Le fiabe del Bosco delle Venti Querce - Fra’ Vesuvio e la Pizza Pazza

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Le fiabe del Bosco delle Venti Querce

Fra’ Vesuvio e la Pizza Pazza I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


– Mamma Pasticcia, potresti sentire se Topo Brisé può aiutarmi in una cosa? Fra’ Vesuvio se ne stava in piedi sulla porta di casa, stropicciandosi nervoso le mani. – Perché scusa non glielo chiedi tu direttamente? – Perché mi vergogno! – E di che cosa, poi? Uno spauracchio grande e grosso come te di che cosa può aver paura? Vesuvio si guardò in giro come se qualcuno potesse sentirlo, e continuò a parlare abbassando la voce: – Ho paura che qui al Villaggio qualcuno possa prendermi in giro! – E perché mai qualcuno dovrebbe prendere in giro il nostro carissimo Fra’ Vesuvio, a cui tutti vogliono un bene dell’anima? – Perché è da tanto tempo che non faccio la pizza... – Ah, la pizza! Il tuo piatto preferito! Il piatto preferito di tutti i napoletani come te! E allora? Dove sta il problema? Vesuvio si guardò la punta del palo che lo teneva in piedi e scosse la testa: – Non mi ricordo più come si fa, questa benedetta pizza! Ho dimenticato gli ingredienti, le quantità, ho dimenticato come si fa a far lievitare la pasta... Ho scordato tutto, insomma! E ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a ricordare! Topo Brisé, che è arrivato da poco e ancora non

mi conosce bene, è l’ideale! Lui certo non riderà di me! Mamma Pasticcia si asciugò le mani con lo strofinaccio, che si buttò poi sulla spalla: – D’accordo, Fra’ Vesuvio, appena Brisé torna a casa gliene parlo e poi te lo mando! Il fatto è che quella domenica nella piazzetta del Villaggio degli Spaventapasseri si sarebbe tenuta l’annuale grande “Festa del Piatto Unico”, alla quale in molti avrebbero partecipato con la propria ricetta. E tutti, naturalmente, si attendevano che Fra’ Vesuvio vincesse come sempre con una sua nuova pizza! – È un punto d’onore, capisci? – stava spiegando lo spaventapasseri al simpatico Topo Brisé. – A dire il vero, a me non interessa proprio niente vincere: quel che mi preme, invece, è vedere i miei amici felici e contenti di assaggiare una pizza diversa, una pizza originale, una pizza fuori dal normale! – E invece tu nemmeno ti ricordi come si fa a far lievitare la pasta della pizza! – Sssshhh! Non urlare, Brisé, ti prego! Vuoi che tutto il Villaggio sappia che mi sono rivolto al nostro cuoco provetto perché mi insegni i basilari della pizza? – D’accordo, Vesuvio: ti aiuterò senza che nessuno lo sappia, ma mi devi promettere che se vincerai la


coppa del primo premio, la regalerai a qualcun altro, va bene? A te deve restare solo la soddisfazione di aver fatto contenti i tuoi amici spauracchi! Vesuvio non ebbe esitazioni di sorta: – Te l’ho detto, a me interessa sono solo che le mie pizze vadano a ruba, tutto il resto poco importa! – E allora mettiamoci al lavoro... Cos’è, quel quadernetto e quella penna? Lo spauracchio arrossì di vergogna: – Ecco, non vorrei mai che la memoria mi tradisse un’altra volta, e quindi scriverò parola per parola l’intera ricetta sul mio quadernetto! – D’accordo: mettiamoci al lavoro. Dobbiamo preparare sei pizze... Brisé infarinò il piano del tavolo, prese un bel pezzo di pasta pronta per pizza e cominciò a lavorarla, a manipolarla, a stenderla e a riavvolgerla per un bel po’. – Hai scritto? «Dopo esser andati alla Famiglia Cooperativa dello spauracchio Caramella a comprare un chilo e duecento grammi di pasta per pizza già pronta, lavorarla a lungo su un tavolo abbondantemente infarinato»... – Con quante “b” si scrive “ abbondantemente”? – Uh mamma mia – esclamò il topino, – proprio un pizzaiolo che non sa scrivere mi doveva capitare! Due, con due “b”!

– Ah, io avrei detto con tre... Abbbondantemente, senti come suona bene: abbbondantemente! Quando Brisé ritenne di aver lavorato a sufficienza la pasta, ne fece una palla, la coprì con uno straccio da cucina inumidito e la mise sul davanzale al sole. – E qui ce la lasciamo venti minuti a lievitare! – E che facciamo, nel frattempo? – chiese Vesuvio chiudendo il quaderno. – Tanto per cominciare laviamo ben bene sotto l’acqua questi sei pomodorini ciliegia... Poi apriamo un barattolo di ananas sciroppato, sgoccioliamo con cura tre fette e le mettiamo in un piatto... Qui c’è una confezione di funghi sott’olio: ne sgoccioliamo sei e li mettiamo in un piattino... Mi stai seguendo? Stai scrivendo tutto? – Come no: ecco qui: laviamo... apriamo... sgoccioliamo... mettiamo... – Bene: ora torniamo alla nostra pasta che, nel frattempo guarda un po’, è lievitata alla perfezione! A quel punto Brisé accese il forno a 220 gradi; prese poi tre teglie tonde e le unse con dell’olio. Divise quindi la pasta in sei palle più piccole; tre le mise da parte e le altre le stese con cura e in modo uniforme sulle teglie. – Hai visto bene quel che ho fatto? Stiamo preparando le prime tre piz-


ze, perché in forno non ce ne stanno di più; poi passeremo alle altre. – L’avevo capito e io sto scrivendo tutto, guarda! – Allora passiamo alla parte più divertente delle nostre “Pizze Pazze”! – Si chiama così, la pizza che preparerò domenica? Pizza Pazza? – Questa pizza ha diversi nomi, a dire il vero: Pizza Pazza, oppure Pizza Clown o, ancora, Pizza Pagliaccio, Pizza Circo, Pizzallegra, Pizza che ride... – Dai, fammi vedere come si va avanti! Brisé stese un cucchiaio di passato di pomodoro su ciascuna delle tre pizze, avendo cura di lasciar liberi gli orli. Prese poi alcuni pugni di mozzarella tagliata a dadini e li cosparse abbondanti sulla salsa di pomodoro. I tre pomodorini ciliegia vennero messi ognuno al centro di una pizza... ed ecco pronti i nasi da pagliaccio! Nella parte alta della pizza vennero disposte due fettine di salame e su ognuna di esse Brisé appoggiò al centro un funghetto sott’olio... ed ecco gli occhi con il cerone rosso tutt’attorno! E la bocca? Fu sufficiente prendere una metà di fetta d’ananas ed ecco pronta una grande bocca gialla e sorridente! A quel punto il topino spolverò le pizza allegre con un pizzico di origa-

no e... – Adesso le mettiamo nel forno caldissimo per venti minuti e le nostre Pizze Pazze sono pronte per essere portata in tavola! Apparecchi tu, Fra’ Vesuvio? Siete curiosi? Volete proprio saperlo? Domenica, alla “Festa del Piatto Unico”, Fra’ Vesuvio fece il suo bel figurone! Preparò una ventina di Pizze Pagliaccio perché tutti ne avessero almeno una fetta e fu un successone! Gli spauracchi si accalcarono ai banchi per poter assaggiare quella pizza strana, che era gustosa, salata e dolce al tempo stesso, ma soprattutto così allegra che faceva ridere al solo guardarla! Quando, però, la giuria decretò il vincitore... «La Coppa del Vincitore va anche quest’anno al nostro Fra’ Vesuvio”, lo spauracchio si fece avanti, chiese il microfono e prese la parola. – Devo dirvi alcune cose, amici! Innanzitutto, tra il far da mangiare per vincere una gara e il far da mangiare per vedere gli amici sazi e contenti, io preferisco di sicuro la seconda! E un applauso si alzò dalla piazza del Villaggio. – Però vincere una coppa fa sempre piacere, vero? È la dimostrazione che voi avete gradito la mia pizza e che la mia fatica non è stata inuti-


le... Doveva restare un segreto, non doveva saperlo nessuno, ma è giusto che io ora dica la verità. E la verità è che questa Coppa deve andare al vero vincitore della gara, a chi ha inventato la Pizza Pazza e mi ha regalato la ricetta! – Ma non sei stato tu, Fra’ Vesuvio, a preparare questa pizza? – chiese la Giuria. – Certo, a prepararla ci ho pensato

io, ma su indicazione e su ricetta del nostro Topo Brisé, per il quale chiedo un altro nuovo applauso! Tutto è bene quel che finisce bene. A Topo Brisé andò la Coppa del vincitore; a Fra’ Vesuvio andarono i complimenti dell’intero Villaggio e tutti si diedero appuntamento all’anno dopo, per una nuova “Festa del Piatto Unico”.

La ricetta della “Pizza Pazza” Ingredienti per 6 pizzette: 1,2 chili di pasta per pizza pronta 300 gr di passato di pomodoro 3 fette di ananas sciroppato 6 pomodorini ciliegia 300 gr di mozzarella fresca 6 fettine di salame 6 funghetti champignon sott’olio origano quanto basta farina bianca quanto basta per infarinare il tavolo olio di oliva quanto basta Per la preparazione, leggete la fiaba e seguite accuratamente le indicazioni di Topo Brisé. E attenti a non ridere troppo, quando mangerete la Pizza



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