L'ARTIGLIERIA STORIA, ARALDICA, UNIFORMI DISTINTIVI E MEDAGLIE

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L'araldica in generale, di cui fa parte quella militare, ha una storia molto antica, risalendo all'età feudale, ed è soprattutto un linguaggio figurato, il modo di rappresentare un'idea, un concetto od un fatto mediante simboli che, posti entro uno scudo, divengono il contrassegno tipico , inconfondibile di una famiglia, o di una città o di un ente. Nell'ambito che ci interessa in questa sede, lo stemma araldico di un reparto militare è dunque la rappresentazione simbolica delle gesta compiute da quel reparto, la tradizione figurata della sua storia e può quindi servire ad identificarlo alla stregua del numero ordinativo, della denominazione e delle mostreggiature. L'araldica si attiene tuttavia ad un insieme di regole ben precise e codificate, tramandatesi nei secoli e per lo più difficilmente comprensibili ai non addetti, per cui gli stemmi araldici dei reparti militari non risultano sempre facilmente decifrabili. Cercheremo pertanto di analizzare brevemente gli aspetti fondamentali dell'araldica militare, soffermandoci su quella del dopoguerra. Con la circolare n. 210 del 13/2/1950 fu ripristinata la concessione degli stemmi ai Corpi dell'Esercito, che era stata sospesa nel 1942, per consentire sia l'introduzione, negli stemmi stessi, degli elementi nuovi forniti dai più recenti avvenimenti, sia l'abolizione di quei motivi araldici che risultassero contrastanti con la nuova forma istituzionale assunta dallo Stato . I Corpi che avevano diritto a fregiarsi di uno stemma erano tutti quelli forniti di Bandiera Militare. Gli elementi che caratterizzavano lo stemma erano essenzialmente quattro:

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lo scudo (di forma appuntata, detta sannitica) che costituisce la parte più importante dello stemma, sul quale sono blasonate (cioè descritte con linguaggio araldico) le glorie dell'intestatario dello stemma, in altre parole il fondo sul quale sono disegnate le partizioni (cioè le aree in cui è diviso lo scudo mediante una o più linee verticali, orizzontali o diagonali} e le figure, cioè le raffigurazioni normalmente impiegate in araldica, sia naturali (uomini, parti del corpo, animali , minerali, piante , astri} che artificiali, cioè oggetti creati dalle mani dell'uomo (castelli, torri, ponti, armi, bandiere, corone, etc.), che ideali, cioè create dalla fantasia umana (draghi, grifi, liocorni ,

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etc.), che propriamente araldiche come le croci, etc. l'elmo, di foggia tipicamente romana, cui veniva assegnata una funzione di distinzione categoriale : allo Stato Maggiore Esercito l'elmo consolare, alle Accademie e Scuole l'elmo di Minerva, ai reparti operativi l'elmo legionario, come da figura sotto riportata

elmo legionario

Nel caso dell'Artiglieria, l'elmo portava tre foglie di quercia nel colore tradizionale dell'Arma, il giallo, che però in araldica è sostituito dall'oro. L'elmo del reparto NBC aveva invece le foglie di quercia in nero, colore tradizionale delle truppe chimiche. il fregio , che era specificatamente indicativo dell'Arma, della Specialità o del Corpo cui apparteneva l'Ente titolare dello stemma. Di derivazione più uniformolog ica che araldica, si ispirava prevalentemente ai fregi per copricapi. Nel caso dell'Arma di Artiglieria furono elaborati i fregi per le specialità da campagna. a cavallo, da montagna (non trattata nel presente studio), corazzata, pesante e contraerei, illustrati nella pagina successiva. Questi fregi riportavano, per tutte le specialità, due bocche da fuoco in decusse (incrociate} alle quali erano aggiunti i particolari simboli di specialità, e cioè una granata fiammeggiante sulla cui sfera è inserita una testa di medusa per l'artiglieria da campagna, due sciabole da cavalleria e cordoni dorati intrecciati per l'artiglieria a cavallo, un carro armato d'oro sul quale è posto un drago verde che emette fiamme rosse per l'artiglieria corazzata, una granata fiammeggiante a fiamma diritta e testa di medusa per l'artiglieria pesante, un'ala d'argento per l'artiglieria contraerei.

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