coraggio»281, ha ricordato Lussu. A questo compito, trasfondere fede, sono chiamati gli intellettuali; a lasciare, cioè, le contemplazioni iperuraniche per imbracciare il fucile. E quando la pressione monta, l’adrenalina contorna il campo visivo; l’azione detona. Viene in mente la massima di Malaparte: «Nulla è perduto finché tutto non è perduto»282. Però Lussu non si fa illusioni. La sua Teoria è laboratoriale: se anche l’antifascismo disponesse della manovalanza, cioè l’avanguardia armata che ha cartografato in un fiume d’inchiostro, sarebbe comunque decapitato, perché privo di una direzione politica degna. Né confortano gli umori popolari, fermi alla «rassegnazione silenziosa», quando per la guerra civile serve la rabbia. Vi sono poi dei difetti congeniti agli italiani da non scordare: su tutti, l’autore rubrica l’incapacità di tacere e preservare qualsivoglia segreto283. La potenza di fuoco dei cospiratori, poi, è risibile al cospetto dello strapotere della dittatura, che non esiterebbe ad avvelenare i concittadini insorti con armi chimiche284. In caso di vittoria, però, Lussu esclude vendette postume: sarà disarmo, non annientamento materiale. «La sconfitta — infatti, e forse pesano i trascorsi al fronte — è sempre un fatto morale più che fisico. Abbattere il coraggio dell’avversario è vincerlo. Se, in Italia, distruggere il fascismo volesse dire sopprimere tutti quelli che sono stati fascisti, bisognerebbe sopprimere una ottava parte del popolo italiano, qualcosa come 5 milioni di cittadini»285.
2.6 Oltre il tirannicidio: radiografia classista del fascismo Nella Teoria si registra uno scarto saliente rispetto alla strategia di lotta286 che colma un capitolo intero, il quindicesimo. Il titolo è emblematico: «Tirannicidio e terrorismo». Lussu s’affida allo humour per introdurre un tema capitale, che ha rappresentato l’essenza dei desiderata cospirazionisti.
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Ivi, p. 370. MALAPARTE C., Tecnica del colpo di Stato, cit., p. 174. 283 Cfr. LUSSU E., Teoria dell’insurrezione, cit., pp. 513-519; la citazione è a p. 514. La pagina sull’incontinenza verbale degli italiani è gustosa: Lussu provocatoriamente sostiene che le riunioni dell’Aventino sarebbero potute avvenire in pubblico, invece delle segrete stanze, tanto il contenuto ne è uscito regolarmente quasi virgolettato, poi pungola: «Gli italiani hanno in orrore questa pitagorica esigenza del silenzio. […] La sola massoneria ove il segreto è davvero cosa seria, in Italia, è quella dei Gesuiti. Ma la sua origine e la sua direzione sono straniere. Le stesse correnti popolari hanno scarse tradizioni in materia, e la bestemmia altro non è che l’espressione spontanea e sintetica con cui l’italiano tradisce, in un baleno, il deposito dei suoi sentimenti segreti»; ivi, p. 515. 284 Ivi, p. 536. 285 Ivi, pp. 547-554; la citazione è a p. 553. 286 Cfr. BRESCIANI M., Quale antifascismo?, cit., pp. 189-190. 282
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