La Valle delle Mille Mele
10 - Cioppo e l ’incendio I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Gli spaventapulcini erano tutti seduti ai piedi di Mamma Pasticcia ognuno con il loro piattino di biscotti in grembo, pronti a gustarsi anche quel giorno una nuova fiaba, quando il piccolo Liquirizio, il topolino figlio di Ratto Robaccio e Lilli Spatoccia... E... Eee... Eeeeee... tciummmmmm! ...lasciò partire un violento starnuto che fece volare piatto e biscotti dall’altra parte della cucina. – Salute, Liquirizio! – esclamò Pasticcia portandosi le mani sulle guance. – Hai preso freddo? – È da questa mattina che ho il naso otturato e gocciolante– rispose il piccoletto, scambiando le “emme” con le “bi” e le “enne” con le “di”, come fanno tutti i raffreddati di questo mondo. – Stanotte ho dormito con la finestra aperta ed eccomi qui un bel raffreddore! – Be’, – disse Pasticcia guardando Liquirizio con un sorriso, – meno male che
non sei un drago... E...Eee...Eeeeee... tciummmmmm!! – starnuti la piccola pantegana. – Drago in che senso? – mormorò tirando su col naso. – Ecco qua, prendi un fazzoletto di carta – esclamò Pasticcia, – e state a sentire tutti quanti quel che accade quando un drago si piglia il raffreddore! Accadde tutto così all’improvviso, che nessuno poté intervenire. Drag, il draghetto della Valle delle Mille Mele, se ne stava a poltrire addormentato sull’erba ai piedi di un pino. Ora, sarà stato per il filo d’erba che si mise a solleticargli la punta del naso, sarà stato per la farfallina stanca che si appoggiò sulla sua fronte, fatto sta che Drag si svegliò d’un balzo e starnutì così forte, ma così forte, che la vampata
di fuoco uscita dalle sue fauci mandò in fiamme gli alberi dall’altra parte del prato! E l’incendio scoppiò furioso! Lingue di fuoco alte più degli alberi più alti divorarono in un baleno boschi e radure, minacciando ben presto anche il campo di mele, tanto che il povero Cioppo… Il passero Cioppo era impazzito di paura: aveva sentito subito, lui, l’odore acre e intenso del fumo e ben presto aveva scorto anche il rosso-giallo del fuoco laggiù, all’orizzonte. Ma che poteva fare, per mettere in salvo il suo albero e tutte le sue amiche mele? Fu allora che gli venne un’idea, che mise subito in atto. Angosciato per la paura di non fare in tempo, volò di qua e di là raggruppando in uno stormo i passerotti che conosceva. Poi, tutti assieme, si misero a fare la spola tra il campo di mele e il vicino laghetto, rovesciando sulle fiamme infernali l’acqua che ogni passero riusciva a portare col becco... Non metterti a ridere! D’accordo, tutto quel lavoro non servì a nulla, ma d’altronde che potevano fare quei poveri uccellini? – Brigida! Brigida! – urlò allora Ciop-
po, cercando di farsi sentire dalla saggia civetta, che stava svolazzando proprio dalle sue parti. – Ma Cioppo, che ci fai, ancora qui nel campo? – esclamò la civetta, andando ad appollaiarsi sul ramo dell’albero di mele più vicino. – Io non me ne vado… io rimango con le mie amiche mele e non le abbandono neanche per tutto il fuoco di questo mondo… Ma possibile che nessuno riesca a spegnere quelle fiamme? – Ci hanno provato tutti, ma senza risultato. Perfino quell’insensato di Drag, che è la causa di tutto questo disastro,
ha tentato di usare le sue fauci come un estintore da pompiere, ma dopo aver bevuto l’acqua di mezzo laghetto, gli è preso un gran mal di pancia ed è dovuto fuggir via lontano… Le genzia ne, le campanelle e i “non-ti-scordardi-me” hanno raccolto tutta la rugiada della notte scorsa, ma sono riuscite a spegnere solo una piccola fiammella e nulla più… Io mi sono messa in cerca di Asty, la volpe astuta, perché forse con lei riusciamo a escogitare un modo per mettere in salvo ciò che resta della Valle delle Mille Mele… ma adesso scappa anche tu, Cioppo, ti prego: non puoi far
niente per le tue amiche mele… Era un passerotto veramente testardo, il nostro Cioppo. Fece spallucce, infatti, all’invito di Brigida la civetta e… Gli pareva di avere un’altra idea! Gli sembrava che nella sua testolina si stesse accendendo una lampadina
portentosa! Non osava ancora crederci, ma forse... – Ho trovato! – urlò all’improvviso, abbracciando la mela più vicina. – State tranquille, amiche mie: il vostro Cioppo ha trovato il rimedio… Aspettatemi qua! – ordinò alla fine, come se gli alberi di
mele potessero andarsene in giro a loro piacimento. Fu così che Cioppo respirò a fondo, trattenne il fiato e spiccò il volo verso l’alto del cielo. Volò su su, là dove l’aria era così fina e il freddo così intenso, che le povere piume del passero si appesantirono di minuscoli ghiaccioli. Ma si fece forza, l’uccellino, e proseguì il volo, finché non atterrò su una grande nuvola. – Tu sei Nonno Nuvolone, vero? – chiese Cioppo, dopo aver ripreso fiato. – Nonno Nuvolone? Certo, mi chiamano anche così – rispose quell’altro, con un brontolìo cupo e profondo. – Allora senti, Nonno: solo tu puoi aiutarmi! Lo vedi quell’incendio laggiù, nella Valle delle Mille Mele? Sta rapidamente distruggendo ogni cosa e tra un po’ anche le mie povere amiche mele faranno una gran brutta fine. Non è che tu potresti… Ma certo che Nonno Nuvolone poteva! Chiamò a raccolta tutti i Nuvoloni del cielo, fino a formare un’unica grande
cappa color grigio scuro. Poi venne dato il via a un giro vorticoso di danze, finché… Brooommmm… Brooommmm… il cielo si aprì e un’autentica cascata d’acqua precipitò sulla Valle delle Mille Mele. L’incendio si spense all’istante, proprio quando le prime foglie degli alberi di mele stavano per essere divorate dalle fiamme. Tutti tirarono un sospiro di sollievo e il nostro povero Cioppo corse ad abbracciare tutte le mele di tutti gli alberi della sua Valle. Venne organizzata una gran festa, alla quale furono invitati Nonno Nuvolone e Cioppo in qualità di ospiti d’onore. Cercarono a lungo anche quel pasticcione di Drag, per chiedergli se voleva ballare anche lui con le Nuvole del cielo, ma alla fine lo trovarono stravolto e addormentato proprio ai bordi del campo di mele. A scanso di altre sorprese, piano piano lo trasportarono sulle rive del laghetto e lo lasciarono a riposare lì dove non avrebbe potuto provocare altri guai!