La Valle delle Mille Mele
6 - Il favoloso tesoro di Maghina I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
– Mamma Pasticcia, – chiese quel giorno la topolina Rattina Glassé, saresti capace di preparare una torta così buona, così dolce, così prelibata... che non finisce mai? – In che senso, scusa... una torta che non finisce mai? – domandò stupita la spaventapasseri. – Nel senso che ne mangi una... due... tre fette e quando fai per prendere la quarta fetta... Abratìm... Abratòm!!... la torta è tornata come nuova, appena tolta dal forno e pronta per essere mangiata! – Ma allora ci vorrebbe una bacchetta magica! – esclamò la spauracchia scoppiando a ridere. – Una bacchetta magica come quella che usa Fata Maghina! – E chi è questa Maghina? – la interruppe Lampurio, con la bocca piena di biscotti. – Maghina, lo dice il nome stesso, è una fata con tanto di bacchetta magica, una bella fata che però ha un gran brutto difetto! – E quale? – fecero in coro i piccoli seduti attorno a lei. – Ha il difetto di non essere mai contenta di quel che ha! Volete sapere quel che le accadde un giorno? – Sì daiii!
Maghina era proprio una fata… incontentabile! Con la minuscola bacchetta magica aveva trasformato la sua casupola in una magnifica reggia. Ma non le bastava. S’era circondata di pareti dorate, di colonne di cristallo, di lampadari d’argento sbalzato, di tappeti preziosi. Ma non le bastava. Aveva trasformato, con un semplice tocco di bacchetta, gli specchi di casa in magiche finestre da cui si potevano ammirare ora il mare, ora le montagne, ora foreste o pianeti lontani e misterio-
si. Ma non le bastava. Il materasso del suo letto era fatto con piume d’oca reale, i suoi asciugamani erano filati con cotone rarissimo e profumato. Ma tutto questo non le bastava. Maghina aveva anche un grande giardino. Fino a poco tempo prima era stato solo un orticello con un po’ d’insalata e di rape, ma la bacchetta magica di fata Maghina aveva fatto il sortilegio e… PAFFFFF!… ora la meravigliosa reggia della nostra maga era circondata da un parco stupendo: alberi rari, piante esotiche, fiori dai mille e mille colori
e profumi… eppure Maghina non era contenta. Certo, poteva cogliere i frutti più saporiti e strani, ma qualcosa le diceva che poteva avere ancora di più. Fu così che la nostra incontentabile amica prese a girare il mondo alla ricerca della meraviglia che finalmente l’avrebbe fatta felice. Trovò le stelle alpine abbarbicate sui picchi più alti delle montagne… andò a caccia delle farfalle più belle che danzavano nell’aria di foreste impenetrabili… raccolse muschi e licheni preziosissimi, che vivevano sotto il manto nevoso del Polo Sud… fece scorta di piante grasse e spinose del deserto… si riempì le tasche con le pietre dure e i diamanti più grossi che esistevano al mondo… provò a tenere tra le mani un piccolo, lucente cristallo di neve, che però si sciolse ben presto, tramutandosi in una goccia d’acqua fresca… pescò nei Mari del Sud le ostriche più grosse e collezionò le perle più tonde e pesanti… ma tutto questo non era ciò che Maghina voleva. – È mai possibile che su tutta la terra non esista qualcosa che, nel prenderla in mano, ti faccia sentire veramente felice? – si disse un giorno Maghina, seduta tutta triste all’ombra di un albero. – Io sono stanca di girare per il mondo alla ricerca della “mia” meraviglia e… Proprio in quel momento gli occhi di Maghina si alzarono e videro, in mezzo alle foglie dell’albero, una boccia d’oro! Due bocce… tre… dieci… cinquanta grosse bocce tutte dorate! La fata balzò in piedi e, con il cuore che le tremava per l’emozione, allungò
una mano per cogliere uno di quei bellissimi gioielli preziosi. Era bello pesante e anche profumato: un profumo intenso e dolce, che invitava a banchettare. Maghina ripose con cura nella saccoccia il suo tesoro… che, ormai l’avrete capito anche voi, era una bella mela gialla… e fece ritorno alla sua reggia. Piantò subito i semi del frutto e di lì a qualche tempo, grazie anche alla sua minuscola bacchetta ma¬gica, ebbe a disposizione tanti e tanti alberi che, ogni fine estate, le regalavano una piccola montagna di bocce dorate. Finalmente la nostra amica era contenta, la maga più felice del mondo intero: aveva trovato il meraviglioso tesoro delle mele!