Quando i sogni non fanno dormire

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Le avventure di Doki, il cagnolino... parlante!

9. Quando i sogni non fanno dormire I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Un giorno accadde che tutti, all’improvviso, si dimenticarono del piccolo Doki! Proprio così: fino al giorno prima la casa dello spauracchio sacrestano era meta continua di amici e amiche che chiedevano informazioni… “Come sta oggi il nostro cuccioletto?”… “Hai forse bisogno di una mano, Dindondolo?”; che portavano regalini… “In fondo all’armadio ho trovato questa bella coperta: credi possa andar bene per la cuccia!”… “Tra un po’ arriveranno i primi freddi: guarda che bel cappottino di lana ho cucito per il tuo Doki”…; che si rendevano disponibili per alleggerire il lavoro del sacrestano… “Porto Doki a fare due passi, così tu puoi riposarti!”... “Sei d’accordo se domenica Doki viene con noi alla Palude dei Vampiri Striscianti a fare il bagno?”… Poi, da un giorno all’altro le cose cambiarono! Nessuno bussò più alla porta del sacrestano e nessuno più infilò la testa dentro la finestra della cucina per salutare il cuccioletto. Nessuno più prese Dindondolo sottobraccio per portarlo a fare una passeggiata, mentre qualcun altro riordinava l’ultimo cassetto del comò, sbatacchiava le coperte e ripuliva la cuccia. Nessuno più si occupò e si preoccupò del povero Dindondolo e del suo cucciolo. – Lo sai che mi sento un po’ solo, piccolo Doki? – borbottò una sera il buon spauracchio campanaro, lavando i piatti e il bicchiere della cena. – Una volta c’era sempre un via vai di amici che venivano a farci compagnia, che s’interessavano e volevano sapere come stavi,

cosa mangiavi, cosa bevevi… Poi da ieri l’altro… Pufff... tutti svaniti! Uiiiuuuh!... piagnucolò il cagnolino, come se volesse partecipare anche lui alla malinconia del suo “papà” adottivo. Per fortuna c’era sempre la farfalla, a tener compagnia a Doki: l’esserino volante infatti s’era installato in casa, entrava e usciva dalla finestra della cucina a suo piacimento ma la sera, tutte le sere alla stessa ora, andava a posarsi sull’orlo del cassetto nel quale il cucciolo dormiva, chiudeva le ali dai colori pasticciati e s’addormentava con un piccolo sospiro silenzioso. E Doki la imitava, felice di far nanna in compagnia. – Me lo sai dire tu, Gellindo, perché gli amici mi evitano? – chiese un giorno Dindondolo allo scoiattolo al quale s’era rivolto in cerca di consiglio. – Cosa vuoi che ti dica – rispose quell’altro, guardando l’amico diretto negli occhi. – Vedi, ci sono cose che a un estraneo diresti senza problemi: “Guardi che il fumo del suo comignolo sta affumicando la mia casa!”, oppure… “Si rende conto che tenendo il volume della radio così alto, lei non mi lascia dormire la sera tardi?” – È vero, ma io la radio la tengo sempre a volume basso e pulisco ogni anno la canna fumaria del caminetto… – Sì, ma i miei erano sono degli esempi. Volevo farti capire che se certe cose agli estranei le dici tranquillamente, con gli amici, con gli amici veri, hai qualche problema in più… – Stai dicendomi che io, magari senza accorgermene, li ho offesi oppure


disturbati e gli spauracchi del Villaggio non hanno il coraggio di dirmelo? – No, tu no: tu non hai fatto nulla… – Ma allora chi? – E proprio mentre stava facendo quella semplice domanda, Dindondolo capì dov’era il problema. – Vuoi forse dire che la causa di tutto è Doki? Lo sguardo di Gellindo era inequivocabile: certo che il problema era Doki… – Vedi, Dindondolo – disse allora lo scoiattolo, – tu devi avere un sonno pesante, ultimamente… – Non dirmelo: lavoro dall’alba al tramonto, faccio mille cose, corro di qua e di là, preparo le pappe, pulisco per terra, porto il cuccioletto a far due passi, gioco con lui, corro e salto come uno spaventapulcini, lo tengo pulito, lo spazzolo due volte al giorno… insomma: quando arriva la sera sono così stanco che non vedo nemmeno il letto. Mi stendo sul materasso e Rooonnn-Bzzz… RooonnnBzzz… Rooonnn-Bzzz… m’addormento di sasso che non mi sveglierebbero neanche a cannonate! – Il problema sta tutto qui, caro mio – commentò lo scoiattolo. – Tu non ti sei mai accorto che da un po’ di tempo a questa parte il piccolo Doki di notte tiene sveglio l’intero Villaggio! – Sveglio?!? E che significa? – Significa che tutti a una certa ora della sera ci addormentiamo… gli spaventapasseri, gli spaventapulcini, le civette e gli scoiattoli… ma poi a mezzanotte circa… Uiiiuuuh! Uiiiuuuh! Uiiiuuuh... il piccolo Doki comincia a piangere, a lamentarsi… Aaauuu! Aaauuu! Aaauuu!... anche ad ululare come fosse

spaventato da chissà che cosa, e nessuno riesce più a dormire! I tuoi amici spaventapasseri stanno per ammalarsi di stanchezza, ma nessuno ha il coraggio di dirtelo perché ti vogliono troppo bene! E invece io te l’ho detto perché di bene te ne voglio ancora di più… Dindondolo per prima cosa pensò che il suo doveva essere proprio un sonno pesante, per non accorgersi degli ululati del suo cucciolotto, che dormiva con lui nella stessa stanza! Poi ebbe compassione per tutti gli altri spauracchi, che venivano svegliati nel cuore della notte e non potevano più dormire… – Ma hanno provato a mettersi dei tappi nelle orecchie? – Abbiamo speso una fortuna, nella farmacia di Quantobasta, per procurarci tappi anti-rumore, ma è stata una spesa inutile: i guaiti del cucciolo sono così strazianti e acuti, che per non sentirli ci vorrebbero tappi da botte e orecchie grandi a sufficienza, per infilarseli! Pensa: anche quassù al Bosco delle Venti Querce, che è abbastanza distante dal Villaggio e da casa tua, i latrati di Doki tengono svegli Brigida e il sottoscritto fin dopo l’alba! – E allora che posso fare per rimediare al pasticcio? – chiese Dindondolo. Gellindo Ghiandedoro si grattò a lungo il mento e il ciuffo sul cocuzzolo della testa, e alla fine… – Dobbiamo scoprire perché il cucciolo piange, qual è il motivo di tutti quei lamenti… e solo allora sapremo che cosa fare! Quella sera Gellindo andò a far visita a Dindondolo con l’intenzione di dormire


a casa sua: prese posto nel cassetto del comò subito sopra a quello in cui dormiva Doki e al momento di chiudere gli occhi… – Buonanotte, Dindondolo… – Buonanotte Gellindo… – Buonanotte Farfallina… – ... – Buonanotte, Doki… – Uiiiuuuh… A mezzanotte in punto il silenzio profondo della stanza venne interrotto… Uiiiuuuh… da un lamento appena sussurrato. Mentre Gellindo era ben sveglio sotto le lenzuola, Dindondolo dormiva della grossa nel suo letto e la farfallina riposava con le ali ben chiuse, appollaiata in cima allo schienale del divano. Uiiiuuuh! Uiiiuuuh!! I lamenti divennero due e leggermente più forti, mentre Doki cominciò ad agitarsi nella sua cuccia: scalciò le zampette, si alzò in piedi e, sempre dormendo, ingaggiò una lotta furibonda col buio di fronte a lui. Uiiiuuuh! Uiiiuuuh!! …Aaauuu… Il primo latrato fu così straziante, che Gellindo saltò giù dal cassetto e s’avvicinò al cucciolo per difenderlo, per consolarlo, per accarezzarlo… Aaauuu… Aaauuu… Uiiiuuuh!... Aaauuu… …e il concerto ebbe inizio! Latrati e uggiolii, guaiti e pianti sommessi fecero ben presto capire a Gellindo che il piccolo Doki era nel pieno di un brutto incubo! Era tutto lì, il problema! Il cucciolo sognava ogni notte, e magari gli pareva di affrontare un cagnaccio dieci volte

più grande di lui… e abbaiava, latrava, piangeva come se la lotta fosse vera, come se veramente qualcuno cercasse di fargli del male… oppure sognava che un mostro stava assalendo Dindondolo, e il cagnolino reagiva coraggioso urlando tutta la sua rabbia e la voglia di far qualcosa per il suo “papà adottivo”! – Sveglia! Dindondolo, svegliati! – Eh? Cosa c’è! Ma che ci fai qui, Gellin… Oh, certo: adesso ricordo… È successo anche questa notte? Già, adesso sento anch’io: Doki ha ricominciato a piangere e a latrare… Gellindo Ghiandedoro spiegò al sacrestano la sua teoria: – Nel pieno della notte nella testolina di Doki scatta qualcosa, arriva un sogno, un incubo oppure un brutto pensiero al quale il piccolo si ribella abbaiando, uggiolando e piangendo! – Insomma: è tutta colpa di un sogno? – Forse la sera gli dai troppo da mangiare e il cucciolo ha difficoltà di digestione che gli provocano dei brutti sogni… – Insomma, lo devo mettere a dieta, è questo quel che vuoi dirmi? – La sera preparagli della pappa un po’ più leggera – propose allora lo scoiattolo, – e magari prima di andare a nanna fagli bere un po’ di camomilla… Tisana la Dolce ti saprà dare le erbe più adatte a un cucciolo di cane, e vedrai che tutto si sistemerà! Anche quella volta Gellindo ebbe ragione: tutto tornò quasi subito alla pace notturna di sempre. Dindondolo aumentò un poco la pappa della mattina e


alleggerì quella della sera e nella ciotola dell’acqua dopo una certa ora cominciò a versare della camomilla dolce e tiepida che piaceva tanto al piccoletto. Doki non pianse più, non uggiolò nella notte e soprattutto non latrò come un disperato, tenendo svegli tutti gli spaventapasseri del Villaggio… che una sera si presentarono in corteo a casa di Dindondolo. – O santo cielo: non ditemi che la notte scorsa Doki vi ha ancora disturbati? – esclamò il sacrestano quando vide i suoi amici mettersi in circolo davanti a casa Bellondina parlò a nome di tutti: – No no: tutto a posto, Din­dondolo, solo che… – Solo che cosa? – chiese il campanaro perplesso. – Forza, parla Bellondina: agli amici bisogna sempre dire tutto, anche le cose spiacevoli, sennò che amici siamo! – Ecco, probabilmente è successo

perché sei troppo indaffarato a star dietro al tuo cucciolo: lo lavi, lo pettini, gli dai da mangiare e da bere, ti preoccupi che dorma, che stia bene, che faccia la sua passeggiatina, che giochi, che abbia sempre amici intorno, e… e ti sei dimenticato… – Ho dimenticato che cosa? Bellondina prese il fiato, sorrise ed esclamò: – Ti sei scordato che oggi è giusto un mese che Doki è qui con noi! È quindi un mese esatto che tu sei il suo “papà adottivo”! A quel punto accaddero contemporaneamente due cose: da un lato Dindondolo arrossì per la sua imperdonabile dimenticanza e dall’altro tutti gli spaventapasseri si misero a cantare a squarciagola in coro: Tanti auguri a voooi, tanti auguri a voooi! Tanti auguri, piccolo Dokiii… E un gran regalo tutto per teee! – E infatti, sapendo che tu avevi altro da fare, abbiamo scelto noi un bel regalo per questo bellissimo e simpatico cucciolo – disse maestro Abbecedario, tirandosi indietro e facendo venire avanti quattro spaventapulcini che portavano in braccio una stupenda e nuovissima… cuccia per cani! Una casetta a forma di cesto di morbida stoffa imbottita, di color rosso, azzurro e verde, una meraviglia che Doki annusò a lungo, leccò qui e là per assaggiarla, la trovò senz’altro di suo gusto e vi si tuffò per un primo, piccolo e breve sonnellino. Dormì tranquillo e felice fino al giorno dopo! (segue - 9)



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