Le magiche zucchine di Halloween

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Le magiche zucchine di Halloween I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Pensate un po’: nella Valle di Risparmiolandia la famosa “FESTA DELLE ZUCCHE DI HALLOWEEN” dura ben sei mesi! Si comincia ai primi di maggio con la distribuzione dei semi di zucca: Tisana la Dolce, Casoletta e Chiomadoro girano allora di casa in casa a distribuire sacchetti minuscoli che contengono ciascuno “un” seme di zucca, che viene accompagnato con il consiglio giusto ad ogni spaventapassero per ottenere il massimo dei risultati... – Stai attento a piantare il seme nell’angolo più riparato del tuo orto – suggeriscono ad esempio ad Abbecedario. – Non dimenticarti di dargli acqua da bere due volte al giorno, all’alba e al tramonto – ricordano invece a Còntolo. – Mi raccomando, Gellondo: quando la piantina comincia a crescere, pàrlagli a tutte le ore, dalle il buongiorno al mattino e accarezzala per la buonanotte ogni sera! – dicono allo scoiattolo risparmioso. Ed è seguendo tutti questi consigli che, mese dopo mese, negli orti e nei vasi delle case degli Spaventapasseri crescono piano piano le zucche più straordinarie e più belle. Al caldo del sole estivo zucche rosse, gialle e verdi diventano via via sempre più grosse ed esplodono infine agli inizi di ottobre, quando i primi freschi dell’autunno ormai alle porte fanno capire che sta per arrivare la favolosa, la stupefacente, la indescrivibile e terrificante “FESTA DELLE ZUCCHE DI HALLOWEEN!”

Quest’anno, ahimè, non è successo nulla di tutto ciò. Ma se siete curiosi e se volete sapere quel che avvenne, fate silenzio e state a sentire: adesso ve lo racconto! – Ma si può sapere perché quest’anno le zucche di Tisana, Casoletta e di Chiomadoro sono rimaste piccole piccole? – piagnucolò Quantobasta, rimirando sconsolato lo zucchino verde scuro che cresceva a stento nell’angolo più riparato del suo orto. – Se penso che alla mia pianticina ho dato da bere acqua due volte al giorno, esattamente alle sei del mattino e alle


sei del pomeriggio… e guarda tu il risultato! Una zucchetta giallina che sembra malata! – aggiunse Còntolo, osservando il suo “capolavoro” con una lente da ingrandimento. – E cosa dovrei dire io, che mi sono sgolato per tutta l’estate a raccontar fiabe alla mia zucca arancione? – esclamò Gellindo con i lacrimoni sull’orlo degli occhi. – Le ho fatto compagnia di giorno e di notte, le ho cantato le canzoni più belle e dolci, le ho perfino fatto delle serenate e adesso eccola qui: una zucchettina piccola piccola che sembra un’arancia fuori stagione! Tisana la Dolce, Chiomadoro e Casoletta ebbero il loro gran bel d’affare a girare di casa in casa per controllare i risultati di quell’annata di zucche andata storta. – Ma sei sicuro di avergli dato acqua tutti i giorni? – chiesero a Pagliafresca. – Non è che quei pomodori laggiù hanno fatto ombra alla tua zucca? – s’in-

formarono da Fra’ Vesuvio. – Hai controllato che l’acqua non fosse troppo fredda? Oppure troppo calda? – domandarono ad un’infelice Bellondina, lei, che negli ultimi anni era riuscita a far crescere delle incredibili zucche a forma di… cuore e che contava di ripetere il miracolo anche quella volta! Arrivò il giorno della vigilia di Halloween e gli spaventapulcini cominciarono a correre nervosi e allegri per le strade del villaggio fin dal mattino presto urlando felici: – Sono pronte le zucche? – Dateci le vostre zucche! – Vogliamo le zucche più belle per farne facce da mostro! – Abbiamo bisogno delle zucche più grandi perché vogliamo farvi molta, moltissima paura! In realtà Quantobasta, Abbecedario, Còntolo, Gellindo e tutti gli altri spaventapasseri misero assieme un misero cestino di zucchette striminzite, magroline e scialbe. – TUTTO QUI?!? – urlarono gli spaventapulcini strabuzzando gli occhi. – Sono queste le zucche che siete riusciti a metter assieme quest’anno? Ma con queste zucchine riusciremo a far paura solo alle formiche! – E allora vorrà dire che questa sarà la Festa di Halloween delle formiche! – rispose sconsolata Casoletta tormentandosi le mani. Ma cos’era successo, ai loro semi? Perché le piante di zucca avevano “partorito” zuccotti così piccoli e magri?


Il mistero rimase tale fino alla mezzanotte della vigilia. DONNNN! DONNNN! DONNNN! …cominciò a suonare il campanone di Dindondolo. DONNNN! DONNNN! DONNNN! …e gli spaventapasseri, tristi, silenziosi e ognuno con la sua zucchetta in mano o in tasca o nel cestino, si ritrovarono in piazza per festeggiare la notte delle zucche. DONNNN! DONNNN! DONNNN! …Arrivarono anche gli spaventapulcini vestiti da vampiri e da diavoletti, ma senza zucca mascherata sul volto. DONNNN! DONNNN… DONNNN! Al dodicesimo rintocco e allo scadere esatto della mezzanotte, avvenne una cosa incredibile. Il buio del cielo del primo di novembre venne rotto da un

improvviso bagliore celeste e cento, mille, diecimila stelline argentate scesero a fontanella illuminando la piazzetta del Villaggio. Le stelline caddero sfrigolando a terra, ma alcune andarono a posarsi sugli zucchini asfittici e striminziti che… FLOPPPPP! FLOPPPPP!! FLOPPPPP!!! …esplosero nei cestini e tra le mani trasformandosi in zucche grosse, turgide e coloratissime! Fu così che Abbecedario si ritrovò proprietario di una zucca gialla, enorme, soda e tonda. Quantobasta dovette prendere al volo, prima che si spiaccicasse a terra, una zucca rossa a strisce verdi grande come un lampadario. Gellindo venne quasi tirato a terra quando la sua zucchetta arancione si gonfiò in tasca come per miracolo… e la stessa cosa avvenne per Còntolo, Pagliafresca, Fra’ Vesuvio e via via per tutti gli altri. Vi lascio immaginare i gridolini di gioia di Bellondina, quando la sua zucca verdolina si trasformò in un grosso cuore verde smeraldo, e i sorrisi di soddisfazione che si dipinsero sui volti di Casoletta, Chiomadoro e di Tisana la Dolce. Gli spaventapulcini, urlando disperati, si gettarono al volo sulle zucche apparse dal nulla e nel giro di pochi minuti le trasformarono in maschere orribili e paurose che s’infilarono sulla testa. Poi cominciarono a canterellare:


Noi siam le streghe che vengon da lontano, siamo stregoni che ridon nella notte: siamo terribili, siam incredibili, siamo il terrore dell’umanità! Se non avete per noi un buon dolcetto, allor non resta che farvi un bel scherzetto! Se non avete per noi un buon dolcetto, allor non resta che farvi un bel scherzetto! Per fortuna che il giorno dopo maestro Abbecedario aveva stabilito “vacanza per tutti”: gli spaventapulcini e gli spaventapasseri poterono così divertirsi per la notte intera a rincorrersi di casa in casa, scartando caramelle, facendo scherzetti e rimpinzandosi di biscotti e pasticcini fatti in casa. Si ballò e si cantò fin quasi all’alba, quando venne l’ora di andare a dormire. Allora ognuno si tolse la grossa zucca dalla testa e la lasciò chi sulla panchina, chi nell’orto più vicino, chi sull’orlo della fontana in piazza. Ci pensarono Casoletta e Chiomadoro a raccogliere le zucche e ad ammassarle in un angolo dell’orto di Tisana. Le controllarono una ad una, ma all’apparenza non trovarono nulla di strano. – C’è solo una cosa che mi lascia

perplessa – disse alla fine Chiomadoro. – Tutte queste zucche non hanno semi! – Sì, è vero – dissero le altre due amiche. – Guardate, sono zucche bellissime, grosse e rubiconde, ma non hanno semi! In quell’istante preciso da dietro il monte a oriente fece capolino il primo raggio di un sole bellissimo, un sole che avrebbe illuminato quella stupenda e tiepida giornata del primo di novembre. E… SFLOOOOP! SFLOOOOP!! SFLOOOOP!!! …proprio allora tutte quelle stranissime zucche senza semi si sgonfiarono una dopo l’altra e sparirono nell’aria fresca del primo mattino. Tisana si guardò le mani che fino a due secondi prima avevano retto il peso della stupenda zucca a forma di cuore di Bellondina. Casoletta sbatté gli occhi increduli e Chiomadoro se li stropicciò stupefatta. Poi si guardarono negli occhi e… – È meglio se non lo raccontiamo a nessuno! – sussurrò Casoletta. – Guai se qualcuna di noi si lascia sfuggire qualcosa – aggiunse Chiomadoro. – Dovrà essere il nostro segreto! – Già – concluse Tisana la Dolce, – però adesso vado a buttar via tutti i vecchi semi di zucca che ho ancora nel mio cassetto e corro in città a comprarne di nuovi!



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