Le avventure di Franco Bollo
7. Il misterioso uovo di Pasqua I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Era così grande, quell’ovone di Pasqua, che non ci passava nemmeno dalla porta dell’Ufficio postale del Villaggio degli Spaventapasseri! Eppure c’era un cartellino appiccicato in cima, sul quale c’era scritto: Destinato a chi ne sa una più di tutti gli altri. Da consegnarsi prima della Festa di Pasqua! Franco Bollo si grattò il mento con occhi perplessi. – Secondo te, fra tutti gli spaventapasseri del nostro Villaggio, chi è quello che ne sa una più degli altri? – domandò il giovane portalettere rivolto a Pagliafresca, che era passato dall’Ufficio per ritirare l’ultimo numero della sua rivista preferita Finte pipe di vero legno da tutto il mondo. – Mah, potrebbe essere... Abbecedario! – rispose quell’altro sovrappensiero e già immerso nella lettura. – Già, forse hai ragione – esclamò Franco Bollo correndo a prendere un carretto. – Adesso carico l’ovone di Pasqua e corro subito alla Scuola... L’accoglienza, però, non fu delle migliori. – No no no – strillò infatti Abbecedario, – io non ho ordinato nessun uovo di Pasqua, men che meno questa montagna di cioccolato che poi fa anche male ai denti e al fegato! – E allora mi sai dire chi può essere lo
spauracchio che ne sa una più di tutti gli altri? – Perché non provi con Quantobasta? Lui se ne intende di medicina, di meccanica, di idraulica... Sa un po’ di tutto e più di tutti, lui... – È vero, allora vado alla farmacia a consegnare questo paccone e non se ne parla più... Alla Farmacia, però... – Ma stai scherzando, Franco? – si offese Quantobasta. – E dove sta scritto che io sono il destinatario di questo uovo gigantesco, che non saprei nemmeno dove mettere? No no, hai sbagliato persona, credi a me! – E allora secondo te chi è lo spauracchio più intelligente di tutti? – domandò il povero postino. Quantobasta ci pensò a lungo strizzando gli occhi e spremendosi le meningi e alla fine... – Potrebbe essere Caso¬letta! – CASOLETTA?? – urlò Franco. – Ma certo: a lei poi la cioccolata piace di sicuro... Corro subito alla CIOCCOLATERIA a consegnare questo uovo immenso! Casoletta, però, non volle sentir ragione. – Stammi a sentire mio buon Franco Bollo – disse sospirando la spaventapasseri. – Le vedi tutte quelle uova di Pasqua di cioccolato al fondente e di cioccolato al latte che ho messo in vetrina e che devo cercare di vendere prima di domenica prossima? E tu pensi che io mi faccia arrivare un ovone grande come questo coso, che per portarmelo hai dovuto usare un carretto? – Be’, effettivamente... se la metti così,
devo dire che hai ragione – ammise Franco, che però non si diede per vinto. – E allora secondo te chi potrebbe essere questo spauracchio più bravo e più intraprendente di tutti? Casoletta strizzò il naso, strabuzzò gli occhi, pensò e ripensò a tutti i suoi amici, finché... – Io se fossi in te proverei con Tisana la Dolce: conosce tutte le erbe, le piante e i fiori, riesce a curare ogni tipo di malanno ed ha sempre una risposta pronta per tutti quelli che si rivolgono a lei per avere consigli... Sì sì: se cerchi qualcuno che ne sa più degli altri, io andrei da lei... Tisana la Dolce lasciò che Franco Bollo entrasse in casa tirandosi dietro il carretto con l’ovone di Pasqua, lo ascoltò paziente mentre le spiegava che l’uovo di cioccolato che lei stava aspettando era finalmente arrivato e poi... – Mi dispiace, Franco, ma io non aspetto nessun uovo e non conosco nemmeno qualcuno a cui potrebbe venire in mente di mandarmene uno in regalo. Così grande poi, che me ne faccio io? A quel punto il portalettere si arrabbiò. – Ma come! Io sto diventando matto per consegnare questo pacco al suo legittimo destinatario e qui tutti si tirano indietro! Dovrà pur esserci uno spaventapasseri che ne sa una più di tutti gli altri, no?! Tisana allungò una mano, prese il cartellino appiccicato in cima all’ovone, lo lesse e... – Ma qui non c’è scritto che il destinatario dev’essere uno spauracchio! Franco spalancò gli occhi e la bocca
per la meraviglia. Afferrò il biglietto e lo rilesse per l’ennesima volta... Destinato a chi ne sa una più di tutti gli altri. Da consegnarsi prima della Festa di Pasqua! – Effettivamente, qui non si parla di spaventapasseri – mormorò il giovane postino. – E secondo te chi potrebbe essere questa persona che... ne sa... una più di... Ma certo! Non può essere che... – GELLINDO! – urlò Tisana la Dolce con un sorriso. – Non può essere che GELLINDO GHIANDEDORO! E infatti di lì a poco... – Oh, finalmente l’uovo di pasqua che avevo ordinato per catalogo è arrivato! – esclamò lo scoiattolo risparmioso con un sorriso da orecchio a orecchio, facendo capolino dalla finestrella della tana su, al Bosco delle Venti Querce. – Ma allora è proprio tuo, quest’ovone che m’ha fatto disperare? – domandò Franco, che aveva ormai il fiatone per la fatica. – Certo che è mio! – E non potevi farci mettere l’indirizzo giusto, adesso che ce l’hai? Destinato a Gellindo Ghiandedoro Bosco delle Venti Querce Via Radio numero 10 Valle di Risparmiolandia Gellindo si avvicinò a Franco con fare furtivo e cominciò a parlare a voce bassa. Volevo fare una sorpresa a tutti quelli del Villaggio, ma nessuno doveva sapere
dell’arrivo di questo uovo. Corri a chiamare i nostri amici spaventapasseri, e capirai anche tu il perché... Quando tutti tutti tutti gli spauracchi furono radunati nel prato davanti alla tana di Gellindo, lo scoiattolo stracciò la carta del gigantesco uovo, lo aprì e... – TANTI AUGURI DI BUONA PASQUA, AMICI MIEI – strillò allegro Gellindo Ghiandedoro! Sapete che cosa venne fuori da quell’uovo immenso? Rotolarono nell’erba decine e decine di uova di cioccolato più piccole e su ognuna c’era un bigliettino con scritto: Uovo di Pasqua destinato a Bellondina Uovo di Pasqua destinato a Dindondolo Uovo di Pasqua destinato a Fra’ Vesuvio Uovo di Pasqua destinato a Pasticcia Uovo di Pasqua destinato a Chiomadoro ...e così via per tutti gli altri. E volete anche sapere quali sorprese trovò ogni spaventa¬pas¬sero nel proprio uovo?
Bellondina ci trovò uno specchietto per sistemarsi i boccoli neri... Fra’ Vesuvio una cartolina della sua bella Napoli... Pasticcia un mestolo di legno per mescolare il sugo di al pomodoro per la pastasciutta... Chiomadoro cinque grossi bigodini d’argento... Dindondolo il “Manuale del perfetto campanaro”... Alla fine rimase per terra un solo uovo, avvolto in una carta azzurra e legato con un fiocco rosso. – E quest’ultimo – esclamò Gellindo, – è per il nostro caro amico arrivato da poco... Franco Bollo, questo uovo di Pasqua è tutto per te! – SOR-PRE-SA! SOR-PRE-SA! SORPRE-SA! SOR-PRE-SA! – cominciarono ad urlare festanti tutti gli altri. Franco tossicchiò nervoso, sciolse il fiocco rosso e tolse la carta azzurra, aprì l’uovo e si trovò tra le mani... TIC TAC... TIC TAC... TIC TAC... uno stupendo orologio da tasca con tanto di catenella lucida e nuova! Si commosse, il giovane portalettere. Proprio così, gli venne un groppo in gola e quasi quasi si mise anche a piangere per la gioia: non aveva mai ricevuto un regalo così bello, ma soprattutto non aveva mai avuto così tanti amici che gli si strinsero attorno e gli fecero gran festa.
FINE