La Valle delle Mille Mele
4 - TÃ smin, Il fantasma goloso I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
– Lo sai che questa notte ho fatto un brutto sogno? – disse quel giorno Liquirizio guardando Mamma Pasticcia da sotto in su, con due occhioni buoni e stanchi. – Hai fatto un brutto sogno e non hai chiuso occhio, vero? – Sì, proprio cosi! Ho sognato che un fantasma è entrato in casa mia di notte, è venuto diritto diritto nella cameretta in cui dormiamo Rattina Glassé, Pancrazio e si è seduto sul mio letto mormorando parole misteriose, come se stesse raccontandosi qualche storia. Poi ha cominciato a ridere e ridere e ridere, sempre più forte, sempre più allegro, tanto che io mi sono svegliato, ho acceso la luce sul comodino e... Pufff!... il fantasma è sparito nell’aria portandosi dietro l’ultima risatina! – Che strano – mormorò Pasticcia grattandosi il mento, – io ho sempre sentito parlare di fantasmi che ululano di notte, che trascinano catene di ferro per impaurire tutti noi poveretti, ma non ho mai sentito parlare di fantasmi che si raccontano storielle allegre e poi scoppiano a ridere come dei matti! Lo sapete invece, miei piccoli amici – continuò la spaventapasseri, – che io un giorno ho conosciuto un fantasmino un po’ particolare? Un fantasma “goloso” in piena regola. Vuoi che ti racconti la sua storia? Allora apri bene le orecchie!
Tàsmin era un simpatico fantasmino, tutto giallo con tanti bolli rossi. Ogni notte, come tutti i fantasmi che si rispettano, il nostro lenzuoletto colorato usciva dal suo nascondiglio – un antico macina-caffè appoggiato su un altrettanto antico caminetto di una casa ancor più antica – e girellava di qua e di là per la città in cerca di qualcosa da mangiare. Già, perché dovete sapere che Tàsmin non aveva in mente altro che di riempirsi la pancia, anzi, il lenzuoletto a bolli rossi! Ma non era un tipo da mangiare qualsiasi cosa trovasse nelle credenze o nei frigoriferi delle case in cui, di notte, entrava di soppiatto. Insomma, aveva gusti veramente difficili. State a sentire che cosa è successo la notte scorsa… Non appena la campana grande della cattedrale… DOONNN… DOONNN… DOONNN… suonò i dodici rintocchi della mezzanotte, Tàsmin uscì dal suo macina-caffè, saltò giù dal caminetto e uscì di casa. Un profondo silenzio lo accolse come una tiepida coperta: tutti
dormivano e sognavano chissà quali avventure. – Mamma fantasma mia! – esclamò Tàsmin stiracchiandosi per bene. – Ho una fame che mangerei… mangerei… – e si guardò attorno con l’acquolina in
bocca… – Però le cose che mi piacciono sono poche... anzi, c’è una sola cosa che mi fa veramente gola. Adesso vado a cercarla! E, come ogni notte, uscì di casa e cominciò la caccia… Tàsmin entrò, innanzitutto, nel negozio di un pasticcere e… caramelle, torte, cioccolatini, canditi, biscotti, spumiglie, ciambelle, brioches, frutta candita, panna montata… niente da fare: quello che il nostro amico cercava, lì non c’era. Uscì e s’intrufolò in una bella e grande casa tutta di pietra rossa. Si diresse subito all’enorme cucina, aprì il frigorifero e… prosciutto, latte, formaggi, salame, bistecche, un bel budino alla cioccolata, uova fresche, carote, insalata… c’era proprio di tutto, in quel frigorifero, ma non quello che Tàsmin voleva! Lasciò la casa di pietra rossa e fece una capatina in rosticceria… polli allo spiedo, patatine fritte, cipolle rosolate, pasticcio gratinato, pizze al taglio, pesce alla griglia, cotolette alla milanese… no no no: Tàsmin cercava ben altro! Abbandonò la rosticceria e si rifugiò in una gelateria… gli vennero incontro coppe di gelato alla vaniglia, al pistacchio, alla ciliegia, alla menta e al cioccolato, alla banana e all’albicocca, stracciatelle e semifreddi, zuccotti e zuppe inglesi… Tàsmin leccò un po’ qui e un po’ lì… “Non capisco proprio perché quello che piace a me è così difficile da trovare!”. Tentò in un bar, ma vi trovò solo olivette e patatine salate, noccioline secche e salatini, nulla insomma che facesse per lui.
Ormai era quasi l’alba e il pancino del nostro povero Tàsmin brontolava come una pentola piena d’acqua in bollitura. Stava quasi per abbandonare la partita, per saltare sull’antico caminetto e rientrare, stanco e affamato, nell’altrettanto antico macina-caffè, quando un dolce profumo, quello che a lui piaceva tan¬to, gli stuzzicò il nasino. Seguì la traccia a mezz’aria e giunse in una piccola casa. Entrò, aprì senza rumore la porta di una stanza e lì, tutto rannicchiato sotto le coperte, scorse un bel bambino dai capelli scuri che stava dormendo tranquillo, stringendo tra le mani una bella e grossa… MELA GIALLA! Ecco che cosa piaceva, al nostro Tàsmin: le mele! E finalmente ne aveva trovata una! Si avvicinò piano piano al letto, liberò con delicatezza la mela dalle mani del bimbo, prima se la portò al naso per sentirne il buon profumo e poi… GNAMMMM… GNAMMMM… GNAMMMM… in tre bocconi se la divorò, tòrsolo e picciolo compresi. Voi direte: e il bambino? Chissà che pianti, quando al mattino si risveglierà e non troverà più la sua mela. Anche a Tàsmin venne lo stesso pensiero. E adesso? Come poteva riparare al piccolo furto? Ah, ecco! Il nostro amico infilò la mano in una fessura del suo lenzuoletto giallo a bolli rossi e tirò fuori una bella e grossa moneta d’oro, che mise sul cuscino. Poi si chinò, baciò i capelli del bimbo addormentato e se ne andò a casa felice e, soprattutto, col pancino, anzi, con il lenzuo¬let¬to bello pieno e sazio.