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Considerazioni e giumi o .

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RIVISTA D 'IGIEKE

RIVISTA D 'IGIEKE

È forse nel grecizzante cognome simbolico dell'imputato un elemento storico-gen etico da aversi in consideraz ione accennando a probabile illegittimità del capostipite. Si giunga la pazzia paterna e il ne,.vosismo materno, e ce n'è d'avanzo per la degenerazione della prole.

Dalla serie poi di Lutti i fatti esposti, e che sono di speciale importanza, per caratterizzare la figura psichica deil'individuo, sorgono due ordini di fenomeni psichir.i: l'uno costante, immutevole e che costituisce, per così dire, il fondo essenziale della conformazione psichica di Geo., l'altro incerto, e forse anche transitorio, sovrapponentesi al p•·imo, cercando quasi di velame e di confonderne il tipo.

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Uno zio di Geo. ha chiamato questi disonore della famiglia, senza sapere che daYa cosi del nipote la più esatta definizione, perchò la nola principale dell'imputato è l'assenza ·di quel complesso di affetti costituenti il così detto sentimento morale.

<< Si distinguono due forme di coscienza : una intellet« tuale e una morale. e questa comprende la co' noscen.:a dell'immoralità di un'azione e il sentimeuto di « e:;sa immoralità. Con la prima l'individuo sa che una data « nzione non solo è da nn osa agli in teressi altrui, ma che

• dalla società in cui vive, è ritenuta come riprovevole e

« condannabile: col secondo sente un'istintiva ripugnanza a

« commettere le azioni ch e sa essere società riprovate e

« Di norma, nell'educazione civile dell'individuo

PAZZIA llORALE, SIMULAZIO:'iE, \!ANI.\ 13i5

<< coesistono l'uno e l'altra, sebbene imero sia da ritene•·si

« che il sentimento della moralità succ eda come effetto della , conoscenza di essa. e rigponda, nel suo contenuto, alla

.: natura di essa medesima. Ma è possibile che questa esista

« e non ahbia avuto potenza di formare il sentimento della (( moralità. Ciò negli stati di anomalia di form:1zione della i/. personalità spirituale; negli stati opposti di decadenza può c essere residuo il se ntimento morale, mentre è dilea11 ata n ' «alterata ed oscnrata la co noscenza della moralità: o vi-

.: ceversa può questa rimanere , mentr·e il sentimento della « moralità può essere perduto, od attenuato, <ld alterato.

« Tutti e due possono anche essere non formati, o male «formati, o decaduti, od alterati >>.-VENTURI (1 ).

Ora, da quanto si è potuto pur esistendo in Geo. la conoscenza del bme e del male, manca in lui ogni sentimento di moralità, rimasto io lui originariamente a!>- · in lui agli sforzi educativi intesi ad instillare tale sentimento. Quindi discolo nell'infanzia, quindi disertore una prima ed una seconda volta, ·quindi falsario, frodatore e simulatore.

« Colui che è privo del sentimento morale, sebbene a vero c dire non sia propriamente pazzo nè generalmente imbecille, c si dimostra tuttavia discosto da quel tipo di mediocre mora·

\< lità su cui è foggiata la maggioranza degli uomini civili . Gli « stessi più comuni e più fa cili tra i doveri imposti dalla <moral e, come la deferenza ai genit ori, il ricambio dei piccoli << servizi, il rispetto alle altrui non trovando l'eco

« di alcune simpatie nella sua coscienza, gravano sul pazzo

<< morale come altrettante noiose limi1azioni della libertà

PAZZIA MORALE, SlliUL.-\.ZION E, )IA:iiA

« personale; e non appena gli si rizzano innanzi . solto

« forma di un ostacolo al soddisfacimento d1 d • . . e

<• termJDatJ o pur· liefi appetiti, trorano un animo incapa d . 1 ce

({ 1 to lerarli e una volontà risoluta ad infrangel'li. Cosi il

(( pazzo morale, nato in mezzo ad un ordinamento social

(( affa_tto disaffìne ai suoi istinti, te nde, per legge

« sar1a d'organica costituzione psichica, ad eluderne la di-

« scipl_ina col delillo. Questo, piuttosto che dall'azio ne d'una

« pass10ne veemente, ma e apparentemente

« fortuita, sorge allora come un'espressione spontanea ed

« evidentemente necessaria dell'ordinario carattere morale

(( I nfatti, il passaggio dall' indi1Terenza pura e semplice:

« che rappresenta uno stato nega tivo, al sentimento attivo

« dell'odio e della vendeua , si rende presso che inevita bile

« per la reazione che il contegno del folle morale risve..,Jia

« nell'ambiente che lo ci1·conda. Vedendosi

« nella propria in sofferente autonomia, aizzato nei su oi bi- c Perchè mancano io lui «quei p ·teri inibitori (contl'o-

« SO).!ni, il pazzo morale ricorre necessariamente alla ri<< beli ione, alla violenza, e siJ fa delinquente ». · _ TAXZl (t).

.\ co r reggere il giovinetto indocile agli avvertimenti ta famiglia indusse Geo. ad arrolarsi mozzo . Egli, cresc;uto d'intelligenza, ma rimasto moralmente fanciullo, nella nuova vi a ha trorato maggiori ostacoli ai sentimenti eaoistici l{Uindi si è ribellato ad ogni disci plina, e disertò un: volta . .Xel reclusorio rimase come un vero fa nciullo gente. Uscito ne. ripiglia le relazioni con l'artista, e pur di soddi,fare il suo egoismo; torna a disertare, e ricorre a fa lsità ed a frodi; e, come un fanciullo, chiama non effeaua re un ordine il disertare, bugie i reali commessi. E la sua scusa appaga la sua coscie nza , puntellatasi sull a maledizione materna, com e orig in e di ogni male per lui.

La t'attità - ScaiiLB ( 1) - di farsi credere per sona i nfluente, l' astu.:ia - 1\. RA F FT - (l)- adoperata nelle frodi, il pappagallismo - BATr.uos1 (l) - dei suoi scritti, la simula: ione - LanR (l) - sono tutti coefficienti che suggellano in Geo. la pazzia mo rale « vale a dire quell'indo« mab ile pen·ertimento di carattere ed ineçitabtle tendenza «al male, che pur si accoppia con l'integrità. defla ra« gione, e coesiste con l' es.atla coscienza del bene e del c male:.. - THZI (2 1 • Quest.e erano le condizion i psichiche di Geo. all'epoca dei commessi reali, che lui giudicava come tali, ma con tro i quali non avHa freni da opporre per astenersene, perchè nei folli morali « il reato si prec senta quasi in forma di funzione fisio-patologica d'un or« ganismo costi tuz ionalmente crimi na le; è faci lissimo a ri« prodursi, anch e senza alcun concorso di stimoli straor« dinari; e rap presenta perciò una reazione necessaria, « quasi automati ca, assai meglio che un'azione vera mente « libera e volontaria».- TANZI (2) . «I pazzi morali na· c scono naturalmente plasmati al male ». - l-lVI (3).

Insomma, all'ingrosso, Geo. sa che cosa s'i ntende per bene o per male; ma pe r la morbosa costituzione psichica che gli è p1·opria, non lo sente ; « onde nei continu i rap« porti della vita non trova in sè freno alcu no· a tl'atte« nersi dal compiere quelle azion i che, benchè cattive o « anche delittuose, valgono ad a ppagare i suoi bassi istinti c del momento che corre». - f.i.) .

(t ) C. LonRoso. - L 'uomo - Torino t889, vol. 11, pag. 6 l 9, 607, 601, 6!2.

(2) Bnciclopedia Med. St. Loco citato.

C. LOliBROSO. - L oco ci lato, pag. 614.

(4) Rlv. Sper. di Fren. e l/ed. Leg. 1893, fa s. IV, p. 7H.

PAZZIA MORALE, Sllf(;HZIOS.E, :UAXIA

« motivi) che trattengono l'uomo sociale dalla inconsulta « soddisfazione delle sue immediate tendenze egoistiche.:._ ( f ).

Come osserva LOMBROSO (2), « l'astuzia fu ben delta lo « scudo con cui l' uomo difende e nasconde ;Jn fondo di « debolezza intelletluale », ed all'astuzia è ricorso Geo. tanto per commettere le frodi, quanto per giustificarle, ed egli ha fi n1to per credere vero un sistema di difesa da lui stesso inventato, altra ca ratleristica dei pazzi morali. -

KRAFFT-EBING

(2) .

Tutte bugie dell' infame le accuse che ora l' opprimono; quindi dimenticanza dei fa.ui attribui tigli, quindi confusione tra le due disserzioni, quindi simulazione. )la la stessa simulazion e, da cosci en te che era al principio, è poi divenuta incosciente, e si è trasformata io abnorme e persistente stimolo eccitatore della psiche. Quindi le ilio· sioni, le all ucinazioni, le idee coatte (l'infame , la maledizione materna); quindi la fallacia del giudizio; quindi gli scatti impulsivi (tentato suicidio); quindi l'insonnia.

È risaputo che la follia morale, malattia cronica, spesso anzi congenita, dà luogo a co ngest ioni e perciò a complicanze maniache. « È un fungo, sopra cui nasce (( un altro fungo, parassitari o, ma che non togli e che il • primo sia il punto principale di partenza ». - LoMBRoso (3). E questo è accaduto a Geo., il quale, simulatore prima, ora trovasi di fatto ad attraversare un periodo ma niaco, ch e lo trascina al delirio di persecuzione. Perciò in lui l'auuale scorrere delle idee ed il senso vivo di benessere.

(l ) Compendio di psie!Ualria. - t 88;i, pag. 30!.

Opera cita ta - Vol. II, pag. 361, 607, 604.

(3) Opera citata. - Yol. ll, pag. 631, 607 e 60t

PAZZIA MOIL'-LE, MAXIA '134.9

Tale st ato può essere semplicemente transitorio, come sembra probnbile, o invece precipitare in un delirio sistematizzato. Ma quanto all a follia morale in sè stessa, oon è a sperarne la guarigione in Geo., sostenuta come è in lui da congenita degenerazione per psicopatica ereditarietit paterna.

c venendo ora alla respon sabiliLit di es so imputato. è da considerare che <fondamentale, nei 1·apporti della re« sponsabilità legale degli atti commessi, è la cognizione « del fatto, che mentre non può esservi sentimento della « moralità, senza che ne sia preceduta la conoscenza, la « responsabilità legale deve necessariamente presupporre « la conoscenza della moral ità, come co'odizione sine qua

« non, e graduarsi, per tale rispetlo, nei rapporti non

« solo della intensità di essa, ma della esistenza più o

.._meno comune e normale del sentimento della moralità:..

, Ora la legge scritta intende che siano condannate le

« azioni commesse soltanto in condizioni di coscienza in-

« tellettuale, o intende, con la parola generica coscien,za,

« che si voglia anche la cosci e nza morale'? Se si esige

« anche il conse nso di questa è evidente che la vo r rà con-

« forme a quella che è patrimonio comu ne della società

« sana e normale, e non quale può scaturire come pro-

« dotto di morbosi a ntecedenti spiriLUali; e senza dubb io

« dev e la legge esigere anco la esiste nza della coscienza

« morale degli atti proibiti, che si commettono percbè si

« dichiarino delitti; poichè il fondamento naturale, pre-

« supposto di ogni legge è, in un popolo libero. la con-

« vinzione diffusa. ed accellata dell 'utilità morale di essa >>.

- VENTURI ( l ).

Conchiudendo si riconosce Geo. affetto da frenasi morale e quindi è da ritenersi completamente irresponsabil e reati rommessi; ma per tutela della società, è mestier i che esso venga permanentemente custodito in un manico mio.

Spezia, giugno 189i.

I n base alla presente perizia Geo. è stato prosciolto dalpenale e riformato dal servizio militare.

Due Oasi

FERITA D'ARMA DA FUOCO

Per il dottor Gius e p p e For ti, maggiore medico

Le dilficoltà che ancora oggi si incontrano nel fare una diagnosi di sede nelle ferite d'arma da fuoco, la loro grande importanza militare, ci han no consigliato di ill ustrare due casi clinici oJJertisi alla nostra osservazione nel reparto chirurj?ia dell·ospedale militare di Napoli, casi clinici, i quali hanno un allo interesse, e dal punto di ,·ista della loro rarità, quanto per In diagnosi di sede, e fort un atamente ancora per l'ottenuta guarigione.

Abbiamo creduto opportuno occuparcene, ritènendo per fede che l'azione indagatrice del chirurgo non deve solamente nei morbi per i quah ha in aiuto la potenza della terapia, ma deYe ancora tendere attivamente a studiare quelli nei quali la terapia quasi impotente fa d'uopo sorprenda e sottostia alla natura che lavora e lotta per la sua 1·estitutio/ ad integrum.

Narreremo in bt·eve le due storie cliniche, felici di potere da questo momento dict:iarare che i nostri infermi, ora cercano l'oblio del loro infortunio accidentale nella dolce pace ed allegria delle loro fa mi glie.

I. Castrignani Ignazio, carabiniere a piedi della legione di Bari, classe di leva 1870, col n. 1772 di matricol a , è individuo di sana e robusta costituzione {ìsica, senza pre- · cedenti morbosi degni di essere ri cordati.

Il giomo 9 febbraio ora decorso, alla stazione di Fusc aldo in Calabria, mentre sta,·a riponendo la propria pistola nella fondina, perch è comandato di servizio, l'arma gli cadde a terra, ed esplose un colpo ferendolo alla gamba destra. opportunamente dai sanitari del luogo. il giorno s uccegsi vo fu trasportato con piro::;cafo a e quindi nell'ospedale.

Rimossa la medicatura si osserva al quarto superiore della gamba destra parte interna, ed anter iore, al• di sotto della tuberosità della tibia un forarne a contorni alquanto frastagliati , e della di circa nn centesimo. L'-esplorazione di dello foro constata un canale che si dirige un poco in alto, ed all'interno per quas i sei centimetri, ma tanto nel fondo della {erita, come anche nei dintorni dell'articolazione del ginocchio, e nel polpaccio della gamba, non :-i riesce col più minuzioso esame a sentire la presenza di corpo estr·aneo. I l ginocchio è alquan to tumefatto, ma uniformemente, la cute che lo copre integra. ed un poco calda. I movimenti dell'articolazione del ginocchio sono pure limitati: l'estensione cioè è completa, ma la Ocssione della gamba coscia, non arriva che a formare angolo reno, e se la flessione viene eseguita con esagerazione, o bruscamente, il fer ito rise nte dolore abbastanza pronunziato nell'articalazione, dolore che si ris-reglia, sebbene più lieYe, colla pressinne sul ginocchio. L'i nfermo è apiretico, e non che pesantezza di capo, ed abbattimento morale per il caso occorsogl i. ...

Disinfettala la ferita, ed i suoi dintorni con irrigazioni di

01 1-'&RITA o' AR:VA DA Jo'UOCO 1353 su!Jlimato al mezzo per mille, si applica una medìcatura riaorosa mente antisettica all'iodoformio, si fascia l'articoo !azione del ginocchio in modo da immobi lizzar·e l'arto nella sua completa estensione, e postolo in un canale di fili di ferro, si colloca sul ginocchio una vescica di ghiaccio.

J!io rni seguenti il quadro sintomatico non subisce mutamenti : l'infermo è mantenuto ad opportu na dietetica, e si persiste nell'appli cazio ne del ghiaccio sulla parte.

15 febbraio. Si rinnova la medicatura, e si riscontra ch e la tumefazione nl ginocchio è scemata, che nl forarne della ferita è caduta l'escara, e che si inizia il processo di cicatrizza zione.

Hl febbraio. La tumefazione al ginocchio è sensibi lmente diminuita, l'infermo non accusa più dcleotia all'articolazione: si toglie la vescica col ghiaccio, e si mantiene la fasciatura immobilizzaote.

22 febbraio. R innovata la medicatura, la riparazion e della ferita progredisce, il ginocchio è ridotto quasi al suo volume normale. ·

1• marzo. La terita prosegue nel suo lavoro di cicatrizzazione; il ginocchio è ritornato allo stato normale.

7 marzo. La fer·ita è completamente cicatrizzata . Nell'articolazione del ginocchio, per l'inerzia cui fu condannato l'arto nel corso del male, si trova una marcata rigid; tà. Cominciasi il massaggio locale, con balsamo di Opodeldoch, ed un'appropriata ginnastica.

1• <1 prile. La rigidità all'articolazione del ginocchio è quasi del tutto scom parsa; i movimenti quindi di estensione e fle ssione del ginocchio so nosi ristabiliti in pressochè la loro totalità. Si ripete una rninuziosa palpazione su tutta la parte, e vicinanze, ma risulta sempre uegati va. :iessun indiziù di presenza di pro1ettile .

12 aprile. L'infermo un poco deperito nel geuerale esce dall'ospedale per recarsi in licenza di convalescenza di giorni sessanta, in attesa dei bagni termo-minerali d' Ischia ai quali c stato proposto, affine di ricondurre l'articolazione del ginocchio al suo pristino stato fisiologico, e restituirle la sua normah\ tonicità .

· li. Brantegani Luigi, soldato nel ·l O reggimento bersagliet·i classe 18i2, col n. • 172 1 di matricola, è individuo di sana e buona costituzione di temperamento misto, a prenlenza linfatica. Il giorno 25 febbraio u. s. era seduto presso un tavolo nel Castello deii'Ovo, e scriveva una lettera. Al :-uo Ialo de:;tro stava ritto in piedi un altro soldato, il quale esaminava una rivoltella che teneva tra le mani, ed esternava il desiderio di acquistarne una eguale. All'improvviso, e per puro caso accidentale, l'arma esplose, ed il Brantegani ·si sentì colpito dal proiettile alla spalla destra. Ri coverato all'ospedale militare, all'ispezione si rileva poco sotto il bordo della spina della scapola destra, presso la metà della detta spina : 1° un'apertura di forma circolare della larghezza di una moneta di un centesimo, a contorni regolari, contornata da un alone rosso per circa un centimetro, e che nel suo centro appare di un colorito brunastre scuro : 2° una discreta tumefazione in tutta la regione della scapola, sino alla colonna vertebrale, e che si estende in basso alla regione dot·sale. All a palpaziooe si ha notevole dolentia in tutta la parte tumefatta, dolentia che si rinnova, ed aumenta coi movimenti del bt·accio destt·o. i quali però passinmente sono tutti quantunque in modo relativo. N<m si ri:;contrano segni di frattura della scapola, e neppure delle costole, o della spina dorsale , nè si avvérte in un punto qualsiasi del dorso e dell'ascella la presenza di un corpo estr:;neo. Lo specillo introdotto nella

DI FERIT.1 n' AR,IA DA FCOCO 1355

ferita, non penetra che per circa due centimetri obliquamente dall'alto al basso, e dall'esterno all'interno. ma senza percepire r incontro del proiettile. Da respiratorio nulla nota di anormale: del pan normale e la temperatura del corpo.

11 ferito viene medicato con rigo rosa antisettica immobilizzante, preiia di iodoformio sui margini èella ferita> e dal giorno successivo fino al 3 marzo la temperalUI'n oscilla fra 37,5 al mallino, e 37,9 alla sera e dal tre marzo al 12 detto mese fra 36,5 e 37,5.

1" marzo. La ferila alla spalla si va denuda ndo dtll'escara. la tumefazione. ed il dolore sono diminuili. Havvi qualche raro r.ol po di ma l'esame del petto è ne.:{ativo.

'2 marzo. lato destro del torace posteriormente, ed in basso si rileva scomparsa del mormorio vescicolare, indE-bolimento del fremito toraco vocale.

6 marzo. l >e;.:ni fhicì del versamento nel cavo pleurico destro sono sempre limitati alla parte inferiore.

8 marzo. Si vanno dileguando i segni lìsici del versamento endopleurico.

1O marzo. L'infermo continua a migliorare sia nei fatti crenerali che locali. movimenti del tronco, sp ecialmente ;urvandosi in avanti il paziente arverte senso di lieve dolot e nella regione rlorsale sulla doccia vertebrale destra, ove una accurata esplorr.ziooe ri esce negativa.

16 Es istono segni di catarro gastrico, l'alvo è chiuso da cinque giorni. Vi ene somministrato un lep-giero ecoprotìco, e si modera la dieta.

18 marzo. L'infermo ba passato la notte in agitazione, ed oltre a quello del dorso accusa dolore eziandio alla regione epatica, parte anteriore, speci almente nelle ore notturne, e sotto la pressione esercitata presso l'arco co- stale inferiore destro, e nelle profonde inspirazioni. L'esame fisico della loca-Jitit non riscontra alterazioni. L'infermo non ha evacuato l'alvo da due giorni : temperatu ra normale. z:> marzo. La ferita alla spalla è pressochè cicatri zzata. movim enti del tronco l'ammala to avverte sem pre un lieve dolore alla colonna vertebrale, regione dorsale in· feriore.

21 -23 marzo. Continua il dolore alla regione epatica, sebhene alleggerito.

Ebbe scariche alvine.

28 marzo. la notte trascorsa fu continuamente travagliato dalla tosse. Si ha nuova ddusura dell'alvo da cinque giorni. L'esame obbiettivo non rileva che respira zione aspra alla parte inferiore, e posteriore destra del torace, ove è ancora lievemente scemata la sonoritil.

1° aprile. la cicatrice della ferita alla spalla è completa. L'infermo accusa ancora la solita molestia alla regione epatica, durante le profonde inspirazioni.

5 aprile. Ogni disturbo nel cavo toracico, e nell'addominale e scomparso. Si ·pratica una norella in ispecie alla gronda vertebrale, ma non viene dato di constatare la presenza di corpo estraneo.

7 aprile. L'infermo esce dall'ospedale completamente guarito, e solo alquanto deperito nel fisico per la ospedaliera. Gli viene perciò accordata una licenza di con · valescenza di giorni sessanta.

DI FERTTA D'ARliA DA FUOCO 1357 ad unà approssimativa diagnosi di sede dei proiettili. Xon mancammo in tale circostanza di consultare le ope:-e dello del Pirogoff, del .Bach. del Fisc!Jer, del Richte1·, ma ciò nullameno noi siamo rimasti nell'incertezza, poic hè in caso diverso non avremmo mancato di a qualsiasi atto operativo, ove ne fosse sorta la prec1sa IDdicazione.

Ln prima ferita è prodotta da un proiettile di rivoltella di prescrizione militare. La distanza tra l'arma esplodente e 1;1 parte colpita è brevissima, meno di 50 centimetri. La pal!a deve aver e colpito la tibia al di sotto della sua tuberosità interna. È possibile che il proiettile per la resistenza incontrata possa essere riuscit o per lo stesso forarne, ipotesi che sarebb e avvalorata dalla forma Jare. e frastag liata della ferita. come succede appu nto nei fori d'entrala delle ferile prodotte dallo scoppio di granata o di mitraglia? A questa interpretazione si può muovere l'obbiezione che in tal caso la pa lla avrebbe dovuto rinvenirsi presso il ferito, e nello ste!'so ambiente, nel quale si trovava all'atto dell'accidente; nè vale il dire che fo1·se nessuno, compresi i tre sanitari che ·ebbero per primi a visitare il paziente, pe nsò a farne ricerca, nella per·uasione che iLproiettil e fosse rimasto nella ferita. Eppoi noi sappi amo che le palle, specie se dotate ancora di una certa forza d'impulsione, allorchè incontrano ostacolo, ordinariamente deviano alle parti circostanti, e difficilmente rincul ano, e percorrono i·n primo tempo il tr·agitto fallo, come se cadessero per proprio peso.

Que$te sono le due storie cliniche narrate in breve, e fedelmente onde potessero guidarci nell'interpretazione dei sintomi presentati dagl'infermi e pervenire possibilmente

Non si può ammettere che il detto proiettile fosse_ potu to arrivare nell'articolazione del ginocchio, poichè fino dal primo momento i movimenti dell'articolazione sono possibili, l'esplorazione del canale della ferita, e la palpa- zione esterna. sono negative. 11 Koenig, a tale proposito nel suo grandioso trattato di chirurgia, parlando delle articolazioni, si esprime a un dipresso cosi: non vi è punto più sensibile del corpo umano alle vulnerazioni quanto le articolazioni, quivi le flogosi, ed i loro processi co nsecutiYt tronno più che altrove terreno propizio. Se noi vediamo che un trauma qual.siasi, talora anch e lel!giero, apporta spesso fatti infiammatori, e suppura ti>i, quali e quanti guasti possiamo i mmaginarc che ci avrebbe cer·tamente prov-ocato un proieLtile che con una data violenza fosse penetrato in detta articolazione. Anche a vo ler prescindere dalla sua piccolezza, ed a voler ritenere, se.·ondo le moderne teorie, che il proiellile per il riscaldamento della combustio ne della polvere, fosse asettico, non si puo ammetlere c.he una membrana sinoviale possa rimanere indifferente al del medesimo, specialmente al ginocchio, ove l'attri to per la deambulazione è fort e e continuo. rimane d!mque che l'ipotesi la più probabile; che la si sia incuneata, e poscia incapsulata nella parte dura della tibia, al di sotto della su1 tuberosilà interna; ed in qnesto conr.ello in mancanza di altl'i dati positivi ci confvrta il decorso benigno del morbo, il nessun ri scontro

Che se il proiettile girando atlorno all'articolazione foss e scivolato nel cavo popliteo, o tra le masse muscolari de l polpaccio, noi avremo dovuto assistere a fatti di reazione e di locale, che assolutamente hanno fallo difello.

La stessa mancanza di infiammaz ione reattiva locale, il decor3o tranquillo, e la pronta guarig ione della ferita ci auto· rizzano ad -escludere che la palla abi.Jia potuto conficcarsi nella tuber osità delkt tib ia, sapendo che l'osso per, la sua natura spong iosa in quel punto risponde a simili stimol i qua s i sempre con processi lenti e distrutti vi.

DI HRITA D'AIUI.."- DA FUOCO ., 309 del corpo estraneo in altro punto attiguo, e la restituzione dell'articolazione al suo pristino stato integrale. l'idea che Il curpo estraneo fosse pen etrato nella cavità toracica, o tra qualche spazio intercostal e, poichè, data questa contingenza, i falli pleuti ci avrebb ero certamente presentato una fase più intensa e duratura, ed avremmo anc he pmbabilmente avuto co me reliquato delle nevriti indomabili, noi ten endo stretto calcolo dei sintomi morbosi presentati dal ferit o formulammo il seguente co ncetto .

Anche nella seconda ferita, in quella cioè dE'l Braotegani, la distanza dall'esplosione è brevissima, il proiettile e di riYoltella, il foro di entrala è regolare, con bordi approfondati ad imbuto, la specillaz ion e é negativa, ed il tn1gitto che si può percorrere brevissimo, non r·ag••iunoe i due centimetri: negativa è pure la palpazione n o non solo :-u tutta la regione scapolare, ma eziandio sulle circostanti; nè esiston o segni di frattura, e fatti anormali da parte degli organi contenuti nel cavo toracico.

Io primo tempo siam o costretti perciò a vagare nel campo ipotetico, per riguardo al punto di fermata del proiellile. non potevasi accettare l'idea che il medesimo fosse scivolato nella doccia superiore alla spina della scapola, poichè ·in aBora tanto la specillazione ch e la palpazione n(ln sarebbero rimaste negative, poichè anatomicamente noi sappiamo che in tale regione non vi è di riJeva!Jile per volume cbe tessuto adiposo, ed i due muscoli trapezio e sopraspinoso. T;guali ragioni militano per l'esclusione dell'arr·esto del proiettile nella fossa souospinosa, poichè per giungere allo scheletro scapolare non si incontra che scarsi tessuti molli.

La ma ncanza di frattura della scapola, e la libertà dei movimenti della stessa, e del braccio corrispondente ci autorizzano del pari ad escl udere ch e la palla praticand o un foro netto nell'osso per- la >icinanza dell'esplosione fosse arri vata nella fossa sottoscapolare .

E da ultimo la perfetta funzionalità della vertebrale, e del suo contenuto, nonchè degli organi toracici, ci potevano assicurare che le dette parti non dovevano essere state minimamente ofiese dal proiettile.

All' insorgere però della pleurite essudativa destra. comincia a prendere consistenza il concetto che se il corpo 6stran eo non era pen etra to nel cavo toracico all'atto dell'accidente, avesse potuto scivolarvi in seguito dopo essersi ferm a to tra qualch e spazio intercostale; od almeno era gico il ritenere che esso proiettile si fosse collocato in qualche punto, e per di contulLo avesse suscitato la flogosi plenrale, ed i relativi disturbi respiratorii .

Stabilita quest11 compli canza, le previsioni prognostiche si fecero serie; e fu solo dopo l'arresto della secrezione del liquido nel cavo pleurico, e dopo la com parsa del dolore olia regione dorsale inferiore, ed alla regio ne epatica, che noi potemmo modificare in meglio le dette vi sio ni, e farci un quasi esatto concetto del cammino percorso dal proiettil e e del punto probabile nel quale doveva essersi arrestato.

Il proiettile, perforata la r. ute ed il muscolo delto ide. ha strisciato in basso sul muscolo sotto spi noso, e pr·oseguendo il suo cammino tra il romhoidale ed il gran dorsale si è insi nua<o nella massa muscolare del lungo dorsale , e del sacro lombare. e si è arrestato nella gronda format a dalle apofisi trasverse e spinose, risvegliando per contiguità durante l'assorbimento dell'escara da esso proiettile prodotta nel suo percorso, !a pleurite traumatica essudativa, e suscitando poscia nel suo successivo incaps ul amento, ed arresto defini-tivo, il non dobbiamo dim enticare che oggi, colle armi moderne, i proieltili, specialmente delle armi lun ghe, se per Ja loro piccolezza, per la forza di propul sione di cui sono dotali, s'i nsinuano in Lulli i meati, penetrano in ogni anfrattuosità, e per l'espan sione dei liquidi difficilmente perforano co n nettezza le ossa, possono però nascondersi ed incapsularsi come per il dietro le parti molli, in modo da neutralizzare, e rendere assolutamente sterili gli sforzi cui il chirurgo si abbandona nella ricerca dei medesim i.

DI 1-' EI.UTA D'AI\liA DA FUOCO dolore alla parte inferior·e della regione del dorso, e per su qualche ramo ner_voso spinal e, anche quello riferito dall'infermo lungo l' arcata costale inferi ot·e, con irradiazione alla regione epatica.

Che le nostr e ricerche poi, per il ritrovo del de tto proiettile sieno riuscite vane, e che il mede:>imo possa talune fiate rimanere tra parti molli anche non molto spesse senza che lo si possa riconoscere non deve r eca re meraviglia. Si potrebbero in proposito citare molti fatti, ma ri co r·deremo solo quello ve rificatosi mesi or sono qui in poli sopra una nota persona popolare ferita al collo da un proiettile di r ivoltella. La palla, dopo il decesso del ferito, fu rinvenuta dietro il muscolo ·terno -cleido mastoideo. mentre l'infermo in vita aveva sintomi da fare assolutamente ritenero che fosse penetrata nel cr anio .

Dunque, concludendo, nel primo ferime nto noi crediilmo che la palla p ossa esse rsi incuneata nella parte dura o di alisi della tibia, e che nel seco ndo siasi arrestata nella massa dei musco li situati nella doccia Yertebrale . esterna .

Al ritorno dalla licenza del bersagliere Brantegani, non mancheremo di riesaminarlo, affi ne di riconfe rmare le nost re vedute. E tanto questi, che ti Castrignani, sa lvo il caso di migrazione del proielli le, riteniamo non avranno per l'infortunio di cui furono passi vi, a soffrire molestia qualsiasi per l'avvenire. risorse Lerapiche, noi abbiamo seguito il precetto di tutli gli anLichi e moderni trattatisti delle lesioni Yiolente: invigilare cioè coadi uvando il benefico lavoro della natura che mirabilmente sufTraga l'uomo. non essendovi emorragie da frenare, frammenti ossei da asportare, ci siamo attenuti alle leggi sovrane dell'antisepsi, e l:l nostra terapia si ridusse perciò alla medicatura antisettica. ed al riposo degl'infermi.

RIVISTADIGIORNALIITALIANIEDESTERI .RIV ISTA .t\1EDI CA

sulla reazione di degenerazione . - R EMAK. - (Deutsche med. Wo eh ensch r e Correspondenz -Blattju r Aer.::te, 189 1-) .

L'Erb definì come reazion e di degenerazione un distu rbo della eccitabilità elettrica qualificato dalla diminuzione e dalla perdita della eccitabilità galvanica e faradica dei nervi e della eccitabilità faradica dei muscoli, senza infievolimento e talora con au mento della eccitabilità galvanica dei muscoli, questa però alterala qualitativamente, in modo da effettuarsi lentamente e con inver:;ione della formula di contrazione. N ell a rea zione di degenerazione parziale sparisce la eccitabilità dei nervi, e quella faradica dei muscoli non completamente, ma é solo più o meno diminuita. La vera reazione di degenerazione non accade mai con la muscola tur a islologicu not'male e deve essere sempre riguardata come un segno di zione islologica muscolare. Col tempo la descrizione deiI' Erb ba sofferto alcune mojificazioni che sono state raccolte dal Remak in una nuova definiz ione della reazione di de;zenerazione. L'aumentata eccitabilità della contrazione gal· vanica muscolare, che fu tenuta come il principale crit erio della reazione di degenerazione, si osserva solo nei periodi 8\'anzali della paralisi dt!generativa, manca per lo più nei prim i tempi quando già gli altri sintomi sono manifesti . P ar imente la inversione della formul a della contrazione non é costante. Talora nella confermala r eazione di de gene razionn la contrazione di chiusura del catode può esser più forte di quella di chiusu ra dell'anode, e può a nche nei muscoli com- pletamente sani la contrazione di chiu .:.ura dell'anode esser piu forte della contrazione di cuiusura del catode. Solo il terzo cri. terio, la lenteZ%8 della contrazione che è graficamente espress() dalla poca ripidil.li e grande larghezza della curva é caratteristica per la renzione di deg.merazione gal vani -:a. e esatto il concetto che nella lenta reazione di degenerazione sieno necessarie correnti di lunga durata per far tornare la eccitabilità per la corrente galvanica e la non eccitabilità per la raradica Nella completa reazione di degenerazione riesce ancora ad eccitare il muscolo con la corrente faradica quando non si con scosse succedentisi rapidamente, ma con una sola scossa di un fort9 apparato d'induzione. Allora si osset·va una lenta contrazione del muscolo, e il più attivo deve essere l'anodo. Dopo ripetute eccitazioni presto si esaurisce la contrattilità del muscolo. Sul fondamento delle sopramentovate il Remak pone le seguenti quattro proporzioni come caratteristiche della reazione di degenerazione:

1. E prova della degenerazione muscolare la ripetuta dimosll'azione della degenerazione galvano -mu'3colare;

2. Sicuro ct·iterio di questa non può essere la inversione della formula di contrazione, ma solo la lentezza della contrazione;

3. L'antica opinione che il differente modo di comportarsi d'3i degenerali verso le eccitazioni galvaniche e faradiche dipende della lunga delle pri me no11 è più sostenibile. Anzi sembra che la degenerazione del muscolo alteri il suo meccanismo di contrazione in modo che quanto più forte è la sua degenerazione tanto più lenta mente reagisce ad forma di eccitazione elettrica unica, e tanto piil forlo é l'esaurimento di questa reazione per le ripetute eccitazioni;

4. La lentezza de!Ja contrazione nella eccitazione faradica diretta può indicare la reazione di dP-generazione eolo quando osservasi in pari tempo nella eccitazione galvanica direlta.

YEDICA 1361> aso d'afasia post-epllettlca.. - :\IÈLON, médecin 11D 0 • . 'Il t) de i"" classe. - (.4.rehioes medieales belges, JUI e .

Un 8oldato, dopo una corsa di un è_ (ia violenta crisi con d1sordmall degli li ed incontinenza d'urma, a cm succede stupore profondo, ::n· insensibilità generale, abolizione dei r iflessi: dopo quall ora ritorna in s e, riconosce le per;:one, ma non come 1e · 1· nde le domande diretlegli . - Il mattino success1vo eg 1 pre ·b·l·t· · 't t · si alza e può camminare bene: la sens1 11 a e rt orna_ a, On vi ha reazione febbrile; gastricismo, polso lento e Irn . • . "'olare. ma normale. Ma non puo parlare; coli e8press10ne · lt l' della fisionomia indica che comprende le domande dn·e eg •_; ma non può rispondere: i movimenti della lingua, la masl!· cazione e la deglutizione si compiono Ve rso mezzogiorno egli può scrivere qualche parola: alle 3 pomeridiane può J'ipetere seguendo il movimento delle labbra del suo interlocutore il pro prio nome: alle 5 pom. parla spontaneamente; e la sera alle 8 può rispondere bene. Il mattino successivo pienamente rimesso riferisce, tra altri particolari, chE>, poco ab Luato a bere, a\'ea l'antiYigilia a sera inghiottito sette grandi bicchieri di birra cattiva, poi compiuto la corsa per non rientrare in in ritard?.

Si trattava di un accesso di epilessia ben caratterwsato n (l (asia posi-epilettica: le cau:;;e di produzione sono parec-ch:e, l'emozioni, la fatica, l'intossicazione: ciascuna di esse potrebbe forse produrre talvolta da sola un primo accesso; riunite sono più che sufficienti a determinarlo.

Le emozioni hanno una gran parte nella produzione degli accessi epilettici: in (oodo pE>rò se ne è mollo esagerala la nfluenza diretta, immejista, poiché esse sono la caratteri-stica dei temperamenti nervosi.

La fatica tisica, lo strapazzo agiscono pure talvolta come -cause determinan ti: Ferè ne cita un caso.

L'alcool, o meglio le sostanze contenute nelle bibite alco-oliche del commercio, al!iscono spesso come causa determinante dall'accesso d'epilessia a tutti i gr adi. Dagonet dice che rossono aversi violenti. attacchi epilettiformi dopo l'ingestione anche &ccidentale di quantità d' b.. 1 r h · . "' 1 •b1te a coo 1c e, mass1me se d1 calliva qualita. Darella 1 trattato sugli alcool e l'alcoolismo nota sovratutto' ,?.e suo . · . . ' mtossj.. caz1one prodotta dalle DJrre di calli va 'Iualita e r 1 ·t· . -· d . . . . . ' lene che l ca::.t l eptle::.sta che SI riscontrano necrli ospedali m'l't . sono s d' · · "' 1 l art 1 or1gme alcoolica. Laborde in una c . · , ' ornun1cazwne ali Accademta medtca di PariO"i ottobre 1888 · · Il' · "' ' ' tnstste su aziOne convuls1va d1 certi pt·odotti naturali o art"fì · che enl· 11 . . . 1tctali l ano. ne a d t varie bevande distribuite e che _spertmenlate da lui iniettandole nelle de1 cam deiRrmmarono veri accessi epilettici. caso presente I"A. ritiene che l'accesso debba altriad un di . bibita a.lcoolica, mentre la fatica fiSJca n_e fu una epilessia tossica: l'alcool o megho t dr falstficazione aggiunti alralcool furon: causa occasiOnate dell'accesso in un individuo che doveva gra tenersi come sospetto per taluni indizi o anomal·

""nalate ·..... · · re seo gta come p1u o meno caratteristiche di tale afte · pletaroente distinta, e della quale studia e dimostra il r isveglio !!l"aduale e successivo nel suo malato .

" Questo presenta dapprima incoscienza assoluta, poi si sveglia, riconosce le persone, senza comprenderne i discorsi, quindi mostra colla espressione del volto di capire, ma è incapace di pensaee per se stesso: più tardi ricorda i fatti, ma non le parole per esprimel'ii, ann.esia oerbale; quindi ricorda le pul'ole, ma ron può as sociarle, logopatia. In seguito nascono idee spontanee, ma non le può coordinare; si entra nella Yera che giunge fino al di!lturbo nella coordina•ion.e delle idee. L"in..lividuo combina delle idee ma non le esprime- il linguaggio interno- poi l'ammalato si esprime con segni, in seguito ripete le parole vedPndone la mimica eseguita da altri, e finalmente può parlare e scrivere liberamente, t•iacquista cioè i'integrità funzione.

1U

1 l' l fì d' zrone· aro a t una metà della faccia assai frequente l'juasta nevrosi;

2. l'asimmetria. di colore la crometeropsia e assai rara (25 per 100};

-l .pupillare (nel quinto dei casi);

Le puptUe pm dilatate o dilatabili del normale. Gr·ay lo da come patoguomonico dell'epilessia: Marie e :Moss? .col puptllometro di Hutchinson hanno ottenuto suHalt mvece contrari. ri- pochi anni fa non si era perfettamente d'accorJ•> sul stgnttìcato preciso della parola afasia: la perdita como. n.o facoltà del Intende per !in. ua • lutlJ t segnt rappresentativi del pensiero, linguaacr7o ttcolato linO'Ua<'<,.iO S"r'tt )' · . . 00

1' Studiando i casi. in cui. si presenta ì'afasia posL-epile ttictJ, nota che IO essi o PErsistono disturbi della . btltlà generale in una règione determ nata o è l senso speciale. ' co P1 o ur.

' o o o 1 o, mguagg10 m1mtco: questa è una :,acoltà cerebrale, specialmente motrice, che spesso si cononde con quella della memoria delle parole, da cui va com-

1 disturbi della parola toccano a un dato momento a ssai da vicino (Juelli dell'intelli genza, la transszione ne è impercettibile, e la linea di sepa1·azione quasi impossibile a s tabilire; c gli uni accompagnano agli altri. Bouillaud dire che s i tratta di due distinte che dobbiamo guardarci dal c.;onrondere, ma Yi gono rasi in cui è assai difficile dire quali delle due è alle ra ta.

Ora tutti sono d'accordo con Bouillaud e Broca nel loca1! centro coo1·dinatore della nella te r za circonoolu::ion.e .frontale del lobo anteriore del ceroello, specialmente nel suo terzo posteriore. I fatti dimostrano pure che solo l'emisfero sinistro esercito questa funzione che nel destro è allo stato latente, e solo vi si sviluppa o nei mancini, o in via supplementa re.

Le div.>r!>e maniere di manifestazione del pensiero possono esser lese sia isolatamente che simultaneamente. Le facoltà di parlare. di leggere, scrivere, ral'e segm, sono facoltà connesse fra loro, ma indipendenti. Ciascuna poi di tali facoltà ne rinchiude a sua volla parecchie altre che hanno esse pure un certo gradù d'indipendenza. Non si conosce però in quale misura le parola, la scrittura, il linguaggio mimico sono solidali: quest'ultimo, e specialmente il sorriso, rimane leso meno frPquenle10ente, o ricompare più presto. Quèsto centro delle immagini motrici g rafiche non e ben conosciuto: esso viene localizzato nella parte posteriore .della seconda cirf rontale sinistra.

A. C.

Sin.tomi oculari nella meninglte cerebro-•plnale . - (B r it. M ed. Journ., 23 sett.).

Il òott. Ran dolph (Bull. John. Hopkins Hosp., giugnoluglio) richiama l'attenzione sul numero delle affez!oni oculari che possono occorrere in questa malattia. Tra esse sono a notare, moditì cazioni d e lle pupille, pus nella camera ante riore, coroidite, irite, ciclite suppurati va, pa noftalmite, retinite, ne\'l'ile, ecc. Il fondo ocula r e deve sempre esaminarsi, giacchè esiste comuni cazione tra lo spa zio noidale e i tessuti profondi dèll'occhio attraverso lo spazio intravap-inale. Ricorda brevemente 35 casi in cui egli ha esamiuato gli occhi. Di essi, 21 furono letali. Speciale menzione fa d'un bambino di 20 mesi in cui esisteva trombCisi della vena centrale e relinile emorragica. Il fondo oculare era n ormale in soli l casi e di questi 7, 1 aveva str abismo rli'lergente e pupille dilatate, 1 notevole nistagmo e un altro pupille rortemente dilatale. In 6 casi esisteva nevrite ottica ed in 19 forte stasi e tortuo:>ita e congestione delle pupille. Dei 3 indtvidui in cui era completa l'assenza di sintomi oculari due guarirono e uno mori: il RAOdolph crede che un·ul· te riore esame avrebbe fatto rilevare anche in questo delle alterazioni oculari. Tut:i i casi di strabismo (8) erano diver· genti e l'occhio destro et·a sempre quello affetto. Se gl'indi''idui con nenite ottica non fossero morti, il Randolph c r ede che vi si sarebbe residuata un'a lt'ofia. Egli giudica i casi con lesioni oculari, specia lmente del fondo, come molto gravi.

G. G.

Diabete e cirrosi epatica. (Brit. Med. Journ.).

li dott. Palma ( Ber l. Klin. Wochenschr., agosto) descrive due casi di questo genere osservati nella clin ica di v. Jaksch .

1° Un uom_o di i8 anni, aveva soflerto di debolezza generale sempre più crescente per 18 settimane. La cute era

Medica 1369

di colore brunastro. Vi era considerevole ingrossamento del fega to e della milza: L'orina conteneva molto zucche1•o ma non biliari. Questo caso fu considerato come cirrosi ipertrofica che passa in atrofica .

2• Un uomo di 43 anni cominciò a soffrire quattro mesi prima di leggiera itterizia. Due me si più tardi, l'addome cominciò a gonfiarsi per idrope ascite. Il fegato e la milza non si potevano palpare. L'orina conteneva zucchero e qualche volta a retone come pure pigmenti bihari. Un mese dopo la sua entrata in clinica mori. Il fegato, all'autopsia, fu trovato cit·rotico, i reni erano ingr ossali e il pancreas nello stato normale. Il fegato solo conteneva piccola quantilil. di glicogeno . In questi casi o la funzione glicogenica del fegato è aumentata o esso non é in g rado di trasformare il zucchero in ulico"'eno. Merita considerazione anchP. la glicosul'ia alimen" " t are. 1o questa, il limite dell'assimilazione degl'idrocarburi i> diminuito e può derival'ne una glicosuria permanente. Il P alma ferma l'attenzione sulla pigmentazione osservata nel suo ca«o e la riporta al diabete bronz ino. Egli conchiude facendo nola!'e:

1° Che la coesist enza di queste due malattie é molto rara.

2• Che la malaÙia epatica non può ora eonsiderarsi come la causa del diabete, il quale può essere un'accidentale complicazion e.

3o Che il nome diabete bronzino non dev·essere usato perchè in questi casi il pigmento può far negli organi interni e perchè nelle cirrosi ord rnarie senza diabete può esistere anche quest'accumulo di

G G.

L'autore pubblica i r isultati di qualche osserva zione clinica personale, di tabe, ch'egli considerò come espressione clin ica di artritismo, una scle••osi comune non differisce solto l'aspetto anatomo·patologico dalle altre ::;clerosi dei diversi organi.

1310 IUHSTA

Esaminando tali malati, che portavano le note cliniche dela l'artt•itismo, egli nota la frequente combinazione delle malattie artritiche con quelle nervose ed inelina a credere che le due diatesi non ne formino che una sola .

Questa qu es tione delle diatesi era e rimane sempre assai complicata. Nei tempi antichi la più paete delle !llalallie croniche formava una diatesi : altri invece riunivano molte di esse solto una rliatesi comune : mentre la sifilidé. la scrofola, la tubercolosi, il cancro si ritengono forma re delle diatesi speciali. Lugo! considera invece la scrofola co me l'origine di tutte le diatesi, e con numerosi ese mpi e citazioni di mostt•a esset·si ril evato frequ en temente dagli au tori pasa sali gli stretti vincoli che uniscono le dia tesi artritica e nervosa.

Spesso constatò l'isterismo combinato colla tubercolosi, la tabe col diabete od a ltra malattia artritica, la gotta colle differenti nevro&i o psicosi. È manifesta la natura artritica di molti di quei quad ri clinici che s i associano a malattie nervo se e che finiscono nel loro lento e progres!'ivo decorso all e grandi nevrosi o psicosi. L'etiologia delle due diatesi è comune. La sclerosi dei visceri ha ca ratteri ide ntici a quelli delle sclerosi sistematiche che si risc,mtrano ai centri nervosi.

Non vi é quindi ragione per considerare questi du e stati morbosi come aventi ciascuna una pro pria entità: e CharcoL-. pure disse che si possono considerare come due alberi viventi sullo stesso terreno, comunicanti colle loro radici, e con rellizioni tan to inti me da crea re il dubbio tal ora che non formino per caso un albero solo.

L'artritico é sempre un nevropatico dal principio della sua malattia fino al la. fine. Solamente, per dire il vero, i lenomeni nervosi gravi si presentano nel periodo di sta to, cioè quando compat·iscono i grandi disturbi della nutrizione: e questa è la r agiune, secondo l'autore, per cui il diabete, la gotta, ecc. si trovano associale per lo più alle malattie nervose gra vi.

Anche i sintomi che caratteri zzano il peimo periodo dell'al'lritismo, con vulsioni, pru rito, orticaria, ecc. indicano a suflìcienza che principalmen te il sis tema nervoso è llEDlCA 13i l devialo dal tipo normale e pr esen ta disturbi dei nervi sensitivi, vasomoto r i, ed anche nell a sfera psichica. fanciulli originati da parenti artritici o con quella tara ereditaria, si notano spesso già gravi disorclini nervosi che li fanno talora ritenere, a torto, come isterici : più tardi, in età più o meno avanza ta, quando compaiono i disturbi della nutrizione, quando apparisce l'arterio-sclerosi con Iocalizzazi une nei vari organi, allora l'origine nervosa dell'artritismo "'i fa più manifesta. E .l è appunto in questo perwdo, che l'autore chiama periodo d i stato dell'artritismo, che com · pariscono le lesioni ner vose mu ltip le.

La diatesi nervosa non sa rebbe, secondo lui, che la continuazione dell'artritismo, e rappresenterebbe il periodo di declinazione.

L'andamento dell'arlr ilismo VA diviso io tre grandi periodi: Periodo dei disturb i dinamici, ca r atterizzato da fatti paleggiet•i e fugaci sotto l'dspetto cl inico, e che non laS•'Iano traccie app r ezzabili solto quello anatomo-palologico, come sarebbero gli spasmi locali, le con,·ul;;:ioni, l'incontinenza nottuma delle urine, i leggieri disturbi psichici.

Periodo dei r; randi dist urbi della nutrùione, che abbraccia tutte le malattie dest;:ritte dal Houchard solto il nome di malattie per ral lentam en to della nutrizione: l'arterio- sclerosi che è il_più grave disturbo nutritivo, va classificata in categoria della deuene r a•ione individuale (isterismo, epilessia, demenz a, ecc .): in questo periodo specialmen te si hanno le malattie nervose pure.

I_I cammino dell'artriti>=mo è lento e progressivo, e n(ln fimsce che dopo lunghi anni, colla diatesi nervosa; anzi, siccome la Yita dell' inùiv;ùuo nou basta per l'evolu zi one di questa malattia, essa si trasmette pe r eredità.

Come l'ese m pio rimar chevole di osservazioni portate su alcune famigl ie per tra generazioni consecutive dimostra , si svolge in modo pt·ogressivo se non é inter rotto neHa sua evoluzione da cause perturbatr ici. Se l'unio ne si effettua tra due persone che po r tano la tara e reditaria, esse darann o origine aù esseri che e rediteranno o lo stess o quadro clinico

13n RIVISTA dei loro genitori, ovvero, ciò che è più comune ancora ed ab:tuale, uno stato pa tologko anche più pronunciato.

Il Dieulafoy rimarcò l"mfluenza della eredità nella pr oduzione dell'emorragia cerebrale, non solo, ma trovò che i discendenti sono colpili dalla malattia ad una età assai meno avanzata di quella dei loro ascenden li, ciò che dimostra in ques ti figli una resistenza mollo minore alle cause palologicht-, ed una vitalità meno energica delle cellule component i l'organismo, conseguenza dell'e redit&.. Questa nuova razza s'indebolisce, invecchia più presto, il che apparisce nei grandi disturbi della nutrizione, e si spegne d'o rdinario per ·processi l"Clero!i'i di natura distrofica, o per lesioni psich iche.

Si può seguir'e il corso gradua le della diatesi ar tritica che finisce colla diatesi ner,·osa nella razza israelitica. Gli ebrei, per la loro religi one, si maritan o fra loro. Essi sono per la massi ma parte artr itici; il diabete, la gotta, le nevrosi, e le psicosi sono comuni assai fra di lo ro. !.'aumento dell'arlritismo può essere alterato, modificato da una unione, in cui uno ùei due gt:nerator i non porti questa tara p atolOf]iea: allora la nuova gene razione non presen! erà, o solo ad un grado min ore, la distrofia.

Anche le misure igieniche pre se abbastanza per tempo basl.ano talvolta per arrestare o modificare il corso fatale della malatlia: la questione dell'ambiente è quindi mollo importante.

L' eredita normale essendo unica , a nche l'eredità patologica, la quale non è !:'e n(}l) una semplice deviazione dal ti po normale, deve seguire le stesse leggi ed essere parimenti unica. Dicendo che un individuo è scr oroloso o artritico o net·voso, si ba l'idea di una eredità patologica, che tutte queste mala llie sieno ereditarie: ora, se si accetta l'idea che tutti questi !>lati morbosi sono ben distinti l'uno dall'altro, si !:'a rebbe condotti a c0m prendere eù accettar.J par ecchie eredità

:\'elle affezioni acute si vede pure una stessa malattia sotto aspetti e con dei tipi differenti, a seconda dell'età, della costituziont-, temperamento, nutrizione dell'individuo, e non pertanto ha sempre l'idea dell'un ità Perché non dovranno

'IIEDICA ·13ì3

agire le stesse leggi per le malattie diatesiche, e non potranno tutte queste Yarietit di fo r me morbose essere l' espressione di un unico slato patologico e di una unica diatesi ?

Non ò facile il di r e perché un individuo diventa piuttosto gottoso o diabetico, od obeso, o tabetico, o con paralisi gen e1·aJe. La clinica e l'anatomia patologica ci conducono solo a quesla conclusione: nella prima categoria di malattie vi ha eccesso di materiali per difetto della funzione normale della nutr·izione ; nella seconda vi ha un disturbo mollo più profondo, indelebile, la sclerosi che è dovunque identica.

Cosi se un individuo nato da genitori artritici, diventato arterio-sclerotico con localizzazione a i reni o al cuore, è considel'a to come arll'itico, un altro in dividuo, di egual e provenienza in cui la sclerosi si localizza nel midollo spina le o nel cervello deve pure considera!o come tale, e non essere battezzato come nervoso, se con tale espressione si ha nella mente l'idea di una diatesi a parte.

L'eliologìa si riscon tra pu r e nell'alcoolismo, ed in di vidui nati da alcoolici ereditano il piu spesso delle malattie nervose, cioé di quelle che si osservano nell'ultimo period o dell'arlrilismo: l'alcool non solo precipita l'andamento dell'al'lriti;;mo ma benanche lo fa nascere dove esso non esiste.

Le diatesi alcoolica presenta tali punti di. identità colle altre diatesi che è lecito domandarsi se questa intossicazione non tìnisce per diventare u oa identica diate si colle ttltre, malgrado le contestazioni di talu ni autori. .

Si può dir e che l'artritismo, e con tal nome va compresa pure la diatesi nervosa, ra ppresenta in certo modo la razza umana in decadenza, ed è l'indi zio termine delle generazioni, esattam ente come un a malattia acuta melle fine alla vita di un individ uo .

L'arlritismo non è altro che una deviazione cron ica e durevole del tipo normale dell a nutrizi one. L' orga nismo intiero i'J scoss o da questa perturbazione, che sul principio non è abbastanza fo rte da distruggere la vita di un individuo P ùco a poco l'organismo si abitua a questo mod us oioendi; cellule che lo compongon o, e fra esse lo spermatoz•)ario e l'ovolo, si alterano e questa alteraz ione, perdu-

13i4- RIVISTA rando per lungo tempo nell'organismo, diventa una abitud1ne, un modo di essere, e come tale si trasmette per via dell'eredita. Inoltre l'artritismo essendo una malallia nervosa, è atta, come tale, alla trasmissione ereditaria.

A. C.

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