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RIVISTA DI TERAPEUTICA
L a oln ooni dina . - Contributo alla pato g e neal dell' epll e Hl& . - <r10VANNI GALLERANI e F ELICE LUSSAN A. - (Rioiata sperimentale di f ren iatria e di medicina legale, volume XVII, fase. 1-2, 1891).
È ~erto che neiraccesso epilettico v'ha una parte spetlanle al cervello; e clinicamentP. si capisce bene come gli si sia data tanta importanza da farne una condizione assolu tamente necessaria per la sua diagnosi: ma si è esagerato net ritenere, p. es., la perdita di coscienza come una condizione indispensabile per caratterizzare l'epilessia. Gli autori infa tti, hanno potuto constatare che gli accessi epilettici cinconidinici presentano caratteri clinici perfettamente uguali, tanto se sviluppati su animali sani che acefali, nei quali ullimi naturalmente non può apparire, all'inizio dell'occesso, la menomazione od abolizione della intelligenza già mancante. Ciò vuol dire che il cervello per l'esplicazione dell'accesso epilettico non è assolutamente indispensabile, come centro psi· chico e s ensoriale, e meno ancora come centro motorio. N aturalmente con ciò non si esclude che molle volte l'accesso epilellico possa anche trarre origine dal cervello.
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Come riepilogo di questo studio critico sperimentale gli autori affermano che quaLlro sono le vie principali per c ui si può svc lgere un a ccesso epilettico, essendo quallro i generi di cause che lo possono determinare: due di origine periferica, e due di origine centrale. Di origine periferica sono quelle che hanno la loro ragione di essere o nelle impressioni morali o ne~li eccitamenti flsici; di origine centr ale sono quelle costituite direllamente da una anormale condizione
RIVlSTA Dl TERAPEUTICA f · I d · centri nervosi 08tomica, 0 semplicemente unz1ona e, e1 a . t . riamente motori o soltanto ps1como ori. pr~~ epilessia prodotta per ci~c~nidina ~el mod~ sopra_ de·•t dimostra come sia poss1b1le lo sviluppo diretto d1 un "cri. 0 · · t · d. movi- so epilettico esclusivamente dai , eri cen r 1 1 acces d. l' · nt · che to senza alcun necessario intervento I a ,rt ce r1, rnen , · · · · daria e trlbuto &ll 'asione d el bromuro 4l potassio nella oura on R .. t dell'e piles lla . - Dott. CESARE AGOSTJNI. - ( ioi.s a sperimentale di freniatria e di medicina l€gale, voi. X Vll, rase. t-2 , 1891).
1 ,·en~ono tralli in compartec1paz1one m via secon · 50 ;er chi voles"e farsi un'idea s intetica dell'epilessia, secondo Ilo che ne pensano gli autori può ritenere che l'accesso qu~ettico considerato nella sua forma clinica più asti-atta e e~'. p:a è espressione del totale o parziale sconvolgi- p1u am , . d b ento funz.iooale nervoso centrale, determinato a una aro e eccitazione proporzionala per intensità al g rado dt renorm , Tb · 1,istenza attuale e de i centri stessi nel loro for_ma~e ~q.u1 1 r io funzionale; è in una parola pei centri ne::oto1 ps1.ch1ci_ e mo~ Lori quello stesso che è raccec,so di delmo acuto pe1 centri nervosi psichici e sensoriali.
Quantunque l'autore sia convinto che il ~i-medio r~dicale del male epilettico sia ancora da ricercarsi e eh: 11 bromuro d~bba 11n giorno cedere il posto ad altro m~d1camento ù "icuro ed innocente· tuttavia essendo per ora 11 bromuro ;i' ri~edio più efficace, {•autore crede utile rife:ire _i ri~u!tati terapeutici ottenuti con tale medicam~nto sugh ep1~ett1c1 tenuti in cu ra nel manicomio di Perugia nel decennio 1880-89 e viene quindi alle seguenti conclusioni: . . .
È necessario somministrare il bromuro è1 potassio in dose piuttosto ele,·ata e per molto tempo; _e_ tale cura è tompatibile con uno stato florido della nutr1z1one generale.
Nella grande maggioranza dei casi (85 p. ~00) alla _dose media di 10 a 14 gr (con un giorno di sospensione ogni tre), dose corrispondente a centigr. 20 a 25 per chilog~ . di ~eso dfllrindividuo, trovata innocua anche dagli esper11nent1 fi-
R[\"I5TA siologici, porta cessazione o d iminuzione ooteYole d 1· . 1 · egiac.. cessi convu s 1v1 .
. Si può ~1 bisogno elevare la dose a 20 e pio grammi al giorno e co~~m uarla !ungo tempo senza danno dell'orgaru.. s?10, purche 11 _s~l~ ::1~ puro e l'apparecchio rena1e in istato d1 completa alt1v1ta fiswlog ica .
I disturbi ordinari che si hanno durante la cur·a ,. · . . . JJro nuca s~no p~r lo p1~ transitori e facilmente dominabili; e anche ?li stati morbosi gravi dtt intossicazione bromica scompaiono 10 modo abbastanza rapido, sospendendo la somministrazione del medicamen1o.
L'uso metodico e raz1·011ale del brornuro d · t · 1 po ass10 pro- lu uga la vita negli epilettici.
Un nuovo rimedio contro 11 mal dl mare. - Wiener klinische Wochensekrift, British Medical Journal e Lan eet anno LXVIII , voi. 2o)· '
Il dolt. Hamilton, del corpo sanitario marittimo inalèse ha trattato di 1·ecente i casi a lui occorsi di mal di mar: co~ la .kola - semi delltt sterculia acuminata - e ne ha eseguito sorpr~n~enU risultati, per lai guisa che egli racco1~a_nda ca~d1ss1mamente siffatto rimedio quale il più preferibile, anzi quale l'unico veramente efficace contro il mal di mare.
. Per uso iuterno un decotto di due a tre grammi di semi di kol,a riuscì a far spari re dopo quaranta minuti ogni sintomo del mal di mare. Si dileguò la vertiaioe cessò il voe, 1~1lo, scomparve la prostrazione dtlle forze, l'impulso card,a~o tornò regol ure, il p0lso si fece di nuovo pieno ed ordinato. Alcuni individui, trattati con la kola, hanno servito per anni ~ella ~olla britannica ~enza ritrarre vanteggio di sorta Jagh altri mezzi raccomandati contro il mal di mare me11tre attualmente, dietro l'uso della kola, sopportano li~ beri da ogni attacco dei disturbi in questione, tutti gli in~o oveoienti del cattivo tempo.
. Mancando nella attuaUtà un mezzo t>fficacemeule preventivo contro il mal di ma r e il dott. Hamilton é di avviso che
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tale valga la k ola, e specialmente il suo alcaloide, mentre ba piena fiducia che le ulteriori e più diffuse ricerche ab:. biano a convalidare le sue osservazioni . Egli ricorda a proposito, il che io ho avuto l'onore di rilevare in questo stesso nostro giornale, come presso gli indigeni della costa Occidentale d'Africa e del Sudan, la kola sia di uso giornaliero in virtù delle sue facoltà conservatrici e corroboratrici delle forze nelle eccezionali fatich e , marcie, ecc. La favorevole e fficaci a della kola nel mal di mare riposa, secondo, l'Ha· millon, sulla influenza stimolante tanto sui centri del sistema nervoso che sulla stessa azione locate. F. s.
Il valore della soluzione satura di solfato dl magnesia nella cura della dissenteria. a.cuta . - Dott. LEAHY .(The Lancet, anno LXVIII, vol. 2°).
Poi che è questione nella dissenteria di una infermità, la quale, grave nel periodo acuto al pari che nel cronico, · specie nei fatali riflessi sul fegato, chiama particolarmente !"atte nzione dei medici militari, oggi più che mai coi possessi della tropicale Colonia Eritrea, avviso metta conto riportare dal Lancet quanto ne scrive il dott. Leahy. Tanto più che alle osservazioni di questi viene in<lisculibile valore dalla competenza dell'autore non meno che dalla circostanza delle .;ue mansioni nel servizio sanitario militare delle Indie e proprio là ove è il dominio massimo della dissenteria. li dolt Leahy, colpito dagli straordinarii risultati da lui ottenuti per lungo tempo dal solfato di magnesia, nella forma acuta della dissenteria, crede, a ragione opportuno, comunicarli ai colleghi.
Il rimedio classico da tempo quasi immemorabile contro la dissenteria acuta è. come si sa, l'ipecacuana in polvere, e probabilmente in niun altro paese, dominato da questa malattia, é più che in India radicato il pregiudizio in favore della ipecacuana. Tutti gli ufficiali medici dell'esercito inglese, cui toccò in sorte di seguire le lezioni di ~edicina militare, date in Netley dal professor J. C. Maclean, debbono rammentarsi con quanta eloquenza questi inculcasse
Rivista
nelle loro menti le proprietà specifiche della ipecacuana quale rimedio pa,· e:i:cellence contro la dissenteria acuta . ed inoltre rammenteranno indubbiamente i rilevanti casi clinici, che egli loro descriveva in sostegno delle proprie vedute al riguardo dell'azione magica di quesla dro~a. I più tra ·i medici dell'esercito, soggiunge il dolL Leahy, veggono e debbono curare per la prima volta le dissenteria acuta in India, e taluni, come a lui appunto occorse, possono avere esperimentalo un certo imbarazzo nella loro prima pratica del valore dell'ipecacuana. In India il trattamento della dissenteria acuta a mezzo del la sommi nistrazione di alte dosi d'ipecacuana viene riguardato quale l'unico sicuro ed un ben n olo ufficiale medico dell'esercito anglo-indiano, forte di una ·vasta e profonda conoscenza clinica clella malattia in discorM, cosi ne scrive: " Si può dire che l'ipecacuena a dosi generose soddisfi a molteplici importanti indicazioni: essa produce tutti i beneficii che sono stati attribuiti al salasso, senza sottrarre al sistema una sola goccia di sangue; t1.,tti i vanlaggi dei mercuriali e degli altri purgativi senza la loro azione irritante; tutti i buoni ri~ultali degli anlimoniali e dei diaforetici senza alcuna delle loro incertezze; tutta la facoltà calmante attribuita all'oppio senza nascondere, se non senza aggravure, la malattia, mentre il male si accumula silenziosamente nell'interno. Così noi possediamo nell' ipecacuana un a ntiflogistico non spoliativo, un sicuro coagulante e purgativo non irritante, un potente sudorifero ed un innocuo sedativo del cuore e delle fibre muscolari degli intestini. » l l dott. Leahy amm ette che l'ipecacuana possegga molti di questi attribut, e proprietà ne lla cura della dissenteria acuta, ma soggiunge esservi un altro lato del quadro, rape presentato dalle obbiezioni, che sono state prodotte contro la 5:0mministr azione di alle dosi d'ipecacuana nella dissenteria. Un poco più innanzi nello stesso importante articolo il dott. Ewart osserva: « Le obbiezioni che sono state accampate contro le alte dosi dell'ipecacuana nella diss enteria sono, primieramente, la sua influenza deprimente, consecuti va alla nausea ed al vomito, e, secondariamente, c he è ca-
01 TERAPEUTICA -1-12 3 pacP. di eccitare un vomito infrenabile. » Siffatte obbiezioni sono, a giudizio del dott. Leahy, molto serie e riducono consid~revolmente il valore del relativo metodo di trattamento. L'azione deprimente dell'ipecacuana somministrata ad alte dosi, è, probabilmente, familiare a quanti l'hanno usata, e, quando la sua somministrazione é seguita da persistente e violento vomito, questa influenza deprim ente può assumere una intensità allarmante. Di più, determinatosi il vomito, ne segue immediatamente il rigurgito della droga, ·1a quale, venendo per tal modo reietta, è imp edita dallo svolgere i suoi efficaci effetti sulla mucosa intestinale inferma, all'istesso tempo che i poteri vitali dell'infermo rimangono depressi dal violento vomitare e dai relativi sforzi, senza che la malattia ne riceva beneficio di sorta. La dissenter ia acuta è in sò stessa una malattia accompagnata da considere vole depressione r.ervosa così che sia a condannarsi qualunque rimedio, il quale tenda in un modo qualunque ad aumentare questa depressione. Al dotl. Leahy consta di casi, nei quali la somministrazione di un'alta dose (u n grammo e mezzo) di ipecacuana nella dissenteria acuta è stata seguita da vomito violento e persistente e da tale continua irrilabililà dello stomaco da impedire completamente la permanenza di qualunque materia, m entre i sintomi dissenteric i seguivano con la stessa intensità. Impressionato da casi come questi non meno che dal fallo che in quelli, nei quali sono toller ate alte dosi di ipecacuana, coesiste di frequente un senso di nausea la più esauriente e terribile, il doll. Leahy cominciò a traltare i casi di dissenteria acuta con una soluzione satura di sali di Epsom.
Riferisce il dott. Leaby come fosse primo il dott. J. An- , derson a richiamare la sua attenziooe a l va lore del solfato di magnesia nella dissenteria acuta, della quale un autore americano scr ive come appresso: • Il più efficace traltamenlo della dissenteria acuta risiede nella somministrazione del solfato di m agnesia, che giova specialmente nello stadio acuto, quanio sono in campo la febbre, il ùolo re , il tenesmo e scariche di muco e sangue , poiché in virtù sua diminuisce l'iperemia e si d 1:> lerminano evacuazioni fecali con il risullat di sollievo dal dolore e di calma neixll sforzi de l vomito .
Il doll. Leah y a ccompagna la sua importan te memoria di una tt1bella d ì 95 casi d i dissenteria, c urali nell'anno i . . n corso r 1spe l!1vamente negli O<Epedali della r esidenza in Hy. de ra b~d ed .m A.frul. Gan g. T utti questi casi nei quali, 8d eccez10.n~ d1 uno le feci cons is tevan o di sangue, approda rono a auar1g1one, meno due che ebbero esito letale . li dott. Lea hy somminis tra il solfalo di magnesia nel modo s egu en te: si prendt> di solfato <li magnesia una q uantità sur. ficiente a saturare selle oncie di a cr1ua, eà a questa solu. zione satura si aggiunge un'oncia di a cido solforico diluito Di que"ta soluzione si somministra oi:rni ora o due un cuc~ chiaio da tavola in un bicchiere comune ri pieno d'acqua fino ad ottenere la scarica a lvina. Co n la solu zione di solfalo di magne,ia può combinarsi il ~olfalo di m orfina o può a,Joperarsi un clistere di amido con laudano. Il dott. Leahy ha trattato così e col più grande successo 103 casi di dissenteria acuta. :'-fogli stadii primi della dissente ria acuta questa soluzione satura di sali di Epso m a gisce come per incanto: sparisce ,. se è io ~tlo, la febbre, mancano il muco ed il sangue nelle fec,, che d1,·entan o ste r corace e e bil iose, cessa il tenesmo, diminuisce l'ansia dell'infermo, si ripristinano le funzioni del!a pelle ei il sonno seg ue alla somministraz ione delle prime poche dosi.
?li é specialmente nei casi acuti che il solfato di maznesia spiega la sua efficacia , chè, quanto più la malattia avanza al cronicismo,' lanlo minori risultano i vantaggi di questo metodo. li dott. Leahy riconosce essere così accentuala la oppo.sizione al solfato di mag nesia nella dissenteria acuta,
1.n par~cchie occasioni suggeritone da lui ai colleghi 1 impiego ~1 fronte a g r avi casi di dissentesia acuta, Ja su a p~oposla sia slala accolla con sguardi di allarme, con alza te d~ spalle e con osservazioni concernenti la sca rsa fede in siffatto metodo di c ur are la malallia.
I .risultati, forniti da questo metodo di trallamento, ~on o stati nellA maggi oran za dei casi cosi sorprendenti che il dott. Leahy ritiene pro prio dovere prei'entarn e le risultan ze
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delle sue speciali osser,·azioni. Egli somministra un dracma di soluzione satura, con dieci gocce d'acido solforico diluito, 0 ~ni una o due ore finché le feci siano divenute abbond a nti, feculente e libere da sangue e muco, la temperatura sia di · scesa e cPssa to il dolor e ed il tenesmo. Allorqua ndo le sca• riche siano divenute normali nel colore e nell'aspetto ed il paziente non evacui che due o tre ·volte nelle veu tiquattro ore, a completare la cura n,on si richiede ordinariamente che un·ordinaria mistura astringen te di acido con laudano o con tintura d i cannabis indica, od una pillola contenente estratto d'oppio. Natur almen te la dieta vu ole esse r governata con somma cura .
Il do tt. Leahy riassume i vantaggi dei sali di Epso m sulla ip ecacuana nei capitoli seguenti:
1• il solfa to di magnesia non eser cita azione deprimente; 2• non produce né nausea né vomito; 3° calma l'infermo; 4• la sua az ione fisiologica sulla membrana mucosa dell'intestino si compie senza inconvenienti, ed é cosi p robabilmente che impedisce la formazione delle ulceri entro il duodeno, procur& a quelle già formate una condizione pili favorevole alla loro ~ua rigione, impedendl) i proc essi flogistici acuti e l'ingorgo della membrana, il quale approd a alla morle di più tessuti, e così determinando la guarigione. Rile va il dot t. Leahy come quella parte dell'India di sua residenza, il Deccan, possa giustamente chiamarsi la patria della dissenteria, comecchè anche troppo comuni vi si presentino tipici casi gravi della varieta a cuta della infermita.
La potenzialità di resistenza alla dissenteria, propria alla popolazione povera indigena , è molto al disotto a quella possedu ta d agli europei della medesima condizione sociale, e la pri ma soccombe più facilmente ai suoi effelli.
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Il dermatolo: nuovo rtm.edto antlaettloo da 101tltulr• al jodoformlo. - Dottori HEINZ, LIEBRECRT e ROS~NTHAL. - (Berl. klin. Wochenschr, N. 24, 2i, 29 e Wienermed. Woch, N. 28, pag. 1210, 1891).
I dottori pr ecitati, rinunziando per ora a fa r e una rela. zione sulle loro ricerche sistematiche, per le qua li fu r ono condotti a produrre il dermatolo ed a provarne le sue azioni farmaco - dinamiche, specialm ente antisettiche, si limitano a dire che, per le estese indagini sperimentali~ cliniche, sembra ad essi che il nuovo preparalo sia destinato a sostituire il jodoformio, e comunicano quanto segue.
Il àermalolo è chimicamente un gallato basico di bismuto e si presenta sotto form a d'una polve re gialla - zafferano , estremamente flna, non igroscopica, inalterabile all'aria ed a lla luce. Molto somigliante al jodoform io in apparenza, al contrario possiede su di e sso il vantaggio d'essere assolutamente inodoro. Agisce cor.ae potente a ntisettico, disseccante ed astringente: e insolubile nei liquidi co muni, ma le sue proprietà antibatteriche si svolgono a con tatto diretto con le lesioni di continuo, arr estando in sito lo sviluppo dei microbi, in virti.t dell'anzidetto potere eminentemente prosciugante, che i:;i esercita in modo più favorevole sui processi di gu arigione della pelle (ferite, ulcer i, ecc. ); donde l'etimologia con la quale é stato designato.
Il dermatolo è altr esi com pletamente privo d i azione irritante, e per la sua insolubilità e straordinaria inalterabilita è al tutto innocuo, oppostamente ad altri preparali di bis m uto. P er quanto gli sperim entatori lo avesser o applicato negli animali coi metodi più svariati, non riuscirono a produrre l'assorbimento e tanto meno una intossicazione, che mai in centin aja di ri cerche cliniche a ccenn ò a d insorgere.
Il dermatolo, che costa quanto il jodoform io, trova le medesime indicazioni terapeutiche di questo, ma iu un campo fors' ancht:i più esteso. Finora se ne sono fatti sperimenti nella pratica g inecologica e dermatologica; il s uo più segnalato valore, però, si é affermalo nella cura delle ferite. Esso non irrita, come tanti antisettici, i tes!'luti les i, né ritard a Ja guarigione , ma piullosto dissipa i sintomi ~rrilntivi, din~inuisce in modo assai sorprendente la secrezione delle ferite e favori!'ce lo sviluppo delle granulazioni, accelerando così straordinariamente il processo di gu arigione delle ferite. In quelle che hanno una copiosa secr ezione, l'uso degli ogge tti da medicatura (garza, cotone , bende e via dicendo) è essenzialmente :ninor e col trattamento al dermatolo, anziché con ali allri m etodi: e ciò in forza delle mentovate proprietà, per ::, le ,ruali il nuovo preparato dell'Is tituto farmacologico di Breslavia è indicato nelle scottatur e di alto g rado, negli eczemi umidi, nelle ulcerazioni ecc. Sono inoltr e in corso gli spnirnenti sull' impiego del dermatolo in oculistica e nelle malattie dell' ore~chio e del naso: specialmente nelle affe· zioni oculari suppu ran ti e nell'otor rea se ne sono ottenuti favorevo li ris ultati.
Semb ra poi che il dermatolo sia adallo anche per uso interno, non solo nelle malattie dello s toma co, in sostituzione dell'azotato bismutico basico, ma a nche in quelle dell'intestino: sarebbe da s perimentarlo nei proces!,i catarra li ed ulcerali vi a ccompagnati da profuso diarree.
Heinz e Liebrecht, da ultimo, raccomandano a coloro che sperimenteranno il dermo lolo, di servirsi !'olt,rnto di quello preparato dalla Ditta Lucius e Brùning, d i H ochst sul Meno, per essere sicuri della sua assoluta purezza c himica, scevra di miscel e nocive (piombo, a r !'enico, a cido gallico libe r o ecc.).
Il dermatolo è stnto raccomandato dal Gliiser , nel IV congresso ginecologico di Bona, come succedaneo del jodoformio. Egli lo adoperò, nel riparlo del prof. Frilsch, io qu e i ca"i d i ferite, che tardnvano a cicatrizzare e che, ricoprendo,:i pe r esso d'una solida c ro s ta, gua r iscono sotto di que'>ta senza secrezi on e. Anche nelle ferite recenti ed antiche <li laparotomia il rimedio diede buon i risullati: e cosi pu re nell'uso intrauterino, nel carcin oma, ecc. Sorpr enMntem ente rapido si osservò il rimpiccoliment0 non solo di antiche fer ite co~ estesa necrosi di tessuti. ma anch~ di supPrfìcie granulan ti co n grandi perdile di sostanze. Lo stesso Glase r raccomauda di applicare il dermalolo copiosamente sulle ferite, dopo tolli i punti di sutura, e sovr'esso una fascia - ·
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l~:a ufla pa s ta_ zin cata: i pazie nti po s sono cos i, d opo 2 giorni, g1a bagnarsi. E allre~ì utile, nelle ferit e con iscarsa secrezio~ e e nelle scotlalure, di coprirlo con s ilk protettivo, per ovviare ali' inconveniente che il mate riale di m edicatura si attacchi alla superficie di esse.
Circa il modo d i usare il dermatolo il dou. Heinz porge le s e guenti notizie posologiche. Essendo esso assai finamente polveroM, il miglior sistema ò di applicarlo equabilmente a mezzo d' un polverizzatore a soffietto. Nelle soluzioni di contirJUo a scarso secreto, nelle ferite recenti ecc. basta aspergerne un sottile strato: in quelle, invece, copiosamente suppuranti e nelle vaste perdite di sostanza è da consigliare di applicarlo in maggiore q uantita, senza tema di eccedere, non essendo velenoso.
Quando si lralta di processi fortement e suppuranti e dove esiste abbondante secrezione di muco, di pu!-, ecc., ossia nei casi che il dermatolo non può venire a contatto coi tessuti esso non è efficace da solo, occorrendo in tali casi un po: tente antisettico umido; nondimeno, dopo il vuotamento ed il lavaggio disinfettante d'un ascesso é ad ogni modo indicato per facilitarne la guarigione.
Per certe leggiere affezioni cutanee, escoriazioni, intertrigine, leggieri eczemi umidi, il dermotolo non é praticamente da adoperarsi solo, ma mescolato ad una polvere indifferente, per e sempio all'amido in parti eguali. La seguente combi. nazione si è provata preferibile contro il sudore dei piedi: Pr. dermatolo gr. 20, tal1:o veneto gr. 70, amido gr. 10. Per piccole ferite cutanee sarebbe da usarsi un'emulsione al collodion al 10 per 100 di dermatolo . Per altri casi, esempi · grazia nella pratiCà gineeologica, si raccomanda un emulsione alla glicerina dal 10 al 20 p. 100.
Per le ulceri estese, non però torpide, è indicato l'unguento nelle seguenti proporzioni: Pr. dermatolo gr. 10-20, vaselina gialla gr. 90-80 oppure: dermatolo gr. 10, lanolina gr. 80, vaselina gr. 10. A queRte formole il dott. Rosenthal, trovando che ne risulta. una massa troppo spe ssa ed attaccaticcia, apporta una modificazione con la seguente: dermatolo gr. 10, lanolina gr. 20, vaselina g ialla gr. 70.
pei tragitti fistolosi, per le cavità asces,,oidali ecc. si adoera il de r matolo in bastoncelli, preparati secondo i comuni ~ etodi fa rmaceutici. Il dott. Heinz, da ultimo, accenna al itrande vantaggio, che la garza al dermatolo (10- 20 p. 100), poten dosi sterilizzare, ha sull'altra al jodoformio nella cura delle fe rite.
Il precitato dott . Rosenthal ha poi proceduto a sperimentare, co n raiuto d el dotl. Richter, l'azione antibatterica del nuo vo rimedio, ietituendo ricerche identiche a quelle, che ranno scorso il Neisser (Berlin er klin. W'Jchenschrift, N. 19, 1890) condusse sull'aristolo. Anche per il dermatolo si tratta d'una proprietà eventuale, che rende il terreno di col t.1 r a disadatto allo sviluppo dei batteri ed alla formazione dei lo ro prodotti di ricambio materiale; e perciò fu similmente sperimentato in condizioni eguali a quelle dell' organismo vivente: te mperatura a 37•, esclusione della luce, accesso di urnidita.
Il dermatolo, prima che se ne cominciassero le prove antibatteriche, fu sterilizzato nell'spparecchio a vapore; come pure, per la sua parentela coll'azotato bismutico basico, furono praticati anche con questo analoghi sperimenti.
Le specie di batteri adoperati furono: lo stafilococco piogeno bianco, il bacillo prcdigioso, il micrococco tetragono. il vibrione del colera ed il bacillo del tifo. Senza entrare nelle particolarità di tecnica batteriologir,a,, basti sapere che le ricerche furono fatte con piastre in scatole di Petri, praticand o sul terreno di cultura tre innesti lineari paralleli, ·sopra uno dei quali fu fatto cadere uno strato assai spesso di dermatolo, mentre sull'altro se ne cosparse soltanto in tenue copia ed il terzo rimase allo scoperto. T utti gli spP-rimenti die dero quasi esclusivamente un risultato negativo: soltanlo su quelle linee d'innesto, che furono ricoperte d'uno spesso strato di dermatolo, lo sviluppo dei batteri restò inerte; in esse il risultato fu positivo, ad eccezione del bacillo del tifo, che, essendo un aerobio facoltativo, si sviluppò anche al disotto di esso strato. In breve, il dermatolo ~-i comportò come l' aristolo: anche il sottonitrato di bismuto diede eguale risultato.
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Il nuovo rimedio fu da ultimo sperimentato dal RosenLhal in diverse affezioni, quali, l'ulcera molle e la dura, la balanite con copiosa secrez~one, la linfao gioile suppurata del pene, le ferite da operazione dei bubboni, una gomma ulcerata alla gamba, estirpazione d'un ateroma alla fronte, furuncolo (previa incisione), estirpazione di grossi porri alle mani a larga base, gonorrea acuta e cronica, operazione di fimosi, ulceri cl'oniche cutanee, eczemi di vario gr ado e natura, gangrena ci rcoscritta del pene: in tutti questi èasi, il dermatolo, applicato allo slalo di polvere, da solo o mescolato all' amido, o sollo forma di pasta, unito alrossido bianco di zinco, o di colla alla glicerina, corrispose in modo soddisfacente all'aspettativa terapeutica. G.