La Valle delle Mille Mele
5 - Il passero Cioppo e la mela I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
– Miei piccoli amici – disse quel giorno Mamma Pasticcia seria in volto, osservando uno a uno gli spaventapulcini Lampurio, Occhialetta e Frigerio, – miei piccoli amici, devo farvi una confessione! Gli spauracchietti si guardarono smarriti. Cosa mai poteva avere, da confessare, la buona Pasticcia? – Hai mangiato di nascosto un vaso intero di marmellata? – disse Lampurio... – Ha forse rotto il servizio da tè di Casoletta? – disse Occhialetta... – Vuoi vedere che hai bruciato i biscotti della merenda di oggi?” disse Frigerio... – No, no e no! – rispose la spauracchia con un sorriso. – Adesso vi spiego. utti ci chiamano “spaventapasseri”, perché noi di lavoro cosa facciamo? – Spaventiamo i passeri tenendoli lontani dai campi e dagli orti! – Hai ragione, Lampurio... e io oggi devo confessarvi che un mio grande amico è proprio un... passero! Si chiama Cioppo ed è un passerotto simpatico, sempre allegro e sorridente... – Ma è pur sempre un passero! – esclamò inorridito Frigerio. – Certo, e questa è la sua bella storia!
Cioppo era un passerotto che, un tempo, era stato allegro e vivace come tutti gli altri uccellini, ma anche arruffone e canterino come solo lui sapeva esserlo. Il fatto è che Cioppo viveva da solo, in un grande nido che suo padre passero e sua madre passerotta avevano costruito, alcune primavere orsono, nel cuore della chioma di un grande albero di mele. Ecco: era proprio la solitudine che pesava più di ogni altra cosa, nel cuoricino di Cioppo. Svolazzare di qua e di là, dall’alba al tramonto, senza un amico
con cui giocare, con cui andare a caccia degli insetti più appetitosi e grassi, con il quale magari architettare qualche scherzo alla seriosa civetta Brigida… no no, non era proprio vita, quella! Un giorno, si era agli inizi della primavera, Cioppo finalmente trovò un amico. Adesso vi racconto come andarono le cose. Accadde tutto in un pomeriggio: Cioppo se ne stava a poltrire nel suo nido, senza alcuna voglia di volare, di ridere, di scherzare e di cinguettare, quando… CRIIICK... CRIIICK… CRAAAACK… POFFF! Il passerotto balzò in
piedi, sbirciò timoroso al di là dell’orlo del nido e lì, proprio davanti ai suoi occhi, su un piccolo ramo, vide un fiorellino bianco. E Cioppo, senza pensarci sopra nemmeno un attimo, regalò il suo cuore al piccolo fiore di melo. Gli parlava a ogni istante… “Ma lo sai che sei proprio bello, un fiore stupendo… e io ti voglio tanto bene, sai? Noi due non ci lasceremo mai, staremo sempre vicini!”. Cioppo sapeva che, per il bene del suo grande amico fiore, prima o poi un’ape avrebbe dovuto fargli visita. E tanto fece, tanto girò e volò, che alla fine convinse una gran bella ape a dedicarsi tutta al fiorellino di melo. Purtroppo una mattina (ormai la primavera era ormai un ricordo) Cioppo ebbe una brutta sorpresa: il suo fiore non c’era più! I petali, durante la notte, erano caduti e al suo posto vide solo una minuscola e insulsa pallina verde. “Ma dove se n’è andato? – si disperò il nostro povero amico. – Forse non gli ho voluto bene abbastanza e ha preferito andarsene altrove… proprio adesso
che avevo trovato un vero amico!”. E pianse, Cioppo, pianse e si rinchiuse nel fondo del suo nido, dove rimase per settimane e settimane… finché un tiepido pomeriggio… CRIIIIICK... CRIIIIICK… CRAAAACK… POFFF! “È tornato! – gridò dentro di sé Cioppo. – Il mio amico fiore è tornato da me!”. Saltò fuori dal nido, volò sul piccolo ramo e… si trovò davanti una pallina verde abbastanza grossa, lucida e brillante. Era una piccola mela che ce la stava mettendo tutta per diventare grande: e Cioppo ebbe una nuova amica! Tanto fece, tanto volò e lavorò, spostando le foglie perché il sole arrivasse bello caldo sulla sua mela, che in poco tempo la pallina divenne verde chiaro… poi giallino smorto… s’ingrossò ancor di più e nel giro di qualche settimana Cioppo si ritrovò, accanto al nido, una mela gialla grossa così! Il passero era felice come mai nessun passero lo era stato sulla faccia della terra. Quando pioveva a dirotto, correva subito sopra la mela e scostava i rami più sottili perché la sua amica potesse farsi una bella doccia. Una sera grandinò, anche, e allora Cioppo si precipitò sul rametto della mela, riunì le fronde più vicine a mo’ d’ombrello e la protesse dai grossi chicchi di ghiaccio. Ma la vita era proprio dura, con il povero passerotto. Quando terminò l’estate e la mela divenne ancor più grossa e lucida, profumata e dolce, una pesante scala di legno, che urtò appena il nido del nostro amico, lo fece fuggire
via lontano e spaventato. Quando, dopo un po’, tornò all’albero, la sua mela gialla non c’era più! Il passero si disperò e pianse per settimane intere. Quando giunsero i primi freddi e la neve ricoprì la campagna, Cioppo, triste in cuore, si raggomitolò nel punto più tiepido del nido e si addormentò. E passò anche l’inverno; un po’ alla volta la neve si sciolse e il sole tornò a riscaldare più forte. Ma Cioppo era
sempre triste e solo. Un pomeriggio se ne stava a poltrire nel suo nido, senza alcuna voglia di volare, di ridere, di scherzare e di cinguettare, quando… CRIIICK... CRIIICK… CRAAAACK… POFFF! Un altro amico, un piccolo fiorellino bianco in tutto eguale a quello dell’anno prima, era in arrivo. E Cioppo si sentì un passero profondamente felice: aveva capito che, su quell’albero di mele, non sarebbe stato mai più solo!