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3.2 A difesa delle giurisdizione sabauda

Ecco dunque che, esposte le ragioni dei due contraddittori, si ha modo di prendere atto di come sulla base della stessa clausola si arriva a rivendicazioni, pretese, ed interpretazioni, l'una ben lontana dall'altra; è sì vero che i toni e le richieste del Narbona sono sicuramente eccessivi, ma non ci si può nascondere nemmeno dalla realtà: de facto questi beni hanno continuato ad essere amministrati dagli spagnoli, che mai li avevano del tutto abbandonati; e la rivendica del dominio da parte dei Savoia sulla base di un trattato sembrava alla Maestà Cattolica ben poca cosa, convinto com'era di essere gli stesso legittimo proprietario, spodestato con la forza. Bisogna pure riconoscere che risulta difficile in questo contesto dire cosa sia giusto o meno, posto che ci si trova di fronte a clausole vaghe ed indefinite, inserite unilateralmente ed in malafede da Filippo V, ma pur sempre accettate senza troppe riser ve da Vittorio Amedeo. In sostanza il problema sta alla base del trattato stesso, concluso di fretta tra due parti portatrici di una diversa (se non opposta) volontà.

3.2 A difesa delle giurisdizione sabauda

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Nel portare avanti la sua interpretazione dell'Atto di Cessione della Sicilia, il governo sabaudo si arma di abili e fini giuristi al fine di reclamare e difendere le prerogative regie di Vittorio Amedeo; sul punto della regia giurisdizione troviamo redatto un parere da parte dell'Avvocato fiscale della Regia Gran Corte Ignazio Perlongo, l'Avvocato Fiscale del Tribunale del Real Patrimonio Antonino Virglio, il Presidente della Regia Gran Corte Casimiro Drago insieme al Consultore giuridico del Viceré Maffei, il noto Conte Nicolis di Robilant. Questo parere, in circa 40 pagine, tocca sette punti controversi a cui corrispondono altrettante regalie violate dagli amministratori spagnoli. L'analisi di tali punti nasce da singoli casi concreti che rappresentano l'occasione per esporre in linea teorica le origini stesse della sovranità e le sue concrete esplicazioni; non mancano infatti citazioni delle sacre scritture e di antichi autori, le cui teorie talvolta rasentano la teologia, per poi introdurre, nelle ultime pagine di ogni singolo paragrafo, il singolo caso concreto che è brevemente affrontato e risolto. Troviamo dunque una comune struttura argomentativa, che parte da astrazioni teoriche e teologiche per poi ricondursi alla fattispecie concreta; tale coerenza è

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