
era Gellindus, lo scoiattolo “romano” vestito con una lunga tunica rossa orlata di bianco e con una coroncina d’alloro in testa! – Ecco qua i cinque “Babbi Natale” che in questa Notte Santa mi aiuteranno a consegnare i doni a tutti i bimbi che mi hanno scritto: come vedete, toccherà a sei Gellindi correre di qua e di là per la Valle di Risparmiolandia a far felici quelli che son stati buoni per tutto l’anno... a cominciare dai nostri bravissimi spaventapulcini del Villaggio, ai quali consegno di persona i doni che hanno tanto desiderato! E mentre Gellindo Ghiandedoro, in un tripudio di applausi, di evviva e di lacrime di gioia distribuiva i pacchetti colorati e infiocchettati a Occhialetta, Frigerio, Lampurio, Rattina Glassé, Liquirizio, Pancrazio... in cielo le stelle si radunarono in alto, al centro, per formare una grande scritta:
Buon Natale a tutti voi!