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L'ASEPSI E L'ANTISEPSI CHIRURGIA DI GUERR A

del dott. P lmbriaeo. maggiore medico incaricato deIl' insegnamento di traumatologia di guerra alla scuola d'applicazione di sanitit militare di . Firenze

La questione dell'asepsi e dell'antisepsi nella pratica cb 1• rurgica di guerra merita di richiamare tutta l'attenzione di coloro che si occupano di chirurgia militare. - Infatti, anche facendo astrazione dagli interessi am ministrati vi ei economici che vi si rannodano, basta per misuraroe l'importanza chirurgica ricordare il noto apoftegma di e di Volkmann « la $Orte, anzi la lita di un ferito sta nelle mani di chi lo medica la pri ma volta ».

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Nè manca di essere pure una questione, come suoi dirsi, di attualità; dappoicbè, mentre nella pratica ordinaria noo pochi chir urgi valenti, fra cui lo stesso Lister, malgrado i progressi del metodo asettico, non sanno peranco carsi daWantisepsi, nella chirurgia di guerra si può recisamente affermare che « lis adhuc sub i'Udice pendet »; e forse non sarà possibile comp orla definitivamente se non in seguito all'esperienza di una grande guerra .

In og ni modo, parmi non inu til e prendere in esame la que:>tione per vedere se da taio esame emergono de ll e conclusioni che possano servirei di norma nella pratica .

Al pari delle idee sull'inquinamento p•1trido delle ferite per l'influenza dell'aria o delle sos tanze eterogenee in essa contenute , l'uso di rimedi antisettici rimonta ad un tempo assai remoto. Jppocrate, Celso, Galeno, i chirurgi del medio evo ado perarono vino, aceto, balsami, resine nel trattamen to delle sol uzioni di continuo. Poscia furono introdo1t1, cosi nella pratica civile come in quella cii guerra, l'alcool, il di potassio, l'acido fenico . l'uso di agenti antisettici. non fondato su principi ben definiti, non era il metodo antisettico e non poteva dare risultati valevoli a favo r irne ed assicurarne la diffusione. Epperò ques ti rimedi adoperati empiricamente , senza norme tecniche fisse e senza conoscerne il valore e lo scopo cui dovevano mirare, rimasero per lo più come semrlici ten . tativi non oltrepassanti i confini della pratica di chi li aveva falli.

Il metodo /a ntisettico ven ne più tardi e precisa mente dopo la dottrina scientifica dei germi, fondata come è noto sulle ri<.erche d i Schulze, Schwano, Tynda ll e soprattutto sulle celebri esperienze del Pasteur.

Fu appunto in seguito a tali studi che Li ster concepì l'idea di tene1· lomtani dalla ferita gli eccitatori della sepsi e d'impedirne lo sviluppo nell'organismo. - Egii coordinò tutti i suoi sforzi a questo scopo, ed il risultato pratico fu la conferma della teoria della putrefazione e nello stesso tempo la più splendida e la più benefica applicazione di essa.

E noto come da lalun i esperimenti fatti nei dintorni di Carlisle per la disinfenzione de ll e acque delle fogne, sia

L'ASEPSI E L'ANTJSEPSI

stata ri chiamata l'altenzione dell'illustre chirurgo scozzese sull'acido fenico. - Le prime prove vennero f1tte nel 4865 nell'o pedale di Glasgow sopra sei casi di fratture aperte - Ma fu nel 18i0 e più p1·ecisamente nel 18i1

(f) che la medicazione carbolica, per· i perfezionamen ti introdCIUivi e per i successi ollenutine dal suo autore, assun·e veramente la fisionomia ed i caratteri di nn metodo speciale di cura chirurgica.

È inutile ricordare che il metodo di Lister incontrò prontamente il favore dei chirurgi, ed i suoi meravigli osi 4 trionfi gli assicurarono una larga e rapida diffusione dapertutto.

Ma sorsero ben presto le opposizioni : tecnica troppo complessa e costosa; agente a ntisettico instabile, irTitante e tos;ico; efficacia non costante. Epperò non tar· darono a comparire le modificazioni, e lo stesso Lister non cessò di studiare :.tlteriori perfezionamen ti. Ed ogg i dopo l'adozione dell'iodoformio e soprattutto del sublimato, che fece ben presto passare in seroridn linea il fenolo, del metodo listeriano tipico non rimane veramente che il glo· rioso cd imperituro ricordo.

Senonchè, mentre il Lister è tenace delle propri e cooYiozioni sull'antisepsi ed al congresso medico intero azio · di Berlino comunica nuove e raccomanda nuo>i rimedi, nn'altra tendenza si va da qualche ann o io qua affermando: l'asepsi si fa strada a fianco dell' antisepsi e contrasta a questa ogni giorno più il terreno . -I l movimento era già preparato; poichè non per l'aeido carbolico, per lo spray > per gli otto strati di garza, ma per la

NELLA CBil\URGlA DI GUllRRA 1421

nettezza scrupolosa, per la diligente emostasia> per l'assicurato deflusso dei liquidi dell<l ferita, per l'esatta riunione e per gli evitati insulli di essa, si credette ùa molti che il nuovo metodo giovasse, e La\\son-Tait, ed altri avevano dato di ciò anche la prova clinica. Però il più valido ed efficace impulso è part tto realmente dalla clinica di Bergmann, ed in grazia dei brillanti successi ivi conseguiti dall'asepsi, questo metodo si è in breve dif· fuso in tutti i paesi, compreso il nostro, dove da vari anni molti dei più reputati clinici lo adoperano con felice risultato massime nelle feri_te chirurgiche.

Ho voluto premettere questi pochi cenni, anche a costo -di ripetere cose a tutti note, per poter coordinare colla evoluzione e dell'asepsi nella chirurgia ordinaria , passi che esse hanno fatto nella chirurgia di guerra. ,.

della guena franco-germanica, sebbene il me· todo di Lister non fosse peranco noto in tutti i suoi particolari, tuttaYia dalle numerose pubblrcazioni dell'autore (l) se ne sapeva già abbastanza, specie in Germania, per poterne apprezzare l'alto valore. - Era naturale pErtanto che i cbi1·urgi militari tedeschi non esitassero a profittarne, por contenta ndosi di un'applicazione imperfetta e limitata, nei soli ospedali.

I buoni risultati ottenuti in quella campagna e soprattutto trionfi ogni giorno più sorprendenti del metodo di Lister

t'ASEPSI B 1' ANTI SEPSJ

nella pratica civile non potevano non richiamare di esso l'attenzione dei chirurgi militari, per studi arA il modo di introdurlo largamente anche nella pratica di guerra, 11 problema si presen tava in termini precisi: in qual modo i soldati caduti sul campo di bauaglia porrebbero fruire dei vantaggi che t1·agp-ono dal metodo antisettico migliaia di feriti negli stabilimenti or·dlnari di cura'?

Però le difficoltà dP-Ila non erano pnche né lievi, essendosi ben presto compresa la necessità non solo di praticare J'antisepsi negli ospedali, ma di portarla altresì sino ai posti di soccorso più vicini alla linea di fuoco; poiche erasi fin d'allora veduto quanto sia difficile rendere asettica ona ferita già infetta.

Ora l'attuazione del metodo tipico di Listar con tutte le complicazioni e. le minutezze ond'era cir·('ondato, doveva per forza essere giudrcata poco meno che impossibile, nelle prime formazioni sanitarie di campagna. « Chiunque ha assistito, scriveva il :\Jac Cormac (1), al triste spettacolo che tien dietro ad un grande combattimento, chiunque ba visto i poveri feriti prh• i dei soccorsi necessari, l'insufficienza degli aiuti, l'esiguo numero dei chirurgi, la manca nza di apparecchi al momento del bisogno, si formerà facilme nte un'idea delle difficoltà che può incontrare la stretta applicazione del metodo antisellico sol campo di batlag lia Longmore, Tbiersch, E,;march, Nussbaum , Fischer, si espressero nello stesso senso.

Eppure l'antisepsi primaria venne praticata ai posti più avanzati di cura e sul campo di bauaglia, col più lusinghiero successo! Al Bergmann ed al Reyher spetta il me:·ito di

Nella Chirurgia Di Guerra

avere superato per i primi, nella guerra le difficoltà che Yi si opponevano. Quando scoppiò questa guerra Esmarch aveva già stabilito il principio che. vista l'im possibilità di praticare l' antisepsi col metodo di Lister nei luoghi di cura di p1·ima si dovesse ivi chiudere la ferita con un tampone nntisettico, di cui egli aveva presentato un modello - Ebbene, tuttochè. come è noto, nella guerr·a del 1878 le condizioni dello sgombero dei feriti dalla linea del fuoco agli ospedali di campa gna 6 di risena, fossero assai sfavorevoli, pu1,e le ferite che sul campo di battaglia era no state o::cluse antisetticamente, furono trovate negli ospedali o di già cicatrizzate o bene nvviate a guarigione. - Reyher nelle ferite articolari per arma da fuoco ebbe solo il 13% di decessi; invece quelle curate solo coll'antisepsi seco.ndari a dettero una mortalità del 6'2 %: e Bergmann su 15 casi di ferite gravi del ginocchio ottenne 15 guarigioni, mentre prima la mortalitit per tali lesioni in guerra sorpassava il 95% (1ì. .

Non meno importanti effetti seguirono alla p1·atica antisettica primaria nelle guem: successive, compresi i falli d'arme delle no stre truppe in Africa e segnatamente quello di Agordat, dopo il quale i nostri medici ebbero a curare 178 feriti (2).

Siffaui risoiLati al cui conseguimento contrib uirono senza dubbio i perfezionamenti e le semplificazioni della tecnica

(lJ Scannr&Lnusca - Anltilung .zut· tlleptischen Wundbeharnllung. Berlin, pag. us.

L. GoTl'ARDI - Cenni sul runzionamento del servizio sanitario militare per la cura. dei feriti nel combattimento di' Ag<lrdat. - Givrnale medico del Il. Esercito e della fl· Jllarina. 1894 - pag. t:!,i

"\"ELLA

Chi Rurgia Di Guerra

e prin.cipalmente gli studi

Ba rdeieuen Bergmann, Port, Longmore e dt taotl a!tt·• per spianare la via all'attuazione dell'antisepsi in guerra, hanno lu minosamente provato che, a preservare dall 'inquinamento le ferite da proiettili, non è necessaria sul campo di battaglia ed ai primi posti di soccorso una medicatura parato a base di sostanze chimiche microbicide, non sia meglio sostituire il materiale semplicemente sterilizzato. l. comp tcata, ma basta la semplice occlusione antisetti ca. Subordinatamente a questo principio si è cercato in tolti gli eserciti di migliorare l'allestimento del mater iale, frazionandolo io guisa che - senza contar e il pacche tto individuale da medicazione distribuito a tutti i combattenti - ne sieno largamente dotati e ne possano essere con fac ili tà riforniti anco i reparti sanitari più avanzati ; e probabilmente si verrà all'adozione dei modelli di medicatura preparati in pl'ecedenza, giusta la proposta fatta dal Bergmann al congresso medico internazionale di Be r li no e petuta daii'Habart a quello di Roma ed all' VIII d'igiene e demografia di Budapest.

E così le difficollà che dapprima si oppo nevano all'at· tuazione pratica dell' antisepsi nelle singole formazi oni sanitarie di campagna, possono dirsi, se non in gran parte appianate.

La proposta d'introdurre l'asepsi nella chiruq;ia di guerra partì pure dal Bet·gmann, il quale nel summentovato congresso di Berlino del 1890, sostenne la convenienza di adottare per i bisogni della chirurgia di guerra oggetti di medicatnra sterilizzati, percbè colla sterilizzazione si sarebbe ovunque in grado di procurarsi buone medicazioni anche C_?O un materiale non buono e si potrebbe agevolmente ottenere la uniformità internazio· nai e a ragione oggi desiderala d1 molti nei servizi di 1• linea, non solo del material e, ma anche aella tecnica.

Nello stesso cong!esso altri pure si pron unciarono a favore dell'asepsi in guerra, e specialmente il Régnier, il quale, avendo adoperato nell'ospedale di sempre senza il menomo inconvenien te, le filacciche sterilizzate in 80 grandi operazioni, raccomandava di.tenere presen te questo abbondante e poco materiale, che potrebbe rendere buon i servizi io determinate contingenze della pratica chirurgica di guerra. (l)

:\la oggi la questione è entrata in una fase nuova, dopo il credito e la diffusione sempre maggiore che va assumendo il metodo asettico nello pratica chjr urgica ordinaria. Si cerca di vedere se anche nella chirut·gia di guerra non conve nga anteporre l'asepsi all'aoti sepsi , od in altri termini, se all'attuale ma teriale di medi ca tura pre-

Più tardi il Neuber, nel congresso dei chirurgi tedeschi del 1892, mostrando come aoche in guerra si potre bbe, con una stufa sterilizzatrice di Schimmelbusch o con.altri semplicisssimi mezzi, disinfettar e i!'trumenti e materiali ed allenere acqua bollita per la nettezza delle mani e della parte ferita od operanda, insistette sulla opportunità d'introdurr e il metodo asettico nelle formazioni sanitarie di t• linea.

5a conferenza internaziona le delle Società della Croce Ro5sa, tenutasi a Roma pure nel 1892, il Comitato unghe-

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