115 minute read

LA \ IZIATA PERCEZIO'iE DEI COLOR[

la hi$ogoa con una signora elegante alla moda o co n artisti che per ìl genere delJa !ore, professione hanno s&mpre so tto le mani diversi colori e gradazioni, come il pittore , il tin tore, il fabbri cante di s 1of'fe, il decoratore, il tappezziere e che devono studiarne continuamente le loro combi nazioni I Tutto al più :;i può ammettere che un uomo dei tempi antichi starebbe a noi , sotto il riguardo dell'apprezzamento dei colori, come un contadino o persona rozza dei nostri tempi sta alla signora od alle persone che esercitano le professioni summentovate. La cecità adunque per alcuni colori. o meglio la diffìcollà d'e;;serne impressionato da ciascuno in modo diverso. non già di appellarli,che è bene altra cosa, non è conseguenza di atavismo ma è un fenomeno naturale dovuto a mancanza od arresto di sviluppo deglì elementi sensitivi della retina, 11ia dei coni come ammeuono alcuni tra cni il Woinow. o delle fibre retinee speciali sensibili ali' azione dei colori secondo l'ipote;;i del Young-Helmol1z, e tullo ciò da cause che agiscono probaliilmente nella vita intrauterina e che per ora a noi rim~ngono ignote. E quesla spiegazione ci dà la ragione perch~ l'acromatopsia congenita .-esista a tutte le cure, perchè scientificamente è possibile ridare la funz ionalità a parli che sieoo diventate torpide ed insensihili e farli riLornare allo stato norma le, ma non si riesce a creare queste parti 11uando manca nù o sono allo sLa Lo atrofico o rullimentale.

Poco è a notarsi sull'eziologia di questa anoma lia la qua le per lo più è congenita. Si crede che si verifichi più f:icil men&e negli i odi vidui generati da parenti co nsanguinei: spesso è ereditaria, quasi sempre incurabile, più frequente negli uomini, rarissima nelle donne e si dice trovarsi a preferenza nei popoli seae ntrionali che nei meridionali, osservazio ne questa che ha poco fond~mento. li \Vartman avrebbe nota toche spe· cialmente gli aneritropsici presentano l'iride di un color noc-

Advertisement

LA \'IZUTA PKRCEZIO~E DEI COLORI 1567 ciola bruno insieme ad un riflesso sziallognolo. però non lo ritiene carattere costante. r ii1 comuni e più gravi sono le forme tipiche di cecità co mpleta per il rosso ed il verde.

Xessuna alterazione si può riscontrare nel fondo dell'occhio coll'oualmoscopio se il difetto è co ngenito , nei casi ove è acquisito si notano i segni propri della malattia oculare che gl i ha dato origine, però sta sempre il fallo che nel primo caso rimane intatta e perfetta tutta l'attitudine della reLina ad essere impressionata da ogni gradazione di luce, cioè la facoltà visiva è normale.

I caratteri clinici, cosi chiamiamoli, dell'imperfezione in di:-co rso so no i seg uenti: (;li afTelli da acromatopsia completa 0 totale distinguono bene la luce, le forme ed i contorni degli oggetti , ma quanto a colori non percepiscono che i: bianco e nero od i ioni grii:i che sono il ri~ultato della loro mi~cela e riferiscono a questi soli tutte le loro impressioni cromatiche .

L'acromatopsia totale è assai rara; se ne conoscono alcuni casi, ma si ha nno forti dubbi sul loro stato cqngeoito . l casi di cecità incompleta per i colori sono forse i più numerosi e i piit comuni , ma sono anche quelli che si constatano meno facilmente, perchè attirano poco r attenzione di colo ro slessi ch e ne sono affetti, perchè non possono istituire confronti notevoli, sia perchè il loro giudizio cromatico non è molto diverso dalla comune degli uomini , sia perché riferiscono la loro anomalia a ,ista debole e non si curano d'altro .

Meno male che questi sono quelli che recano minori inconvenienti.

La cecità per il rosso od aoeritropsia è quella di cui era affetto il Dalton. Esso dice di essersi acco r to di qualche diretto nella sua vista studiando botani ca, e che. avendo perciò esaminato lo spettro solare rilevò allora il suo vizio croma-

I 068 LA rIZIAH l'E1lCEZIU.\6 DEI COLORI tico che cosi descrive: « Io uon \'edo nello spettro che lre co -

« lor i, il giallo, l'azzu rro , il porpora. Il mio giallo r.ontiene il

« rosso, l'aran ciato, il gia ll o, il verde degli al tri; il giallo,

« l'aranciato e il verde sono per me lo stesso colore co n d,r(< ferenti gra di di intensi là; il mio az-.:urro si confonde talmente (< col porpora che io non ravviso che un solo e medesimo co« lore. La parte dello spett ro che si dice rossa mi sembra e qualche cosa di più di un' ombra o una mancanza di colore:

« li sang ue parmi verde ca rico delle botti gli e, il cremisi mi « sembra azz urro>.

La ceci LiI pel verde fa si che l'acloropsico non dis tingue che il rosso ed il violetto, l'aranciato ed il giallo per lui non sono che rossi più o meno intensi, il verde gli sembra rosso sbiadito, ed anche il viol etto gli semb ra meno intenso di quello che lo percepi sca un occhio sano, cina al violetto.

Sulla cecità del vi oletto, quantunque si abbiano poche,; osservazioni, i colori che questo difettoso vede sono il rosta ed il verde; l'arancinto lo vede quasi biancastro, il giall o di vent:1 ~rigio, il violetto gl i sembra verde pall ido, l'azzo un verde più inten so.

Dall" accenoo dato di queste 3 ceci ta crom ati che tipiche; apparisce che in tali individui non vi è solo la mancanza di unco lore che essi non rilevano, ma hen sì perc episcono falsamente anche gli altri, perchè hanno una scala cro matica lor parti col are , più angusta, essendo costrelli a raizg1·uppare sollo un sol co lore anche quell i che le altre persone mettono io una ca tegoria diversa. Da ciò lo stupore di cui son causa io molle occasio ni e che fa si che dagli a ltri vengono rilennti o come ignoranti in fatto di co lori. se pur non li ritengono limitali di mente.

Eppure gli err ori che com mellono questi viziali, come li chia ma l'Holmgren professore di fisiolog:ia all'univer,itù di t;psala nella Svezia, nel suo lavoro : De la dcitil des coult',o·s, non so no poi tanto gross1Jlnni come per av\entura si potrebbe ~re rlere , ma va tenuto conto che essi con l'abitudine e con l'esercizio si ingegna no ·a divers ifica re i colori dalla loro diversa intensità luminosa, la. quale, essendo appunto variabile, fa si che simili indiv idui ad onta del loro difetto riscontrano qu :llche differenza fra i . colori che vedono e quelli (:be non pe~episcono. La scienza però registra molli casi curiosi di aberrazioni crom:itiche : il ca lzolaio Harri s uel Cumberland un giorno raccolse per la strada una ca lza rossa che era caduta da un balcone e, riportandol a al proprietario. non sapeva ca paci tarsi del perchè il medesimo la chiamasse rossa, mentre per lui non era che una calza com une di co lor bianco. Lo stesso individuo poi non sapea disting uere fra I<' fo)!lie delle piante i frutti di vario colore che pendevano dalle mede,-i me. - Pn sign ore tras~e dalla tasca un fazzolello bia nco orlalo di rosso: un suo amico premurosamente gli domandò se era morto qualche suo parente e per chi portaYa segno di lutto. Perchè. disse l'altro? .\l'imm agino che tu non porte rai il fazzolello orlato di nero per ischerzo, soggiunse l'amico.

Anch'egli come l'Harri s era affello da acromatopsi:i totale. Il dottore Riccò in un apprezzatissimo studio sopra un ca~ o di daltonismo da lui osservato in Mod ena e pubblicato negli annali di ottalrnologia del Quagli no. riferi sce che il soggetto che egli e$aminava non sapeva dire e riconoscere nelle bandiere italiane dove era posto il r osso e il verde.Un giorno questo stesso so~getto sen tì dire da una persona vici na che alla distanza di circa i.iOO metri passava un treno pieno di garibaldini che erano affacciali alle fine stre colla loro camic ia rossa, ma egli sebbene aves:-e ac utezza visiva ecceller.Le, nulla distingueva nei fondo per lui oscuro delle finestre stesse.

Ri chiesti alcuni individ11i in campagm di cogliere delle rragole, ri:'-pondevano che non ne avevano l'abitudine e difatti dimostravano grande diflicoltà a scegli erne in q.uei luoghi ove altri ne coglievano abbondantemente. lo pittore dipingeva l'arco-baleno con due !.oli colori, on altro faceva un ritratto cli donna colle guance hleu-pallido, un terzo colorava col verde il riflesso della luce in un dipinto rappresentante il nascer del sole .

I.J n sarto metteva un pezzo di stoffa rossa per aggiustare un abito verdastro, un giardiniere cui erano stati ordinali dei garofani rossi, ne portava invece di color giallo carico, un tipografo cui era stato raccomandato di imprimere la prima pagina di un libro con caratteri color rosso, la stamparn invece verde. Ri cordo io pure di un soldato della classe 1862 del I~0 reggimento bersaglieri, al quale appa~ tenni, che, senza essere di professione vemiciatore, ave,a però una certa quale abi!ith e passione per lavori di tal ge-"",...:.111~'.Hii,• nere. Da un ufficiale del reggimento gli fu commesso d' inverniciare a colore verde scuro una certa sua cassetta IJ'. legno, ma quale non fu il suo stupore quando. ese~uito ifj lavoro, l'ufficialo vide che la medesima era invece colorata in rosso scuro. Interrogato il soldato perchè avesse cambiato ·~.~~~~ il colore che eragli stato ordinalo, questi si ffiO!\lrò merarigliato e volendo convincere l'ufficiale che non aveva sbagliato volle far vedere il colore che aveva servi to al lavoro, infalli mostrò un recipiente (u na gavetta) contenente del rosso pallido dicendo: Yede, siccome questo verde non era così oscuro come ella desiderava, cosi gli bo aggiunto del color nero per ottenere la tinta richiesta.

Raccontatomi questo si ngolare aneddoto, volli esami nare il soldato in questione ed infolti riscontrai che il medesimo era perfeuamente aneritropsico, cioè non percepi\"a il rosso confond end,,lo col verde e sue gradazioni.

Da tutto ciò si può dedurre che le persone il cui senso cro ~ .itico non è perfetto, non don-ebbero esercitare alcune delle proressioni di pittore, verniciatore, fabbricante di stoffe, fioraio, tappezziere, ecc., in cui è richiesto l'esatto apprezzamento dei colori, sotto pena o di non riuscire o di destare coi loro sbagli stup ore ed ilarità. ~la in ciò vi sarebhe poco male perchè si trauerebhe tutlo al più di un danno individuale. ~la vi ha invece una cate~oria di professioni in cui la perfettibilità esatta, completa, inappuntabil e della percezione dei co lori è condizione sine qua non dell'esattezza, precisione e responsabilità del servizio loro affidalo in un alla sicurezza di molte e molte persone. Ed intendo parlare di tutte le persone addette alle ferrovie e<l alla marina come quelle che per il genere del loro servizio hanno, lo ripeto, assoluto bisoo no che lo stato cromatico della lol'o Yisla non soffra I:) eccezione.

I macchinisti, i conduuori di treno, i casellanti, i fren'.\tori, gli scambisti, i capi stazione, i marinai. i piloti, gli ufficiali devono sapere riconoscere esat!amente i colori, perchè 110 errore da loro commesso può essere fatale agli altri e causa di disastri spaventosi. Tutti sanno che nelle ferrovie i se.,nali si fanno di 0 iorno con dischi e banderuole di vario n colore e di noue con lampade egualmente colorate; e nella marina pure si eseguisco no segnali con bandiere a diverse tinte. e di notte con fanali ed anche con razzi in cui predomina un dato colore: da ciò si comprende di quanta ìmporranza sia per il personale, in qualunque scala gerarchica sia posto, l'esano apprezzamento di un segnale, perchè un'interprelazione f1lsa pnò essere causa di conseµuenze gravi.

~elle ferrovie il rosso ed il u1·de sooo segnali il primo di pericolo, il secondo <li praden:a, ratlentammto; il color bianc() o la lur.e ordi nari a delle lanterne (oppure le banderuole ripiegate nel loro astuccio di cuoio) indicano strada libera. Xaturale è quindi che se,. sia chi esegue il segnale oppure chi deve comprenderlo, scambiano un co lore per l'altro le conseguenze cbe ne possono nascere sono incalcolabili, potendo avvenire vere catastrofi per urti, disguidi. scontri di treni, ecc.

Nella navigazione pure i marinai in genere hanno un prez;oso aiuto dai segnali: il colore dei fanali di noue, nell'avvieinarsi ad un porto, ad un faro, ad un luogo pericoloso per scogli, bassifondi ; il colore e la disposizione dei medesimi nelle bandiere inalberate che danno la nazionalità del legno. so no Lutti elementi da cui e ufficiali e mariani tra"r, gono la loro condotta in molte evenienze regolandosi in un modo piuttosto che in un altro . .\nche il color rosso ed il verde sono usitatissimi nella marina e noi abbiamo visto che appunto la forma più frequente di acromatopsia è appunto la anerilropsia e la acloropsia, cioè la cecità di questi due colori.

)1olti e molli sorio gli esempi di disastri registrati sulle ferrovie e sui mari e buona parte di essi si addebitano a negligenza, ,nentre la causa vera dovrebbe cercarsi forse nell'interpretazione falsa di segnali per parte del personale affetto da daltonismo.

Galezowski e Tyndall riferiscono che alcuni anni fa un treno sia ~a per entrare sotto un tunnel dirillo. senza curve, della lun!?hezza di circa 400 metri; il casellante che era di ser,izio allo sbocco diede il segnale di allarme, pericolo. agitando le due bandiere rosse e verdi , ma l'incaricato che stava all'i ngresso della galleria, credette vedere il color bianco. ripetè

LA VIZJATA PERCRZIO~E DEI COLORI ~5'i3 il segnale al treno che si avvicinava, ed il macchinista rite · oendo libera la via entrò nelle viscere della montagna ed avvenne un urto che costò la vita a molte persone. Per uno sco ntro avrenuto in America nel 1853 quasi sicuramente per la stessa ca usa , morirono ,i6 persone; in una catastrofe di si rnil genere in \"estfalia nel •t8iz perirono ~O indiridui.

1'ella Rivista delle strade /'errate di Chicago si raccontano vari esempi di sireil genere e purtroppo continuamente i ~iorna li di ogni dove frequentemente ne registrano. li Favre, nel suo lavoro Daltonismo ne' suoi rapporti colla naviga.=ione , dice che se le terribili conseguenze del daltonismo non sono tanto conosciute è perchè questo è poco studiato. Seco ndo una statistica fatL·1 risullerehbe che di '.:H,00 scontri marittimi 507 hanno la loro causa in false percezioni dei colori nell'interpretazione dei segnali. Non è a credersi eh~ il difetto di cui parliamo sia poi tanto raro da renderl' qunsi inutili quei provvedimenti che si volessero atluare.

Dacchè l'attenzione dei medici fu attirata su questo argomento, si sono fotti degli studi sull'estensione di que1-ta anormt'llilà, studi che ebbero per risultato di dimostrare che tale vizio e assai piit l'requenle di quello che ~i crede. ìXon starò qui a riportare tutti i dati statistici delle ricerche fatte nei ,·ari paesi, ma riporterò i principali e se ad essi, come meritano, si pres,a fede, risultn che in una proporzione abbastanza notevole sono le persone affelle da acromatopsia. E riferisco anzi tuuo le indagini fatte dall'Holmgren come quelle che furono istituite su truppe Questo fisiologo esaminò 2220 solda ti dell:i provincia di Upland e trovò che dei medesimi 11 erano ciechi per il rosso, 1i per il ,·erde, I per il violetto, e 3 1 apprezzavano poco giustamente i colori, cioè ernno nITelli dn acrom~topsia parziale incompleta. Totale ad unque 60 ri.zia1i cioè il '2,7 p. · 100. l i dottor Ferris ha

1574, LA VIZIATA PERCEZIONE DEI COLORI esaminato più di 500 indi,idui della marina mililare fra nce.;e e di questi, 47, cioè il IO per I00 erano daltonisti più o meno completi. Un allro medico di marina a bordo dell'IIamelin, ha trovato ,18 acromatopsici su I I 2 tra mari nai ed ulTiciali, e di questi, ,i. erano affelli da aneritropsia e da acloropsia, cioè la forma più pericolo5a. Il dollor Krohn nella Finlandia col melodo di Holmgren esaminò il personale nddetto alle ferroYie e trovò che su I200 individui , 4- eran o ciechi per il rosso, 25 per il verde completamente e 31 incompletamente, lo chè dà una percentnalitil di viziali del 5 per 100. Il Favre che nel decennio ,1864 - 75 esa n;i nò parecchie migliaia di persone dà una media di 5,8 per 100 di affelli. Prevost almeno il 3 per 100. Lo :Stesso Dall oli riteneva che in Inghilterra vi fo ssero dall'8 nl 12 per I00 «li p ersone che no n disti nguevano bene i colori e Seeb ek in P russia trovò il 12 per I00 tra gli scolari . Bourneville, nel personale ferro viario della linea Filadelfìa - Ballimora, trovò il 3,5 p. 1000 di viziati completi e 1'8 p. I 00 a·iocompleti.

I l professor e J effr ies di Boston ritiene che sopra ogn i cen to persone di sesso mascolino ,e ne sieno almeno 4 affette da cecità dei colori. Questo argomento mi ha sempre int eressato e, conosce ndo da tempo gli studi fatti in proposito, mi venne vaghezza di fare io pure qualche rice rca e, così all a buona, per mia semplice curiosità. seguendo il metodo di Holmgred, che descriverò più sotto, esaminai nell'anno 1887 al distretto di Yoghera, ove allora mi trovavo, il co nt in · gen te di 2• categoria chiamato sotto le nrmi per l'istruzione . Su 2:50 individui esaminali trovai che due erano ciech i per il rosso, 2 per il verde e 3 apprezzavano incom pletamente i colori, totale 7 viziati cioè il ~,80 p. I00.

Senza discu tere ora sulla maggiore o minore esattezza e veridicità di tutte le cifre riferi te, potendo forse la differenza no-

LA VIZIATA PERCEZIOISE DE( COLOIII

tevole che esiste tra loro ei-:sere dovuta al :;ist~ma di e~am~ pi~ 0 mene, perfetto, è certo risultare in modo non dub~10 che il , izio cromatico in questione esiste in una proporzione ~on trascurabile, ed anche ammeueoclo nel più ri::.treuo l imite, che il numero dei viziati non sia superiore al :2 per cento tale già qnesta un'este nsione òa giustificare pienamente tutti quei provvedimenti che potessero essere intesi a menomare per quanto è possibile le conseguenze da~nose_ che ne_ possono deri.are. Ed è ciò tanto vero che, sia ne, governi, che nelle amministrazio ni ferroviarie e marittime è ormai penetrata la persuasione che qualche cosa bisog na fare. :\I.a prim~ di ciò intrattenermi voglio accennare breremente ai metod'. d'indagine che si sono seguiti io queste ricerche t: che s1 possono ridurre a tre , a quello di Holmgren, Donders e Stilling. il Il metodo di Holmgren che è forse il pii1 pratic~ ed meno ~oggeuo a fa lse interpretazioni l' il seguente: 81 prendono diver se malassi ne di lana dei Yari colori principali. rosso, aranciato, giallo, verde giallo, verde nzzurro, azzurro,.' ioletto, porpora. pitt il bruno ed il grigio con diverse tinte. S' invita !'esami nando a scegliere dal mucchio tutte quelle matassinP. d'e~ual colore e di ti11ta e1-male. ad un'altra matassina cam pio ne che si inette <la parte . Chi apprezza giustamente i colori farà quest'operazione facilmente e senza esitare e non confonderit nè colori nè ti nte, chi invece li apprezz:\ fabamente si mostrerit in~erto e ~onfond~ril co~ lori e ti nte uno coll'altro ed anzi il genere dt cuofu51o oe di questi sbagli rileveri1 giil alto sperimenlalore la forma di acroma topsia di coi è affetto i.I paziente. I colori poi delle ma~ tassine campione sono: un verde pallido, un porpora ne troppo cnrico nè troppo sbiadito, e d nn rosso vivo. ~ olmgren chiama poi colori di co nrusione quelli che. :sliaghaodo, l'esaminalo mette as~ieme al colore dato di campione. Si co• mincio l'esame col 11° campione cioè colla matassina verde e se l'e saminato vi pone accanto dei colori di confusione perche crede abbiano la stessa tinta è certo che quell'individuo è forteme nte acromatico, se mostra solo indecisio ne ne lla scelta. lo è io grado leggero. I.a seconda matassina serve a dimostrare la forma dell'aberrazione, cioè, se assieme alla matassioa campione color porpora mette il Yerde, il rosso od il vi,iletto si potrà ritenere affello da acloropsia, aneritropsia od aniantinopsia. fo/joe poi la matassina campione color rosso serve a c1Jntrollare i resultati ed accertarsi di ehi non vede il rosso od il verde , ed in ciò si può essere aiuta ti da loro stes~i perchè i ciechi del verde rilerano gli errori dei ciechi del rosso e ,iceversa.

Que:,to metodo di Holmgren ua il vantaggio sopra gli al tri perchè base del medesimo non è di pretendere che l'esaminnto dica il colore con una p,1rola, come pratica il .Favre, il quale vuole che gli dicano se la matassina è rossa, verde, gialla ecc. ma bensì con atti e perciò dallo stato d'indecisi on e o di irre$olutezza con cui compie l'operazione si deduce a ll'istante se esiste oppur no acromatismo, oltre al fatto che col sistema di Favre pnò darsi benis~imo che un individuo perce· p1scaesauamente ogni colore e Linta, ma, poco istruito dei loro nomi, ne sbagli la denominazione e possa quindi essere creduto acromatico anche ~hi uon lo è. L'Holmgren poi ha allre indicazioni per saper~i regolare con coloro .che hanno questo difetto e lo vogliano nascondere e con quelli che cercano di simu larlo: ma, siccome il metodo è basato sulla teoria dei colori, ne viene di conseguenza che, a meno che l'e~ami nato conosca perfettamente le teorie fisiche dei medesimi. le risullan1,e saranno sempre ugunli a chi ù rnramenle acromalico; mentre chi lo tinge cadrà in contradizioni che smaschere· ranno facilmente il simulatore.

LA VIZIATA PE!lCEZIO~E DEI COLORI 1577

Il Donders, invece delle matassine di lana, propone che per l'esame del personale ferroviario e di mare si usino appunto come mezzi d'indagine gli oggetti che servono a rare i segnali stessi cioè fanali, handeruole, lanterne di color rosso, verde, bianco . Ma se ciò potrà servire per riconoscere se un individuo che chiede d'entrare in servizio apprezza giustamente questi colori, non ci dà l'eguale sicurezza quando si traua di esaminare il personale che è già in funzione e che ha appunto pratica dei medesimi, perchè può darsi henissimo cbe un indi,iduo che non percepi:,ca nè il rosso nè il verde co ngenitamente, si sia però abituato a distinguere questi stessi colori dalla loro maggiore o minore intensità lumino:-a: epperò questo sistema dei segnali e dell'apprezzamento verbale dei colori può trarre in errore.

Vi è poi infine il metodo dello Stilling colle sue tavole a fond o nero, su cui sono disegnate delle lettere a color rosso e rerde. Chi non ba difetto acromatico leggeri1 le lettere correntemente. chi in,ece ne è affetto prove rà diflicolta, che sarà tanto maggiore quanto più elevato è il irado dell'acromatopsia. YI sono poi a lt re tavole speciali u quadrelli a diverse ti nte per gli altri colori. Yiene ritenuto comu nemente poco pratico questo metodo e quasi abbando nato perchè avverrà è vero che le lettere colorate rosse o verdi campeggianli snl fondo nero no n saranno :1 pprezzate nel loro gmsto co lore dai difettosi, ma daranno sempre anche per coloro che sono acroma.Lici io ~rado elevalo, un'impressione più o meno sh iaditu, mn tale da permettere di leggere le lettere, e basan dosi su questa prova si a, rebbero delle risultanze no n pienamente conformi al rnro .

La questio ne dell'acromatopsia si è ormai stabilita in modo indiscuti bile P. di es,a non solo sì occupano gli specialisti come di un ar11omenlo scientilìco, ma è entrata omni nel dominio l', pubblico per quelle applicazioni e prescrizioni che essa richiede

Nelle amministrazioni delle ferrovie tedesche nel (Juinquennio 1870-80, fu fatto esaminare tutto il personale tecnico addelto; tralascio di esporre il numero veramente non pir.colo di daltonisti trovati nei capi-stazione, capi-treni, segnalatori, macchinisti. Apoco a poco tale personale fu depurato da simili difettosi, che furono licenziati o mandati ad altri uffici ove non richiedevasi il cromatismo perfetto. Nelringhilterra, nel Belgio, nell'Olanda, penetrati dell'importanza della questione, si sono presi da molle società ferroviarie e di navig:azione, provvedimenti relativi, però non si hanno disposizioni Lassative ufficiali come nella Svezia, che fu la pri ma ed unica nazione a prescrivere l'esame della percezione dei colori a Lutti quelli che debbono servire o sulle ferrovie 0 sul mare, sia nell'elemento civile che militare. In Francia qualche cosa si è fatto mercè l'impulso del Favre, però l'esame cromatico è ben lungi dall'avere applicazioni generali. In America si è progredito maggiormente ed oggigiorno ogni società ferroviaria o marittima richiede assolutamente l'esame dei colori a suoi impiegati e non ammeLLe alcun viziato. E in Italia che si è fatto? Vero è che non possediamo statistic_he dì una certa quale importanza che pos sano provare la maggiore o minore diffusione dell'anomalia in Jiscor:;o, anzi pochissimi che io mi sappia sono i lavori pubblicar i sull'argomento. ma abbiamo noì forse delle rllgioni speciali per dire che il nostro paese ne vada esente? Frattaotodaalcune limitatericerche istituite risulterebbe che,se l'acromntoosia non esis te da noi nelle proporzioni già citate come nelle·cre lide brume d1 Sto ccolma, di Londra e della Finlandia }si riscontra però in grado abbastanza notevole. Il doltor Alessandro )Jeyer esaminò appunto gli scolari di alcune scaole primarie secon-

LA VIZIATA PERCEZIONE DEI COLORI 15,9

darie di questa ci:tà di Firenze in ~. di 2005 eJ avrebbe trovato un contingentedi daltonisti del '2,37 p. 100. TI dott. relardi, medico delle ferrovie meridionali, fra22 1I 6 perso ne esaminate addette o che ch iedevano di essere assunte in servi zio trovò 51 individui ciechi cornp1etamente od incompletamente per il rosso ed il verde, ed allri 7 il cui senso cromatico era debole cioè in Lutto il 2,60 p. I 00.

L'esame del senso dei colori è ora richiesto normalmente dalle nostre due grandi reti ferroviarie, l'Adriatica e la :\1editerran~a e, da informazioni gentilmente fornitomi da alcuni medici incaricati di tale ricerca, risulta non essere poche le persone che vengo no rifiutate per tale difetto. Alcuna prescrizion e ufficiale non esisle però in proposilo, nè per le fer· rovi e in genere nè per il personale delle tramvie nè per la ma rina che possa salvaguardarci dai peri co li conseguenti all'assunzione in servizio di simili difettosi. È cruesto un provvedimento reclamato dall'igiene sociale nè basta il riposarsi sulla facile scusa che ciò non hanno ancor fauo tutte le altre nazioni.

L'Italia maestra in tante altre cose, si faccia inizialrice di q uesta riforma reclamata dai progressi e dalle ricerche scientifiche che non mancherà di produrre i suoi benefici effetti.

Epperò, nel mentre spero che delle leggi speciali abbiano a regolare la materia in que stio ne per parte delle sucie1à ferroviarie, Lramviarie e marillim,3 in cui pure qualche cosa si è cominciato a fare, non posso fare a meno di notare come nel nostro esercito e nella marina non esista alcurnL disposizione che pOS$3 dar agio di allontanare ùa servizi di sìmil genere chi è alTeuo da daltonismo. ~on parlo della marina , i cni componenti non cad e dubbio dovrebbero avere tutti, e mnrinai ed ufficiali, il senso cromatico perfellis,-imo, per cui tJuesto difetto doYrebbe essere esaminato sia nelle leve mariuime sia negli arruolamenti volontari ai corpi dei reali e-

Rivista Di Giornali Italiani Ed Esteri

1580

LA rlZIAT.\ PEllCEZIO~E D&l COl,ORl quipaggi. sia nell'ammissione all'accademia navale ( 1), come quella destinala a dare il conlingenle di ufficiali; ma anche nell'esercito abbi 11no una categoria speciale di personale, in cui tale necessità a mio parere è più eh& mai richiesla.

Dichiarata la mobilizzazione. in tempo di guerra, è noto che il servizio, almeno delle prin cipali linee ferroviarie, viene assunto dalramministrazione militare, e come a questo servizio vengano de;;tinati gli specialisti in materiacbe forma no appttnlo il reggimento genio ferrovieri, unitamenle a lutto il personale delltt altre armi, ufficiali e lrnppa che in tempo di pace furono ammaestrati nella svecialità merci'· i relativi cors i d'istruzione.

Gli ufficiali chiamati attualmente comandanti di sta:rio nt, potrebbero io tempo di guerra assumere l'ufucio di capistazione, ed altre cariche inerenti e cosi dica6i della bassa forza ad,h,ta come macchioisLi, fuochisti ecc.

~e nasce dunque che in simile e,·enienza il funzionam ento ferroviario i.· affidato in buona parle nll'elemento militare.

È on·io quindi dimostrare che è necessario che esso abbia in modo cerlo ed esatto la percezione dei colori e che nessu no ~ia daltonista. Non ho di certo l'autorità di fare concrete proposte, ma fo vivi voli che vengano introdotte delle dispos izioni regolamentari affinchè l'esame cromatico, nel modo e sistema che meglio si crederà più conveniente, venga praticato per ufficiali e soldati che debbono e~sere ammessi nelle specialità di senizio già dette, e che si mandi no ad altri corpi od altre ior,omhenze coloro che risultassero d1fetlosi, provvedimento questo che potrà evitare in futuro tristi e disastrose conseguenze ------------------- - ---

11) Evidentemente l'A. non era, 11uando scrisse la presente memoria, a cognizione della uotìficazione di concorso per l'ammis~ionc all:Arcademia narnle di Livorno (IO gennaio !.894) nella quale si pres.:rire cbe gli aspiranti, oltre al· l'e,,ere esenti dai clifetli che rendo110 inahili al servizio militare mllrillimo, al>bi11110 inte9m 111 percezione dti colori <s t, ari. i). C,r. della D.).

RIV ISTA J\fEDI CA

Lo 1ohla.oolamento del polmone . - Mt>mori~ preliminare del cloU. MoNTEc. - (Gaue:ta der,li Ospedali,9agosto, 18!'11).

Nell'i11lenlo Ji eliminare l'apice del-polmone quant!o è affetto da tubercolosi l'autore ha ideato ed applicato sui conigli un apparecchio speciale composto di due branche ricurve che ri pO"$Ono l"t>rrare una ~ull'altra: di queste una !>i applica ~11'estnno sul dorso dell'animale, rallra all'inlerno della cavità toracica in contatto del polmone che si vuol comprimel'e . L'autore descrive la tecnica dell'operazione preliminare che si deve praticare per l'applicazione del suo apparecchio eriservant!osi di pubblicare in esteso i dati statistici ed i par1icolari isto logici osservali nei pezzi d1 polmone asportali e 11 ei polmoni r esidui , formula le conclusioni che si possono intanto trarre dai numerosi esperimenti fseguiti:

10 Lo schiacciamento del polmone, fatto al di sopra dell'ilo, dà per ri,rnllato atelectasia con infarti emorragici multipli dell'apice, o di una parte più o meno estesa del lobo superior e. con necrosi successiva.

2" Il pezzo di polmone in via di necrosi si stacca spontaneamente e può quindi venire facilmente asportalo.

3• Dal polmone residuo non si fa emorragia, percbè lo schiacciamento genera trombosi dei vasi.

40 Gli animali CO$i operali, salvi i casi Ji complicazione, guariscono.

50 L'apertura del cavo pleurico con formazione :li pneumotornce non produce mai il temuto slwk.

Resta ora da risolvere la parte più importante <lei p10blema, ossia se l'asportazione di un pezzo di polmone affetto da tuber colosi impedisca lo sviluppo del morbo nel polmo11e residuo ed in altre regioni dell'organismo.

Medica 11583

GenerAllzzazione della tabercolosl ln segalto ad un traumatismo . - JAccouo. - (Journ.al de Médeeine et de Chirurgie, sellembre 1891 ).

La nozione ddl'eleme11to bacill11re nella tubercolosi non deve far trascurare lo studio delle condizioni ez'ologiche, nelle quali si pr·oduce questa malattia, od avviene la sua generalizzazione. Il freddo, come il traumatismo possono avere un'azione importante .

L'autore riferisce il fatto seguente, in cui il secondo di que$Li elementi ha agito in condizioni mollo speciali . Un uomo di 47 anni aveva sofferto otto anni prima di un' affoz ione suppurativa del tes•.icolo, che aveva presentati tutti i caratteri della tubercolosi ed aveva lasciato solamente come reliquato un nodulo indurito. Egri ha goduto po i perfetta sal11te pei· sette anni, allorch è venne a riportare la frattu ra di v111·ie costole; questo traumatismo guarì bene, ma fu susseguito da emottisi ed ~· partire da questo momento la sua salute cominciò a dt-clinare ed egl i dovette ricoverare alrospedal .., ove vennero riscontrati Lutti i se:;rni di una tubercolosi avanzata.

Questa tubercolosi è eviderrtemente dovuta al trau matismo, eJ é Ct'rlo clre senza questo accidente, il focolaio iniziale, che portava il malato nel suo or ganismo. nou avrebbe suUto questa diffusione. Questo traumatismo é quindi stato causa n0n solamente della diffusione, ma anche della localizzazione e si può esser certi che senza di esso la tubercolosi avrebbe potuto rimanere indefinitamente localizzata nel suo rocolai,, primitivo.

Questo malato ha presentato inoltre un interessante· incidente da l punto di vista tatteriologico. Durante il suo soggiorno allo sped~ le egli fu colto da una violenta febbre con tolti i caratteri generali di una polmoni te, benché all'ascoltazione non si fosse trovato alcun focolaio pneumonico e soltanto i segni di una intensa bronchite. Ma l'esame bat · teriologico fece rileva r e un fatto importante: durante tutto il tempo che perdurò quest'incidente gli sputi contenevan o il pneumococco contempo r aneamente al bacillo. Dopo sette giorni questo inci•.:lente non aveva lasciato alcuna conseguenza; ma dopo qualche tempo si poté constatare una nuova localizzazione dell'infezione tubercolare. Le orine contenevano un po' d'albumina, ciò che é abba"'tanza abituale in ques{i casi; ma esse si presentavano inoltre modificate, nel loro aspetto, diventanao un po' san~uinolente e lasciando un deposito purulento e soventi granuloso. L'esame del deposito e principalmente di questi ~rumi ha dimostralo che essi contenevano bacilli in notevole qu11nlilà, per cui venne confermala la tubercolosi renale: la qual cosa non avviene i11 tutti i casi.

Gli accidenti ce r ebrali che si pr esentano in certi ca~i nella convalescenza della polmonite hanno una grande importanza pratica dal punto di vista Jella diagnosi, percliè da questa dipende la scelta del t rattamento, il quale è molto differente secondo le circostanze. ·

Una malata del riparto diretto d8Il'autore giun ta al nono giorao di una polmonite ba terminata la sua defervescenza dopo aver subito due attacchi di collasso che l'hanno messa in pericolo di morte per più ore. Si notava un principio <li risoluzi one, ma lo stato generale era in cattive conJizioni e non vi era concor(\anza colla defe rvescenza termometrica. Dopo una rec rudescenza tempor anea, pareva che le lesioni polmonari si avviassero alla risoluzione e si sarebbe potuto esser e rassicurati sullo stato della malata, se essa non avesse presentali un certo numer o di gravi disturbi cerebr1:<li.

Jn principio vi era soltanto un po' d'ottusità; più tardi sopraggiunse un delirio completo, ma non strepitoso; nello stesso tempo era vi inconLinenza d'orina e sali va zio ne involontaria.

Ecco un complesso di disordini cerebr ali che si riscontrano soventi dopo la defervescenza, e più la malattia é stata · grave, maggiori sono le pr obabilità di vederli comparire: possono per altro sopraggiungere dopo tutte le malattie

Rivista

febhrili di un cerlR inten si tà e non è il caso rli Yedervi una complicazinne del tutto insolita.

Può però i,orgere una diffico ltà nella diagnosi, perché questi accidenti che sove nti :sono il risultato de)ranemia cer ebrale, sono spesso anche il fenomeno iniziale di una meningite. La distinzione i> molto importante, perché il modo di trattamento è del tutto differente.

Per questa diagnosi, non si può fa r calcolo su quel carattere proprio dei sintomi; il delirio, l'incontinenza d'orina 0 la ritenzione sono analoghe. È necessario quindi cerca re altrove gli elementi di questa diagno:oi, i quali si troYano dapprincipio nella febbre. Questa, 11el caso di meningite, riprende con ioteosita, e, se essa non è cessata, persiste dopo l'inizio della defervescenza.

11 r·ipresentarsi della febo r e, e ciò è il caso più frPquenl e, non è però un motivo assoluto per far ammettere la meningite, p~rchè può comc1dere con qualc)1e esacerbaz ione da parte di un altro organo, e non sarebbe possibile il pronunciarsi cbe dopo un profondo e~me. L'apiressia, al contrario, permette di eliminare la meningite. In quest"ultima malattia i vomiti ripetuti e la costipazione sono ancora feno meni abituali, ma essi non sono però fondamentali.

11 fallo più importante, dal punto di vista della diagnosi, è di conoscere l'evoluzione anteriore della malattia, perché se il malato ha sofferto per modo da esser diventato anemico, v i ha molta probabilila per ammettere che si tratti d' anP mia cer ebrale. Cosi, nel caso in discorso, vi è stata una polmonite molto grave, con due attacchi di collasso cardiaco che sono sufficienti o spiegare la profonda scosé'a dell'organismo : d'altronde, l'assenza completa di fobbre permette di escluJere la meningite.

li trattamento deve essere essenzialmente stimolante, e \'Ì è spera nza di poter vincere in tol modo questi accident i : pare che la vita non sia iu perirolo, ma vi è da temere che, come dopo la febbre tifoidea, il reumatismo o <Jualsiasi altra malattia febbril e, il delirio possa persistere per mollo tempo.

)IEDICA

Pollmioalte acuta primit iva Infettiva . - U :oN LARGER./Journal de Médecine et de Chtrr,rr,ie, otto bre 1891).

Non es istono ancora nella scienza che poche osservazioni di questa curiosa malallia, il di cui riuadro clinico è però ben trllcci alo . L' aut-Ore, il 'J Uale nt> ha os!'ervato un caso mollo co mpleto, ne ha fatto il s oggeLlo di un a sua tesi.

Senza causa conosciuta, un individuo é preso improvvisamente da stanchezza generale con pesantezza agli arti eJ abb attimento. Dopo un tempo variabile, comi,,are sulla faccia e su gli arti un edema, poco considerevole, molle, non doloroso: niente o lieve ~rado di febbre. non disturbi gastrici.

Altre volte l'inizio dell'affe zione è dd tutto differente: brividi, febbre, stanchezza, vomiti, poi edema; nei due casi, lo edema ò consociato a rossore costituito da piccole macchie irregolari, che possono farsi confluenti e prendere un aspelto eri sipelatoso. Quest'esantema ha breve durata e si vedon,1 comparire in seguilo dolori va~hi dapprimo, poscia più YiOlenti, loca:izzantisi alle parti tumefatlP e seguendo da vicino l'Pdema, invadono a poco a poco e simmetricamente le braccia, le gambe ed il torace.

I dolo ri aume ntano al punto da obbligare il malato a m ettersi a lello.

Quesl-0 s 1ato prod r omico ha una durala più o meno lunga: ora gli accidenti gravi compaiono rapidamente, in otto o dodici giorni; ora, al contrari o, lv stato si prolunga e la malattia impiega molto t e mpo a dichiararsi; per settimane, per mesi, il malato si lamenta di stanchezza, di spossatezza; avverte ~tan ch ezza negli arti e Jolori vaghi o localizzali, deboli o violPn ti, che scompaiono e ritornano. In generale questo s tato precur·sore r!ella malattia dura da tre a cinque sellimane.

Ma allora gli accidenti gravi !>Opra ggiungono bruscamente con o senza brividi, con una temperatura molto elevalo. L'edema aumenta e diviene duro; i dolo1·i sono più violenti. Il malato ha uria rigidezza generale del corpo che lo costrin~e a mellers i a letto.

E eco quanto si com,lata allora. La faccia e gli arti sono tumefalli per l'edema, talvolta cosi inlcmso che riesce impos -

1i.>86 RH1STA

sibile sentire le spor genze dei muscoli sottostan ti. Questi sembrano contratti, hanno una coosii,lt>nza particolare, come le;.:nosa e mancano di elasticità. Essi sono costantemente in 1stalo semi-rigido; questa contrattura di tutti i muscoli obbliga il malato a tenere j suoi membri io sem i-flessione. I movimenti lsono dolorosi: fa d'uopo notare anche chi> le lesio11i !<Ono o diventano simmetriche e che in tutti i casi osservati, quando un muscolo e ra stato interessato, lo t-tosso muscolo del lato opposto non tardava ad essere colpito.

I muscoli della faccia, degli occhi, della lingua e della masli<:azione non sono mai lesi: quelli della faringe e della laringe vengono interessali tardivamente; il diaframma stesso, verso la fine, funziona male. LA palpazione e la pressione delle parli edematose sono il più spesso molto dolorose.

Lo stato generale è mollo variabile. In alcuni maiali la temperatura é molto elevala e l'appar enza infettiva della malattia molto pronunciata; in altri, le funzioni digestive si coni-crvano mollo buone e lo stato generale non è molto alterato.

Ora rapidamente, quasi in modo fulminante, la malattia, io dieci o dodici giorni, uccide un uomo fino allora sano e che era stato collo improvvisamente senza causa apprezzabile.

Ora più lentamente, con alternative di migli oramenti relativi, interessando cd abbandonando a vicenda i muscoli, la polim iosite finisce pe1· stabilirsi in modo definitivo; i muscoli della faringe e della laringe non funzionano più, il malato non può più mang-ia1·e, nè res pirar e, e muore per esaurimento o pe r soffocazione.

Ma talvolta anche, ciò che è raro, la malattia si arresta nel suo decorso, l'edema diminuisce. tull, gli accidenti si atte11uano, e comincia la convalesceuza, la quale però è lunga, p~rchè i muscoli hanno s1Jbito una profonda alterazione e sono necessari mesi, ed anche anni prima che i muscoli abbiano ripreso la loro elasticità e la loro forza. La durata dell'affezione in questi casi di guarigione é molto variabile. Essa può essere di sei giorni nei casi molto benigni fino a lre !,,eltimane

Gli individui affetti da polimiosiLe acuta anche benigna che guariscono, restano per lungo tempo deboli, anemici, perché si tratta <li una malattia generale di lutto l'organismo e non gia di una semplice affezione locale.

'1E0ICA 1587

Dal punto di vista anatomo·patologico, come lesione muscolare. si riscontrano tutti i gradi della degenerazione, con unà iperemia intensa ed ancht> con emorraizie, ma senza alcuna traccia cli suppurazione. L'ipertrofia del fegato, della milza e le lesioni intestinali attestano d'altronde che si tralla di una malattia infettiva.

Quanto alr eziolo~ia, essa ancora del tutto ignota e nei casi di que~ta malattia finora consta.tali, non si è potuto invocare nè la miseria, nè l'alimentazione difettosa, né lo strapazzo muscolare.

R. KocR. - Nuov a oomuni oazlon e aulla tube roollna .(Deutsche medìcinische Wochenschrijt, N'. 43, e Riois'ta d'Igiene e Sanità Pubblica. N. 20- 21, 18!H ,.

Dopo molli tentalivi Koch è riuscito ad ottenere la tubercolma allo slalo di purezza, precipitandola con deboli soluzioni di alcool. Egli osservò che mescolando l'alcool alla tubercolina in proporzioni debolissime, nella proporzione di 2: 3, si forma un precipitato bianco fioccoso che si può facil:(Ylente separare e lavare co11 alcool ad eguale concentrazione.

Ecco come procede l'autore: A dieci cen tim etri cubi di tubercolina greggia, ver sati entro un tubo da saggio, ag~iun~e quindici centimetri cubi di alcool assoluto, a~ita, chiude con tappo la provotta, e la lascia in riposo per 21 ore. Si forma allora entro un li,1uido bruno carico un deposito floccoso. li liquido che sopranuola, è decantato con cura, sostituito coo ~guale quantità di alcool a 60 p. 100, si agita, si lascia riposare e !<i ripete l'operazione 3 o 4 volle, finché l'alcool che ha lavato il precipitalo !'ia quasi incoloro. Dopo si fanno alcuni lavaggi con alcool as~oluto. generalmente tre, il pre· cipilato è portalo s,,l flllro a pompa ed es~iccato nel vuoto. Si ottiene così una massa bianca come neve, che disseccata a 100 C, in cui perde dal 7 al 9 p. 100 di acqua, si polver izza e prende un colore g riiio. Questo precipitato. che può considerarsi come la parte più attiva della tubercolina e che, in dose minore di quella g reggia, produce gli stessi effetti tanto sugli animali quanto sull'uomo, non ba fìnora recato nessun progreo.so per hl cura della tubercolos,. Kod1 si maruviglia perchè solla11to pochissimi degli alluali balleriologi aubiano teutalo di eslra1"re d,rellamente la tubercolina, dopo le indicazioni che egli aveva fornito loro 11e!Je du~ prime comunica1.ioni, e soggmnge essere p r essi .. niiliante di affidarsi ciecamente ad una ricetta per la prf'rarazione d e lla tubercolina, invece di ricorrere ad esperimenti proprì.

Quest"t~s pressione ba mosso a sdegno il prof. J. Hueppe (1), il 'fu ale in u110 studio critico sulla tube rcolina, ha sostenuto 1° c!1e le due prime pul.Jblicazioni di Korh erano incornplete ed inesatte; 2° che Harnmersclag, due annr prima di Koch aveva preparato la tubercolina greggia, ma non avrva neppu; immaginato di utilizzarla per la terapia e pel commercio. che Klebs, Hahn, ma sopratutto Hunter isolarono la tubercolma che il lavoro di quest' ultimo supera di mollo lo stesso recente di Koch; 3° che Koch nella coutrover.::;ia col Pasteur nel 1~82 fu molto esigente sostenendo che non si d~ve confondere la scienza con l'industria e che clii nel mondo scientifico brama fiducia e conf1denza, ha ìl dovere di fa r conoscere esattamente il metodo seguito, afjinchè ognuno sia in grado di prooare se quelle decluzic,ni sono esatte; 4° che, a pt1rere dell' Hueppe, il solo colpevole 11011 è Pasteur, ma Koch; ;-,o che, 110n solo i batteriologi non hanno invocato alcuna ricetta per la preparazione della luhercolina ma che i clinici ed i medici hanno fatto rimostranze. perchè Koc!J contro ogni consuetudine, prete!'<e che usassero, per la cura dell'uomo, un rimedio segreto; 6• che Prior nella preparaziu1,e Jtdla tubercolina 11011 ern riuscito, pert.:hè seguendo le inJicazioui di Koch ravevu t:slralla da colture di bacilli tubercolosi col 40 p. iOO Ji 1-ilicerinfl, menlre ora si è venuto a sape!'e che Koch usa,n il 4 p. 100 di glicerina aggiunta alle colture i11 bro,lo ,. eonce:itrala sino al decimo; -;• che prima clt·lle comunica'l.1011i d1 Koch, e perciò senza aiuto d i rict:lte, aveva110 oLt.. nuto risultati posilivi Bab es, Bujwid,

Metchnikoff e Roux; s• che Scholl e rautore (Hueppe) per i primi fecero ~apere che i bacilli tubercolosi si sviluppavano bene alla superficie dei liquiui, al qual processo anche K11ch attribuisce adesso molla importanza, però senza nominarne gli autori, i quali erano pure riuscili .cren.ia ricetta, ad is0lare la tubercolina alla stato di purezza e a determinarne meglio l'azione; 9• che Koch r imane a11cora alla scienza debitore delle ricerche sulla immunità e sulla guarigione delle cavie tubercolo~e con la lubercoEna. che costituirono la base del· rapplicazione del rimedio all'uomo, molto più che Bardach, fra gli altri, oltenne nelle scimmie risull~li del tutto diversi da quelli di Koch.

Gli addebiti dell'J11.,eppe sembrano veramente gravi e noi, nell'intere::-se della scienza, ci auguriamo che il grande batteriologo possa dissiparli. C. S.

O. BoER. - Sul trattamento delle oavle lnooulate dl difterite oon preparati ohtmlol . - (Zeilhschri(t fur Hvgiene und lnfectionskrankheiten, I fase. del voi. XI, 1891.

L'autor e ha daprrima inoculalo, sollo la c ute delle cavie, colture giovani o vecchie di bacilli difterici e quindi nella sle::;sa sede il rimedio chimico a tale dose che non riuscis se letale pei detti animali.

All'autore fu µossibile di guarire le cavie infette di difterite con injezioni locali dr tricloruro di jodo, come era riuscito a Behring, con cloruro di zinco, percloruro di oro e cli sodio, con la naftilamina; mentre lui ti ~li allri animali di confronto, in numero di circa 80, morirono !'<enza eccezione 2U o .48 ore dopo l'infaione.

Però nessuno di detti rimedi manife:,tò un'azione generale sull'organismo, e la stessa curtt locale fu efficace solarueule, quando il rimedio fu appli cato nello ste!!'so luogo dell' infezione ed immedialtimenle dopo di essa.

Per la terapia della difterite nell'uomo i rimedi chimici sopra indi cati non l'Onu applicabili, ed é quindi neeessario cercare con nuovi esperimenti sugli animali altri r1m.edì. che spieghino nell' orRanismo un'azione generale (::j per mezzo del sangue giungano alla sede morbosa. C. S .

Gli asoarlcll lombrlcoldl e il tifo -addominale . - Dott. PER ACCHJA. - (Ganetta degli ospitali, 11 novembre 1891).

L'au tore prende le mosse dal caso clinico che riferisce in questa sua memoria relativa ad un tifoso aggravatosi improvvisamente e morto in seguito a perforazione intestinale, per richiamare l'attenzione sulla necessità di somministrar·e al principio di ogni ileotifo un purgante preceduto o associalo ad un vermifugo, ad esempio la santonina. Cond izione importante per il regolare decorso dell'ileotifo é l'assenza di materie solide circolanti nel tubo enterico · perciò, come devesi assolutamente e rigorosamante prescri: vere una dieta liquida, così si deYono allontanare al principio del morbo tutti gli elementi solidi preesistenti, specìe gh ascaridi lombricoidi, altrimenti questi scorrendo e urtando sulle ulceri intestinali possono determinarne o l'ing ran dimer, to e l'esacèrbazione del processo, o la perforazione e la per itonite consecutiva.

Sulle loca.llzzazlonl a.natomo-patologlohe e sulla patogeneal della tabe dorsale . - Dottor FLORIAKO BRAZZOLA. - (Bullettino delle scienze mediche di Bologna, fasci.colo 4°, 1891).

L'autore bi\ fatto una serie di ricerche minute su tutlo il sistema nervoso dei tabetici per studiare la malattia nelle sue intime lesioni ed essenza, non che per stabilir e qualch e rapporto con altre forme e specialmente colla paralisi progressiva e colla sifilide generale del sistema nervoso .

Riservandosi di pubblicare in altro lavoro le conclusion i generali che si possono dedurre dalle sue iudagini, l'auto1·e dichia ra. intanto che la tabe dorsale non può esse r e anatomicamente caratterizza la dalla lesione della parte posteriore, del midollo spinale, ma che invece il sistero.-t nervoso è interessato in tutte le sue parti e prevalentemente ne' centri sensitivi e vie sensoriali.

La parte che prima si amma la èon ogni probabilità, anzi con certezza in moltissimi casi, é l'encefalo: successivamente o concomitantemente si hanno le alterazioni nelle altre parti di,I sistema nervoso centrale e perifel'ico. Contrariamente quindi a quanto oggi si ammette l't1utore ritiene che la cl<Jgene ra:t.ion e dei co,.doni posteriori nella tabe sia seconda ria alle lesioni encefaliche corticali, cioè sia discendente.

La sintomatologia della tabe in genere trova secondo l'autore una spiegazione molto più razionale ammettendo le lesioni diffuse di tutto il sistema nervoso e specialmente dell'encefalo, che non la pura e semplice lesione spinale, la quale anzi colle nozioni attuali sulla fisiologia del sistema nervoso è spesso insuffi ciente a dare una spiegazione. L'a· tassia dei tabetici deve essere d'or igine corticale, o per lo meno la lesione corticale deve essere il movente primo.

I disturbi visivi devono trovare la loro prima origine nella 1esione della corteccia del lobo occij)itale, talamo otLico, eminenze quadrigem ine , vie ottiche; l'atrofia del nervo ottico, pur tenendo calcolo di tutti i lavori pubblicati dev~ essere discendente

Lu stesso si dica dei disturbi degli allri sensi specifici, dei disturbi della sensibilità, ed in genere degli altri sintomi tabici.

Cerlo che nella patogenesi di questi fenomeni bisogna tener calcolo anche deglì altri fattori, alterazioni del midollo, dei nervi periferici, delle terminazioni nervose; ma il movente primo, secondo l'autore, deve essere la corteccia.

:Recenti esperi e nze sulla. cura. della. tubercolosi con il metodo di Kooh. - P ar il professore EttRLICH. - (Dalla sua comunicazione al Congresso internazionale d'igiene in Londra).

Poi che le esigenze di spazio non ci consentono tradurre i11tera questa importante comunicazione, dobbiamo appagarci a riferirne i punti principali.

« A rl onta dei ri$ultati $pesso soùdisfacenti, ottenuti in virtù del trattamento sintomatico della malattia, attaccarne la causa e distruggerla rimane sempre la vera mèta della scienza terapeutica moderna. Senon chè, pur provata la pos- sibilità di raggiungere siffatLo scopo dalla cura della l'ebbra rico:reote e dell~. sifilide, manchialllo tuttora di mezzi !.p1>cific1 contro le p1u delle mnlallie infottive. E non la r8 r 1118• cologia, sibbene le grandi scoperte di Pasteur e di Koch sulle cause viventi della malattia, ci schiusero la via alla dt;s1derata méta. Trovata la causa della tubercolosi, Koch dedicò tulle le proprie energie alla scoperta dei mezzi di opporvi vittoriosa resistenza. Dall'impiego di una grande riuantità di agenti, tanto organici che inorganici, non ritrasse che lie,•e successo. Fu lo studio della biologia dei bacilli e l'analisi del processo naturale di guarigione che condussero Kock a trovare nei prodotti specifici della attività vitale dei bacilli gli unici mezzi di lottare vittoriosamente cont ro la tubercolosi. È così che noi abbiamo per la prima volta r ealizzato l'ideale di un metodo i·azionale ùi curare la malattia in conformità a principii scientifici rigorosamente sistematici onde ci si offre un esempio. che può servirci quale un~ norma dell'u!Leriore sviluppo dell'ai'le e della i:icienza de lla medicim.1.

L. ingiustificato entusiasmo e la non meno ingiustifica ta contrarietà, che seguirono l'aununcio della scoperta della tubercolina, sono 11ella memoria di tutti. II senso Ji scoramento, onde molli furono invasi, si deve, più che ad altr.'.>, ad osservazioni anatomo - patologiche, benché sia per sè i-vidente come le dimostrazioni di Virchow, che riguardano. per la maggi or parte, casi mollo avanzati, 0011 infirmavano in alcun modo il principio del metodo <li tratlame11to, ma potevano essere, lutto al pili, dirette conlro Ja tecnica della cura e l'impiego di quesla in casi di soYci·chio avanzati. N o n atterriti e non sopraffalli da quella fluttuazione di giudizii, che non é che troppo comune nella ~toria di ogni g r 11 nde progresso della scienza, una ragguardevole schiera di medici ha perseverato nei tentati vi, diretti ad utilizzare i benefìcii, che possono derivare dalla tubercolina Koch La ~tabihto il fallo che il punto essenziale nell'uso della tubercolina è il suo effetto local e su i te ssuti tub,..rcolosi. Tra le varie ipotesi, emesse per spiegare 'fUesto rimarchevole fenomeno, si presenta sempre la più pr obabile quella proposta da l Koch istesso. E~li aYvisa che in ogni località, ove sono attivi i bacilli del tubercolo, esiste una certa <1uantità di tossina e, conseguentemente, la accr,•sciuta attività, che tien dietro alla injezinne dellA tuber colina, è dovuta non ad altro che alla somma della tossir.a preesistente con quella injettata. quello raggiunto in riguardo alla diagnosi del tubercolc,, e specialmente della tubercolosi po1mona le, uno dei più grand i trionfi, che noi dobbiamo alla tubercolina. V' ha ora esempi, quasi innumerevoli, di individui, ne' qua li con i noti mezzi di inchiesta diagnostica si pote\'a solamente sospettare la esistenza di una tubercolosi polmonare, mentre dopo la pr ima injt>zione di tubercolina si potè provare, al di fuori di ogni dubbio, rome essi ne fossero realmente afl'elli, e ciò, !"ia per l'insorgere della reazione caratteristica, sia per la dimostrazione del111 presenza del bacillo del tubercolo negli spu ti, bacillo reso liber o in virtù della azione locale della tubercolina, dimostrazione, che non si era mai potuta ollenere prima della injezione della tubercolina. D'altro canto la tubercolina si è rivelata di una ~rande impol'tanza clinica, quando, injetlata, ha in molli casi messo in luce la esistenza di numeroc,i depo!"iti tubercolari antecedentemente l11tenti, ad onta si rosse supposto come n,.ll'organismo dell'inrermo non e:--islesse che un solo deposito tube1·colare in sede precisata indovato. E qui rio,a ricorda r e la frequenza, onde le affezioni tubercolose degli apici polmonali sono accompagm,te da proces:<ì !'econdarii nei linfatici superficiali dPlle regioni a"cellari e Mpra - clavicolari, e dell,~ complic11zioni consimili delle membrane sinoviali, delle ossa e di 1:1ltre parli, complicazioni wnute la prima volta in luce dopo le injezioni di tubercolina.

Nella ricerca, diretta a trovare una spiegazione intorno alla natura ed alla causa della azione locale della tub_.rcolina, si deve tenere in mente che la tubercolina attacca i tessuti in immediato contatto con il tubercolo e non proprio il tubercolo. Ed al proposito sembra sia !"lato Biede rt il primo a stabili r e come la differenza essenziale fra l'azione della tubercolina injett-ata e quella prodotta in loco dal bacillo sia in ciò che la prima investe il tubercolo dal,a periferia e la seconda dal centro.

Ml!OICA

Considerando l'imporlanza diagnostica della tubercolina risulta incontestabile che il manifestarsi delJa reazione locale costituisce una prova della esistenza del lubercolo. Oltre la tubercolosi, tra le numerose infermità, nelle quali sono stale saggiate le proprietà reattive della tubercolina, accompagnate da risultati benefici, v'ha unicamente l'acti111>-mico,-i e la lebbra. Ma ambe,lue queste malattie si dislinguooo senia difficoltà.

Fu anche maggiormente contestato il valore da annettersi alla reazione generale febbrile, e la di11cussione si é impegnata principalmente sul fatto che in molti individ ui, apparenteoiente ~ani, fin le dosi di un milligrammo dete rminano forte reazione febbrile. Nella attualità manca una !'>Urtìcienle evidenza per decidere la questione, ma vi è apprezzobilissimo fondamento per crPdere che, quando le do11i al da sotto di 5 milli~rammi producono tale reozione, s i può garantire la presenza del tubercolo.

Chiunque abbia avuto 0ampo di constatare sul cada ve re quale piccola quantità di tubercolo, appena Jel volume di un pisello, sia stata sufficiente a delerani111\re grave reaz ione generale, sarà involontariamente inclinato a l'iguardare quesU casi d i individui apparenlemente sani, sensibili con a cce nluAte reazioni a lla tubercolina. come quelli di soggetti, r.e1 quali esistevano depositi tubercolari piccoli o nascosti, e la cui situazione - nelle ghiandole broucltiali, ecc. - ha contribuito ad impeJirne la scoperta.

Le propr ietà curative della tubercolina sono generalmeu le riconosciute tali che dipendano esclusivarnentt> dall a l> U8 influenza specifica locale su i tessuti tubercolosi (tubercolizzali del Baccelli). I protratta esperimenti con r impiego della tubercolina hanno dimostrato che a fine Ji rend ere sicuro il desider ato effetto terépeutico non é nA necessa rio, nè desiderabile produrre grave reazione locale .-\ raggiu n· gere i migliori risultali è prderibile 11 metodo dt>lle do s i piccnle e di frequente inj.iltalf'. li principio essenzia le del processo <li guarij.?ione 11ta nell'effettuare r incap.:ulamento dei tessuti tubercolosi seconJo quanto a,viene nel pr;icesso <la cicatrizzazione. li che può olteoersi uel mo lo miglio re col mantenere il più o lungo possibil,.. la irritabil1ta specifica dei tessu1i malata, e non, come da principio si è praticalo, col distrugerli a mezzo di ir1jezion1 larghe eJ in dose rapidamente crescente.

La storia della cura <lei lupus con lo tubercolina por~e una pr ova del troppo caro prezzo - cioè il rapido declinare del potere r eattivo dei tessuti - onde si ottennero stupefacenti risultati all'inizio del tra.llamenlo, allora che si opinava come fosse in,•ariabilmente necessario avere forti reazioni. Così venivano a rendersi impossibili la favorevole c:0 11linuszione della cura ed il prevenire della. recidiva. E non è per mero accadente che abbiano su questo punto coDvenuto tutti, i <JUali hanno di recente scritto al riguarJo, e fra <Juesti Diedert, Lichteim, Langenbuch, Mor itz, Schrniclt, Merke l, Ros... nfeld, \Vali, Guttman. Ehrlich, ed altri.

I principii essenziali, comuna alla pratica di tulle que"lPauLorilà (1), posano sulla precauziont1 severa da e,,itare la forle r ea zione lo<:a.le e generale, sull'impiego dcllt1 piccole dosi e sull'aumento lieve e graduale ui que.:te. Il fatto che le piccole dosi non determinano, in via or,linaria, che una lievissima irr itazione è un argomento i11 fa,·ore ùel la loro pratica, onde vengono completamente risparmiali Lutti i.:li inconvenienti, risultanti dalla troppo intensa reazione. P, r tal guisa verr à a mancare ogni ragione di temere che la zona di tessuto, che,· se_condo DieJert, può esser e considerata quale u11 baluardo, dalla cui conservazi.:ine ed in,·i~orimento dipen,le, in ,,irtù del tessuto connettivo, la f!UOrigione del tube r colo, sia prematuramr~nte distrutto. E possono cosi evitarsi complic1:izioni punto deside r abili, quali le. elevazione lun7amente p r otratta della temperatura al pari che il generale indebolimento dell'organismo indicato dalla perdita di peso, che si osserva o r d aonriamenLe allora c.he sia in campo alta febbre. Ma il vantaggio precipuo .Jella .:omroinistrazione delle piccole ,!osi sta nel fotto da non abituarsi l'organismo tanlo facilmente alla tubercolin11. Con il vecchio sistema di dosi abbondanti e rapidamente cre!'.ceuti occorre,·a che l'infe rmo, talvolta nel giro di una sola settiman11, ordinariamente nel cor'<o di un mese, rAi:;giungeva quAllù stadio, nel quale manca ogni reazione dopo le stesse do;:i dì un dec1gramma; mentre, con l' imoiego delle dosi piccole può determinarsi la reazione l'ebbrile anche dopo un me5e ti, injezion1, qualora que!'le vengano temporaueamente in do::e sensibile aumentAte. Cn altro mezzo di conse rvare la irritabilità dPi te!:'suti il più lungamente possibile è nello impie,qo delle ìnjez,oni, non piu quotidianamente, ma a più lunghi intervalli. Ed un vantaggio ancora presenta cos ifallo metoJo, e sta in ciò, che ne ·viene ad essere complelame11te t::vitata la dou11o~a i11Huenza della sovrap posizione, del cosi detto effètto cumulali\O.

Il) .\ que,ti principii ~, iurorm,, lln 113 principio la pratica drl naccelli n~lle f,worevoli o;perrenze, che io ehhi il d,•stro di sei:urre.

Koch raccomanda, quale il miglio1·e, il seguente metodo, fondalo sulle sopra esposte considnazioni. La dof'e de.la LU• bercolina deve e!<sere io quantit.a $Ufficiente da indurre in-. fallibilmerile una reazione dPlle parli malate. E, poiché, nella generalità dei casi di tisi polmonare, non è possibile sorpreo• dere 1'111sor~erc della reazion e locale, le piccole elevazioni Ji temperatura donebbel'O ritenersi come inJizio della sut. ficienza della doc:e; ma sArebbe d'uopo regolare, seco11do i casi, questa in modo che la temperatura non monti oltre il 3 ° c. Nel maggior numero dei casi la dose iniziale dovrebbt, essere minore dt i milligramma. Che quando si t1·atli <ii m• ferrni, tutt'ora vigorosi e che non presentino sintomi di m• lallia 11,·anzata, la prima injezione può. in via sperimen lale, riduri'i n mezzo millig-ramma. Ma d1 rrr11,te ad infermi rie. bililati od a tali, che siano effetti da m11lallia maggiorn1ente diffusa - in una parola quando s'abbia fondamento a Slt:,;peltar e più viva suscellibihtii all'azione de h1 tubercolinatorna più convenien te cominciare con dose non più al~ dt u·1 decimo d1 m11ligramma. La inj,•ziom' deve ripeter!;i, s.:condo !'indi viduAlilà dell'lllfermo, tid inten·alli, o di due io tre od anche in più 1?ioro1, e la dose non s'ha ad aumen laN finché non sia scomparso il lieve onde!?giamento reattivo d<'terminalosi nella curva della tempe1 ·alura. In tal modo la cu1·a de, e <.><:ser" co11tinuata con c1111tde e col !-ist,-ma Ji tentativi ed in armonia con i fenomeni determinali dalla somministrazione della tubercolina. E da cosiffatto metodo il medico non deve diparti1·si c!te nf>i casi, ne' (1uali sia in campo la febbre elica, comeché lfl febbre, precedentemente in atto, nasconda l'.ir1sorgere anche della più piccola reazione, cui con la tubercolina !<i intende. In silfalle contingenze si é tr ovato utile injeltarne pi<·colissime dosi a più ripre$e nella stessa giornata, ad esempio da 3 o 5 decimi di m,lligramma per aument11rne alla tìne la doso solo con 111 più severa cautela. 111 virtù dt q11este modalità nell'ospeJ ale Moabit di Berlino, ed ovunqne sono state alluote, :;1 è raggiunto accentuato miglioramen to, mentre sovente, specie de lla febbre elica si é arnta ragione nel giro degli ollo ai f!Ullllordici giorni.

:-;-e deve essc:re negala attenzione ai tentativi, di rresco messi in opera, direfli ad aumentare l'azione curativa della tubercolina a mezzo della combinazione di questa con adallj dl'oghe terapeutiche. Il nodulo specifico del tube r colo rappresen ta ciò che può esser e considerata quale uno parte J1 lr>«suto riuasi isolata e non vascolare, che, si potrebbe dire , µrotegge il bacillo del tubercolo dalla azione della tubercolina intro,lolta nel sangue. Pare mollo naturale e plausibile il tentativo di utilizzare la transudazione inùolla daJl'l reazione locale alla tubercolina nelle parti attacca l~, qua,e mezzo di esporre il bacillo del tubercolo ulla azione di agenti oppo1·tuuamente distruttivi. EJ appunto in questo inte nto furono ,•a diversi medici istituite esperienze, P. nei riparli del pl'Of. S011ne1,burg, nell'ospedale Moabit, si ottennero nel trattamento del lupus cotanto ra,·ort::voli risultati dalla combinazione delle i11jezioni di tubercolina con rapplicazione locale degli impiastri mercuriali che meritano particolare menzione. Naturalmente che a ù ottenere il buon rsulta lo è essenziale tenere conslantemente le parti afTt!lle in st1·ello contatto con rappos1to empiastro.

Al clinico incomberà il dovere 1 li cercare a co11durr e in atione con l'ausilio della tubercolina, contro il bacillo del tubercolo quelle sostanze, che sono conosciute come lali Ja esercitare una deletP.ria influenza su questo. E che il granJe

RlVlS'IA problema ~ia per essere risollo con pieno successo da questo metodo è dimo~trato fortemente probabile dai ri~ultali J?ià pubblicati da }1arasrl1ano e da Langenbu,;ch io r iguardo ai loro successi nella cura della tisi polmooa re . Gli splendidi successi, riportati da Langenbusch nel trallamenlo della lisi in Yirlu della combinazione della tubercolina con allre sostanze all'uopo dirette, specialmente con l'acido picrico e col !':ublimato, sono falli stabilili, della cui veridicihi ci si può fa r e mallevadori . E quando si consideri che egli non sce!se i oasi. ma ne pre!':e in cura una quantità. di untt media piuttosto ::1favorevole, deve ammetter si essere questi fatti tali, che 110n possono noo destare la sorpresa e l' amm i razione.

Nella lolla coulro c,)sì ostinata malallia, quale la tubercolo!':i, è onio come non sia a negligersi a lcuno dei mezzi au .... 1liarii di cura e debbano applicarsi nella maniera la pi6 completa i principii generali. stabiliti da Brehme .. e Dettweiler. I.o stesso Koch, nella sua prima memoria, procl amò, siccome punto es!':enziale nella pralica chirur::tica, il me todo di combinare armonici metodi rhirurgici con la so mministrazione della tubercolina. R im arrà sempre un còmpi to di speciale importanza il decidere se in ogni caso speciale debba, o meno, venire r accomand ato l'uso della tubercolina. Pt:!t· fermo che non c'è di che i;eirnare limiti al suo impiego nei casi, i quali non ab biano oltrepassalo lo stad io iniziale, mentre risultali eccellenti in casi avanzali o fino a quellt accompagnati da febbre elica, i::i sono ottenuti quand o la cura sia s taia condotta n,:,l\a roalli~ra indicala e per un surfìciente spa zio di tempo. Disgr aziatamellle gli infermi degli ospedali sono spesso costretti dulie proprie speciali circostanze ad interrompere la cu1·a quando hanno appena com ncialo a trarne beneficio. E non deve recare sorpresa se in tali circostanze si dilegui presto tutto il vAntaggio, che dalla cura era derivato. s· ha, pertanto. a ,lesiderare, nell'interesse del metodo curativo, che il trattamento dei casi avanzati si abbia ad intraprendere aHora solo che si possa coniare di attuar.o regolarrnent.e e per m esi. E sa r e bbe desiderabile che le condizioni. necessarie per questo tratta- l18DIC..\ mento, fossel'O ra:;rgiunte con la organizzazione di appositi ospedali speciali e con case di convalescen,:a.

E sempre in piena attività una vivace disputa, onde amici ed avversarii de lla tubercolina ~ooo impegnati in quanto ha tratto ai risultati terapeutici, che ne sono fino al momento derivali. È ovvio il non annettere un soverchio valore alle relaziolli statistiche, e, men che mai, a quelle pubblicate all'inizio del metodo curativo in dil'<cor so, come quelle, che porgono solo il contributo di poche seltim aue di esperimento, fallo codesto, che la semplice considerazione sulla varietà degli infermi, solioposti alla cura Koch immedialamente dopo la pubblicazioue di questi, pone in luce e co nfe rma. I nfermi a stadio estremo della tubercolosi, cui il nuovo metodo appariva quale un r aggio di speranza, fecero re!"sa attorno ai medici, ai quali era consen t ilo praticarlo e li forzarono quasi a tenta r e sul loro oramai condannalo or1Xanismo il p" r icoJoso esperime11lo. Né deve dimentica r si che questo fu per eccellen za e nel senso più lato un periodo di sper imentazione: doveva no studia rsl le proprietà dell a tubercolma, sostanza completamente nuova , senza che la r icca suppellettile della terapia ne presenta~se alcunn di analoga, al tempo istesso che nA 1A educazione professionale nè la prop r ia esperienza fornivano al medico le indicazioni necessarie allo impiego di così poderoso a gente. Era tuttora ad esplorarsi l'intiero ca mpo, nel quale la tubercolina poteva utilizzarsi e biso;nava ancora conoscere quale fosse il miglior metodo di impiegarla.

È agli attacchi degli anatomo-patologi che essenzialmente si debbono il profondo scoramento e la diffidenza, prevalenti ia molli luop-lti, in ri guardo olla nfficachi della tubercolina, pure potendo ammettersi che il modo originale di impiegar e la tubercolina contro la tubercolosi nell'uomo sia stato in taluni ca si azzardalo. Ma con ciò non diminuisce la ragione di grandemente rammaricarsi che, sotto la influenza di vedute erronee in qu anto al significato delle apparenze, notale sul tavolo anatomico, il valore della tubercolina sia stato intieremenle. apprezzato sollo un falso punto d i vista. E: stato comune vezzo attrib uire alla influenza della tubercolina tntte Je sopravvenienze sravore"oli, che possano eventualmente occorrere nei casi con essa trattati, quando poi è noto che le stesse contrarietà vengono osservate nel corso dei casi ordinarii , non curali con la tubercolina e più specialmente il pericolo della disseminazione del/; m'..\lattia, quasi la diffusione non fosse insita alla natura del tubercolo, così che dall'essere una infermità stri>ttamente locale divenga vastamente disseminata. D'altra parte può a~·ermarsi come neppure uno tra i mollissimi casi, curati nell'ospedale Moabit di Berlino abbia presentato la tubercolosi miliare e solo raramente e, indubbiamente con mino r frequenza che con qualunque altro genere di cura, complicazioni, quali il pneumo-torace, l'emottisi, la perforazione intestinale. E non si ripeterà mai abbastanza che i reperti anatomo - patologici, che continuamente si riportano a condanna della tubercolina, riguardano esclusivamente casi trattati col vecchio metodo, di guisa che ora non possa più accordarsi ad essi alcun valore pratico di attualita; senza dire che le conclusioni relative sono siate tratte da un numero proporzionatamente limitato di casi, certamente di soverchio esiguo in confronto di quelli, che possano vagliarsi per un serio responso clinico. E deve accettarsi quale fatto stabilito che i processi polmonici sec~rndarii, che è cosi importante evitare, non vengono punto anticipati, quando si sep;ua il metodo dPlle piccole dosi. Può, inoltre, ritenersi siccome altamente probabile che il pericolo della diffusione viene ad esse1·e energicamente scongiurato da questo metodo, che agisce appunto all'oggetto di garantire in una maniera sistematica l'incapsulazione delle masse tubercolose.

Sul rimarchevole miglioramento in virtù della tubercolina si accordano in maggioranza le autorità cliniche, miglioramento, che si estrinseca eziandio nel favorevole ciclo di tutte le condizioni fisiche, specialmente nella diminuzio11e o nella scomparsa dei rantoli, nelle modificazioni degli escre11 li e nella definitiva scomparsa dei bacilli da questi, nella ce;::.sazione della tosse, <;ei sudori etici e notturni, nel miglioramento delle condizioni generali e nel considerevole aumento di peso. Pari grado di miglioramento è affatto sconosciuto in altri metodi di cura.

Risultati i più favorevoli si sono avuti nella cura della tubercolosi laringea, ed il successo, relalivamante più rimarchevole in questa forma della malattia, si deve indubhiamenfo ai rapporti anatomici, che consentono l'allontanamento, abbastanza agevole, delle parti infette. Anche che non vogliasi prendere in considerazione i brillanti successi in sino-oli casi, quali quelli del Renvers, del Lenzcnann, del ~ichelson ec~. ecc., rimangono sempre le relazioni di tali · autorità, come il Moritz Schmidt, il quale ottenne venti guariaioni su trentanove casi, ed i rapporti del Grabovver, che o afferma t:ome di quaranta infermi otto sono perfettamente guariti, (llantenendosi la guarigione da diversi mesi, e quindici banno in maniera considerevole migliorato.

E come si potrebbe impugnare il risultato altamente favorevole di questi casi 1 Davvero che questi splendidi successi, ottenuti dai laringologi, anche in casi disperati, sono di un grande valore, come quelli, che provano incontestabilmente la proprietà. della tubercolina nell',effettuare cure complete, non solamente oegli animali sott.oposti ad. esperimento ma allresi nell'uomo. Il più importante còmp1to della medici~a attuale sta nella investigazione dei processi, in cui virtù si attingono quest: risultati e nella scoperta dei mezzi, onde siffatti rari casi possano ascendere a sì alta cif'ra da costituire la regola generale. Accertare e controllare esattamente le condizioni del successo è tornato estremamente difficile a causa della straordinaria complessivita del processo tubercolare. Ma quando si rifletta che le più delle questioni riguardanti i rimedii in generale attendono sempre un responso, quando si consideri che la importante questione "'ià da secoli in discussione, sulla utilità della ' 0 · Il' ' antipiresi, é tuttora dibattuta e sempre lonta~a da es~e1~ sciolt.a, se noi volgiamo nella mente questa e simili ques~1om, e1iun"'eremo a convincerci come non v'abbia ragione d1 non ;ene;si paghi dei risultamenti teorici e, pratici, ottenuli nel ofro di pochi mesi con la cura alla tubercolina.

° Koch ha sempre e con infinita cura avuto in mira il fatto che l'isolamer.to della tubercolina in uno stato perfettamente puro, scevra affatto dai prodotti collaterali, si~ la condizione

Rl\'ISTA ll.EDICA

essenziale di ogni esperimentaz1one tanto nell'uomo che negli animali. Ed appunto di codesta sostanza pura si è fatto di recente esclusivo uso nell'ospedale Moabit cli Berlino. È stato constatato che questa sostanza possiede parecchi va ntaggi sulla linfa originale, vantaggi, che si esplicano speci1:1lmente negli effetti. prodotti sulle condizioni genera li degli infermi e nella assenza cli spiacevoli contingenze secondarie In virtù di questa pura tubercolina la reazione locale si spiega in mani e ra tipica. Con dosi relativamente maggiori o pin rapidamente aumentate si det.ermina la reazione febbrile, mostrando invarit.bilmente il tipo di uu ondeggiamento pirettico rapidamente declinante.

GE splendidi risullati, fin ad ora ottenuti, legittimano la speranz.a che i favorevoli p r ognos tici, che salutarono la prima scoperta di Koch, verranno pienamente realizza li.

F. S .

BIVISTA . CHJH UHGICA

He:-.oce. - Sopra un oa•o cll perUontte oronloa guarito oon la laparotomia . - (Berliner klinische Woehenschrift , N. 28, 1891).

Durante le feste del .Natale 1890, un bambino di cinque an ni . cadde per una scala e percosse la foccia e il ventre e nella cavità di questo lentamente si formò una raccolta di liquido, che il 3 febbraio aveva raggiunto un grado massimo. Unitamente all'ascite si riscontrava una raccolta di liquido nella ca vità della pleura a smistrt1. Il 5 febbraio, mediante puntura, furono eo:;tratti dalla cavità del venke 1150 Cc. di liquido verde- giallognolo e mollo albuminoso. Con 7 decimilligrammi di tub e rcolina, inoculati nella C'avità del ventr e non si ottenne alc una reazione. Il 23 febbraio, essendosi raccolta nel ventre n uova quantità di liquido, con la puntura ne furono estratti a ltri

Rivista Chirurgica 1603

t200 Cc. Prima della puntura l'addome av~va 62 cm. di circonferenza. Nel liquido, con l'esame microscopico, si risconLrarono corpuscoli rossi e bianchi del sangue e cellule rotoude, ma giammai bacilli tubercolosi. Dopo un passeggero miglioramento, il 16 marzo, fu necesserio estrarre dal ventre &Itri 2800 Cc. di liquido, ma il 25 marzo la circonferenza dell'addome aveva raggiunto di nuovo 63 cm. Fu perciò necessario ricorrere alla laparotomia, che fu eseguita dal professor Bardeleben. Dopo uscito il liquido, si vide per ogni dove il peritoneo non solo molto rosso ed inspessito, ma disseminato di noduli rosso-grigiastri dalla grandezza di una testa di spillo a quella di una grossa lente e che rassomigliavano in tutto e per Lutto ai tubercoli, però col microscopio fu possibile cl.eterminare che non si trattava di tubercolosi.

Dopo l'operazione, il decorso della malattia fu favorevolissimo ed il bambino guarl completamente.

Non è facile dimostrare come la laparotomia possa produrre in questi casi la guarigione, ma con molta probabilità si pu~ riten"?re che nei numer osi casi di peritoniti registrate quah tubercolose e guarite con la laparotomia, non si sia trattalo di vera tubercolosi, sibbene di semplice peritonite cronica.

81111 '11•0 d egll a.ne•tetlol nella Guerra cll BeoeHlone d 'America e nella Guerra Franoo-Germ.anloa . - The me· dical and surgical Historu oj the War of the Rebrdlion, part III, ,·ol. II, Sur{lieal Historg, pag. 887 e SrinitiitsBericht uber die De1J,tschen Htle re im Kriege gegen Frankreich 1.870-71, !Il Band, allgemeine r Theil, II I Abth. - pag. 31.

Guerra di Secessione.- Non fu possibile determinare il numero totale dei casi, in cui, durante la guerra , furono usati gli anestetici, ma può in generale ammellersi che non siano inferiori ad ottantamila. P erò solamente di un piccolo numero di essi, cioè di ottomila novecento casi, fu reso conto particolareggialo. li cloroformio fu usalo in seimila settecento e ottantaquattro casi, o i 6,2 per cento; l'eter e iu

Rivista

mille trecento e cinque casi, o 14, 7 per cento; una mescolanza di etere e cloroformio in ottocento ed undici casi, 0 9,1 pi>r cento. L'uso degli anestetici contribui potentemente allH favorevoli medie di mortalità, che si ottennero nelle grandi operazioni. Dei sP-imila settecento e ottantaquattro casi in cui fu adoperato il cloroformio, la mo1·le fu attribuita a quest'agente in trentasette casi, o 5,4 per mille; di mille trecento e cin,1ue casi, in cui l'anestesia fu prodotta dall'etere, si ebbero 4 morti, o 3,0 per mille; e di ottocento ed undici casi, in cui fu usata una mescolanza di cloroformio ed etere si ebbero due morti, o 2,4 per mille.

Nel seguente specchietto sono numericamente rìassunti i risultati di cinquecento e novantasette casi, in cui furono usati gli anestetici, con le indicazioni delle quantità impiegate, del tempo occorso per l'anestesia e del periodo, durante il quale fu mantenuta.

AGE:'iTE ANESTETICO USATO

L'eccitamento fu meno frequente ne' casi in cui fu amministrato il cloroformio, che in quelli, in cui fu usato il cloroformio e l'etere, o l'etere solo, essendo le rispettive medie per cento eguali a 28,0 pel cloroformio, 37,0 pel cloroformio e l'etere, e 39,1 per l'etere; ma, come si scorge nel sopraindicato specchietto, pare che l'eccitamento sia stato più violento nei casi di narcosi da cloroformio, sebbene in un caso di anestesia con etera l'eccitamento fosse stato così violento, che l'impiego dell'anestetico fu abbandonalo e l'operazione fu continuata senza anestesia. La prostrazione fu notat-a in ventuno, o 13,3 per cento ilei casi di cloroformio, in tredici, o 12,0 per cento dei casi di cloroformio ed etere: e in trentasette, o ! 1,1 per cento dei casi di etere.

Il vomito fu notato in ventitrè (23}, o 14,6 per cento dei cento e cinquantasette (157) casi di cloroformio; in trentadue (32), o 29,6 per cento dei cento ed otto (108) casi di cloroformio ed etere; e in novantotto (98), o 29,5 per cento dei trecento e trentadue (332) casi di etere.

Nel seguente specchietto è indicata numericamente la frequenza del vomito, l'eccitamento e la prostrazione in cinquecento e novantasette casi di anestesia.

Guerra Franco-G e rmanica. - In tutte le grandi operazioni (5866), nei lunghi e dolorosi esami delle ferite, frequentemente anche nei rim1ovamenti di medicature accompagnati d& dolore fu dappertutto usalo il cloroformio, quale agente anestetico. Non fu possibile determinare il numero totale delle anestesie ottenute con tal mezzo, ma senza dubbio fu straordinariamente grande. Eppure furono rariisimi i lamenti di inconvenienti e molto meno di casi· di morte addebitati al cloroformio.

Chenu racconta che l'anestesia si otteneva con grande facilita nei soldati francesi feriti; la stessa cosa si osservò pure nei tedeschi. Anche negli ospedali militari, in tempo di pace, l'anestesi a in generale si ottiene presto e dura !un- gamente. L'anestesia si manifesta più sollecitsmenle e più facilmente negli ospedali militari, che nelle cliniche chirurgiche. Ciò dipende in gran parte dall'età relativamente giovane dei soldati e dal fatto che la loro costituzione non è ancora guasta dal lungo abuso di alcoolici. Difatti i musulmani, i quali non bevono vino, si addormentano nep;li ospedali tedeschi mollo presto e qualcuno di es!:li per l'azione del cloroformio, dopo otto atti respiratori, già dorme profondl3mente. c. s.

Tuttavia se l'anestesia è preceduta da gravi perdite di sangue nei feriti, allora anche pei giovani soldati il cloroformio diviene pericoloso, ed essi muoiono quasi sempre dopo l'operazione. S ebbene questi casi di morte non si possano ascrivere esclusivamente alrazione del cloroformio, pure deve riconoscersi che esso ha una parte importante, unilament.e all'emorragia, quale causa della morte.

Molto più pericolosa diventa l'anestesia da cloroformio, SA dopo gravi perdite di sangue devono eseguirsi grandi operazioni, specialmente disarticolazioni del braccio o della coscia.

Ed a conferma di tali fatti sono riferite nelìa grande relazione medica della Germania alcune istorie cliniche.

In conclusione tanto nella Guerra di Secessione d'Amer ica, quanto in quella Franco-Germanica del 1870-if, il cloroformio, quale anestetico, fu di ulilila grandissima.

F. CAHEN. - Bulla mlodte oasUloute. - (Cen tralblattfii. 1" Chirurgie, N. 30, 1891).

I casi di questa malattia furono tutti osservati alla clinica di Greifswald, e l'autore ne riporta quattro, interessanti per la loro grande rassomiglianza riguardo alla patogenesi ed al decorso clinico.

Il primo caso appartiene ad un operaio di 35 anni che r ipor tò un calcio di cavallo alla coscia sinistra. Il secondo ad un giovane di 19 anni pur e colpilo da calcio di cavallo all a coscia destra. Il terzo ad un uomo di 20 anni ed il quar to

CUIRURGICA '1607

ad uno stalliere di 21 anno pur essi colpiti dallo stesso trauma su due r egioni cioé alla coscia sinistra ed al braccio destro. In tutti e quattro ad epoche diverse, cio~ in alcuni nel corso d'un mese, in a!Lri nel period,) di 3 settimane, nel pt1nto colpito si manifestò un tumore muscolare contenente un nucleo oi::seo, che rautore qualificò per miosi le ossificante. Tre di quelli infermi furono curati con operazione. L'oper azione consisté sempre nella escissione completa del tessuto muscolare indurit.o , e secondo la sede più o meno profonda del tumor e si esportò anche il perioslio del femore e perfino delle lamine di sostanza corticale che si sospettavano in preda a degenerazione. Nel primo caso dopo un mese si mani~estò la recidiva che obbligò il chirurgo ad una seconda esllrpazione. Il risultato finale non si poteva desiderare migliore per tutti i casi operali.

L'autore studiò poi accuratamente l'anatomia micrl'scopica delle masse esportate, ed in base al suo studio egli conchiude che la miosite ossificante è da r iguardarsi come una produzione di tumore o di osteoma nella muscolatura, il qual modo di vedere starebbe nel più grande accordo colla dottrina di May secondo la quale l\ncbe la miosite ossificante progressiva non sarebbe che formazione di t~mor_i. I preparali microscopici diedero a vedere tanto 11 llpo di for~azione ossea endocondrale che di quella periostea, la prima sul principio della malatlia, l'ultima all'acme del processo; lo sviluppo del tessuto osseo stava in diretta dipe ndenza con unH forte prolirerazione d1 les~mto intermuscolare.

A conclusione del suo lavoro l'autore riporta le massi me terapeutiche di Helferich da seguirsi nel trattamento d1 questa malattia; secondo quei precelli si dovrebbe:

1• non solo estirpare il tumore osseo, ma se lo permette la regione anatomica, il muscolo in tutto il spessore prr lo meno andar tanto avanti colla demohz1one flnchè s1 trova la più piccola propagine dell'indurimento muscolare.

2• estirpare anche il periostio apparentemente normale, per lo mt>no ad un centimetro inlorno al tumore impiantato sull'osso.

3• liberare l'osso rimasto a nudo da ogni altro tessuto patologico mediante lo scalpello.

CHIRURG-ICA 1609

KARL1NSK1. - P a tologia d e l morso del serpenti. (Centralblatt fur Chirurgie, N. 25, 1891).

In questi ullimi tre anni l'autore ebbe occasione di studiare nella Bosnia meridionale e nell'Erzegovina l'azione del veleno dei serpenti sull'organismo umano. Oltre a 21 casi di individui morsi dai rettili velenosi, servi ai suoi studi an~he una serie di esperimenti sopra animali èon veleno puro. Mediante tali esperimenti ed osservazioni egli contribui ad estendere le nostre cognizioni anatomo-patologiche sopra questo argomento.

Gli uomini dall'autore osservali erano stati morsi per lo più alla regione malleolare dalla vipera comune (vipera-aspis) e solo eccezionalmente alle dila nell'alto di raccoglier legna od in altri simili la~ori. Come risulta aalla esposizione delle singole storie anamnestiche e cliniche, essi provarono fenomeni e sconcerti diversi, disturbi di circolazione, più o meno completa coagulazione del sangue in seno alla ferita o nell e parti circostanti, formazione di trombi nelle vie circolatorie, ed in seguito a ciò alter-azioni gravi locali, come gangrena secca ed umida, in parte anche disturbi nervosi, per esempio in principio un senso doloroso, quindi insensibilità di tutta la regione, crampi e alterazioni della sen-,ibilita generale ch e ben tosto dopo cessata l'azione del veleno facevano passaggio al tremolio ed alla spossatezza.

In un caso che fini colla morte l'autore cercò di spiegarn e l'esito infausto colle embolie nelle arterie coronarie o po!monali.

Effetti simìli a quelli osservati sull'ùomo si son potuti vedere anche sopra animali ai quali venne comunicato il veleno o per iniezione sottocutanea oppure per mezzo del morso del serpente. Le rane etano uccise da 10 minuti, i sorci soccombevano in un perio'.io di tempo che si estendeva da 8 a 15 minuti, e gia dopo soli 3 minuti manifestavano paralisi delle estremità e minore reazione agli eccilanli esterni. lo ~eoera le risulta da quei sperimenti che il veleno della vipera comune è molto più debole di quello del cobra (Naja) e che le iniezioni di acido cromico all'1 p.100 come antidoto mostrano la stessa efficacia delle iniezioni di acqua clorata (Lenz). Per e,sempio un cane da caccia di cinque anni , il quale aveva prima ricevuto sotto la pelle della fronte 0,4 eme. di veleno fresco non allungato, e 15 minuti dopo quattro iniezioni di 0,5 eme. di una solu zione di acido cromico all'1 p. 100 tanto sul luogo della pri· mili va ferita come nelle partiaquellacircostanli, non manifestò che passeggiere contrazioni delle estremità, ed anche alla fronte non ebbe che una limitata necrosi cutanea che non si estese oltre le dimensioni di un marco.

L'autore si procurò il veleno per le esper.ienze in più modi; per esempio coll'irritare la serpe e poi farla mordere sopra una piastra di caucciù indurito e raccogliendo poi le goccie del veleno deposto sulla piastra dall'animale, in un vetro concavo. In questo modo egli riusci a raccoglie:e da 3 fino a 5 eme. del veleno, che si palesava come un liquido giallastro attaccaticcio, inodoro, a reazione acida , di un sapore amaro assai intenso. Altro mezzo per procacciarsi il veleno fu quello di essiccare il prodott'l delleglandole velenose di 40 vipere,con che egli ottenne 15 grammi di una massa amorfa, bianca, leggermente solubile nell'alcool e nell'acquu. Una :Soluzione acquosa al 20 p. 100 di questa materia corrisponde per i suoi effetti al veleno fresco proveniente dalle ghiandole ·velenose della vipera.

BòNNECKER. - Sopra i batteri del liquido delle ernie in c arc e rate e sul loro rapporto colla sepsi peritoneale. (Centralblatt Jilr Chirurgie, N. 25, 1891).

In otto casi di ernia strozzata ed in un grande numero di strozzamenti prodotti artificialmente sopra animali l'autore ha costantemente trovati numerosi microrganismi viventi nel siero stesso del sacco erniario, e ciò indipendentemente, sia che quel.liquido fosse inodoro o chiaro O]'pure fetido o sanguioolent9 e che l'i!)testino fosse sano oppure già caduto in necrosi. In un caso di strozzamento del tulto recente (operazione quattro ore dopo il medesimo) si trovarono nel sier o incoloro batteri in gran -numero. Secondo l'opinione dell'autore non sarebbero affatto necessarie gravi alterazioni nella tessitu~a _dell_e pareli intestinali perché queste diventino permeab!h a1 m,~~oq~anisi; perché abbia luogo il pussaggio di questi parass1t1 è sufficiente una forte stasi venosa ed un notevole imbibizione sierosa. · a

Le culture pur& di batteri colli vali dal siero del!' ernie iniettate nel cavo addominale di animali sani non provocarono alcuna peritonite. Nello strozzamento erniario la morte avviene per sepsi peritoneale in seguito ad assorbimento di veleno _bac~erico, quando lo strozzamento non é tolto subito. La per1lonite purulenta avviene soltant0 quando esiste necrc,si della parete intestinale. La prognosi della resezione intestina~e primaria è, secondo l'autore, infausta perché quella operazione mette una grande ferita peritoneale in una cavità infetta da batteri di putrefazione.

L'autore riepiloga come segue le sue ~onclusioni sopra questo argomento:

1° Nel sieto delle ernie incarcerate, fin dal primo stadio dello strozzamento e mollo tempo prima che sopravvenga la gangrena dell'inteslino si tro\·ano microrganismi.

2• I medesimi provengono dall'interno del tubo intes tinale ed emigrano all'ester no attraversandone le pareti .

3• La morte dell'animale su cui siasi provocato artitìcial• mente lo strozzamento ha luogo per sepsi peritoneale di solito senza peritonite suppura ta, però que!'!ta può i)ure 'manifest!i rsi.

4° Nella erniotomia con apertura del sacco erniario, bisogna far precedere alla riposizione dell'intestino una esalta disinfezione dello stesso e del sacco erniario.

LEICHTENSTER}ol. - Sulla iDfusloDe lDtravenoaa cU oloruro aodloo contro le gravi emorragie . - (Centralbla tt .fùr Chirurgie, N. 35, 1891).

Leichtenstern si associa alropinione di coloro che non solo ammettono un'anemia acuta per una per dita di consider evole quantità di corpuscoli ro,;si , il quale stato essi appellano anemia funzionale, ma credono che si produca ancht: un'anemia meccanica per la ptJrdita di grande ']Uantilà di materiali liquidi

Chirurgica 161 1

del sangue, quindi squilibrio nelle condizioni mecca niche della circolazione. La trasfusione del san~ue dovrebbe poter rimuovere ambidue i pericoli cioè tanto quello dell'anemia meccanica che della funzionale se alla sua applicazione non sovrastassero altri pericoli dei quali è affatto immune la infusione intravenosa del cloruro sodico . A questa operazione Leichten· slern attribuisce un potere curativo che in certe condizioni egli direbbe prodigioso. Esso agisce non solo alla guisa di un mezzo eccitante per il cuore, ma anche col riempire il !<istema vascolare resosi vuoto e col ristabilire una sufficiente tonicità e forse anche col proteggere gli organi del corpo esangue da una eccessiva e troppo brusca perdila di umori parenchirnali.

L'autore praticò quest'operazione in otto casi di emorragia gastroenterica Etrave; se essa operazione non valse semp re ad impedire l'esito letale, pur tuttavia nel maggior numero dei casi si poté constatare che l'attività cardiaca si rianimava in modo sorprendente, migliorava la circolazione e ritornava la coscienztt.

Alcune volle dopo la trasfusione di cloruro sodico compurve lo zucchero nelle orine.

L'infusione fu praticata sotto una pressione di 1/ , a 1/ , metro ed in modo che in una me zz'ora si introduceva da 1/, ad 1 litro di soluzione . La quantita minima del liquido é dai 500 ad 800 eme. Per regola si posso1,o impiegare fino a 1500 eme. L'autore accerta di non aver mai osservati tristi accidenti da attribuirsi all'operazione.

KNORRE. - Studi oaaulstlcl aopra le fratture del or&Dto . (Cent ralb latt fur Chirurgie, N. 38, 1891).

Questi studi furono intrapresi da Knorre sopra quattordici casi di frattura del cranio che erano stati esaminati anche da Korber a scopo medico- legale. I dati anamnestici, il reperto necroscopico come pure l'esame dei relativi pezzi sottoposti a macer azione furono partitamente presi in esame e con risultali interessanti, che indussero l'autore a confermll.re la teor ia di Messerer e di Wahl sulle fratture del cranio,

Rivista

la quale ammette per principio che la direzione della violenza o del trauma è quella che determina la direzione della frattura e che quicdi dalla direzione delle fessure si può con assoluta certezza .stabilire la direzione del colpo. Mentre e~Ji, secondo il processo di Wahl, fa distinzione tra le frattu re da scoppìo che coincidono coll'asse di pressione, e le Jrat. ture da ìneuroamento che decorrono in direzione perpendicolare all'asse di pressione, suddivide le prime in quelle che sono cagionate <la compressione bilaterale ed in quelle prodotte da compressione di un solo lato; distinzione che egli reputa di grande importanza sollo il punto di vista medicolegale. I risultati delle sue ricerche concordano perfettamente con quelli ottenuti da Mes"'erer e Korber, cioè che il principio della frattura da scoppio diverso a seconda che nella compressione bilaterale cioè colla compressione lentamente graduata viene interessata in totalità l'ela s ticità del cranio, o che in causa di compressione localizzato, come per un urto circoscritto ad un punto, questa elasticita é forza ta solo parzialmente. Nel rrimo caso, in cui l'alter azione di forma del cranio è più ragguardevole, la fraUura da p1·essione comincia costantemente e senza eccezione all'equatore. Nel secondo caso comincia al luogo do,·e agisce la pressione oppur e in un punto molto vicino al medesimo. Nelle fr a tture per compressione bilaterale si trova inoltre un più lungo decor,;o delle fenditure e queste interessano tulle e tre fe fosse del cranio quando la compressione !lvvenne in linea sagittal e, e due fosse se la compressione fu sulla linea fronta le. Queste fratture presentano ancora un allargamPnlo maggiore dell e fenditure a metà del lor o decorso. All'incontro nella compressione di un solo lato si osserva un più breve decorso della fratlura da scoppio; esse sorpassano raramente la linea mediana e si allarga no al polo o vicino allo stesso. Le fratture da incurvamento circondano ;I polo di pressione e vanno ad inter essare la tavola esterna più esternamente che l'interna; la parte ossea da essa circoscrilla è spesso depressa. Finalmente una serie di osservazioni fatte da Knorre starebbero in appoggio dell'opinione di Kiirber, che quando entra in azione una viohrnza assai estesa, spec ialme nte ~e il corpo che la produce ha una forma irregolar e, in tutti i punti dove i due corµi si toccano, si producono dei poli di pressione ai quali poi corrispondono diversi assi di pressione. Tenendo conto di questo l'alto si Lroverà che anche le fratture piu irregolari ed in apparenza non soggette ad al· cuna legge fisica sono suscettibili della distinzione sopra ricordata in fratture da scoppio e fratture da incurvbmento Quindi sttrebbe da sopprimersi il gruppo delle fratture del cranio stabilile da Hermann colla qualifica di frattura senza tipo determinato.

Rivista Di Anatomia E Fisiologia

Normale E Patologica

E•perienze •ul a&pore elettrioo . - Dolt. S. LESERSTEJN, studente di medicina (riferite da L. HEtnIANN;. - ( Pjluger .A. reh., e Centra lu. fur die med. Wìssenseh., ~. 3 , 1891).

D iamo di questo lavoro un sunto che è la conclusione di molti e spesso ripetuti sperimenti.

La corrente ascendente produce un sapore acido, la discendente un sapore amaro alcalino, e questo è sempre più debole del sapore acido. Oltre al sapore alcalino <lo"e é applicato J'elettrode, nella corrente discendente si nota ~ncbe un sapore manifestamente acido noi punti in cui la ltogua tocca le gengive e il palato. Nellti corrente ascendente non si verifica in modo manifesto il corrispondente fenomeno.

Dopo r aperlurà la corrente discendente si lascia dietro una sensazione debolmente acida, ma la ascendente nessuna manifesta sensazione. Rispetto alla intensità della corrente Ja sensibilità delle diverse persone o della stessa in diYersi tempi si mostra diversa. La intensità necessaria per Ja corrente ascendente (sapore acido) é mollo minore che per l'a~cendente, e per la base della lingue. minore che per la punta . La intensità occorrente per la sensazione del s apore acido è di 0.0,06i va le a dire <ii 1/ u• di milliampère, talchè confrontat o con altri organi di senso l'organo del gusto sembra eleUr-icamente mollo più eccitabile di quelli.

Le correnti indotte destano quando sono di media forza un sapore che é manifestamente acido nella direzione ascendente, indete r minato nella discendente. Con le ripetute corr enLi di induzione della stessa direzione sonosi con fermate le e8perienze fatle con la corrente costante. Altre esperienzè con le correnti continue o interrotte in ca tena dimostrarono che le variazioni della corrente in generale non produc~vano alcun sapore elettrico. In quanto ai rapporti del sapC1re elettrico con altri sapori risulta che il sapore acido della corr ente ascendente e ra se mpre manifesta mente sentito insieme con altro sapore; il che non accadeva pel sapore alcalino dell a corrente discen1ente. An che con le pennellature di cocaina, nel Leserstein il sapore acido della corrente ascen dente non spa riva. Anzi in questo il sapor e elettrico nella epiglottide come s ulla lingua era indipendente dalla direzione della corrente. l e, quanto alla teo ri a del sa-por e elettrico sembra che la elettrolitica si a la pi ù probabile.

F i siologia della vooe . - Dilatazione della traohea per eo oeaao 41 eaerotslo (oantorl , tatruttorl, eco .) - E. N1CA.I SE. - (Reoue de chiruraie, agosto 1891).

La maggior parte dei fisiologi considerano la trachea come un s em plice canale, un tubo conduttore òell'aria com• pressa per la r elr6zione del polmone, fino alla glo ttide : questa opinione va modificata.

Nella r espi razione calma, colla laringe in riposo, la t rachea si trova nella massima retrazione tanto nella inspirazione che nella P.Spirazione, presenta allora il suo dia me tro minimo, i singoli suoi anelli cartilaginosi s i toccano colle loro e!-ltremità. La glottide in queste condizioni r imane beante nei due atti respiralo ri, ed i suoi margini ese g ui-

Di Anatomia E Fisiologia

scono in questa muta respirazione dei movimenti di va e vieni sincroni coi due tempi della r espirazione stessa. .

In certi atti fisiologici, quali la respirazione forzata, il canto. il grido, la forma della trachea cambia per lo spie-ga menlo della sua porzione membranosa, la quale m_os tra cosi un org~no di perfezionamento che permette la dilatazione della trachea e le manifestazioni della sua elasticità e contrattilità. Essa cessa allora di essere un semplice tubo conduttore dell'aria , m1.1 diventa un organo attivo aggiunto al laringe, che spiega la sua influenza nella produ_zione del!~ voce: in questi casi si comporta diversamente nei due tempi della respirazione, si restringe e s i raccorcia nell'inspirazione si dila ta e si allunga nella respi razi one.

La ' dilatazione è in rapporto colla forza della espirazione eJ il "'rado del restringimento della glollide , tanto più grande 0 quanto più violento e prolun gato fu il . grido o la voce emessa, e tanto maggiore nell a parte superiore, presso la la ringe, ossi a in vicinanza del!' osl.8colo; la dilatazione può giungere fino alla rottura: questa dilatazione è dovuta alla pressione meccanica dell'aria contenuta nella trachea, respinta, compressa dalle forze espiratrici; ed ha p~r effetto di provocare la contratti lità dell'organo e determrnarne le contrazioni.

occorre precisare il modo, la forma di questa ~~ntrazione. La trachea distesa tende continuam ente a riprendere il suo diamet ro normale, e, come le arterie, a mettere le sue pareti a contatto, senza potervi mai per~enir~ in causa delle sue cartilagini : ma durante questa d1lataz10ne il suo diametro subisce incessanti variazioni in rapporto coi due t empi della respi razione e colla tensione dell'a~i~ c~ntenuta. Ess a colla sua elas ticità, colla s ua contratlihtà 10dipendente dalla volonta corregge quanto_q,~este variazion i possono avere di troppo bru -,co, e confr1bu1sce a re~dere così il s uono della voce oioe nte invece che auto matico e meccanico quale sareb be pr ovenendo da un tubo inerte e ri~ido. , .

P e rché la voce si produca occorre che la corr ente d aria espirata a bbia una certa tensione per determinare le vibra- zioni delle corde vocali. Durante il respiro calmo, nella inspirazione, la pressione dell'aria contenuta nella trachea e bronchi è negativa, eguale a - 1 a - 2 mili. di mercurio, nella espirazione essa diventa positiva e sale + 2, o 3 mili. ma è ancora insuffieiente a far vibrare le corde vocali.

Cagniard-Latour avrebbe trovato in una donna una tens ione di circa 12 mili. di mercurio pei suoni di media altezza; 14,80 mili. pei suoni elevati, e 96,50 pei suoni elevatissimi: Grutzuer trovò ris ultali analoghi in un uomo, secondo il Beaunis.

Nei suoni acuti che esi g ono il più gran numero di vi. brazioni, la tensione dell'aria endotracheale è assai elevata e s'acMmpa g na a dilatazione della trachea ed elevazione dòlla laringe.

La trachea ba dunque una doppia funzione fisiologica, servire di tubo conduttore all'aria della respirazione, e contribuire alla produzione dei suoni mediante la sua elasticità e contrattilità: La sua contrazione è dolce, elastica, lenta, continua e regolare, ed inoltre indipende nte dalla volonta.

La tensione aerea è data dalla presi;ione esercitata dai muscoli respiratori, e da quella della trachea e dei bronchi che si a~giunge alla retrazione polmonare : la prima soggiace alla volontà ed ali' essère oggetto di una speciale educazione, la seconda ne è indipendente. La estensionale perfezione del suono dipenéle dal!' armonia esistente tra i muscoli espiratori, la funzione della trachea e quella dei muscoli laringei: un difetto in alcuno di questi faltori porterà disturbi nell'e missione dei suoni.

Analizzan,lo i suoni gloltidei vi si riscontrano come in tuUi i suoni tre qualità: l'intensità, l'altezza ed il Umbro. L' intensità dipende dall'intag1 ità ed energia delle forze espiratrici, tra cui sta pure la contrazione tracheale, l'altezza o l'acutezza è specialmente dipendente dai muscoli lf1ringei: il timbro invece dallo stato delle corde vocali e dalla forma delle cavità sovrapposte.

Le alterazioni della trachea si manifestano principalmente con disturbi nella .intensità dei suoni e nel timbro.

Questo è ciò che si osserva nel progredire dell'eta: la por-

Di Anatomia E Fisiologia 1617

zione membranosa si fa sottile, flos cia, meno contrallile si atrofizza: gli anelli pure diventano meno elastici. Oltre' l'età possono modifìcllre la trachea processi infiammatori anteriori, sclero!li analoghe a quelle delle arterie; calcificazioni delle cartilagini; del pari poss ono prodursi speciali alterazioni per abuso de lla funzione nei cantanti, ne g li oratori, negli istruttori militari. Possono allora produrs i delle dilatazioni persistenti, una s pecie d i aneurisma tracheale, il tracheocele.

L. H. P e tit riunì in una m e mo ria quanto si rife risce ai Tumori ga:iosi del collo. Peusch r·iferisce un caso di Eetasia paralitica della trachea. Larrey ne riporta casi assai interessanti osservati durante la campagna di Egitto specialmente negli individui incaricati di gridare le ore dai minareti: essi ad impedire la dispersione della voce in questa specie particolare di gozzo aereo si comprimono la gola ed il collo con un collare di cartone e di latta, il quale comprimendo pure la tracheA vi mantiene la tensione dell'aria e permette l'emissione dei suooi. Cita pure lo stesso Larrey il caso di due sottuflìciali, antichi istruttori, in uno dei quali J'ectasia tracheale si manifestava con due tumori eguaJj, del volume di una mela, ai due lati del collo: questi tumori e ra no insorti in seguito agli sforzi di fonazione eseguili per Juni;::hi anni nell' insegnamento degli esercizi militari. Ambedue questi sottufficiali erano colpiti da afonia e non potevano farsi intendere, anche a bassa voce !'8 non comprimendo quei loro gozzi colle mani: la respirazione era anche compromessa e non si compiva facilmente che a bocca aperta.

Malgrado ogni trattamento questo tracheocele si riprodu ce in parte ·anche sotto i .minimi sforzi orali e questa facoltà momentaneamente ristabilita in quei militari cessava appeua il tumore si era riprodotto.

Larrey consiglia per tali tumori la compressione permanente eù uniforme quale era esercitata dalle antiche cravatte militari rig-ide che abbracciavano strettamente il collo.

L. H. Petit in una sua memoriu riassume i disturbi della fonazione nei casi di dilatazione tracheale, che vanno dal semplice indebolimento fino all'afonia e che trovano la loro spiegazione nella parte che l'autore attribuisce alla trach1>a nella fis iologia della voce, mentre finora erano soventi attribuiti a lesioni delle corde vocali.

Il fermento glloollttoo de l sangue e l& patogenesi del diabete mellito . - Nota prevenliH del dutl L. SAxso:sr.

- (Giornale della R. Accadem ia di medicina di Tori no ' fac::crcqlo 6, 1891).

Le esperienze di Meriog e di 11 in kowski, i quali riescirono a produ rre un g ravissimo diabete mellito esti rpando nei cani il pancreas nella sua totalità, condussero Lepine ad emettere sulla patogenesi del diabe te una nu ova teoria la quale si fonda sulla presenza uel sangue normale di un fermento distruttore del glucosio (glicolitico) e sulla diminuzione di esso e del cosi detto potere glicolitico del ssnjrue nel diabete e in tutte le iperglicemie e glicosurit¼ tra nsitorie.

La dimostrazion e che Lepine cred e di aver dato di questo fallo riposa sopra numero s i dosaggi del glucos:o fatt i sia nei cani normali o resi diabetici cotrestirpazione del pancreas, sia anche nell'uomo !'&no o diabetico. Lepine am mette che il pancreas non é la· sorgente esclusiva <lei fermento glicolitico perché dopo la completa ablazione di questa ghiandola il sangue possiede ancora un certo potere glieolitico; perciò altre glandole intestinali dovrebbero &vere una azione accessol'ia o vicaria.

La nuova teoria di Lepine, appare ntemenle seducente, sembra 8ll'aulore c he abbia un fondamento troppo poco solido, giaceliè si basa sopra un fallo la cui dimostrazione é basat-a alla sua volla sopra mic r oscopiche differenze di vari dosaggi di glucosio del sangue praticati con un metodo che oramai è stato ri conosciut.o per solo relativamente esatto, quale é quello di C. Beruard. Volle pnciò praticare delle osser valioni ed esperienze criliche dalle quali l';i c rede auLorizzalo a concludere che la teoria emessa da Lepi ne é inesatta . Non nega che in molli casi di diabete umano la ra~lone della glicosuria consista in una diminuita distruzione del glucosio nel sangue, teoria già sostenuta da molti, ma pel

DI A~ATOlllA E FISIOLOGIA 1619 momento anche questa rim ane sempre una teoria, e la dimostrazione datan e da Lepine egli la ritiene ingiustificata, gia cche ri posa sop ra un fatto che è lungi dall'essere dimos tralo cioè resislenza del fermento glicolitico nel sangue- , . ci rcolante normale e la diminuzione di esso nel sangue d~t diabeti ci.

JtUlesalonl sulla patogeneal del o&uoro , con speciale rlgu&rdo alla teorie. mloroblca . - Dott. ROGER \VtLLtAMS. - (The Lancet, settembre 1891).

L'autore ritenendo per cancro ogni neoplasma d'origine epiteliale avvenuto per modificazione del pro cesso formativo, per costituzione di un nuovo centro insubordinato di $ Viluppo, per alcune cellule epiteliali che crescono e si moltipl icano più r apidamente delle congeneri, per mancanza di quella forza integrante che normalmente restringe le attività ne' propri limiti, per un'anormale ~er minazione che {>, ripetizione modificata dello sviluppo normale, si associa al :\Iitchell nel riguardare il cancro come una dissoluzione isto gene tica.

Ciò che convalida questo concetto è la grande differenza morfolo,.ica de' diversi cancri secondo la localrts nella quale o si originano, ed infatti, dall'esame del ca ncro della mammella, della pelle e del r etto, si scorge che la loro organizzazione presenta indubbia somiglianza con gli organi nei quali sorgono, e questa individualità autonoma, caralterr::;liea di ogni cancro, è la ragion e del loro parassitismo, della loro persistenze, e del loro accrescimento indefinito. Nulla di simile si osserva nei pseudoplasmi infiammatori , che ben presto tendono a scomparire.

La granòe somiglianza fra i cancri primari ed i secondar i, un fenomeno della stessa importanza, che non si può riferire ad azione infiammatoria o microbica, giacché è inconcepibile una spie~azione di tal fenomeno senza la presenza delle cellule epiteliali, capaci di riprodurne delle simili, quindi bisogna conchiudere che il centro mor boso è fallo dalle stesse cellule epileltali.

RH'JSTA

Queste sono le ragioni a priori che rendono improbabile la teoria microbica del cancro, ma ve ne sono delle altre a posteriori.

Prima di chiamar parassitaria una malattia, bisogna trovare il parassita, isolarlo, e riprodurre la malattia con lo stesso parassita. Or tutte le prove di questo genere sono a bortite l'una dopo l'altra. Dove sono andati a finire i microbi specifici di Rappin, di Frei re, di S cheurlen, di FrAnke di Lampazi-R ubino, di Savarelli, di KtibasotT, di Russe! ed altri? Appena scoperto ìl bacillo di Scheurlen, fu dimostrato da Senger non esser altro che il bacillo della patata; i c~r~i fucsina_ di Ru~sel sono ritenuti oru per coaguli proteici; 11 tental!vo ulhmo di attribuire la generazione del cancro ad una psarospermosi avrà probabilmente la stessa fine.

Fra tulle le ricerche pel microbo del · cancro finite con risulta li negativi, le più complete sono quella di Shallok e Ballance , di Senger, di Makara e di Bazzole, e da tutta questa patologia batteriologica risulta che quantun(fue sotto date condizioni varie specie di microrganismi possono vivire nelle neoformazioni cancerigne, pure nessuno di essi è la causa vera della malattia, ciononperlanto, i batteriolo~i sono ora piu fidenti che mai in un microbo specifico del cancro. Ma perché ostin arsi in questa teoria microbica .,e noi possiamo spiegare tutti i fenomeni del morbo senza bisogno di un microparassita t Questo non è più necessario per la genesi del cancro che non lo sia per la genesi d i un dente o d'un capello. li microbo del cancro noo è stato !':coperto, perché con tutta probabilita non esiste.

I risultali negativi di numerosi esperimenti d'inoculazione menano alla stessa conclusione. T utti i tentativi falli per trasmdtere sperimentalmente il cancro dall'uomo all'animale e da uua specie d'animali ad un'alll·a sono falliti, e gli allegati succe~si di Laugenbeck, di Follin e di Goujon non sono rigoro~amente provali. Dupuytren nutri a lungo i cani con cancri umani, ma non ne rima sero infetlì, si disse che gli esper imenti sa rebber o fo r se riusciti se fossero stati fatti fra animali della $lesta specie, ma i tentativi fatti in

DC ANATOr.HA .E FJSJOLOGIA

qnesto S-'nso dal Serne, Jeannel, Bert, KorLov, Erbre, Doutrelepont ed allri sono sempre abortiti; Hanau esperimentando fra topi e Wehr fra cani assicurano ora che dopo molti insuccessi sono finalmente riuscili a riprodurre il cancro, ma si è detto che i loro risultati sono probabilmente dovuti a spontaneo svolgimento del morbo che non ha nulla di comune con l'inoculazione, e questi esperi:nenti non sono stati confer mati da altri.

Nella specie umana non v· è esempio di cancro co mu nicato da un individuo ad un altro. L'ardimento d' Ahbert che inoculò se stesso ed i suoi discepoli rimase infruttuoso, e nessun chi rurgo ha mai contratto il cancro nelle frequenti esposizioni al contagio che si verificano durante l'operazione, e tutti quelli che hanno assistito e medicalo malati di cancro son sempre rimasti immuni, nè nei rapporti sessuali con inferme di cancro uterino si può citare un sol caso autentico di contagio dell'uomo; v'è dunriue ragione di credere che il cancro non sia inoculabile, e che non esista un virus capace d i agire come quello del tubercolo e di altre malattie. Sull"auloinoculabilit.à del cancro vi sono pochi esperimenti; Haho dice di over trapiantato con successo al cuni innesti cutanei cancerigni dalla mammella ammalata alla !"&na di una donna, ma ciò non sarebbe che una metastasi artificialeSerne non riusci a trapiantare un frammento d' epiteliom~ cutaneo dalia pelle della gamba al connettivo sollocutaneo, ma l"evièenza dell'auloinoculabilita del cancro deriva dall'o"servazione clinica, giacché si è notato piu volte come pe1• un epitelioma rimasto per molto tempo in contatto con una superficie epiteliale sana, (fuesta sia alla fine divenuta cancerigna come per diretta inoculazione. Cripps ha riferito il caso di una donna con estese. ulcerazione can cerigna di una mammella, elle non poleudo copri r si, leneva costantemente fasciato il braccio a d angolo r ello in contatto con la piaga per più mesi, in capo ai quali, il gomito divenne sede di un'ul cera cance rigna di più pollici di diametro. Cn caso simile è citalo du Morgan, il quale racconta che il dott. Schaw curava una donna, nella quale la mammella pendola e cancerigna aveva ulcerato la pelle del to-

1622 RIVISTA race nel punto di contallo, e l'autore ascoerisce d·a,·er veduto molti esempi di questa specie nei cancri della vescica e delle labbra, come molti casi son circondali di superficie erosa che poi diventa infetta per lo scolo dell'ulcera cancero~a, ed i chirurghi temono delle disseminazioni traumatiche del morbo pel succo cancerigno che si versa durante l'opera1.ione.

Dagli esempi surriferiti si scorge come i fenomeni osservati rasr:;omiglino più a quelli d'un innesto di tes~uto che a ()Uelli d·inoculazione d'una malattia infettiva, donde si può arguire che le cellule epiteliali morbose sieno esse stesse l'agente infettivo, e che l'autoinoculabilità del cancr o sia un fenomeno deirislesso ordine della metastasi. L·evidenza é ad ogni mode contraria all'esistenza d'un microbio specifico del cancro.

ERNEST NevE. - Sull'&natomta patologtoa del panortu. - (The Lancct, settembre 1891).

L'au,ore s 'inollra in questo campo inesplorato, dividendo le sue os~ervazioni in due serie: nella prima ripone ;li esami macroscopici esei;?uiti sul pancreas. accing<'ndosi all'esame microscopico solo quando trovft, o sospetta un'nllerazione; nella seconda pone le dissezioni dell'organo, fatte per ricercare le relazioni di esso con la vena porla e col dotto coledoco. Misura l'organo sulle tre dimensi(lni, ne registra il peso e le appa renze ad occhio nudo, quindi esamina la sezione al microscopio. Tro,·a dei pancreas normali nei morti per accidenti fortuiti, nei quali gli organi addominali erano sani, e ne fa delle sezioni che riti ene come campioni; si serve dell'acido picrico per indurire i pezzi, o dell'alcool assoluto quando li trova rammolliti e diffiuenli.

P er studiare le alterazioni cadaveriche dell'organo, pone dei pezzi di pancreas per 12, 2t., 48 ore ad una tempe ratura di 38·, ed al microscopio rileva la progressiva reinteg razione, il frazionamento dei tuboli, la distruzione delle c ellule, la presenza di cristalli di leucina Per la colo razione si serve dell'emalossilina, del meLil-violelto, e d'una soluzione d·acido osmico nelle degenerazioni adipose e ceree.

Di Anatomia E Fisiologia 1623

'

!..o studio versa sulle seguenti malattie:

1' Tube rcolo. - Di sei casi di tubercolosi, uno solo presentava la supertìcie del pancreas coperta di tubercoli miliari, ma nell'interno dell'organo non v'erano tubercoli; nelle sezioni si trovarono cellulP, giganti, ma non bacilli.

2° linfosarcoma secondario. - Per un grosso neoplasma primitivo delle ghiandole linfatiche r etro-peritoneali aderente al pancreas, la neoformazione linfoide si era ftttto strada fra i lobuli del pancreas, nel 11uale cominciavano già Ji, alterazioni atrofiche.

3° Sarcoma - In un uomo di 62 anni fu trova to un ~arcoma molle che involgeva la porzione pilorica dello s tomaco ed il pancreas, ed al taglio m ostrava una struttura fi. brosa con piccole aree di colore oscuro; al microscopio si ve. devano cellule nucleate, con nuclei ovali o circolari, ma non cellule epiteliali.

4° Adenoma. - In una donna di ?10 a noi fu trovato un tumore del pancr eas globula re, appiattito ai due poli, aderente al duodeno ristretto, che comprendeva il dotto biliare molto contratto. T utto il pancreas era indurito, ed al microscopio si vedevano trnbecote di tessuto fib rinoso nucleato, dt!gli spazi riempiti da cellule piccole e ben nucleate, in qualche punto il tessuto fibroso aveva il carattere dello scirro, dei lobuli di tessuto glao<lolare erano atrofici, nel centro di alcuni spazi alv~olari v'erano cellule più grandi, cellule che perdevano il loro nucleo divenendo masse g r anulose gialliccie, in alcuni punti dei tubi glaodolari di nuova formazione erano agglutinali con cellule r otonde, altri tubi erano giallicci, ripieni di materiale amorfo.

5• Ca rcinoma primario. - In un cadavere di donna di 3:! anni, con cuore g rasso, polmoni edematosi, congestione ed infarti emorragici nel fegato, si trovò un pancreas rhe pes&va 126 grammi, duro e congesto, con grosso infarto emorragico alla superficie. Al microscopio s1 vedeva rio scomparsi i tubi glandolal'i, e tutto l'organo invaso da uno stroma fibroso contenente ammassi di cellule di varia grandezza, molle cellule polmucleate, poche in preda a degenerazione grs~sa.

1624 RlVlSTA

6' Sci rro seconda r io. - In un uomo di 54 anni con cancro del per itoneo che involgeva gli ureleri, la superficie della milza e del fegato, la super ficie del pancreas era involta in una massa di nuova formazione, separata dal corpo glandolare per mezzo di uno spesso tessuto fib r oso. In un altro caso il pancrea s e ra cojnvolto in uno Mirro della regione pilorica, lo stroma era un vecchio tessuto fibro so, le cellule g ra ndi e nucleate potevano facilmente essere dis~regate.

7' Canc r o encefaloide. - I n un uo mo di 30 anni con degenerazione caocerigna generale del peritoneo e delle viscere addominali, il p,mcreas conteneva molteplici noduli g lo bulari , molli, del color della cr ema. Al microscopio si v1:devano consistenze di tessuto fibrinoso con grossi nuclei di varia g ra ndezza, alcuni dei quali erano polinucleati.

8° I njill razione g ras sa del connettico. - Fu rinvenuta nella gangr ena polmonare, nel cancro dello stomaco, de l r etto e della mammella, nelle malattie del cuore con ve~elazio ni aortiche, nella tisi, nell'alcoolismo, nelle idatidi del fegato, negli ascessi epatici, nella calcolosi biliare, nell'eresipola , nella cirrosi del rene, nella sifilide inveterata ed in un caso di meningite.

9" Cir rosi. - L'aume nto del connettivo intersliziale fu t rovalo nel pancreas 13 volte; nel diabete, nel rammollimento cerebrale , nella polmonite ipostatica, nel!' e mpiema, nell'aneurisma dell'aorta , nell'ulcera perfor an te dello stomaco, nei calcoli biliari, nel cancro del pol mone, nella polmonite lobare, nella carie della spina.

10' Ma lattie dei casi sang u inni . - In sette casi di degen erazion~ cerea della milza e dei reni, i capillari del pancrea s erano amiloidi o degene rati in grasso. In un caso .:ii diabete, i n due di aneurisma aortico, si s on trovate dilatazioni dei dotli e dei follicoli glandolari del pancreas, e chius ura per coalilo di a ltri dotti ghiandolari.

10' Rigonfiamento to r birlo ed inftamma; ione paren chimatosa. - In un caso di febbre tifoide con alta ~emperatura il pancreas era divenuto molle e di c olor e oscuro, le cellule g ross e torbide e granulose; in un altro caso simile

DI A.~ATOXl>. E FISIOLOGIA

gli e lementi gl andolari eran o rigonfiati, ed in a lcuni lobuli impiccioliti, agglomerati ed intorbidali; altri casi mostravano rigonfiamento torbido delle cellul e. In altri soggetti nei quali si trovò lo stesso r eperto del pancreas, gl' ind ividui erano morti di endocardite ulcerosa, di pericardite, di periton ite, di setti,~emia , di tube rcolosi acuta, di i?angrena polmona:-e, ed in vita si era sem pre notHto forte eleva men to di temperatura.

11• Degener~ione grassosa della glandola. - Si trovò frequentemente, una volta s u tre pancreas esaminali, ed occo r se nel diabete, nel cancro dello stomaco, del retto e della mammella, nella gangr ena polmonare e nelle tubercolosi, nella polmonite e nell'empiemb, nella meningite, nella ca r ie delle vertebre, nell a siCll1d e invete r ata, n elle fratture del cranio, nella nefrite, negli ascessi epatici, nell'atrofia Rialla acuta e nelle idatidi del fegato, nell'endocardite e nei vizi aortici, nelle antiche emorragie cer ebrali e nella s ifilide. In tutti questi casi le cellule della ghia ndola erano più o meno degenerate, con tene vano gocciole adipose dimostr abili con I acido osmico; io c1uindici casi v'era decisa infiltrazione grassosa, in quattro v'era cirrosi del pancreas, in tre i capillari avevano subito la degenera zio ne amiloide, ed in tutti questi casi l'apparenza macroscopica della glandola era normale, normale ne era il peso e la consistenza.

Sulla separazione del sali di oaloe per la orina . -

G. HoPPE·SEYLE R. - (Zeitsch r . f physiolog . chim., e Ce ntralb. f. d ie med. Wiss ensch. , N . 35, i891).

Confrontando ·la separazione della calce per mezzo della urin a nei malati allettati che non hanno alcuna affezione interna, ma solo delle piccolt1 malattie chirur~icl,e (ganglio del piede, ulcera del piede senza partecipazione deirosso, ulcera della gamba , contusioni, scmtature della pelle) con quella dei m aiali che vanno camminando ma che si trovano nelle stesse condizioni di nutrizione, si è trovato pe r i primi O,i2 di fosfato di calce, per gli altri 0,38 g r. al giorno, 'luindi nello s tato di riposo quasi il dop pio che nel moto del corpo. Si trov ò

RIVISTA DI A~ATOlJIA E FJS10L0GIA pure nei malati che sono obbligati a letlo per paralisi (mieli te, spondilite) un manifesto aumento della separazione della calce per la via della orina, che solo in pochi casi eccezionali si poteva spiegare per la deficiente nutrizione e per la avanzata eta dei malati. Nel prolu'ngato riposo a letto la quan. tità della calce può a poco a poco di nuovo diminuire, sicché rttgg1unga finalmente 11 valore normale. Nelle malattie febbrili la separaz ione della calce diminuisce, carto i11 parte per la diminuita alimentazione. Com e, secondo Salkowski ed altri la introduzione del sublimato aumenta la separazione dell~ calce per la orina, lo stesso avviene, aumentando in pari tempo la diuresi, con le iniezioni oleose di calomelano· come minimo si trovò 0,50, c9me massimo 0,9i di fosfa~ di calce per giorno.

Rivista Di Terapeutica

Sull'azione antlaetttoa dell' euforlna . - DoU. V. OLtVA - (Giornale della R. Accademia di medicina di Torino, giugno 1891).

L'autore per consiglio del prof. Giacosa ha studiato dal !alo clinico il valore antisettico dell'euforina o feniluretano di cui finora s1 é parlato poco come nuovo sussidio terapeutico nella pratica chirurgica.

Trattandosi di una sostanza poco solubile nell'acqua, ne studiò dappr ima l'azione sulla superficie granuleggiante delle piaghe. Usò dapprima reuforina cristallizzata; visto però c he alcuni malati accusavano un leggero senso di bruciore, e in tutti si determinavano dalle granulazioni delle leggere emorragie capillari per lesione meccanica provocata dai cristalli aglJiformi, cosi adottò l'euforina tìnamente poh·erata, e ta lvolta anche una pomata al 10 p. 100 di vaselina.

Rivista 01 Terapeutica

r isultati ottenuti dall'autore furono assai soddisfacenti e da essi conch1ude quanto segue: Clinicamente si deve ri conoscere all'euforina un deciso polere antisettico e quindi può con vantaggio venire intro lotta uella pratica chirurgica comune. No11 si può pretendere però che si debba veni re ad eseguire anlisetlicamente delle opt!razioni di importanza ricorrendo esclusivamente all'euforioa. Quosla n on deve uscire dal campo riservato ugli antisetlici pulverulenti io concorrenza coll'iodoformio che sollo alcuni riguar di mostrasi a questa infe riore anche a i,rdscindere òal fatto che l'io<loformio ha un odore dil'gustoso, menlrA l'euforina è inodora e alterandosi sviluppa sulle pi11ghe un odore aromatico piutloslo gradevole.

L'autore da ultimo ricoool'ce nell'euforina un altro van · tagg:o, cioè quello di limitare la secrezione che di,·enta quasi sierosa, m entre le granulazioni si fauno resistenti in dipende 1,za di una leggera azione caustica, di un così dello potere astringente del rimedio o dei suoi prodotti di decomposizione: inoltre notasi il rivestimento epiteliale avanzarsi dai margini al centro della pia ga a llrellanlo rapidainenle e forse più ancora che ricorrendo al solo iodoformio.

SOM'.'1ERB1\0DT. - Nuove oomunlo&zlonl aulla guarlgìone della tubercololi ool oreosoto . - (Bc r li ne r klinische Wochensch!~ft, N. 43, 1891).

L'aut.ore riferisce le islorie cliniche di nove maiali di lu· bercolosi lega-ere e di tre tubercolosi polmonari gravi, guariti o roigli;rati grandemen te con l' uso giornalier o del · creosoto.

Questo rimedio è somministralo m capsule gelatinose (l) contenenti ciascuna dieci o 15 centigrammi di creosoto. La dose giornalier a 'iniziale è di mezzo grammo di creosoto d~ aumentarsi progr~ssivamente sino a tre e quattro grammi e da continuarsi, secondo la tolleranza, per mesi.

(t) In Germania le capsule sono preparate ~peeialmente dai signori llartmann ed llauers in Hannover.

16?8

RlVl5TA li rimedio in ·generale è tolleralo benissimo dagli ammalali speci'llmenle dopo le prime i<etlimane di cura ed occorre assai di rado di doverlo sospendere, durante una se rie di giorni, p~r intolleranza dello stomaco.

Nelle capsule il creosoto è mescolato con l'olio di fegato di merluzzo, oppure con l'olio di olive.

Invece delJe capsule si può per economia prescrivere la m istura di Hopmano, che è costituita di creosoto parte uno, tintura di genziana parli due, di cui si amm inistrano giornalmente da 20-80 ~occe, lre volle, diluite in abbondante quantita di a cqua.

L'autore ha potuto somministra1 e senza interruzione 5, 10, 21) mila capsule di creosoto a molli ammalali, i quali conservarono, d:iraote la cura, eccellente appetito.

1• Favorire, mediante la necessaria ginnastica polmonare, la espansione e la respirazione degli apici.

20 Diminuire, colla potenza antisettica dei vapori, la vitalità <lei bacilli.

3• Eccitare la vitalità (ed il fagoc1tismo 1) del tessuto polmonare, rendendolo più resistente e più idoneo a sostenere vittoriosamente la lolla contro l'invadente parassita.

lllVISTA Dl TOSSILOrnGIA E MEDICINA LEGALE .

Del pazzi delinquenti . - C. ATT.UIAX. - (Ga~ette des Hopitau;;e, N. 120, 1891).

Conelusioni:

Un nu :,-vo antlaetttoo volatile e auo impiego nei morbi bronoo -polmonarl oroniol . - Nola preventiva del dottore

A. PASSER1:-11. - {Gauetta degli Ospitali, 9 agosto, 1891).

L'autore ha modificato il triclorofenolo in modo da averne un liquido (ehlorphenoO con odore non disaggradevole e con vapori più pesanlt dell'aria, e non irritanti.

Dopo essersi accertato dell'efficacia di questo rimedio per la rapida cicatrizzazione che produce nelle malattie esterne, l'autore lo sperim'lntò nelle molallie br,)nco -polmonari nelltt speranza che la grande volatilita e la pesanle1.za dei suoi vapori ne rendessero ag-evole la penetrazione fino alle estre me dirAmazioni bronchiali, fino ai;tli alveoli stessi, e permettessero di ;;piegare direttamente, in loco, la sua benefica azione. L'esitò superò l'aspettativa, stantechè le inala:d1mi di eltlorph e nol furono bt-ne tollerate anche dai tisici avanzati senz a alcuu inconveniente anche se continuale a lungo.

Queste inalazioni furono asso'.!iate sempr e alla cu ra generale igienico ricoslituente, ma l'autore si dichiara convinto che se anche avesse dovuto arrivare ad eguali risultati colle solite cure, il tempo necessario a conseguirli sarebbe stato assai più lun!,<O senza l'aiuto del chlorphe,wl, cl1e nelle inalazioni non può a meno d1 produrre c1uesti effetti:

1• Benchè qualunque pazzo possa diventare delinquente ad un doto momento, la frequenza deµli atti delittuosi o criminali varia però considerevolmente secondo la forma d'a · lienazione mentale.

2• Si possono cosi disporre, per ordine di benignità criminale decr escente, i differenti generi di alienazione: paralisi generale - infermità cerebrali (imbecillita, idiozia, demenza)

- stati melanconici - i:tal1 maniaci (rollia circolare, isterismo) - pazzia puerperale - follie tossiche (alcoolismo, avvelenamento morlìnico, ecc.) - follie parziali (delirio di per secuzio11e, mania relij?iosa) - epilessia - follia impulsi\'a.

3• È mollo difficile il poter affermare se un pazzo delin. quente, restituito alla libertà dopo un certo tempo, non commetterà un nuovo allentalo. La persisteuza delle allucinazioni può ~ola in un gran numero di casi servire di guida sulle apprensioni che devono suscitare questi malati.

4• Quanto alla loro responsabilità, eissa è evidentemente nulla in tulli i casi in cui la loro pazzia e nettamente conferm11ta, ed essa deYe es::ere stabilita nel ;:enso più laq;o, nei casi di remissione o d'intermillenza, perché non si può precisare mollo esattamente in quale misura questi malati sieno ancora so tto la dipendenza della lo ro affezione latente.

5• Esiste una classe d'individui, pazzi morali, tipo intermediario ibrido, con istinti eminentemente viziosi e perver"i, per i quali nuocere é, per cosi dire, una vera funzione . Questi formano una vera popolazione fluttuante tra i manicomi e le prigioni.

Poiché il loro posto non è nel!' uno, nè nell'altro, ?· in uno stab1limeolo intermediario che sarebbe l'asilo di alienat delinquenti. Si dovrebbero rinchiudere egua lmen te in questo asilo i delinquenti diventati pazzi, gli alienali con recidive, come gli alcoolici, gli epilettici e tutti i pazzi veramente pericolosi, ,·aie a dire quelli che avrebbero di mostrato eon un atto che la loro libertà mette io pericolo l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.

Que ste diverse catego r ie formano un contrasto pronuncia to con un grandissimo numero di alienati, con costumi miti ed inoffensivi, vecchi colli da demenza senile, idioti, imbecilli, apo ple llici, ecc., lutti, d"imelligenza debole, ma che però no n presentano alcun pericolo.

Que!<la- grande distinzione fra le due categorie d'individ ui ~li alienali delinquenti ed i pervertiti, per una parte, e gli inoffensivi, per !"altr a, e per conseguenza la differ enza di C•)llocamento, avrebbe, tra gli altri vantaggi, quello di permettere tli esercitare una sorveglianza più rigorosa sui malati <.!ella prima categoria e di accordare una libertà più grande a quelli della seconda. I primi verrebbero collocati in uno stabilimento che si avvicinerebbe alle prigioni, i secondi invece in un asilo che rassomiglierebbe piu ttos to ag li ospedali.

Il pubblico penetrando più facilmente e quasi come in uno spedale, in questi ultimi asili che egli attualmente c onsidera come prigioni, si convincerebbe che non vi è sequestra zione arb ilt·aria e lascerebbe da parte le ingiuste prevenzioni che e$i~tono nel suo animo contro i manicomi in gener a le e contro i medici alienisti

RIVISTA D l TEC~ICA E SERVJllO MEDH:O MILITARE

:Reg olamento sul aerrulo sanitario In tempo d1 paoe per l'eHr olto tedesco. - Friedens Sanitats-Ordnung, Berlìri, 1891 ).

Con approvazione <lei Ministero della guerra · e contemporaneamente all'abrogazione del Regolamento per gli ospedali dell'esercito prussiano fu pubblicato il nuovo ordinamento sul servizio sanitario in tempo di pace. Esso consta di due volumi, il primo contiene il testo, il secondo le appendici (modelli, prescrizioni sugli alimenti, ecc.).

li primo volume si divide in t r e parti le quali tra.llano separata mente de.I servizio sanitario di pace in generale, del servizio pre!'so le truppe, del servizio presso gli ospedali.

Il servizio sanitario di pace comprende l'igiene e la cura dei maiali presso le truppe e presso gli stabilimenti milita1·i, come pure tutte le operazioni preliminari e preparatorie per attuare il servizio sanitario di guerra li servizio d'igiene si occupa a mantenere le buone condizioni deila salute, ed allontanare tutte quelle influenze che sono riconosciute contrarie alla salute medesima per quanto lo eonsentono le condizioni della vita militare. Il servizio dei ma.lati ha il compito di rimettere in salute i malati ed i feriti. E ~M consiste nel sollecito soccorso m e,l ico e nel procacciare il prescritto ricovero e alimentazione ai malati.

Hanno diritto alla cura gratuita del medico del corpo lutti i sottufficiali e soldati appartenenti al corpo stesso, gli impiegati militari inferiori e, dietro richiest8, gli ufficiali ed impiegati superiori ; inoltre le mogli ed i figli dei medesimi quando conYivono nella stessa abitazione (se sul luogo non

,)632 RIVISTA DI TECNICA esiste un ufficiale medico, gli ufficiali ed impiegali superiori non hanno alcun diritto a cura gratuita).

J1 capitolo sull'andamento e sugli o r gani del servizio sanitario sancisce una innovazione i;he due anni indietro era stata adottata in via di e sperimento; con quella innovazione venne s tabilito per ogni corpo d'armata un ufficio sanitario la cui direzione è affidata al Gen era la r .it (1) Appartiene al per sontile di questo ufficio anche il direttore del riparto mic r oscopico per le r icerche igieniche chim!che (~a i;t~iore medico) al quale nelle circostanze di servizio sanitari~. press~ le truppe ed autorità son preferibilmente assegn~b I lavon e le r icerche microscopico - batteriologiche. Appartiene a quel personole anch e il farmacista maggiore del corpo d'a rmata in qua lita d: di r ettore della sezione chim ica'. in~llre, un m~ dico a ssistent e e uno scrivano. L'ufficio s amtar10 é I autor1lA medico militare provinciale per gli affari sa nitari del corpo d'armata . L'ufficio sanitario è anche l'autorità p reposta agli ospedali militari com p r esi nel!a. zona ~el corro d'arm~ta, e che ne sorveglia tutto il serv1z10 m edico e farmaceu tico. 8

(I) Crediamo utile di qui riportaro l'elenco dei varii_ ~ra~i dei med!cl _militari t edeschi, in un col rango militare o. cui sono ass1m1lat1 e le runz1001 clii sono normalmente destinati:

Gndo

Geoeralstabsarzt . . . . Generale . Capo (lei corpo sanitario. Generalarzt <li t• classe Colonnello - l Medico di corpo d'armata Id. di~ icl. Tenente colono. I ( Corpsarz,). Ì Medico di reggimento (RtfiOberstabsarzt di t • classe Maggiore . . me-ntsar;t), med. di presidio Jd. di~ id. Capitano . . ( (G arn i son.sar:t ) medico capo

Stabsarzt Capitano .

} di uno speda le (Chefarz,;. Medico di battaglione ( BalaUzon,arzl) nei r,ggimeoU di fanteria, me,lico di sezione (Ablheilung,ar;;I) nell' artiglieria (nella cavalleria ooo vi sono Slabiarzte, ma solo O~rstaliSCi.rzte e A,ri,unzàrzte)

Assistenzaril di I• classe Tenente · · .· l Medi co assistrnte. Id. di !' id. Sott?tenente. (

E S.ERVIZ IO MEDICO MILITAR.E ~633

inol tre suo compito, l'acquisto, la conservazione e sorveglianza del materiale sanitario, la r evisione della relativa contabihlà. E sso concorre all'acquisto e manutenzione di stabili per uso di ospedali militari, attende alle ricerche batterio!ogiche e microscopiche di a cque ed alimenti, all'esame dei terroni e J altri importanti affari riguardanti l'igiene. P er l'educazione del personale medico militare, astrazione fatta dall'eserciz o conti nuativo del servizio pratico, servono: a) I cor si d'istruzione di tre setti mane per gli Oberstabsiir.ite, gli Stabsiirtze e gli As sistii:r.ite, i quali corsi s i ri feriscono 8pecialmente a d esercizi di chirurgia militare da praticarsi negli ospedali e negli istituti scientifici. b) Corso d'istr uzione per i medici volontari d' un ann o e per i sotlomedici sopra lulti i rami de l ser vizio sanitar io militare. cì Gli stabilimenti medico-militari di Berlino. L'istruzione degli aiutanti d'ospedale e deglt infermieri viene aLtuata s ulla guida del manuale d'istru zione per gl ! aiutanti d'ospedale; l'istruzione dei portafe r iti si fa secondo il r egolamento ufficiale per· i portaferiti, quella degli addetti agli uffici s uperiori degli ospedali s i fa secondo una istruzione che sta come appendice allo stesso regolamento; dispoi-izioni ana loghe r egol a no l' istr uzione dei farmaci s t i YOlontori d'un anno e dei r eligiosi appartenenti al personale i n congedo.

La seconda parte del Regolamen to per il servizio sanitario in te m po di pace con tiene il servizio presso le truppe. Le più imporlanti disposiz ion i sono le saguenli:

I m ilitari colpiti da malattie leggere vengono trattati presso il cor po. li servizio della cura degli infermi presso il corpo ( RerierJienst) appartiene sostanzialmente ai doveri d ei medici a ssi s tenti sotto la sorveglianza degli Stabsiir.ite ed Obe r stabsiirzte. Nel servizio sanitario di quartiere si comprend e la sor veglianza delle condizioni igieniche non che la cura delle fami g lie d ei soldati. Dalla cu ra m quis tione sono esclus i i militari affelli da malattie diffusibili o contagiose tld anch e i sospe tti come Lali; fa lla eccezione degli nff1::lli da scabbia. Il servizio sani tario di riual'lie r e de ve praticarsi

DI TECNJCA

giornalmenle prima che incominci il servizio mililare . I nomi degli infermi vengono iscritli sul libro apposito dei malati e sul libro di compagnia. Il primo deve essere conservato per 50 anni. Gli infe rmi curati in quartiere (Revierkranke) ricevono medicinali e mezzi di medicazione dalla farmacia dell'ospedale locale; il vitto, la p Rga, vestiario e letto dalla compagnia . Nelle esercitazioni di reggimento o di brigata si richiede la presenza di un medico assistente; nelle esercitazioni di minor importanza basta che vi sia un aiutante d 'os pedale. Le truppe della forza di un baltaglione quando si assentano dal presidio per più di un giorno devono essere accompagnate da un ufficiale medico.

Per le manovre autunnali la ripartizio ne del personale sanitario (ufficiali medici) viene regolata dal comandante generale. Durante le manov re autunnali l'ufficiale sanitario di ogni battaglione di fanleriR e sezione d'artiglieria che abbia cavallo proprio ric:eve una razione leggera e scuderia per il cavallo, più una indennità. I medici assistenti di truppe a cavallo vengono provvisti di cavallo per curadt-'l i.,roprio cor1,o. I militari che ammalano fuori del presidio, se sono trasportabili, s~)llo ricoverati nel più vicino ospedale militare. Se non sono trasportabili vengono atlìdati alle cure della più vicina autorità locali".

Al servizio igienico appartiene la sorveglianza degli alloggiamenti, del vitto, le prescrizioni per la pr ofilassi delle malattie, specialmente ùi que lle la cui diffusione vien favorita dalle condizioni del militare servizio. Tutti gli uomini prima di essere incorporati sono sottoposti a visite e ri conosciuti idonei subiscono l'innesto vaccinico. Manifestandosi malattie contagiose vengono prescritte misure igieniche di disinfezione e in riguardo alle abitazioni, all'alimentazione , alle ac11ue potabili, alle vestimenta, alle operazioni di serviziò, al terreno, alla rimozione del materiale di rifiuto.

La terza parte tratta del servizio militare sanitario negli ospedali i quali rappresentano da una parte stabilimenti sa. nitari per la cura di ammalati gravi, dall"altra stabilimenti per l'istruzione del basso personale di sanità e per l'amministrazione del materiale di pace e di guerra depositato presso

E SERVIZIO MEOICO }IIL1TARE 1635 i me~e~imi. G!i ospedali di presidio(Garnison-Lazarethe) sono eretti 1~ quei luoghi che possiedono una guarnigione per lo meno d1 600 uomini; la loro grandezza é da calcolarsi sul 4 per 100 della forza del presidio. Gli ospedali di presidio possono venire ampliati mediante <>li ospedali succursali · a)_ nell'aumento della guarnigione e" éolla possibilità d'am~ pham~nto degli ospedali di presidio già esistenti; b) nell'imP:ovv1so _accr~sce~si del numero dei maiali; e ) nello sviluppo d1 malaLt1e ep1dem1che che richiedano rigoroso isolamento. Per il cn:;o a) è raccomandata l'adozione delle baracche trasportabili (sistema perfezionato di Docker) la costruzione l'erezione ed il trasporto di quelle baracche sono descritli ii~ apposita appendice. Le caserme non sono accettate che in via eccezionale per uso di ospedali succursali. Gli ospedali succursali non possiedono alcuna amministrazione propria. Nelle grandi manovre possono essere eretti ospedali loeali (orts-lazarethe) e nei luoghi deslinati al tiro dell'artigHeria possono costruirsi gli ospedoli- baracche.

Tutli gli ospedali militari dipendono dal Ministero della guerra, specialmente dalla sezione sanitaria del medesimo e dal comando genera le del circondario del corpo d'armata~ Enl1·0 la zona di queslo essi sono amministrati dalrufficio sanitario e dal corpo d'inten0enza che è l'autorità che prov~e?e alle ~ussistenze. Il Generalar.:t del corpo d'armata e _Il capo J1 tutto il personale appartenente agli ospedali a lm soggetti. Il Generalarzt del corpo; d'armata esercita sui medici militari, sugli aiutanti d'ospedale ed infermieri i poteri disciplinari di un comandante di corpo sopra crfi im. . o p1egat1 p r esso gli ospedali ha il potere disciplinare regolato dalla legge comune agli impiegati del regno.

Gli ospedali militari cadono sotto la direzione ed amministrazione del medico capo il quàle dietro proposta del Generalarzt viene nominato dal comandante generale. La nomina del medico capo è regolata di solito sull'anzianità· i cambi dc,i direttori sono evitati il più che sia possibile. s~ un capo medico che trovasi solo deve lasciare il presidio e se per il tempo della sua assenza non si possa chiud~re l'ospedale, deve esservi comandalo un ufficiale sanitario. Se

·1636

HIVISTA DI TEC~ICA

ciò 1100 si può fara si instituisce per la durata dell'assenza del capo medico una commissione d'ospedale de~l~ qual~ ranno parte un ufficiale ed un medico col rango m1htare d1 soLlufflciale oppure un medico civile.

11 capo medico tiene il comando dell'ospedal_e; e~~1 è 11 superiore diretto di tulio il personale addetto, sia m1ht~re, eh~ medico, come pure del personale d'impie~a~i e degh ~t~l-S1 · r mi. Egli ha sopra i medici comandali, 1 sollomed1c1 ed m er . 1 . · d. · dici volontari d'un anno gli stessi poteri disc1p mari 1 1 me . . . . un comandante di compagnia non distaccata. Sugli 1m~1~ga!1 e farmacisti militari egli ha diritto d1 infliggere ammo.n.11.1oni, sospens;oni e multe. Il capo medico ha la r~s.ponsab1l'.là pP.r tullo ciò che riguarda l'ospedale quale slab1ha_ienlo d1 ~u~, ed io prima linea egli è responsabile del se~v1z10 san1l8~10 dell'ospedale. l medici di divisione non es~rc1~a~o ~lcuna m• fl sull'amministrazione degli ospedali m1litar1. In tutte uenza t b ·· t le ~uarnigioni nelle quali si trovino alme~o tre O~e r s a sar~ e

S ' b "rite gli ammalali vengono ricoverali secondo l a o ,a sa · · d' forma della malattia; quindi si insliluiscono le .staz1on1 a m · mt1lali od infermerie. :Nei presidi .con m~no d'. t~e Oberstabsar.. te O tre Slabsar.te, ognuno di quesll. utllc,ah cura separatamente i maiali del proprio reparto d1 truppa, però po~sono sempre i malati essere r-icove rat'. ~e~ondo ls fo r ma della malattia. Ogni stazione di inrerm1 e d'.r~lla da ~n u rfi · l medico prescrivente (ordinirende Samlats-ofjieie r ) al c1a e d. · t t

I q endo è Possibile é assegnato un me 1co ass1s en e. qua e, u , . . .

L'assegnazione degli ufficiali sanitari prescr.1~enlt che attendono al servizio degli ospedali oltre ~l serv'.z10 .delle trup~e , per le singole stazioni spelta all'ufficio san1lar10. Il medico di un ospedale per cento e più infermi per regola non capo · · d. ffl · I me 1·1 c:ervizio di alcuna stazione. Il servmo I u eia e assu - r . sanitario assistente incombe ai medici di gua r dia .<1 q.ua 1 ,·1t ,.,r ammalati entranti, li mandano alle staz1on1, ese rs1 ano O 1 · d' • citano la sorveglianza sugh ammalali e sugli a1Ula1'.t1 O-pe. dale ed in assenza del medico di stazione presta~o 1 s~c~or s1 d'urgenza) e secondo il bisogno anche agli altri med1c1 _assistenti, soltomedici e volontari d'un anno appar tenenti al presidio. Il capo medico ripartisce il personale nelle sta-

E SER\"JZlO MEDICO MILITARE 1637

zioni. Il medico prescrivente dirige la cura al letto dei malati, glì ufficiali ~anitari dei corpi si tengono in cognizione dello stato degli infermi del loro riparlo di truppa, degenti all'ospedale; essi li visitano in ogni tempo ma non prendono part,, alla loro cura; essi sono obbligati a compilare i documenti sulla inabilità e sulla invalidità di quei malati. Agli ospedali vengono assegnali in qualiti\ di personale d'assistenza gli aiutanti d'ospedale di cui il più anziano i> il sorvegliante della stazione (stationsaufsehe,·) infermieri militari oppure civili (uno per ogui venti letti) e a seconda delle circostanze anche donne infermiere. Gli aiutanti d'ospedale sono presi dalle truppe del presidio.

Presso ogni ospedale di presidio io sede di comando generale è instituita una stazione speciale per le ricerche microscopiche (anche batleriolog1cbe) e chimiche ; parimenti un deposito sanitario consister te in un reparto di medicinali ed un reparto di o~getli da medicazione, il quale deposito P destinalo a provvedere gli ospedali di medicinali, rea!!enti, disinfeltAnti ed accessori; fornire il proprio materiale oppure prestarlo, rinnovare il materiale per le fortezze e di ricevere lutto il materiale sanitario delle disciolte unità sa.~itarie. Nell'O$pedale di presidio N. 1 in Berlino P stabilito un deposito sanitario principale il quale riceve dalla sezione sanitaria del Ministero l'incombenza di acquistare, spedire, comperare o sopprimere il materiale sanilario fuori uso. Finalmente esistono dei depositi di ospedali di fortezza, la cui dotazione deve tenersi separala completamente da quella <lei depositi degli ospedali di presidio.

Il Regolamento si occupa in un apposito capitolo delle misure igieniche dell'o$pedale. È da notarsi solo a questo proposito che nessuna infermeria deve essere occupata da un numero di infermi maggiore di quello che è fissato dal relativo piano. Lo spazio a~segoalo per ogni infermo è d1 37 metri cubici. Nell'occupazione delle infermerie de"e aver luogo un regolare scambio di locali. Gli affetti da malattie contagiose de-çono essere trattali separatamente e le loro vesti deYono essere disinfettale e conser,·ate in locali appositi.

RIVISTA Dl TECNICA

La parle che si riferisce agli aìutanli d'ospedale si scosta alquanto dal Regolamento fino ad ora in vigore. Il reclutamento degli aiutanti d'ospedale si fa (come per il passato) cogli uomini che hanno servito un anno armali, di buona condotta e. che presentano le qualità fisiche e intellettuali volute per il servizio sanitario. Spetta all'Oberstabsarzt del corpo sottoporli ad esame onde accertare se el'si per la loro istruzione ed intelligenza sono idonei ad essere educa ti nel servizio di aiutanti d' ospedale. Quelli che si sono riconosciuti idonei v~ngono ripartiti ed istruiti negli ospedali di presidio in sMe di divisione; l'istruzioue dura sei mesi (compresa la stagione invernale) si può, nelle apposite scuole per gli aiutanti d'ospedale. La direz/one di questa scuola incombe al medico di divisione. Come istruttori funzionano un Obe rst absar::;t o Siabsarzt assistili da medici subalterni; l'assegnazione al pratìco esercizio clinico spetta agli ufficiali sanitari prescriventi, quelli alle farmacie spetta al farmacista militare. L'istruzione viene impartita tutti i giorni della settimana secondo un programma compilato dall' Obestabsarzt di r ~ttore della scuola. Compiuto il corso gli allievi devono sostE:nere un e~ame in presenza di tutti gli ùfficiali ~an itari del presidio. Quelli allievi che hallno superato le prove, vengono rimandati ai loro corpi e promoss i !:'otto aiutanU di ospedale. P er continuare la loro educazione i sotto aiutanti d'ospedale pro.seguono a ricevere istruzione due volte la settimana e gli a iutanti una vo lta la settimana da un medico assistente presso l'ospedale in ogni presidio. Gli aiu- · tanti d'ospedale per progredire nella pratica clinica, vengono comandati agli ospedali del presidio semprechè la loro presenza non sia indispensabile presso il riparto di truppa. Per questi eser cizi gli aiutanti d'ospedale in congedo illimitato sono richiamati a servizio temporaneo pr esso gli spedali. Nel servizio de i porta- feriti sono istruiti tutti g li aiutenti d'ospedale che sieno atti anche ai lavori d'ammini::; trazione e di contabilita d'ospedale.

E SERVIZIO MEDICO MILITARE rn39

11 servizio sanitario Inglese nell'esercito nella marina. ed alle Indie . - (The Lancet, 5 settembre 1891).

Colla pubblicazione di un decreto reale del 7 agosto 1891 ebbero luogo diverse modificazioni nella denominazione dei gradi degli ufficiali del corpo sanitario inglese, e furono loro dati gli stessi vantaggi e le stess e prerogative degli ufficiali combattenti del medesimo grado, eccetto il comando militare, la presidenza delle corti marziali ecc.

La denominazione de l grado si fa, in modo analogo a quello del no.stro esercito, facendo precedere la parola surgeon (chirurgo) al grado come surgeon-colonel (colonnello medico); surgeon-major (maggic,re medico) ecc. Il grado del direttore generale del dipartimento medico dell'esercito è quello di maggiore gener ale ir.edico. (Per il testo l~el nuovo decreto per il corpo sanitario vedi il Lancet del 2::! agosto 1891, pag. 459).

P er essere ammesso ne ll'esercito e nel serviz io medico alle Indie bisogna subire un esame di concorso. Sotto speciali condizioni si può essere ammesso con nomina del ministero della guerra. I candidati per ambedue i servizi debbono essere laureati in medicina e chirurgia e p r esentare certificato di buona condotta. Quelli per l'esercito devono avere dai 21 ai 28 anni, essere di buona salute e di genitori europei. Quelli per il servizio alle I ndie devono avere anch'essi dai 21 ai 28 anni, .,ssere di robusta, costituzione fisica e i,udditi di Sua Maestà la Regina. Tutti sono sottoposti ad una visita medica. Soddisfatte tali condizioni il candidato è ammesso all'esame di , concorso che ha luogo usualmente in Londra due volte all'anno, nel febbraio e nell'agosto .

Nessun candidato può essere a m messo a concorr ere oiù di due volte. Le materie dell'esame sono divise in obbligatorie e jacoltatioe. Le prime comprendono: anatomia e fisiologia, chirurgia, medicina (compresa la terapeutica e le malattie delle donne e dei ragazzi), chimica e farmacia, e conoscenza pratica dei medicinali . L'ammissione del candidato è determinata dal risultato di questa parte dell'esame. Le materie facoltative sono: fr ancese, tedesco, anatomia comparata, zoologia, filosofia naturale, geografia, fisica e bo- tanica con speciale attinenza alla materia medica. Sebbene il risultato dell'esame sulle materie facoltative non influisca sulla nomina ciel candidato; tuttavia ha influenza sulla sua classificazione.

Dopo avere subito l'esame i candidati dichiarati idonei per entrambi i servizi sono mandati alla scuola militare medica a Netley, come medico in esperimento con la paga di 8 scellini al giorno, per un corso di quattro mesi. Il corpo insegnante é composto di 4 professori, dei più reputati nella materia. La cattedra cl i medicina é occupata dal generale medico H. Cayley; quella di chirurgia dal tenente colonnello medico Godwin; quella di igiene dal tenente colonnello medico ?-fotter, e quella di patologia da Sir Aitken. Ciascun professor e ha come ass istente alla cattedra, un ufficiale meclico. Le lezioni di chirur gia milill\re comprendono: ferite di arma da fuoco e di altre specie, trasporto di malati e feriti, doveri dei medici militari sul campo e a bordo delle navi da trasporlo ; reclutamento, ed allri doveri chirurgici annessi al servizio militare. Le lezioni di medicina militare trattano delle malattie tropicali o allre malattie a cui i soldati sono esposti; della mortalità e4 invalidità cagionale dalle malattie in pace o io guer ra. in I nghilterra od all'estero; del trattamento degli al ienati in relazione al serviiio militare. Il corso d'igiene compr ende l'esamt, dell' acque e dell'aria, i principi generali dell'alimentazione con le qualita e adulterazioni dei ciLi e delle bev a nde; l'igiene degli ospedali, dei campi, del vestiario e degli esercizi del soldato; le circostanze cbe possono nuocere alla sua salute e i mezzi profilattici più efflMci; le istruzioni pe r la compilazione delle stalistiche. Gli ufficiali medici in esperimento sono istr uiti praticamente nel servizio d'ospedale sotto i professQri e gli assistenti tl i medicina e chirurgia, circa i dettagli sul trattamento degli ammalali nell'o«pedale militare, la registrazione delle loro malattie, le rifor me, le compilazioni dei dati statistici e degli altri documenti.

I medici in esperimenlo hanno alloggio e mensa a Nelley. Dopo aver frequentato tale corso d'istruzione essi sono esaminati nelle ma terie insegnate nella scuola, e la loro clas - t,: SERVIZIO MEDICO lllLITARR sificaziooe è determinala dai risultati complessivi dell'esame finale e del!' esame di concorso. Alla chiusura di ciascuna sessione sono distribuiti cinque premi ai migli ori allievi. Chiuc:o che sia il corso di Netley, i luogoten enti passano ad Alde rshot dove ricevono un corso d'istruzione sul servizio d'ambulanza e di equitazione.

J medici per le I ndie, i quali non vanno ad Aldersh ol, ricevono a Netley un corso speciale sul s ervizio d'ambulanza soltanto.

J te nenti medici, se hanno l'approva7.ione del dipartimento medico dell'esercito, sono promossi capitani dopo tre anni intie r·i di servizio. - I capitani, su hanno l'approvazione del dipartimento medico dell'esercito, sono promossi maggiori dopo 12 anni intieri di servizio, di cui tre debbono essere stati passati all'estero. Ma, prima d'esser e promossi, sono obbligati a subire un esam e, il quale in ogni caso de ve esse r e dato dopo il loro 10• anno di servizio.

La Commissione esaminatrice è composta: per la medicina e chirurgia da due membri, nominati dal Ministero, per rigiene dal professore d'i~ieoe della scuola di NeUey, e pei regolamenti, doveri, leggi militari ecc. da un medico militar e nominato dal direttore gen fl rale. L'esame abbraccia le seguenti materie: a) chirurgia e anatomia chirurgrca; b) medicina e patologia; e) igiene nei limiti trattati nel Parke r 's praticai hygiene più le regole riguardanti l'igiene delle guar nigioni, caser·me, ospedali ecc degli occampamenti , degli ospedali in guerr a e ddle navi da trasporto e da ospedali; d) doveri degli ufficiali medici m I nghilterra e fuori, e sul mare, orr.ranizzozione e amministrazione di ospedali in tempo di pace o di guerra e tf'a sporLo di malati e fer iti per terra e per mare; e) ammint5lraz1one, economia, comando e disciplina del corpo sanitario, conoscenze delle principali leggi militari e delle loro applicazioni pratiche. Si richi ede inoltre un cer tificalo comprovante che il medico ba frequentalo sotto un professore di chirurgia conosciuto un corso completo di operazioni, e che t-sso é un buon chirurgo. 11 meclico deve ancora presentare uno scritto sopra un soggetto pratico professionale a sua scelta, che sia provalo essere intieramente opera sua; ed ai cui meriti sia scientifici che Jetterarii sarà annessa una grande importanza.

I maggiori medici, se hanno l'approvazione del dipartimento medico dell'esercito, sono promossi tenenti colonnelli medici dopo venti anni intieri di servizio. La scelta fra i tetenti colonnelli medici per la promozione a tenente colonnello medico di brigata è fatta in base all'ahifita ed al merito, per determinare i quali si tien conto de lle s e guenti circostanze: L'ufficiale per essere scello dPve avere fc1vorev0Ii rapporti dai diversi dipartimenti militari, sollo di cui ha prestato servizio, essere fisicamente adatlo per il servizio eJ avere fatto il servizio prescrilLo all'estero e nelle Indie. Un tenente colonnello medico di brigata per essere nominato a scelta colonnello medico deve avere servito all'estero al me no dieci anni, dei quali tre in I ndia. Gli ufòciali col g r ado di colonnello so no messi a riposo all'età di 55 anni, col grado di maggiore generale medico a 60 anni, ma se qualcuno è considerato necessario per l'interesse del servizio pubblico può resi.are fino ai 62 anni.

Seroi.:io medico alle Indie. - Per il servizio delle Indie non souo state ancora fatte modifìcazioni . Le regole già men to• w1te rispetto alle promozioni sono egualmente applicale per gli ufficiali del servizio sanitario indiano; salvo che un medico può essere promosso maggiore prima che scadano i 12 anni di servizio quando il segr etario di si.alo per l'I ndia, con l'approvazione del vicer é, conside r i la promozione necessaria al bene del servizio.

Servi~io medico nella marina. - Le condizioni per ess ere ammessi al servizio medico nella marina sono le stesse che per essere ammessi nell'eser cito; ma il ca ndiJalo deve dichiarare che è pronto a imbarcarsi quando s ia richiesto. Dopo a ve r super ato con buon esito l'esame di concorso a Lond ra i candidali dovranno frequentare un corso d'istruzione pr a tica sull'igiene navale all'ospedale di Haslar. - I medici sono promossi staff-surgeons dopo 12 anni dall'epoca dell'entrata a condizione che subiscano l'esame richiesto; e gli sta,ff-surt;eons sono pr omossi jleet-surgeons dopo 20 anni di se r vi zio con l'approvazione del direttore generale. - I deputy -in-

E SEllVlZlO )JEDJCO MlLITARE

spectors·general sono pr esi a scelta fra i jleet e ~li in~pectors-general fra i deputy - inspecto r s-general, purché abbiano :1 anni d1 servizio all'estero; 4 anni mir,li, fra cui non meno di 2 »Jl'estero; oppure 5 anni di servizio all'interno in tali co ndizioni da r endere suparfluo il servizio estero, e purchè essi non abbiano mai rifiutato d'imbarcarsi quando vi furono chiamali. Gli inspectors general e i deputy-inspectors-aen,oral sono mandati a riposo a 60 a!lni, gli ufficiali negli altri gradi a 55. Nel calcolare il servizio per la pensione 1! tempo passato con mezzo stipendio è calcolato r.ome un terzo del servizio a paga intiera.

Le seguenti tavole mostrano lo stipendio e le gratificazioni spettanti a ciascuno grado nei tre rami di servizio.

• Grado Stipendio Graliflcazioni giornaliero

L. st. Se. d. (I)

Medico in esperimento o 8 o

Stipendio annuale

Tenente o capitano medico . 200 o o

Capitano medico dopo 5 anni di servizio 250 o o

Slipcnclio giornaliero

Capitano dopo 10 anni di servizio o 15 o \ L. st. 1250

Maggiore o tenente colonnello. 1 o o

M aggiore o lenente colonnello dopo 15 anni di servizio 1 2 6 L. st. 1800

Maggiore o tenente colonnello dopo 18 anni di servizio o o o L. st. 2500

MARINA.

Servi Zio Ne L Le Indie

(I) La rupia ha un valore di drca lìre italiane :!,!5. Si di,ide in 16 anna, e l'anna si divide in U pies. li doll. Baumann parte da lla prescrizione della Kriegs-San itiil3-0rd nung i:te rmanica ch e i feriti ed ammalali devono rimanere negli osp edali da campo o negli ospedali di guerra · permanenti solamente finch è sia possibile il loro invio negli ospedali di riserva , e ciò perchè gla ospedali da campo l'liano di nuovo pronti per i bisogni dell'armala, e specialmente quando dopo grandi battaglie, gli ospedali da campo, stati coll ocati per necessit.A delle circostanze in localita sfavorevoli, sono affollati.

Dall'ospedale d& campo ali& ataztone della ferrovia .dottor GusTAV 8AUMANN, medico militare bavarese.(Deu tsc lt e m il iliirii rztlich e Zeitschr ijt, novembre 1891).

A questo scopo i feriti ed ammalali de vono dapprima percorre re un tratto più o meno lungo sulle strade ordinarie, in seguito si può fare uso delle ferrovie ed eventualmente di trasporli per a cqua. Quanto al trasporlo sulle fe rrovie si provvede già sufficientemente coi treni-ospedali P. coi treni trasporto malati. L'A. si propone di vedere se il trasporlo sulle strade ordinarie è sufficieoLem ente assicuralo .

Secondo il regolamento germanico si possono utilizzare pe r qu esto trasporlo: 1· i carri d1 requisizlone; 2• le sezioni di s a nità ; 3• le colonne del lre n9 di ritorno.

Le sezioni di sanita per le condizioni di una guerra saranno di poco aiuto nel trasporlo fra l'ospedale da campo e la stazione ferroviari a non potendosi allonlanare dai loro reparti cli truppa. Le colonne del treno di ritorno servono a portare indietro i feriti e malati Jeggieri ed i convalescenti, ma si adattano male pei feriti e maiali gravi, e devono essere escluse dal trasporto irl caso di malattie infellive. Ne consegue ch e il mezzo principale consislera nei carri di requisizione; si potranno essi ave re sempre nella quanti~ necessaria 7 li numero dei carri richiesti dipende1·a per una parte dal numero dei feriti, per l'allra parte dalla lunghezza del tratto lra rospeJale da campo e la stazione ferroviaria. Quanto al numero dei feriti l'A. crede che nelle guerre future esso

E SERVIZIO MEDICO MILITARE s arà da 3 a 4 volte magp:iore che nella ~uerra 1870-71, nella quale pe r esempio tra il 14 ed 11 18 agosto innanzi a Melz e ntrarono negli os pedali da campo 31 ,000 feriti tedesc hi· Relativamente alla distanza degli ospedali da campo dalla s tazione ferroviaria, nelle prime baltaf?lie che av, engano pr esso i confini , l' A. la calcola da 10 a 20 km., in paesi ben forniti di fe rrovie e da 60 a 120 km. in paesi poveri di ferrovie; ed anche in queste condizioni vi saranno gia gravi difficoltà pe r procurar5i i carri in numero sufficiente. Quando l' armala si inoltri nel paese nemico, tenendo conto delle difficolt.A di riattivare prontame11te le fe1·rovie e basandosi s opra quanto avvenne nella guer1·a 1l>70- i1, l' A. calcola questa dis tanza a centinaia di chilometri. Con rrueste dis tanze, eJ avuto anche rigu$lrdo agli altri bisogni dell'esercito sara iropos~ibile di provvedere al trasporto alla stazione ferroviaria dei malati e feriti ed il modo di traspor lo sara sfavorevole; per cui gli ospedali da campo e ~li ospednli permanenti di guerra saranno eccessivamente affollali.

Nella certezza che l'esecuzione del trasporto su /le strad ordinarie è troppo soggetta a circostanze accid entali vennero proposti diversi mezzi ausiliarii, i quali od assicuriuo in cer ta maniera la quantità e la qualila del trasporto, oppure migliorando l'assistenza sul campo di battaglia rendano meno urgente lo s~ombéro. Fra questi mezzi ausiliarii i lre più importanti sono: 1° le ferr0vie a piccolo scarlamenlo; 2" le improvvisazioni; 3• le baracche- ospedale trasporlab1li.

1•. Le fe rro vie a piccolo scartamento.

Prendendo in esame la possibilit.A di riunire l'esercito, s pintosi innanzi, colla stazione di tesla di una ferrovia ordinaria in esercizio mediante una· forrovia a piccolo scartam ento l'A. dopo avere ricordato che nel K. 8 dell'anno 1889 della Deuf. Mililiirarztliche Zeitsch r i(t Haal'le ha fatto una comunicazione circa la costruzione e l'esercizio di queste ferrovie ed ha proposto una sua barella sospesa nella quale si possono trasportare 4 feriti coricali in un vagone doppio, e nel N. 4 dell'anno 1891 lo stesso autore ha introdotto modifica-

RIVISTA 01 TEC~ICA

zioni e!.'senziali alla barella sospesa, esprime la convinzione che in una guerra la costruzione e l'esercizio delle ferrovie a piccolo sce rtam ento andrà incontro a lali ostacoli da non poterne sperare un valido aiuto per il lrMporlo dei feriti ed ammalati, e ciò appoggiandosi alle seguenti considerazioni.

Si potrà pensare alla costruzione di una tale ferrovia !.'ola mente quando un esercito vittorioso abbia respinto il nemico dietro la sua secondn linea di difesa; a d una dil!tanza che si può supporre almeno di 50 km. in linea retta. Il materiale necessario per questi 50 km. si può calcolare ad un milione di chilogrammi, che l'ichiederanno più d1 100 carri merci per essere portali all'ultima stazione della ferrovia ordinaria, e di là non potrà avanzare che a misura che la ferrovia è costrulla.

La costruzione della ferrovia sul terreno libero presenta tali d1ffìcoltà per m0'\1menli di terra, ostacoli da sup~l'8re, adaltamenlt> del suolo ecc., che si può dire impossibile; e la sua costruzione sulle strade comuni è pure difficile per la mancanza di spazio e per l'incaglio che si produce al movimento ordinario; bisognerà pure tener conto della diflìcoltà di procurarsi il per::sonale e gli utensili necessari. Il tempo richiesto per la costruzione varierà seconùo moìte circostanze, ma volendo calcolare che 10 media si possano disporre 4 km. di rotaie al giorno, un tratto di 50 km. in linea retta richied t>rà effettivamente circa 12 giorni. In q11e~to frtilLempo si avranno avuli lutti i danni dell'affollamento negll ospedali da campo, e coi mezzi impiegati pt-r la cos truzione della f~rrovia si sarebbero potuti portare indietro tilmeno 1500 feriti.

Se nel fraltempo l'esercito è costretto a ritirarsi rimane perduto il tempo e l'opera impiegata in un col materiale. Costrutla la ferrovia è facile comprendere come il suo esercizio sarà poco assicurato, spesso inlerrotto e pericoloso.

Pe ciò che riguarda il trasporto dei feriti e malati è chiaro che dai singoli ospedali da campo sino alla fel'r ovia a piccolo scartamento si dovra ancora percorrere nn tratto più o meno lungo che, specie per gli ospedali posti alle ali dei corp~ d'armata, potrà essere di molli chilometri; quindi una

E SEI\VIZIO MEDICO MILITARE

lunga attesa per aspettare i treni, un carico sui vagoni, uno scarico ed un nuovo c11rico sui vagoni delle ferrovie ordinarie. A ciò si aggiunga la necessità di un persona!~ di medici, infermieri ecc. Perciò colla frapposizione della ferrovia a piccolo scartamento tr11 l'ospedale da campo e la fer rovia ordinaria 11 risparmio di tempo si può dire nullo. . Supposto che l'esi>rcito continui ad avanzarsi tutte queste dirflcollà si aumentt"ranuo di conseguenza.

Se si considera 11 C"lrso della campagna 1870-71 si lrovera che sarebbe stato impossibile di p:-ovvedere a tempo debito le tll'mate da Sedan, Parigi, Le Mans, Digione ecc. con ferrovie a piccolo scartamento. La sola costruzione delle linee principali avrebbe richiesto sopra a 20 milioni di chilogrammi di materiale.

È quindi chiaro come queste ferrovie non siano adatte pel trasporlo dei feriti e maiali nel movimento della guerra; lo sarebbero senza dubbio durante una guerra d'assedio.

2". Le improooisa::ion1.

Queste si riferiscono all'adallameuto dei carri pel trasporlo dei Cerili. Il modo più antico e più semplice è <tuello di disporre u~ grosso strato di paglia o di fieno; e ciò basta nel maggior numero dei casi. Negli ultimi anni si proposero molli mezzi improvvisati collo scopo di aumentare la comodita del trasporto e la capar;ta dei carri; ma quanto migliori sono questi mezzi tanto ma ggior materiale, istrumenti e mano d'opera saranno richiesti; gli ist rumenti si potranno forse portare, ma il mat~riale bisognerà requisirlo sul luogo. Perciò la realizzazione di queste improvvisazioni dipendera ancora dalle circostanze, per cui esse non possono ancora scio~liere il quilsito in parola.

Molli crederanno che il quesi to possa trovare una soluzione, almeno in parte, dalle baracche ospedali lra!>portabili le quali offrendo i mezzi di una cura migliore sullo

RIVISTA DI TEC~ICA

stesso campo di battaglia r e ndono meno urgente lo s::rombero. Si hanno altualmHnle parecchi eccellenti sistemi di queste baracche ed il corrispondente arredamento, e si può sperare che le sociela di assistenza po tranno nelle ~uerre future mettere a disposizione un numero di esse <'Ol relativo personale. Vediamo in quali località sarà conveoiPnte ,Ji stabilire g li ospedali barac<'he, ed in quale maniera essi potranno influire sulla urgenza dello sgombero.

Supponiamo che dopo una sanguinosa battaglia si abbia ordine di sta bilire un ospedale-ba1·acca nella maggior prossimi Là del campo di battaglia; si utilizzera-per quanto è possibile la ferrovie, e quindi si dovrà percorrere un tratto più o meno lungo sulla via o rdinaria. Tenendo conto del peso e del volume dd materiale da trasportarsi l'A. cal cola che siano necessarii da 50 a 70 carri a due cavalli, secondo i di versi sistemi di baracche, oltr e a qualche vettura pel personale. Ma é appunto la mancanza di mezzi di trasporto che forma la ca ratle1°i$lica di questi momenti in guerra!

Ed anche ammesso che !'i trov: il numero necessa r io di carri e che l'ospedale si impianti nel sito indicalo, ~li ospedali da campo saranno '1i poco meno ingombri, ed i Cerili risentiranno poco vantaggio da un ricovero mi glio r e dovendo rimanere nell'aria infetta del campo di battaglia, in locali&i in.ospitali e lonl1rno tblla fer r ovia.

Affatto diversa sarà la cosa se l'ospedale- baracche saré dispo!'<to come Juo~o di ft?rmala nella immedia ta vici nanza di una stazione fE:rroviaria a giusta distanza dal teatro della guerra. In 2 o 3 giorni e con 2 o 3 ca r ri si potrà traspo rtare ltitto il materiale dalla stazione al luogo destinalo all'ospedale-baracca; si potrà cosi erigere il numero chll si vorrà di essi, nei quali i feriti, lontani dal rumo r e della guerrd, i11 località s a na, potranno rice,·ere tulli i socco~ necessari i. Ora I' osnedale-baracca cosi situalo non san\ di sollievo al trasporlo sulle strade ordinarie, rna si bene a quello ferroviario, sottraendo un ce rto numero di feriti dai treni di sanità e di maiali.

Da quanto sopra dovrebbe emergere che i mezzi ausiliarii da usufruirsi secondo la Kriegs Saniliils Ordnung non possono

E SERVIZIO ~EDICO MLLlTARE

nè da soli nè in unione alle ferrovie a piccolo scartament~, alle improvvisazioni ed alle baracche ospedale traspor~abth, assi curare una sufficiente eY&cuazione nel tratto tra l ospedale <la campo e la stazione ferrovia ria. .

S econdo l' A. questo servizio può essere assicuralo solamente colla creazione di distacca menti di sanità di _t ap~a. Ess i sarebbero sottoposti al comando di tappa e destinati a trasportare i ferili, malati e convalescenti dall'ospedale da campo, od eventualmente dall'ospedale pe~m~nente di ~uerra'. all'ospedale-baracche, alla stazione ferrov1ar1a, o sta~1one ~· bastimenti non che le masserizie d'ospedale d' ogru specie dalla stazione fer r oviaria all'ospedale da campo ed al~'o"~~dale permanente d1 guerra; ~ssi d~vrebb~ro eq~i_pagg1~~s1 111 modo da essere atti al trasporlo dei l.flalall e feriti gra~1: non si rinunzierebbe alla requisizione di carri da conladtm che servirebbero per i feriti e malati leggieri, e potrebbe: o pu~e in caso di necessita essere adattati al trasporto det gravi : continuerebbero pure a funzionare le sezioni di sanità delle truppe e Je colonne del treno di ritorno : si polrebb~ forse fa re a meno della commissione per il trasporto-malat1. .

Basa ndosi sui r equisiti che si richiedono in un carro ~est'.nato al trasporto di ammalati e feriti g ravi l' A. descrive 11 modo di costruzione e l'attrezzamento di un nuovo ~arro da lui proposto, a quattro ruote e a due~ ~alli, capace dt q~atlr~ feriti coricati in due piani per la descr1z1one del quale r1man di amo il lettore ali' originale.

Ad ogm dista ccamento di sanità di tappa, secondo ~· A., dovrebbero essere assegnati 10 carri trasport~ malau, u~ carro bagagli ed un carro viveri; ad ogni corpo d1 armala 3 d1 questi distaccamenti, i quali in totale potrebb_ero tra~por-: tare 120 feriti gravi. Questa funz1onalit.à, in umone aglt altri mezzi di trasporto che si hanno a disposizione può bastar e dopo una battaglia con perdite moderata e pe~· u~ tr.~tlo_ ~no a 100 km. Se la distanza d~lla stazione ferroviaria prn vicina fosse maggiore, una parte dt'i lerili dovrebbe ess e~e t~asportata agli ospedali da guerra perman_e~ti a d. una media d1;ta~za:

L' A. tralascia maggiori <leltaglt circa il personale, 1atti ez zamento e l'organizzazione del di s taccamento, nota solamente

This article is from: