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RIVISTA DI ANATOAIIA E FISIOLOGIA

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RIVISTA CHIRURGICA

RIVISTA CHIRURGICA

Normal E E Patologica

Dello avlluppo e del modo dl propag&zlone della tuberooloal delle articolazioni. - ( PAWLOWSKY A n, l l , l'l t ·t , .... a es c t ns L ut Pasteur, N. 2, febbraio 1892).

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dalla r{uestion& tullora contro,·crsa, se cioè la formazione del tubercolo debba altribuit•si alle cellule del l'a vviso del Baumgarten, ovvero at leucoctlt secondo 11 parere di altri l'A h · 1 l' . , . a 1mprec:.o neIs.Lttuto. una serie di studii sulla tubercolosi delle che me r itano tutta la considerazione degli studtost ha iniettato nelle a1·ticolazioni del ginocchio delle cavte colture di bacillo tub r•rcolare in glicerina peptonizzata a ssoggettandol e posci a dopo '/ 1 2 • ; 6 - 8 9 1r.. giorni, e 2 , :l, -1-, 5, G, 8 l'\6lliman e all'eMme istologico. Pezzi di d'animali morti pet· cloroformio, in alcool, in li'luido d i Flemmin:r, in 5:olut.ione al 0,:!0 "/.di aci.lo cromico (Ba um!-!arten), o inclusi in celluloide furono poscia s tudiati se r vendosi della color azione con la safeanina o col carm inio a llu111inato per i tessuti, e col metodo di l':hrliciJ, di W etgert e cii Zie! per i bacilli. ·

1 t a mbiamPnti macroscopici ossen ali da H' A. nelle articola zion i inoculate furono: al 4• giorno !'<Oio un'iprromia delln al W gonfiore dell'arlirolnzione, aumento dell'iniezione dello cal'l1la!!ine. la membrana smoviale un poco scabr a e d'un colore grigio ; talvolta un po' di h'luiolo lalliginoso n ella cavità articolnrP, lo glanclole inguinuli gonfie. Al 12• giorno, il tessuto periarticolarr è edematoso. Dopo Lt·e s eUimo n e l'articolazione (• S!'<!'<ai soventi ripiena di pus, le cartil agini com e erose, di un color g l"t!!to; la LunÌI'o stnoviAie fortem ente ispessita, covcrta di uno strato di Ctlseoo::o e di g r anulazioni molli; le ossa molli. Verso la sesta settima na , rarlicolazione mo<>lrasi forlc.>mente ingrO!<SULa Cripie na di gt·nnulazioni spe!<se; la membrana sinoviale è diRseminata di piccoli noduli grigi e qualche volto di piccole pus tole rat·amenle apparesuppuruzionB cu::<eosu del les<iulo periarlicolare; le glandole inguinali r addominali sono gonfie. Questo stato persiste in tal modo talvolta dua o con una Ruppurazione più o meno abbondante, o con la com plicazione di granulazioni più o meno num!'r ose.

L'esame microscopico dt tagli della tunica 5\inoviale, fallo dopo 12 ot•e, fa rilevarP chf' i bacilli passano addi1·ittura dalla arti co lazione nel suo !'ndotelio e di qua nei linfntici del tessuto connettivo della tunica arlicoiArc. Qui incontrano e infetta no l'endotelio o le cellule immobili del conncltivo, pns«an ,Jo da una cellula all'altra e servenciMi dei loro prolunRame nli a guisa di ponti.

Dopo ore !<pesso si osservano nel tessuto connettivo, per fe ttamente inalter ato lontano dai dintorni già degeneralt e g r anulosi, gruppi di cellule invase dai bactlli. Così 12 o r e, sebbene raramente, si vedono dei corpuscoli bia nch' nel liquido sinoviale con bacilli in mezzo al protoplasma. Dopo poco, talora 24 o r e, possono osservArsi qua e là cellule fungose e, gua rdando atten tam ente, dei b acìlli n elle cellule fusiformi poligonali del con n e lti,•o, il cui protoplasma é granuloso e il nucleo grande e pallido. Si osservano bacilli an cha nei globuli bian chi; e la presenza di essi nelle cellule del connellivo e nei globuli bianchi si riscontra in lutti i periodi della tubercolosi delle articolazioni, cagionata ad ar ts, da 12 o r e dalrinoculazione a due mesi dopo.

Secondo l'A. dai primi momenti dell'infezione de ter mina uua v1va lotta nei tessuti alla quule i corpuscoli bianchi co ntribuiscono attivamente. Non si puo seguirne i progressi nella r egione fungosa per la confusa mescolanza degli elementi dei tessut1; ma ai limiti di questa regione v'ha una zona nella quale i globuli bianchi sono più rari e i fenomeni istologici possono rneglio osserva r si. Qui possono talfi u ta osservarsi, allorno a una cellula invasa da bacilli, 1, 2, 3 g lobuli bianchi riuniti coi l oro prolungamenti vet·so i bacilli , o adJiri tl ura invasi da questi, ma in quantità minore che non le cellule del con netti vo.

Dopo 36 ore, la regione delle g r anulazioni compatte si estende e, qua e hi, nel tessuto ad iposo periarticolare si osservano dei globuli bianchi inva si di bac1lli.

Oll1·e di questa zona di granulazioni compatte e di cellule di connettivo, disseminate di globuli bianchi, se ne rinviene un'altra in apparenza intatta; però anche qui si riscontr·ano dei bacilli spa rsi e nelle cell ule del connettivo c linfatici. l tessuti intorno a questa zona paiono anche essi intalli; ma osservati allentamento dopo 24, 36 o r e, mostrano anch'essi dei globuli bianchi invasi da bacilli e nel tessuto connetti vo, e nei fasci delle fibre muscolari e nel tessuto t'tdiposo periarticolare.

Dopo 10 DI'e, olll'e alla pr e$Pnza dei barilli nel liquid o ticolare, 11elle cellule eudotel1ali e nei globuli banchi, u otasi che il processo mlìammalorio si estende, o durante il periodo di sviluppo del tuberrolo, l'eruzione di nuovi e giovani lubercolt segue di pari passo alla propagazione dei bacilli nell'organismo .

Di Anatomia E Fisiologia

Al sesto g ior no il mu tamento importante avvenuto é l'apparizion e di piccole puslole contenenti pus caseoso, sulla tun ica sin oviale o nella sua sostanza.

All'ottavo giorno oltre dei dipici globuli bianchi se ne osservano degli allri più g r and i, poligonali, ovali con prol.oplasma v oluminoso, accanto ai quali se ne trovano altri a nu clei mollo colorati e che non hanno a lterale le loro dimensioni e la loro affinita per i colori di a nilina.

Al 10" e 12• giorno si osservano qua e là, sparse sul tes1tuto, masse di cellule epilelioidi del tessuto connell1vo frammischiate a corpuscoli bianchi e forme di tra nsizione dai g lobuli bianchi alle giovini cellule epi teliodi, delle qual i forme però non è stato all'A. a gevole determinarE' l'appar izione.

P roseguendo lo svilupp o del pro cesso lubercoloso articolare, l'A . ha riscontrato che oltt·e l'infezione incontE'c,tabile e s uccessi va di tutto il tessuto , appare ca riocinesi ue l tessuto tra il 15• e il 21" giorno. Le cellule del tessuto con n ettivo comprese nella zona dell'infezione si ingrandiscono col progredire del processo tubercolare, il loro protoplasma si gonfia ed esse si cambiano in cellule pollgonali o epitelioidi. P arte di queste cellule vengono dai globuli bianchi per ingrandimento di proloplasma e del nucleo ed è in esse che si osse r va il fenomeno della cat·iocinesi. Il fallo se questa, la cu1 é indubbia cellule del tessuto connettivo, sia E'!o\Ciusi va alle cellule epilelioiJi da esse derivale, o si estenda a quelle derivanti dai cor·puscoli bia11chi non può esser·e afTermato con non potendo sifTalle Ct>llule di s tingue r s i l'une dalle alt r e. Ciò può secondo l'A. ritenersi per la molliplicilà delle forme transitori e che si ha campo d 'osservare.

Le cellule epilelioiJi dl•i giovani tube1·coli sono molto resistenti nella lotta contro l'infezione; per ordina ri o non si sintomi di metamorfol'i rrogressiva ne nel loro protoplu sma, né nei nuc lei, ne nei loro rapporti con le soshmze coloranti. D'altro canto non v'ha dubbio che i bacilli non si moltiplichino nel loro i11Lerno; essi arrivati nel p r otoplasmo , vi si t1·ovano in ammassi va rii di forma, a i quali nucleo e cellulA fi n iscono col cedere rimanendone distrutti e sostituiti.

Oltre di queste masse di bacilli e di cellule morte ùel tessuto connettivo, avvi ancora delle cellule epitelioidi più grandi di quelle all'S• e 10• gio rno L e une hanno un nucleo grande e pallido e un protoplac;ma chiaramente delimitato, mentre le altre presentano i segni della cariocin<'si. Globuli bianchi sono penetrati fra esse con un nucleo tal ora diviso e distintamente colorAto, tal'altra con nucleo r otondo, ma con colorìlo bene pronunziato, e contornato dA pt•otoplasma più o meno spPsso. V'ha in fino cellule poligonali, le quali sono giovani, epilelioidi ricche di protoplasma con nucleo inten;:amenle coloralo, e che hanno grandissima affiru ta c1m i globuli bianchi, di cui sappiamo le molteplici forme transitorie.

Dopo il 2to giorno ollre le parti cospa rse di granulazi0ni cc.mpatle e !ungi da esse. si riscontrano piccoli tubercoli microscopici con ce llttle epilelioidi più g randi che non quelle osservate al giorno. Si osc;orvano r aggruppate in G-7 a nucleo grande e pallido, o piccolo e ben coloralo, mostrando i ca ratLeri di derivazione dai globuli bianchi, di cui riscontl'asi qualcun0 ft•a le cellule opitelioidi. Colorando eon la safranina col metodo di Gram si possono osservare l'orme di cariocinesi Ml 1e cellu le epitelioidi.

Alla 4* settimana appaio11o qua e là grandi cellul e Ppite· lioidi del tessuto connellivo con due tre nuclei; tubcrcoli tipici, e, sebbene rari, fra le cellule epilelioidi non mancano alobuli bianchi solto tutte Je forme transitorie e progrec:si\'C o verso le cellule epitelioiJi. Risconlransi rari bacilli e foem e di car iocinesi, e tramezzi di fibre del tessuto connettivo norma le diRI'etto e invaso dalle nuove cellu le epilelioicli.

Alla 5a o G' Mltimana s i pos!'lono ossarvare dei ver i c tipici tubercoli con scarsi bacilli nelle cellule e pilelioidi .e .una serie di metamorfosi regressive in forma di decompost?.tone e degenerazione adiposa. l nuclei delle cellule degenerate si colorano mal e, il proloplasma è g ranuloso, ineguale, infi ne la suppurazione tubercolare si è determinatn. Questo processo per ò è diffe r ente da quello prodotto dal c occo pio- geno, chè il primo é un p r oce:sso necrolico in cui la deeompo !;izione g r anulosa e gra:>sosa degli elementi del tessuto e dci globuli bianchi, menlt•e nel secondo glì elementi figurali sono ben conservati e talvolta mostrano ancr1ra dei movime nti a:niboidi. l ft>no meni dt svolgimento s tudiati ed ossenali dall'A. hanno una certa superiorità su quelli descritti dal Baum· garten in quanto si succedono con maggiore prestezza e sono assai più complessi.

Dopo due mesi di infezione Ri oc;c;er,•a l'lene la zonn di degenerazione lubercolare del tessuto e qua e là fra J1 l··c:suto congiun tivo sano ''edonsi gruppi microscopici òi luhet•coli, composti di 6, R, 10 cellule epilelio:di, di vecchie cellule del tessuto congiuntivo, e di giovani derivanti da corpuscoli bianchi: no n cariocinesi, nè cellule giganti.

E lo la peuetra:r.ione dei bacilli nei globuli bian.chi e l'infezione delle cellule ùel tessu to conn ellivo e della rete linfatica osservate 12 ore dopo l'infezione, c io& a dire nei primi mom enti che segue nei l'invasione bacillare.

L'A. tre zone di propa!!azione dell'infezione: la esterna n ella quale : bac illi si tro van o liberi nelle lacune del tectsuto congiuntivo e raramente nelle cellule, la media in cui i bacilli si riscontra no nella cellula del connetti vo spesso contornate da g lob uE bianchi, l'interna o quella dello vas:e granulazio ni in cui i bacilli si trovano nei bitmchi. Inoltre l'A. ha r•isconlrato i bacilli nel liquido sinoviale, e sapendo che fra le cellule dell'endotelio nell'articolazione vi hanno ot·ifizi di vasi linfatici, s'at·gomenla di leggier i la via che i bacilli hanno seguila nel tessuto sinoviale, la quale é appunto, secondo l'A, quella dei linfatici, infettando prima le lacune linfatiche e le cellule de l con nettivo. Qui appat·iICOno dei globuli bianchi che cominciano a tr·attenere dei bacilli, e lù sono maggior•i di numero dove più grande è la quantité. di questi ultimi.

Fmchè i globuli bia nc hi cOM<'rvano i loro movim e nti essi a d emigrar e; ma quando i bacilli hanno distrutto l globuli bian chi, questi infetlltno i tessuti e danno origine a un nuovo tuhe rcolo. Quelli che non possono emigrare re

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stano distrutti in sito subendo la metamorfosi regressiva di cui si è detto di sopra . I bactlli inlf\nlo continuano il loro progr edire infettando man mano le cellule del connettivo, intorno alle quali accorrono e si arrestano i globuli bianchi. È quest'arresto effetto di un'attrazione chimiotassica o è la cellula rigonfia per l'incorporazione dei bacilh che an-esta il c ammino ai leucocili7 Checché ne sia, l'A. ritiene certo che sono questi gruppi di cellule del tessuto congiuntivo -contornate da globuli bianchi, che hanno il primo posto nello sviluppo del tubercolo.

Due obiezioni, dice l'au tore, si potrebbercJ muovere alle deduzioni : che i globuli bianchi non cedano es!'<i 11lle cellule i bacilli che contengono e 11on si siano arrestati in torno ad esse che quando già essi erano infetti, com•' anche che sieno essi che infettano le cellule del tessuto connettivo.

Alla prima rautore rispo nde riportandosi agli allungame_nli amiboidi del globulo bianco ve r so la cellula del connettlvQ per cui talora i bacilli si trovano per metà entro la e per l'altra metà sul globulo, e contro la seconda sta 11 fatto della presenza dei bacilli nelle cellule del connettivo della zona più avanzata prima che non sieno apparsi iglobuli bianchi.

Bisogna dunque ammettere, dice l'autore, che i globuli bianchi vadano essi in cerca dei bacilli nelle cellule del tes· suto connettivo, le quali si riscon trano in tutti i periodi dell'evoluzione del tube rcol o fino alla sesta settimana con i ca· rattel'i s lici cambiamenti dovuti avanzali period1 della tubercolosi. Teoriramente questi cambiamenti possono essere di dne specie: e che i globuli bianchi vicini alle -del connettivo soccorobano, e che subiscano metamorfosi progrPssive L'autore non ha osse1·,·ato fenomeni regressivi i n qùe"ti di re llule quando il numero Jei bacilli era scarso, corùe ha con!\latalo più tardi allalo dei globuli tipici forme di transi zione con cellule epilelioidi e la cariOcinesi di quesL'ultime. Da ciò egli trae la conclusione che

« il globulo bianco del sa ngue partecipa attivamente alla for · mcuione del tnbercolo dopo di aoer subito una se r ie di cam./, iamenti progressioij/Jw alla cellula epitelioide tipo». Quindi

DI ANATOlf iJ. E FISIOLOGIA

provocato a r tificial mente secondo le rice r che dell'autore, u n p1·odotto di cellule epitelioidi derivale e dai globul i bianrhi e dalle cellule del connettivo.

11 Bau mga r len invece pare fosse tr atto ad altra interpretaz·one s ull a pr es e nza dei globuli bianchi nel tubercolo a cagione appunto delln grande diversità degli elementi costitutivi di esso: secondo lui vi sarebbe una i1•ruzione secondaria d i questi globuli nelle cellule del tes!'<uto connettivo, ma egli n on cer c9. di sapere che cosa essi divengano io progresso, e con lui nassun altro osservatore ne avrebbe slu· diaLo i cambiamenti progressivi o regressivi.

L'autore perciò emette recisa la sua opinione contraria a quella d el Baumgarten che cioè il tubercolo pr ovenga dalla eellula del tessuto connettivo, di cui quella epitelioide sarebbe un de r ivalo, ed afferma che questa é una derivazione t ia dell a cellula del tessuto ehf> dei globuli bianchi. SifTatla opi nion e sarebbe di accordo con le r icerche dello Ziegler, ehe dimor>tra no come le cellule epilelioidi o le formatrici del ' tessuto congiuntivo dt>rivano dai g lobuli bianchi, e corrisponderebbe alle altre esperienze dell'autot·e sle11;:o sullo sviluppo di esl"o tessu to, nell e quali egli ha osservato cosi forme lran· sitorie dai globu li bianchi alle c·ell ule epitelio idi, C()me la cariocin esi in queste ultime. Come néllo sviluppo del tessuto congiu ntivo v'ha unn serie di metamorfosi progressive fino alla for•ma delle fìbr·ille del tessuto stesso, cosi nello svil uppo d el tu ber colo si r iscontr·ano gli stessi falli di par teci· pazion e dei globuli bianchi nella formazione della sottile organizzazio ne epitel ioide.

P erci ò !" autore dice: il tube r colo é il prodotto d'una incronica contagiosa, con tutti oli attributi capitali e ca r atteristici delle organiz;a;ioni infiammato r ie.

Il baci llo dell a tube r colosi dopo d'esser penetrato nell'organismo infetta prima le cellule del tessuto congiunti"o, che te il nume r o dei bacill i è scarso, si moltiplicano form a ndo le cellule epitelioidi , e periscono se la quantità di bacilli é grande, allo stesso modo che succede per i globuli bianchi ehe r estano distr ut ti da una quantità considerevole di bacilli, e si tra s form ano in cellule epitelioidi che prendono parte

..alla fot·mozionc del tubercolo e trasportano i bacilli nell'organtsmo S<' la quantila di essi è limitata. Secondo r1uestA teoria del l'autore la cellula del teS!'UlO connelti\·o e la !'Ola 'che pres 1e.le all'tnfezione del les"-uto stes"'o, mentre i globuli bianchi determmerebbero in primo tempo la lolla co1 tt·n i bacilli, lotta che finisce con la distruzione del leucocito o con la parte alli\& pt·ende alla formazione del tube1·colo. e po1 la de1 bacilli nell'organismo.

A questa rautot•e aggiunge alcune consulcrazioni intorno al modo di propagazione dell'infezione tubE'rcolai'e nell'orfraUismo.

Non a\'endo l'autore giammai riscontrato bacilli nei Y8!0Ì sanguigni dell'articolazione ed a-vendo invece osservato che l'invasione dt e<;si segue pel' i linfatici e quindi nelle glandole, como in quelle inguinali dopo sei giorni, in qul'lle del Jlacino all'ollavo e al decimo in quelle lomba1 i o più lontane, egl 1 J'or•mula la seguente deduzione: il virus tu/ er· coloso si spande lontano dall'arti(o[a.;ione per le vie /ilda· tiehe, esso infetta ttn sistema dopo l'altro, le glandol e piti vicine cct in seguito le più lontone.

Qul'Slo modo di della tubercolosi per le ,·io linlat1clte non era stato a dire dell'autore assicurato per la tnbercolosi delle articolazioni, onde !'i può concludere che per s1ffalta infezione le 'ie di propagazione sono sempre le le vie e non le sanguigne. È a dire cLe la prestezza di propagazione è in relazione del che offrono i tessuti e del numero dei sistemi isolalOI'i, dole; come 6 ad aflermare che le articolazioni non sono re· gioni fav o revoli al subi to propagarsi nell'organismo dell'in· fezione.

Sttfalla legge di pro!'Jagazione per i linfatici ed il soJTermemE>nto nelle gla ndole linfatiche si manifesta in modo ancora più deciso nelle inoculazioni di culture nella midolla delle ossa, in cui se si m elle la sostanza iniettata a contallo diretto Mlle pareti avendo prima distrutta la midolla, l'infc· zione SI svolge pt·estamente c gli anima li periscono in breve tempo, m e ntt·e se l'inieziGne si esegue a midolla integra la infezione segue con un certo ritarJo Nel primo caso l'infe- done è avvenuta per il sangue donde il presto di essa, nel secondo invece è seguita, per mezzo dei globuli bianch i e delle cellule della midolla, attraverso il ststema linfatico. Esperienze faLle accertano questo folto, ehé all'autopsia di animali inoculati d1 tubercolosi nella midolla :lei femore e morti dopo due mes•, egli ha potuto riBCOntrare la propagazione della infezione lungo le vie linfaliche specialmente della coc;cia e dell'addome nelle glandCJie ingu ina li e pelviche.

Insomma alle preziose ricerche del Baumgarten sulla perle che prende la cellula del tessut{) congiuntivo nella tu!Jercolosi l'autore ha aggiunto dei fatti nuovi sulla contribuzione del bianco nella lotte col bacillo e sulla <'Ontribuziono di esso nella formazione del lubercolo. Egli mentre è d'accordo col Yersin sulla impOI'lanza del globu lo sullo svilu ppo della tubercolosi, non considera il leucocito -come destinalo unicamente a combattere il bacillr,; egli erede che esso partecipi alla formazione deltubet•colo e per ia sua emigrazione conco1·ra alla infezione genera le dell'ors e nismo. I globuli bianchi, così si esprimo l'autore, sono edili e nocivi, come è pe1· il sistema linfaLico, il quale è ed un tem po me zzo di tra spor to e di ostacolo; di l!·asporto per i suoi canali, e di ostacolo per le glandole.

Ri Vista Di Terapeutica

CASTANI. - Bulla terapia della gotta. - (Gior. lnte r n. d elle scien.:e mediche., 15 genn. 1892).

In ques ta importante r elazione l'insi gne profes!>OI'e dopo di aver per sommi capi ricordato dei suoi sludii sulla patogenes i della golla, la q uale per lui non è altro se non un'ano-

DI TERAJ.>EUTlCA

malia del r·icambio, un vizio di vegetazione che ha la sua base principale cd originale non nella crasi s angu igna, ma nei singoli tessuti produttori dell'acido urico (specie le cartilagini e i tessuti periarticolari), essendone una conseguenza la uricemia, e ponendo come allro fatlore la strettezza dei vasi minimi, crescente con l'dlà, causa essa della trombosi uratira e quindi dell'accesso acuto di gotta e della reazione flogistir.a, A dopo di aver ripeLute le ragioni che in armonia con le vedute patogeneticbe gli fecero proclamare la cur·a dietetica albuminosa con l'aggiunt& di verdure e la esclusione degli idrocarbonali e qumdi ancl.le dei latticini, e quella farmaceuttca a base di alcalini, passa ad esaminare ed ana· lizzare le vedute del P feiffe r , il quale spiegando in modo ben differente la patogenesi gottosa, accetta completamente l'indirizzo curativo del clinico italiano.

È ben risaputo infatti che il nostro A. col suo metodo cu· rativo aveva a precipua mir·a di diminuire la produzione dell'acido urico in tutto l'organi smo, favorendo il consumo e la combustione degli albuminati sia con la scarsa introduzione degli alimenti io genere, sia con l'esclus ione di tutti i me1.zi di risparmio (id r ocarbonati, g ra ssi, alcoolici); di evitare lo p r oduzione di acido urico nello stomaco; di favorire con ognt mezzo il consumo orgauico; di promuove•·e l'ossidazioue degli albuminati, di a gevolare l'esportazione dell'acido urico aumentando l'alcahnila del sangue e degli umo ri, di combatle1·e infine la strettezza dei vasi mantenendo calde le parli, sopratutto le aJ•ticolazioui d ei ginocchi e dei piedi.

Pfeitfer invece pu r ammettendo la necessità di tale sistem a di cu r a, ne l'importanza in un modo affatto dJflerente, che lo stesso A. chiama nuooo, originale ed interl!s· sante.

Il Pfeiff.. r ttl conLI·ario uon fa dipendere la diatesi urica, o cos'ilu.aione gottosa del nostro A. da aumentala produzione u• acido ut·ico o da rtltmzione di esso nE>ll'or·ganismo; ma ammetteutlO che, fuori gli a ltt\cchi, nel gottoso se ne produca in minore quantila che nel sano, ritien e invece clte si lralti di alterazione qualitativa, nel se nso che nel gottoso l'ac. urico non si produca come nel sano- in una forma so-

Jubil••, si bene poco solubile e per•cit'• più a lar"t nei

Ed allora l'attacco oottoso, f\cuto o CJ'Ollico, sarchbP secondo il PfeiiTer dovuto a d un aumento dell'alcalescenza del sangue e de::tlì umori, per cui l'acido urico deposita to nei tessuti verrebbe disciolto, e Lra«por lato qua"'i d'un tratto nei lt>"Suti cagionerebbe la r eazione o r ganica e quindi i dolo ri e la flogosi gottosa.

Il P fPiiTer sarebbe venuto a ta li co nclu<:ioni in vi r tù di in).!eguosi esperimenti da lui eseguiti.

Da ppt·ima egli, divisa m due parti uguali un'orino di 2} OJ'e, aggiunse ad una porzione un decimo del volume di acido cloridrico del peso di 1,12, mentre rect' passare l'altra per un filtro contenente acido urico chimicamente puro prima di aggiungervi una stessa quantità di acido cloridrico. Filtrale dopo 48 ore le due urine e raccolto l'acido urico di ognuna trovò che nei ragazzi, nelle donne e nei vecchi ambedue le orine presentavano la stessa (juanlitn di acido urico, mentre negli uomini san i e più ancora nei gottosi o calcolosi l'orina fìltrala sull'acido urico ùà con l'acido clor idr ico meno aci::lo urico che quella non fìltrata, perchè nei e nei gottosi l'orina peede sul !ìltr·o UJ'ico una p&rte dell'acido uri co contenuto per allrazione chimtca.

Il Pfeifl'er conchiude da ciò, che v'Ira un acido urico più racilme nte allil'alo ed un altro meno dall'acido urico del filtro, e che 1n due porzioni d'orina (100 c. c. per filtri ut·ici, di cui una contenga 0,20 e l'altra non più di 0,50 d'acido urico chimicamente pur o, dopo 18 or e daccht> si sieno tr ovate a contatto di un decimo di volume di acido cloridrico, non si rt scontri alcuna traccia o s o ltanto minima di acido Utico si può con certezza diagnosltcnre la gotta.

Un altro esperimento del Pfeiffer consiste nello mieltare !lOtto pelle nel sano acido urico chimicamente puro alla di 0,60 in una soluzion e sterilizzata di clorut·o sodico. P e r queste iniezioni si sviluppa una leggiera infiammazione locale, che deve attribuirsi all'acido urico; ma se alla iniezione di acido urico se ne fa precedere una di cal'bonato o di fosfato di soda, ovverosia invece se ne pratichi una di urato di soda

Dt Terapeuttca

in soluzioni neutrulizzate di li.,cìvia di soda, di car·bonato 0 fot<falo dr o dì ioduro dì 80<Iio, la flogosi locali' si s\'iluppa r·apidamt>ntc c raggiunge una ma!!'gìore inlen"ilil, come nvviene coll'u"o interno cii alcalini. Al contrario. invece degli alcalini, sì fa precedere l'iniezione urica per· due o ll'e giorn.r da una sommìni strazione c.ìì acidi minerali, 5-8 grammi per g10mo (clo ridrico e la flogosi locale è ridotta in rno lo pochi"c:imo apprezzabile, ed in ogni caso ii dolore manca del lutto.

Anche l'iniezione c:ottocutanea di alcalini produce, "econdo Pfl'ifl'e r, una reazione doloroc:a più o meno intensa nei n seconùt1 della mag!!'iOI'e o minore quantità di acido urico libero cho csHi JH'esenlino nelle loro orine: nei gottosi o nei sani saturati di acidi l'iniezione alcalina non da reazione, fallo che può servire allu diagnosi ùi gotta.

Da ciò il Pfc ill'er· conclude essere l'accesso gottoso un procesl'lo di riassorbimenlo dell'acido urico depositato o per' poca alcalosccnza o per soverchia acidità degli umori, o quindi un proceRso di guar·igione naturale tendente ad eliminare i dcpoRili uralici per mezzo dell' alcalescenza del sangue o dei tessuti che Ri accosti a quella del sano.

E quindi, distinto così lo stato gottoso dall'accesso il PfeifTer' !-itabilisce i criler·r curativi:

1' nello stato cronico favorire la produzione di acido nrh:o se scar;;a ed t>levat'e la escrezione in modo che esso si riPl'oduca nella for·111a solubile per esser meglio eliminato.

2° nell'nttacro acuto o cronico, promuoverne l'eliminazione senza reazione locale o almeno senza dolore.

A que<oto scopo il PfeifTer come il Cantani r Ebstein e I'Ew:ch pr'opugna il r eg:ime drelelico nel -çilto di carni, pesce, uova, verdura, allontanando gli idr·ocarbonati, specie gli amilacei c gli zuccherini.

Le carni e le uova aumentando la produzioce ed escrezione t.lell'urca e dell'acido urico combattono e prevengono la cachessia gottosa; le vot·dure e le frutta aumentando la a lcalescenza degli umori, favoriscono la solubilitù e l'eliminazinnP. dPil'acido urico, mentre gli iJrocarbonati aumentano l'acido u t·ico nelle ol'ine e qui n li anchr nell'or·gani"tnO, e riescono norh•i ai gottosi.

P roihilt' le be,•arHle alcooliche, ;:ol'ratutlo rl \'liHl e In hirrn; e uclw dal PleifTer, si concede l'Ccczionalrnente poco nlcooJ e enzn zucchero, cognac, rum ecc.. in acfJua po"sihilruenle alcAlina.

Come med rcamenti anche il Pfeitler· dù la prefPreuza 81{1i a/calmi, "peciaJmente i carbonali dr SOtlll, liOll pl'Cf«'l'l'llÒO i 11ali potRl":>i cr, litici o calcar·i, O\'vert<'ndo eire si/l'alta curo non deve e<>"ere mai per tutta la vita tnterrotta ùoi

J•er i rapportr alterati dell'acrdo nr·ico l' faYOr irrH' la eliminazione per le urine, al t(UAic scopo !-dovano sia per la vin interna ch·e sotto la f'or·mn di bagni in AC•{Ue rnillt'l'nl i.

Nell'attacco gottoso invece il Pf'eiff't•r raccotnfHHla gli acidi mi ne r ali e il salici lato di soda per tra sformtu·c lo modilicazioni solubi li e dolor·iflche dell'acido urico.

Il Cantaui muove un solo dubbio al la leMia del eire c ioè le difTer·enze di solubililà dell'arido ur·ico 11011 pOs!"ano piuttosto che l'espressione di due difTer••uLi qualitù e"!"ere il risultato· delle difTeremi eontlizioni di l'icamhio, ed 8Jllr \11'!10 in questa supposizione ùol fatto \'11t• l'uriua dell' uo m o !'ano Jiltrala <·on l'acido urico traltrene meno acido urico di rruella del gottoso e più di quella della dounn -.;ann, il c he palesemente riv ela una differenza di ricambro fra la donnR e l'uomo. Xon solo ciò. ma anche il fallo che l'oriua deirurolitiaco trattiene più acido urico sul tiltr·o farehhe !l&re che l'ut'oliliasi fosse una forma di golta, il che non è. pe r che si può essere gottosi e non urolitraci e ''icewr:;n. L'.\. discute poi anche le afTer·mazioni del Pf'eifl'et' che cioè il gotto,..o, se non cacheltico, producn poca urea e poco acido urico, come anche che ralcalescenza t.IPI "angu" c dL'!:di umori s ia tninore nello stato gottoso abituale e cl' un trat to Al'l:'lai mag- • . du!'anle ì'alla•:co. N è accetta sonza tliscuterln l'opinrone che la fl ogosi dalle iniezioni f\ia la sle:'su di quella pro,lolla da ll'attacco, la quale l'A. fa dipendere ùa trombosi urati ca di minimi vasi nutrilizi. E a proposito dell'azione degli acidi dal P feiffer r iten uta giovevole, l'A. all'orma aver

Di Terapeuti Ca

e!!li a di !!rt\Yi'-"imi dolot·i, aumentali dalla nmmini!'<lt·azione degli acidi e veduti ces<>dre d1etro stt•uzioul' di alcalini E JWrl'io il Canlani t·ilitlnt> l'allocco 1-{0l· toso non come un fallo di carallot·c opposto a •1uello tlcll11 co. :;;ttluzione gottosa: ma come accidente morboso provocato per· la cresciuta intensità di quelle stesse cond izioni putologiche che determina no la gotta. Secondo l ui l'attAcco gottnso è !>Ì una flogosi r·e'lftioo, ma è ttnll reazione alla. trombosi u ratica, all'anemia •'Ile ne risulta, alla sottrazione degli umori nutritioi nel territo r io oascolare presieduto dai capillari o casi n11lrienti trombi,nati dall'acido urico, ad essi apportato ed in essi precipitato per la poca dt· gli umori. In queO'tO senso la flogosi é un conato alla /ZU&rigione, come è tale ogni malattia, che rappresenta In difPsa dell'organismo e lo sforzo di libeearsi di un agente O!>tile all'economia.

Il moderato uso degli alcalini che il Cantani consiglia ai nello stato ab itua lo tonde a non deplaslicizznro di tr·oppo i loro umol'i, e lll somminislt'azione più generosa degli Alcali ni durante e dopo l'attacro mira ad accrescere l'alcalescenza del sangue e degti umot•i nutrienti per impedire le pt'<'Cipitazioni di acitlo urico, limilare la durata dell'attacco e l'estensione della trombo!li e reathva.

Pertanto l'A. non Lt•ova che sia chiaramente spiegata la atrerrnazione del PfeiiTcr che gli acidi i quali favot·iscono la dt•posizioue di acido urico, possano tl'asformarlo attacchi in meno irritante e mitigaec il dolore, e crede sia conclusione troppo prematura,

Infine l'A., dichiarando di non potere negat'e per mancanza <.li esperienze pt•oprie gli importa,nti risultati del Preifl'dt', conclude di non aver per era da rinunziare alle suc> idee intorno al trattamento della c di essere oggi come prima " anche più di opinione che nella cura dellu gotta gli alcalini sono ulili e gli acidi piuttosto noci vi. R.

P rofll..al della. nefrlte soa.rla.ttlnosa ZI EGLt::R - (Berline,. klinisclte Wochenschri/"t., genn. ! 892).

E generalm ente conosciuta l'importanza della dieta lattea nella cut•a della nefrile, specie nella forma acuta, dei bambini. Ti enoch nel trattamento della nefrile, oltre del riposo in letto, non raccomanda che esclu!'>iva dieta lattea e considera ()ue sto trattamento ollre ogni dil'C necessario anche se la mala lliu è mollo sviluppl\la.

S ena to r ritiene che la dieta lattea siu la migliore delle cut··• per l'albuminuria, c Bagiski nel discorrere del trattame nto d1 questa nei baml>ini, anch'egli non fa che porre in p1·ima linea la dieta lattea.

L'A. rorte delle esperienze circa questa forma morbo!'a afferma alla bella primR cho egli non può non dividere siflalta opinione, asserendo come nei casi semplici a lui 'fuesta sola terapia ha dato ottimi risultati, bastando la dieta lattea con il ri poso in letto e la oppo1·tuna cautela a con!legUire la guarigione.

Il l> uon successo otlenuto dalla cura lattea nella nefrite ha indotto l'A. a pensa l'e alla sua profìlassi fino dallo insorg re della !':Carlaltina. E 1 fllVOI'evoli o lusinghieri risultati ottenuti, lo hanno indollo a pubblicaré le sue esperienze, le •1uali affermano la importanza di sitfolla profilassi.

Da circa sei anni l'A. in lutti i casi di scarlattina, sieno e!'si lievi o gravi, somministra dal peincipio latte solo con &CI[Uil di scltz o soda. P assati i pt•imi giorni egli ne aumenta la quonlit•ì tla 1 1/! a 2 litri e :ì al giorno dopo di averlo fatto bollire. o non rifiuta qualche piccola quantità di pane o paste leglli c re. Questa dieta si prolunga pel' lt'e settimane per poi g radatamente ad altro cibo.

L'A aiTet·ma che dopo questo sistema di cura a lui non i• più oc.!ot•so di vedere nefr1ti per scnrlattina.

.\ Ilo ,;copo di dimostrare la ve r itu dell'asserzione l'A. riporta una slnttstica di Hl8 casi di scarlallina (dal i875-1Rfl0)

Mi quali J 15 curali prima della introduzione della dieta lattea e 83 dopo.

Nel nu mero dei curali prima del trattamento latteo fui'ono

DI TER.\P EIJ T!CA

ben fretJUCnli i \!fl"it <ii neft'.le, alcuni dei quali lino oltt•e 100 gtor·m Ji cura, o piil facilmente passa\'ano allo stillo cronico la rnOI·te degli infermi anche tre o quatt:-o anni dopo; nwnlre in fJUelli curati con il latte ehbet'ù i piu felici r·il'nltali.

Infalti dai dati riportati dall'A. risulta che nel primo trattamento in c1rca la meta dei casi ncfnte, menlrc dalla iutt·oJuzi.me del nuoYO sistema m s :1 ,.i cbber11 due nefdli n pPr<:one alle quali non fu <:ommini"lrato ti l•tllf' "" l'A. riliene cne la comparsa de 1la uel'rite .:,ia 111 t•ehlZlone della maggiort3 intensità o mali!:{nilù della "'cul'latlinn, awmlo 8\ uto ben agio di osservat·e ch e in eJddemtl' as,ai belltrinc, ma uon lr'ultale col.. !alle, snr·sero nnmero"i"strne nefrili, mentre av\·enne il contrnt·io dacchì• :-i fu adottato il tt·attamenlo lalleo.

L'A. conclude t·accomanr!nnclo pero ogni precauzione uclln tlel lallP, nel senso c lt e non si tr·a«curi di tenet• conto de ll o condizioni gen erali Mi malati, i quali m genere lt·ovono as<:ai bono con simile traltarnenlo, ma che pure ron molla facilita pos;::ono radere nella Hdll::;en e nello lioni. L'A. «i è giovulo assai del riso, SE!molina o lopiocu, sempt·e però colti nel !alle. H.

Anttplrina. nel1 4 m a lattie della. pello e specialmente nelle affezlont p r uriginose. - BLASCHKo. - (.lournnl de J1é-lecifle N de Chlruraie, clicembre, 1'<91).

Bla<:chko (oli Bet•lino) con-.iglia l'antipirina spec'almrnlc nelle alfeztOni prurigino--e dell'infanzia e sopralulto . nello gtl'ofulo l'lte molti me lici come costituenle i ' pt·imo perio lo del prur·igo di Hebra Essa non solo in una rtlauwt·a sintomatica, ma anche in modo che lullo il processo morhoso é 1110 liflcalo ra,·orevolmente e che iu mnlti ca"i esso scornpflt'e completamente dopo un tt·attuml'nlo relnlivamenle !n•ove.

E gli ammini st r a in questi casi l 'antipirinn in po l vere ed in soluzione:

Antipirina 2 grammi

Zucchero in polver e. 8 » alla :;et·a una punta ùi coltello tino ali una mezza cucchiaiata d a cafT,...

:Xei ba mbini:

Antipit•ina gr, l ,50 loluzlone borica sopra.satura nella oura delle •uppura· zlont dell' orecchio. - JANtCh:E. - de .\Jdd(lri ne et rle Chiru r gie, dicembre 189 1).

Acqua distillala e sciroppo di zucchero ana gt•nmmi alla s Pra una cucchiaiata da caffè.

Solto l' influenza di questo trattamento, il prurito diminuisco notevolmente in lutti i malati fin dalle [H'imo actlnnanc erl i cominciauo a dormice; nuove popu le> sopraggiungono n uovamente soltanto in un piccolissimo numero d i fanciulli.

Nella ma gRior parte I'esantctnH si estingue col tempo . l n lutti ques ti ca>:i l e papule provocano una sensazione di prurito, i fan ciulli s i grattano e df'terminano cosi nuovP noclofl ilà, L'anti pi r ina ar!'Csta la sensazionP di questo prurito.

Nell'ot·ticaria puramente nervosa, specialmentH t-ienza disturbi df>lle Yie I'anlipirina ha un'azione molto favorevole . prurito nervoso e<::sa si ò eftìcacisl!!illla e l'autor·e con<:iglia in questi casi di ricOI'ret•e sempr·e in pri mo luozo a questo medtcamenlo. Eo::sn vienl' data ahilnalrne nle alla dose di 50 centigrammi tre volle al giorno; nei più acuti il doppio di questa dose.

Si posson o pure ottenere buoni risultato nell'eczema, nel e nel Jichen rubet'.

L'neid o bo r ico, cosi fr equentemente adoperalo nelle a ll'ezioui d e ll'ut•ecchio, ha i l g r ande i nconveniente di esse r e poco solubile. L'a u to r e ha t r ovato una combinazione boJ'ica ave nte , come l'actdo borico, la pr op r ietà d i impedire lo S\'iluppo dei germi, ma molto più solubile e per conseguenza molto più attiva. Quef;ta combinazione si ottienP scaldanào parti eguali d'acido bot·ico, di borace e d'acqua. Essa cristallizza col raffreddamento e non pr esenta n è reazione acida come l'acido né reazione alcalina come il borace . Alla te m peratura ordmaria la sua solubihtà è di circa 16 p. 100 ma a HJo• essa è qua-,i illimitata. Que,;lo sale possiede la proprietà preziosa di non venire precipitato immediatamente col ra ffreddamento, di guisa che s i possono introdurre r·assa timpanica soluzioni al 50 p. 100 ed anche al di là.

Questa combinazione, che l'autore designa sotto il nomr di bo r ato neutro di soda, può quindi essere introdolla nell'o r ecchio medio, in quantità sufficiente per assicurare l'nn_ tisepsi in una ma niera duratut·a, di guisa che basta applicArla una volta al giol'llo. Soltanto ne l caso di una suppur azione mol to abbondante, l'applicazione doveobbe es sP re piu fr eqnc nto.

Come l'acido borico, questo sale present a il g r ande vantaggio di non provocMe irritazione, anche in sol uzionP al 50 p. 100; si constata, al conlt'ario, un'attenuazione dei fenomeni inlìammtt.LOJ'ti, contrariamente a ciò che si osserva usando gli allri antisettici.

L'autore ba adoperato il bo1·ato d i soda per cinque mesi in tutto le suppurazioni croniche dell'o r ecchio medio e nell'otite esterna purulenta. E :zli lo adoperava nel seguente modo: dopo aver nettato bene l'or ecchio mediante una ltnatura con acqua ti epida ed aver tolto eventualmente i polipi" e le g r anulazioni, asciugava ti condoUo uditi"o con cotone; poi versava la soluzione recentemente preparata e ra/Tr..ddala alla tempe r atura d e l sangue, nel meato e la spinl-(ova nell'orecchio medio applicando fvrtemen to il tra go a piu r ipr ese contro la parete poster ior e del condotto uditivo: lasciava in seguito il liquido a ncora un mezzo minuto o due m in uti nell'orecchio, poscia por'lava via col cotone la paete ri mas ta n el meato ed intr oduceva u n pezzo di ga r za .

P e r p r epa r a r e la soluz ione si prend e u na p unta di coltello (un p o' p iù d i un mozzo g r a mmo) della s os ta n za, che si mette ,

DI fE IU.l'EUTICA

:):l'i

in un pi ccolo bicchie1·e da r ealli vo; si aggiungono alcune goccie d' a cqua in modo da forma r e una pappa c si po r ta all'ebollizi one . L a polvere si scioglie rupitlamonlA; !i'Ì imme1·ge allora il b icchier e nell'acqua fr·edda lìno a che il contenuto ab bia preso la temperatut•a del sangue e st versa im melialamen te nell'orecchio.

H l.i TCHINSON . - Che cosa un medico pratloo può rare oon l'elettri cità. . ( The Ti m es anrl Register, ott. 1R!H ).

In que<;ta memoria, letta all'associazio ne americana di elettro - tei'B pia, l'autore comincia dalla g ·ella con: I!IÌ).(liando a i pratici di evitare le scatole Qlega.nlt con congegm nascoc;ti, c he bisogna rinviare alla fabbrica ogn1 volta. che si guas tano, e di preferire quelle nelle quali ogni parte può esser e pr ontamente intesa, o ripat•ala senza l'aiuto del meccanico; di pr eferir e lù macch ine contenen ti liquido 1 alla pil a a secco , e d i sceglier e fea le pile gnl vanicho quella di Gren e l ch e soddisfa ad ogni emergenza, fr a le fa r adic!w quella di Dubois Hcymond. Raccomanda poi di avet• molta cura dell o macchine elettr iche, rimt:overe le coppie dal liquido, la.va r le in acqua ealda Pd asciugarlo bene prima di richi ude r le n ella scatola pet· dPi me!i' i.

Così provvisto. un medico pratico può curare con sicut•ezza. tu tti i dtsturbi funzionali dei sensi speciah, e forme eli loro par alisi che ricon0scono una cagione eccen trica como In paralisi fa cc tale e raronia da infrdddalura, l'amaurosi nicotinica , lo spasmo toni co de' muscoli tlell'occhto, la 80I'tiilà isterica e si m ili, l•1Lli disturbi che cedono alla cort·ente faradica, n on richiedono applicazioni speciali, nb sppciulo abilità, nè pro tra tta cura.

Pu ò trat tare r.erle forme di dispepsia dipPndcnli da atonia dell o s to maco. e trover a nelle deboli correnti faraJichc un potente a Clsil iario di ben r egolata di ete tica, diJ•igendo la cot·r Pnte dall'asse cer ebro-spinale all' epig:astl'io, usando larghe e piiitlo, in posi z io ne supina, pe r cinque o sei mi nu ti al g iorn o .

nev r astenia sessuale, qua ndo por una cou dizio ne

Dl T ER.\PE l'TICA

dPgli orgnni ge•1ilo-urinari si sospendono i polrri !;essuali dell'uomo in presenza della donna, ed il pazil'nle giunge dopo un rer-to tempo a convincersi d'esc::ere impotente, l' nutot•e ha trovato utile alterna l'e l'azione fa radica con la g"alvanica, poichc la pt•ima stimola i nervi seu"uali, la seconda il tono ai muscoli erettili.

l n tal cac::o a·l operare le correnti faradirhe di fot•za surtìciente a pr·odurre un moderato dolore, finchi• le più deboli ri., scano a c::timolare il pene fino al punto dell'orgasmo.

J.'appJi,·aLiOnt) si fa con un elettrode di rame nichelalo a forma di tubo, con uno stantuffo che porta una piccola molla <>pir·nlo. la rrua.lt> sostiene all'estremità un tampnncino di colone bagnato che si melle in contatto col ghiande, o la corrente in lutto il pene.

Per le nevralgie periferiche da causa eccentrica limitate ni nervi dt'l lronro, f> meglio impiegAre le deboli corrt>nti galvaniche di 8 o 10 m. a. drreLLo dal cenlt·o alla periferia. In simili Ctlsi l'azione fur·adica aggrava i dolori anche sopportahil i. Hndclill'e pone il polo positivo più vicino che sin pO:?· sibilo del nervo affetto, e fa tener·e il polo negativo nella mano del mech•!<imo Ialo, in un bacinetto d'acqua calda o saluta. Nel bacint>llo v'è un'altro e l ell!'ode messo in comunicazione col l"uolo, il paziente e la batlet·ifi sono convenientemente isolati, onde r elettricità neg"nti,·a libera è e condolla alla terra, e rat·to resta carico liber11.

Xelle che accompaznano, e forse costituiscono I·J herpes zoster, l'autore ha veduto scomparire il dolore in :c; ore col solo trattamento galvauico, Ul"ando il bendaggto u foglia metallica d1 fullo di foglioline di stagno stese su di una ben <la di cotone con In quale si fascia il torace•.

Egli unisce il polo negaltvo di una balleria galvanica con un capo della benda, poggia il largo e piatto elettrode del polo po.;;ilivo in un punto indiO'erento, e ftl la fasciatura stendendo un po' per volta la fascia sul torace, ed esercitando moderata comp1•essione, fluchè l 'infermo avve r ta una sensazione acutu di brucior·o. La corrente deve aver la fo r za min uti. .

)( e dev'esser continuata (l6r :lO o iO mativa d i :... l m. a.

Nella cura reumatismo musrolart> Ouchenne farnùiZzava lA pelle mercé una labtle corrente con un globo metallcco ben pulito e ::;aldato, senza far contrarre alcun mu'-COio, c:t·or·ren lo lt>ggtlr·mente e rapidamente sulla :supcrtide cutar.ea.

1 d olo r i ueualgici della dc:;.menorrea dipendenti da c::tenosi Ilei Cllllale c ·rvicale, con una candele t la oli vat·e d l N. 20 ca,.icu ta di una corrente galvanica no!!Aliva 1li !f) m. A. che dilati 1l re::;lriogimento, sono p r e"- lo attutiti. l n cnso di conulei·ina, la stessa corr·ente applicAla al collo ùelrutel·o co n un eietlroJe oliYat·e r·aa-g:ungeru immeùialameote lo "copo sedativo.

:'\ei casi di sospesa animazione de' neonati, nu•glio che la rellpirazi nne artiJìciaiE", gioverà por·t·c il neonato in un bngno caldo, tullare un polo nell'acqua, e con l'a ltt·o slimolal' la supeificic cutanea.

Aslone ed effetti secondari d e lla d i ura tina . - \V. SCII\tJEnEN. - (Centra/b. (u r dir> meri. \\'isscn.sch, n. H).

Le osse r·vazioni dello Schmieden furono fatte su 31 malati, rro cui 13 di nefrite cronica (pareul'himatosa o intel'Sttt.iale), 2 .li uefr ile acuta, :2 di epolile iuter·stiztale, uno complica lo a ma latti a dei 1·eni e raltr·o del cuoi'•'. l:l malati di cuore e l di p1·ritonite Luberc"losa. Tutti fJUe"Li malati aveYano ulrope. Ne lla cirro<;i epatica come nella periton le tubercolare lu dmrPtica "i palesò affatto inattiva; nella nerr1te CI'Oniea la sua az10n e fu mal sicura, e nella acuta furono troppo pochi i ca"'i pe r potere giudicara della sua inOuauza. Oovc si tlimo,..tt•ò ecct!llenle diuretico fu nel nu1nero delle malnllie di cuore tanto nei vizi valvulat•i quanto rwlle malallio det vasi (ar te r io-sclerosi). In questi' n on solo si aveva aunwnto dell'acqua della orina ma aumento pure dtd peso speci - lìro l' costituenti solidi, e la ctuanlilù dell'albumina sembrava d im in ui r e so lo in proporzioni doll'aumenla.lo flusc;o di orina.

Fra gli secondari f> da ricordare il vomito ossenato per cui fu proposto di usarla per cli!"terc con buono efTello; in due casi di nefrite vi fu ematuria da ronsiderai'Si come eccezione. In un certo numero di casi fu osscr,ato, or con aumento ora anche senza della l'aceclcrumento della frequenza del polso con tendenza alla aritmin, che qualche volla obbligò a sospendere la somminislrazìon e. Co me ll\'viene col calomelano !"aumento della"''della o rina non a\'\•iene per della Pl'Pl"!=:ione sanguizna, ma per immediata influenza sul parenclumu rena te.

DI TERAPJWTlC \

Conlrt} la pili r iasi. - (Giornale

Se ,. si facciano primll lavande collo SfJirtlu saJIOnato afcalir. o e poi immersione in un vauno soljoroso. Se invece è ci r coscritta si farauno lavande collo spirito saponato alcalino e poi si strofinerà la parte rolla seguente miscela:

Carbonato di potassio

Acqua . . . . . .

Tintu ra di veralro .

Tinlur·a di benzoino

M. e da in vasetto.

Contro l'o;ma. - (Gio rn ale interna:;ionalc di scicn.oe mediche, anno XIII, fase. 22).

Il professore Cozzolino consiglia di insuffiare nelle fos!"C na;:oli In po lvere r1ui ;:otto in dicata previa irrigazione nelle stc;:;:c di acqua fenicata tiepida:

S!llolo ....

Acido horico .

Acido sulicilico. ,\ciclo tannico

T alco polv. . .

Contro lo spasmo dt•lla {Jlottidc. - (Giol·nale

Viene ra cco mandata la formala seguente:

Cloroforrn 10 goccie

.\ equa d i!=:llllata. gr.

Glicerina . . . . . »

:i-10 25 gr. 40 • 100 " 20 • 3 lnie.:ion e antiblettorrayica. - (BorcKI). -(!.a irulipt•ntll'ncia medi ca, 17 de marzo de 18U2). gl'. 30 " 300

;\f. D S. da prender;:;ene un cucchiaio da caff1> ogni mezz'ora.

Ergotina . . . .

Acqua distillata.

S. quatlr·o iniezioui al giorno.

M istur a antidifterica. - (KoNzNEZTOW). - (Giot·nole sopr aindicalo).

Soluzione alcoolica concenh·ata di mentolo . . . . . . . ana. gr. JO

Idem di naftalina .

Essenza di trementina · ) 10 • 1 ana. gr. Glicerina. . .

S. penn ellature alla gola ogni 2-3 ore.

Contro le sr. r epolalu r e della lingua. - (Lyon médical, 20 décembre 1891 ).

Acid o fenico .

Tintura di iodio gr. 2,50

Gl icerina. . .

• 12,50

• 12,50

Si applica per mezzo di un pennellino nel punto delle fessu r e.

Polc•err• df'nlifrtcin nntiseltica. - (Gaz:eetla medica lomf,arda, 20 rrbbr•nio

Hrsor·cinu .

Salo lo lr·iùe poi\'..

Carbonalo di colce.

Cnr·rnrno. eli mentn .

Oppur·e: nesorcina

Carbone polverrzzalo .

Col'leccra china p..

Salolo. .

Es!'lenza di menta gr. 2 " 't

» 40 » 8 cenligr. :lO goccie lO gr·. 1!1 5

» 5 ana. » l goccie 10

Contro it catarro ncscicale.- (ll raccoglitore medico, 10 di· cembra 1H!) l.

Arbulina pur·a cristallizzala. l .

Zucclrrl'o di latte. a. cenlrgr'. 20

F. simili N. 20.

S. unu dose ogni 1-2 ore in capsule.

Cont ro la blenorrayia.- (Giornale sovraiodicalo).

Balsamo copaive

Acqua drslillala.

Tuorlo d'u(lvo .

Emulsione ed aggiungi

E'<lrullo eli belladonna

Solfato di zinco

Acqua di lauro cer·aso gr. 4-

• 150 N. : : a. centigr·. :-10 gr. 5 stimol ante. - (OuJAlU>tN-BE\U.\lEtz e (.\Jury ayni, 26 mat·zo '1892, parte :!•).

Da iniellar·s i due volle al giorno.

Essenza di Kola

T intura di cannella

E«senza di menta.

Giulebbe gommoso

. gr. IO J) gOCCIO X . gr. 100

Giova per combattere l'a•iinamia, il tc)('pore nelle malattie cronirlro>, nelle lunghe

Cuntr o la gotta (Poloere di Pis toia). - (Il faro IJterlico, rebbraio 1892).

Col n ome di Poloere di Pistoia si Yen le a caro preuo, fabbri cata dai frati vicino a Pistoia, una poi vere rhe si con· sideru come un infallibile antidoto della goLia.

Secondo Chasting la polvere contiene:

Bulbo di colchico.

Radi ce di brionia.

Betonica . . . .

Il tutto r idotto in polvere fina e ben mescolato.

Dose: 30·40 g r. al giorno, a digiuno, e ;;ospec;i nell'tlC(jua. G.

Di R Medicina Legale

Dello •cannamento dal punto d1 vista. gludlzlarloD lagno1l differenziale tra. 11 sutotdlo e l'omloldto.Vic urt':. - (Journal de Médécine de Chi rurgi e, gennai o, 1892) .

Venn e dato il nome di scaonamento ad una lesione c h e consi s te in una ferila da stru mento tagliente dir·cllo nella regione antero-lalerale del collo

Se lr. nrrni adopc•t·ale intaccate è più probflhilo• cito• lt'{llli eli un omicidio. Al contr·ario, l'arma l<ituata nclln mano del c•ndavere i· un di suicidio. Casper ha inli1lli dirno"-ll'nlo, colle :-uc esperienze, che l'arma rnes:;a rwlla mano del fei'JlO dopo la m orte non P! tenuta solidamente. Cio nondimeno, si può a rigore far·gliela tenere, poichè in un caso di c1uesto genere, Toylor r iconobbe la simulazione, per·du'• il coltello era stato posto nella mano al rovesci o, vale u clire col contr·o rl co rpo

Le ve,.limenta sono allontanate nel suicidio e taglia te nell'omicidio. Ma ctò non c assoluto, sopralullo nei casi di 81rnulazione d'omicidio può accadere che il laglio sia fatto in due tempi, dapprima sulle vestimenla, in seguito a nudo sul collo e questo fallo può essere ris0luto òalla mancanza di concordanza delle fer·ile e delle lacerazioni.

I suicidi si compiono in generale in piedi e la maggior parte degli omicidi coricati. Ma nulla si ha di preciso a questo r iguardo. Anche l'espressione della faccia può fornir·e qualche indizio; ma non si hanno che vaghe probal>il it.ù.

Le tt•accio di lotta, di resistenza, la simultaneità dello ferile mortali Mno pure in favore dell'assassinio a meno che ìl fct•ito non sia ambidestro come in un caso di Taylor o che si tratt1 di un fa:so suicidio.

Le lel"ioni organiehe indicanti 11:1 tendenza al suicidio po"· sono pure for·nit'•' ind izi preziosi. Ma le più grandi differe nze sono dale dalla fertla sles,.a. La .»ua regolar·ità è una pre- • sunzione dr suicidio, secondo Heverard Haine, opinione che e in dubbio da Taylor·.

La sua profondita è generalmente rnaggior·e nell'omi cidio; ma niente si ha di a questo riguardo, la mano ciel suicida spingersi an che lontano. In un caso di cidto oc;l"ervoto da Mur..:, l'arma aYeva diviso tutti i muscoli del collo, la trachea, l'esofHgo. aveva aperte le due vene giu · gulnri e lo ùne arterie carotidi ed aveva anche scalfito i le· garnenti della colonna vet•tebrale.

La divi ,. ionc dei tessuti risiede più in has!'O nei suicidi rho nPgli om icidi ed ha luogo al disollo IOidP.

La m olliplicità delle ferite non escludr l'idea del suiddto. Si puc'! !'egnalare, inoltre, che l'ultima ferita è gener·almente la feri la mortale nel suicidio e che può esset•e allrunenti nell'omicidio.

Si possono anche trarre indizi dalle ma cchie di sangue <>ulle m unì d ella villtma, che denotano generalmente i! ò(jlitto e che, in tu tti i casi, colla lol'o assenza, indicano nellam!.'nle l'a«· l!ass i nio. Le ferite alle mani delle Yillime fanno pure pensare ad un orni•·idio.

Le i mpronte possono m e ttere sulla via della diognosi, specialm e nte se r isiedono in punti del corpo, in cui il ferilo non possa giungere; come ad esempio, l'impronta sanguinante di un a mano sinistra sul braccio sinistro del mor·lo. Lo sle;;so dicasi di constatazioni accef!sorie; per· esempio, dei fili di c olon e tr·ovati al microscopio nell e macchie di sangue raccolte so p r a un rasoio fueono un indiziu in un cas;o in cui era s tata tag liata la gola ad un uomo e nel quale i cordoni del suo berretto erano stati tagliati nello s tesso tempo.

RIVISTA D'I G I ENE

B. PRO,.,KAI;ER. - Ricer che igienlohe e d 'ingegneria sanitaria del suolo e del suoi strati profondi alla Charlté in Berlino . - (Zeitse r i{t ju r HtJgiene ttncl infections - krankheilen. - l rascicolo ciel volume Xl, 1801).

Da lavo r i d'mgegneria sanitaria, specialmente per· la canalizzazione d i B e rlino , erano iu parte note le del s ottosuolo della Cha r ité e siccome eru indicato nelle 85 ri... p<'lltve carie g-eolt1giche la ('"i ... tenza ui un abha.<tunza grande entro cui forse untìcnmonle la maggior parte dell" acque della Spl'éA, CO!:\Ì rnutorl' pen>-Ò di "tudiare gli Rlrat1 geolof!ir-i di :ti pozzi Norton scaYali ed orrlinati :-u sei hnee ad angolo all' antico corso di acqua. l. Cundi:;ioni geologie/w del suolo. - Nei trentalrò pozzi Not·ton scavati !:ii ottennero i ric:ullali seguenti: c) .)lrati tfi sabbia di dioe.rsrt. grande.u 1 (fina, merlw, e dc eolore (bianca, gialla, arirJia). l n generali• glt J<tr·nll di sabbia per grandezla e pe1· C0lorc Ri !".\lCcedetlero nPI modo Furono trovAti in tutti i pozzi vali e la spessezza dei loro Rl!·ati oscillò l!·a quellA di nwtf'i O,r>O a quella di metri 5,i0; la media di lulti gli li di sabbia fu ùi melt·i 3,15. d) con &actlla rie (diatomee, r:oncluglie). -Si tro· varono 111 undic1 1 oui e per lo più negli strati inferiOri.

1.) llumus. - Fu trovato in otto e lo strato relativo oscillò ùa metri a meti•i O,:l5 ed in media fu di metri 0,:!9.

Il) Terreno xmus:w. - Fu tro\alo 111 Lrenladue pozzi ed oscillò da met1•i 0,40 a metr·i '.,15 ed in media fu di wcll'i 1,(J2.

L'allPzza degli strnti oscillò ft·a metri 0,:!0 c molt'i i,:W" l'u in ntediH di metri r•) Strati di tor&rt Si ri!".conll·arono negli :-tr•ati medi di qumdtct pozlt. L'ullezza de!.{IJ strat1 O"'cìllo fra metri O,tJ!l e melrt 2,50 e fu 111 media di 10etri 1,5U

.f) l'rofon(lita 1lcgli st r ati gcolO[Iiei esaminali. - I.a pro· fondiliJ. degli strati esaminali nei trentatrè pozzi osc11lò fra metri G e metri 1 e fu in m Pd ia di metri i,i'J..

In un pozzo, Alla profondila di metri 6,25 furono l!'O\'<Jti in mezw a !5Abh!a lintacriosa frnmmenli di un Ct'lln ÌO spettento a grosso animale

Gli ,;trali contenenti vegt-.tali, sos tanze organiche (sabbie limacciose con L<,rbu o terra bacillal'iu) appartenal g1ovane pl'rlndo alluv i onale; gli strati inferiori appartengono al pet·iodu diluYiale

N e l sollosuolo d4•1lu Chat•ité l'antico canaiP ovovn una lar- i pozzi se a vali nel! l' stratifkazioni dellel'O :Piccoti ;;ime pct•,lito nt>lla Clllimazione e picc·olc quant1la di azoto, 1'41 anclt p in diluzione t>.cq uosa soltanto minime tracce di ammo11 iaca .

,11 iO.J metr• i ed una profondilit varin, che alcuni punti giurt0;Pva a 20 motr·i. Col lungo andare dPl blmpo il canale i• slnto riPmpiulo da ùeposill limacciost dt abb1 e che nella ptH'le prol'onùa contengouo dwtornee, da torbtt e da ,IJ terreni cou hacillarie.

Nl•;.: :i ;;trali superiOPi dell'antico canale, lt•ovano :=:.abhie giallA simili" o dune.

2. Ana l isi chim if'a (/cl tet·rcno.

Furon o analizznli chim icam<'nle i vari slt•ati di dieci pozzi Norton e si che l' annli:=:.i chimica corT•i;>.ponde alla slralilkazif'nc Gli strati supel'iol't appartenenti al terreuo "'tnO"'"o tluno.-trar ·no una perdita abhu-;lanza eleY&la, uPita calcinazione eù unn quantita di azoto non iu::,iJnilll'anle, derivante da mescolanza di sostanzp, ot•ganiche.

Ma i sag!!i di terreno estratti dai pozzi :=:.ea"ati nell'antico eanale :-i diffet• •nt.iarono dAgli oltri pi·o,·enienti dalle st ratifleazion i òi (•:-seudo i pt·imi mollo t•icdti m so<>tanzo organica, <::pccialrnenle anche 111 nzolo. :-\P ,le ste,,.,e diluziont acquo e :-i manifestarono con,..iclerevoli quanllln dt ammoniaca e gli strati giacenti solto In torba aveva11o talora ollo•·o d'idr4) g'eno solfornto.

R elntivamcntr• ol numPro 4lelle colonie <"Ile si S\'iluppal'ono da un t.:entinlC'lro cubo di lCI'rrno, ecco in gPIH't'ule i risull.ali ottenuti la pt•ovt.mienza dei a) Alla «uperflci1• libera del "uolo, colome tnnumer'e\"oli; '• >ulla ptol',1 ntlìta di cinquant11 c entitnetri, il num<'I'O delle colonie J'u pur•• innumerevole, due volle t•aggiun!:ie le r.irre di 920 l' 100'};

Rivista

r.) nlla profonrlilù di un metro, il numero delle colonie fu due \OlLP innumerevole ed otto volte oscillò t't·n a e 1!100, con una mcdta ùt 620; cl) alla profondità di metri l ,50, il nume r o delle colonie fu 11na volta innumerevole e quattordici volle oscillo fra O c :2200 con una media di 396; e) alla profondita di metri 2, il numero delle colonie fu una ,·olla innumerevole e in ventisei pozzi o>;cillù fra O (R volle) e }80 colonie con una med ia di 68;

() 1tiJH lll'Ofondilù di metri 2,50, il numero delle colonie in pozzi oscillò fra O (lO volle) e iSO cd in mt>dia fu di 1G; g) ollu profunclitù di me tri 3, il numero delle colonie venltcinqne poui o!'<rillò fra O volle) e 700 e fu in metlla di }2;

/t) alla profond itù di me tri 3,50 in rtu atlro poz1.i, il numero delle r,olonie fu due volle O e due volLe 2; i ) alla profo nd ità ùi m etri 4, il numero delle còlonie iu tre pozzi fu d t ollo, cioè 1, i- e 3. i mentre nl'l terreno il nu mero dei germi anche alla ;> rofondita di metri 1 a metri l ,50 fu piccolissimo, nel Lert•eno fo r malo da antiche macerie alla profondita di melrt 1,50 e mel rt 2 il numero dei germ i fu considerevole e superò la ctft•a di 100 per centimetro cubo. s uolo raggiunse il minimo della sua altezza metri 0,5\l Due pozzi 8cavali nel suolo dell'an t ico canale si. differenziarono dagli allri, nel primo l'acqua fu metrt l ,iO o nel . eonrlo me tri O,:lO più che negli altri pozzi della stessa lmea. La cosa si ossen·ò in altri pozzi che lrovansi nel so l· Losuolo dell'anti co canale, nei quali lo strato d'acqua sotterr anea non oscillazioni sensibili.

Le dill'P r enze geologiche e chimiche si riscontrar·ono nel suolo appartenente all'antico canale paragonato con quello formato da sabb iose, mentre dal lato batterio· scopico per questo r iguat·do non si osservò a lcuna differeuza. All'incontro una grande differenza si nolò fr a il suolo forma to di r otta mi dt anttclte costr uzioni e quello natura le, (solle,amento naturale.)

P er ciò rha si rife risce all'innalzamento e all'ubbasc:amento dello stt·ato d'acqua sottet·raneo l'aulot·e confrontò le sue os· sen azioni con quelle del 186!.1 e 1870 d i un vicino pozzo, in cui il livello più basso fu di 0,74 ed tl ptù allo di metri 2,02, corr .sponde nle ad una differenza di metri 1,28.

F ino al 28 dicembre 1888 l'acqua del sotlosuolo o1·a a rn. 0,28; ma nell'invet·no, in causa delle si abl.Joc;sò. ancora; dal m arzo 18R9 cominciò in poco tempo ad f'levar>;t e ti 20 apr1le ra ggiunse il punto culminante sì no a metri 1,92 sopl'a lo zero delle acque della Sp r ea, p r·eso per termine di confron to. Per ciò la differe nza dei due li velli (1,D2 - 0,50) :::: metri 1,:13.

Helativam ente alla distaoza dello di acqua dalla del 's uolo, s i osser vò che il 20 aprile 188!l l'ac11Ua era dislsnte m etri 2, 3 e 4 ed in genet•ale si può che nei pozzi costrutti in fo rmazioni di di buona qualita, l'acqua sia r imasta d istante sempre almeno 2 metl'i dalla supe r ficie ester na.

Sul tao nmenlo dell'acqua in linea orizzontale, sebbene sia ammesso in generale che l'ac JUa del sottosuolo s i diriga verso i corsi di a cqua, e quindi, in Berlino, verso la SprPa, pure ciò non si o>;set•vo, per condizioni speciali del suolo, intluonzalo dal letto dell'antico canale ed è probabile che anche qui nef!li strati profondi l'a cqua riprenda la direzione naturale.

Le mis uro dell'ncCJua del soltosuolo furono a quello pr ofonde dell a Sprea che si cons iderò come O, ed alla s uperfici e del terreno di c iasc un pozzo.

I n soLLc mbre ed in prin cipio di otlobt'e l'acqua del sotto-

Le acqu e provenienti da quei pozzi che fu r ono scavati nel ter reno percorso dall'antico canale contenevano ferro in qnanlith più o m eno con g ran de q uantilù di ammon iaca pe r ò man cava l'acido nitrico. La quanlilit di ammouiuca Pro. ta nto più consider evole, quanto più il saggio d i acqua esa mi- nnta e ra vJci•1o stJ·ati di to1·ba. :;\egìi f;lrali c:uttostanti nlla tol'iJa l'aC•jua contene\'8 .::empre niinoJ·e IJUtllllila di t'llllll101li8Cil. a) A C'J'W sen:za prepfl1a;:ione. - Po::::;ì seacati n e l'nntteo canrde - !•" litt·o di •"•t r azione: il numero delle ..:olonu.! fu irrnnmPrevole; J()Om" litro, il numero delle colonit> n,.i tre pozzi ri::;pPllivamente di 8't0, 1000 c GOO; 50Qmo lill'o, il numt•ro d•·dr •·olonit> fu t'i<:pettivamenle di 310, ():!o e JO>-

Anche le llC<jU€! altri pozzi d1fferirono molto fra loro. .\lcur1e conteuevauo 'luautità abl1ustanza elevale di acido nitrico, llllt•e !.:rnndi ' luan ti a di ammonia ca, e le acque di due pozzi unche AciJ<• uitro'-'o. Eppur•• tutte ac pte cil'riva, .wo dA -..l!•atitìcazioui di che chi•uica furono rtcono:-<ciut,• molto povere di sostanze Or!!auiche e particolat·mentn di azoto. C1 o tleriq1 probabilm·•ute dn unpurlltt ,..tntti :superiori ùel suolo, specialment•• ùi •)nello bmO:-<;;o t' Jllll purticolarcuente di f{Uello proveniente <lu t•uttnmi 111 unticlie r:ustr·nzl()ni nei quali strati ancl1e l' anuli,-i chunica rilevù grandi qntlntilil di sostanze organiclw ,. eli fariiH dP!!OtnpMIZIOlle. anche pi·obabile che le acque lllt'· teol'icho in q 1elle del sottosuolo vi portino thscJolte ft' Jllnt•·rit· che incontra no negli strati supct•ior-i. pure probabile rho v'inJ!uiscuuo le materie esct·emt>ntizie l' di rifìltlo di ogni gt>nere dd vicino ospedale della Chartte.

H .l n al i fJatlPt·ioscopica dell'ae1ua del .<?ottosuolo.

Le ricerchi-' fui'Ouo eReguite in tre pozzi scavati uel ter·rt•nu dt•ll'autico canale e m tre pozzi sulla stes-.a lmea wa scavtlti in strallliCAzione di buoua !'abbia. l risultati ollenut per· ogni centimetro e/l bo d i ac,11la dioe r t>i secondo rh e . le proce .furono t'rese dall'acqua "'enza altra prepamzi me, opput·e dopo la Ji ... inf.. zii1n•' d<>lla pompa con l'acid 1 , •two .

J>n;li senl'ati in stratl/icazioni di brwna sabbia: Jmo litr(l: iOOO, i:WO, innumeJ'C\'O [i; tiJOmo litr·o, 2200. 2000, GiO; ;,()(lmn litro, l 000, 900.

Come s i vedo prima della disiufe zionc rlella pompo o rl• l tubo cou acido fenico nella quantità di a quultru lilri, n '

1t numet•o dei germi era grandissimo, ma dopo la ziout', an che quando nell'acqua non si r•i<:contravano più tt·acrc di acido fenico, l'acqua del !'Oltosuolo pri"a dt gcrm r. Perciò essa s'inquinava nel pa><"Agcrio pel lubo. Dun·ruc I'!iCIJUa del sotlosuo,o e•·a 1 rim di germi o l'iò ><i verifico non solo in quella dei pozzi proveniente ùa sll•atilìeaz oni di buonA sabbiA, ma anche i n qnPila (ac r[un dci pozzi qcavuti nell'an tico canale) prO\"»nJCnte da ucqua solte r t•anen t·i ·ea Ili or!!aniche, rl che si dPduce'"a dall'alto contenuto di ammoniaca. Quind i hi"ognH che 1!1i st r ati di sabbia del della Cllat·itfi pos un ,::ran di fìltra:tiorre, di modo che le intput•ità della superHciO e l e sostanze in decomposizione pO!'l'Ono solamente, lll'bbene in pi ccola quantità, esf;erP sciolte, P''l'f'> ne'<sun mi c1•oorganism o o ge rmo maturo riesce ad atl!·averf-lul'li per giunflcre nelle acque pro fonde.

Com e conclu:<ione general e, si può quindi diro eh<> il sotdella Cltat•it(• sia buono, ad eccezione di quello snprastan te all'antico canale.

Ri Vista Di Statistica Medica

lunto della. statistica. medica. mUltare spagnuola, l'ls!l. - Dott TotUlECtLL.\. - (Reoista ciP Saniclad Militar, febLraJo-marzo 18!12).

ForLa: nella penisola. HliOOO nell'isc la di Cuba

Porto-Ricco isole Filipp ine r europei. 2029 » indigeni 107:!0

J:.!i60 1 per 1000 rappot·to alla forza

Colonie.

:\forti. . . . .

» fuori forza .

T otale ....

Di febbre gialla . . . . .

» • p. 1000 dl'!la forza

Di febbpe tifoidea l\Iorti

Di tubet·wlo!<i polmonore .

>> morti morti . h » mot'li l) di pneumonite . . li Yaiuolo . " morti ·

>> " t·iformati » )J 1l18lldtl ti in liconza.

!\t alali di febbre palustre.

>l in licenza.

:\fa la l i venerei.

• di silìlrùe . .

» " riformati .

Variet

V . li . FROBLICH. - Appunti cll storia medloo - mlllta.re •opra. Cartagine. - (JfiliUirar::c, N. ;J. 18!.12).

Un popolo collo che diede i natali ad un Amilcare e ad un .\nnrbnle l'd il cui svilupp 1 ci,·ile fu c·onlernporaneo a <ruello dell'a ntica Grecia e dell'antica Homa puo m er1ta re l'ullcnz roue di chi s'interessa degli studi storici !"Uila medicina mi· il tAl'('.

Il più antico tempo di que;;ta colonia cioè 'fUCilo dalla sua prima fondazione (Didone) nel 16• secolo av. C. l'lino Hila seconda fondazion e (T iro ) per opera dei nobilt di Tiro e seconrio la fa vola, prr ope1'a della fuggitiva Didone f:OO anni pi1-. lnrdi , non ci dù da raccogliere alcuna nota slot•tca ùi medicina militare.

Solamente quan do Cartagin e incominciò - probabilmente vllrso il 700 avanti Cristo- a possedere un esercito s tanzial e, e la sacra schiera dei nobili c ittadini a cavallo si sarù fatto sentire il h isogno di una costituzion e s an ita ria Ch o quelrarmata abbia formato il nucleo dell'esercito di guert'a, o sollanto un p residi o di pace, oppure un mutabil e co:po d i difesa armato, sta semp r·c il fatto che fin d'all ora c•nst evano edifizi i a tipo di caserme e come tali ve n i vano a doper.ate per alloggia r e militad. Questi alloggiamenti i quali accoglieva no 20,000 fanti, 4000 cavalieri, 4000 cava lli e 200 elefanti SI trovavano nel recinto del forte bal u ardo che si sten· d eva tra i due porti di Cartag ine.

. Vera mente in caso di necessitù tutti i ciÙaJini di CartaS1ne sotto le a rm i; ma la fo rza principale ern conshtUJta d1 L1bii (soggetti a Cartagine) e da truppe as!'ol· date. fatte da un'accozzaglia variegata di più nazioni fra le quali troviamo gli Spagnoli dalla pesante at•mntura i Galli ed i Greci nomadi, i selva ggi 'frombolieri balearJCI, t cavalie•·i numidi ed altre orde africane È che .Annibale reclutò il suo eserciLo per la guer r a mca le\'a forzata di cu1 e r ano incaricati appositi r eqtiiSllOrl.

. Cl!e i,. Cartaginesi, oltrcchè dis tin g uersi come nazione militare s anche a ll a medicina, lo prova il fallo che cssr u n tempio consacr ato ad Esculapio, come asser1 r ono Lr,•io Appiano l' Strabnne nella loro ùeP unica. Questo tempio gigan tesco for ma va l etlrflcro p rm crpa le in Birsa, il famoso Cas te llo di Carta gine, il quale non consiste va giu in un solo edifizio com o l'Acropoli in Atene, ma nello sue fortissime mur·a a cculullo un intero gruppo di fo rte zze, di pal azzi e di tempu o pel' conseguenza rappre!:ienta,·a una ve ra cittadella. quel d urante l'assedio di Cartagine operato d a Sciprone, rrLJraron o gli ultimi valorosi e tra (JUtlSti l'et•oica spoqa dr Asdru bale coi suoi figli. Attualmente quel luogo della ma gmficenza cartaginese rappt•esenta una collina che Il Bey di T un i::.i n el 1830 cedette ana Fran cia.

Que lla collina ot•a è coronata du una piccola cuppolla a s!:'a i

Variet

moole sta e in cattivo s tato che il r 0 Luigi Filippo fece er•igere ne l IKH in o nore di San L11igi, morto in quel s ito du· r anle la suA infelice c r ociata nel 1276 conlr'o Tunisi. Siccome su quella collina oltre la cappella fu costruilo anche un semina r io ecclesiastico, si sono r ese im possibili le archeologiche. Pur tuttavia a pochi passi dalla cappella di Snn Luigi si so n trovati dei resti di tufo che probabilmente sono i r uderi dPl muro che circuiva una volta il tempio d i Esculapio. Anche del tempio stesso si sono scavati def:di ava nz i di fabbricati caduti giu dalla coilina duran te la di· slruzione di Cal' tagine.

I s o nt uos i monumenti di Homa, di Atene, d i Gerusalemme, di Babilonia e di Ninive, permettono ancora al!'archeologo ed a llo storico di ammirar" il culto ùella medicina degli an· lichi te mpi, ma ogni !'forzo d'mcluzione sui car taginesi resta frustra to dalla scomparsa tol1-1le della città punica, non esuberante in splendore, in magnificenza ed in tesori. Non fu la distruzione que lla che ha fallo scomparire la città, poichè rim peratore Augusto, cento anni dopo la pr esa di Scipione, fece costr uire nuova m ente molti magnifici edilìci. Anc he l'invasione degli arabi dal 673 al 678 non deve aver danne ggiato mollo le nuove coslruzion,i, tanto è vero che nel 1152 u no scritto re di geografia descrive i meravi gliosi edifizii di Ca rtagine. Ma i saccheggi e le depreda zioni che continuam ente si consumavano come sopra un terreno senza pa dr one fur ono la causa pl'incipale delle nostre attuali scat·!lissime cognizioni e fecero !'.i che ora anche in riguardo alla storia della medicina militare n oi non possiamo appogg iarci che sopr a vaghi in1Jizi.

Forse la Francia sacriflch r> r à un giorno quella cappella e quel semina rio alla inda gi ne archeologica; forse anche si potr·anno avet'e le desiderate notiz:e da Bisanzio, dove Belisa•·io t raspor tò le ricchezze di Cartagine dopo aver cspula città per la terza volla nel 6• !'.ecolo; oppu r e dall'Italia dove arrivavano i navi g li carichi di ma•·mi,_ di colonne, di mosaici per P.Sser e impiegati ad edificar e monumenti in P isa, in Palermo, in Venezia ed io Genova. O fi .

Variet

nalmrnto dn Tunisi, i rui Bcv e ministri por·tarono nei lot·o (l8JAZZI.JP llltltnC Peliflllil'. •

!->tal·o· attuai<! tlolle cu-<e noi dobbramo In meùrclllll mrhtMe .te i cnrla:,:-inesi per mezw di induzioni dalle condizioui dell'e"ePcito, dall'interesse che la nazione profesprr· medi.crna gene r ale quale e alle::ltato dal tempio dt Es culapro, e l uwHPt> da eventuali osservazioni degli scril· loPi antichi sopra lo> vicen le sanitnr·ie dell'esercrlo car·ta!:in ese. ·

Sotto quest'ultimo ri guar·do sono df'gn., di nota le epidem 1e dalle 'ruah gli ca rtagin esi furono Yisilali nelle loro spedit.ioni in Sicilia.

Quando i nel 406 av. C. a'ISediarouo Agri"' t!lllo '6 b tra uua epidemia. «Non pocJ1i fur·ono presi ria v1olent1 dolor1 d1 \'enlrf' e Inolli ne morirono .• (Diodoro)

Dopv e conchiusa la pace i cartar•in"«i •. b ' ,.., " s un arcnPono per la Li hia ed più ·'!he la mela del IOI'O di !'l lrutto do ll 'epiclernia. ì\la anc!1e nella Lib ia l 'epidemia continuò fluo al 3Gq 1w. c. e ·l uccise un gr·an numero ui rd alleati (Diodoro) .

S econdo Diodoro nel 3!J5 av. C. dur·ante l'assedio di Sil'Hcusa.' r11rimenti nell'esercito cartaginese una epiùemta eh·· dnl su,Jetto fu ch:amata peste. u Per la grande quanl1tù dei morti P pcrciJì• anchè gl'infet·mieri ne ne,...., uno ardt va più vPnire in aiuto agli appestali e co,-,, m an<·anrlo J'a.;:,.;:,i.-teuza agli infermi, il male re..;l n senza rimedio. O.tre n cio Il >''>Ccorso dei medici era inetlicace per la del m ale e per il rapido sopraggiunger·c della morte. »

Sul principio della seconda !{U<'rra punica :218 anui av. c. in al dei Pirenei e delle Alpi, A nmbale aYevR g!ù sofle1·to notevoli per·ùite; poichè al1a sua pa 1·tenza egli d1sponeva d1 o ltre 100,0!J0 fanti e i2,000 cavalieri; al passaggio dei Pirenei l'gli perJette 20,000 uomini, e siccome P g-li av eva dovuto Jasciu1'e indiet1·o un peesidio nel no r d della Spagna', g li e r ano r•imasti ancora 50,000 fa nti e 9000 ca valieri; prima del passaggio delle Alpi 38,000 fanti e 8000 ca· valieei e dopo quel passaggio 20,000 dei primi e GOOO dei i era tutta la forza che gli rilll<IIIC\'H pct• l'ltuliH; rwl 212 av. C. compa:>v<• di nuovo una <'J>Id••mitl, probllbi lmente tifo peteccluale, chf' col1,i l!lnlo i carta'guws: che i romau 1!:'Olto le mura di Siracusa. Livio co"i sct·i,·e in di que!"ta calamità;

• Nell'autunno e nei luo:,!!Ji pet· la noLum mal"ani, più fuori di città ch.-.. nella città slesga, un calore insopportahil<• fu eag1one oli una generale alterazione di salul·· in amlwduo i eampi, e ltt ::tagione e il luogo contribuir·ono a far >-i che gli amma lati rnorisse,·o pt•esto. luoltrt' 11 contatto roì malati e con clu li assrsteva cal!iono la diffusione della mnlatLia ed in mod o tale che i malati morivano eguulmenta chu gl'infermieri ed i medici. Giornalrneule non si vedevano che morti e seppellimenti e giorno e noLLe non si udivano che gr·1da di dolore. I m or ti aumentarono tanto che gli becchini, infastiditi dal lavoro, non si cur·avano più di >'!.(ombe rare il terreno dai cadave ri. Perciò rimanevano i moeli sopra terra e davano orribil e spettacol o ai malati i qua li vano la stessa sor·te; e si può dice che i morti uccidevano i molati ed i malati i sani collo spavento, colla labe e coll'a lito appestato . .,

Molto maggiore fu la devastazione nel campo dei cartaginesi che in quello dei romani, po1che i t·onuwi nel loro lunl{o assed io si erano gta abituali al clima ed all'acqua. NeiJ'e,ercito nemico furono i siciliani (tra le file dei cartai primi u di,e r ta r e e a nelle IMO native cilLi.t VICIIl t.'. p ,,iche essi perfettamente cl;e rl male 8\'Pva sua OI'igine e sede nel Iuo!l:O dove l'e,..et•cito et·a lceam pa Lo.

Quau do nlarcello vide con quale terribile violent.u l'epidi!UJia SI span le\'a, r1tirò il suo nella Clllll e.t ord111ò che le trup pe fos;;ero r icovt'l'ale tectts e pt•olelte dai solari. Ciò non ostante anche dell'esercito t'OrtHlnO molti furon o rapi li da quella pestilenza. Tale é la descrizione di Livi o.

St• da queste scat·se notiz ie tentiamo di ricavare un genera le giu •l izio sulla meJicina militare cm·tAgiiH'8'', ques to Pùlrd>be esprim e1'e cosi : t• La perfetta co::;tiluziono militare o spOCÌèllmcnle la !ilabililà dell'ec:er•cilo, non elte la fama mondiale dei c ondolliet•i unilamenle all'interesse che la na1.inne nutr·iva per la medtcina generale come ci risulta dallo s pl en· dido cullo d'Esculapio, devonn tull1 insieme aver presta to un lert•eno assai favorevole allo sviluppo della medicina militare.

2° Una medicina militare, quale parte integrante della civiltù secondo documenti vis1bili e pro pr ii di quell'epoca non si può veramente dimostrare. Essa per (, deve ave r· avuto un esistenza e ciò lo si de ve deciurre •la qut>i medici mi tilari (e soldati sanitarii) i quali dal ter·w c;ecolo a v. C. in poi pr estarono soccorso alle truppe nelle pestil e nze che afflissero l'esercito cartaginese.

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