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Capitolo II Condizioni politico sociali - lingua
La region e albanese si di s t e nde lun go i l tratto occ identa le della costa adri at ica , l Ltllora è la naz ion e me no progre di t a de ll 'Europa. In cons i dera z ione della p osizione geografica il suo sv iluppo soc iale avrebbe dovuto essere in fl uenzalo da i popoli a ci vil t à occidentale; se nonché , le vicende storico poi itich e, da oltre 14 secoli, non hanno favo r ito ta le indiri zzo.
La rom anizzazione d el territorio si diffu se per tutto i I tratto costiero , irradiandosi pri lllc ipalm en te per la "Via Eg nati a" : la gra nde via di tran s i to verso l'O ri e nte. So lo i l cristianesimo riuscì a penetrare in mani e ra piL1 capi Uare nei territori montani, lasc i ando tra cce e vest ig ia nella ling ua e nelle opere monumental i ne ll a pittura 6
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L'influenza tu rca s fru t t ò in mani era d iversa l a sua pos i zi one di Paese dom in atore , soffo cò sul nascere ogn i d c-Ile Sant• lomen• ChiH• CAlOINAU POUlTI
Le. Veoerabilo Arcicon.f ra.t,rni t11. di "Santo Ma.ria Od i gitr1a dei S iciliani" , con s+de in Jio.118 l)reeeo b Cbieea o: aooiaa, in vi a d• l Trl t o ri• 6:? • deelderaodo PNO~òhr. a4 un -c4io roaaento del au.o S t -e. tu t.o, pe:r un pi b. efficace riac,giwt- · gimento delle eue !i r.n l.itè; r eligiou, ti.. pr tn.t&to • lfoi, traaih l ' 2cc lDO PrillUCeri o , il t es to d.d nuovo Stawto. ~r l a 4eb1 t.a appro va•tone, · Or• lfo1. , •vu to il par•re f'avor4vole di Sua Boc•lle!:_ u aoMig:oor Pliru.o Paocol1, V~o covo Aua1l i.are del Settore-Centro e depu.tato per h Ccu:a!"rate!'ni te e Pie Ulliott.1 di "lo•, con il preoente Decr~to e ia.o liet i. d j. dkre 1 • a pprovu.ione Oe.DOnica al nuovo S t a tu to d •) auddetto P1o S04alino, 1"1,.~ auto pieaaaente oorr16pondente agli • c o pi e pirituali otwi'~ •o •i preti gge, nonchi allo • pl:i to • all e, aut.te ol~• d.et t-Npi , Ptirte.D.to, diehi.e.rluao annullato, a. tutti gli dfo tti , 1 l preotdenh $tatuto che h• Ulf!)l&to e iM f.4 ou1 b yit-a d ol l 'àr-cico l)..frat erni te. e c h e ere. •tato appl"Ovato dal ' Jloatro l'redec-enao re nel Vi cariato d i RQ-. , il Card inale cido kria Parocchi, in d.ata .3 luglio 1896.
Ileo.tre c i è gradito tonaul&re ])$tenti 'YO ti per h,
•~•F• CNaeente ap-irH ual o pro• por ità de lla YeMrabi.lo oioontrat et'ni ta, di c uore i nvo cbl.e.ao , M i.nurce i on. de!, l a $cu:;.ti,e.i.m Versi no Ilaria Ocligitr i. a , •u.ll 'Bcc.ao Prlai. C.! rio, eu \'U.Ui i Confratell i e r h pettive taaigti W'.l.ll oial.e Be4edh: ioo• del S.i.gnore , apportatrici d.e1 c • hat1 f! v(ln più du idut1tL.
Icona dipinta su legno "Nostra Signora di Odigitria" (87,3 x 59x4) - XII secolo - Korçe - grotta di nostra Signora di Bllas h1ojn e moto cli indipendenza, favorì il fraz io namento del paese sfruttand o gl i interessi pe rsonali di qu esto o quel principe 7 Usò normalmente lo strumen to della confisca assegnando successivamente i ben i a latifondi st i di gradimento governativo. Soffocò le forme economiche più svariate e l ibe rtarie Solo i l terri torio di Scu t a ri (A lban i a settentrionale) sep pe difen de rs i p i ù adeguatamente, favorito dalla omogene i tà della re lig ion e e della orga rti zzaz ione s oc i a le locale.
" li ti to lo cli Odi gi tria f u dato dai fede li di Cos tant i nopo li ad un a a n tich issima i.mm ag i ne d e lla Vergi ne c he, qua le presu nta vera effige d e ll a M a don na allribui ta al pennello di San Luca, ne l 450 d a Gerusalemme fu i nv iata a Costantinopo li in do no da ll 'Jmpe ra tr ice E udos s ia all a nu ova Imperatrice Pulcheria, s ua cogna ta, perc hé fosse venerala in que ll a c ittà . Pulcheria eresse una ch iesa con annesso un monaste ro nell'acropoli dell a città, nei press i d e l pa lazzo imperia le : essa , col tempo, fu comunemente chiama ta ..d eg li odeghi " , cioè "d elle g u id e" o "d e i condottie ri ", perc hé v i si rec ava no ad in vocare la pro tezione della Vergi ne i con d o tt ie ri dell 'Ese rc ito impe ri a le, pri ma di marciare comro i T u rc hi . Da ciò der ivi'> a ll a Verg in e, raffigurata in que ll'i mmagi ne, l'app e llativo di "Odigitri a". La devozio ne a ll a Vergi ne Od igi tri a fu po rtata in S icilia ne ll' VJJI sec. da so ldati sic ili an i dell 'Ese rc ito imperia le. Anche i s ici liani fu01i de ll' iso la man tenn ero e co lt i varono I.a d evozione a lla Madonna d 'Itria - O di gi tria. Così p ure i sicil ia n i re si den t i i n Roma. Un gruppo di ques ti la domenica de l 5 sette mbre 1593, deci d evano di cos titui rs i in Arciconfrate rni ta i n onore della Vergi ne, i mpe g nandosi a costruire una chiesa a Lei dedic ata , co n a nnesso os p iz io pe r i pelleg rini s ic il ia n i pove ri. li 5 febbra io d el 1594 Papa Cl e mente VJJI co n Bo ll a " P asto ri s Aetemis", e ri geva l'A rciconfrnte rnita e le co ncedeva l'o nore del Cardi na le pro te llore. li primo fu il Card i nal e Simone Tag lia vi a dei Duc h i di Terra nova, di Mazzara 7 Cod ic e Kan un - trattasi di leggi cli profondo va lore morale , comunemente detta " legge d e lla mo ntagna"; essa era un i ns ieme di regole pe r la soc ietà patriarcale d ell'epoca. L e k D u kag ijini, raccolse l'i ns ieme de lle legg i e regole, c he vantano u na nasci ta mo lto p i ù antica, essa s i pe rde nella notte dei tempi. li frate francescano Stefano Costantino Gj ecov, raccolse e pubb li cò ne l 1933 il Kan u n, che f u anche tra do tto i n ita liano eia F ishta e Sch irò (ccl 194 1 a cura cle ll' accad e mj a d'Italia). Il Kanun abbraccia un c a mpo vastissimo cli regole e leggi nel qua le spiccano:
- il senso de ll a g i ust izi a;
- il se nso d e ll'onore;
- i I rispetto d e ll a parola d ata;
- i I se nso dell'ospitalità.
A seguito del confl itto mondiale finalmente, il Paese inizil> i l suo cam m ino verso l'indipendenza, sfruttando l ' innato sentimento nazionale, che neppure il secolare asse r vimento ad altri popoli era riuscito a soffocare
Inizia la rinascita e l 'emanc ip az i one polit ica degli albanesi, seppur con le inevitabili crisi d i assestamento politico. Il 7 marzo 1925 l 'Assemblea Nazionale determinava la costituzione dello Stato in forma d i Repubb l ica parlamentare. Il nuovo regime unita ri o o rganizzò il territorio in zone cantonali (dist retti)
Lo Stato non raggi un se la sua completa autono1nia soprattutto per la d i versità delle var ie religioni che natura l mente hanno i nte ress i e fini ultimi diversi.
L'A lba ni a ha di recente, seppur timidamente, aperto le porte alla democrazia e al progresso tecnologico; s i nota Ja volontà di appoggiarsi ai Paesi limitrofi più avanzati per superare la cr is i di asses t amento. Il regime comunista di completo iso lamento, ha cl i fatto fe r malo la vita sociale, politica e produtt i va a 50/60 anni fa.
La popolazio ne appartiene alla gente schipetara, oggi, i limi ti geografic i, etnografici e politici in genere non si discostano tra loro. Essa si è diffusa oltre i limiti geografic i della Serbia fino a Novi Bazar, nelle conche del Kossovo.
Nei secoli la poss i bil ità di framm ischiamento è stata facile, l'appartenenza ad una religione è s tato , comunq ue, l 'elemen t o preponderante nella determinazione dell'appartenen za etnica.
L'espansione della popolazione albanese fuo ri il territorio nazionale ha sempre avuto due motivi pre ponderanti: di natura econom ica da una pa r te e religiosa - politica dall'altra. Gli em igrati albanes i s i sono integrati tota l mente nei vari Paes i che inizialmente li hanno ospitat i. Le cor renti migratorie sono s tate più notevoli verso la Serbia, Grecia, Italia.
Le colonie italiane più ant iche sono ne ll e prov in ce di Catanzaro e di Palermo; esse furono fonda te ini zialmente da so ldati mercenari asso ldati dagli Aragona ( 1416) Successivamente dopo la mo r te di Scanderbeg gruppi di ortodoss i scapparono per fuggire alle persecu zioni turche In Italia la presenza più numerosa si stabilì a Piana degli Albanesi (Palermo) e a San Demetrio Corone (Cosenza).
Nel 1981 (anno dell'ultimo censimento in Italia deg li A lbanesi), si contavano più di 350 000 persone , registrati i n 94 comun i di cui ben 55 conservano come prima lingua l'albanese. Tale presenza è sempre stata caratterizzata da am ichevole convivenza, ris petto delle tradiz ioni e de lle minoranze e da disinteressata co ll aborazione; gli albanesi, oggi, rappresentano un pun to culturale, di tradizione, di turismo.
La li ngua albanese, pur avendo note i n comune co n altre par late, ha fisionomia propria per e lementi fonetici, lessicali e morfologici. Essa non apparti ene ad alc un a li ngua europea, ben sì deriva da un dialetto loca le (forse l 'i lli,ico o il t racico) che nei seco l i ha s ubito mod i ficazioni di suo ni ed a rr icchimento cli altri vocabo li stra nieri; essa è com un que una lingua indo-europea. Fa ri fe ri mento a due princ ipali ceppi: il ghego par lato a l Nord - Scutari e i l Tosco, parlato a sud del fiume Skumb in .
Le varie tà dialettali non sono tali da infirmare l'un i tà linguistica. La l ingua a lbanese pre senta diffico l tà cli pronuncia, è d i difficile apprendimento per un Italiano
Nel tempo mo lti furono i tentativi di dare alla lingua albanese un proprio alfabeto, ma con scars i risultati per l a f iera opposizione turca e del patriarca to g reco.
Tale situazione di vise il Paese in due tronconi linguistici: al nord veniva usato l 'alfabeto latino (zona d' influenza della Chiesa catto lica), a sud, venivano usati l'a lfabeto g reco - se rb o, a seconda dell'appartenenza religiosa.
Nel 1908 a Manastir venne formalizzato l 'a lfabeto de ll a lingua albanese , anche se non fu riconosciuto eia tutti. R
Contadina albanese
R Seco ndo J. Boucart (L'Alban ie et les a lbana is,) Lre dialeui furono in lotta i n Alban ia per diventare ling ua le tteraria e naz iona le: quello cli Sc ut ar i, c he fu il primo ad essere adoltato nei codici, essendo s o rte le pri me s tamperi e in questo ant ico centro i nte lle ttua le a lb a ne se; quell o di E lba san, avvantagg iato dalla sua posizio ne ce ntra le e perciò piìi faci l mente compreso da tutti g li albanesi; e quello di Korce. c he era iI centro c ultura le più i mporta nte i n Alban ia. Le prime opere letterarie albanesi hanno ca rattere relig ioso (ca techismo, vita dei santi ecc.) e risalgono a l XVII sec , quando s i tentò la prima vo lta d i dare al Paese un alfabeto proprio. Ne l XIX sec. la letteratura albanese ragg iunse il mass i mo sviluppo. Questo ri sveg lio le tterario ebbe maggiore i nc remento co n il te n tativo di utili zzare nella scr itt ura l'alfabet.o latino ( 1879). Benché Scutari diventasse un i mportante ce nt ro cu lt urale, la fior it ura lettera r ia locale fu scarsa a causa delle persecu7.ion i greco- turche, contro le qua li g li albanesi potevano reagire con la stampa solo all 'estero: in Ita l ia si traducevano i n a lb anes e opere occ ide ntal i, si raccoglievano i canti popo lari e s i sc ri vevano opere originali nella l ingua madre
«MESH/lRI» I GJON BUZUKUT CISSS)
BOTIM KRITIK
Tradizioni - Usi - Costumi folclore
Vitalità, crea tività, amore per le trad iz ioni, fierezza di appartenere ad un'unica etn ia, co s tituiscono sent imenti e patri monio spirituale im portante per la gen te albanese. L'arte folc l oristica popolare scritta o tramandata verbalmente dagli antichi cantori e narratori albanesi, abbracc ia un ampio s pettro: poesia, prosa, canti popolari, arte dell'artigianato, dan za, mu s ica ; e ssa ne cos tituisce paite preponderante riv e l atasi cli vitale importanza nella s toria albanese.
La tradizione, i l culto dell'antico sono s tati .sentimenti vivi che hanno rappresentato un motivo d i unione , una vi a maestra sempre percorsa nella lunga storia di questo popolo; mot rice antica che ha amalgamato valori nazionali , contri buendo a creare i presuppos ti dell'indi pendenza e senso dello Stato.
La vecchia terra abitata dalJ ' Tll i ri, l ' Albania, per la sua i mportante posizione geostrateg ica, ha sempre rappresentalo la via cli comunicazione tra l'ovest e l ' est europeo, nei secoli è stata sempre contesa da lle grand i Potenze.
Sembra impossibile che le dominazioni dei romani, slavi bulgari, normanni, tu rc hi , veneziani, ungheresi, italiani clominatori a turno de l territo ri o a lbanese , non s iamo stati capaci d i colonizza re totalmente queste terre
La loro i nfluenza cu l turale, so ciale, politica è stata poco significativa ne ll e fasce costiere, quas i nulla nelle zone delle montagne, ove p i ù rad icat i era la tradi zione, i v alori sociali, le legg i. Si può affermare che le fiere e bellicose popolazion i delle montagne abbiano contribuito i n maniera forte a conservai·e pressoché integre leggi , us i, t radizioni , vita politica e sociale; mante nendo co sì inalterata ne i te mpi quella che io chiamo al ba nes ità : senso dell'onore, dell'ospitalità, unità della famiglia e dei gruppi sociali , rispetto delle leggi stabilite e tramandate dai padri . E semp io ce rtamente probante ci viene fornito dalla lettura del "Codice Kanun" 9 •
T rattasi , come già accennato i n nota, di un ant ichissimo testo di diritto consuetudinari o a lbanes e Tale testo, raccogl ie leggi e consuetudini delle montagne albanesi; è d i g ran de importanza per la storia della Nazio ne e pe r lo s tud io della etnologia giuridica.
La racco lta d i "leggi" pér la sua ricchezza di espressioni ha co n tribuito ne i temp i a tramandare s toria e usi del popolo schipetaro.
Il Kanun abbraccia tutte le te mat ich e legal i cie l tempo: l a Chiesa, la famiglia, la casa (p roprietà), i l matrimon io, il bestiame, i poderi, il lavoro , le mediaz ioni e donazion i, l'onore, la parola data, i dan n i, i delitti gravi e infaman t i, il codice giudiziario, p r iv i legi, esenz ioni .. .come si ved e una visione completa del la vita
9 Nel l 913 Padre Gjecov pubb l ic(l ne l la ri v ista " La Stell a della l uce " alcun i capi to li su lle consuetud i ni gi u ridic he albanesi I pad ri francescan i d ell'A lb an ia alla su a morte , riuscirono a comp le tare i s uo i scri tt i e pubbli c aro no l' opera ne l 1933, con la pres entazio ne di Padre Gio rg io F ishta.
Il principe Lek (Alessandro) Duk.agjin, capo dellafarniglia che tradizionabnente aveva l'onore di conservare il Kanun e di interpretarlo. Proprio perché depositari d el Kanun i Gjomarkaj - dei quali si narra la discenden za da Lek Dukagjin - hanno sempre goduto di grande considerazione, ma l'autorità da essi esercitata era di tipo tradizionale, più che altro autorità di giudici e di pacieri, che attirava rispetto ed ossequio per l'intrinseca g iustizia e la fedeltà ai costumi aviti Essi erano « Capitani», cioè guide giuste ed esperte in pace ed in guerra Ad essi era tributato grande rispetto, poichè la loro onorabilità e ra riconosciuta da tutti. Ogni buon albanese, infatti, non onora la ricc hez.z.a, bensì la liberalità e la saggezza , la malurilà del pensare e l'elevatezza del sentire: per questo i Gjomarkaj erano considerati i più nobili fra gli Albanesi, senza con ciò creare alcuna distan za fra essi ed il popolo, che an zi, proprio per questo, erano con siderati parte essenziale del popolo della rnontagna ciel te mpo con p iù di 1300 art i coli o sim ili. TI Kanun rima se in vigo re fino a l 1930 c i rca, infatti d u ran te il regno di Ahm ed Zog, furono emanati alcuni decret i (D. L. del 30 g iugno I 928) c h e ribadivano la validi t à del codice di Le k D ukagjini e d i Scandenberg pu rc hé non in contrasto con l'ordine pubb l ico e il buon cos tume
Padre Giorgio Fi shta, nato nel 1871 a Fishta , presso Scutari, compì in Bosnia gli studi.filosofici e teologici Il nome di Giorgio, in sostituz ione di quello di Zef (Giuseppe), lo assunse durante l'anno di noviziato nell'Ordine francescano (1866) R ientrato in Albania nel 1893, si dedicò all'insegnamento ed alla valorizzazione della lingua albanese mediante la propriajèconda e validissima vena poetica. Era un prqfondo conoscitore della lingua e dei costumi della montagna dell'Albania setteni rionale, nella quale vedeva ancora inca rnate e vive tutte le virtù civili e religiose del suo popolo. La principale opera poeiica è considerata «La huta e Mals is» (li Liuto della Montagna, 1905). La rinascita della nazione albanese ed il suo risveglio dal seco lare torpore erano ilfìne dell 'opera del lette rato e dell'a zione dell'uomo politico Anche i potenti vicini, bersagliati dalla sua penna per le rnire di espanzione in terra albanese, ne riconobbero il valore e lo ins ignirono delle più alte onorificen ze : l'Austriagli confèrì nel 1912 la Ritterkreu z, la Turchia l'onorificenza Maarif, la Grecia lo insignì della decorazione Phenix e l'Italia lo nominò membro della propria Accademia. G io rg io Fishta seppe mettere a frutto l'ascendente conquistato, difendendo i diritti della nazione albanese, al term ine della prima guerra mondiale, quale componente della delega zione del governo di Tirana alla Cor!ferenza per la pace. Nel 1919 si recò a Parigi. Passando per Roma si rivolse al Generale dell 'Ordine Francescano ed allo stesso Pontefice Benedetto XV per ottenere appoggio alla causa di una vibrata protesta per le persecu zioni serbe contro gli albanesi del Kosovo Morì nel 1940, presagendo tempi tristissimi per l'Albania.
Le tempeste pol it iche degli ultimi 50 ann i , hanno d i fatto corroso parte del le vecchie u sa nze e dei principi che hanno governato per secoli l'Albania.
R imangono comunque ancora inalterate nell'animo del popo lo molte trad izioni, il senso d ' ospitalità, la solidarietà sociale verso i più poveri, la dign i tà cieli ' uomo , la sacra li tà della parola data (besa) Sono sentimenti che s uscitano interes se e stupore tra gli stran ieri che sempre più numero si visitano l'Albania. Un esemp i o an t ico e imp o rtante fu la test imonianza di Lord George Byron (1788 - 1824), che scrisse a lungo sulle be llezze albanesi , sul folclore, sul pensie ro fi losofico popo la re, dopo il suo sogg iorno i n Albania , tutt i rico rdano l'opera "TI Pellegrinaggio del Giovane Aro ldo" (anno 1812)
Nel le man i festazioni folc lo r is tiche e usanze sociali tuttora si nota l a semplicità cd i ntensi tà del pens iero fi l osofico; la be ll ezza e la purezza s pirituale della gestualità unita alla saggezza contadina, a vo lle d isarmante, cose d ' a l tri tempi, eppu r e, è viva, sentita curala, come un bene da conservare .
T rapso di e i vecch i maestri popola ri delle montagne sono i cus t odi dei racconti, de ll e cantate che vengono tramandate da generazioni. Sono l iriche, ra ffi nate , ricche di significati di autori ignoti . Esse s ono state ve icolo cli continuaz ione, di cultura, seme e leva molto usata, i n tempi passat i, dagli intellettua l i e dag li uomini po li tici cie l Rinascimento albanese. Studiosi attratti dalla s ti molante materia, si s ono c i mentati scrivendo trattati , racco lte su l folclore e tradizione, ricordiamo tra i più noti:
Geronimo Dc Rada - Demetrio Kamarcla - Gi useppe
Schizzo - Francesco Auqti - Cesare Marini - Felice
Stafa - Antonio Sanlori - Alberto Stratico - M ichele Belusci, e lo stesso Padre Giorgio F ishta e Padre Stefano Gjecov (francescan i). La prima pubblicazione su questa tematica fu sta mpata a Fi renze nel 1866 da Geron imo De Rada e Nicola Ieno de Coronei con i l titolo "Rapsodie di un poema albanese".
E'anche da rico rdare la grande raccol ta "L' Ape" di Cimo Mitca pubbl icata ad A lessandria ne l 1878.
Giuseppe Castelletti, "Consuetudi ni e vita sociale nelle montagne albanesi " secondo i l Kanun di Lek Dukagjin i, pubblicato in "Studi Albanes i" - Roma 1933 -34; "D i alcune usanze di caccia albanesi" - pubblicato in" Archivio" di Vittorio Scialoja pe r le consuetud i ni giuridiche agrarie" - Firenze 1935; Salvatore V ill ari, P. G iuseppe Valent ini , recensione del l ibro del V i Ilari, " Civiltà callolica" - Ro m a 1940 ; "Sul Kanun di Lek Dukagjini ", a rtico lo nella rassegna delle informazion i bibliografic he della Agenz ia D rin di Tirana.
Inoltre, fra gli scritti pi ù significati.vi: Gioacchi no Volpe, "formazione storica de l l'Albania" Roma - 1940; Mustafà Me rli ka Kr uja, "Nascita della Grande Albania", pubblicata in " R ivista d'A l bania" - Milano 1941; Manli o Ud ina, recens i one cie l libro citato de l V i llari, p ubblica lo in "Rivistad' Albania" -M il ano 194 0; Ernest Koliqi, "Tradizioni e canti popola ri albanesi" - pubblicato in "Ri vis t a d'Albania"