2 minute read
STUDIO ETIOLOGICO R CJ.INICO
Diaynosi. - Spesso il periodo d'invasione o d'incremenlo non è accerLahile; l'ammalato si presenta al medico. quando incomincia a ri:-entirsi della febbre, quando cioè questa è divenuta alta, e r.rede che ne ~ia ~tato colpito proprio allora . In lai caso la diagnosi ricscè mollo difficile, imperocchì~ in questo prin~o periodo per lo più non è accertabil_e alcun fatto alla fossa ileo- cecale, manca la ·diarrea, non s1 presentano notevoli disturbi nervosi; non vi è che il ~o lo tumore di milza (non sempre accertabile), il quale p~~sa far pensare ad un'infezione e probabilmente alla tifica. E possibile però acquistare maggiore sicurezza facendo una diagnosi di esclusione; inquantochè di febbri che non si rivelano con falli fisici localizzati a ~lassaua non si hanno che le febbri connmi continue, le quali in sul principio non la~ciano osservare alcun ingrandimento di milza, invadono con grande violenza, e sono accompagnale da intensa cefalea frontale, da dolo ri tensivi ai bulbi oculari e in altre parti del co rpo , nonchè spesso da orripilazione e da brividi. Tenend o presente. q~esti fatti, le probabilità pel tifo si faranno sempre ma~g1on, al che con;orreranno sopraLtullo l'ulteriore decorso della malattia, il pronunziarsi della diarrea, della dolorabililà alla fossa ileo-cecale, la reazione dei diazocomposti (Ehrlich} nelle urine e infine, nei casi leggieri o abortivi, la caduta della febbre per lisi. Da ultimo la dimostrazione dei baci lli del tifo nelle feci, nelle urine o nel sa ngue potril dare la massima sic urezza diagnostica.
I n ooni modo si consideri che nei casi dubbi nessun dan no l') ne Yerrà all'infermo dall'ammettere, sia pure arbitrariamen te, un'infezione tifica; laddove l'escluderla, quando nel fatto essa c'è, potrebbe portare alle più gravi conseguenze. Se questo non è parlare da clinico, è però un consiglio che nella pratica molli sapranno apprezzare.
Advertisement
DELLÉ llALATTI& FEBDRILT PIÙ CO)fUì',J A llASSAUA ,i.';7
Anatomia patologica, profilassi e cura. - Le note anatomiche sono quelle caratterisliche, che si leggono in tutti i trattali di anatomia patologica, e che ho già dettagliatamente e~poste nel citalo mio lavoro ;ml tifo a Afa.ssaua.
In quanto alla profilassi e alla ettra nulla ho da ag~:unirere a quello che ho già esposto in detto lavoro.
FeblJr l malariche atipiche.
Etiologia. - Per ragioni che risultano dal complesso di questi miei studi, Massaua non può ritenersi sede d'i nfezione malarica; fra i climi tropicali, sotto tal punto di vista, questo può essere indicato come un clima salubre. non certo salutare.
Se condizioni speciali, preesistenti o determinate da parziali operazioni di dissodamento del terreno, abbiano potuto dare sviluppo temporaneo a focolai d'infezione palustre, a me non co nsta. I l certo è che gli effetti dell' impal udismo, dacchè studio quelli febbri, e ormai son tre anni, non mi si sono mostrati nè fra gli Europei, nè fra gl' indigeni, sia a terra, sia a bordo delle regie navi. La mia non è un' asserzione, ma il ri sultato di numerose e pazienti r icerche, fatte sul sangue di quei febbricita nti, e di accurate osservazioni cliniche, possibilmente complete.
Se dunque io qui parlo di febbri da malaria , non intendo con ciò affermare che a l\lassaua pos sa contrarsi questa infezione. È un fallo da lunga pezza conosciuto che febbri malariche possono aversi anche in climi affatto salubri per infezi one contratt:t altrove, di antica o di recente data. Non è necessario che se ne siano so fferte le febbri; anzi potrei aggiungere che tanto più facilmente qu este poi sogliono mostrarsi per quanto più lentamente, cioè senza provocare fenomeni feb -