giornalino semestrale per scoiattoli - n° 15 - Ottobre 2019 Rivista semestrale edita dalla Federazione Trentina della Cooperazione - Direttore responsabile: Walter Liber; Art Director: Gabriele Dalla Costa; Grafica: Archimede; Testi: Mauro Neri, Silvia Vernaccini; Illustrazioni: Fulber; Stampa: Litografica Editrice Saturnia; Coordinamento editoriale: Silvia Vernaccini - Testata registrata presso il Roc - n. 17967
Mamma mia che paura! Immancabile come il raffreddore in inverno, l’autunno si apre con la “paurosa” festa di Halloween! Streghe e streghette, zucche intagliate con occhiacci malefici, scherzetti per far fare un salto all’amico o all’amica distratta… Ma anche dolcetti, sorrisi, canzoncine allegre… Insomma, tutto quel che serve per una serata divertente in maschera, che par quasi già Carnevale! Oggi vorrei parlarvi della… paura, piccoli amici miei! La paura è quel sobbalzo al cuore
quando un rumore improvviso, un urlo inaspettato, il colpo di qualcosa che cade per terra ci fanno fare un salto e mettere le mani al cuore. La paura fa parte della nostra vita, perché le cose che accadono istantanee sono molte. Tutto sta a dominare questa paura, a imprigionarla nella nostra testa cercando innanzitutto di dare un motivo a quel rumore, a quell’urlo, a quel colpo. C’è poi la paura di un compito in classe, di un’interrogazione, di una prova da superare, e questo è tutto un altro discorso. Parliamo infatti della paura di non essere all’altezza, di andare incontro a un piccolo fallimento, di non saper rispondere o scrivere le parole giuste: tutto dipende da quel che abbiamo fatto “prima” che nasca questa paura. Abbiamo studiato? Abbiamo capito bene? Siamo sicuri di quel che sappiamo? Bene, allora quel battito al cuore che sentiamo prima di alzarci dal
banco per andare alla lavagna è soltanto il nostro cuore che sta raccogliendo tutte le sue energie, che sta mettendo in ordine tutto quel che abbiamo imparato e che ci sta aiutando a dare il meglio di noi stessi, di noi stesse. Esistono anche altri tipi di paure: la paura di perdere l’amicizia di chi ci sta a cuore; la paura di rovinar tutto con una parola sbagliata; la paura nei confronti di qualcosa che non si conosce; la paura di dimenticarci qualcosa di importante… Sono tutte parti della nostra vita che dobbiamo imparare a governare facendo attenzione agli altri e a noi stessi. Ricordatevi allora una delle mie massime “gellindose” preferite: se volete che la vostra sia una vita felice, pensate prima agli altri e poi a voi! Un saluto a tutti dal vostro
Posta Caro Gellindo, Non mi piace l’aritmetica! A scuola non la capisco, i problemi mi spaventano, i numeri non so dove metterli… che cosa devo fare?
cedario, vero? E allora, Samuele, fatti coraggio e comincia a giocare anche tu… vedrai che in breve diventerai un grande matematico!
Samuele,
Riva del Garda Tanto per cominciare, caro Samuele, non mi hai detto quanti anni hai e che classe frequenti, ma pazienza: facciamo finta che tu abbia cominciato da poco la terza classe elementare, va bene? Allora, comincio col dirti che non sei l’unico a cui non piace far di conto: anch’io, quand’ero uno scoiattolino e frequentavo la scuola di Maestro Abbecedario, arrivato all’aritmetica mi sono perso tra le frazioni, le divisioni, le sottrazioni… Un giorno Abbecedario mi ha trovato in lacrime nascosto sotto il banco. “Ma cosa c’è da piangere, Gellindo?” mi ha chiesto il maestro. “Non sono capace di risolvere il problema di matematica!” gli ho detto tra i singhiozzi. Sai cosa mi ha risposto Abbecedario? Facciamo finta che eri tu in lacrime e sotto il banco, quella volta: “Innanzitutto, caro Samuele, cominciamo a chiamar le cose con il loro nome. Quello che hai davanti non è un problema di matematica, ma un quiz di matematica, un giochino – all’inizio semplice, poi un po’ alla volta sempre più complicato. E sai perché è importante risolvere quei giochi di aritmetica? Perché tutto quello che tocchi – la penna, il quaderno, il banco, un’automobile, una casa… – è frutto di calcoli di matematica! Alla base della nostra vita c’è sempre un conteggio di numeri, ecco perché è importante sapere le basi dell’aritmetica!” È stato chiaro, maestro Abbe-
Caro Gellindo, ma tu hai un gioco preferito? A i miei amici piace giocare coi giochini del cellulare o della televisione, mentre a me piacerebbe giocare sempre al calcio...
Davide, Ciao Gellindo, ho una curiosità: ma che cosa fai quando sei in letargo? Sai perché te lo chiedo? Perché mi sembra impossibile che tu continui a dormire senza mai svegliarti da ottobre fino a marzo…
Francesca, Trento
E hai ragione, cara Francesca, a essere meravigliata. Sbaglia infatti chi pensa che quando mi chiudo nella mia tana assieme a tanto buon cibo, io dorma di continuo giorno e notte senza mai svegliarmi fino all’inizio della primavera. Se così fosse, cosa me ne farei di tante noci, castagne e nocciole ammucchiate in dispensa? No no no: io mi preparo a puntino per andar a dormire, mi lavo i denti, mi pettino con cura la bella coda, infilo il pigiama che mi ha regalato Casoletta, corro sotto le coperte e… Ronnn ronnn ronnn…, buonanotte a tutti quanti! Poi, però, dopo qualche giorno passato in mezzo a molti bei sogni, lo stomaco comincia a brontolare e allora apro gli occhietti, salto fuori dal letto, corro in dispensa, faccio uno spuntino, bevo mezzo bicchier d’acqua e poi corro di nuovo a letto. E così per tutto l’inverno e anche un po’ dopo. Quando le riserve di pappa son quasi finite, allora vuol dire che è ora di uscir all’aperto per ricominciare a vivere alla luce del sole!
Civezzano
Caro Davide, speriamo un giorno di incontrarci da qualche parte per poter giocare assieme al pallone! Anche a me piace la palla, sai? Si corre e ci si tiene in forma, ci si diverte a segnare gol oppure a pararne, è un gioco di squadra che si fa all’aperto oppure in una palestra… Ma a me piace anche far volare gli aquiloni, oppure intagliare delle barchette con le vecchie cortecce cadute dai tronchi… e quando piove giocare a memory. Dai che un giorno ci diamo appuntamento in un prato: tu porti via dalla televisione o dal cellulare i tuoi amici e io porto con me i miei spaventapasseri. Sarà una partita di calcio memorabile, vedrai! Buone partite dal tuo Gellindo Ghiandedoro
Le magiche zucchine di Halloween Pensate un po’: nella Valle di Risparmiolandia la famosa “FESTA DELLE ZUCCHE DI HALLOWEEN” dura ben sei mesi! Si comincia ai primi di maggio con la distribuzione dei semi di zucca: Tisana la Dolce, Casoletta e Chiomadoro girano allora di casa in casa a distribuire sacchetti minuscoli che contengono ciascuno “un” seme di zucca, che viene accompagnato con il consiglio giusto ad ogni spaventapassero per ottenere il massimo dei risultati... – Stai attento a piantare il seme nell’angolo più riparato del tuo orto – raccomandano ad esempio ad Abbecedario. – Non dimenticarti di dargli acqua da bere due volte al giorno, all’alba e al tramonto – ricordano invece a Còntolo. – Mi raccomando, Gellindo: quando la piantina comincia a crescere, parlagli a tutte le ore, dalle il buongiorno al mattino e accarezzala per la buonanotte ogni sera! – raccomandano allo scoiattolo risparmioso. Ed è seguendo tutti questi consigli che, mese dopo mese, negli orti e nei vasi delle case degli Spaventapasseri crescono piano piano le zucche più straordinarie e più belle. Al caldo del sole estivo zucche rosse, gialle e verdi diventano via via sempre più grosse ed esplodono infine alla fine di ottobre, quando i primi freschi dell’autunno fanno capire che sta per arrivare la favolosa, la stupefacente, la indescrivibile e terrificante “FESTA DELLE ZUCCHE DI HALLOWEEN!” Quest’anno, ahimè, non è successo nulla di tutto ciò. Ma se siete curiosi e se volete sapere quel che avvenne, fate silenzio e state a sentire: adesso ve lo racconto! – Ma si può sapere perché quest’anno le zucche di Tisana, Casoletta e di Chiomadoro sono rimaste piccole piccole? – piagnucolò Quantobasta, rimirando sconsolato lo zucchino verde scuro che cresceva a stento nell’angolo più riparato del suo orto. – Se penso che alla mia pianticina ho dato da bere acqua due volte al giorno, esattamente alle sei del mattino e alle sei del pomeriggio… e guarda tu il risultato! Una zucchetta giallina che sembra malata! – aggiunse Còntolo, osservando il suo “capolavoro” con una lente da ingrandimento. – E cosa dovrei dire io, che mi sono sgolato per tutta l’estate a raccontar fiabe alla mia zucca
arancione? – esclamò Gellindo con i lacrimoni sull’orlo degli occhi. – Le ho fatto compagnia di giorno e di notte, le ho cantato le canzoni più belle e dolci, le ho perfino fatto delle serenate e adesso eccola qui: una zucchettina piccola piccola che sembra un’arancia fuori stagione! Tisana la Dolce, Chiomadoro e Casoletta ebbero il loro gran bel d’affare a girare di casa in casa per controllare i risultati di quell’annata di zucche andata storta. – Ma sei sicuro di avergli dato acqua tutti i giorni? – chiesero a Pagliafresca. – Non è che quei pomodori laggiù hanno fatto ombra alla tua zucca? – s’informarono da Fra’ Vesuvio. – Hai controllato che l’acqua non fosse troppo fredda? Oppure troppo calda? – domandarono ad un’infelice Bellondina, lei, che negli ultimi anni era riuscita a far crescere delle incredibili zucche a forma di… cuore e che contava di ripetere il miracolo anche quella volta! Arrivò il giorno della vigilia di Halloween e gli spaventapulcini cominciarono a correre nervosi e allegri per le strade del villaggio fin dal mattino presto urlando felici: – Sono pronte le zucche? – Dateci le vostre zucche!
– Vogliamo le zucche più belle per farne facce da mostro! – Abbiamo bisogno delle zucche più grandi perché vogliamo farvi molta, moltissima paura! In realtà Quantobasta, Abbecedario, Còntolo, Gellindo e tutti gli altri spaventapasseri misero assieme un piccolo cesto di zucchette striminzite, magroline e scialbe…
Sei curioso di sapere che fine hanno fatto le buone e grosse zucche della Valle di Risparmiolandia? Andate sul sito www.risparmiolandia.it e troverete fiaba “LE MAGICHE ZUCCHINE DI HALLOWEEN” fino alla fine, assieme a moltissime altre fiabe di Gellindo Ghiandedoro
7 Differenze
CONSIGLIO DI PASSERO PISTACCHIO
La “signora delle stelle alpine” Pare incredibile cari amici, ma sapete che c’è un posto dove potete provare l’emozione di camminare in mezzo a strisce di bianche stelle alpine: sì, proprio quei fiori rarissimi e soprattutto che è vietato raccogliere! Sapete qual è? Si trova a Pejo, in Val di Sole, nei contorni del Parco Nazionale dello Stelvio. È il Giardino Botanico Alpino creato da Olga Casanova, soprannominata la “signora delle stelle alpine”. Qui, ai piedi del Monte Vioz, circondati dal verde dei boschi e dallo scintillio delle rocce, Olga, insieme al marito Enrico, ha realizzato uno spazio verde dove potete fermarvi per ammirare la bellezza di questo fiore, conoscere le virtù delle tante piante medicinali qui coltivate e gustare una sana tisana prodotta proprio con queste piante. È sì perché, tra gli obiettivi della nostra Olga c’è la valorizzazione del territorio anche attraverso la coltivazione di piante di montagna in maniera rigorosamente biologica, quindi senza concimi e antiparassitari chimici.
Stelle alpine, arnica montana, melissa, fiordaliso, malva, menta, achillea, ribes, la cicerbita alpina (anche nota come radicchio dell’orso), l’asparago di monte vengono utilizzate per la preparazione di tisane multivitaminiche, biscotti ed anche creme, rispettando sempre l’ambiente. Ci potete andare anche con i vostri compagni di classe perché, sempre la nostra Olga, organizza visite guidate e attività didattica integrata per le scuole. Vi aspetta dunque! www.olgacasanova.it/it tel. 329 3771335
Musei insoliti Stampe in cammino: i venditori Tesini Sono immagini grandi o piccole, sono i cartoncini dei santini che forse avrete già visto in mano ai nonni o a scuola, ma sono anche calendari, vedute di città, di palazzi, raffigurazioni di animali, di mestieri… tutte immagini stampate ottenute tramite diverse tecniche di incisione. Sono le stampe che i venditori ambulanti dell’altopiano del Tesino smerciavano in tutto l’Impero austro-ungarico tra il XVII e il XIX secolo. Potevano venire colorate o restare in bianco nero, venir raccolte in piccoli libretti oppure lasciate singole. Rimane comunque un mistero come potessero fare tanti chilometri in giro per gli Stati a vendere di città in città, di casa in casa, di osteria in osteria queste immagini, spostandosi con il solo aiuto delle proprie gambe, di carrozze e cavalli, più tardi della bicicletta, del treno e delle navi per quelli che decidevano di partire per l’America. I cròmeri o perteganti, così si chiamavano i venditori tesini, facevano rifornimento di “merce” presso la stamperia Remondini di Bassano, quindi caricavano i pacchi di immagini
nella cassèla, una specie di zaino-cassetta con diversi scomparti che si mettevano in spalla e via. Inizialmente abbandonavano la propria terra per qualche mese, lasciando alle donne – mogli o sorelle – la cura dei figli, della casa dei campi; poi, per alcuni, le assenze si prolungavano fino a un anno o due, fino al definitivo trasferimento all’estero dove aprivano un negozio per vendere stampe e magari anche una propria stamperia. Grazie al grande coraggio e allo spirito imprenditoriale famiglie del Tesino come i Buffa, i Daziaro, i Fietta, i Tessaro e altre divennero famose in Europa e anche in Russia per i loro raffinati negozi di stampe. Poi, agli inizi del Novecento, con la modernizzazione della società i Tesini che non si erano (af)fermati all’estero rientrano in Trentino e dal Tesino non ne partirono più: si chiude così la gloriosa epopea dei venditori di stampe. Tutto questo ve lo racconta il Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato a Pieve Tesino, dove potrete divertirvi a cercare stampe di animali, esempi di carte da gioco e giochi, dove rimarrete affascinati dalla bellezza dei disegni di città europee, di paesaggi lontani oppure vi perderete con l’immaginazione nell’ascoltare da un registratore le avventure degli ultimi cròmeri. Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato: tel. 0461 594726 Fondazione Trentina Alcide De Gasperi: tel. 0461 314247 7 / 331 4745389 www.museopervia.it