La macchina odora-funghi

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Quantobasta inventore... matto!

2. La macchina... odora-funghi! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Franco Bollo si vide costretto a chiedere aiuto all’amico Lingualunga e, in due, riuscirono a fatica a portare fino a casa del farmacista Quantobasta un pacco stretto e lungo, avvolto in carta marroncina e che pesava come il tronco di un albero. – Ecco qui la seconda invenzione – ansimò il povero portalettere asciugandosi il sudore dalla fronte e facendo firmare la ricevuta a Quantobasta. – E speriamo che ti vada meglio dell’altra volta! – Perché, cos’è successo con la macchina acchiappa-fulmini? – ribatté il farmacista che stava studiando per diventare inventore. – Oh niente di particolare: hai solo distrutto casa tua e la FARMACIA, rischiando di mandare a fuoco l’intero Villaggio degli Spaventapasseri! Quantobasta mugugnò sottovoce, poi fece spallucce, firmò la ricevuta e pagò in silenzio mille euro per poter ritirare il pacco. Fu con un certo batticuore che lo spauracchio trascinò all’interno della FARMACIA il lungo pacco, lo sistemò nel retrobottega, taglio le corde che lo legavano, lo scartò e.... si trovò davanti un macchinario stranissimo che pareva un gigantesco... aspirapolvere. UN ASPIRAPOLVERE? All’estremità inferiore del lungo manico era attaccata una campana tonda di acciaio pesante, mentre sul dietro del manico un sacco di plastica era pronto a raccogliere gli oggetti aspirati. – E cosa me ne faccio, di un aspirapolvere? – borbottò arrabbiato Quantobasta. –

Ma quelli della Società Mondiale degli Inventori pensano che siamo tutti degli ingenui? Non sarà mica un’invenzione, questa! Quando però Quantobasta ebbe tra le mani le istruzioni per l’uso, capì ogni cosa leggendo solo il titolo: La macchina “odora-funghi” “Quel che avete tra le mani e che avete pagato la modica cifra di mille euro non è un aspirapolvere, come tutti voi avrete senz’altro pensato. In realtà vi abbiamo consegnato per posta una macchina odora-funghi, una stupenda invenzione per l’individuazione e la raccolta dei funghi nel bosco!” – GENIALE!!! – esclamò Quantobasta, che andava matto per i funghi trifolati, per la polenta coi funghi e per il risotto al funghi. – Una macchina per cercar funghi... Proprio quel che ci voleva per farsi amici tutti gli spauracchi qui attorno, golosi come sono di funghi buoni! Voglio provarla immediatamente! Per fortuna la macchina “odora-funghi” era dotata di due ruote davanti. – Ehi, dove stai andando? – esclamò il vigile urbano RossoVerdeGiallo, vedendo passare per la piazza Quantobasta al seguito di quello strano attrezzo che assomigliava tanto a un grosso aspirapolvere. – Nel bosco! – rispose Quantobasta fermandosi un attimo a tirare il fiato.


– A far che cosa? Vuoi ripulire il sottobosco da tutti gli aghi di pino e dalle foglie marce? – NON È UN ASPIRAPOLVERE, QUESTO! – ribatté il farmacista un po’ scocciato. – Be’, se non è un aspirapolvere, gli assomiglia molto... – No, questa è una macchina... – Quantobasta per fortuna si bloccò appena in tempo. “Ma mi conviene spifferare a tutti che è proprio per merito di questa macchina che riesco a trovare i funghi più buoni? No no: meglio starsene zitti...” – Niente, questa è una macchina... e stop! – Ciao, Quantobasta... Vedo che stai facendo le pulizie di primavera anche in pieno autunno! – strillò lo scoiattolo Gellindo Ghiandedoro che era diretto alla CIOCCOLATERIA di Casoletta. – Se vuoi dire che questo è un aspirapolvere, stai sbagliando di grosso! – rispose quell’altro riprendendo a spingere l’attrezzo con le ruote su per il viottolo che portava al Bosco delle Venti Querce. – Aspetta, aspetta... – urlò a quel punto Gellindo, ricordandosi dei guai combinati da Quantobasta con la macchina “acchiappa-fulmini” e temendo quel che avrebbe potuto succedere con quel secondo marchingegno strano. – Dove stai andando? – Su, al tuo bosco... – Al mio bosco? E perché? – Vado per funghi... – Vai per funghi con questa cosa qui? – chiese allora lo scoiattolo indicando il misterioso oggetto con due ruote davanti.

Quantobasta si fermò di nuovo, appoggiò il manico di quel “coso” al recinto di legno della casetta di Tisana la Dolce, si guardò in giro per vedere se c’era qualche curioso nei paraggi e... – A te posso dirlo, Gellindo – sussurrò il farmacista. – La Società Mondiale degli Inventori mi ha spedito la seconda invenzione... – È questa cosa qui? – Certo... – E cosa sarebbe? – È una macchina “odora... funghi”! Se Quantobasta s’attendeva un moto di stupore, un’esclamazione di meraviglia oppure un urlo di sorpresa, rimase deluso. Gellindo tornò a guardare con maggior attenzione l’aspirapolvere appoggiato al recinto di legno e... – Sai come funziona? – Ecco, sto andando su al Bosco delle Venti Querce proprio per fare delle prove... Ho letto il libretto delle istruzioni, ma non è che ci abbia capito poi molto... – Vengo con te! – disse allora Gellindo. – Meglio essere in due per scoprire il funzionamento di questa macchina “odora-funghi”... – Ecco qui, pagina tre – disse Quantobasta con il grosso libro delle istruzioni aperto davanti agli occhi. E cominciò a leggere – “La macchina odora-funghi funziona come selezionatrice d’olfatto fine, individuando nel novero dei profumi-odori-puzze-fetori-miasmi del bosco solo le essenze dei miceti commestibili...” Ci hai capito qualcosa, tu? – disse il buon farmacista, girandosi a guardare


Gellindo seduto lì accanto, che stava accarezzando un grosso fungo porcino. – Certo: chi ha scritto questo libro sta dicendo che fra tutti gli odori di un bosco, la tua macchina individua solo i profumi che vengono dai miceti... – E cosa c’entrano i cuccioli dei gatti? – Ma no, “miceti” è il modo scientifico con cui i professoroni chiamano i funghi! – Ah, ho capito... almeno mi pare! Allora vado avanti: “Per far funzionare la macchina, posizionare la tromba aspirante al livello del terreno, poi premere il pulsante rosso e girare la manopola del quadrante sul numero UNO”... Il fatto è che, mentre leggeva quelle righe di istruzioni, Quantobasta fece proprio quel che via via gli veniva chiesto: posizionò la tromba di acciaio al livello dell’erba... schiacciò il pulsante rosso... girò la manopola del quadrante che aveva davanti agli occhi sul numero “UNO”... e la macchina “odora-funghi”... STRATURUUUMMM! STRATURUUUMMM!... si mise in movimento con un gran fracasso di bielle e di pistoni! Cioè, a dire il vero scattò in avanti facendo perdere l’equilibrio al suo padrone, cominciò ad annusare tutt’attorno e, quando inquadrò davanti a sé il povero scoiattolo che stava ancora accarezzando il fungo porcino... STRATURUUUMMM! STRATURUUUMMM!... puntò decisa proprio su di lui. Attenzione però: puntò “su di lui” non nel senso del fungo, ma nel senso dello scoiattolo! Gellindo Ghiandedoro, che evidentemente aveva le mani profumate di fungo porcino, vide l’aspirapolvere di

Quantobasta... STRATURUUUMMM! STRATURUUUMMM!... corrergli incontro, alzare verso l’alto la grande campana aspirante e... – AIUTOOOO! QUANTOBASTA... FERMA LA TUA MACCHINA! QUEL MOSTRO VUOLE ASPIRARMI... VUOLE CATTURARMI! MA IO NON SONO UN FUNGOOO!” Mentre lo scoiattolino si metteva a correre in tondo inseguito dall’arnese “odora-funghi” che... STRATURUUUMMM! STRATURUUUMMM!... sferragliava minaccioso, Quantobasta s’impegnò a cercare sul libretto di istruzioni il capitolo “Come spegnere la macchina odora-funghi”. – “Posizionate la manopola del quadrante sullo ZERO e premete il pulsante verde!” strillò il farmacista, correndo appresso alla macchina “odora-funghi” che stava ancora rincorrendo il povero scoiattolo. – Hai capito, Gellindo? Visto che sei più vicino, pensaci tu: posiziona la manopola del quadrante sullo ZERO... Fatto? – Sì... – ansimò il povero fuggiasco senza più fiato. – E adesso è semplice: premi il bottone verde! – Ma qui ce ne sono due, di bottoni verdi! Quantobasta sfogliò il libro, strappò per la fretta due, tre, quattro pagine... e infine: – Quello più piccolo! Premi il bottone verde più piccolo! PSSSHHH! Con uno sbuffo sibilante e senza fine, come quando si sgonfia all’improvviso una grossa ruota di trattore, la macchina “odora-funghi” si fermò, disinteres-


sandosi del povero Gellindo che crollò a terra sudato, stanco, spaventato e con le ossa rotte di fatica. – Ti prego, Quantobasta – gemette il povero scoiattolino, – ti prego, metti via quell’arnese, smontalo e chiudilo in cantina! Faremo senza i tuoi funghi, che poi lasciati nel bosco ci stanno anche meglio, ma almeno la nostra salute sarà salva! Il farmacista guardò l’amico scoiattolo disteso nell’erba, ansimante e tremebondo, e poi ancora la sua macchina “odora-funghi”... Ci pensò su a lungo e finalmente: – D’accordo, Gellindo. Per quel che riguarda i funghi torniamo ai metodi tradizionali: cesto in mano, gambe in spalla e molta, moltissima pazienza. Ma voglio rigenerare la mia macchina... – Cosa vuoi fare? – Sono o non sono un iscritto alla Società Mondiale degli Inventori? Mi metterò d’impegno e trasformerò questo attrezzo “odora-funghi” in qualcosa d’altro... Lavorò giorno e notte per cinque giorni consecutivi, il buon Quantobasta, chiuso nel garage di casa sua a martellare, segare, battere, arrotolare, attorcigliare, incollare, avvitare... Alla fine... – Per favore, puoi chiamarmi il vigile RossoVerdeGiallo? – domandò il farmacista ad un Gellindo Ghiandedoro che osservava incuriosito un lenzuolo che copriva un oggetto misterioso. In meno di cinque minuti arrivò di corsa RossoVerdeGiallo, ma lo spiazzo antistante la FARMACIA ben presto si

riempì anche di tutti gli altri spauracchi del Villaggio. – D’accordo – disse a quel punto Quantobasta, – avete fatto bene a venire tutti, perché così sarà una gran festa quando consegnerò al nostro vigile urbano RossoVerdeGiallo questo stupendo... – il farmacista afferrò un lembo del lenzuolo e tirò forte: – ...“ASPIRAPOLVERE PER STRADE, PIAZZE E VICOLI”! Dopo alcuni istanti di silenzio curioso e stupefatto, gli spaventapasseri capirono: quello era un vero e proprio aspirapolvere grande e grosso, con la sua bella campana aspirante avvitata nella parte inferiore e un capiente sacco di plastica appeso sul di dietro del manico. – È sufficiente schiacciare il pulsante rosso, posizionare la manopola del quadrante sull’UNO e il mio ASPIRAPOLVERE PER STRADE, PIAZZE E VICOLI farà tutto da solo... Così! Fu un fuggi-fuggi generale di spauracchi che correvano in ogni direzione, inseguiti da un arnese infernale che sputacchiava impazzito polvere da tutte le parti... “Devo aver schiacciato il pulsante sbagliato” pensò Quantobasta grattandosi il mento... – AIUTOOO! FERMA QUESTO MOSTRO! – strillavano intanto i poveri spauracchi che scappavano terrorizzati da tutte le parti. – Be’ – disse a quel punto il farmacista stringendosi le spalle, – come aspirapolvere lascia un po’ a desiderare, è vero, ma in compenso un po’ di corsetta vi fa bene alla linea, amici! Guardate le cose dalla parte giusta: le nostre strade


continueranno ad essere sporche e polverose, d’accordo, ma almeno abbiamo un “allenatore” che ci obbliga a fare un po’ di movimento! E a quel punto anche Quantobasta

venne preso di mira dall’ALLENATORE SPUTAPOLVERE e dovette fuggire di gran lena su per la stradina che porta al Bosco delle Venti Querce! (2-continua)



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