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Internamento a Denon Che fu

successivamente, il comandante Mazzella che aveva contratto la pellagra. Nell’ottobre 1944 il tenente del Genio Navale D.M. Ernesto Saxida, malato di beri-beri e di cirrosi, fu a sua volta ricoverato, venendo curato con mezzi di fortuna da medici americani e inglesi. Successivamente fu sottoposto a cure da parte del medico giapponese dottor Tukuda che, per esperimento, gli fece un’iniezione di soia. Il 1° luglio 1945 Saxida morì. Il dottor Tukuda, per la sua attività nel campo, fu fucilato dagli americani come criminale di guerra. Il 2 luglio 1945 giunsero nel campo, come detto, il comandante Galletti e 26 italiani provenienti dalla Cina. Il comandante Galletti fu ricoverato per 23 giorni per sospetta tubercolosi. Il marinaio Spirito Simonetti, già operato in prigionia di appendicite e, poi, per peritonite, fu sottoposto a un terzo intervento chirurgico per le complicazioni operatorie dovute alle pietose condizioni igieniche in cui si operava. Successivamente fu deciso il trasferimento in altri campi dei prigionieri, ma, a causa dei bombardamenti americani, l’operazione dovette essere per ben tre volte rinviata. Finalmente, il 15 agosto, i prigionieri italiani furono trasferiti nel nuovo campo di Warabi. Rimasero sei ufficiali, un sergente e tre marinai feriti nei bombardamenti, che vennero liberati il 30 agosto 1945 da unità della 3ª Squadra Navale US e consegnati alle autorità americane.

Internamento a Denon Che fu

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Si trattava di un convento di francescani canadesi, costruito in legno, situato alla periferia di Tokio. Agli internati, per la maggior parte diplomatici della Legazione a Tokio e dei Consolati di Kobe e Osaka, di Dairen e Harbin e Taioku (Formosa), vennero tolti i privilegi diplomatici. Nel campo si trovarono interi nuclei familiari e la pulizia fu affidata agli stessi internati.(170) Il 6 novembre giunse anche l’ambasciatore, barone Mario Indelli, con la moglie. Le condizioni di vita e la promiscuità diedero adito a seri problemi di convivenza. Continuarono i tentativi di far riconoscere l’applicazione del diritto

(170) Fra i militari, oltre all’ammiraglio Balsamo, vi erano: l’Addetto Militare, colonnello Guido Bertoni con moglie e due figli; l’addetto aeronautico, tenente colonnello pilota Riccardo Federici (l’ex marito di Claretta Petacci); l’addetto navale aggiunto, capitano di corvetta Gregorio Guidobono Cavalchini; il tenente di vascello Alfredo Tarabocchia, il guardiamarina Giuseppe Gaglioni; il capo furiere Arrigo Russiani; il secondo capo furiere Emilio Scotto.

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