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DI UN CASO DI ECTASU

D E LL 'A ORT A A DDO M I NALE -

t.ettura fatta alla conferenza scientilica del mese di dicembre 11>91 l'ospeflale militare di Lh orno clal dott. Baft'ae llo a•is sottoteneote meflìco nel 38°

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Montanari Ange lo, soldato nel B7° reggimento fanter ia, di profess ione co ntadino, nell' età di an ni 24, da FMnza. l suo i geni tori so no mort i; la madre pe r malattia a corso rapido (pare una polmonite), ed il padre per tuben·olosi polmonare, dopo 25 mesi di letto. A nove anni pali una pleurite n $inistra, e a diciasette an ni una pneumonite, pure a sinistra, che lo tenne io leuo soli venti giorni, ma lo fert poi impedito a lavor·are per quasi tre mesi. A diciotto aOD 1 soll'ri un cor:;o di febbri di trenta }!iorni, di cui non sa precisare la natura. Del resto è stato sempre di malferma lute: bastava t·he si esponesse alla causa reumatizznnte la più lieve per soffrire catarri delle vie res piratorie e dolor r eumatici muscolari. A venti anni. pr<'sentatosi alla "''ta medica presso il consiglio di le,·a, fu giudicato rivedibile per costituzione. sei mesi dopo, non fu lato per lo stesso motivo. Presenlatosi per la terza volta alla nel maggio l fu di chiarato ahi le. ed entrò sono lo armi il 9 novembre di detto ann o. Non è sili litico, nì· fumalo re, n(• bev itore .

Dontnte il servizi o militare, nel decemb r e 1889 sofl'ri un.t dermatosi, per cui rimase dodici gio r ni all'ospedale: nel genDIÌO 4800 ehhe la varicella e poi l' inllneoza. ed il 'i ma).'gio dello stesso ann o, en trato in questo ospedale per hronchite, fl rimase un mese. Dur·anle questo mc<.e oltre i sintomi relativi all'affez ione respiratori;t. il caporeparto di medicina notò altr i fatti, e nelle note cliniche del si legge come esso abbia spesso accusato dolor·e all'epigastrio, e eome su questa regione si notasse una pulsazione diffusa. Ai agosto 1890 tor nò di nuovo all' e vi rimase i8 giorni, uscendone con un anno di licenza di convalescenza. D1trante la degenza nell' ospedale. il duhbio ebe il )l ontanari fosse all'etto da aneurisma doli' aor·ta addominale : però fu proposto a rassegna per oligoemia, facendo parola noi certiO cato di proposta anche di una marcata pulsazione e di uno sp eciale fremito alla reg ione ep1gastrica .

116 ottobre scorso è tor nato dall a lice nza di cui sopra, e dice che durante questo tempo non ha mai potuto lavorare per la molestia che gli pr·ocurara la pulsazione epigastrica, mo· lestia che si can giava in dolore durante gli sforzi muscolar i. La malatti a ch e att ualmente lo ha ricondotto all' ospedalt-, oft're i sintom i altra volta ricordati e data da cin·a tre anni e mezzo ..\ quell'epoca, delle pubazio ni forti all' epigastrio, SOMe senza nota, richiamaro no la :;ua attenzione, specie perchè procuravano dolore quando D'allora in poi le sue condizioni generali sono andatt• det·adendo; si fete pallido e debole. comparvero dei disturhi alle 'ie òigeremi, e co mi nciò a sentire il bisogno di nna vita più delieata. Alla JJUi saz ione si unì il dolore. che è stato magoiore . ' ,., m larii intervalli di tempo; talvolla em spontaneo, ma sempoi aumentava se ma ngiava mollo o se faticava. Dnra n!o ti tempo trascorso al reggime nto, gli mil ital'i d ice che gli sono riusciti gravosissimi. ha talvolta e ciò il Montanari lo allriùuisce all'essen• il rancio ciho grave per lui.

Esam e nbbieltiro (allO il l 'ì ayoslo l\ '.JO. )l ontana r i Angelo è individuo di mezzan a "tatura, di con· for·mazione scheletrica regolare, in stato di nutrizione piutto4o scadente. La pelle di un colorito molto pallido •u tullo il corpo. e sollevabile in pieghe. )lu cose yi,;ihili pallidissime. ,;car·so il paoicolo mediocremente sviluppate. pero un po' Sistema pi· lil'ero poco sviluppato e di un colore hiondo chiaro. "ulh di notevole pel sistema linfatico, se si eccellua qual rlil· gangi o duro ed indolento alle regioni inguinali. al caro eri agl i art i. Si nota un leggiero sollevamento al giugolo co in cidente co n la sistole card iaca, e vi si ascoltano h(ln distinti i d ut> toni: null'altro di notevole nei vasi , nell e mnsse muscolari o 11egli alt ri organi del co ll o. Torace per forma normale. All'esame dell' 3pparecchio respiratorio, non rinviene nltro che a !>inistra una re;-pirazione un po' ed il suono leg:.:iermente F requenza medi:t ·18 respiri al minuto. l n quanto al cnore, si nota l'urto 1lella punta diiTuso per due cent. circa e corrispondente al :;" zio fra la mamillare e la parasteroale: grandezza e del cuore normale; all' ascolt3zione si sente :;ulla punta il t o tono prol un gato ed un po· soffiante, soni o che si ac,·entua sul focolaio dei soffi anemici; il 2° tono sdoppiato, forte. ,;Ut focolai ar·teriosi. Frequenza media 66 pulsazioni al minuto. L'addome normale di figura, ben disteso, è nelle sue due metù. Cicatrice ombelicale depressa, vene tegnmen· tal i non appariscenti. La regione ipocondriaca rlestra non pre::;enta null a di anormale. profonda inspirnzione s i riesce appena a palpare il bordo epatico, che si r invienP prtel&amente liscio. I limiti del fegato nor mali. La milza • è pa!pab ile ed è di grandezza erl in serl<' normale. Ln w-tpazione dello stomaco è negativa. Alla as&omaco \'UO to, si ha risonanz1 timpaniea profonda. e st IlOta essere di grand ezza alla norma!<' . lo stomaco di :,:as i limiti si spo=-ta no come di rP,!!ola. nato all'ammalato ti pasto di prova del Leube. einquP. orP dopo. mercè la pompa !!astrica. si procede al lavaggio dello stomco. E.:ami nata l:l m3teria e... trattd. 'etle che si diflde in due strati; uno inferiore composto di nlimen· lari scarsissimi, e l'altro superiQre litJUido qua"i limpido. Saggiato con la larcnmu[a lo strato liquido , si nota appena traccia di acidità, e si con..,tnta poi essere don tta an aeido doridri.·o. La parte solida si ritrova composta di sostanze amilaree-, pane e min es tra , nes5una traccia della carne e Dessuna clelle uova. Saggiato il potere nssorhento o la forza motoria dello stomaco, per mezzo rispettivamente dell' iodio e dell'olio. si ris co nt rano normali. La region e epigastrica un so lle ntmento ritmico c difl'uso. maggiore pe1· IDlensitil e per estensione sulla metà di essa, solleYimento che si vede coincidere con l' urto della pnntn. ma lODo pPrò dne centri pulsa n ti fra loro del tulln separa ti. La peJIP. conserva in q ursto punto i suoi caratteri normali. Qllesta pul sazione ha l' asp eLLo di una scc•-;:;a ondnlanle dall'allo al ba sso. con il punto di mass ima forza in alto ed 1 dell a regione dello stomaco. \ Ila palpazione, la si avverte ben distinta e si sente come un corpo oblungo pulsante, a consistenza. molle lc'd Plastica. e le pullllioni danno l'im pressione come di un rigonfiamento !!ra4atamen te cregcente da tutti i lat.i. e non già come nn ltlllplice sollevamento ed abbas:;amento. La palpazione un po' forte suscita dolore. Con la più minuta ricerca non è dato arver tire nes,;un corpo duro. Con la percu ss ione or· dinaria, non si riesce a limitare la zona pulsante dagli orga n i vicini, però dove il sollevamento è piit intrn:;o. ivi il suono ti mpanico sembra un po' ipofon etico. Se poi si affonda molto il dito. allora si ha un suono de ci,amente ipofo neti co in una zo na della larghezza di 6 cm.. suono hen distinto da quello aelle parti ,·icine. :\1 esso il malato con ti haciuo sollevato , sulla regione in parola si con una ascoltazione molto legziera, un tono sistolko Ile ciso lltlllo a le;.rgiero fremito: se si alTo nda molto lo toscopio, ullom so ltanto questo tono si cangia in rumore. coutemporaneamente il ballito ca rdiaco et! il polso r.Ji e crurali, questo si sente un po' in ritardo da lla pulsazione del cuore: all a omeral e in l1asso il ritardo no n è cosi mat·cato. Gonfiato lo sto maco di ga;; la pul sa;:io ne al i ' ispezione s i allenua mollissimo. Fatto meli ere il malato bocco ni sulle ginocchia e su i gomi ti , si e si m,servano gli stessi fatti che iu giaci tura dorsale. 1 reni in sede normale. ed è normale la secrezione e l" escrc;:·one dell' urina: quantitit media dell' urina nell e :t i- ore 8:)0 t'C. L'ap parecchio genitale non olTre nulla di notevole. Esame del sistema nervoso. dei se nsi specifici, del sistema mu,; colare e delle funzioni oegati,•o. Temperatura asccl· larc media :no. liMWit' obbiettiro fatto il 23 nnrt'lnbre del 1"?9 / .

T ralascio l'esame generale del malato perchi• non olTre n ulla di variato, solo è da notare che a differenza di 15 mesi fa, le co n dizioni di nutrizione d el :\Iont anari :-;ono buone. e si t'> qua si del lutlo dissipato lo stato oli gocmico.

Nul la da parte del sistema nervoso e n erveo muscolare.

Normali gl i organi respi ratori. Da parte del cuore il 1° tono sulla punta prolungato e aspro, sull a polmonare il 2° decisa·

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aeote sdoppiato. Fegato, milza, appa recchio urogonitale, norlllli . Esame dell'urina n egativo, s& si eccettua un leggero nu· m•to dell'urea. Stomaco un po'ingrandito essendo abbassalo il limite inferiore, però , gonfiato con la mis cela ga:;sosa, non si distende mollo fu nr di Datogli un pasto di prova, dopo eioqoe ore si lava lo stomaco. Ciò che si estrae. col rìpo·o, si diYide in due strati. uno inferiore composto di sostanze solide, aearso, ed uno superiore liquido. Nel liquido si constaLa la pre · senza di acido doridri co libero, e tracce di acido lattico. La parte solida è costituita da detriti alimentari, meno la carne. Saggiata con l'i odio la potenza assorbente dello stomaco, e co n l'olio la motili1 à, si ritrovano normal i. La regione ep igastrica ai moSira un po' infossata; addome simmetrico, r.iratrice ombelir.ale depressa . S1ando il malato orizzon ta le sul dorso, distintam ente una scossa ritmi ca, estesa all 'epigastri o, all'addomP. eù all e r egioni in gn in ali. Della scossa è chiaro che i• ondulante dall'alto a l poichè si vede prima aeuotersi l'epigastrio, successivamente l'addom e e poi le regioni in;.ruinali, tanto che l'urto dell'addome ra l'impressione come di un successivo smorzarsi della pul sazione epigastrica. Questa pulsaz ione è decisamente piit forte a sini stra della linea median a, ma si diiTonde però d'ambo i lati, i• apprez· zabile anche al t.1 Uo , specie all'epigastrio, è si ncrona con l'urto della punta, ma da questo perfellamente d isti nta. La radiale e la femoral e ·ono si ncr·one fra loro, ed il l'i tardo che è rra la diastole di questi vasi e la sistole del cuore è di poco superiore ai limiti fisi ologici. l.on l'ascol tazione legge ra si sente 1111 lun go e vibrato tono vasale , e si ha so lo l' impressione di uu soffio se si aiTonda mollo lo stetoscopio. producendo così arliti cialme nte una stenosi. r. onli ato lo sto maco di la pulsa7.ione grandemente si atten ua, ripieno invece d i hquido di poco si cambia d' intensitlt face ndosi invece diffusa. La pnlpazione forte è do1oros;. Stan,Jo il malato ho1•• eo n e ginocchia e sui gomiti il fenomeno r1ua si non Sl cambia, si attenua invece moltis;;imo stando in pirtli. 11 paziente dice di avvertire lui questa pulsazion e, e chP gli dolore se lavora.

Dalle .;ede delle molestie subieuive. e dal n•perto dell'esame obflietli\'O, è chiaro che in questo si tratta di una le-;inne endo-addomina le. E. per la rrgione in cu i ,;i nota no i fatti descr itti. a prima vista si può p ensare ad nnn mnla ttia o dell'ala sinistra del fegato, o del pancreas, o dello o della milza, per la qunle si trasmetta il pol so aortico. La rna lattin epatira dovrelJbe essere o una le., ione con i mento notevo lr de ll 'organo. o un parass ita, o nn neopLhma di esso, che pogginsse sull'aorta addomina le. .\fa :-.i puù sii· bilo esc iudere ogn i proce:>so ipertrofico o de).rcne rati Hl, di neopla..;ma . erl il para<:sita, perclrè· oltre al la sintom·1tologia speria le di ogni singolo l'esam r• lisico ci ha rirelato rltP il fegato è Un tumore del pauc·J·ea•. che poggiasse ,;ull'aorta arldominale . renderebbe p111 p gnzione d i lull i i faui. compresa l' irrarli1ziont> del dolore. per l' itTIL zione del pl e.:;so celiaco. )l a tjui non esiste tumo1e palpahile. d; più i tumori del pancrea:;, :-.e maligni. han no rapirlo , se benigni, qua!'i :>empre nella sono fino del loro nascere acco mp 1gnati 3•1 tlt t>rrz1a gr·ave, per· la compressione d(>( coledo co . Potreh(le un tumore della milza. t;mlo più che il qundro rnor· hosc) i• più accentuato a :>inistra per·chè la milz a alla pari del fegato è risultata normale all'esame obhi<'lliHl. l'o· lrPllhe C$Sere nn' aO'ezione delle glandule linfati che retrope· rito nea li perchè sono per lo più di natura secon•larin, e le aiTezioni per cui ammalano sono q uas i se1Npre o rancri,

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0 mi, o tubercoli, i quali i• vrro che simulano spesso gli aneurismi dell'aorta o i tumori dei visceri. ma banno deco rso così r ;l pido, conducono co'i presto a stati cacheuici, che la mancanza ùi questi fatti basta o!!gi pt>t' escluderne la prese nza. L'organo p oi che pu ò pi1'1 factlmcnte amm ala to è lo stomaco. perchè esrstono dei :-.in tomi morbosi rhe ad esso si riferiscono. tjuali un po' eli nansea, il Yomito eire un tempo vi è :>lato. la digestio ne diflicile, ti dolore all'ep igastrio ed in passato anche il dec·a<lirnento di nnlrizione gen erale. Lo stomaco si i· trovato legge rm en te ingrandiLo, un po' di catarro: ma nè la dilarazione, ni· il catarro, la pulsazione , e d'altra parte l'esame attento dell'organo qualunque altra malnttia. E allora non ammettendo un a le5ione di questi visce ri, come si spiega il quadro Un aneurisma de ll 'aorta ndòominale, circa 45 ra, sembrò rendere ragione de i fatti obiel!ivi e subieui,·i. Con l'a neu risma era $piegato il len to òl'l male, perchè, se si eccettuano i p icco li aneurismi, quelli dci grossi Ynsi si forma no sempre lentamente. Con l'nneuri.;ma era spil'l!ata la pulsazione, ritenendo che il sacco aneurismatico fosse o; pin to verso la parete addominale nella sistole cnrdiaea e rptindi la solleYasse . tant o pilt che la pulsazion e era più forte a sinistra, dal qual lato nppunto dt>lla linea mediana SCOrre l'aor ta . si poteta credere che 1111 fallo tradal cuore, perchc\ il cuore era ed i• in serle normale. ed i due cen tri pulsanti sono nett.; mcn te di•tinti fra loro. Si addatta"a pure all'aneurisma il fatto di sentire co n 1:1 palpnzione deli ca ta un punto molle elast iro. g:-adatamente ere·

ICeDlt' ch e po teva. es,;ere il clt c gradatamente deYa il sarco il q nai e rd la sua vo lta nella sislole •asale rientrava su se stesso. Esclusa nna stenosi aortica per COmpression e da tumo re , pure il fremito parlava per anen - r isma, perchè essendo esso una brusca di latazione del letto circolato r io, in esso si for·ma un vo rtice di sangue e quindi un rumore e un fremito . TI do lore era spiegato con l'irritazione del plesso celiaco, i disturbi di stomaco con l'ir ri tazione dide ll'or gano ed in ispec ie delle fibre gas triche del vago. rl suono ipo fonetico di percuss ione e gli a ltri fatti di minore im po rtanza. per· quanto non fosse dato palpare un ben distinto tumore aneurismatico, confortavano la diagnosi. si può mantenere la diagnosi di aneur isma aortico addominale? Per ri spondere a questo quesito domando due co5e: si è cambiato il quadro morboso da •15 mesi a q nesta parte1 cosa è l'aneurisma? Il qnadro morboso si è cambiato, e molto. P rima di tutto il malato è mig liorato; iu fat ti non piu la pulsazione epigastr ica tipica dell'aneurisma, non più il fr emi to. non più il debo le soffio epigast ri1:o, non piu il rallentamen to leggero del po lso er·urale, ed il paziente si è anche riavu to nello stato generale . Ora non diment ica ndo la possibile oua- rtgtOne spontanea dell'aneur·isma, massime d i una spec iale forma, cioe de ll 'nnenrisma fusiforme, pe l ma co n· ti nuo deposito di stratilìcaz ioni fibrinose, che organ izzandosi si fan no :so lide si da r ic(lst itu ire un norma le lu me vasale , noto però che q uesta guar igio ne è oltre og ni dire diffic ile e ra ra, che l'aneur·is ma fusiforme non è dei più frequentr, a che il fatto ob iettivo che la pulsazione è oggi più diffusa in :'upe rficia di pri ma, me l! ono in gran dubh io, se non escludono recisamente, che aneu r isma fusifo rme vi sia stato e che sia gua r ito. Di più per la guar igione sponta nea del l'a neurisma sarebhe troppo breve il tempo di H> mesi, ment r e è :-;uflìc iente pe rchè la sintomatologia d'asso possa <1ggrayan-i.

Ancor11, un aneu risma ao rtico che non dia d isturhi locali zza ti ai s ingo li visceri addomina li, dov rebbe circoscr itto trigo no di lla ll er, ora un aneurisma fusifo rm e

DOP può occupare sì piccolo spaz io, ma leJerabbe rami dell'aorta addomi nai e, e q uind i produrrebbe rl ist urbi local izzati agli organi cui qu esti r am i si distrib uiscono . I nvece il miglioramento del quadro obiettivo si lega bene alle più sodd isfacenti condi zioni generai i, considerando che un cuore più nutrito , più va lidamente hwz iona, ed è capace di fa re scompari re un soflio, un fremito, un ritardo del polso, nel tempo ch e pu ò rendere più diff usa una ar teriosa, perchè spin ge nel suo vaso un'onda sanguigna magg iore e con più forl a: così appunto è avvenuto nel caso nostro. Cosa è l'aneurisma? Bi llroth lo delinisce un tumore comunicante mediatamenta o im mediatamente con un vaso, di cui è una circoseri ua dilatazion e . E Scarpa dice che !'aneuris ma non va confuso con la so la e sempli ce di lataz ione di tutto un vaso o di gra n tratto d1 esso. come appunto fa il Si lvatico, che dà all'ane urisma il sig ni fica to d i di lataz ione in genere. Qui ndi nel ll ontanari non es iste nneurisma uel senso ve r o di Bi llroth, di e di tanti altri; esiste soltanto una sola, sempl ice. e diffusa di latazione di vaso, u na ve r a ac tasia di tutta l'aorta add omin ale. Così tollo è spiega to. aor ta più ampia penetra un 'o nda sanguigna più grossa, spinta da ùn cuore discretamen te e q uesta :nteria ne ll a sua diastole è capace di una ritmicamente pulsa nte, non solo all 'epigastrio, ma a tutto l'addome, più forte a perchè è a sin istra che scorre il vaso . Si agchP. l'a ddome del )J ontanar i, ed elastico, fdvorisce il tras mettersi di questa pulsazione. Credo che nel caso attuale così spiegarsi ogni fatto; del resto il Roncati dice frequen ti le pu lsazion i ep igast riche, ed asser isce che sono date sempre dall a grossa arteria corrispondente, essendo invec e par aepigas triche sini str-e, qua ndo sono trasmesse dal cuore, e le pulsaz ioni epigastric he le spiega:

Rivistadigiornaliitalianiedesteri

a) perché le pareti sopra:-;tanti non impediscono ·1 trapiantamenlo della diaslolo arteriosa; b) sia perchè alcune >olte anzi ne favoriscono la trasmissione: c) sia per una assolutamente intenc:.itit de lla diastole arteri o:;n; d ) sia per nno speciale racco:-tamento della a ona all'anlerior superficie addomina le.

In tluanto poi di questa dilatailione aorl 1l'a. e più logico credere che sia congenita: ma dovendo tener eont•• dell'a5gerzione del .\lontanari, che fa datare da tre anni e mezzo, si può pensare che l'aorta si sia fatta ectasica. o per una paresi e quindi dell e fib re muscolari che la compongono, o per un tono delle lìbre nervose vaso-costrittrici. o, più difficilmente, per un lento e processo di me:.oarterite.

Rivist A Medi Ca

llllolaslone ed alienazione mentale . - Th. B. FLYSLOP. -(Archices de Jlédecine et de Pharmacie .\1ilitaires, ottobre 1891).

Pare rhP la lìliazione tra l' insolazione e lP altel'azioni varie t!ell' inlelli.:enzn che ne .::ono la conseguenza, non sia ancora stahilil3 !'\U ba«i certe. Sembra rho l'azione !<ola del c&lorP soll\re, anche quando i calorifici diretlAmPnle sulla testa. non prorluca che raramente i sintomi dell'insolazione; generalmente, quando si presentano, si constatano adiUYanti funeste, tra cui le più frequenti sono l'at·ia alte r ala, la stanel1ezza, la soppressione della lra!!pirazìone, l'azione dt>ll"alcool, le affezioni del tubo iulestinale. Vi so no inollrc altri fattor·i cliP, diminuendo la forza di resi.,.tenr.a del sistema nervoso, producono una pre li!tposizione ed esercitano in un'azione consulerevole nell'an a mn esi : essi sono: un regime pc t' nulla ij:rll'n co, lo strapazzo, l'alcooli!<mo cronico, la sifilide e la malaria.

Il ralon• solare, quando deter·mma drsordini evidenti, ag1sce Ili due modi: 1• o produce una prostrazione nervosa con stato !!tncopale, vertigini, nausee, incontinenza di orina; o 2° una tensione ven osa che caaiona l'arrosto della diaforesi, l' ila costipaz ione. a!'\sai che, special m ente m quesl'ult1mo modo d'azione, i vasi motori dipendenti dalla midolla allungala !:'ieno lesi, attesoché fJUello chP è stato colto da un colpo di sole conse1'va sempre un'e!:'trema into l!eranza per il calore, sopratutto per il calo1•e solare e pe1• l'alcool.

In seguito ad insolazione avvenuta nell' mfanzia !'Opraggiungono frequentemente le varie forme Jell' imbeci llita delln demenza (sopra 5:3 casi osservati, 6 sono stati guiti da 1diozia). Tutti i gradi dell'epilessia s i risconlrt>rlO an co1•a pu't spesso, tanto negli adulti quanto nei fan c iulli, ac· compagnati da stato di depressione o di esaltazione psich ica.

L'epilessia dipende soventi da alterazione dei vaso-motOI'I' ò aù essi pure che devousi attribuire i disordini inte ll e ltua periodici che al colpo di calore.

Non é dt>l tutto raro infine l'osservare un'11lfezi o ne che ha evidenti analogie con la paralisi progr·essiva, SPnza esserlA però, potendo i sintomi di demenza e di paralisi allP11uaré sensibilmente col tempo ed anche scompar·ir•e intcrnmente.

L'autore ritiene cosa molto rara il r iscontrare parali s t ma · nil'esla dopo l'insolazione. E gli <::rede che e:sistano gl'àndi rassom glianze tra le alfuzioni che susseguono al colpo Ji cal01·e e quelle che sopraggiungono dopo un traumntio.rno cerebrale.

Pollnevrtte infettiva aouta . - H AVAGE. - (Journal .\féclecine et de Chirur·gie, novembre 1891).

Oguidi si attribuisce al sistema nervoso periferico la mag· gio•· parte delle paralisi consecutive alle malattie a c ute venivano considerate costantemente altre volte r.ome dipen· denti dal s istema nervoso centrale. .\la, a fianco di queste poh11evriti consecutive, se ne riscontrano alcune prinutr\·e che si sviluppano indipendentemente da qualsiasi malath8 infettiva antecedente.

Il dottor llavuge ha osservato un caso di questo gt>Jt e re. Si tr atta di un uomo che pareva affetto da un'influenza e che, dopo alcuni giorni, fu colto da sensazione di intorpidì· alle quattro estremità delle membra, come pure alle labbra ed alla punta della lingua ; si notava nello gteaso te mpo indebolimento notevole delle membra . S i ebbe molto rttpioa· li.EDICA 1/7 aggravam en to dei sintomi, con par alisi ve r a che Illese agli ar ti s upe r ior i, anestesia dolo r ifica alle mani ed Il piedi. Si notava assenza di febbre, stato saburrale delle Wl digestive ed ab bondante albuminu r ia. lllorraste gastro-Intestinali nella cirrosi. - EHRARDT. - (Journa l de .\féde c m.e et de C'hirurgie, nov. 1 91).

Alcuni giorni dopo sopra ggiunse qualche d1sturbo della ptl· rola, dovuto ad un ' ine•·zia di tutti i muscoli della l'lècia. Si pote va teme r e allora che venisse interessato ti balbo, ma i fe nomeni sembrarono es!'ere arre!'lali dalla cura cbe consistette in ventose scarificate, punte di fuoco sulla colonna vertebrale ed iniezioni di solf«to di stricnina alla dose di 8 mill igrammi per Glr si dll::iSipu1'000 a poco a poco, e sei settimane dopo l'inizio della malattia, la guarigione poteva essere consider ata come ùeflnativa.

Havage ritie ne che si é tr attato di una polinevrile acuta· le multi ple, la para lisi de lla fa ccia, la par alisi !are,! de ll a sensi b ilità, i dolo r i alle estremità degli a.rll, llltlne Il d eco r so ra pido e l'esito fe l ice della malattia con ntorno all' intt>g ri tà d i tulle le funzioni lo provano ad evidl!nza.

Quanto nll'origine della malallia, pare certo, quantunque non 8Ja ' b 'l po ss1 1 e provarlo, che si debba conside•·arla come lnCelliva . F orse fa d'uopo collegarla con l'influenza, da cui il. malato era s tato a ffetto qualche giorno prima dell'in vallone dei prim i !:'intomi.

Oneste emo r · . r ag1e presentano un mteresse pe1•chè Pl'eeenta d · ' , Il os1 e sse talvolta molto presto, la !oro diagnosi JIQ6 es!lere molto difficile. Il dottor Ehrardt ha riunito un Rl'ln numero d ' · d' · te 1 cas1 1 questo genere m una sua tes1 tn cui n&a d'•mostrare che questo accidente non è legato il p; ù 8118880 ad 1 · u 24 osser · · · · · !bra . vaz ron1 costttuent t un p rt mo g r uppo di maiali, •Ji mos tra c he nella g r an maggioranza dei ca si l'elrlorr agra ha d . prece u to, e d1 molto, quals iasi altro sin tomo della cirrosi. Nei due terzi dei casi, in mezzo ad una pc1·fetta in apparenza, o per lo men o appena disturbata da qua lche lieve fenomeno dispeptico, sopra ggiunge l'em o1·rag!a. Quandr) l'ematemesi non é comparsa nell'inizio dP.Il'affezione, essa non sopra ggiunge ordinariamente all'infuori del periodo finale, quando il malato, già spossato dall'ascite e da i progressi del male, non è più in g rado di opporr e una resi· stenza sufficiente . in faccia a simi li perrlite s angui gne. non fanno, in questi casi, che affrettare uno scioglimento che non era gia più lontano.

S una es1one ulcerosa del sis tema venoso.

In una maniera generale, l'ematemesi è brusca, repentina, brutale. Essa subito l e proporzioni di un accidente grave, sia per la sua abbondanza, che per la sua ripetizione. ! malati sono unanimi nel dichiarat•e che essi hanno e me sso il sangue a pieno catino.

La fine dì questi accidenti è essenzialmente vari abile. L'e· rnateme si per la sua abbondanza e per il ripetersi ad inter· valli di meno in meno lontani, può far soccombere il malato rapidamente senza che si possa Debov e ha citato casi di morte in 36 e 48 ore. Altre volle il sangue cessa di colore; il malato, che non soffre, può riprender e le sue occupazioni; poscìa, dopo un periodo di durata variabile, si riproduce il vomito. In tal modo si pr esentano i sintomi fino all'ora p iù o meno vicina, in cui comparisce l'ascite che porta con sè la dilatazione delle vene soltocutanee: la cirrosi e definitivamente d iagnosticata. Non è raro, duraute questo condo periodo, osservare una lunga interruzione delle emor· ragie. In una osservazione citata da Ehrardt, il malato stelle quasi dieci anni senza veder· ricomparire questi accidenti; d più spesso si hanno r e mis sion i di alcuni mesi.

La diagnosi deve essere discussa con le d iffe r enti cause di emorragie: tuttavia, si può dire che, quando ci tro viamo in p r esenza di un soggetto manifestamente alcoolico, che si la· menta da un ce rto tempo di disturbi dispeptici vaghi, senza dolore localizzato allo stomaco; in cui la palpazione e la per· cussione della regione epatica partico larmente sensibili e quando in questo mentre sop r aggiun ge repentin amen te un'ematem esi considerevole, fa d'uopo pensare immediata·

Medica

alla cirrosi, an che prim a della comparsa di qualsiasi -'&ro sintomo da parte del fegato. E per ammettere che trattasi molto probabilmente di una c irrosi incipiente, si è appunto sulla man canza a ssoluta di qualsiasi fenomeno da pa r te dello stomaco che sarà necessario basar si.

È un inter o gruppo di fatti che sono stati attribuiti alla rottura delle varici d e ll'esofago, ma questa rottura è soventi molto difficile ad essere dimostrata; è più probabile che si producano modificazioni circolatorie in l'apporlo con le alterazioni del sistema àella vena porta, in seguito alle quali sopraggiungono rotture dei vasi capillari.

hlle &bulle . - RIVIÈRE. - (Jou rn al de M édecine et de Chirurgie, settembre 1891).

Si dà il nom e di abulia a quello stato n ervoso singola r e, nel quale vi ha impossibilità di compiere uo atto desiderato, quando nessu n ostacolo, né fisico, nè psichko, sembra esistere.

Dal punto di vista dei sintomi obiettivi, i malati possono essere divisi in due g randi categorie: gli uni nulla possono fare, gli allri al contrario possono far tutlo , eccello un piccolo num ero di a t ti, tal vo lta i pi ù futili ed i p iù insignificanti.

In questa seconda categoria si trovano du13 ordini di malati; quelli che non possono eseguire un lavoro intellettuale e quelli che non possono eseg uir e un lavoro fisico.

Nel primo caso, questo stato morboso può manifestarsi in differenti modi ; a lcuni non possono fissare la loro 11ttenzione sopra un' id ea ; altri non possono leggere o seguitare una conversazione o prendervi parte; essi trovano diffi cilmente la parola che essi vogliono, e sono obbli gati di pronunciarne molte prima òi incontrare quella che essi cercano.

Nel secondo caso, quando s i tr atta di un dis tm• bo apportalo nella sfera mo tri ce, l'alterazione può essere minima.

. delle manifestazion i più fr equen ti cons iste nell'imposSibilità per il ma lato di alzarsi da una s edia quando è sedulo. Il desiderio dell'a llo esiste in lui e fa sforzo per com- pierlo , ma la sua forza d'i mpulsione è insufficiente ed i suoi tentativi di più in più ango!"l!i6si non conducono che alla cr•si commoven te caratteristica della neurastenia.

L'impossibilita di andare io una tale od in una tale alt ra di1·ezione è stAta segnalata da molti auto r i.

Billod ha citato un caso, in cui il malato si apprestava ad usci r e e non provava la minima difficoltà a fare la !tua toeJetla; ma una volta r asato, abbigliato ed anche inguantato, non poteva , non ostante i più grandi sfor zi, pervenire ad oltrepassar e la soglia della sua porta.

Questo caso non è raro. L'autore ha pt>r lungo tempo un malato, in cui l'abulia si presentava sotto forma d1 c risi ogni anno per più mesi. Gli accadeva allo ra , essendo vicino ad usci re, di rimanere per o r e intiere colla fronte appoggiala ai vetri della finestra, senza potersi decHJer·e ad oltrepassare la sua porta.

L'i mpossibi lita di vestirsi non è meno rara. Una malata di Ri vit\re pt•ovava g randissima difficoltà ad alzarsi; essa riman eva talvolta a letto fino ad un'o r a dopo mezzogiorno; tutta la mallinata e rA in isforzi successivi per ma ciascun sforzo n on finiv a che per provocar e uno stato di angoscia che la malata chiamava una crisi. Un altro •na· Ialo non poteva mettersi a tavola o vi si metteva soltanto dopo le e sorta zioni piu vive per parte dei suoi parenti.

L'influenza delle e m ozioni è in questi malati mollo var•ablie; alcuni si trovano n ell'i mposs ibil ità di compiere un atto determinato qu a ndo essi si trovano in pubblico, men trr che non provano alcun fa s ttd1 o per compiere questo stesso allo q uan do essi si trovano !==Oli; ma può accadere il con tra rio.

L'abulia può presentarsi in islati morb osi molto variabili. Si r 1scontra sperialmente nella nevrastenia ; essa può osser· v a r si anche nella mela nconia, nelle malattie mentali che periodi di re pressione con coscienza, nella paralisi generale e soprattutto nell'intossicazione con differenti veleni che sono s tati chiamati psichici, come l a morfinA, l'haschich o l'alcool.

La g ravezza o la della prognosi d•p e ndono dalla ca usa che ha pt o do tta la malattia; questa prognos i è g ra vespe·

Cfllmente quando l'eredi tà occu pa il prim0 posto. Nondimeno si ha frequentemente la guarigione an che dopo un tempo molto lungo. Riviére ha citato a questo rig uardo una malata, la quale, dopo esser e slata affetta per 35 ann1 dalla UDpotenza pr ofessionale é gua r ita completamente a ll'età di IO anni

1Ja OUO eU pneumaturla. - MuELLER. - (Journal de ."vfé· decine et de Chirurgi e, Settembre 11:191 ).

Si tra tta di un uomo di 60 Anni, che 1'161 188i- cominciò ad emettere, verso la fine deli'o•·inazione, bolle di gas. Le orine eono torbid e, acide; esse contengono un po' di zucchero una piccola quantità d'albumina, leuco citi e numeroHi crorganism i.

Il determina l'uscita di alcune bolle di gas, 11 becc.o d ell o strumento si tr ova nell e parli supe· l'lon della Ques ti gas sono inodori e non contengono, piu dell 'orina , idroge no solforato: essi sono in parte inftam bT ma • 1, p•·oducono, detonando, una fiamma giaJia!';tra 8 acido car·booico, os!>igeno, idrogeno, protocar · bonato ed azoto.

1 r ist.ltali d i queste analisi, cong iuntt alla lunga d urata di questa affezio ne, all'assenza di qual siasi particella alim entare nell' · · d. orma, m 1can o che i g as non provengono da un& ftl!tola . entero- vescicale: Mueller se ne è as..,icurato del resto IOmmm•"trando al m 1 t ·· · · d" · 8 a a o per plU gwrm 1 sep;u1to carbone Demente polverizzato, 11 quale n on fu mai r iscontrato ne lle :ne.u Ha. in tal modo. con eo;ptlr •enze dirette, . q esll g a s erano 11 r •sullato d • una fe r mentazione della di pendente dallo zucchero che essa conteneva. Vi er·a eo"1 fo rma zione di idrogeno e di acido ca•·bonico.

Par e che i microrgaoismi abbiano una parte importante 1 : que!ilta. tu ttavia non si é potuto ottener e Produz iOne d1 gas nelle o rin e di individui saui o malati, addizionate dell'orina del pneumaturico.

1 ei casi leggier i, le estremità superiori non sono interesll&t; altre volle esse presentano solamente un po' d'inetti...Une; infatti esse sono sempt·e meno lese delle inferiori. Le braccia s o no applicate contro il tronco; l'anlibraccio è lesso; le ma ni sono in pronazione, flesse sul pal1118r8 o cubitale. La respirazione è mollo difficile . Le dita rimangono soventi in estensione, talvolta in iper·sten!=:ione; 1 loro movimenti sono r igidi e lenti. l mu;,coh del ventre, del tronco, del collo, degli occhi sono frequentemente colpiti; mu è degno di nota chu dur·ante il riposo ed il sonno, la mus..:olatura gene rale è allo di rilasciamento; ma il minimo movimento od una eccitazio ne qua lunque cagionano lo stato eli r1giditù. non è mollo g rave, perché si può s p er a re, Dei cast leggieri o m ed iani, che soprap:giunga un miglioramento verso l'età di 3 a 10 anni; persiste sempre della rigiche per ò ta l volta è così lieve da permettere la danza.

Parallal •plnale •paamodloa. lnt'antlle. - PIERRE M.u-uE. - (Jou r nal de Médeeine et de Chirurgie, ollobre 1891).

Quest'affezione è quasi sempre congenila e ricon o-.ce come cau..a principale la nascita J.Jrima del termine, sopratlutlo ne1 fanciulli nei quali la malattia non è da Idiozia e da fenomeni cerebrali.

L'inizio d ella malattia è congenito. Cionondimeno 1 medici non constatano generalmente la sua e«istenza che quando il fanciullo ha raggiunto l'età di 2 a tre anni; .. i è a quec:to momento infatti che i genitori si stupiscono di nou vetlerlo camminare. Essi narrano pure che, qcando lo vestivano e lo lavavano, egli aveva l'abitudine di tenet•e le sue "'arnhe serrate l'una contro l'altra.

L'andatu ra degli individui affetti da par·alisi spasmodica é assoluta mente caratteristica. La parte superiore del cor·po ò rigida od alquanto inclinata in ava nti; ess a oscilla durante la marcia a misura che il malato cade sopra una gambA. Gli arti superiori sono addossati lungo il corpo come le aie di un volatile. Le estremità inferiori in rotazione in dentro sono rigide in leggiera flessione nell'anca e nel ginocchio, i piedi sono in posizione equina . Talvolta la rigidezza interessa tutti i muscoli della cintura iliaca e quelli del membro infl!riore; talvo lta sono interessati soltanto gli ad duttori, come i gemelli. La marcia si eseguisce spasmodicamente. trascinando la punta del piede e con un movimento d1 <>emi· cercluo; essa si precipita rapidamente in seguito alla contt·azione t•tOessa dei gemelli dopo che il p iede tocca il suolo: i gmo1:chi fregano l'uno contro l'altro e le ciano facilmente.

Nell'etA giovanissima, i fanciulli si trascinano sul suolo; più tardi, essi si appoggiano sulle sedie, sulle tavole, sui muri.

U n certo numero di malati non arr·ivano mai a a sedere; vi ha cifosi considerevole della colonna ve r tebra 1e P le gambe rimangono distese in a vanti. Quelli che sono meno ma lati avve r tono semp r e maggic)r e difflcollà a sedt>rsi per· tel'ra che sopra u na sed ia, per la ri gidezza dei mu sro lì dell'anca.

In alcu ni casi le braccia , rigide nei primi anni, perdono m seguito ctuesla rigidezza.

Si !!ono osser vate sovenli le convulsioni: i r•iflessi teudin e i lODO esa g-erati , la sensibilità è intatta.

I di!'lturbi in tellettuali accenlnali non fanno pat•te della malalUa ; la p araplegia Si)asmodica può e sser·e estrema e la IDlelligen zu c onservarsi normale. P e rò, anche nei casi puri, il carattere è sovente irritabile, violento; i malati sono pia· gnoni, paurosi, egoisti, originali.

L'accrescimento può essere del tutto nor•male e la riprodUZione da fa nciulli sani.

Il delia malattia è molto len to. Essa non s i aggraYa, IOYentt anz1, ve r so l'eta di 3, 5, 10, 15 anni, migliora piu o meno completamente.

La patogenesi di questa malattia non i> ancora ben determinata; s i può però amm ettere chP, nei casi di nascita prima del si produca un arresto di sviluppo delle regioni motr1c1 e dei fascelti piramidali.

Gh agenti principali terapeutici sono il massaggio regolare, viol en za , con uso abbondante di movimenti passivi; i gnt caldi che sono mollo utili; la galvanizzazione della midolla spinal e .

L ' azione dell' esagerata ematolisl sulla predisposlzlollt alle malattie lntettlve . - Rice rche sperimentali dei pror.

Gtu !';E PPE MYA , e dott. GtuSEPPE SANAREL Lt. - ( A lli d ella R. Accademia dei fisiocritic i in Siena, fascicolo 10\ 1891) tlila rice rca scien fica dei mezzi che valgono a di fende re l'orga nismo vivente delrinvasione dei microbi patogeni od a melle rlo in grado eli netltt'alizzare i loro m c lleplici mf'd di offe"a nel cnso della loro a vvenu ta pen e trazione, le mire degli studioRi furono rivolto altresì a defini r e la parte che al sangue m c1uest'opera dt protez10ne.

In tal guisa venn e grado n grado convalidandos i il concetto che ripoM nelle condizioni biologtche e chimiche del sang-ue, uno fra i più validi meui di difesa contro gli age nti infetli\'i

Il punto di partenza del ;-trcsente st.udio è stato suggerito dal concetto che !<i i> andato s volgPndo in questi ultimi tempi relativamente alla duplice maniera di comportar:>i del sat)gue di fronte ai germi patogeni.

Le due opposte proprietà: la uutrtliva e la bactertcida, inerenti, la prima all' elemen to glo bulare e la al siero, quali erano sca turite da una lunga se rie di esper·ienze, mancavaflO anco ra di una r rgorol'a conferma ottenuta met·cè ricer•che praticate su ll'o t·ganismo vi ventc Queste ricerche furono eseguite dagli autori, i quali io base alle medesime sono mdotti a ritenere: lllddltato alla eslologl& della oompresalone tntestln&le .

1• Che la distru z ione g lobular·e, rwlla stessa gui !'a di un'altr'a d ebilitante quttlun tfue fatica, ecc.) ò in grado di potere accelerar e un infe ttivo o di favorirne lo inizio, negli animali dotati soltanto di un grado relativo di immun1tà.

2' Che ques ta dist r uzione globulare non favorisce ordi· nariamenle lo svolgimento di un'infezione, in quegli annnali che ve1·so di essa il p r ivilegio dt un grado maggiot'e d'immunità.

'falore Idropico acuto della olstlfellea ocmprlmente 11 eoloa tr&sverso. - Nota clinica del dott. GIOVANNI LAvA. - (Gi or nale dell a R. Accademia di Medicina di Torino, fa c;c. nove mbre-dicembre. 1801 ).

La diagnosi di tumore idropico ddla cistifellea torna per lo più fa cil e P pr ecipuamen te sul reperto obbietLivo.

Se la bozza che si rileva sotto l'arco costale di destra ha fl'gura pirifor me, volume mediocre, è fluttuant e od elastica, mobile nella respirazion e, indole nte al palpamento, bile leggermente in senso late r ale, se manca l'ittero e il bordo del fegato è ben ril e,•ahile, la for·ma e posizione sue eono no:-m ul i, a llora la diagnosi è senz'altro ovvia.

Le diflì co llé possono nascere se l'in sieme o bbiettivo sia incompleto o non bene in tutt1 gli e lementi.

Ciò pel fa t to le differenze tra i caratte r·i di questa e quelli di altre affezioni addominali sono piccole, bastano mod1ficaz1oni anche lievi di tali caratteri perchè i quadri morbosi ris pe ttivi possano confondersi.

In tali cosi sono l'anamnesi , la puntura esplo rativa, l' oster vazio!"!e clinica ulteriore che, per sP o insieme, servono alla distinzi o ne.

Ma qu ando l'anamnesi riesce deficiente, quando la puntura esplorativa n on possa eseguirsi o dia r·isultali incerti, e, per la necessi tà òi un immediato procedimento te r apeulico, non aia la osse r vaz ione clinica ulleriore, allora le cause d'erro r e posson o diventare gravissimr, La lot·a insuper·abili.

Per sua. clinica l'autor e ritiene che: a ) Ln tumPfazione della cistifellea può determinare la compres sion e del colon e dar luogo a gt•avi fenomeni di otturazione inte;;linale; b) L a c om pr essione può avvenir·e per lo scor rere della cielirenea tumeracentesi sulla fa ccia anteriore d el rolon e quindi per la posizione del colon tra la parete posteriore dell'addome e la superflcie pos ter iore della cistifellea; e) La ra pidità della tumefazione della c istifellea e la poca dietensibilitA d el mesocolon sono probabilmente elemen ti che favori s c on o il verificarsi della compressione; d) Nel caso in cui abbiasi insieme il complesso fenome . nico di tumefazione acuta della cistifellea e quello di otturazione intestinale si polra tra queste due specie di lesioni pensare ad un rapporto d1 causa ad effetto se i fenomeni di otturazione sien o per sviluppo e gravezza strettamente collegali a quelli di tumore della cistifellea e non esistano altre rivelabili condizioni capaci di spiega r e, per sè, i fenomeni della otturazione med esima; e) I n ogn i caso la laparolomia è il mezzo più pronto e pratico per una sicu ra d1agnosi e ::>er una radicale terapia

Sull'enterite pella.grosa in rapporto coll ' etiologia della pellagra . - DolL. VASSALE. - (RiDtsta imeniale di .freniatria e di medicina legale; vol. X V II, fase. l v, 1801}.

Le varie opinioni emesse sulla causa della hanno ceduto il posto, si può dire, sertza cont1·asto alla do ttrina dell'intossicazione così dal prof. Lombroso.

Invero, tolla serie di falli ormai raccolti in favore di que· sta teo r ia, e col nuovo indirizzo della moderna. nes· sun' altra ipotesi polt·ebbc esse1·e sostenuta con seri argomenti. li punto delltt questione t uttora discusso è circa la origine dell'intossicazione, potendosi al proposito far·e libe· r amente, fra le all1·e, queste tre supposiz1o11i: t· :-i tralta di germi non patogeni, di saprofiti, che, sviluppandosi 11 el ma1z, lo guas tano e producono unA sostanza tos:<ica, che 111trodotla nell' o r gani.:.mo dà luogo ad un avvelenamento cronico (teoria dPI Lombeoso l; 2• un germe palogeno si sviluppa nel maiz e lo aller·a, l'ess iccamento e la coLtuea uccido11o il ge1·rne, m·a non 1 prodolli tos!;ici rormatis1 nel maiz per lo sviluppo del mi cropa rassJt.a; e l'organismo coll' l:l lroduzione di un simile alimento r estu (ipotesi poco proba· bi l<'); 3• un germe patogeno si sv1luppa n PI maiz e lo Altera. l' e!'lsicarnento e l' 111complela I!OLtura nou valgono ad u questo micro r ganismo, il quale int1·odolto col cibo insieme colle sue tossine (che irritando l' 111lestioo co:;;tituiscono un locus min.oris resiiifentiae) trova un terreno adatto di l pochi casi esaminati possono però nel campo dell' anatomie patCilogica dar luogo all'ipotesi, del resto già l'alla nel campo della clinica, di una enterite infettiva specif1ca della pellaftr a L'autore osserva che se si riuscisRe a dimostrare nell'inlel&ino dei pellagrosi uno speciale veleno, nella propo r · 11011e tanto quando il paziente si Alimenta con maiz piu o meno guasto, come quando è da mollo tempo sicuramente rimasto lootano clall' alimentazione maidica, questo fallo parlerebbe decisamPnte in favore di'Il. ente r ite pellagrosa infellh•a.

1appo, probabilme nte nell'intestino stesso, un'enteriti et'Oniea micotica pellagrosa: le tossme prodotte da tale germe , causa dell'enterite cronica, in parte emesse eolie scariche dia rroiche, in parlP sono assorbile, donde la lenta intossica zione.

Le ricerch e batteriOlogiche dell'autore furono fttlle sopratlatto ne llE' zone dell' intel'tino, che appaiono bianca stre, dove appunto l'alterazione della mucof'a è sernpee grave.

Collù scarso num e ro di ricerche finora falle l'aut0re è lung1 che nell'enterite pellagrosa si riscon tri costantemente un dato bacillo che manchi costantemente nelle altt·e rorme tli enterite catarrale.

La soluzione di questi quesiti concernenti l' dell'intossicaz ione da pellagra, è della massima importanza; eolo dopo tale soluzione la teoria dt>ll'intossica1.ione si potré. dire completa, e si po tranno dai J.lrivali o dalle autorità stabilire mezzi prof11atlici su bt1se scientifica sicura.

Dott. CANON. - Sopra un mtororgantamo nel sangue de· 11l &fl'etU da ln1luenza. - ( med. Wochens.; N. 2, t 8H2).

Il doll. Canon ha eseguito delle ricer.;he sopra il sanguP di 20 influenzali, ed in tutti i ca>:i !';enza eccezione ha tro•ato sempre in quel liquido lo stM;so microrganismo.

L'es11me del sangue fu p1·aticato nel modo seguente: Unn di !\angue presa da una puntura di un di.to "enne to,ta mediante un ben terso, questo S I sovrap - l immer!'i in questa soluzione, furono portati ne_lla_ di coltut·u nlla temperatura di 37 centgr. e le· sctolt v1 dentro da 3 si no a 6 oro; quindi vennero sciacq uati con acqua, asciugati e da ultimo fissati col balsamo tle, CanadA. l n questi sei casi, il sangue fu preso durante la temp e ratura, oppure subi to dopo. In tre di 11uei cast non st tr ovò più un aum ento di temperatura e in un tr e a sei giorni, egli non trovò più in' quei tre cas1 ti m1cr orga nismo. a.&dlta.sJ.one ollnlca allo atudlo del rantolo oreplt&nte atUa pleurite. - Dott. SAt.VATORB VALENTI. - (Il prol"easo m edico, N. 27, ann o 189 1).

Ad un altro, e quindi tutti e due allontanati l'un da . l altro. D?po che i pt·epar ati si furono asciugati all'aria, wn. n_ero post_I m alcool assolu to e lasciati in quel liquido per mmuti, <[uindi tolti dall'alcool furono messi nella so colorante di Genzijntke, cioe: soluzione acquosa con. di b leu di M elilene 40 grRmmi, ' / 1 p. 100 di soluztone dt_ (sciolta in 70 p. 100 di alcool) 20 gramm , acqua rltshllata 4H Il ram mi.

Nei. preparati così ottenuti, dove i corpuscoli sanguu.m appar•tscono rossi e quelli incolori a ssumono la tinta azzurt·s. l'autore trovò il microt•ganismo summenzionato.

. Questi microrgani smi trova n si colorali in azzurro ; spesso tn quantilè, ma talora non si trovano che isolati, scar·st e solo si scoprono dopo ricerche. Tal lìata appariscono come piccoli diplococchi, tal a ltra, e special · se la _colorazione fu intensa, sotto forma di picco i In _set casi, l'autore li vide disposti in numerosi ptc· colt co_mposti di 5 fluo a 50 indtviùui con un ae;;pello a ssat caralle rt slico.

Alr,une volle si polé stabili re con questi preparati la gnosi d' influenza, e dove essa non era s ic ur·a, col solo spu to dell'esam e clinico . Anche in questi casi, l'autore viùe i nel sangue ed anche in g rand e quantita, e dove spe· ctalmente non erauo visibili alterazioni locali e mancanl persino lA tosse e l' espettorazione.

. Cogli stessi preparati l'autore, fatte le colture sull' agar, moculò poi con sei di queste dei topi. Ques te inoculazion i però ebb ero sempre un risultato negativo.

:lt*'me in base di queste ricerch e, vi ha ra giO ne a ered.. dle qu"l mit'rorga nismo si trovi nel SAngue di tutti eU ammalati d'influenza (per· lo meuo nel sangue di quelli cbe banno febbre) , siccome poi quel microi·ganismo non si è !Dii trovato ne l sangue d' al\ri infermi, così saremo oulo · naat• ad ammetter e che esso sia in diretto ra pporto coll"lnftuenza.

Jl prof. Koch eMminò qualcuno di ques ti preparati, e ch111'0 che il micro r ga nismo in essi contenuto è identico a queUo scoperto Ja PfeHl"er.

L'autore si rise rva di rilornare sull' argomento e trallarlo più diftusam ente non appena avra co mpiuti gli esperimenti m C01'80.

L'autore rifet•isce la storia clinica di due casi di pleurite l quali pre!3entttvano fr a gli altri sin to m i anche il rantolo crepitante, fenom eno piuttosto raro nella pleurite, la cu i ignorenza può far incorrere nell'errore di ammettere in compii· canza della flogosi pleural e alcuno di quei processi morbosi polmonari - mas s im e la pnepmonile cru pale - che specialmente sogliono dargli origine.

L'autore cred e che nella pleurite con essud alo liquido il l'llltolo crepitante la cui ione anatomo-palologica conlitte nella polmonare, si possa solo p r odurre allorchè con un ver-amenlo p le urico medio, il torace non lro'tlli impedito per la sua completa d ilatazione inspit·atoria da dolore, ovvero da paralisi o paresi dei muscoli - fenomeni frequenti!\simi, ma non costanti nella flogosi della plcura.

190 RIVISTA 'lEIHCA pazienti che furono trattati colla tubercclina di Koch dal novembre 18!)0 a tutto gmgno 189 1 n e ll'ospedale militari! ;, Monaco vengono distinti in tre

VooL. - Risultati aulla oura dt ltooh praticata n ell'o•p• dale mUltare pres141arlo 41 llllonaoo .- (Deut. mei W och., N. 53, 1891).

1) 16 infermi con tubercolosi dubbia o sen za tuber•colosi I n f(UeSLi 16 maiali fu iniettata la tubercolina a puro SCOp!. diagnostico alla dose di i, 3, 5 milligrammi senza clw ne seguisse reazione febbrile.

2) 9 malati con tubercolosi avanzata; tra quPsti s i ver.ftco esito letale in cinque ed anzi in tre molto ra pidamenl! (25-28 giorni).

3) 46 malati con tubercolosi incipiente oppure di poco progi·edita; questi formano l'oggelto proprio e quasi esclusivo de rapporto di Vogl.

Oi essi 32 furono licenziati dall'ospedale, e pr·ecisamente 2' quasi del tutto {Jua r iti; gli altri notevolmente migl iora ti, Il rimasti (fino ad ora pure migliorati), 2 morti cioè uno c. grave diffusione della tisi polmonare sotto fenomeni di febbre consecutiva, l'altro pe r pneumolorace in seguito a rotlLH'B d1 caverne. I particolari delle osservazioni, specialmente rif!uarJr alla terapia c alla durata della reazione rebbr·ile non so essenzialmente dissimili da quell i desc r itti dagli altr i autori L'auto r e r ias s ume come segue le proprie impressioni sui ri· sullati di questa cttra.

Il pr·ocesso di Koch ci sta ormai dinanzi maturato ùall'espe r ienza; la s ua efficacia terape11tica è i ndubilata; n oi già abbiamo imparalo ad evitare i pericoli della sua appli cazione · perciò puossi ora accor·dare a questa cura in luogo di una red cieca ed incondizionata, una illuminata fiducia e cio specie!· mente da parlo dell'esert'itO. L'autore conchiude il suo rar· pnrlo col propugnare l'rsliluzione di saoatorii per i miliiB• tubercolosi

Hivi Sta Chih Uhgica

Del oateterlemo delle vle blltat:l , dei dottori F. T ERRIER e 0 .\LLY. - (Reoue de chiru r gie, agosto 1891).

Sotto il n ome di delle vie biliari si è una quantità d i oper·azioni abbas tanza disparate, ma tale Npres!<ion e dovrebbe indicare unicamente l'introduzione di una sonda nel canale cistico, n el condotto coledoco, fino all'ampolla di Va ler ed anche fino all'intestino tenue: per ò una condizion e sine qua n.on di tale cateterismo è l'apertura pr e ,entiva della bihar-e

U pl'imo che introdusse una sonda neJ)e vie biliari fu J. L. Pelit n el che ne espose il metodo oper ativo, con Nplorazione della vescicola ed estrazione clei calcoli ivi esistenti med ian te incisione s emplice della vescicola

Dopo il Pelil, mentre la chirur·gia epatica faceva proIO'e!'si tanto notevoli, la questiono del cateterismo era abbandonata , e non ne riparta che Parkes, americano, nel1885, nell'.-tm e ri ca n Journ.al of. med. sciences.

Gli autori cita no i lavori di parecchi chirurghi che da quell'epoca pubblicaron o rasi di cateterism o delle vie biliari, tra cui più notevoli quelli di Fontan di T o lone e di Rose al congresso di Berlino, facendone anche una breve analisi, e per ultimo di Carvisier c di Callot !:> ulla colecisteclomia pubblicato n eu·ap r lle 189J _

Questi i prin cipali documenti sulla questione ora aperta e dagli autori r iuniti, aggiungendovi rinessioni sul diag{ ostico, &ulle indicazioni e il risultato di esperimt»nti s ul cadavere.

Il cateterismo delle vie biliari può eseguirsi a scopo dia- gnostico ed a scopo tera peutico, è il complemento di qualsiasi operazione sulle vie biliari. Come m ezzo diagnoQtico s arà impiegato durante un'operazione, o nel caso di fi!:>lola biliare: m a in ogni caso bb:ognerà sempre aprire prevenli· vamente la vescichetla biliare. Per lo più si constaterà al· !ora una ostru zione delle vie coledo -cistiche fatta d'ordinario da uno o più cal coli, che ve rranno estratti valen dosi a tal uopo di svar iati str umenti adaW, cucchiaio, pin za a den ti, della pressione digitale, della doccia al cloruro di zinco al 1/ 1 p. 100 del Rose. Se le vit:l biliari son o libere , o dopo liberale, l'indicazione è bisogna terminare la colecistotomia, sia in un sol te mpo, s ia in due tempi. se qualche alterazio n e delle pareti della vescicbelta fa temere la rottu r a dei punti di sutura.

Se le vie biliari non sono permeab ili alla sonda, si possono supporre tre meccani s mi d i ostt·uzione: a) Un ostacolo esteriore, un tumo r e a dia ce nte che com· prime il cana le, con sede alla testa del pancreas, all'ilo del fe,:tat.o, al duodeno. il) L'ostacolo ha sede nell'interno del canale biliare; un calcolo, piu raramente un parass ita. c) I nfine l'ostacolo risiede nella parete stessa del canale, la quale irrit ata per la di un calcolo si sar ebbe ipertrofizzats, ovvero, u lceratasi av r ebbe prodotto una neorormazione cicatr iziale, infiammatoria od organica, tale da ostruire il can ale medesimo.

I n condizioni mal note, la parete dei canali biliari può ipertrofizzarsi al punto da !imitarne il lume o pr odurre anche ostruzione compl eta nel canale co ledoco invece dove la ci rcolazione della bile é piu attiva, l'ostruzione assol uta è quasi im possibi le.

Qualunque sia la causa dell"obliterazione l'indicazione varia secondochè essa risiederà nel canale cistico, nel dotto cole· doco, od in entrambi.

Dota l'ostruzione del canale c is tico e s up ponendo li bero il coledoco, si te nterà l'estrazione del calcolo, se è questo che ostruisce, o non potendovi riuscire si dovrà sopprimere la

Chirurgica

biliare, divenuta inutile come ser batoio, facendo .-;.tectomia.

'Il da lla lun ghezza della sonda penetrata dalla vescichetta lll'oslacolo e an che da sensazione speciali dale dall' istruIMOf,o si giudica os trui to il dotto coledoco si dovrà prati_.. la eolecis tenler,Jstomia facendo così una fistola duodeno· wacicolare p<'r sopperir·e alla deficienza funziona le d e l caDile co ledoco, e le paret i fosser o allerate da non permeUere tal e operazione occorrer à limitarsi a fat·e una fistola lllllare onrle imped ire la s La;:i biliarP e la colemia.

l111m man o quiutlt gli autol"i i va ri casi posstbili in IIIIZ8 di una fistol a biliare. Pt·aticato il cateterismo, se "i rieonoscono le vie biliari libere e di diamet r o sufficien te, !:!i dovrè. ap profittarne per tentare l'occlusioni:! d ella fistola di· wauta inutile non solo, ma che anzi potrebbe favorire unu ntova lesion e di canalizzazione pe r della corNille brliare in parte deviata all'esterno.

Se invece le vie biliari sono obliterate occoere innanzi hltto st.ebrlit•e se l'ostacolo é nel canale cistico o nel coledoco ovver o in entr ambi. Data l'occlusione del primo, la del/s fi s tola s i o tterrà colla colee istectomia, esportando lA vos cichetta d iventata all"atto estranea al s istema d'88erezione biliare.

Nel caso di ostruzion e del dotto coledoco l'indicazione ideal e lllrebbe la eolecistenterostomi.:z già praticata con successo da llayo Robson, a m eno che i ra pporti altera ti della vesci•tlll o lo «la to delle ;:uP pareti vi si ed allo ra W.O,rna conten ta r si di conser-va r P. la fistola biliare, preziosa talvola di sicurez za contro la colemia, o lentare la eoledotomia, riservando ad altra epoca l'ocolu!liono della fistola Si potrù pure ten tare col cateter ismo d i il calcolo, owe esista e sia e sso che cos tituisca l' ostacolo.

Ove l"obliterazione si estenda sui due canali il pronostico di molto a gg r avaLo, e non si polrà ottenere lu g uariche colla eoledotomia, seppu r e la r apidità lieaztone cotemica in tali casi perrnellet•à l"inter·venlo chiI'Urgico.

Tali le indicazioni fornite dal cateterismo impiegato con.è t a mezzo drognostico: seguono i vantaggi che se ne possono tr·arrl:l come mezzo terapeutico. Si è giù detto sopra co me, data una oblileraziono prodotta dalla presenza di un calcolo. que-.to può essere rimo.,so col Una ipertrolìa delle pa reti delle vie bilia ri, non darà rnai una ostruzione co111pleta, ma può produrre un restringimento importante; in lttl caso un cateterismo ben condot to sa rà molto utile. specialmente nel dotto coledoco più ampio ed a par·eti più lisci e.

Occorre notare ta li manovre do' ranno con molta prudenza onde evitare focoiai dr peritonite suppurata nelle adiacenze, essendo per lo più le pareti alterate; ma, ri· servato pei casi sumplici, e razionalmente praticato il cateterismo potrà condurre allu guarigione della colelitiasi del dotto coledoco spostando rl calcolo: tale pare sia stato il caso di J. L. P eli t; tale un caso, riassunto dagli autori, del D'altronde, ragionand•> per analogia di ciò che succede pei restringimenti dell' uretra e pelca tetci·ismo ureli'al c, s i può de. durre che lo s tesso metodo della dilatazione gr·aduale deve produrr e lo stesso risultato di superare e ,•incero i rcslringimenti del conJotlo co.ledoco . Cnu os-.;er vazione con felice, e pure t•iassunta, del \Vini wa r t..,r, lo dimostra .

Il catetel'ismo sembra pure possa esser· util e in c e rti casi d i ostruzione del coledoco prodotta cla un tumore vicino, quantunque in lai casi con solo effèllO temporaneo in dipen· denza dell'evoluzione del tumore stes!:>o.

Dilatazione ad ampolla della vena femorale nel canal crurale . - Duco uRTtoux. - (Journal de M édecinc et de Chi· r urgie, ottobre 1891).

Quantu ru1ue eccezionale, t(uest'affezione presenta un cer·to interesse, potendo esser facilmente confusa con un'erni a cru· rale. L'auto!'o ha osser vato un caso di ques to gener·e acco rn· pa gnato da tr·ombosi e quale una lcggiera pressione eser· citala tla un chiru r go, deler·minò Iu morte per do ppio embolis mo pol monur·e : egli ha fatto su questo arg-o· mento ricerche molto importanti.

COIRURf.ICA 195

Pi6 rara ancor•a della dilatazione ad am po lla della safena talerna, la dilatazion e ad am polla della fem o1·ale avviene so tto le lles!.'e inll•wnze generali delle varici. Ordinariamente l'inizio di ques ta affezione t> lento ed insidiO"O ed e per· caso che i malati a ccorgono del loro tumore inguinale. Soventi sono varici concomitanti, ma qualche volta il tumore è unico, e q•ws ti casi son o quelli che dànno più facilmente luogo ad error·i di diagnosi.

La varice della femorale ric,iede alla pa1·te> media della regiOne inlminal e immediatamf'nte al drsollo dell'areala crurale. solto la qua le si può vedere pr•>lungarsi. La varice della safena, al cont r·ario, l· ad una piccola distanza dall'tl reata, talvolla uno o dul' cenlimetr·i al disotto. 11 tumore ha un volume che \'aria da una nocciuola ad un uovo di galIma. È molle, il più spesso indolente; n on è pulsante, e quando non esisto uo coaguli, si sente nettamente la flulluaZJOne; esso é riducibile, e se si comprime nello s tesso tempo la vena al diso pra e al diso tto, il tumore antecede ntemente ridotto si r;pro ùuce come precedentemente, non essendo tutti gli orrfìzì delle vene che «boccano nell'ampolla.

Gh sforzi, la tosse imprimono un' impul!'lione, un movimento assai analogo al l'er nia; dopo una luno·a co r sa una Ile . · · · . "' ' zrone m p1edr pro lu ngata, 1! tumore venoso aumenta diventa p · d · · ' ru uro, ptu t eso, e nello stesso tempo le va r ici PI!rflcifii si fann o più pron unciate ed un edema può occupare la parte inferiore della gamba.

Questi tumo ri si sviluppano lentament e e restano in seguito Pl'r temp o stazionar•ii e n on sono accom pagnali che Inc?n "eni rnli propri i delle varici profonde. Ma il gran pe colo e la LJ·ombosi. perché un Lraumat1smo un colpo un eter· · . · ' ' tlac eizro po VIolento possono, in qualunque momento, di· eare 11 coagulo e produl're un embolismo mortale.

l a difficol!A della si p r esenta sopralutlo per l'ernia crurale. Questo segno differenziale nella for•ma meno :golare dell'ernia e nell'esistenza, in questo caso, d'un pe·

1 Dcolo che deve esser·e ce1•cato al d isotto dell' arcata cru: e. Blasti ca, molle e sonora alla percussione l'ernia si riuee con gorgog lio. Nonos tante questi segni, Ìn confusione è fr equente, e la difficolt.A è tanto più grande, inqu antocbè. se s i s u ppone l' esistenza di coaguli nell a varice, fa d'uopo astener si da qualsias i manovra che possa determinare un embolismo.

Come cura, non si possono adoperare che mezzi protet· tori del tumore, ma nei casi in cui si temesse la produzione di un e mboli s mo , s i potrebbe, con le risorse della chirurgia moderna, pr·aticare un'operazione r.urativa della varic.e.

L ' esplorazione rettale nelle aft'ezlonl della regione glutea.

-Dott. ALESSANDRO CoorvrLLA .- (Ballettino delle 11 eien:" mediche di B ologn a, fascicolo IV , 18!H) .

L'autore dice di ec;serl"i giovato molto dell'esplo ra zione ret· ta le combinala con la palpazione glutea in un caso di zione posteriore dell'anca, in cui il capo femora le non era bene avverti h ile, e l'arto era un po' voltato in dentro, come in certi casi di frattura del collo del femore; poichò con questo mezzo potè sen tir e nettamente fra le due mani la tes ta clt·l femore nello sa cro - ischia tico.

L'autore non rntpnde di far conoscere un nuovo segno dia· gnostico, perché esso fu indicato pel primo dallo Squire> nel 1860 ; però che, studiando l'esplorazione rei· tale , si è convmto che e,-sa può r·iescire 11 tilisl"ima in molle altre affezioni della regione glutea, le quali occupino special· mente lo spazio sucro-ischiatico.

Infa tti la dia gnosi eli tali affez ioni offre grande difficoltà, e specialmente quando, per la profondità dell'alte r az ione,l'e>:ame este r no riesce insufficiente. Molte volte n eopla sm i nati fra gli strati profondi dei muscoli od al disotto di a!' cessi da congest ione che s i siano falla strada dall'interno del ba· cino nella r egione glutea attraver::o la grande incisunt ischia· tica, d'echinococco, ecc., possono essere male zati coi mezzi soliti d'esame dall'esterno.

Ma . dove, più che tutto, l'autore crede all'importanza del· l'esplora zione r ettale co mbinala con la palpazione è nella diagnosi degli aneu rismi dell'a rter ia utea, dell'arteria ischiati ca e dell'eenia ischialica, per· rrspetto alla quale il ditl'

Chirurgica 197

DII reUo può ser vire anche d'aiuto nella riduzione col tazis delfernia stessa.

Anche nell e nevra lgie dello scialico può essere cosi qualche •olta rivela ta la causa del distur·bo, poiché la nevralgia pllÒ essere prod otta da lla compressione data da tumori e da altre aft'ezioni risiedenti in vicinanza al punto d'uscita del nervo dal bac in o.

Gua 4t ll& rHipola e del flemmone coll' alcool assoluto · - Dott. B. S&RKOWSKI. - ( Pr;eglacllck a rski e Allg. Wiener lltdi1. Z eitung, 1891).

Poiché il m etodo di cura della eresipela con l'alcool asso· loto non Ira ancora avuto la meritata estensione, il Serkowski "ferisce quattro casi di rapida guarigione di infiammazione eulanea non solo eresipelatosa, ma anche flemmonosa. Il prilno caso s i riferisce a un bambino di d u e settimane il quale a m malò di eresipela alla regione anale. Prima aoluzione di ucido fenico, poi la pomata, l' iocloformio e p;li llllpecchi di acqua vegeto- mine rale furono usati senz a alcun eft'etto; la infiammazione si estese allo scr oto, alle natiche e al ventre , cosicchè finalmente la vita del neonato era :n pericolo Allora il S. esperimen tò la c ura proposta dal Behrend con l'alcool al 90 P: 100, facendo con questo ogni '-:'or e fl'i7 tOni sulla pelle con una certa forza. In pochi I!Orni l11 c r•esipela era sparita. Nel secondo e nel terzo caso 10 due signore con e r esipela dellu faccia il S. ottenne uguallllente, in breve tempo, comple ta guarigione. Nel q uat·to caso 11 S. sperimentò su sé stesso la efficacia dell'alcool nel tlemIDOne seaico. E ssendo affetto da una piccoli! erosione intorno alr unghia dell'indice destro, il S. esegui l'au topsia di un stran golato dalla madre, grà in piena putrefazio ne . sviluppò un flemmone settico, il che face"a temere al S. rnrezro ne tanto più che un suo collega, per una ,eaaone fattasi in una operazi one, era s tato lungo tempo sorerente e il ·

1• . • processo era con la deformazione e del dito. Egli si ricord ò de ll'alcool, nel quale bagnò •to tre volte il giorno per dieci minuti, e quindi lo medicò con ova tta inzuppa ta nell'alcool. Dopo nna se lli ma•1a era gua. rito. Sanola , nel primo Congresso dei medici polacchi in Cracovia, qua ndo la cura antisettica era ancora. per cosi dire. in fasce, fece un ra pporto sul trattamento per cool, raccomandando caldamente di lavare con que$lo le fe· ri le prima di applicare la medicalura, benchè allora non Si conoscesse lo streplococco de!la rcsipola ed altri ba1ter1 . come cau sa delle complicazioni delle fe.-ite e non si sape••'. che l'alcool e gli altri uccidendo i balterii ed operano così s ulle ferile.

Eaofa gotomta per estrazione eU una moneta d 'argento.

- FREELAND. - (Medical Record., 24 ollobre 1891).

L'esofagotomi a per rimozione di corpi estranei pare sia stata eseguita, secondo il Fischer, 80 volte, con una mor· talità del 20 p. 100.

In questa >- tntisLica si rileva come questa operazione relativamente rara, e non già perchè essa presenti g1·oli diffi coltà, ma perchè sono rllri i casi di incarceramento !11 co r pi estr ane1 all ' esofago.

Il caso che riporta l'autore occo 1·se r ecentemente in u•1 giovane da 21 ann i. Ment re e gl i scherzava con alcuni com· pag-ni avendo una moueln in bocca, essa gli scivolò nell'esofago, rima nendovi presa, a un pollice circa, dall' arlicoiHzione stet·no clavicolaro.

L'a utore vide l'infermo ci rca due o re dopo dell'accidente, quando, riu sciti va ni i tentativi faltt da altri per l'estl'aziooe. egli era in pred a ad intensissima agitazione ed a violenta di v omi to. R iuscì vano og111 altro tentativo di rag· gi un gere la mone ta con una pinza. o di r·imuoverla merce una specie di lira-palle improvvisato nel momento. E poiché l'infermo di morava in campagna , lontano cinque miglia da 11 citta, e non avevano in pronto gli strumenti pe r l'operazione, si di sollopo rre il pa zi ente a!l'ozic,ne della morfina e di r im andare l'ello ope rativo al dì vegnente.

AnesLelizzato il paziente e d ata al capo di lui la po5 · zione convenient e, lirandolo indi etro ed estendendolo per

CIJ IRURGICA ltelter e in ri salto i mu scoli o l'aponev ro si del Ialo si nis tro, • praticata un'incision e di tre pollici lu ngo il b ordo anter iore 1e1Jo sterno-cleido-masloideo, che fu <'On la dovuta cautela epproron ·ita fino a mette re in vista i vac;i. l .'eatraziooe dei denti è un'operazione così comune che ci Pl'eoecupiamo poco degli accide nt i che essa può

Allontan ala qu esti da un Ialo e la trachea dall'altr·o, l'inliaione fu a pprofondila fino alla moneta che poteva toceere col dito al di sotto della parete dell' esofa go, eaa protuberante nella fer·ita. Per un'incisione falla in corrisponde nza dell'odo delln moneta, e co nvenientemente aller!lllla, la si pol•\ afferrfll'e con fo1·ti pinze e liral'l!\ fuori.

L'operazione non fu da emorr agia, salvo chP 01 una piccola at·teria la fJUale si r ;usci A vincere pre11to senza difficoltà. Nessuna sutura fu falla n ell'esofago, e la ferila fu medicata con zaffi di garza all'iodofor·mio, m!dica lura che si rinu ovò pot ogni giorno.

Il pazi ente fu alimentato pel' dieci giorni con clic;teri nuCritivi. Al non o giorno pet·ò, rifiutand osi l'intestino eli ritenere il liqu ido f) la temperatura abbassA la a ::w, ti pen"ò di introdurre pe1• la bocca unA sonda gastrica, ma si dov•'Lle d esic;tc•·e per i violenti sforzi di vomato che casonava. L'operatora dice eli esser r•icorso con buon esito alla introduzio ne della sondn per la fel'ita stessa facendo l'infermo d11l lato opposto, " dn ciò crede di poter con senno or gomont.are e consigliat·e dle dopo un'operazione •li si m il genere il paziente esc:et·e nutr1lo metten.lolo in tale posizione che il li quido passando graviti su l lato opp0sto al fe r ito. L 'operato dall'autore infatti migliorò l'lpidamente e ol quindicesimo poteva inghiottire i liquid i stando nella posizione eretta : dopo qualche giorno potè prendere del cibo solido, e al 20• g iorno egli era r itornato alla dieta ot•dinaria.

&eel4elltt prodottl sul senl masoellart dall' estrazione d el teau.- GtR A I\ O. - (Journal de Mdd ecin.e et de Chirurtlie, settembre 1891) .

11 fraLtura dell'alveolo e la perfora zione del seno mascellare che possono E>sserne il risultato meritano però che vi si por\· la . l una cer atlf·nz1oue, potendone r 1sultare un ascesso del seno con tutte le sue conseguenze. l.ina certa qnantil.à di bevande, di gar garismi, dì liquidi in· trodott1 nt>lla bocca pn««ano nel seno e per le nasali. Durante IR ma!-'ticazione possono egualmente pene· trarvi 1:1vanzi nlimPntRri.

Ecco quali sono, secondo il dottor Girard , i sintomi cile possono dimostrare la produzione di que sto accidente.

Appena è stabilita una comunicazione tra la bocca e le fo!'se nasali per la via del seno mascellare in seguito all'estrazionu di un dente, si osserva immediatamente uno scolo di sanguP e di muco dalla bocca ed una epistassi so il seno era sano. Si pr·oduce inoltre, nel caso soltanto in cui vi fosse un ascesso del seno, uno scolo di e di pus dalle fosse nasali, come pure dalla boccale.

Quando il malllto fa uno $forzo per sofliarsi, per' s teruutare, in una parola quando egli fa una violenta iuspirazione, l'aria passando per l'apel'tura stretta del fondo dell'alveolo produce un gorgogliamento.

Facencto soffiare il naso, il malato trasporta muco e sangue Un'iniezioni' di ac JUa tiepidA o di qualsia!<i allro liquido praticata pet• l'oriflcio accidentale, non tardu a sortire per la narice corrispondente.

Tale accidente può r ipararsi assai presto e non presentare conseguenze spi ucevoli. Ma se, in se?ruito alla masticazionc, s'introducono nel seno avanzi alimentari, può prodursi un aSèesso cor1 tutte le sne conseguenze gravi, necrosi, esten· sione dell'infiammazione, flemmone dell'orbita, ecc.

È neces!'ario quindi, dopo l'estrazione di un dente, se ci accorgiamo che esi ste una perforazione, port·e nell'alveolo una pallottola di cotone pet· impedire che particelle aliroen· tari penetrino nell'antro d' l gmoro, e provochino l' in fì ammaziC>ne, ed evitare, con una buona antisepsi, quegli accidenti infiammatorii che sopraggiungono talvo lla nelle cavitA alveola r i in alle estrazioni dentarie, anche le più sem· plici e meglio eseguite. Le lavature boriche devono essere fatte due o tro volte al giorno.

Chirurgica 20 1

l(ei di pPrfornzione con el'lportazione di una porzione INDde òel fondo dell'alveolo, sarà necessario un apparecchio ,otatieo per impedire il passaggio degli alimenti nel seno.

AlastoDe 41 un sa.rooma del mesenterlo e resezlone dl un e mezzo d ' intestino tenue . - Dolt. LLOBEL, pr·oteseore all a Facolta di Mediciua di Buenos-Ayres.- (Re""e de chiruraìe , agosto 1891 ).

L'autore svolge con certa ampiezze eli particolari l'osserftli one th un tumore addominale della grossezza di un rene, 1888i mobile in tutti i sensi, lateralmente e dall'alto al basso, dallo stomHco al pube, che, abbandonato a sé stesso ritornava allo stesso punto, nella lmea mediana a cinque centimetri solto l'ombelico , che dRva alla palpazione la sen'llazione di una superficie liscia e consistenza dura, P sfuggiva facilmente alla minima pressione. Il tumore non provocava dolori nè spontanei, nè alla pressione e non aveva mai occasionati disturbi digesti vi.

Elimin Ata l'idea di un r ene m obile fu fatta diagnosi probaINie di tumore neoplastico del mcsenterio, e praticata l'estirpnionf'. E!>eguila la laparotomia, com parve un ltomore globuloi!O, ra ente corpo coi due foglietti del mesenterio e compreso Ira una lunga ansa dell'intestino tenue che l'attornia,·a e la eolonna wrtebral P: si imponeva pE>rciò la resezione dell'ansa in&t>stinal e aderente, e questa pure fu eseguita esportandone \In tratto che misura va esattamente m. l ,50.

L'opt>razione ebbe esito feli ce ed il malato raggiunse perfetta guarigione in circa quindici giorni.

L'autore r itieni'-\ questa osservazione interessante, perché IOno rari gli esempi di ablazion e di una sì es lesa parte di int.tino , e si domanda se la perdita d1 si grande superficie d i '-orbìmento non avrà influenza sulla nutrizione del malato, lllerando però che tale influenza possa esser minima, la porliOne r e"ecata essendo l'ultima porzione dell'ileo.

Termina tirando le conclusioni seguenti: t • Og-nif]ualvolta si sarà fatto la diagnosi di un sarcoma 0 di un lìbro-sarcoma del m esenLet'io, si deve tentare l'estir- pazione, a meno che esso non abbia raggiunto proporzioni eno rmi. a• I n caso di diagnostico d ubbio si dovrà praticare una laparotom a esploratrice.

S i deve il più pre sto possibile, prima che il tum ore g ra ndi dimension i : l' operaziont> e meno g rave c si avrà minor probabilità ùi generalizzazione o di reciùh a in si to.

4• Se l' intestino si trova a de re nte, anche per g rande non si dovrà esi ta1·e a praticare l'enterectomia.

5• La r esezione di una po rzione notevole dell" mtestino tenue s arà tan to m eno pericolosa quanto più la parlP re::eCtltR !'\I troverà p1ù lo ntana dallo stomaco.

Carte ooatale ed a ccessi freddi toraclol. -(Jou rn al de M éde cine et de Chirurgie, Noq.. mbre t l'!l l).

I l Dott. Bonnel r itiene ch e il trattamento m edico od il tra t· tamenlo ehi rurg ico attenuato degli a scessi fr eddi con carie 11 on dà che ril"ultati illu so•·ii nella ma ggio r pArte dei dimostra, al contrario, con gran numero di css• i l'l!'\Ulto ti t•ccellen ti che si po:>sono o ttenere da una orerazwne ch irurgica radicale.

Se fii apre uno di questi ascessi freddi, può succedere che si di prim o acchito sopra una lesione della fAccia este •·na di una costa. I n tal caso si ra schi:t col cucchiato la!.!liente dopo bene assicu r ali che oon vi sono nJt re lesioni nascoste.

Ma il caso più frequente é quello, in cui. dopo aver aperto queP. to ascesl'o, nou s1 trova a lcuna lef'ione capace d1 c:pie · f:!are questa raccolta. Se per ò si alteutamente tl8 vicino, s i troverà generalmente un piccolo foro, riem p1 t0 da fun gosità, con di rezione dall ' inn entr o all'in · fu O!' i, qua s i sempre in vi c in an za dell'articolazione condroo vc si trovA un p unto osseo dl:'nudalo l"iluato alla fa ccia profonda della costa. Questa vicinanza dell a articola · zione può fo r st> far pensa r e che queste ca r ie sono consecu· tive a d un'artrite tubercolosa.

CIURURGICA z03

rimedi are a questo stato Ji cose, le iniezioni modifl1!'6':11iiìlriei sono insufficien ti. È praticare il r al"chiae lo svuo lam ento della costa molto largamente. soventi. quando pare che tutto :>ia tolto, non basta fe r•rsi là. In quasi tutte le ossen•az ioni rife rite da Bonnel, quando l' e:>ame e s teriore e ra negativo, un' e!<pfr,ra z ,one più oompleta ha dimostrato che questa operazione non sarebbe ttata P.uffic.ente.

Tagliando gli inte r cosla li ampiamente, avendo cura di C \ 'i· fare l' arteria inter coslale, la quale, se venic.s•• le:oa, potrebbe •u!St'e un' emo1·ragia mollo grave e tale da richiedere essa 10la la r ese.-.ione costale per poterno fare la legatura, si mette dito sulla piaga, e, piegandolo ad uncino, s i ri.econtreran no quasi sempre lesioni ossee estese situate all11 llccia profonda dell e cos te.

In di queste les ioni nascoste, la co ndotta da teaera é semplice. Dopo aver tagliato il pe ri os Li o etl averlo ICOilato, si r esecheranno più centim e tri di ques t' al;'co te lo si giudica avendo CUI'a di non led ero la pleun1, 1t quale in questi casi s i trova in!>pes" li a, come per• opporre una ba rr iera al pus. Non ci dovren•o fermar e in que!'ta via che quaMo si av r à la ce 1·tezza che non rimane più, in alcun punto della pit1g-a, tessuto malato che pos!'a cagionare una r ecidiva.

L' operazione chirurgica è finila, e sa rtì nece"sar'io procedere alla med icaz ione, che avrà una g ran de imporlinza per una guar igione rapid a. Dopo una abbondante lallltura della piaga con clo ruro di zinto e con sublim ato , llrà necesl"ario suturar e le labbra della ferJls, drenaggiare queeta cavità erl infine medicar e eoll'iodoformio e coJl'()VAUa idrofila. Il t·isullslo non si farà allendere e si potrà così ottenere una riun io ne per pr imo iutenzionc ed il malato po&ré gu&rit•e in poch i gio r ni.

L' antisep!:'i ha resi questi inte rvenli ùi una co mpl e ta inBoe 'là · Ut ed a gg iun gendo a ques to tra tta mento chirurgtco un &raLtam t>ulo generale, si ollengono co mplete ed anche in quei cas i che sembran o dispe r ati.

Delle fratture •pont&nee . - DuBREUIL. - Journa l de mi. dec 111 e et clti r u r g•e, nove mbre t 891).

Oubrenil di vi de le f•·altm·e spontanee in, fratture da una osteite rare.faciente o da qualche cosa di consimile, ch e si conRultdano d'ordmario e soventi anche con una notevol e r·apidilà, e n el le q uali tutto lo scheletro è affello; ed in fratt ure ossee per· lesioni locali, gomme, tubercoli, cancri, cis ti idatiche, che s ì consolidan o male o non completamente e nelle quali, aJ eccezi one dell'osso malato, tutto lo schelell'o sem bra immune.

L e prime p resen tano un interesse più g ran de.

L' eredità della fragilità delle ossa é stata m olto invocata altre volte per spiegare la frequ enz a delle frattur e in certP. famiglie. Ma si tratta in generale di osservazi onr antiche ed è difficile ammettere che in questi casi vi sia stata alt ra usa che una se mplice ereditaria. Si vedono nella s tessa individui presen tare un a predisposizione congenita all e frattu r e ed essere così affetti successivamen te da un g ran num e ro di queste lesioni ; ma è pr o ba bile che in tutti questi casi esistono alterazioni ossf'e che sono

Le fratture di origine m uscolare sono s tate consrderate pe r lungo te mpo come un ti po di fratture spontanee. Ciònondimeno se , in certi casi, la frattura per contrazi one rnu· scolare può realme nte p r o;ursi all'infuori di q ual siasi lec::ione ossea, un grart numero di questi fatti appartiene cerlam t3nle all' osteopo ros i senile, all'atassia, all a sifllide. O' altra parte molte di fJU esle fratture S"no avvenute duran te un a c risi epilettica, e può sorgere la domanda se una cad uta, un colpo, favo r ito da una atrofia ossea d'origine n e rvosa, no n spteghi meglio l'accid en te di una causa per manent.e muscolare. Si possono segnalare a questo p1·oposito le di cosl{l durante il pa r•to; ma sembra di m ostrato che durante la gravidanza avviene una rarefazio ne del tessuto osseo ed una decaliflcazione per lo meno in un gra n numero di in· ùividui.

Le fr a tture negli a tassici sono ben conosciute. Non c lo llel80 di quelle che sopraggiun!!ono negli emiplegici e che 10110 più rare. Debove ha richiamal.o l'attenzione su questi l'lUi eJ ha dilnostrato che in questo caso la frattura risiedeva ,li) lato ma lato e che esisteva da questo lato una altera zione clelle ossa che dim inuiva la loro resistenza ai trauma tismi. Pare anch e che l' atrotl a musco lare progr essiva interessi lo aebeletro e vi dete rmini lesioni simili a quelle dell'ata ssia. Vari autori hanno citato casi di frallur(} dell' anlibraccio, Jet lemort> e della gamba, in queste condizioni. Dubreuil cita pu re ,un fatto di ques to genere r•el ativo ad un a frattura del femo r e che si é ri prodotta in lotto ed anzi durante il sonno.

Venne an che s egnalata la fragilità de ll e ossa in altre malaUie la sclerosi a placche, la scl« rosi laterale amiotrolìca, al cune paraplegie ed in ultimo luogo la si rin gomieha. Il rach itismo, l' osteomalacia, r osteopor osi seni le possono pure inler·essare lo schele tr o in modo generAle.

Insomma, le cause d t alterazione generale dello scheletro aono numerose, p e r· cui, prin1a di a mmettere una frattura tpontarwa, lesion e ossea, è im po 1·tante ri cer ca r e la po&eibiiilà di un numero di stati mo rbosi, come causa predisponente.

...aclo- ooz&l g t e dipendenti da un& differenz a d1 lan · llaeua deg li arti . - - (Journal dc médecine et d e chiru,.gie, ottob r e '1891).

Non è rat·o r is contrare fanciulli, n ei qua li una diffc r·enza di a r ti, una ve r a asimmetria, ad alcuni fenom Pni dolorosi, pu ò ta r diagnosticar·e una coxalgia. Il Dotl Morton, di F iladelfia, ha r ichiamato l' allenzionc aut fatto che ìu m o lli mAiali i quali un'incurvalora lateral e della colonna ver tebrale, ciò era pr odo Llo da una tneguaglia nzu di lu nghezza degli arti inferiori, in eguaglianza ehe talvol ta orr i\'ava ad un pollice o ad un poll ice e mezzo, lenza I'iconosciut a . Il Dott. T errillon ha dimost ralo in certo numero di malati si poteva ottene r e la gua rig ione di pseudo- coxalgi e ponendo una suola spessa sotto l'arto leeorciato .

Ciò odeg11o di rwta si li che sembra romir rciare in uu momento qua 1s:asi dell'infanzia, quando •l si"tema o,seo è in pirno sviluppo, sembra aumentare sensihilmente per qualche tem po, !lotto l' iuflu f)nza di un leggiero trattamento, scompar·e mollo p r esto senza lasciare par dire traccia. E n ecessario qu indi 111 11uesti ca"i una causa sconoc;ciula che produce un ritardo momentaneo JJello sviluppo dr un arto.

Quanto alla frequenza di questa asimmetria nel stanno ad una statistica di Co x e H ua•·t, si nota c ho su fanciulli 272 pre"entano una irre,:colarità degli arti, 2H non pre"entano alcuna appt·ezzabile difTI'r·enza. Questa proporzione di più delta m età iu favore dell'Anomalia può sem· brare sorprendente, ma fa d'uopo osservare che pet• pro· durre disturbi funzionari apprezzabili, la difTer enzn de'e e ere almeno di u n centimetro e mez.zo o tlue CPnt metri.

Bt·odie anzi ammetteva che accorressero almeno 27 millims· tri per cagionare disturbi fu nzionali sensibili.

L' an omalra risiede più spesso a l'inistra che a destrA e man ifesta ora s ulla tibia e sul fem or e. e più sovenli sulla tibia sola. Il piede l"le.. so può anche esser e muno sviluppato.

I sintomi prodotti da questa asimmetr ia po3sono in un ce rto nu mero di casi simulare quelli della coxalgia, ma fa d' I!Opo pet·c·l essere ris ervati sulla loro sìgnificazione e non ri gettara troppo l'idea d t coxalgia, quando si trova questo accorciamento, pe•·ché le due a ffezioni possono coesistere perfette· mente

Il primo segno che compare é la claudie3zione: questa .e più esattamente un ba rcollamento, un do ndolamento . il corpo si inclina, a poco a poco, il bacino c pro luce una scoliosi di compensazione, la el i cui conves,;ii Aè volla verso il lato più brPve; d'alt ronde tosto o ta1·Ji !le ne produ ce• un'altra che risi ede nella dorsole; la colonne prende allot·a la form a di una S più o m eno accentuata. . Un altro sintomo è il dolore che viene a comaletaN 11 quadro s intomat ico di q uPsla mfllattia ; il fanciullo si lamenta d t stancar s i molto pr esto; il dolo r e però p r esenta punir mollo p r ecis i, ma esso scompar e tosto che si è dalo ai due arti la stessa l unghezza.

CillRURGICA

questi segni, la claudicazione, l'inclinazione del bala scoliosi, il dolore possono r iscontt·arsi egualmente r nell'asimmetria; ma in quest' ullima mancano 0 dolo r e più o m eno generalizzato, il dolore p rovocato dalla preesione iu differe nti punti, le posizioni viziose dell'arto tDferiore, infine l'adenopalia inguinale. vi sono quind i, pe r U. analisi accurata , gli elementi sufficienti per una diaposi differenzial e. Inoltre la claudicazione stessa presenta uo aspetto molLo differente. Nell'asimmetria si tralla piultol&o di un barcollamen to d a sinistra a destra, mentre che Della c.oxalgia la gamba descrive un arco di cerchio per portarsi in avan ti, il fanciullo cammina faticando. Di più, la dmta del tem po di appogg io sul l' arto malato è mollo più breYe di quella del membro sano; nello !<tesso tempo il corpo meno sul lato-malato, ciò che dà alla marcia il ritmo cadenzato .

Quanto al ùolo•·e, che può riscontl'arsi n ell'asim metria, euo é spontaneo e mollo mal limita to. Ciò che al conlrnrio 11011 ai os:;erva mai ed apparliene al'a coxalllia, è il dolore llta pression e. Infine, se si tratta di una cox a lfotill, l'arto ialeriore prendera soventi una posizione viziosa, il piò spesso una rotazioue del piede infu o ri più o meno leeenluata ; nell'asimmetr ia, al contrario, esso avrà la sua poa•zione n ormale.

Stando ai fatti pubblicali, pare che la pr ognosi s ia molto benigna; sembra che questa ditTe t·enza nella lunghezza dei due arti inferiori non sia che perché bastano, il Ptù spes::;o, alcu n i m esi di cura per fare constatare che le cose sono r itor nate all o stalo normale. Soltanto la scoliosi Pthiste più lungamente.

La cura consiste nel suppli t'e al dtfelto di di 1l1lo degli arti con un tallone più allo da questo Ialo, e nel fare frizioni e massaggio sul membro atrofico. ;

DJAKONow.- Katertale statbttoo per Illustrare la forma ollnloa della morte p er cloroforDalo. (Cent ral b. f. Ciii r ., N . 46, 1801).

Tolti i casi perwmuti a cogn izione dell'autore (llovantacinque) negli anni 1877-78, furono da lui acc uratamente racco!li ed esaminali. Egli fa osservare nell'introduzione ùel studio ch e per la soluzione degli impor·tanti quesit1 che sr connettono a questo argomen to dobbiamo affidarci solo all' O!<servazione clinica perche gli animali di fronte all'azrone del cloroformto comportano di versamente dell'uomo. Le tabelle stalistrche sono compilale e ordinate come quelle fii Keppel c·r che !li riferiscono a 101 casi di morte per cloroformio, cosicché l' esposizione statistica di Djaconow può riguardarsi corue la continuazione del lavol'O di K eppeler.

A completare il suo lavoro l'autore si valc:;e della letterature chirurgica russa, inglese, tedesca e francese.

Fra i morti figurano 75 nomini e 19 donn e (secondo Kep· peler i2 uomini e 22 donne).

Anch e qur troviamo una ser·ie di piccole operazioni tra le quali 8 estrazi oni di denti. Djaconow biasima con ra aione l . o a na1·cosr, concede l'anestesia locale in casi eccezionali.

La quantità de l cloroformio adoperato oscillò tra 5-10 ..,.occie e 120 grammi (Keppeler 20 goccie 30-60 grammi). 0

La mo r te avvenne in tutti gli stadii della nar;osi, cioè tanto sul principio come ad operazione comoiuta ed anche quando era già applicata la fasciatura. Tre fu esami· nato lo stato di purezza del cloroformio. L'autore ann ette uno grande importanza a questa ricerca, ammaestrato in eiò dall'esperienza fatta nella clinica di :\fosca. In -li casi di mo•·te offerti dalle tabelle è indicato il metodo di clorofor· mizzaz!one. In 2:1 il cloroformio fu amminis trato con una pezzuola di lino o di flanella fo ggiala a cartoccio. In H cusi fu adoperato l'apparecchio di Skinner-Esmarch, in 4 l'appa· recchio di Suaker·.

1• 54 volte la morte av venne per sincope.

Il• 1.8 volte avvenne la morte per 111° 13 volte il polso e la respirazione cessarono simultaneamente.

Chirurgica 209

Nei casi della t• categoria (sincope) la morte avvenne in 2t nell'a cme della narcosi, in H invece gli infermi furono colpili da sincope che non erano ancora del tutto cloroformrzzati. In 7 si osservò precedere la sincope un forte pal · lore e in 18 la cian osi.

Nei cas i della 2• categoria (asfissia) si osservò una forte cianosi, specialmente quando l'arresto della respirazione non avveniva tutta d'un tratto due volle la narcosi era incompleta.

Nei casi della 3' categor ia la mo r te sopra venne prima che fosse iniziata la narcosi.

In quanto a lle misure prese per richiamare in vita i pazrenli, esse non furono ben determinate in 35 casi (secondo Kep peler in 15 casi) ovvero si trovano a quel r iguardo delle considerazioni generali come per es: « tutti i meuifurono meui in opera ecc. In tuttr gli altri casi fu attuata la resprraz•one artifici al e. inoltre furono impiegali; l' eccitazi on e elettrica dei freni ci 37 casi. Trazione in avanti della manibola due volte, trazi one della lmgua in 19 casi, laringotomra e tl'lleheotomia otto volte, !lalasso quattro volle. P osizione bassa del capo 15 volte, 5 volte, puntu r a dt!l cuore 3 volte, irrigazic,ne del capo e del petto, battrture con panni bagnati 13 volte, compresse calde, senapillmi sulla r egione del cuore, nitrato d' amile, ghiaccio n e ll'intestino r e tto, stricnina atropina etc. L'autore esprime la sua meravrglia chP di fronte a li ti g ra nde frequenza della sincope lltft!lr fatto cosi poco per eccitare direttamente il cuort>, ed a ques to scopo r sccom&ntla ca ldamente la trasfusione fii cloruro sodico sulla quale operazione egli ha già fatto delle pubblicaz ioni nel 1887.

Riguardo ai reperti necroscopici, in 32 cast n on si fa menzione di a utopt>ic. In cinque casi il risultato delle autopsie tu negativo e gli altri 58 casi non indicano alcun stlgno microscopi co d'attribuirsi in proprio alla mo1·te per cloroformio.

Il fatto più di frequente osse rvato fu la degenerazione grassos a del cuore.

Un più esalto paragl)ne tabelle di Djaconow (1879-88) con '(UCJie d i Ke ppclcr (1865- 76) non è a ifa!lo privo d'inte-

A n che nelle nuove la belle i dali sono attinti quasi escluqivarncnle dallo pubblicazioni inglesi : esse dunostrano purtroppo eh.. fluo ad ora per• mezzo della statistica non "i sono uppt•ofondite gnm che )p nostre cognizioni sulla cagione della morte per· clorofor·mio. Kè dalla presente letlet·atura si può rilevare un pl'ogresso sia nel prevenirs sia nel to,.,liere il pericolo di rJue:;to accidente. In sostanza i tentativi dr cura l'ono r imasti i di dieci anni fa. Per es: fu impu.lgt>ta :17 volte l'elettricità, ma l'elettricità usata a questo "Copn è più che utile. Giacché se si ha bisog-no di alliVtt r o lu re"p1raz1one artificiale si possono impiegare JH'O· cossi mollo piu !<l'mplici; pi(r sicuri e che non fanno pet'll•'re un minuto di tempo, clte se si vuoi vedere nella eccitazione faradica dri frenici il vantaggio che alcune cor1·enti vanno a•l agim sui nervi éardiaci richiamando così il cuore nlla !;tHl funzionr, dobbiamo auclle ricorda r e che, rome !; t :<a dagli Hperirnenti di Sig-mund-Meyer, tanto ltt con•onlo indotta conw la galvanica raprresenlano per il ruore un potente \'PlenCI.

C•ltrP a ciò rico!•tll che l'el'cilazione del frPnico non provvede che A mezza cioé all'alto inspir·ato1·io.

HocvonP.\. - Sulle condizioni del ri1lessi nei ca•1 dl lesione del midollo s pinale .

Si tratta dt :H casi dt contusione del midollo uno dPi quali dimO'-trllto coll'autopsia , accuratamente an»lizzati •iall'llutort'. Dcdolh 10 pnztenti che soccombetter·o nelle prime ore, quah mancava qualunque movimento o r-i;:ddttà rnust"olare restano 11 i quali poterono essere sotad una pit't o meno prolungata ed attenta ossenaàwe. In alcum di quesLi si trattava di complicante fratt11ra o lu"<suzione.

In tutte le contusioni gravi del midoll o spinale del collo e do l do1·so, i riflessi pr·of'ondi spariscono immediatamente cd a permanenza (tempo dell' opera zione fi no a 10 mes1) . I

CIII RU RC. ICA 2 11 superficial i rimangono inlalli in vari rasi, per lo più scono subito par non rito r nare di nuovo, oppure essi dopo giorni, settimnue o mesi.

S e il m idollo spinale è leso o compresso, ma In continuità non è abolila, i riflessi parimenti mantenuti e per lo più r inforzati. Sembra però che sì -,;ieno veduti ca«ì in cui non ostante una le:>ione parziale i rdlessi erano scorn-

In qu anto ad operazioni chir·urgiche l'autore dubita mollo dellt> lo r o utilità. la cut•a chirurgica !';arebbe controin dicala quando manca,.sero i rifles!'>ij ma fAllA nnche .&!!trazione da questi; sembra che nl'lln parte dei t"asi no n s i t ratti di compr·e!;c:iono operata dei rrammPnti di ()8!'11 , pc r chè nei 10 casi sopramenzionali come pUl'O in altri f O di fr a ttu r·e con Iussazioni o di sole 11ueqto comn o n r isulta mPnomamente dall'outopsia. L'autore -conch iude p iuttosto àai suoi repe1·Li Chl' la lel'iono MI mi-dollo ab bia luogo per distensione o contusione nel momento dt-1 lrtliHna. perché la superiore dt>IIO vcrll•hre viene temporaneamente infuOI'i sulla inferiore. Egl i trovò sempr e la dura madre intattn, come pu r e il midollo ad u na pr ima ispezione interna rimasto incolume.

N. W. - Sul varicooele . - (Centra/b . .f. Chir. :-o. ;,o, ·

Lo --tudio di Bennet sopra questa infermità "<i fonda '2:JI ca "1 accuraLamente esaminati, come pure sopr·a buon num Pro d1 autopsiP, e si r·iferi"r'e sopra vnricoceh puri cioè visibile svtlnppo, sia e<=so diiTn!'O o CÌI'CO"Critto, del ples"o pa mpiniforme in seguito a ,·aricositt\ ed allungamento del m edesimo.

Il vfu•icocele cagiona sofl'erenzc soltanto in :W p1•r ce n lo eirca di tutti i casi, e queste sofl'erenr.e non sono m ol te volte proporz ionate all'estensione ùcl n tale. L 'autore fra i smtomi -che egli 1l ice propri della malallia e che lì no od o r·a a suo pat'ere no n furono abba!'\lanza appt·ozzali desc r·ive gli accessi dolor·os i inlermiltenli, i quali sono occasionati dn con tra - zioni spasmodiche del cremaste r e e che per ciò si vincono sicuramente coll'applicazione di un sospe nsorio.

La maggio r parte de i pazienti più jZiovani ricorrevan o al soccorso dell'arte per non essere esclusi da pubblici impieghi, mentre que lli di maggiore elà (specialmente quelli provenienlt da climi caldi ed affetti da artrite uri ca) rico rrevano al medico per dolori , trombosi, infiammazioni ecc.

L'autore segnala come non t'at·e conseguen ze e non <'Ome caus e Jell'infermità la s ovreccitazione spinale, le polluz 10n i, la masturbazione. Egli verificò qu este co nsegue nze sul 9 per cento dei malati.

Presentano qualche interesse i repe rti clinici ed anatom ici rilevati dall'autore. E g li trova tre forme di varicocele genericamente differenti tra loro, e non da ritenersi quali sladii dell'infermità: 1) Tum efazione diffusa longiludinalmente d all'anello inguinale fino al polo inferiore del testicolo. Questa forma s uo le mani festa r s i nei pritoi anni della giove ntù, c resce poco e non ca giona alcun set•io distu rbo 2) Tumefazione di fo r m a sferoidale, limitata specialmente a ltesttcolo e che può esser presa per un testicolo sopranumerario; que s ta di solito si sviluppa nell'epoca d ella p ubertà. 3) ln spessimento della sola parte s uperiore del plesso non d issimil e da un ern ta e riducibile come questa. Questa forma si manife s ta spesso all'improvvi s o in seguito ad u o eccessivo sforzo. Tutti i varicoceli sono costantemente o sinistri o doppi (in 100 casi 80 a sinistra, 19 doppi, 1 a des tra}. Anatomicamente trattasi di varicosità, iperplasie (special men te nel!a s econda fot·ma) oppure ipertr ofie (prima fo rma) delle ve ne, decorso abnorme oppure ispessimenlo de lle loro pareti, alte r az ioni tu tte che in dipendenza della causa prin cipale so no di natura congeni ta. Se si esam ina accuratamente il plesso e la vena spermatica di un individuo no n affe tto da varicl)cele si troveranno delle anomalie ragguardevoli a si nistra sul15 per 100, a dest ra invece insignificanti e questo sol tanto nella proporzione del 5 per 100. Del res to la predisposizio ne congenita al varicocele sarebbe appoggiata dai seguenti fatli : 1) l'e r edità: so pra 50 p. 100 dei casi i genitori soffrivano di varicoce le o di varici alle estremità . 2) Il manifestar si dell'affezione qua si s empre nella fan- eiull ezza. 3) L'essersi trovata iperplasia ed ipertrofia ne!lli embrioni e nei bambi ni ; 4? la. prese nza dt •arici in altre re gioni sopra 8:> p. 100 d e t paztentt.. .

11 testicolo, specia lml' nte nella s e co nda fot'ma dt non al suo pieno s vilup po. l n Ri sopra 120 cast esso era pi ù molle e più piccolo che all'altr o lato e spesso avev.a una minore sensibili tà specifica . Il varicocele aumenta o ali della pubertà oppure verso i 35 anni e facilmN1te avvtene in seguito a d istur bi ci r colatorii della vena po rta (emorro icle). .

La vena !>permalica sinis tra s i ti ene costantemente m comu· n icazion e colla vena porta mediante radici venose d<> l colon dillce ndente. Se un individu o sia per var·icocele da r itenersi i na bile (pell'e sercito o per altra profe:;sione) dipe nde da lla estensione c he clalla forma della mAlattia. l men o abtlt sono quelli colpiti dalla seconda fo rma.

Terapia: sopra 100 pazienti 29 cercarono male in causa di insoppo rtabili inco modi, 13 pe r chsordtnt sessuali o nevrosi e 21 p. 100 per fa r s i dichiarare inab•lt al ser· vizio. Falla an che astrAzione dai casi nume ros i in cui un t rattamento d ietetico, i lt·opatico e meccanico il cinto spesso fa danno e di rado è uttle} abbta consegutto a ffetto, r estano sempr e m: buon numet·o di casi nei quali operazione è indicata; quella col processo dt Bennet deve come veramente ra dicale . .

Le indicazioni pertanto sareb bero: 1} inabilità al servi ZIO, 2) r apido accr escime nto; 3) es is ten za bilater ale con atrofia dei due testicoli.

Praticata pe r queste indi cazioni l'operazione ha sempre favorevo le risultato. L'autore raccom.mda ca ldamente dt non ope rare quand o il vAI'icocele è associato ad ipocondriasi o monomania , a epididimite, a trombos i, ad affezioni di cuot·e () di con fenomeni di :-la"i. . . .

Nei rasi sce lti accuratam en te l'operazione è r!Usctla a rt · m uovere lo stato di ecci tamento ed esaurimento sessuale.

Per lo. buona riuscita de ll' ope r azione bisog na ch e tulte le vene s ieno obliterate e Lullo il cordone a ccorcialo. Perciò l'a utore, fatta un incisione l un ga un pollice, isola con stt·u-

Chirurgi Ca

mento ottuso il plesso colla sua fascia dalle par·lì circostanti allaccia in più profondamente che é possibile in ba ...st: ed in allo, recide via la por·zione intermedia ai due nodi. melle poi a coulatto i due monconi fra loro e li uni:::ct' co 11 sutura. Cou •1ue.,to pr·oce.;:,;o l'ar•tnria spermatica resta sempre r ecisa via cogli a ltri f'lerncnli ( essa non è spostata col deferente come si leg:.:-e nei libri). Il testicolò però re,ta abbastanza nutrrto perchè '{uniche suo vaso, come a deferenziale, r t>.,ttl iutatto. Anzi accaie spesso di vedere t:he dopo l'operazione tl testicolo pr·ende un maggiore sviluppo. a condizione che il decor:;o sia asellico.

Colla !,;Ulura dei due monconi ogni altro processo per· ottenere l'ac<'Orciamento dello scrolo é superfluo e la guarigio11o non i• soltanto stabile ma anche completa, perché dopo tr·e per regola, gli operati non hanno più bisogno d'alcun AlUlO.

MAX. MELCII JOn. - Sul tratta.mento conservativo dell ' emartro. - (Cenlralb. f. Chir., N. f>O 1891) .

M1·lchiot· si dichiara fautore del trattamento conset·valivo dell'emartro del f(inocchio. Negli ultimi quattro anni tutti i ca<>i ricov(>ruti nell'o..,pitale F eJet·ico di Copenaghen furon o sottoposti a qucc:ta cur a.

Al paziente appena entrato si colloca il ginocchio in un semicanale, e sopr·a la ! ar·te si applica una vescica ùi che si lascia sul srlo fino a che in due o tra giorni i dolori si sono calmati; quindi si proce le al massag-gio (etHaurage) con tinuan lo questa operazione giornalmente per 10 minuti e nell o sle<>so ternpo si applica una fascia di gomma di i\larlin non ti'Oppo c: tretta al ginocchio. Alcuni giorni dopo che si è attuala la pratrca dol massaggio ordmariamente la raccolta e c:ensibilmC'nte diminurta e spesso é del tutto scomparsa. Il paziente allora cNnincia ad a lzarsi ed a tentar qualche pac:so. Talvolta si ve le il liquid o ricomparit•e subi to dopo i pr·imi ase r cizi di movim•' nto, ma quel'<la nuova r·accolla solto razione dr!

rna c:Mggio scomparo assai presto. Con questo l t•allomenlo .sr (' riusciti n limitare la degenza a] l'ospe Ja le degli alfelli

P-••,.tro del "'inocchio a 18 giorni in media, e confror!lando con quello ottenuto colla punzione che è di il trattamento in questione presenterebbe unu dorata di 3 g-iorni minore. .

Perciil l'autore non ammette la punzione come terapra ordinaria dell'emartro non complicato del !!lllocchio. Il trattamento conservativo non presenta i pe1·icoli dPllu punzione, inoltre PSSO ha ti \·antaggio di permettere al pazit!nle d1 presto c in pochi giorni rimettersi alle sue occupazioni ; tla ollimo con questo metod o di cura !-i evita unu conseguem.a non rara della punzione, cioè la rigidità articolore.

LusTGAJtTI:.N. - L a. causa primaria della morte conseouUvaa scottature della pelle. - (Cenlra&l . .f. Chir., N . .'!7, 1891).

1 f'inlomi di triste augurio che s i manifestano nel generale Ot'"anismo in seguito ad ustioni della pelle, s:ouo rite. . nuli dall'autore quali segni di avvelenamento ptornorrHco.

L'autore espone la teoria dell' di questo rorma morb osa e la nel seguente modo: Nella profondità dei follicoli gli organhmi di pulrefnzione sono ri:< parmiali dal calore, e tt·ova•HiO"i in lPt·reuo favorevole cominciano a sviluppare i loro pr·odoll1 tos:sici. Il quadro clinici) sembra all'autore simile all'avvelenamento di mu!;carul8. Le condizioni favorevoli per l' assorbinwnlo dell' O!'.Sigeno alla superficie t:!Ulanea offrrrebher•o una colle r icerche di Briger sopra l'origine di questo olcalorde. 1.' antagonismo dell'atropina e della muo.;rarina fu in un caso utilizzato con succe:::so.

Wi)LFLER.- Sul trattamento meccanico della dalpola.(Centralb. f. Chir., N. 49, 18D1).

Wmtler r itorna un'altra volta a difender''3 il metodo meccanico pe r la cura della ri si pola, cho consiste nell'applicazion e di str isce di cerotto sopra lo. porte colprta da questa affezione. L'autore è assai soddisfatto del risultato trallali colle strisce ui rerotlo in que!\ti ultrmr cmque annr due cos i finir ono colla morte per sepl'li acutissima. Negli altri 58 s'impedì la diffu!\ione e si ottenne la g uari gione della risipola.

Se le strisce di cerotto sono esattamente applicale sr vede alcun progr esso della risipola o tutt'al più es!la A' JUnge a sorpassare di due centimetri il limite delle strisce oltre il quale estinguesi Jel tutto. L'autor·e raccomaud 11 an· cora di non rimovere le !\tr isce troppo pr esto poichè co"l facendo avvengono facilmen te le recidive. Prim a di levarle fa duopo aspelt.lr'e quattro o cinque giorni dopo estiuta la febbre e il rossore.

Ai ven ti casi gié. pubblicAti egli ne altri seJici i quali furono cosi trattati dal gennaio 1889 fino al ma gA'io 11:1!)1. Ques li 16 casi furono an·estati n PI loro decorso e diffusione per mezzo delle lis te di cerotto. I n tredici di questi e r a interessata la faccia, in tre le estremità infer iori. Piu fu l'azione di questo trattamento nella risipola della faccra Dopo l'applicazioue delle liste durò la febb re an co l'A da quatt r o a sei giorni; in due ca!\i anzi scomparve dopo il secondo o terzo giorno; però in un caso la febbt•e durò fino a dieci giorni perchè n on fu avvertito un pa r•ziale distacco delle li ste di cerotto. La risipola delle estremità inferiori non fu domaLa cosi presto. Questo fatto fu notato anche col mc· lodo di Il che fa vedere che di questo difettoso rrsultato dobbiamo incolpare meno il metodo che la costituzione anatom ica d ...i Finalmente l'autore consiglia di procedt're allo sca rincazioni qualora il suo ruelodo non avesse l'e ffetto desiderato.

W - La resezlone temporarla del oranlo In lnogo della trapanazlone. - (Ce nt,.alblatt fur Ch., 189 1).

. C ollo svilupparsi della del cer vello i chi rurghi S l sforza r ono costantemente di per fezionare la tecnica d i questa opc•razione. Nei t em pi l'\Cor si si so leva copri re le grandi soluzioni di continuo del cranio in seguito a trapa· nazion e per· m ezzo di una piastra metallica che si

CUI!\URGICA

11opo guarita la fe r ila delle par ti molli. I n seguito si im parò a riporre il pezzo d'osso che s i era esportato; q u esto nataralmente è un lavoro a ssai fa ticoso e non sempre seguìlo da successo. P erciò 'Va goer pt'opone la r esezioo e tem porari& di un pezzo di c ra nio n elle operazi•mi intracraniche. Egli divid e ltl pelle co n una incisione ad omega fino al pe· rìoetio, dopo r e trazione della cute si incide il per iostio quindi ai esporta collo scar pello l'osso. La pelle sopra le due gambe dell'omega resta intatta per servir e aJla nut riz ione, l'osso eolto la stessa vien diviso per via sotlocutanea. Si rialza il pezzo d'os so colla pelle e dopo finita l'operazione lo si riconduce al suo posto dt prtma e lo si fissa con sutura Questo m etodo fu praticato sul vivente allo scopo di allacciare l'ar teria mening ea media ferita in seguito a g rave lealone della testa .

Tecnicamente l'operazione r iuscl ben e ma il ptlziente mori dopo 24 ore per allre lesioni ce rebrali.

l. W olf rife r endo si ai suoi lavo ri sperimentali (resezione del cranio) conclude con analoga p r oposta. Sugli an imali egli potè fare questa ope razion e con buon &uccesso. E g li opina che in taluni casi non sia necessa ri a allontanare l'intera copet·Lura del c ranio , ma solo un lembo eutaneo-osteo-perios teo come nella rin oplastica s e condo Ki\nig. Egli vuol e per ciò allontanare pelle, periostio, tavola estern a ed una parte della diploe ri voltar e in su questo lembo duro co sì ottenu to e poi e spo r tare con sca rpello il r estante de l tavolato osseo. Dopo c0rnpiuta l'op erazione ri· condu r re il lembo sopra l'!!pe rtura . Questo processo si r ac· comanda and,e pel' le piccole per dite di sostanza del cranio.

Ki)ni,tt ebbe occac::ione di attuare il processo suddetto con br illante in un diflìcile caso di g rand e perdita ossea del cr anio. Il ca!;;O è assai inte r essa nte Rnche in riguardo alla fisi ologia cerebrale, poichè l'esito dell'ope r azione non ru ottim o sollanto per la vita ma anche per il ritorno delle facoltà psichiche che erano abolite.

Il paziente, un rornRio di 30 anni, un anno addtelro pe1· una grave lesion e al cranio avea subita in America la tr a· panazione, in seguito alla quale gli e r a riml!sto urr difetto di enorme (R cen t imetri in lunghezza e 5 in larghezza, una parte dell'o;:oso temporale e parietale). Ogni YOILa cbe Ri colla pt>r·sona t'ace'a viRibile un grosRo tumon' pulsante, si manifestavano vl'rtigini, cefalea; <:> r a anche colpito da accessi epiletlrci ricorrentr, e coll'andare del tempo s· incamminava alla dernt•nz11 par·alitica. Il maiRto ;.tava seduto ore ed ore senza poter•• arlr<"olat·e una parola; la memoria a vea mollo sotl'erto. Nella g•uRta supposizroue che tulli questi fenomenr dipendeRsero da mRilr'allameuto della sostanza corltcale del ce r,·ello co nsecutivo alla grande perdrta di sostanze del •·r·1mrn, Konig si dPcise a ricoprire la parte col meloLio più ,.,opra indrcato. Perciò egli foce un lembo di pelle di periostio e d'osso (tavola esterna e ùiploe) lasciando un largo po nte per la nutt•izione del lembo stesso, il qual ponti' naturalm ente doveva compr·endcre solo periostro e pello pel' O!\· se l'o mobil<', quindi dissecò la pell e i n co r r ispendenza del di fe t to d'osM, col quale a tto fu rpesso allo scope r to lo spazro sottorncnoidco e si fece uscire il liquido. O r a ai due lombi fu scambiato il posto in modo che quello fo r nito di strato osseo fu conòotto a copr·ir·e il vuoto, ed il lembo cutaneo disecalo fu lir·uto sulla diploe posta a nudo dal primo lembo oc;tPocu· taneo, e sopl'a un punto che era rimasto ancora scoperto p r aticassi !"innesto secondo il processo di Thierc;ch. L'Pc;ito fu tecniCAmente inappuntabile; per riguardo alla funzione fu proprio poichè il paziente fu liberato dai tlolol'i, dnlh> ver tigini, dalle convulsioni e dalla dem enza; in breve egli r iacquist6 tutta la pr imiera attività intellettuAle. I n seguito aiJ'oc;sct•vazione di questo fatto Konig ronchiude che dovendo suppli r e ad un difetto d'osso che raggiunga le dimensioni d r un UO\'O fino a quelle del palmo di una mano sr debba attuare l'ora descritto metodo di resezi one, mentre il metodo ùi \Vagoer non giova che per le piccole pe r dite di sostanza del cranio. n bromuro d'e tile, che presso i ha tro\·ato unA cosi larga ap plicazione, sembra che n on abbia incontrAto un f(I'8Dde fa,or e p resso 111 maggioranza dei Eppure per quPi clururghi cui occorTono speR!'O delle ptccoiP o.p.erezioni la narcosi ottenuta con questa s 'Stnnzo. ha degh mcontestabili , a ntaggi. Si può dire che giol'naltnt!nte ad ogm direltot•e di clinica chir·nrgica si presenta per a lcuni cac;i la que"t onc !'- e la tale o tal'altra operazione RiA megho pratiCArsi con o senza cloroformio; qllt>lli sono Appunto t casi cht> fii a dattano alla narcosi col bromm·o rl'etilc.

KòllikPt' u c;6 della narcosi col bromuro d'etile nel modo: 1 prel iminari hanno luogo come pet' la narcosr cloroformica. Si esp lo r a specia l mente il cuore e si lilwra da ogni •osstlmPnlo il coll o, il petto ed il ventr e. Il pnzicntc ò ua reoUzzAlo in posi zione orizzontale. Si racromtwda di lPncr lontan o pos f' ibilm en te qualsiasi stimolo esterno o di abituare oappr ima il mal ato all'oda l'e del m ed icanwnlo. P c•rciù fi i Ira cura di manlE' n CI'e nella camera dell'operazione un'as!'oluta quiete, e s'rn stillano dapprima poche !<UIIa mac;chera. Dopo a lcuni secondi f'i versa tutto il restante P la mAschera 11 a ppone pe r (Juanto è possibile esalta. Dur·nnte la narcosi 11 eorveglia il polso, ed un assistente alla tnano annu ncia q ua n do sono i 30 ed i secoudi prinCipio dell'a pplira zione del nat•colico Per accertar·si che la nareo•q "t è completamente stabililn, ;>i sollevA uu braccio del malato, c;e ej!li lo lascia cadere gli è segno che è g1unto 11 momento di operare; o r dinariamrnte Ri può operal'e ent r o fiO-tlQ La na r cosi dura da uno a tN minuti. In qua nto a lla dose del bromu r o, per glr adulti bastano da 10 a 15 g ra mm i, per i fanr.iulli da 5 a 10. La· maschera miglior e i> que lla di Skioner, che deve essere ricoperltt di uno strato di gomm a, ed è oppor tuno anzi di coprire ancor·a il tulto ron un pezzo di flanella. Non rrsulta che siano mai accide nti tr isti per questo genere di narcosi. In un dopo fini la l'operazione {t::autr r izzazione di un ulce r a gangrenos.. ), si man ifestò uno stato di eccitan,ento che d ò a lun"'o· m d' 1 ur ..., ' a ' so rto gh ammalati non risentono il b l menom o incomodo. enc re

L e operazioni che meglio si possono fare colla narco . d bt'Om d' t"J SI l uro e l e sono. io le mc•s•oni d'ascessi di quRlunqu so rta · '>o · · · · · e . , - d• flemmoni non molto estesi . a· te tomte · i• t · . ' no- ' • "'J, .. u terlZZ!IZlone (angiomi ulce ri . ,) e,trazwne di sequestri. s· estirpazione d' p' l' t ' 7• v . . ' 1 1cco 1 umor1, s. dt ghiandole tubercolose e di focolai purulenlt e d1 tel'sutJ aR'etlt da Lupus.

Caao 4 ' ernta curato • guarito ooll' enterooltama . - Dol· to r TON IO ROTA.- (Giornale internazionale delle scien u mrdtcl!e, 15 dicembre 189 1) a::!fiiUie ferite sono estt'Alle d a gli a tti del ministero della qui le ri p orteremo in compendio. È d.a no ta:si in· ...., un ratto abba stanza singolare, e dé, che m tullt sette al iDdividui rimasti feriti nello scoppio di un granata di 21 c. 11 •nifest.arono da principio così gravi fen o meni di Shok dovelle in alc u ni ritardare l'indicata oper azione fino a ft1Uro gtoroi dopo accaduta la disgt·azia. e che ciò non OliAnte uno deg li operati morì 24 ore dopo l'operazione in -.uito a Shok. Eppure si trattava di giovani sani e vigo r ost, iD ser vizio di pace, quindi non esausti da privazior.i, nè da llrlpazzi. Soltan to i casi 2 e 3, ferite delle parti molli all e IIIIJii ed ai piedi (nel 5 vi era in aggiunta lacerazione dell a membrana del tim pano) furono leggier·i e guanrooo presto. G li altri fel'iti invece presentavano lesioni gravi. t. Ferita ape r ta dell'arhcolaziooe del p-inocchio con espor· lezione dell'estrem ila s uperior e della l'ote lla. Al 4• gior·no ampullzione della coscia tt·a il te r zo medio ed infet iore con ta,Uo eircolare in due tempi. Nessuna sutura in causa dello Shok. Iniezioni dt ete r e e di sale comune. Si fece ancora un -lio lungo 10 ce ntimetri alla parte esterna del moncone il quale in quel pun to s'era tumefatlO eJ oveva preso un color e 1'0810-bleu. Morte in 20 ore con fenomeni di collasso seuza ehe all'autopsia siasi potuto rilova1'e alcunché di notevole. Nel ginocchio esportato stava un fra mmen to di granata Brande 3 : t centimetr o.

P rim a di ricorrere all ' · t · · . . erniO om ra SI dovrebbe sempre ten ta:e t'lduzt one dell'et•nia, oltr e che col taxi s, anche coll'apdell'enteroclisma; ma siccome ciò non si fa semp re COSI l auto . l ' . . t'IC l lama s u ques ta circostanza l'attenzione dei co llegl.u, rife rend o la storia clinica di un caso di tumo re ernt.a r to. desli'O t·ecente, da origine tra umatica.

1, inutile la prova col taxis, l'aul(lre applicò con acqua calda sa ponata, e dopo due tenia· tlvt .rattt a breve distanza l'ern ia scom pa rve.

L autore soggiun"'e esse e . . . .., r suo costume dt lasciare entrare molto anche quando sembr'a che non si possa più rattenere l ulvo; e quindi fa metter e il paziente a sedere sul ma coi piedi nudi sul pavimento, affinché spinga con Pltt forza che se fosse seduto.

Sopra alcune lealoni riportate dal aoldatt al beraa g llo 41 - (Deuts. Zeitschr . e Cen · tratblatt .fu r Cl!i r ., N. 1, 1392).

Le da fuoco, specialm ente quelle causale da grossi prolclttlt so no in tempo di pace alquanto rare e pel' questa poca frequenza, deve riuscire tanto più inte r es· sante ogn t comuuicazione che a quell e !:'i riferisce. Le sto rio

' · Strappam ento di tuUa la CO!'\Cia e del femo r e, us t ione e lacerazione delle pH r ti molli nella fertta. L'a r te ria Cu allacciata immediata mente s ul posto; Shok. Al 4• giOrn o 088er vandosi qualche miglioramento dello stato gener'llle si •enne a lla disarticolazione del femore col processo di Beck Pl'8via allacciatura della femorale, nessuna sutu r a, iniezioni etere e eli clor uro di sodio, quindi cognac. Dopo parecchi gtorni di continua inquietudine e deli r io, si manifestò diarrea la quale complicanza impediva una scrupolosa nettezza della Ptrte ed obbli g a va a r in unciare alla medicat ura col subl illlato, Si staccarono in seguito g ro ss i lembi di muscoli e di Pelle, cosicché in ultimo il moncooe prese una brutta for ma .

Dopo mesi "-'i liceuziò l' indt,·iJuo con un arto artiticiale.

5. Slt'ito lamento della parte interna dellA gumha destra al disopra dell'Articolazione del piede, s tritolutn la t1bia per l'eslf'nKione ùi 4-5 centimetr·i. Entro le parti molli lacerate ed abbruciate vi erano rlelll' <:cheggie fibula frattur ato, <>i tentò la cura con<>Prvalt \'8 che e r a anrbe dalla r ei'Si<Otenza dello Sho k. Disinfezione, medicatura al SU· lllimalo e iodofomtizzata - poco alla volta gi ;<laccaro no g r nncl i schegg ic dal iA libia; la ferita cominriò a detergot·si. Alla medicaziono antisettica sovrapposo l'apparse· chio g•"'-'"'flto. La po-<iZJrmc dt>l piede fecf' incontrare d elle diC· ficoltil. Il pPzzo mancante pare non sia st a to "O"l•tuito da vera formazione ossea, pur tuttavia !"arto aCIJui;;tò sufficienlt · robu'-lPZZO, specialmente per il callo ossPo formq to si sol per·one. Il prede ebbe limilaL• i movimenti, rnn restò anco r11 utile.

G. Gr·andi fet·ite cutaneo di :H: 12 conttmetri e di 9: 2 cen· timetri alla cosc ia destr·a; Shok, sulut'a primaria, rnedicazione Al quarto s• la in cau<>a d infiltrazione, medicazione aperta, gutura tarJh·a delle fe r 1te dopo circa quattr·r· Sl'ltimane con cr uenta?.ione. Guarigione con "enza bisogno di bastone; limitata IH Jlo,.,!'-ione, CPrnpletamen te conser'Yala l'estensione

7 l<'r·ullura comminuta delle d ue ,Jella o-antba sinistl·a u centime tr i ;-otto il ma r·gine dell a rotul;, con due ferilo delln pelle. S,.,miranale di rete in apprec:so fa<>cialura gessata sopt'8 In medicazione anli.,dtica · auari. , senza accot'riamenlo, nes!'-un distacco di "'Cheggie, fun · zionalilti <h·ll'arto buona senza bisogno d• sostegno.

QucRLi casi di mos trano (specia lmente il f'l 0) quanto innanzi si possa l'lpingere la conse r vaz ione quand o "'i ha lìduria nel·

I'a ntic:epsi. li caso 4° c'insegna ancora chi' possiamo ritardO l'C per nn tempo notevolmente lungo una opei'azione neE t[UCsta ro"sìbilità non é dr ('OC'8 importanza per la chirurgia d1 porcht\ per essa si dimrnuisco di molto lo Sli'a ordinario lavoro dei p rim i po•t; dopo un com· battimento; naturalmente pet' O\'e r questo

CHlRU I\GI LA

condizi one ind rspensabile il I•Oter praticare il ptu pre:-to sia pusstbile l'antisepsi primaria !:>Ul campo. La ùisar·tilazione ebbe luogo, del r esto, al 4' g iorno nel periodo dc ll'inftl trazione, val e a dire, che fu una delle opet·aziOt Ji inte rmediarie tanto malaugurato o no n a torto nelle ulti me 1-1randi Arre· Se pertanto non a rigore equipat·art> le condizioni del tempo di pace a qut>lle della guerra, l'esito di guari:;:ione ottenuto, non ostante le molte difficolt.a, è già up no te"ole fallo.

YusoY. -Nuovi problemi di chirurgia. di guerra. ln oon-caenza delle nuove armi dl precisione . - ( Wiener mPd. N. 5. l '92).

11 barone dt Mu udy alla socielti dei medici di Budo-Pest apri la su argornt.>nlo mettendo iunanzi all'assemblea il geguen le quesiLO: Quali sono lìno aù o ra le nostre cognizi oni ::;ullc fe rit H prodotte dalle nuove a rmi di preeisioue e qua li po<Otulati si pi'esentano alla chirurgia milhere pe1· f!Uel'lla innovazione?

11 disserenl e fa nolare la neces:;ilà di un migliora m e nto nel ser vizio santtario in relazione agli effetlt della polYer e lenza fumo c delle nuove armi di precisione. Egli non necelta l'opini one tanto spesso ripetuta che coi modemi m ezzi di distruziont> sono quelli cito noi attualmente po;.;gedtamo e rhe il moderno spit'ito inventi vo si <Oforta di perfeZionare, l'aJ'll.' della siH diventata poi umana, poiché il fu10 o e il vup m·e serviva una volta a toglie r !' daLa visl>i e qumdi fl sahat·e centinaia P rntgliaia di persone. Le oservazi on J che si son fatte col nuovo armamento sono ancora iucom plete, l'd in ver·o lìno ad o r a la sola vr 1·a esperienza si ebbe occasiono di faro nella so ll evazione de • minatori di Biala dove entr·ò in HzionP per la prima volta il fucile :'diinnlirhc r . Qualche cosa ci fece r o pure conoscere i IIUici,Jii avv enuti con quell' at·ma e pochi casi di accidenti llrtUtti. Il m edico primario Bogdanick ha pubblicato le sue Geservazi oni in Bi a la le IJuali hanno una gr'ande imporlan:ta per il se r vizio sanita rio di g u ert'a. A queste il M nnd ck ne aggiunge una propria che egli asserisce come esemp:o della immen!'la fo rza di cui è dotato il proiettile Miinnlicher. Trattasi di un accenditor e Il quale venne colpito da una fucilata di una sentinella inutil m ente gli a veva gridato dietro. Il proiettile non offese orgAni nobili perciò l'indiviJ uo non m ori, m A la p alla strisci ò sulla clavicola e produsse una lacerazione interna che ebbe per consegu enza una forte emorrall1a. l reper·ti sopra suicidi o consuma ti o tentati fecero vedere che se non restarono lesi organi importanti i fe r iti guarirono quasi sempre. I n Biala accadde rhe uno degli ammutinali strappato di m ano i l fucile ad un soldato , glielo sparò contro; il proiettile gli passò da parte a parte il c r anio e poi andò a colpire u na donna le squarciò il seno ed uccise un <suo bambino lattante che portava in collo. Per effetto della sua forza questo proietlile può trapassare il corpo uma no a 2000 passi di distanza; la sua forza di penetrazione si man· tiene su di uno spazio che può dividersi in quattro zon e, cioé da 400 a 500 passi la zona d egli effetti d i pressione, quindi quella delle fe r ite liscie da 1000 a 1500 passi, poi la zona d<>lle lace razioni e framm en tazio n i da 1500 a 2000 passi; finalmenta le zona della forza morente la quale però può avere ancora per effetto lesio ni mortali. Passa quindi l'o r a to re a parlare delle m isure che devono e sser prese migliorare il se r· v izio sanitario a llo scopo di cont robilancia r e per quanto e possibile i te rribili effetti dei nuovi m ezzi distrutto r i. Tra le a ltre cose egli vuole una migliore costr uzione dei carri da tra sporto dei feriti e> propugna l'adozione della illuminazione elettr ica per il serviziO sanitario di campagna, il qual meno ci mette in grado di raccogliere o di soccorr ere i feriti anche di notte.

CIJIIlURGICA

l)GU ME! LL y. - S torie oltntohe e reperti neorosooplol _,n te•ioni d 'arma da fuoco osservate negU ospedali .ottarl pubblloate per oura della sezione •anltarl& t.1 aWstero della guerra pruasiano. - (Mil itèiN. 2, 1892).

Tra le storie clin iche e reperti neeroscopici pubblicati dal della guerra quelle di ferite d'arma da fuoco me ritano una !>peciale attenzion e per parte del militare . B enchè la ma gf(tor· parte dei casi in quest1one sieno avvenuti per suicidi e quindi siPIIO alquanto diversi da che si osservano 10 tuttavia non sono del tullo pr1v1 di un certo inter...sse poichò el'lsi danno una nuova conferma alla teo r ia che R eger ba sostenuta c;ull'azione esplosiva dei colpi vicini per mezzo della pressione ) te&. Nelltl maggior parle d d casi di ferite dells testa st mostrano gli della pt'essione esercitata nella cnvi là c ra· nica effetti che si r·ivelano non solo con completo spappolam;nto del cervello o st!'itol amento delle ossa del cranio ma talvolta anche con diAs tasi delle suture, il qual fallo col!lllUi!'ce una complicazione piuttosto rara la cui manife<-lozione nelle ferile d'arma da fuoco del cranio non si può sp iegar u che per· una enorme violenza che agisca dall' interno all't<l:iterno quindi per presc;ione in cavita.

Di l]uesle itnmeni dislruzion i s i v olle allribuirfl la causa da Beck ed 111lri aulort a ll'azione espansiva .Jei gas poichè quec;la fo r ma di forita s1 verifira a;;s ui spesso n e i suic1di, q uan.lo vien o applwala dAl suicida la bocca dell'arma ad immedi a to contatto col corpu; put' tuttavia questa op;nione viene contrudelta ùal fallo che lo stesso effetto esplo"ivo l'l os"e1·va anche 10 buon nume r o dt ferite d'al'lnn Ja fuoco p1·odotte da COipt sparati a n otevo li distanze; come p. Q. Si osservò in un Gef1·eiter che marcaVI>. il bersaglw e clw venne colpilo a 300 metri di distanza. Questo ultimo co.so è ancht> una COIIferm!l della teoria di Reger, secondo la qu11le la zona òe.la azione esplosiva per il pt'oieitilo di piombo molle è pm· lo meno di 300 metr1.

Anche n ei polmon i e negli organi addominali si può con· sta lare g l i stretti dell a pressione idr aulica per colpi sparati da vici no.

Nei polmoni si trovò come ha tr ovato il Rege r , unaferila d'uscita assai g r ande e più di tutto un grande canale sproporzionato al calibro del proiettile con pareti tappezzate di tessuto spappolato e da coaguli.

Uno speciale interesse offrono anche le g r avi lesioni di arma da fuoco le quoli son prodolle da cartuccia senza palla (cartuccie da es3rcitazioni) e nelle quali fa da proiettile una sostanza molto leggera come un tappo di carla o di legno. Le esperienze che molti anni fa Salsmann aveva compiute sugli eiTetti di quelle cartuccia concordano perfettamente coi reperti necroscopici dei casi suddetti. Quelle cartuccie ad una distanza di un metro e mezzo possono cagionare effetti simili a quelli delle cartuccie a palla, eiTetti che si estrinsecano colla forza di penetrazione e forza di scoppio. Nei colpi sparati a gr'ande vicinanza le carluccie senza palla possono operare distuzioni ad eiTetto esplosivo per mezzo di p r essione idraulica in parti ossee fornite di tessuti umidi. Questi fatti chP fu r ono pure constatati da Reger provano che gli effetti delle cartuccia senza palla non sono aiTatto da trascurarsi, hanno anzi una certa importante.

RIVISTA Dl OCULISTI CA

Sulla aohl&loopla, oon la desorlzlone d1 un nuovo atru· mento sohtasooptoo . - Dott. A. RoTH, Stabsarzt allo Istituto Federico-Gug-lielmo. - (Deutsche mililii.ràr;l/iclte Zeitsclì r i/t, agosto 1891).

L'A . nota che la schiascopia é tuttora poco diffusa in Ger· mania, ed attribuisce ciò a due cause: per lo più in Germania le lenti sono ancora numerate a pollici, mentre la l ' Si tiene vicino ftll'occhio una lente convessa di mediocre fl)rza, e si osserva un oggetto esattamente distinguibile (il margine di un tetto, l'imposta di una finestra), l'oggetto compar isce confuso, ingrossato, ad immagine diritta; se si muov e la lente in dive r se direzion i , si muove pu r e in di r ezione contraria, mooimento op{IOsto. Si allontani la lente dall'occhio, continuando le sue oscillazioni, l'oggetto compari sce sempre più confuso e più grande ed il suo movime nto più r apido; presto non si ved r à più che un'ombra seorrero t' a pidamente sulla lente; finalmente si ar r iva ad una disl11nza in cu i la direzione dell' ombra è indetermmabile; allontanondola anco r a noi vediamo l'ombra di nuovo distinta, che non si muove più in senso opposto ma nello senso della lente, mooimento omonimo.

ICbiaseopia è pre fe r ibilmente ad a ttata alla determinazione della rifrazione in diottr ie: inoltre il metodo anche nella mocliftcazione più c omoda (Scb'' eigger. Vedi il fase. del luglio t89t di questo g iornale) richiede sempr e u n piccolo calcolo beuto sulle le ggi ottiche, che il medico non specialista no n ricOrda s empre con sicurezza. Sarà perciò inter essante il conoscere un is tr umento, il quale può adattarsi a pollici ed a diollrie, è di facile maneggio e non richiede verun calcolo. Sebben e lo strumento proposto sia di un uso puramente meccani co, tu ttavia l'A. stima opportuno di ricorda r e i principii sui quali è costruito e le leggi fisiche che vi si riferiIICOno; ed a questo scopo si serve di esperimenti che ripor· tiarno in pa r te .

Allontanando maggiormen te la lente di m inuisce la velocita dell'ombra ; i contorni si fanno più distinti, e noi vediamo ad oeeillare tra il nostro occhio e la lente immagine dello oggetto rovesciato eri impiccoli t o: questa immagine si forma al fuoco della lente, si allonta na con essa dal n ostr o occhio, e noi la vediamo distintamente appena arriva nel campo della nostra a ccomodazione. Se noi torniamo indietro fino al punto in cui il movimento opposto dell'ombra si cambia in movimento omonimo, la misu r a della distanza d e lla lente dal nostro occhio quando ciò succede dà la distanza focale della lente: q uesto esperimento é una misu r a schiascopica della lente.

Il motivo per cui il movimento de ll'immagine diritta ha u na direzione dive r sa dalrimmagine rove<:cia si comprende facilmente: una immagine dirilla, p. e. la fìnestr·a osservata attraver!:'o un ve tro piano, non muove se non moviamo il vetro; se noi r ipartiamo l'impressione del movimento sul vetro e sull'Immagine, si muovono ambedue uno contro l'altra.

Ora se noi inRrandiamo con una lente con,·essa, !'<&ra ndlo stesso tempo ingrand1lo il suo movimento, quind1 il movimento r·apido in Renso opposto dt>ll'immaErine tllrilla L'Immagin e rovesc•ata <'· sosprsa al punto focale della lente, e deve perciò muove r si nello stesso senso di essa.

Nel suddetto esperimento nasce la domanda: fino a qual punto dell' occhio si deve oppure dove si trova il punto focale della lente nell'istante dell'inversione della ombr a? L a seguente osser vazione colla prova schiascoprca della lente da la risposta: nel momento dell'inversione della om!Jra un'altr·a per sona vede sulla nostra iride una immagine ben drstinta e r·ovesciata della sorgente luminosa da noi osscrvat.a. L'A . esam.na perciò quale azione eserc1ti l'irrde p r ova dell'omb r a; egli r1tiene questa azione essenziale e a quella di un diafr•amma, e propone a questo scopo all1·i esperimenti che tralasciamo di descrivere tutti per non oltrepassare limiti di uno. rivista, !imitandoci a par· !are dei più semp lici.

4• e sperimen to dell'A. Si r·ipela la prova schiascopica colla lente RUarùttndo attraverso un diaframma, il quale abbia un foro più piccolo della noslt·a pupilla, p. c. il foro di uno specchio oculare, il diaframma deve esst>ro tenuto 2 cm. dis tante Se noi rnisurtamo la ùic;tanza della lenti:! dall'occhio nel momento dell'inversione dell'ombra noi troviamo 2 cm. in più.

I noltre ci riesce facile di trovare una distanza della lente, alla quale distanza noi vediamo senza diaframma l'ombra m uoversi in senso inverso, col Jiaframma nel medesimo

StJnso: ciò suc cede quando il fuoco della lente cade tra l'occhio etl il dia framma. S e ti foro è più grande della pupilla, t: lascio. lutto il margine di essa non omb1·oggiato l'invet•sione

Di Ocu Listica

...............nbra avvi na dopo di essa. Un con foro piu jioeolo rim prazza l'iride, la pupilla e toglie alla ombreggiata l'azione di un . .

0• eqpet·ienza dell'A. Si colloca rl margrne lrbero dt un di carta sul campo Mila pupilla m modo che ne copra Ja meta inferiore; ora se nell'esperimento colla lente questa yaene por tata in basso il margine della carta un'azione. decisiva sul cammin o dell' ombra da noi osservata; se st porta la lente in altQ il margine della car·ia ì· come se noa 4listessf>.

L'A. in seguito in che modo queste e;;perienze lUi dtaframm i pos-.ano appliCttrsi all'occhio che oltre al dia· framma possiede ancora de1 mezzi rifr•anl!enti.

Come \'ltiusa di queste considerazioni indica ancora un: &• es perimP.nto. Con una forte lente conv..ssa (circa 10 D.) tenuta bene avvic inala all'occhio si osc;er"a la fiamma di una candela posta lontano in una stanza os.:m·a, la fiamma com · pansce come u n rotondo.

Il suo confine è l'ombra dell'iride, la quale è proiettata IIU.lla retina cosi chiar·amente, che noi ve iiamo le ft ne intaccature del bordo pupilla r e: l'interno del disco mostra una ed una striatura ra ggiata p1•ownienti dAlla atruttura del nostro cristallino; i corpuséoll mobili <>ono elementt delle la gri me. L e deviazioni parallassiche delle ombr e f11nno aiiR posizione in parte superficiale io parte pr ofonda de!!'li che producono le ombre. Se DOi movtamo la lente vediamo muoversi l'ombra della nostra iride : allo n tana n el o la lente il pupillare compat·isce se m p re più ma è riconoscib1lè come tale fino all'inversione dell' ombra.

Dopo l'inversione dell'ombra il disco pupillar e s i impiccolisce, la struttura del crt.,LAilino si r enrle di nuovo chiaramente visib ile solto fo1·ma di raggi chiari nel disco pupil· lare (ciò che prima er·a oscuro ora. si fa chiaro); mentre questi r agg i sr fanno più piccoli eù acuti r o m bra dell'iride ad ess 1 .:;i avvicina sempt•e più al centro del disco Panalme nte di qucsl'ullimo non t'tmane più che un punto huninoso raggiante, nel quele.ricono!\ciamo di nuovo la fiamma della_ candela rovesc iata: noi vediamo venir fuor i ciascun ragg1 o della fiamma da un raggio del cristallino. Un'altra prova che ogni ombra , il c ui movimento noi scorgiam o suUa retina, deve e ssere l'ombra dell'iride tanto !'e noi ved1amo la sorgente luminosa di" tinta come con ci rcoli di diffusione

Stud:ata così l'azione dell'ombra dell'rride, l'A. sino a qual punto si debba misurare quanuo succede l'inver· sione dall'ombra. L'iride in m ed ia si trova 3, 6 mm. dre tro il vertice della corneo., ma l'immagine di essa che noi veu 1amo è O,H mm. più all'innanzi; e se vogliamo essere esalti nell; misurazione dobbiamo prendere in considerazione il pi8 no di questa imma gine dell'iride.

Finalmente si domanda ancora quale influenza abbia s ulla inversione dell'ombra la rifrazione dell'osservatore.

Siccome la misura è dala dalla situazione dell'rrid c, la lunghezza dell'asse dell'occhio non può influire sulla inversione dell'ombra; pero se l'os servatot'e porta gli occhia li tanto concavi che convessi questi influiscono, perchè tano all' mnanzi od all'indietro il posto apparente ddl'iride, ma di una quan tità iusiguificanlt:!.

Come modificazione dei sopradescritli espe rimenti l'A. descrive un a pparecchio che imilllla schiascopia oflalmol ogica che egli dtce unjacomet ro schiascop ico poich è determina la forza rifrangente di una lente culla prova dell'ombra.

Una lente convess a ed un fondo pellucìdoposlo al suo fuoco (ret ina), costituiscono un occhio emmetropico artificial e che viene illuminato da u na fiamma posta dietro la re tina; me tte ndo in m ovimento un pendol o si ha un' o mbra che oscilla sulla retirta prodotto Ja un diafrlimma mobile. Mettendo davanti all'apparecchio o una lente convessa di 10 pollici di distanza focale s i produce una di 1/ 10; ed iJ punto r e moto si trove r à 10 pollici innanzi al jantoma. Se si g uarda dentro al si vede l'ombra ad oscillare sulla 1·etina; essa si muove nello stesso senso uello schermo se l'occhio è più vicino all'ap par ecchio dt 10 pollic•; m senso opposto, se l'occhio è più lontano dt 10 pollici: alla dil"tanza di 10 pollici con leggieri movimenti innanzi ed indietro Ri vede l'Inversione dell'ombra ; e questo punto si trova facilmente ec1 eeattamente colla seguente disposizione del fantoma.

.U. ta,·oleUa è agg iunta u na stecca di legno sco rrevole perallelam ente all'asse della lente , che ha alla sua estremita u n diaframma so tlo fo rma di una sottile fessura perpendicolare : che nel suo punto mediano è tagliata perpendicolarmente dall'asse della lente.

Allora per misurare la lente si guarda attrave r$0 la fessura ; l'inversiono dell'ombra non é più dipendente dall'iride ma dalla fessura; quando noi vediamo l'inversione dell'ombra allora la fessura si trova al punto focale della lente; il luogo dove !'i trova l'occhio é senza influ enza , per ò è meglio avvicinarsi più che si può; si mi«ura la diRtanza con un nastro rhe indichi i pollici, i centimetri, le diotrie.

Con queRto facometro schiascopico si possono imitare tutti i casi della schiascopia ottal m ologica e dimostrarli nel nel modo più com odo. P e1· esempio se si determina la forza rifran gente di unu lente convessa sconosciuta, s i diagnostica una miopia del jantoma: con lenti cilindl'iche unite alle !;fer;che si può simulare l'ast!gmatismo. Ftnalmente con questo strumento si può misurare la forza di una lente concava unend ola ad una convessa di forza conosciuto..

L'applicazione di questi esperimenti col facometro alla aehiascopia ottalmolo gica si capisce fllcilmente; noi dobbiamo 110lam ente aggiun gervi l"ordinal'ia illuminazione del fondo dell'occhio con uno specchio piano: le inclinazioni dello specchio hanno lo stesso t' ffello come se noi m ovessimo una lam pada dietro di esso; una inclinazione a destra dello specchio fa muovere la fiamma verso si ni stra , la luce nell'occhio osservato s i muove verso d estr A come nel fantoma eenza ri guardo alla rifrazione dell'occhio; se no i ci troviamo nel campo della imma gine diritta, noi vediamo la luce muoversi come real mente succade; in vece, se tra la nostra iride e quella dell'osse..valo si trova l'immagi ne r ovesciata, vedia mo la luce e quindi anche l'ombra muoversi in se nso opposto: il punto dell'in versione dell'ombra è il punto remoto.

Ora il moùo col <tuale il punto remoto è portato nel piano dell' iride è il segno differenztale dei dive rsi m etodi di schia-

Prop r iamente ne !'Ono poss ibili due !'Oli: con un metodo !'i clà al piano delriride del medico una poc:;izione co!'>tant<', porLa mediante lenti il p u nto r Pmoto dell"o:::se1·vato ed indietro fino a che il medico veda l'iuvers one dell'ombra; colrallro metodo si dà al punto remo to una comoda distanza m ed ia dall'occhio e mediante movimenti di va e vien1 dell'occhio osservatore si porta sul piano dell'iride ro\·esciata della ret ina ora li'-sa.

Ln di<>tanza comorla, di cui si traUa è al masl'limo 50 cm. al minimo 12 cm., una maggior vicinanza è incomo dA!' dà' risultati llH'<>atti. Il medico produce nell'occhio da una miopia artificiale di grado medio col mezzo di una lente conves<>o, cd un esempio ci spiegherà meglio l'ulterio r e pro· cesso.

È stata messa rJinanzi all'occhio una lente di+() D: il medico trova l'i nversione nell'omb ra a 40 cm.; q ua le è lu t'ifrazione dell'occhio? 100 ; i,rJ = 2 ,5, la m iopia artificiale raggiunge du n que 2,5 D ; perciò dell e 6 D n e devono essere s tate impiega te 3,0 por correggere una i pe r metr opia: la ra· fraz ione ragg1ungo dunque 3,5 D d 'ipermel r npia. Om b chiaro che s i può uni r e alla lente + 6 D un nastro metrico che n 40 cm po1·ta findicazione + 3,5 D, a 100: (l= 1G,66 cm. l'indicazione O C'ioè E, a 100: (6 + 1j = 14,3 cm. l' indicazione - 1 e cos1 di seguito; a qualu n que punto si t1·ovi l'inversione dell'ombra con + 6, D, basta misu1•art: col nastro la dii'\Lanza fr a i due occhi e leggere al luogo COI'ri!>pondente la rifrazione in diottrie.

Su queste bas i é fondata la costruziore del nuovo istrumento del dott. Roth.

D.!sc r i;ion.e dello schiascopw.- E sso si compone di 3 par·ti: una rosetta con G len ti, un nastro misurator e ed uno specchro pian o. L11 rosetta contiene le !dnti -1- 10 +o + '> _ 2 li l ' 'l, ,- , sufficienti a determinare la rifr·azione fino a +Be -18 D, é fa crlmr.nte girevole sopra un sostegno. cosi che si può sos ti tui r e lente a le nte senza allontanar la da ll'occhio · o<>ni lente ' o é. contornata dA un compo dive r sam e nte color a to, per cui fuCII men to .:1i disting uono fr a lo r o.

II nastro un isce la r ose tta co ll o s pecchio , si può s voìger·e

Di Ocu Listica

re cililà del !>UO g uscio u ni to al manico dello specchio, 11 ritorna a d a uto m 11 ticamente, e si p uò a 4'11llunque lunghezz a . Esso ha in ognuna delle facc1e ètivisioni in lun g hezza distinte stessi colori lentr, per cui ogni le n te ha il pr opr io nas.Lro: .in d1 f)uesle division i {> indicato il valo r e della r1fraz10lle corrrsponden te 1118 lente d el medesi m o colore, che si legge nel punto m cui il na str o en tra nella fe!>su r a del Lo !:>pecchio piano non ha nel centro il foro in· 11eee fa sua a m algama è r aschiata via sotto forma ò1 una fes"u r·a or izzontale la r ga circa 1,5 mm. e lunga tanto da ol· trepasl'la re la gra ndezza di un'ampia pupilla, la faccia ante· riore dell o specchio è ancora coperta eia una seconda lastra di vetro.

L'A. c::piega i vantaggi eli questa disposizione e gl'inconvenienti d i un o specchio con un semplice fo r o. Mod o dt usar e lo schiaseopio - La lamparla sta a ll'altezza dtll'o r clno d ietro il paziente tanto lon tana quanto lo pe rlllo> tte la tavol a : è s u fficiente una mPdiocre oscurità della camera, il pazie nte ed il medico si come ll&me a d irr. magine rovescia; è meglro osservare col i oc:h1o sin 1stro il s inistr o e vicever sa; J'os!'lervato gua r da colf occhio li bero alla t esta del medico, in lonianan.:a. Il sostegno della r osetta e tenuto fra il polli ce ed il medio, l' indice fa grra re fa r osetta : svolge il nastro mediocremente, illumina il fon do dell'occhio, e vi si por ta innanzi la lente corrisponde nte della rosetta. la quale deve dislare un cm. dalla cornea; é necpssario di tenere la rosetta dirìlla c1oé, pendicol a r e a lla linea di sguardo dell'osservato, pPI' evita r e trrori. Lo specchio si tiene vicino all'occhio, si attraverso la m et a della fessura, e si adopera pe r I Illumrnazione fa p or zione mediana del cono lu m ino.so . Se si vede la pupilla r iluce re in s i gir a lo specchiO attorno al suo ln8 1nco in m odo che la pupilla si oscuri: così l'omb r a che eeaccia la luce s i m uo"e o nPIIo stesso senso od in senso opposto, il punto nel q ua le u n movimento s i n ell'altro é il pun to r em oto del miope: per tro varlo fan n o Dlovimenli in ava nti ed in dietr o co nti nuando a g 1ru r e lo apecchio.

Or a sono possibili diversi casi:

1° Non si conosc e la r ifr a;éone dell'occhio. - Si colloca inna nzi all'occhio la leale + 10 D, se l'ombra si muove nello stesso senso anche dopo svolto tutto il nastr o, vuoi di r e che esiste H superiore ad 8 D, locchè è quasi unicapossibile, ntlll'afachia, e noo si può misurare coll'apparecchio in esame: se l'ombr a si muove in senso opposto po r ta innanzi all'occhio la lente che segue <+ 6 DJ. e se il m ov1 mento dell'ombra continua ad e8sere opposto si seguita a gira r e la r oselta. Finalm ente si trova che, p. e ., con -6 O l'ombra si muove nello stesso senso, allora si deve <:orcare il momento dell'inversione colla lente pr eceden te (- 2 O): si di nuovo - 2 D, e trovato il punto dell'inve r sione si ferma il nas tro e si legge la rifrazion e alla fessura del g u scio sulla divisione del nast r o che ha lo stesso colore dell'ultima lente adoperata.

2• La r (fra;ione si conosce approsstmatioam ente; s appiamo, p. o., che esis te leggiera H Sul nastro è notato che la divisione bianca per mette di misurare la r ifr azion e da - 1 flno a+ 4 D: noi mettiamo pe rci<i davanti all'occhio la lente segnata col bia nco, r icerchiamo l'inversioue dell'ombra e leggia mo la rifrazione s ulla divisione bianca de! nastro .

3• il punto r emoto del miope raggi ung e meno di 15 cm. o più l' cioe e:J iste o non inabilità al se r oi;io milttare per miopia (si parla natu r almente dell'ese rc ito prussian o). -

L'i stru mento d e te rmina la r ifrazione m ediant e la distanza del punto remoto, per ò m isura ta non dalla cornea ma 1 cm innanzi di essa, cioè dalla lente di vetr o. Si ha così il vantaggio che Il r isultato della misurazione coincide, almeno teoricamente, colla lente che corregge l'ametropia. Cos1, p. e. , se la distanza del punto remoto è di 15 cm, la mi opi a r eale è di JOO : 15 == 6,66 D, ma siccome la lente correttiva s ta almeno i c m. d1stante da ll'occhio, una miopia di ques to grado rich iede per essere completamente corr etta una concava di - 14 cm. di distanza focale ( == 7,1 O); quindi se coll ' istrumento si trova M == 7,1 D, vuoi dire che il punto rem oto é di s tante da ll 'occh io precisamente 15 cm. Il punto del na s tro, dove é indicata questa m iopia si trova su ll a di·

. Ila len te- 2 D, ed è con un .Wone corrispondente a l nella fessura del guscio paolo ne r o: si colloca si muove nello s t esso eli osserva colla lente - - ' se d bbio più lontano di 15 cm.' il punto r emòlo è è puiù vicino a meno che l'os· 18 si m uove in senso oppos o ' eervato accomodi. . - Si stabilisce

4" Rice r ca dell'asltgmattsm?. t le lenendo il manico . d l eridiano orizzon a . .

1a ri fraZion e e m . _ 2 D qumdt . l sa raggmnae p. e. ' dello specchio ve rl!ca e; es .d. o :erli t>ale ten endo il ma· . l ·rrazione del mert tan , ·c li r 1cerca a r t . . . e si ottiene la stessa t't ranico dello specchiO orizzontale' s . _ 4 D esiste . . r smo se st trova p. e. ' lione no r. esJste astJgma I , ? . L'A par la poi dell'aslig. ·opiCO e COSI VIa VIa. • mi . '. i dell'astigmatismo irregolare, delle mat•smo con ass• obliqu' . . n dell'astigmatismo e del fonti di errori determmazlO e modo di evitarli. . L dei risul tati possono . . tti L e mesat ezze vaz10ne ragg!Un ,.., . 11 schiascopare c1 SI porta tria , esse si possono bra a nello indietro finchè non 51 veda pt ' stesso s e nso. t 11, accomodazione ser- P e r evit are le inesAttezza dovu e a vooo le seguenti norme: dazione di g uardare t • Ri petere all'osservato la si crede di essere in lontanan;a più frequeotemen e qua "icini al punto decisivo; .

Ri sultat, mesa · - d osservazione difet1 . . ola parte a una provenire so o m picc d . ne dell'osse r vato; nel 'ù ò dall'accomo ozio \osa , per lo _P• per è uasi sempre troppo vicino, primo caso Il punto r emoto . q ttezze dovute alla osserd empre · le mese nel secon o ca so s ." . te al massimo una d10t. · aono . .

.,. L a chiusura dell'altro occh•o ;

3• Mettere davanh alla ro oc

' IL chio una lente convessa

(s pecie nella ;. nesta s i restringe senza rhe

4• Osservare la pupilla· se q . . · e è segno che 8i llia cambiata la di r ezione della Jllnmlnazton ' l'osse r valo accomoda; (stancar e esercitare

5• T emporeggiare nell'osservaziOne , il paz iente) ;

G• Atropina (omatropina) Il 'l zione a vviene più lar•Ji deli . dell'act>omodatere accomoda livo può a mr coll'omatropina il poconservarsr 10 part S . nato l'occhro è ml'j.!lio 1 . 1, e sr è atropi- 7• R' t , ascrare allro occhro aperto.

'PE> e re l nei ca.:::i in c . . . ' la rifrazi one con (I ue d' 1 ur sr puo determinare rverse enti (p . e con • 6) · · e. emmetropra con + ò)

T s r raccomanda di 1conda lente. contro fare la misura colla se -

. Lo come ottomet r o ' rstrum ent.o. con qualche m d ' fì .. - L A. nola come il suo tometro, per misur"re l' o. r Icazrone può servire come ot" amprezza deii'ac d . conos('er·e l' asllgmat · como aziOne, per r·irsmo. ecc e ter· . l colle s<·guer•ti l'iflessioni: Nell ., mrna .a sua memn r ra vano estesi lavori s Il l . a le.tteratura lrancese si trou a se 1rascop1a eh · altre cose sulla celeri la. d lr b ' e SJ estendono frA le visivo, del camp o d' ' Ile sulla g ra ndezza del campo l l umrnazrone ec Il f come diaframma é . ' c. atto che l' ir·ide causa dell' lnvers·o d Il' cordato da Leroy (1887) l ' ne e ombra é già ri. . 'anc le Monoyer (1888) d' dllt drAframrui senza d d 1 1scute l'azione . • e urne e con.:::e"'ue . sch ra c;copiA Non o.:::tan t .11 "' nze applicabil i alla ammette del Leroy, Chouet nel 1888 l lavori de('flr' s 'tt punto nodale dell'occhio dA · . . ,.., · cr1 o rr r•r cordat· . r•rfer•rt1 nel Ja/, 1 . 1 sono am prament" LN!S JCrtcht f." Q h v N ella letteratura tede ur 'P talmologie volumi 18 P 19. . sca mancano osser• · · a zrone dell'iride. vazionr sopra questa

Processo operati atlte. - Pror vLo pGer la cura rapida della daortooi· UAITA (G'o l · delle scienze mediche 15 d.'1 rn a e mternazionale • rcemb re 1891) .

Nella I'Ctac:ia e nella fistola del !'; • • • • pl'ocessi dr cura cl . lacrimaJe l mrgli or• 1e ad ottene re d ri gione sono ancora gli a t. h' una l'a •cale guad n IC rssrmt della caut · . ella esti rpazione del 1 . e rizzazione e ,. sacco acrimale . m . lrnconveniente di richi d · a essr presentano ottenere un a p', .d e dr SA si potes se

L'autore ha quindi cura consecutiva .

A tale scopo egl i l 'ctr u ;apr a senza perJco lo di r ecidi va. la ' ea o un processo operativo di cu i

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di una descriz wue detlugliala in questa memoria; esso rappreseula un a modi ficazione del processo del ed UDI associazione del me<!.esimo col raschiam ento della cavit à dal tumor lac rima te.

QuesLo proce sso ha però uno scopo ben differente di quello cbe prefiggeva il Dupuylr en credendo .li poter ristabilrrt• per sempre il canal nasale con unu cannultl metallica. Qui l'effetto principale è richiesto dal ra schiamento dell'rnlPrnR super ficie del tu m or lacrimale, eia cannula n on ha altro scopo cbe dr accelerare la guarig-IOne, per·mettendo lo scar ico delle lagrim e e delle materie pr•ovenienli dalla superficie rasch iata verso la cavità delle nar·ici, in modo che si può tosto richiudere la ferita cutanea; ma poi questa cannultl viene drsciolta esaendo di osso d ecalci ficato, e quindi eliminala in gran pat•te per le na1·ici.

ataerohe sperimentali sulla oheratlte settica . - Do tto r AUR ELIO S rLvESTRr. - (Lo Sper1:mentale, settembr·e 1891 ).

Le conclu sioni che si possono tratre dalle ricerrhe dell'autore in r elazione con quelle di altri, concordano in generale col concetto odierno dell'infì ummazione. Si può infatti comprendere il processo infiammatorio nella cornea come un compl esso di fatt r diretti ad allontanare dall'organo la e&u!'a m or bifera e quella parte del tessuto che per le alteruzroni subite è divenuta inutile. Questo scopo viene raggiunto 111 grazia della immigraziOne dei leucocili nel focola io infiammatorio e dei fenomeui di i,tolisi e di fagocilo!'i a cui esso dà luogo ; sebbene a quest'ultima non SI attriburre a lcuna influenza sulla vilulita dei batter·i. Si puo per tal modo concepire la reazione infìurnmatorra come un fenom eno utile, necessario, il quale, se da luogo talvolta nell'organo alletto a dei guasti irrepar·abilr, appari !:tCO tuttavia come il m tlzzo per r ender possibile la cicatrizzazione ed una guarigione assoluta o relativa.

Bempllflc•zlone della cura operativa

Dott. TAJLOR.

Del Glauooma

met?do Mrebbe nei casi di forme prodrodi ne• glaucomi anteriori e nef(li emor.-aall_a ed alla scler otomia ordinaria. Sarebbe put e ul!lo nei glaucomi con lesione dei vasi profondi del gl()bo oculare, ed anche in certi casi di glaucoma cronico. lo sarebbe nel glaucoma consecutivo alla alla sclerocoroiòile ante••iore e nel buftalmo.

L •strumento sar ebbe un semplice e fino ago analogo ad un ago da cata•·atta, terminato da una specie di appe na acuncinetto, a mezzaluna, puntuto e tagliente su lla ptccola convessità.

Lo si !nfigge nella camera anteriore, facendogli attraversare obl•quamente la sclerotica, ad un millimetro e mezzo della cornea, nel punto corrispondente al me· r•d•ano Lo si approfonda nell'occhio, paralle lament: .al p•ano anteriore dell'iride fino a che arrivi nell'angolo del lato opposto. In questo momento si incide la sclerot•ca tagliente dorsale della piccola falce dell' uncinetto termtnale; si estrae quindi l'istrumento e si iniettano g?cce d'una soluzione d'eserina (calabarina) e l'ope· raztooe e compiuta.

. l'immediato risultato della operazione é la dJmmuz•ono della tensione endoculsre d'o nde l'aum ento della visione. '

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