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Intervista al Generale Comandante del Contingente Italfor "Pellicano "

Gen. B. Carlo Ciacci febbraio 1993

Il Contingente "Pellicano'' è composto da professionisti e militari di leva. Fino a questo momento si sono avvicendati circa 5000 militari di truppa. Quali sono stati i problemi relativi al governo del personale e quali quelli derivanti dall'inserimento dei militari nella nuova e particolare s itnazione albanese?

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All'i nizio della missione, il "da fare" era ta lm ente tanto che non c 'era spa zi o per al tri pensieri. Oltre al lavoro stretta men te coru1esso con l'àssolvimento d el compito, vi era la pressante es igenza di migliorare le condizioni di vita ne l campo, ed a questa attiv ità concorrevano tutti , mettendo a dispos izione della com unità la loro inve ntiva, l'in iz iativa ed un acuto spirito di collaborazione.

Erano , insomma, "tempi di g loria" , che, come sempre accade , st imolavano la viva partecipazione di tutti. Inoltre c'era cu riosità per un mondo nuovo e sconosciuto ; c'erano la pi età per un popolo tanto sofferente; c'era l'orgoglio di appartenere ad una Nazione che sapeva e voleva intervenire con tan ta generosità in favore di un popolo vicin o, associato al la coscienza del bene che ciascuno stava operando; e, infine, ma non ultimo , c'era il sen so di appartenenza alla Forza Armata, che dava pro va di grande efficie nza e di sicura efficacia.

In tale situazione, il persona le reagisce sempre molto po si tivamen te e si compo1ta benissimo, al di là delle più ottimisti ch e previsioni.

Poi, i "te mpi di gloria" so no fini ti e la mi ssi one è entrata nella " normalità" E a ll ora si è se ntita più acutamente l' es ige nza di un miglioramento dell e condizioni di vita. T al e richiesta ha trovato pronta risposta e, conu·ariamente a qu ell o che si temeva, non ci sono stati "cali di tensione" Anzi, si può dire ch e, è aumentata la coscienza del ruolo e si è trovato un felice equilibrio tra duro impegno di lavoro e " qualità della vita".

Il campo non s i è mai tra sfo rmato in una caserma. Il lavoro è esclusivamente op e rati vo per tutti; i servizi sono ridotti al minimo; ognuno , ultimato le att ivi tà connesse con il suo compito istituz ionale, è libero e si "gestisce" come vuole , seppure nei limiti angusti del campo. Tutto questo ha creato un a situa zione di vita molto serena, che stimo la il sens o di responsabilità di ciascuno. li clima di sc iplinare è eccellente.

Se vog li amo dare sinteticamente un'id ea del "morale" del personale, basta osservare che la qua si totalità dei Quadri e della Truppa non vuole tornare in Patria alla scadenza del "turno" . Il mio problema non è convincerli a restare, ma convincerli a to mare ai loro reparti.

Signor Generale, "Pellicano" opera in un Paese con una difficile situazione politico economica. Quali so nostati i problemi e le preoccupazioni in merito alla sicurezza del personale considerato che lo stesso non è a rmato?

La sicurezza, in ogni circostanza, è garantita da ll a Po li zia albanese, che vigila s ul campo, ci accompagna in ogni spostame nto s ignificativo e ci assiste durante le att ività d el te mp o libero. Non ci sono mai stati problemi, a meno di qualche rarissimo ep isodio di teppismo rivolto ve rso persona le isolato.

Il personale è s icuro ! E non solo per la continua vigilanza della Polizia, ma, sopra ttutto, perché la popolazione ci vede con simpatia e, spesso, con affetto.

L'Ambasciatore d' Italia , dott. Tor quato CARDILLl, ha detto pubblicamente che il "Pellicano" ha evitato una guerra civile, Lei è dello stesso avviso e perché?

Ritengo che l 'Ambasciato re Cardilli non esageri. Del resto, ha fatto spesso questa affermazione in presenza di membri del Governo al banese, che hanno concordato. C'è stato un momento in cui i bisogni e lementari erano talmente pressanti che l'unica poss ibilità di sopravvivenza era la fuga , che, peraltro, veniva impedita. Ovviamente, i d iversi gruppi politici attribuivano ai " ri va li " tutta la colpa della tragica si tuaz ione e l'esasperaz ione era giunta ad un punto tale che si sarebbe fac ilmente gi un ti allo sco ntro e, quindi, a lla guerra civile.

L'arrivo cie l " Pellicano" e degli a iuti italiani ha fo rt emente allentato la te ns ione: era il chiaro segno che il pro ble ma albanese stava a cuore a qualcuno, c he qualcuno veniva in loro aiuto, che la minaccia alla loro so pravvivenza si attenuava. Era un pri mo segno che dava una c oncreta speranza ne l futuro S i, penso pro prio che si sia evitata una guerra civile.

L'E-sercito italiano s pesso è stato criticato e a volte anche severamente dai mass-media. Ne l confronto con altri Eserciti della N ATO la Forza Armata è stata spesso classificata agli ultimi posti. Ogni volta, però, che l'Esercito è stato impegnato in missioni in ternazionali i risultati conseguiti sono stati apprezzati non solo dagli stessi mass-media, ma, anche dalle organizzazioni internazionali e mi riferisco ad esempio all e missioni ONU:

- Libano- UNIFIL (United Nations Interim F orce s in Lebanon) in corso dal luglio 1979;

- IRA N- IRAQ-UNIIMOG (United Nations Iran Iraq Military Observer Group) Agosto 1988 / Febbraio 1990;

- NAMIBIA - UNTAG (Un ited N ations Te mporary assistance Group) Helita l y marzo 1989 A prile 1990 ed altre missioni umanitarie come le Operazioni "Pel- licano" in A lbania , " Ibis" in Somalia , "A lbatros" in Moza mbi co.

Lei c he h a av uto modo di esse re un o dei Co mandanti di queste operazioni , com e s piega t utto ciò?

E'facilc osservare che i mezzi d'informazione in linea di mas s ima, non cono sc ono le Forze Armate e, di conseg uenza, non le co nosce il popo lo itali a no. E'fac il e dire che se ne parla bene o male in base a co noscenze molto superficia li "cost ruite" sull'onda di spinte emotive occasional i.

E" facile, ancora, osse rvare che le nùssioni alr estero impegnano una limitatissima quantità di forze, ma s pesso co involgono gran parte delle Forze Armate , che pon go no pai1icolare attenzione a queste nù ssio ni e dedicano lo ro le migliori ene rg ie.

E'q uesto il caso anche del "Pell icano". Quando è iniziato era runico consistente impegno ali· estero delle Forze Arm ate, che ha po tu to sceglie re il perso nale cd i me zzi più ada tti , poi, grazie alla capacità di tutti i partecipanti , alla sensibi lit à cd alla professionalità di c hi, in Patria, doveva curare il sos tegn o, s i è otte nu ta una "resa" a lt issima. E ciò si ripete puntua lmente ad ogni imp egno Almeno, finché ci saranno risorse bastanti per t.utte le miss ion i!

Perché l' Es ercito e non un'altra qual si as i organi zzazion e c i vil e it a li a na, in una orga ni zzaz i one come quell a che ha visto prota go ni s ta il " Pelli ca no "?

Perché bi sognava faresubitoe bene. In tali c irco tanze può operare con successo solt anto un'organizza z ione strutturata ed addestra ta per operare in si tuaz ioni cli emergenza. In altre parole, era indispensabile servirsi di un organismo che sa provvedere contemporaneamente, e fin da l pri mo mom e nto , sia all'asso lvi mento cie l co mpito s ia al proprio autosostentament o in senso lato (rifornimenti, mantenimento, riparazioni , co ll egamenti , assistenza sani taria, lavori, ve novagliame nto , etc.). E r ite ngo che solo l'Esercito abbia questa capacità. E, si badi bene, non una componente specializzata dell'Esercito, ma qua lun qu e unit à de ll e forze Arma te. Come amava dire il Gen. Quintana , " Pellicano·· è l'Eserci to "normale".

Miss ioni umanitarie dei tipo " Pellicano" , ov e se ne prev eda l'es te ns ione o l t re l a fase di e merge nza, do vre bb e r o tra sfo rmar s i in ass istenza t ec nico-po litico-milita re intesa a crea re l e condi z ioni per un a co ll aborazione economica politica t endente a far us cire d efinitivamente dal tunne l della cri s i la Nazione aiutata. In Albania ciò non è avvenuto. Dall'inizio d e ll' opera zi one (2 1 settembre 1991 ), i nfatti , s i è ancora n e lla fase di e m erge n za. Lei non p e ns a ch e s ia g iu nto il t em po di pa ss ar e ad altr e form e di aiut o'?

1on sono sicuro di avere gli elementi per rispondere compiutamente. li "Pellic ano" è un o rganismo militare e dovre bbe trasfo rm ars i in una mis s ione di assistenza tecnico - militare, e per assistere prevalentemente l' Esercito albanese T utt avia, l'Ese rcito a lba nese ha struttu re, mate rial i, mezz i, e cu ltura comp letamen te d iversi dai nostri, per cui appare piutto sto improbabile che possa avv alersi di un' ass istenza is pirata a tutt'altri pr incip i. Comunque, le Autorità albanesi hanno chie sto di aiutarli a preparare del personale militare per pa ssare ad una fo r ma cl 'i nt eg razionç. Lo faremo rno ltO vol e ntieri!

Non è escluso che l' Esercito albanese po ssa gradualmente sostituirsi al nostro con il suo personale, acquisendo i nostri proce dim en ti ed imparando ad usare i nos tri me:a. i Ma, poi, con quali mezzi op e rerà se noi torneremo in Patria?

So no note l e difficoltà rapp resen tate dalle strad e albanesi, s ia perch é s conos ciute ai conduttori militari , s ia p erc hé torme ntate , s trette e sconnesse. li Coma ndo d el "Pelli ca no" come ha risolto il pro bl ema?

Co n l'orgaiùzzaz ione e la prudenza. Le strade sono anguste e spesso hanno un pessimo fondo. Ma quello che è più perico loso è il traffico, assieme alla totale non educaz ione strad ale de i pedoni , alla presenza di animali. Guidare è semp re un'avventura e og ni viagg io sta nca molti ssi mo E, allora , colonne, bassa ve locità, ass istenza tecnica immed iata e collegamenti sempre in atto per soccorrere i mezzi in diffi col tà Quanto alla prud enza, ollre all'azione svo lta dai Quadri, co n ta rno lti s~imo l'e spe rienza diretta: fin dal primo viaggio, appena vis te le reali condizioni, ogni condullorediventa prudentissimo e tiene occh i ed orecch ie ben aperti.

Operare fuori dal territorio naz ionale , comporta una serie di diffico ltà no n ris contrab ili qu ando s i opera in Patri a. 1n Alban ia queste diffi col tà s i s ono moltiplicate per la m ancanza tota l e di assis ten za relati va al rifornimento di viveri, parti di ricambio automobili s tici, a ll 'acqui s izion e di materia le vario e di prima necess ità in quanto non esistente nel territorio. Com e s i è dovuto orga ni zzare "Pe lli cano" per ri so lvere tali es ige nze?

E' molto sempli ce: facendo giungere tutto dall ' Italia.

V u ole fare una s intesi d egli a mma estra m e n ti acqui s iti e quali s uggeri men t i s i sentire bb e d i fornire ad un a ltr o Co mand a n te?

Il ·'Pellicano" è un'esperienza addestrati va di altissimo livello. Ad esempio, c i siamo fatti un'esperienza valida sulle operuioni di scarico delle navi, sug li stoccaggi in magazzino. Sull'organizzazione dello "svuotamento" dei magazzin i portu ali in re lazione a ll a qualità delle merci. Tutte conoscenze che c i mancavano perché la conoscenza prati ca della logist ica si ferma, di fatto , al terzo anello.

Gli ammaestramenti sono, in realtà, minori di quelli che possiamo immag inare perché la stru ttura ha funzionato come in Pa tria. senza par ticol ari adeguamenti. Forse l'ammaestramento più importante riguarda l'organizzazione del cam po. Qui abbiamo usato due infrastrullure già es isten ti e le abbiamo adegua te alle no s tre esigenze. Ci ò ha richiesto un lavoro lunghissimo e molto impegnativo e continuiamo quotidianamente a combattere per garantire luce ed acqua ai campi. In realtà , gli unici problenù che si sono risolti rapidamente sono quelli in cui si è fatto subito ricorso ai co ntainer$. Forse, la soluzione ideale consiste nel fars i assegnare un'area sufficientemente ampia e costruirvi subito una ciuà di conta in ers, più qual c he prefa bbricato e grosse tende pe r us o generale. Con l 'e nergia elettrica fornita da gruppi elettrogeni, un breve acquedotto di raccordo e un raccordo fog nario , il c ampo può d ivent are aut osufficiente in tempi molto più brevi di quelli necess ari per adeguare in frastrutture.

Ad un a ltro Coma nd ante di "Pel li cano" non ho da dare particolari sugger imenti, se non quello d 'avere molta pazienza con le Autorità loca li e di cap ire che, molto spes so, pur se animate da buona volontà, trovano grosse difficoltà nel realizzare ciò che vorrebbero. Quindi, pazienza, tenacia, e la ricerca cont inu a di soluzion i per loro con c retam e nte realizzabili!

Stralcio del di sco r so dell'allora Capo di Stato Maggiore dell'Esercito

Gen. Goffredo CANINO

Tenuto il 16 sette mbre 199 1 a Villa Opicina , Caserma Brumm c r , in occas ione della partenza del Contingente "Pellican o" per l'Albania

Stralcio dell'intervento del Capo di SME in occasione della partenza del Contingente Ita lfor " Pellicano" da Villa Opicina Ca erma "Brummer" se de del tricentenario "Piemonte Cavalleria": il giorno 16 luglio 1991 , il Capo cli Stato Maggiore dell'Esercito si è recato a Villa Opicina presso la caserma Brummer per porgere il saluto dell'Esercito ai mi li tari in partenza per l' A lbania con il Contingente ltalfor "Pell i cano". Si riportano alcuni brani· del discòrso volutamente sen za alcun commento.

Il Capo di Stato Maggi ore nella sua all ocuzi one, ha evidenziato lo scopo prettam en te umanit ari o dell'intervento ricordando tra l'altro:

« ... il vostro compito è di andare ad assi ste re a nome dell'Italia un popolo che si trova in condizioni cli dispera z ione e con il q ual e abbia mo condiviso secoli di storia».

« Solo le Forze Armate sono in grado in questo momento di svolgere questo compito, non es istono in Italia altre organizzazioni civili che potrebbero ass icurare, in questi tempi e in questi modi, il regolare svolgimento dell'operazio ne . Per portarl a a buon fin e noi s icurame nte s iamo sov raordimensionat i e sovraddestrati e sovrattrezzati».

« Proprio per qu es to intervengono l e Fo rz e Armate, e cioé per anivare in temp o breve per gli aiut i alimentari, per far fronte co n immediatezza all'emergenza, anzi a ll a sop ravviv e nza».

« ... Nella seconda fase, a noi si sosti tuiranno gli opera tori economici c he dovrebbero aiutare l'Al bania a rinascere dalla cupa tragedia che l'ha inghiottita per mezzo seco lo >>.

« Non è un'operazione militare e sostenere queste tesi è una vera e propria manipolazione , un falso» .

« ... Dov ete essere a mbasciator i del volto buono d e ll'Italia espresso dai suo i uomini in uni forme» .

« ... Ha fatto premi o so prattutto no n tanto la cap ac ità di co mbalte re, ma la nostra organi zz azi o ne, il nostro habitus, m entale, l a ca p acità di esprimerci in condizi oni di risc hi o e di qu a lunqu e a mbi e nte e c ircos tanza. Al mom e nto a ttuale no n esi sto no in Italia e fo rse anc he in E urop a organizzazioni di questo tipo , s iano vo l o ntari o no: so lo le Fo rze Armate so no in g rado di esprimere un interv e nto e ffi cace».

<< ••• Non mi se nto né umi li ato né offeso perc hé devo affrontare con l' Ese rc it o un comp il o uman i tario» .

L'operazioneltalfor "Pellicano" rappre:~enta nel!' ambito del soccorso umanitario alle popolazioni albanesi, l 'elemento fondamentale che ha consentito ai governi di avviare il processo di democratizzazione e gestire in qualche modo La gravissima crisi economica e politica.

Il Pa ese delle aquile si presentava dopo circa 40 anni di regime marxistaleninista come un paese distrutto, allo sfascio, nel mezzo di una gravissima crisi alimentare e produttiva e sull 'orlo di una guerra civile.

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