Quantobasta inventore... matto!
6. A ciascuno... la sua invenzione! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Tirava un forte vento, fuori, e il cielo era pieno di nuvole pesanti di pioggia. All’interno della Farmacia del Villaggio, invece, regnava una calma assoluta: le finestre ben chiuse e la porta a vetri accostata garantivano pace e silenzio assoluto, anche perché Quantobasta e Tisana la Dolce erano impegnati nella preparazione di un complicato decotto di erbe e frutti di bosco per curare gli arrossamenti alla gola. – Passami due foglie di menta piperita – sussurrò il farmacista, allungando una mano e tenendo sempre sott’occhio il piatto della bilancia. – Ecco le foglie più belle che abbiamo – rispose Tisana, mettendo in mano all’amico spauracchio due foglie di menta piperita che aveva raccolto proprio quella mattina nel suo orto. – E adesso quattro bacche di ginepro... – Qui ci sono le bacche... Vuoi anche un goccio di sciroppo di mirtillo? – Certo... venti gocce possono bastare... Vedi quello scaffale laggiù? – disse Quantobasta indicando un armadio con le antine di vetro. – Cerca una radice di sambuco, due pizzichi di petali di margherite pratoline, portami un cucchiaino di essenza di carota... e poi uno spicchio di cardo di monte, una presa di salgemma, dieci confetti di pino mugo e due grappoli di ribes rosso... Quando tutti gli ingredienti riempirono il piatto della bilancia, il farmacista li trasferì in un mortaio di legno d’olivo, afferrò un pestello del medesimo materiale e cominciò allegramente a pestare, a pestare e ancora a pestare. Smise solo
dopo un’ora intera, quando sul fondo del mortaio si ritrovò una mistura dolce e profumata. – Ecco – esclamò lo spauracchio vestito di bianco, – adesso arriva il momento più delicato. Dobbiamo mettere l’impasto in quel padellino sopra il fuoco, ma dobbiamo farlo con la massima cura, facendo attenzione al minimo spostamento d’aria. Basta un soffio un po’ più forte del nostro fiato e la medicina contro gli arrossamenti della gola sarà irrimediabilmente rovinata! Fatto sta che, a metà del travaso, mentre Quantobasta e Tisana la Dolce trattenevano il fiato per evitare guai... Dling Dlong! ...la porta a vetri della Farmacia si aprì di botto e, annunciato da un violento refolo di aria gelida, fece il suo ingresso il postino Franco Bollo che aveva al traino un carretto carico di pacchi. Avvolti in carta marroncina! – Nooo! – strillò Quantobasta correndo a tirar dentro il povero Franco, per poi chiudergli la porta alle spalle. – No! No! No! Ma non potevi suonare? Non potevi annunciarti con una telefonata? Non potervi aspettare ancora cinque minuti? Proprio adesso dovevi arrivare? – Perché, cos’ho combinato? – chiese il postino Bollo. – Come sarebbe a dire, cos’hai combinato... Hai rovinato il lavoro nel quale Tisana e io eravamo impegnati da almeno due ore! Stavamo preparando un decotto “magico” contro gli arrossamenti della gola, ma sul più bello, proprio quando stavo versando la mistura nella pentola sul fuoco, tu hai aperto la porta!
– Embè? – Hai fatto entrare una folata di vento e il gelo improvviso ha rovinato il decotto. Adesso dobbiamo gettare tutto nelle immondizie e ricominciare da capo. Due ore di lavoro gettate al vento... E per che cosa, poi? Che sei venuto a fare? Cos’è quel carretto pieno di pacchi? Se dovevi fare il giro del Villaggio per delle consegne, non potevi lasciarmi per ultimo? Franco Bollo si impose di restare tranquillo. La prima regola del perfetto portalettere è chiarissima: “Mai inquietarsi se s’inquieta un cliente!” – Il fatto è, caro il mio amico Quantobasta, che tutti questi pacchetti... sono per te! Il farmacista sbarrò gli occhi incredulo, si mise le mani nei capelli e si piegò a controllare. Quando lesse l’etichetta incollata su ciascuno dei cento pacchetti sul carro, capì ogni cosa. Società Mondiale degli Inventori c’era scritto. – Ma allora... allora questo è... – È l’ultimo “regalo” dei tuoi amici inventori. La quinta e, spero, ultima spedizione che completa il tuo Kit dell’inventore – disse il postino, allungando un foglio. – Firma qui per piacere e, come sempre, sgancia mille euro! Quantobasta firmò pensieroso e altri mille euro cambiarono mano. Cinque pacchi con cinque spedizioni a mille euro ciascuna: in tutto facevano cinquemila euro! Una fortuna, un tesoro... una somma enorme... – Bene, adesso potete andare – esclamò sbrigativo il farmacista, spingendo verso l’uscita Franco Bollo e Tisana la Dolce.
– Ma io cosa c’entro! Dobbiamo finire l’infuso per le gole arrossate... – C’è tempo, Tisana, c’è tempo... e poi, se qualcuno nel frattempo si ammala, dagli alcune delle tue caramelline alla menta e vedrai che si sentirà meglio... Addio! Rimasto solo Quantobasta cominciò a scartare i pacchetti. A mano a mano che procedeva nel lavoro di scartamento, una profonda perplessità si disegnava sul suo volto serio. Ai suoi piedi infatti cominciarono ad ammucchiarsi gli oggetti più disparati: barattoli vuoti senza coperchio, rotoli di filo elettrico, seghe, martelli e cacciaviti, molle di acciaio e imbuti di alluminio, ruote di tutte le dimensioni... chip di computer e lampadine ecologiche, fogli di carta d’ogni colore, dimensione e spessore, rotoli di teli plastificati e argentati, scatole di legno... cubi dalle facce dai mille colori e bocce di vetro sottilissimo e fragile... e poi, ancora, dadi, bulloni, viti e chiodi di tutte le misure... carta vetrata, colle e vernici trasparenti... ...il tutto accompagnato da un libretto che s’intitolava Materiali per la vostra invenzione Pensavate di ricevere il solito libretto di istruzioni, vero? E invece no! Dopo le fantastiche invenzioni che vi abbiamo fornito come la macchina “acchiappa-fulmini”, quella “odora-funghi” e quella
“sciogli-nuvole”, le macchine “catturasogni” e “fotografa-pensieri”, adesso è finalmente arrivato il vostro turno! Vi abbiamo infatti spedito tutta l’attrezzatura necessaria per costruire la vostra “prima” invenzione, con la quale meraviglierete gli amici e, forse, potrete diventare addirittura milionari. Mettetevi d’impegno, allora, e fate lavorare la vostra fantasia. State per diventare dei provetti “inventori! Il cuore di paglia dello spaventapasseri farmacista cominciò a battere furioso per l’emozione. Era in procinto di realizzare la sua prima invenzione, la sua prima “macchina- chissà che cosa”... L’entusiasmo del primo momento si afflosciò all’istante. Già: che tipo di invenzione poteva costruire, con quell’ammasso di oggetti gettati alla rinfusa sul pavimento della Farmacia? “Un’invenzione... originale!” si disse Quantobasta serio in volto. “Un’invenzione... utile!” continuò a dirsi Quantobasta cominciando a sorridere. “Un’invenzione... che non combina guai!” esclamò Quantobasta ridendo soddisfatto. “Un’invenzione... che serva a tutto il Villaggio!” concluse dandosi una pacca in testa. Poi abbassò lo sguardo a guardare tutti gli oggetti appena scartati e... “Ma perché una sola invenzione?” si disse. “Con tutti questi arnesi ne posso
costruire dieci, di invenzioni... venti... trenta!” E a quel punto la scintilla di un’idea gli scoccò sopra la testa e finalmente comprese quel che doveva fare. D’altronde gli inventori funzionano così, no? Con le lampadine che s’accendono all’improvviso a dieci centimetri dai capelli! Avvenne quindi che Quantobasta sparì dalla circolazione, si chiuse nel retrobottega della Farmacia e da lì non si mosse più per sette giorni e sette notti di fila. Si fece vedere solo per consegnare agli spauracchi che ne avevano bisogno qualche sciroppo contro la tosse o qualche confetto per il mal di pancia. Poi, a metà mattina dell’ottavo giorno... La voce girò per il villaggio veloce come un guizzo di vento che rimbalza di casa in casa. – Andiamo tutti da Quantobasta! – Quantobasta ci vuole nello spiazzo antistante la Farmacia! – Appuntamento da Quantobasta... – Quando? – Subito! E infatti a mezzogiorno in punto tutto il Villaggio, Gellindo Ghiandedoro compreso, si ritrovò nella piazzetta della Farmacia. Nell’attesa di sapere quel che il loro amico aveva da comunicare, era tutto un vociare sommesso di ipotesi e di “mi hanno detto”... – Ho sentito dire che Franco Bollo la settimana scorsa ha consegnato quattro carretti pieni di pacchi e pacchetti... – È vero... e dicono che Quantobasta
abbia costruito un razzo, un’astronave per andare sulla Luna! – Ma no... l’altra sera ho sbirciato nel retrobottega e ho visto il nostro farmacista che stava costruendo una specie di automobile... – Già... secondo me ha inventato un’automobile che funziona... ad aria! – Amici, buongiorno! Gli spauracchi e Gellindo si girarono all’unisono in direzione della porta della Farmacia: eccolo lì, Quantobasta, col suo grembiule bianco e con un sorriso furbetto sulle labbra. – Sono veramente felice che abbiate risposto tutti al mio invito – disse il farmacista avanzando nella piazza. – In questi ultimi tempi vi sarete senz’altro accorti che il vostro farmacista è stato preso dalla grande passione delle invenzioni... – A chi lo dici! – si lasciò scappar detto Bellondina. – Già, avete ragione – ammise Quantobasta, – ho anche combinato qualche guaio, in queste settimane, ma ‘sta volta le cose andranno diversamente, ve lo assicuro! Tutti trattennero il fiato, mentre il farmacista tornava sui suoi passi, apriva la porta a vetri della Farmacia e... – Vieni fuori, Franco Bollo! Il portalettere uscì tirandosi dietro un carretto carico di oggetti uno più strano dell’altro, attraversò mezza piazza e si fermò proprio davanti al gruppo di spauracchi. – Non una, non due e nemmeno tre invenzioni – urlò il farmacista, – bensì un’invenzione per ciascuno di voi, ecco
quel che ho preparato con l’ultima spedizione della Società Mondiale degli Inventori! Tutti si guardarono perplessi e senza capire. – Bene, allora cominciamo la distribuzione, Franco – esclamò Quantobasta, afferrando una grattugia a cui era attaccato un lungo filo elettrico con tanto di presa. – Questo è un “arnese affetta-mozzarelle” per le pizze di Fra’ Vesuvio! Lo spauracchio napoletano afferrò il regalo e sorrise compiaciuto ma anche imbarazzato. – E questo è uno “specchio cancellarughe” per la nostra Bellondina! – continuò il farmacista, consegnando alla bella spauracchia uno specchio che usciva da un cubo con le facce dai mille colori. – Ecco qui una “spazzola automatica per boccoli biondi”... È tutta tua, Chiomadoro! La consegna delle invenzioni durò a lungo: Gellindo Ghiandedoro ricevette in dono una preziosa “macchina odoraghiande”; il vecchio Empedocle si vide consegnare un “bastone pieghevole motorizzato”; Casoletta si portò a casa una “pistola spara-cioccolato”; a Tisana la Dolce fu consegnato un termometro che trillava allegro quando i decotti sul fuoco erano caldi al punto giusto; Maestro Abbecedario venne fornito di una “borsa di cuoio parlante”, che elencava ad alta voce i titoli di tutti i libri che conteneva; a Dindondolo Quantobasta regalò un congegno che faceva suonare le campane a distanza; a Mamma Pasticcia
fu consegnato un “mestolo col motore” per mescolare il minestrone; Passion di Fiaba si meritò un marchingegno elettrico per girare le pagine del suo libro di fiabe preferito... e così via, tutti gli spauracchi ebbero in dono un’invenzione utile e pratica. Tutti ad eccezione di uno. – E per me non c’è proprio niente? – mormorò il postino Franco Bollo sull’orlo di un pianto sconsolato. – E tu pensi che io mi sia dimenticato di chi s’è rotto la schiena per portarmi fino a casa i pacchi della Società Mondiale degli Inventori? – esclamò ridendo Quantobasta. – Per te, amico mio, ho preparato questo “triciclo elettrico con portapacchi e radar cerca-spauracchi”, studiato apposta per alleggerire il lavoro del nostro portalettere preferito! – D’accordo – disse a quel punto Gellindo Ghiandedoro, – hai pensato a tutti noi... Ma per te, Quantobasta, hai inventato qualcosa? Che cosa ti sei regalato? Il farmacista rimase in silenzio per alcuni istanti e poi tirò fuori da dietro la schiena... un libro! – È stato facile trovare qualcosa che fosse adatto a me... Ecco qua: mi sono regalato
Il manuale del perfetto... chimico ...e mi sono iscritto alla Società Mondiale dei Chimici! Dalla prossima settimana cominceranno ad arrivarmi i primi esperimenti e... ne vedremo delle belle! Eh! Eh! Eh!
Ci fu chi svenne, qualcun altro ammutolì, alcuni corsero a rifugiarsi in casa propria, altri presero l’invenzione avuta in regalo e andarono in fretta e furia a nascondersi nel folto del Bosco delle Venti Querce... Potete immaginare da soli quel che accadde le settimane seguenti, ma vi posso assicurare una cosa: tutti assistettero in silenzio alle esplosioni improvvise, alle puzze tremende e ai boati pazzeschi causati dagli esperimenti i più bizzarri e difficili che vi vengono in mente, ma nessuno smise di voler bene allo spauracchio innamorato della “chimica”. Perché, non dimentichiamolo: Quantobasta è Quantobasta, il farmacista più bravo e simpatico del Villaggio degli Spaventapasseri!
Fine