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1046 SCABBIOSI STATI CURATI NEL 1890
. Quanto a quelli che vennero curati in ospedali ci vili I r f ) e llliormaz10m urono circostanziate per alcuni, deficienti 0 nulle per altri.
Nou mi occuperò quindi nè dei curati nelle infermerie d" corpo~ n~ dei curati negli spedali civili, come neppure degl: sc~~b1?s'. non_ appartenenti alla truppa stati curati in osped;li m1htan, 11 cm numero fu altronde così esi~uo da poter essere tra;curato~ e mi_ limiterò ad_ espor~e_°quanto si riferi sce agli 87~ scabb1os1 d1 truppa stati curat, m ospedali militari i in~erm_erie di presidio ed in infermerie speciali delle coro'pa~ gn1e d1 pena, sotto il rapporto dei modi di cura, delle difiìc?ltà incontrate e degli inconvenienti denunciati, come dei r,sullamenti ottenuti. ·
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. La cura celere degli scabbiosi, quale fu prescritta colla C1rc~lare 5 luglio 11889 (11), fu attuata io ogni dove, salvo che 10 uno spadaie principale per il mese di gennaio ed in alcune infermerie speciali di compagnie di pena, dove semb ra che a tu~to l'anno 1890 non fosse ancora giunta notizia di quella Circolare. Però il numero degli scabbiosi a cui non fu fatta la cura celere, fu soltanto di 13. ·
I risultam~nti, complessivamente considerati sotto il rapp~rto ~ell~ degenza, non sono stati abbastanza soddisfacenti. Di fat~i, rite~endo co~ media normale di degenza individuale ,1 termme massimo di tre giorni, come dalla Circolare sop~a ricor~a.ta,_ si troy,a che sopra 59 tra osp edali ed infermerie pres1d1ane e speciali in cui si curarono scabbiosi quella media '
SCABBIOSI STATI t.lì RATI ;'{EL 1890 1on fu superala in 22 ospedali od in- non è comprese in questo calcolo lo ferroerie, fu ollenuta in 23 ospedali od in- spedale di :Massaua del cui ferro erie, non fn rag giunta in 14- ospedali od unico scabbioso infermerie, , nulla si èsapulo. I 22 stabi limenti che in varia propvrzione superarono la media degenza di tre giorni e quegli alLri che pure non avendola olLrepassata o non avendola neppure raggiunta , ebbero tuttavia casi isobti di degenze maggiori, diedero di tale fatto molte e svariate spiegazioni che verranno esaminate pi1ì oltre. Voglio intanto parlare d'un fatto abbastanza importante, ed è che nella in[e!'meria presidiaria di Terni parecchi scab · t,iosi il cui numero non può precisarsi, perchè non ne ru presa nol.a nei registri, ma cbe il direttore e curante, tenente medico dott. Compili , avrebbe . a memoria calcolato essere stati ,12 circa, furono curati ad uso belga, cioè con una sola seduta di metodo celere, e quindi rinviati ai rispettivi corpi, senza essere fatti entrare a prendere in forza ali' infenneria. Questo fatto è, come dissi, assai importante, perchè segna ad un tempo un ideale a cui si vorrebbe giungere e sta a provare che parecchie difficoltà altrove incontrate si po3sano superare e come taluni scrupoli siano immaginari. li procedimento stato usato nell'infermeria di Terni per ottenere un così utile risultalo fu assai semplice e potrebbe per avventura essere imitato altrove, con utile degli ammalati e delle amminislrazioni. Gli scabbiosi vi si presentavano munitidi biancheria .di ricambio ed all'occorrenza anche di abiti di tela di ricambio. Dopo la cura vestivano gli oggetti puliti e se ne andavano, lasciando all'infermeria quelli onde erano vestiti all'entrata. Questi venivano fatti disinfettare e pulire nell'infermeria ed erano poi ritirati a suo tempo dai militar~ stessi. Quanto agli indumenti di panno di cui non era possibile il ricambio, vonivano disinfettati sul momento col solito mezzo dei vapori di zolfo, mentre lo scabbioso sta va compiendo la cnra .
Siccome questo procedime nto fu riconosciuto non solo speditivo, ma esente da inconvenienti, e siccome non s'ebbero a lame_ntare recidive, il direttore di sanità del IX corpo d'armata prescrisse che fosse continuato; ed io ritengo ch e potrebbe vantaggiosamente adottarsi in altre località , prendendosi all'uopo gli opportuni concerti coi comandi dei corp i, sia quanto agli oggetti di ricambio e sia per l'ora in cui gli scabbiosi dovrelJbero presentarsi agli spedali ed alle infermerie. Tanto più facile sarebbe poi e più opportuno nelle infermerie speciali delle compagnie di pena, dove gli scabbiosi trovansi in casa propria.
Recidive. - Quattordici soltanto degli anzidetti 59 stabilimenti accennarC1no alla questione dell e recidive: undici per constatare che non ne ebbero alcuna; tre per dire che ne ehbero rispettivameo te una, due e tre.
Cause delle degenz e superiori a h·e giorni. - .Ne furono indicate molte e pos sono ridursi ai seguenti gr·uppi:
1 ° Circostanze eventuali che :;i opposero all'attuazione immediata della cura ovvero alla regolariià di essa.
Tali sono ad esempio l'entrata contemporanea di molti scabbiosi in un'infe rmeria presidiaria nella quale non era possibile provvedere che a tre bagni al giorno, ed in un'altra la presenza pure contemporanea di parecchi ammalati d'inlluenza i quali non permisero allo scarso personale di servizio d'occuparsi colla voluta sollecitudine di qualche scabbioso .
Occor.;e pure in uno spadaie principale che gli scabbiosi, es;;endo ricoverati in altro locale assai discosto e non bene
Scab Bio Si Stati Curati Nel
.
ba(}'ni non poterono subirvi una cura suffi- attrezzato per , 1')1 · ; ente sorveg ia a. . . f ·e cientem ct·mcoltà le due prime non s1 ripeteranno or:. D; queste i I , . rza si spera sarà stato posto riparo. . Più; alla te . ·tanti non colleaate nè colla scabbia, 2• Malatlte concom, ' D
Il cura di questa. ff tf oè ~o a che parecchi scabbiosi erano ad un tempo a_ e t E occorso . t .· bronchiali febbri malariche, alatt1e. come ca ani ' . r da altre~ ulc~ri venerei, adeniti, itterizia, ecc., le qua t bleoorrag1~, I . ediata attuazione della <:ura della . pedwono a ,mm . .ora iro d ella della scabbia, nchiesero un pro bb. ed ora opo qu · 1· sca ia ' È .d te che uno o due d1 ques i ouimento d'altre cure. evi en d' d li scab· seD . . allerare la de(}'enza me ia eg ammalati bast100 per l'" . . . uno stabilimento. . · li b1os1 in ni cutanee consecollVI a d 30 Eczemi ed altre trrttaz10 ' cura. . . . f . da taluni si dà soverchia imQuesti a~c1dent1 adcui lot1~eevit.are ora moderando lo zelo s1 seppero a a n ' · · portanza, . dora modificando le proporz1om dell'infermiere strofina tor~ e_ I pomata antipsorica della · d'· cost1t u 1ta a degli elementi on e 11·tuendovi quella dell' Hardy F acopea ovvero so s nostra arm ' . d dopo fatta colle dovute · 0 attiva. Ad ogm mo 0 , . . : che e men b t na sola seduta lll ogni caso, ricantele la cura~ al ~he_ as umediante un bagno ed il riposo, mao go no due g!Orn1 ne, qua ' .·ce affatto o per lo meno . · ·taz·one cutanea svani:. . la superstite HT1 i ' . l ·ne desiderato I d permettere I uscita ne term1 è ridotta a ta e a . re tl· meccanici della cura della · · poichè questi eue 1 dei ire g,0rm, b' t· colla scabbia stessa. d bb essere scam ia 1 •
Circolare del 5 luglio 1889, sia nella r1cerdata ola e scorso. della scabbia. Queste circo- 4o Cronicità ed estensione
1o:rn SCABBIOSI STATI CURATI NEL 1890 stanze dovrebbero presentarsi ben raramente, -visto che o seuimana si fanno le visite sanitarie nei corpi. Del resto tengo che anche in tali casi basti una sola applicazio nP. cura.
5° :\lanca nza di mezzi per la sollecita àisinfezione d abiti e delle biancherie.
A mio avviso. questa ragione di maggiori degenze è in a missibile. Sarebbe certamente una Lella cosa se in ogni s:a bilimento vi fosse un forno da disinfezione giornalmente · esercizio. ~la anche senza di ciò, può ottenersi il nostro in tento. Venti11uattro ore al più d' esposizione degli abi ti delle biancherie degli scabbiosi ai vapori di zolfo han sempre bastato per l'addietro e possono b11.stare ancora . E questo mezzo non piace o per circostanze locali non può aL tuarsi. vi è quello dell'immersione per pochi minuti deg l oggetti stessi nell'acqua bollente. Questo mezzo assai semplice mediante il (Juale dopo 24 ore si hanno abiti e biancherie asciutti e perfettamente disinfettati, fu prescrillo fino dal 1889 dalla direzione di sanità del I corpo d'armata a quelli fra gl" stabilimenti da essa dipendenti i quali non potessero prov ,•edere in miglior modo alle disinfezioni. Dove s: danno bagni, l'acqua bollente non manca mai.
Se, com e fn detto più sopra, si potessero avere forni disi nfettanti, giornalmente in azione, allora non sarebbe più que:ctione dei tre giorni di degenza, ma si potrebbe fare qua nto si fa nel Belgio da 30 anni e quanto fu fallo nella infermeria presidiaria d1 Terni , cioè curare gli scabbiosi senza prenderli in forza, risparmian do cosi un a bella som ma e pnreccbie mi• gliaia di giornnte, ora sot tratte al servizio. Al che ho speranza che si arriverà.
6° Da taluni fu addotta come causa delle lunghe degenze la mancanza d'isJruzione e di altitudine nell"infermiere inca-
SCABB10Sl STATI CURATI NEL 1890 d"ffi ·1 1 s· tratta a Ma tale istruzione è forse i c1 e i della cur . · . ricalo alità che è alla portala d'ogni intelligenza. d'una manu.. . t della utilità della cura celere nella piu conv1n o . a Ognora t te prescritte .:olla più volte ncor ata . delle norme s a . . scabbia e . nle appello al buon volere d1 tutti . are, faccio nuovame . C1rcol . . hè ne curino l'esatta esecuzione. i colleghi pe1 c Roma , Iuglio 11891.
Le angine della •oarlatttn des HOpitauz, N. 51, 1891).a . - H. BouRoEs. - (Ga i ette
Conclusioni.
Le angine della "'carJa•t· • ina sono · membranose o gangrenose. er1tematose, pseudo-.
L e a_ngine pseudo-membranose o precoci o tardive Q la p ssono essere divise · ues d1 v1s1one è · t·fl 111 renze sintomatica e g1us i cata dalle ditl pronosllca cho e. condo che essa si presenta fin ,. ~r~senta l'angina, sela ~rim~ settimana della malattftl I01z1o o solamente dopo
L angrna pseudo-membran per la sua beni ani~ osa pre coce sembra, il piu spesso
Rivista Medica 1053
consocia to a coriza pseudo-m embranosa, avesse preso lulto }'aspetto di un angina difter ica ipertossica, non si constatò il bacillo di Loeffie r; J'infiammuzio11e d elle amigdale e le false [J)embrene erano dovute ella presen za costante di un micrococco in catenelle.
1 caratteri morrologici e le inoculazioni agli enimalì hanno stabililo l'identità di questo micrococco in catenelle con lo streptococco piogeno, che, m a lgrado il parere di Klein, non ha alcun rapporto col contagio delle scarlattina, come l'hanno dimostrato Crookshank e Merie Raskin.
I microrganismi, isolati in un modo incostante, e ra no lo stap hyloe<>ceus aureus, lo staphgloeoceus albus, il mic roeoccus A ed il bacterium coli commune.
• C"' per non estende ·
• quasi sullo stato gener I rs1, per non a~ire b l . a e, non appart enc lè i caratteri ob· tt· . enere alla difterite ffi ie 1v1 dell' an<>'in
• a ermare la diagno . r- a non permettano d" L' SJ. I angina pseudo-membranosa la d' essere il 'più spe"'so ct· r iva, al contrario sem b•a 1 natura d·c• · , • L·autore h , t . 1 .erica . a ,a to "'h e"' · b gine scarlattin ose e""c· ~ad~, atteriologici di 30 casi di an d . , roe , 7 angine .I 19 angine pseudo-m b er1tematose o poltacee s· cr . em ranose prP.co d Il • ica, r 4 angme pseudo-memb , cr, e e quali i tosLe culture fatte . . ranose tardive. m questi casi s I . muco o colle false membrane deile u ~1ero e sull' agar, col che quattro volte le c l . . amigdale non hanno dato quattro casi comprendeo onre dr bacilli di Loeffler. Questi vano un'angin p recoce e tre anaine P"' d a pseudo-membranosa tutf · ' 1 enché molti d · · i i ca ratte ri di angine dift . l , essi presentassero er1c ie g ravi e che uno di essi,
In tutti ~li altr7 ca"'· ~ben o-m embranose tardive.
In conseguenza, le angine della sca rla ttina sono dovute ad un'infezione secondaria per lo streptococco piogeno nelle angine e ritemalose, in quasi lutti i casi di angrne pseudomembranose precoci, in alcuni casi di angine pseudo-membranose tardive. È quasi sempr e per le amigdale, infettate fin dall'ini zio della scarlattine, che penetrano quegli streptococchi che si riscontrano nel corso della malattia in tulle le suppurazioni: olili, flemmoni del collo, pleuriti purulente (Marie Raskio, Netter), nelle artriti (H eubne r e Bahrdt), nell e nefriti (Babès) e n elle bronco-polmoniti (Marie Raskin) .
L·infezione secondaria col bacillo di Loeffier avviene eccezionalmente nelle angine pseudo-membranose precoci , mollo frequentemente, al contr ario, nelle angine pseudomembranose tardive.
Questi fatti d imostrano che, per evitare negli scarlattinosi le complicazioni, come risipole, suppurazioni, ecc., devonsi fare frequenti lt1vature antisettiche della gola, della bocca e delle fosse nosali, fin d13Jl'inizio della malatLia.
È necessario isolare tutti i fanciulli affdti da ani,'?ina pseudo-membranosa, benchè non si sia ancora potuto conste1are contagio, quando non si tratta di an gine non difteriche, perché solamente l'esame batteriologico di ciascun caso potrebbe permettere di alfor mare la diagnosi.
Ma prima di tutto, non devonsi mandare que!-l1 maiali nei padi~lioni d'isolamento destinati ai difterici, per ché essi av bero Q'randi p robabilità di contrarre una malattia che hanno.
Sopra le rotture lntra.perttoneaU delle obU 14aU del fegato. - MARIUS MAUNY. - (Journal de Médeet et de Chi r urgie, aprile 1891).
Per lungo tempo si è ammesso che la rottura di una c· idatica nel peritoneo produceva quasi fatalmente la morte Presentemente non si ritiene più così g rave tale pronosti ma si considera ancora come quasi certa la }:>eritonite a tissima in seguilo al versamento rlella bile nel peritoneo Queste due eventualità sono state oggetto di studio per dott. Mauny. il quale sarebbe venuto nella conclusione e i n quest"ultimo caso gli accidenti gra vi non si producon che 'JUando la bile é seuica.
Anzitutto, ecco quali sono i segni con cui si può ricon scere la rottura inlra-rer itoneale di una cisti idatica d fegato.
Spontaneumente, od in seguito ad un traumatismo, il ma,. lato i> preso subitamente da dolori vivi nell' ipocondrio de..: stro con irradiazioni nell'addome. Può seguirne la morte rapidamente, sia per peritonite, come sostengono alcuni autori, sia piuttosto per intossicazione rapida, come sembrerebbero dimostrare alcuni fatti riferiti da Achard. Il pio. spesso però, dopo uno state, di sincope più o meno prolungato, il malato si rimette e si constatano i segni seguenti: dapprima un aumento di volume di tutto l'addome, poi, faUo capitale, il tumore dell'ipocondrio è diminuito, le coste non sono più così spinte in fuori. Dopo qualche ora compare un'eruzione d'orticaria; i dolori addominali persistono alcuni ~forni, ma senza reazione molto viva, senza fenomeni infiammatori. Il malato, dopo qualche tempo, può riprendere le sue occupazioni, soprattutto se il versamento si riassorbe rapidam ente. Ma questo può anche restare costituito allo stato di ascite e<l allora il medico può essere molto imbarazzato, sopr attulto se si tratta di un malato nel quale la
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. t·ta Il dolore subitamente irradialo e . sala mavver 1 . . d erHi e pas I comparc:a dell'orticaria , dovranno in mo o sp soprat~utlo a re l'atl;nzione da parte del feg~to. . li ciale r1ch1am~ . 1· ar nuncianti la comu01caz1one de a . egni spec1a i t . I mo sonv1 s . b ' I' . s·1 faccia questa comunicazione a Ile vie i 1ar1, . a d1 cisti co rottura della c)isti o qualche tempo. p~1m . inento dell'.1 te? Rolla la vescicola madre, il l!qmdo puo questo acc1de~ . le vie biliari, e si spiega fac1lment~ _alsolo evacuarsi /e\tomi· ma se le vescichette figlie s1 imlora l'ass...n~a • siti bilia;i, la loro migrazione è segnalat~ Pe"nano nei ca~a ta t· Questi segni rammentano qudh " · olto impor n 1. · l"tt da segni m . . dolori e a lici sussegue subito • edella colica epatica A1. p aYere accessi di febbre in, ·, tarch ,.1 possono rizia; un po pm l ll'angiocolile suppurata; la gravezza terroittenle in rappo~ o co . I o ed il malato soccombe to è evidente m que cas . del ,·ersamen 1 nite mortale a decor so rapido. In seguito aù una peri . dovut·1 al versamento dell~ . · ·pali ,enoment
Tali sono t pr111c1 . 'd ti ai quali fa d'uopo ag- . . . h e! peritoneo, acc1 en cisU idahc e n 'b.Tlà dell'innesto delle idatidi nell addome e .,·ungere la poss1 i • ,.1 r ' e nella loro m.olti.p ica~10~,. sc:o una cisti idatica, se non è Si vede qumd1 che ti pm spe .- grande inconve. . ir"'i nel peritoneo senza corophcata, puo apr ~. . ta cisti contiene bile mescot O può dirsi se ques . 1 ruente; lo s ess . lcun e oc:c:ervazion1 mo to to? Esistono a lata al suo conLenu . . . ,·,·enire a nche senza danno. c11iare che dimo~trano ~n particolare, si notò l'orliIn un caso pubbhcato dad' ·t nite ed il malato guarì dopo · l'ac:"ite as;:enza I peri 0 carta, ~, , una puntura . 1 el peritoneo deve essere · d li b'le cosi ,•arsa a n .
L·innocu1 ~ e a . i . . nei il uidi idatico ed ascitico? C16 attribuita ali esser~• dilu1t~t qt che la bile pura versala .b.l a è anche d1mos ra o .
1 è possi I e, m .. f . de' casi di rollure cist1c H', nella cavità peritoneale, ali Ili t~1 lle;ata per lo meno in cel'te può an che es:sere perfettamen e o ' condizionì. . . la bile sorte dalle sue vie naturali In differenti c1_rc~s.la~ze. o este spontanee (ulcerazi(lni per perforaziom b_1har1, s,en. o traumatiche. A questo tifiche, corpi stranier'., calcoli, e arande nella tolleranza ri.,.uardo vi ha una differenza mo e ,... del perito,wo, e se la morte é quasi sempre notata nelle ture p9lologiche, si vede al contrario che l'uscita della dalle sue vie naturali, nei traumatismi ad esempio, non 6 generale seguìt~ che da lievi accidenti. l 'inte rvento deve quindi esser e differente secondo i cas
Confrontando lutti i casi di versamento della bile, s i che se la peritonite ne é seguita talvolla, non si ebbe volle alcuna reazione infiammatoria. Quali sono i motivt, queste differenze nell'andamento e nel}' esito di questi v samenti 1 La clinica c'insegna che devonsi distinguere casi: o le vié biliari rotte erano precedentemente sane, erano malate; d'onde gli esiti differenti. Le ricerche ba riologiche hanno dimostrato che non é la bile che sia civa, ma bensì ci6 che essa porta con sé nel peritoneo. Tu la questione si ri11ssume in questo : vi sono microbi n bile normale 1 Ora le esperi e nze sugli animali dimos tr che la bile normale negli animali è priva di microbi, è a Uca e non produce alcun accidente nella cavità addomina i); probabile che sia lo stesso nell'uomo e che la perito · acutissima, osserv-ata in alcuni casi di rotture delle vie liari e delle cisti del feg ato, sia una peritonite settica an Ioga alla peritonite consecutiva alle perforazioni stoma ed intestinali. È probabile che l'infiammazione cronica del vie biliari, per esempio, basti perché i microbi intestinali trovino un m ezzo favorevole al loro sviluppo e perché là i fellino la bile, ciò che essi non possono fare ndle condizio normali.
In alcuni casi la puntura dell'ascite é sufficiente per produrre la guarigione, ma, in una maniera generale, fa d'uopo praticare la laparotomia, perclié anche nei casi favorev oli, si deve temere rlei casi in cui la cisti è in comunicazion coi canali biliari di vedere questi infettarsi e versare in seguito una bile settica nella cavità peritoneale.
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a. neumooooohl lndlpendentl dalla. pol- Delle affezioni d P B . Y - (Journal de Médeeine et enuina.. - Ot:LA xnonlte g . de Chin r{fie, aprile 1891).
co non limita !3oltanto la sua azione al p~lJI pneum~coc . an cl1e "-otto la sua dipendenza la magp()r ma tiene - Jlf\ mone , com licazioni rhe si possono osservare ne parte delle . . pt I odo che esso venne riscontralo nel la ·te E m 8 m · ·t p0Iro~n1 . ll'endocard1te, nella pericardite, nella me~1ng'. e, pleurite, ne ·t· ell'olit~. nell' osteo-per!Osl1te, ··tontte nelle artr1 i, n , d rt nella pe11 , Il arotidi , nelle nefriti, nell am1g a i e, nei tlemmc.m, ne p lite eJ anche nella metrite. Ora I~ . nella .enterite, nd~U e:Paste Ìocalizzazioni possono riscontrar;,1 ma"g1or parte . I ·te Basta che il pneumococco ,.. . d. ualsiaca1 po rnom aJl'infuor1 i q . - r n'altra porta che no!'.! sia il poientri nell'organ'.smo ,pe u a r eazione locale indipendente Pe rché si prouuca unmone, lsiasi polmomle. ct· , 0 da qua . . Ila d1·ssemin&zione , ques. r t ò sp1ecrars1 co Questo a lo pu i:> • òo Ne tter la proé mollo $par!3o. Anzi secon , microbo, che , nella cui bocca allo stato sano abita porzio ne delle pers~ne, 100 Ma questa frequenza rende il p~e~mo_cocco <l~u~~o~:r del ~eguente problema: perché i~ anzi d1ffic1le la n~ob tolleralo da un individuu per molli ococco cosi en . d' pne~ m . ' tutto ad un tratto p r opriet.a noc1~e? ~a ~opo mesi, sviluppa r altre affeziom rn1crob1ane, O invocare come pe in questo cas · , ct·fi . . dell'agente in. . ct· l"rreno o mo i caz10n1 modificaz1om 1 · fettivo. . . r . e caopr allu lt() le malattie I raffredda~~nt1, i traum;t~s:~·me~o di queste cause; ma in rettive cosl!tu1scono un ce . l Quanto alle varia. sono conosc1u e. lt1 magg10r parte non he esse sieno nòtezioni di virulenza del microbo, pa r: cio che in una stes!3a. voli. Netter ha dimostrato, per ese p ' . ·11 ioni ed i I neumococco subisce osc1 az an11al8 la virulenza e e p . . h in altre· e'>sa varia I att1·va. in cP-rte stag1om e e ' è mo Lo p1 u · . · te secondo le ep1dem,e. pure secondo le anna e . non è conosciula An che della localizzt1zion~ del m1c~obo eco può
" Vi sono casi in cui il pneurnoco megho la cau-~. le dell' organismo senzu locahz- produre l'infezione genera
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zazione precisa. Tulf.av,a quesf.a forma d'infezione . . non quasi conosciuta che , negli animali. Pertant-o esiston o cu_ne osservazioni in cui venne constatata la presen za microbo oel sangue di individui che non presenLavan . o, meno m 11pparenza, alcuna localizzazione viscerale: si tr terebbe quindi di vere setticemie da pneumococchi· m 8 . . , a que ca~1 sono ev1dentemenle del lutto eccczioni1Ii. I ft1.lli se,.,u sono, al contrario, compleLamente dimostrali. 0
_Sul principio delle ricerche batleriologiche sulla pohn n1te fu ammesso che il pneumococco non si riscontra in cun'~tra forma d'infiammazione polmona r e che nella mon1te lobare. Si sa ora che, all'infuori della polmonite cune fo r me di bronco-polmonite, di bronchite ca pillar' bro I ·te d e, ne 11 pseu o- membranosa, possono essere prodotte pn_eumococco; queste forme sono soprallullò qaelle che sviluppano negli stati infettivi, come l'influenza, od an ?el_la tubercolosi, che presenlan certe particolarità· ma 1 smlomi, nè l'evoluz1one clinica vengono in aiuto ~Ila gnosi.
La pleurite da pneumococco senzt1. polmooi '.e è s tai.a serva~ mollo ~pesso; essa è, o sier o-fibrinosa, o pu rulen Nel ~r.1mo gruppo si possono metter e probabilmente alcu pleur1lt a decor so rapino e benigno, che guar iscono sen quasi turbare lo si.alo g enera le. Quanto alle pleuri ti lente d~ p_neum~~cco pr imitive, esse s i cornpor ta n~, punto d1 ,·,sLa cllruco, come quelle che succedono a lla moni te, vale a dire che sono generalmente mol lo beni e possono guarire colla sola puntura .
L'endocardite da pneumococchi senza polmonite é un a d manifestazioni r elativamente fr equenti dell'infezione np mococc1~ .. Essa prende allora 1a forma infettiva con qu parl1cola r1tà che la febbre è generalmente con t inu a inv di essere intermittente. L'esito d·a1tronde è qua~i s em f~lale e non vi ha, a questo r igua r do, alcuna differenza n1ca da stabili r e colle altre endocarditi infettive.
LA meningite sporadica cta pneumococchi i> più frequen anco r a; cosi su 30 casi di meningiti suppurate non pr eced da pneu monite, Netter ne ha trovate 16 da pne~mococchi, v
8 dire più della meta. Quesf.a meningite non presenta caratteri speciali; per altro non sembr erebbe essere relativa mente t)eoigna e sarebbe suscettibile di guarigione in cerli casi, roollo rari, in verità.
La meningite cerebro-spinale epidemica pr esenta più interesse, perchè la sua sintomatologia é del tutto speciale e si ha tendenza a considerarla come un'affezione della stessa natura della polmonite. La natura pneumococcica di quesf.a meninp;ite è stata sostenuta per la prima volta da N e tter: i da ti eziologici, anatomici, sintomatici, sono in favo r e di questa ipotesi. certe epidemie io America, Germania, Svezia, presentano infatti particolarità che avvicinano la meningite epidem ica alle affezioni pneumococciche.
La comparsa simultanea di epidemie di polmonite e di meningite fornisce pure un argomento pote nte in favore dell a lor o comunanza d'orig ine. D'allr a parte, l'esame batteriologico, raramente praticato fino ad ora, ha dato in qualche caso un risultato confermativo, di guisa che se non è permesso di conchiudere che la meningite cerebro-spinale epidemica sia sempre dovuta al pneumococco, pare stabil ito che questo m icrobo é in grado di produrre, in circostanze mal deter minate, una meningite ce r ebr o,spinale a decorso epidem ico, nello stesso modo che esso è ca pace di produrr e una epidemia di polmonite.
La peritonite da pneumococchi è stata osser vata r aramen te. Dalle osservazioni raccolte risulte r ebbe che la sua g r avezza non è guari minore di quella delle altre per itoniti.
Le artriti, l'enterite, la nefrite, la metrite stessa sono s tate osservate come manifestazione de ll'infezione pneu mococcica, ma così eccezio nalmen te che é inu tile l'insiste r vi. Ma l'amigdalite può dar luogo a dati inter essanti, q uantunque il pne umococco non sia ancora stato segnalalo che in una sola osservazione, a ll'infuo ri di ogn i complicazione di polmonite. Gabbi, infatti, ha cif.ato un caso nel quale il r ivestimento epiteliale dell'amigdala non conteneva che pneumococchi coll'esclusione di qualsiasi altra specie microbiana. I n questo caso l'a ndamento clinico dell'affez ion e ra m menta va q uello di una polmonite, essendo l'evoluzione febb r ile cessata nel settimo
1060 RIVISTA giorno con una brusca di>fervescenza. Il brivido d&ll'ini zio I albummur_ia, l'~umenlo di volume della milza, avvic:nav;n: questa amigdalite alle polmonili che si sono osservate nella stessa annata nella medesima città. lungo tempo, d'altronde, vennero uotate le analogie che es1st.ono _tr a la polmoni le e le amigdaliti: identica intensità di fenom e ni generali , identica violenza dell'inizio, identica ctefer. vescenza brusca dal settimo al de cimo $!ioroo, idenlira frequenzA delle recidivo, talvolta molto avvicinale. Ren<lu di che le r ecidive avvengono sempre secondo le stesse norrn: nello stesso tempo e traggono seco le stesse complic.azion/ e!.'atlamente come la polmonite lobare acuta recidiva sempr~ nello stesso lobo. Nella stessa guisa, si vedono coesistere le amigdaliti e le polmoniti alla stessa epoca e forse vi ha trasmissione dall'un a per contagio dell'altra.
Ar,che il prof. J accoud ne ha riferito un caso: il decorso dell'an~ina. da pneumococco che aveva presentato J'aspet'io del!a d1f~er1le fu completamente paragonabile a quello descritto più sopra.
Ammessa d'altronde la presenza cosi frequente del pneu~ococco nella saliva, la s ua porta d'ingresso è nel caso in discorso t.olalmente trovata.
Rimangono ancora a segnalare come affezioni che possono ci-:ser e prodotte dal pneumococco le otiti che, secondo Nettler, sono molto frequenti, certe osteomieli t i ed infine le parotiti.
0HeHlone dentaria . - GALIPPE. - (Journat de Médecint et de Chi r u rgie, aprile 1891 ).
Il dott. ~alippe ha pubblicato un lavoro su questo stato mo.,. boso pa~tr_col~~e che è mollo somigliante a quello che presenl~no gh ind1v1dui affetti da ulcerazioni imma~inarie della lingua. Nelle osservazioni riferite dall'autor e, e delle quali molt~ son? dov~te Charco t, si tratta di maiali nevropatici, ~r~d1s~ostt ered1tar1amente, i quali in seguito ad una causa msigmflcanle, si preoccupano dello stato dei loro denti e ri• corrono allora ai" dentisti cbe loro praticano operazioni più o
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roen o inutili, senza arrivare mai a calmare le sofferenze di cui essi ~i la gnano. Jn uDa malata di questo genere, e dietro con siglio ùel !;UO medi c o, un dentista tolse in una volta sola venti d ntt . di cu i la maggior pa rte pol.,vano ancora rendere iunghi servigi; si sµerava, con questo mezzo, di rimediare ad una contrattura dei masseteri molto dolor osa, ma questa non cedette in alcun modo e non fu possibile mettere una dentiera; questa malata rimase in uno stato che rasentava la folli a.
Per altra parte, alcune donne nevropatiche, quando sono costrette a portare denti finti, provano un' emozionè molto vi,·a e soventi duratura. La presenza di un corpo estraneo nella bocca le melle in uno stato di agitazione consider eYole. Es!.'e sono colte da nausee invincibili , oppure provano le sensazioni più varie e più strane, abbondante salivazione 0 sensazione di secchezza estrema della bocca. Generalmente, colla pazienza, si finisce per padroneggiare que!.'te manifestazioni anormali e, coll'abitudine, si finisce per sopporta,·e e dimenticare l'apparecchio protetico. Altre volt-!, al contrario, riesce impossibile far tenere a certi malati gli apparecchi dentari.
Charcot é stato chiamato a curare una maiala ch e, improvvisamente, era stata colta da idee melanconiche. Dopo aver per lungo tempo ed inutilmente cercato la causa di questo perturbamento cerebrale, venne a sapere che questa malata portava da poco tempo den ti finti. Essa e ra stata talm ente impressionata da ciò che essa considerava come uno scemamento della sua persona, che essa diventò melan conica . In questo caso però s-i ottenne una guari~ione completa.
P er questi ma lati, i denti non sono che una causa occasionale dell a manifestazione dei fenomeni nervosi. Quando questi malati si trovano al punto, se é permesso così esprimersi, un colpo fisico o morale basta per deterrnin are la manifestazione degli accidenti.
In questa categoria di malati devonsi probabilmente metter,.. i ca~i citati di mania consecutiva a lle inalazioni d'etere usate per l'estrazione dei denti.