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RIVISTA
HAGINSKY dott. ADOLFO. - Sull'etiologia della difterite. (Be r liner f(linisehe Woehenschrifl, N. 9, 28 febbraio 1892).
Per la r icerca dei germi della difterite, l'autore, aiutato dai suoi usò il metodo desc r itto da A. d'F.spine ed E. de Marignac.
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Con pinzette sterili zzate aspor tò dalla faringe del fanciull o malato una piccola parte della membrana d ifterica e la lavò per a lcuni minuti in una 1'\0iuzione di acido borico a l 2 p. 100 per eliminore quei eh<> sogliono accompagna!'e i hucilli della difterite.
Lavata la rnembranelln, fu strisciata sul siero ò i sangue, S(llidificuto secondo il processo di Loftlcr, in una serie rli tubi, 1 cruali furono poi posti nel termostato alla temperatura di 3i' C. In questo moùo fu poss1bile lo svtluppo dei ge1·mi della difterite in coltn1·a pura; mQ. per meglio differenziare i bacilli di UJillel' da allri, fu1·ono eseguile le relative colorazioni ed inoculazioni negli nnimali (conigliì.
Con m etodo furono osser,·ati 151 casi, in 11 8 dei quali furono manifestamente riscontr·ati i bacilli di Lotller.
Dei llR casi i-5, cioè 38, 19 p. 100, terminarono colla morte. Le pat·alisi !'li osservar·ono i:: 39 casi, gra vi fenomeni settici in 17.
La t1·acheotomia fu eseguita 41 volle. S olamente rasi decorsero senza complicazi on i e guari r ono piu b meno pt•esto.
Da c .ò s i sco r ge q uanto sia pericolosa la malaWa p ro-
In 36 casi non furono riscontrati i bacilli ma micrococchi. Di questi casi quattro ebbero esi to letale, cioè uno per p11ralisi diflc 1·iche, uno per dtftel'ite complicala da mot•billo grave ed e"te-sa polmontle, P due per empiema doppio. Tutti altri guarit•ono 111 pochi gi ot•ni seuza complicazioni.
SebbPn e la fo1·ma clinica sia quasi eguale, pure con le iudngini batterioscopiche è poss1bile differenziare la malattia prodotta dai bacilli di Lijffier, da l{uella (difteroide dei francesi) cagionata da altri germi (slafilococchi e st1·eptococchi).
L a prima è gravissuna, la seconda relativamente benigna. Divi ene quindi molto importante, specialmente per la prognosi, l'esame batte rioscopico delle membrane difteriche.
In due casi di rhinitis .fibr inosa l'autore trovò nelle membran e i genuini bacilli di Lòll1cr.
Sulle complicazioni della scar lattina con la difterite, l'autore osserva che, se la scarlattina era genuina, nelle mem· bran e della faringe non si trovarono mai i bacilli di Liiflle!', ma costantemente micrococchi. Se poi con la difterite s i associava la scarlallina, l'eruzione dell'esantema era preceduta da mod1ficazioni della membrana faringea difterica, la IJU ale diveniva g r assosa e di aspetto gri!:\"iO sporco o vet·Le colture ottenute dalla membrana modificata non dava no più origine ai bacilli dinerici, ma a microrocchi. È che questi micrococchi distruggano 1 bacilli di Ll1ftlt>r e diano essi origine a lutti i fenomeni morbos1 della !;Carlallina.
C. S.
Bloerohe aul morbo di Addlaon. - Nota di FRAKCESCO <> SANTE :\IAuRtNo- Zuco. - (Riv. Mcd., 19 marzo 1892).
Gli autori pet• altri,.espet·imenti eseguiti sulle capsule surr enali di animali sani e sull'urina di mo r ti per morbo di Adavendo constatato che in tali organi esiste norma lm ente una g ran de quant ità di neurina, la qua le é eliminata in dosi bene apprezzabili per le urine infermi Ji morbo bronzino, supponendo che la sintomatologia dd male fosse dovuta ad un'auto-intossicazione di neurina, hanno intrapreso neirlstituto dt Igiene della R. Univet'?.ita di Roma, una serie di accurate ed Hnportanti esperienze, di cui ci piace rtportat'e i primi risull ati Essi hanno dapprima voluto fermare la importanza fisiolo g ica delle capsule snrreuali stud iando le lesioni e i ;;in tomi conc:;ecult vi all'estii·pazionP di uno o di entrambi que!'lli or.guni. l\facchie simiglianti appaiono sulle mucose, sopratutto sullu porzione libera della lingua, e come più tardi s i mostrano, cosi più Lar<;lauo a scomparire.
Con la esti rpazione totale gli animali sono lutti morti enll·o due a sei giorni a seconda che essa fos!'e stata ec:;e. guita in una sola :::edutu o in due. Il quadro morbo!'lo può rias:::umersi in ripugnanza al cibo, grande abbattimento, affanno e paresi, sper;ie degli arti inferio ri, dilatazion e delle pupille, opisto lono e convulc:;ion i spontan eo o riftesc:;e.
All'aulopisia nessuna allerazione alla a dar spiegazione della morte.
Cnn la e!"tirpaz10ne parziale gli animali c:;oppravvivono benissimo, solo ùopo 1 o 2-l giM ni sulla cute della r t>gio ne operata appaiono, !ungi dalla cicatrice, una o due macchie lenticolari di colore ardesiaco, sulle f]Uali poi crescono pre· stnmenle ciuffetli di pelli lunghi e intensamente colorati in nero, che progrudiscono con la macclua, si ripi·oducono se r a sA ti e finiscono poi co n lo sbiadirsi o rHOJ·nare Al primiti,·o colot•e pur rima nendo macchiata la pelle sollo"-lant".
E le macch:e "anno marw mano ingrandendosi fin o Il invadere quasi tutta la pelle e pei' tutto lo spessore di essa, pigmeolazione che va poi reti·ocedendo verso il 2 ' mesP., senza però scomparire del tutto.
.\ non lasciar dubbio che tali sintomi fossei'O in I'clazi one della asportazione delle capsule surl·enAii gli autori hanno prttticato altre lesioni ed anche parziali delle cag;;ule stesse
'lEDICA Vi9
sugli animali, ma essi o che sieno morti, o !"Opravivuti, non hanno mai da lo segno di allerazioni di melunodermia .
Yolendo poi gli autori ripi·odurre 11 fatto più comune in siffalta lesione, la tubercolosi cioi> primitiva delle c:;urrenali, hanno in ocula to nelle capsule di molli conigli pure d1 pseu lo-tubet•cotosi di Preife•· e di Cladothrix E ppiugei·, ottonendone pe1· risultato sempre dopo 14 o 23 giorni la comparsa di macchie ardesiache della cute e più ta r di della lingua. Va notato il fatto che rnf'nlre gli animali in primo tem po diminuiscono di peso, più llu·di ne crescono lino a MlO grammi in piu.
Le culture falle in agar e gelatina con materiale di cap::.ula di animali uccisi dopo le inoculazioni descritto rimasero perfettamente sterili, il che dagli autori accagiona alla piccola f{uantilù di cultura iniettAta.
animali albini trallati con le inoculazioni non si sono ottenuti altri risultat i all'infuori di pigmentazione ai lati e solto la lingua, quelli sottoposti alla eslil'pazione di ambo le invece sono morti come gli altri, di cui si c on manto coloi•alo.
P enc,nndo poi gli auto ri che i sintomi negli animali sotlopo!<li sia nlla 6'"lìrpazione delle capsule surrenali, sia a ll e inoculazioni di cullùi'e di pseudo-tubeecolosi fossero dipendenti dalla o minore quantità di neu· r ina presen te nell'organi::;mo per la mancata o diminuila funzionalità di delle capsule, argomentarouo che egual ril-\Uilato dovi•ebbesl aw r e facendo circolare continuamen te nell'organ is mo anormali, ma non venefiche, quantità di aneuri na, e a tale sco!'o iniellando ogni giorno in animali a manto vado 2 c. c. 1ltl soluzione di gr. 0,5 p. 100 di neurina n ell a linea alba addominale, vennero ai seguenti t•isullati: in alcuni nei quali iniettarono {c c. di soluzione per giol'no in d uo sedutr, tra il (i' e rs· s i ripetè il quadro clinico che in 'tue Ili pr1 vali di ambo le capsule ; quelli cui ne furono iniettati 2 c. c. non pr esentarono disturbi generali, ma si svolsero ma cchie ardesiache con peli più folli e più sctn•i s u ll a zona rasata, fino a pigm entarc tutto il ventre, ed altri punti del cor·po. macchie andarono poi scomparendo pel' riapparire piu lardi in guisa che gli autori credono debba ciò allribuirsi ad una iperfunzionalità delle cap!'lule o ad uu mancato compen!'lo consecutivo.
Sorgono poi le macchie nella lingua; ma gli autori non hanno mai osser vato macchie ai pr·olab1.
A maggior scupolo di studii gli autori avvertono di aver sempre dilig-entemente guardalo glt animali prima di espP· rinwnbH'e e di aver·e con ogni scrupolosità misurato le macchie, nel caso esistessero, notano come gli animali albini, all'infuOI'i di macchie nella lingua, non hanno mai osser vato pigmentaz1one diversa.
Quanto poi allo del pigmento gli autori con riserva lo pongono, negli animal i esperimentali, nei tubi pili fe ri e nella loro guaina.
Nelle urine di lutti gli animali pigmenlali essi hanno riscontrato l' indacano.
Questi i risullati dPIJe rn·ime ai quali vorranno certamente segui re fatti più dettagliati a studio finilo.
L 'andatura. negli emlpleglol. - CHARCOT - (Journnl r/e Mérlecine et de Cltirurr;ie, gennaio 1892).
L'esame diligente dell'andatura basta soventi, negli emiplegici, per dragnoslicnre la natura della loro emiple!!'ia. Charcot ha presentato, in una delle sue lezioni clinich e, <11cuni malati offrenti in un modo tipico, i caratteri che si possono in simili casi.
Il primo e;:empio è quello di una donna affetta da emiplegia comune, permanente, consecutiva ad un·emorvicino alla copsula interna ed accompagnata da un certo grado di conseguente contrattura. Quando essa cammina, porta la gamba sinistra in avanti inclinandosi dal lato snno, cerca di sollevarla leggermente imprimendole uu mo· vimento ù1 circumduzione; è l'incesso .falciante dell'ewiplegia ordinaria.
Un allro emiplegico cammiua in un modo del tutto differente: egli trascina la sua gamba dietro di sè un inanimato, non fa ulcun tentativo di circumduzione, senza cer- care di ttlzare il piede, che spazza assolutamente il f.\uolo. Questa andatura è totalmente differente dalla precedt>nte, o st può affermr.re che essa non è in rapporto con una ledella capsula interna; essa è caratlerislica deJJ'isterifltrlO. Chat·cot chiama abitualmente quc;:ta andatura col nom e di an datura di T odd, per i l motlo pr•ccic::o con cui questo autore l'ha descritta.
Studrando le condizioni in cui è c::opraggiunta questa malattia nel secondo caso, si ril eva che la diagnosi indicata, da quella prima constatazione, è giustificata. Questo uomo, wfatll, i d1 cui antecedenti eredttari sono pe;:simi dal punto dt visto nervoso, ha sofferto egli stec::so, dopo dtWJrsi incidentt dello !>lesso ordi ne nella sua inl'anziu, convulsioni da 7 a 14 uno t. Ciò nonostante egli prestò il suo izio nulilore, durante il quale fu colto da parecchi ucct'S'-i.
Un po' più tardi, egli contrasse la (', »lcu11i mesi dopo, avendo assistilo ad una un co lpo di toltello, ma di poca Tuttavia Pg li ('u violenlomento !'Co;:;:o eu, alcune ore dopo, perJelle la rono-;('enza. Dopo qualclHI g iorno si risveglio, emiple g ico Ciù avvetttlr sei urtni l'li e, a quell'epoca, essendo stato considerato come ._ifìlitico, fu sottoposto alle frizioni mercuriali ed oll'joduro pota ssico. Devesi pero notare che quec::la diagnosi er·n giu"tiflcata dal fatto che il malato accusavn cefal<'•' JH'rmnnenti, clw si ec::acerbavano tutte le sere e caj:tionavano un' in'-Onnia penosissima. Questi sono appunto i carntleri della <'efalea "Ìiìlilit'o. Devesi però tener pre!'enle che P!lr<>le unu forma •ii cef!llea isterica, la quale ad e,c::a ;:omiglia complelurnenle; rna «ovenli onche, e-1 è ciò che si O'-SPrva nel raM in dil><COr»o, questa cefalea é consociala u SPnsnzioni ehe ca;.donano quasi la caduta del malato, u r onzi• negli orecchi, a costr·izione della golo, ecc., fenomcn1 tulli che ram mentano completamente un accesso isterico abbozzalo. Que;:to stato è mollo frequente, uomin1, e vteu e sovente confuso con la
Pros<'guenJo l'esame di quf'str. malato, si constata che l'e111iplcgia non è estesa allu faccin, ed infatti lu pnr·alisi fuciale isterica è molto rara; al ronlr urio uno spasmo :J1 mollo nello dei muscoli della farria dello stesso lato; emiRpasmo, che è un ft•nomeno mollo caratteristico. Mu vi ha inolke un'anomalia singolare, od ò che l'emianes tesia eRiste dal lato opposto alla paralisi.
Riassumendo, si tratta di un uomo predisposto per ereùitù, che ha avuto altacchi ed è diventalo emiplegico dopo una vròlente emozione.
In un secondo malato, dell'età dr 43 anni, che pure l'andatura dr Todd, non è meno certo l'isterismo, come l'indica a pr·ima vistA questo carullcro, rna in lui si Ira di più una particolarità nel tcreeno su cui si è svolta la m alattia. Egli ha antecedenti ered itari nerv osi a l più allo g rado; uggiungasi che fartlndo uso di una alimentazione abbondAute e nutriente, ebba un prim o attacco di golla tt 31 an11o, sus!<Cguito da una Rcr·ie di altri attacchi simili riproducenti-.;i r·cgolarrnente ogni anno. Scomparve la gotta, ma nello stesso tempo l'individuo, iu preda a gravi dispiaceri e perseguilato dul timore di cader·o nella miseria, veune colto
J!:ù è degno di nota il fallo che, senza ammettere ciò che allrc volte si chiamava la gotta risalita, questa malattia alternA fr·cquentemente con altri 8tati morbosi. Non è raro d'alt r a parte vedere malattie gravi ar r estale daOa inva:<ion•: di un'altea malattia. CharcoL ha veduto tubercolof::i Accertate nr1·estarsi col la comparsa di uua paralisi generale di un'altra malattia mentale.
Qwmrlo l'epiles:- ia esiste nei gottosi, accad... mollo di vedere la scompursa della all orchè gli acces:<r vengono in iscarra.
I n questo matult•, la gotta è scompar!'fl et! un nuovo !'i i> prodollo. L'intliv id uo ha presentato per un cor·lo tempo dispesia, uno stato mentale particola r i', 11mnesia, scoraggiamento, t r istezza; questa e r a la neuraste nia pr eparalorra e diciotto mesi or sono un accidente comune ha fallo manifestare l'isteril:'mO. Il malato preso fr·a due vetture, mollo spaventato, senza però aver riportato in realtà alcun traumatismo, per de la conoscenza nei giorni sussegut>nti, il !'UO sonno è turbato da sogni spaventosi, poscia, prog(essivamenle, l'emiplegia iste r ica si svi luppa con lutti i suoi carnt· teri, a ccompagnata inoltre da spabmo della faccia e della lin g ua , da vertigini, da un punto isterogeno nel fianco, ecc. L'iste rismo so1waggiunlo in quelle condizioni, a quell'età, ha una pr ognosi poco favorevole e l'emiplegia è allora tanto te nace quanto se fosse d'origine organica. Il lavoro diven ta impossibile e, so si nota qualche miglioramento, non si han no per ò guarigioni definitivo.
Parpura della muoosa della boooa, della. f aringe e laringe. - AuouBERT. - (Journal de Médecin.e et de Chi r urgi e, dict!mbre 1891).
Il dottor Auduberl ha riferito un fallo mollo raro di localizzazione della purpura. In un malato tubercoloso e legcachettico, si constatava sulla linea mediana del velo p alalino una macchia di purpura estesa tre centimetri nella s ua lunghezza diretta nel senso posteriore, sopra una largh ezza di due centimetri ne l senso trasversale La macchia emorragica, di colore perfellamente rosso, segno di un in izio r ecen te. er a irregolarmente ovale, allungata, senza sporgenza nella mucosa e non scompariva solto la pressione.
Nello Rtesso tempo, si constatava sulla lingua, nella sua parte pos t<-riore, un semenzaio di stravasi sanguigni di dimens ion i va r iabili ma m ollo prù picco li di quelli dell a volta palalina: questi ultimi erano egualmente rossi. Facendo sollevare al ma lt1to la lingua all'indietro delle arcate (lentaric, s i vedeva una macchia emorragica alla parte infèrio 1·e della lingua; quest'ultima, rossa, molto ir1•egolare, si es te ndeva flno sulla mucosa gengivale.
Ques te lesioni erano consociale ad altre dello stesso genere che si notavano nella laringe.
Il ca so in discorso entra nella categoria delle purpu r e cachettiche. Que,.ta lesione non è eccezionale nella mucosa della bocca, ma è m ollo piu rara nella laringe. Essa non h a d'altronde significato patologico dive1·so da quello che ne ha la. purpura in generale.
Uroptonefro•l. - GuvoN. - (Jort rnal de Médicine ed de chi r urgie, 1892).
La ritenzione renal e può produr>:i due forme mollò difl'erentr: la prima é la forma asettica, nella quule non esiste suppurazione e che si de!'crive sotto il nome di idro od ur•onefr osi. Nella seconda forma, la fo rma setticA, io cui vi ha produzione di pus, si devono difltinguere due vari etù principali: l'una in cui il liquido è costitui to certamente dal ed é la pionefrosi; l'altra in cui il liquido è formal o da una mescolanza di pus e di orina; a quesl' ultima forma Guyon dà il nom e di for•ma che presenta alcune particola ri tà cliniche impor tanti e che è mollo r a r a.
A que.,la forma appar·tiene l'affezione di un indrvidu o di 25 anni r icoverato nella clini<'a dell'autore per crisi di dolori J•enali intermi ttenLi. La prrma di queste crisi compar 1·e sei anni prima cd è stata accompagnala da intorbidamento drlle or·ine. Do quell'epo ca crisi <'onsimili s i sono riprod otte ad rnter·valli irregola ri. Queste c ri"'i che soprAggiun gono sempre senza causa apparente, si manifestano \!On un dolore, dapprima per un giorno, poi localizzato nella r egione r t'nale sin istrA , ove P<:>:O persiste due giorni allo stato acu to: la crisi dura quattro o cinque giorni circa e, contrar·iamente A ciò che si nella pionefrosi, nel loro rnleJ•vallo la salute si conser·va eccellente Ciascuna cri!'r ;-;i accompu g-na ad un irrtorbidamento delle o r ine che compar·e :.:onc r nlrnen le nel secondo gior·no e uon scompare che ciuquP a dieci gio r·ni dopo il dolore; all'infuo r i di quella leggrrra qunnlilt\ di pus che le intor·hi<la, le o r :ne non hanuo mai contenuto nè sabbia, né calcoli, né sangue; ma devel'i giungc rt> clw, nell' inlerval •o delle crisi, persiste però un leggiPrO inlorbiJamento delle or·inc.
Coll'esplorazione si constala che il r ene >:inistro é aum entato dr volume e presenta unn speciale che dà la sensazione di un tumore liqui1J0, liHcio e comprensrbile, -.rtt:alo nell'ipo cond rio, per nulla spostab ile e gr·osso come i du e pugn i. Ma p ur dando una gl'ande importanza all'esplor azione fisica, Guyon ins is te nel fallo ei re egli ha fallo dia- gnosi di t•itenzione renale, di uropionefrosi, >:opratutto per l'interpretazione dei due sintomi associali. crisi dolo r ose e stato tot•bido delle orine. Queste crr!'i hanno infatti un cara ttere mollo par ticolare; lo stato cloloroso, vago dapprima, che si locAlizza in seguito in uno dei reni. l sintomi più importanti appartengono alle aller·azioni del sistema nervoso centrale, il cui risultato è generalmente una fo r ma di acuta alterazione mentale sotto il quadro di disordine di ideo.
Questo crisr ditl'eriscono dalla co lica neft•itica soprattutto p er l'a ssenza di irt•adiazioni verso il testicolo e verso la co· scia; qursto A un carattere impot·Lante, di cui non si tiene conto, per cui molle di queste c risi sono considerale como coliche n e fritiche; t>d anche quando esiste un dubbio e si passano rh·ista le dill'et•en t i affezioni dolorose dell'addome, non si pensa quao:i mai al'a rilenziooe renale.
La crisi del genere di quelle di cui l'i t> tenuto parola possono r iconoscere quattro cause differenti: la nevralgia renaie, causa rara, ma che può presenlu r·si specialmente nelle tabi; i coaguli fermatisi nell'ur elere, in segui to ad un neoplnsma del rene o ad una contusione; la ritenzione renale ed infine In colica nefritica. Qu est'ul tima è $enza dubbio la più fl'equ ente. ma essa non e la sola . come si è troppo dispnsli a credere. È aggiungere che dal punto di vista della dra gHOSÌ diffPrenziale, indipendentemente dall'asSe nza di irracliazion ì, si constala nella r·itenzione un aumt>nto di vol ume del rene che non sì O!'Serva mar nella colica neCritica o per lo meno ad un consimile grado.
A questr mezzi di si può aggiungere la puntura capillari', che può essere falla usellicamenle senza inconveniente. Essa. nel malato in discorso, ha dato esito a 425 g r ammi di Ji([uiòo torbido, leggermente purulento e non differente , per sua composizione chimica. da quello che s i riscontro abitualmente in simili casi. In generale queato liqui.lo corrtiene pochissima urea. Esiste una modificazione cl•'lla funzione renale eh!' !:'i produce ogni qual volta ' 'i ha r rtenzrone.
:\ei cac:i ùi qu es to genet·e è neccssòrio l'intervento chir urgico, perchè la non si può ottenere che incidendo il r ene , d estirpandolo.
Importante oa•o di avvelenamento per lodoformto .
(Be r line r klinische Wochensehr(J"i., febb. 1892).
Quando l' iodoformio fu introdotto nella chirurgia, venne usato con gr•ande larghezza in ogni occasione, perchè non Io si riteneva pericoloso. Ma presto si é stati costr elli a ricred»rsi, essendo non pochi casi sopravvenuti di avvelenamento per troppa larga somministrazione del farmaco o per idiosincrasia, ed ora è gia abbastanza r icca la letteratura casuistica delle intossicazioni per iodoformio, la quale nullameno non potra certo non essere inferiot·e alla molliplicità dei casi avvenuti.
Se infatti le osservazioni sulla idiosincrasia sono rare , esse pare rivelino che questa per il iodoformio sia superiore a lutti g li altri medicamenti. È interessante il caso riportato dall ' Augerer in :vtonaco, che ebbe esito mortale in un uomo oper ato d i oef'r·otomin e medicato nel cavo d'operazione con garz o al iodofor•mio.
Il caso di cui s'interessa l'A. é proprio ad un medico, psichiatro. Questi, rnfermo di esteso eczema essudalivo dei genitali e delle regioni crurali, ebbe ricorso a d una medicatura dr iodoformio spolverato sulla lesione, dopo di averla lavata con soluzione al sublimalo.
Otto o dieci grorni dopo, erompe una febbre altissima e seguono distu r bi di conoc;cenzn e di merLoria che perdur·ar ono 4 giorni e dei quali l'A. non sa se non quanto appre>:e dal racconto altrui. L'infermo p. es. domandava di esser messo nel bag-no, dimentico che ne era uscito allora; non riconosceva le per·sone e domandava alla stessa sua moglre chi si fos se, e contento li per li della risposta, tornava poco dopo o ripeter la domanda dimentico di quanto era sue· cesso: il quadro della sua camera per lui erd svanito c si pensavo tl'esset•e in un ospedale.
LA m e moria una profonda allerazione, così che per e s. gli a ccadeva di chiamar la coperta per il bicchiere.
In gener•ule era tranquillo, meno uu11 conlrnuo presen tazio ne d r idee disparate che gli la monte. Cade va sen za ra!!ione nel pianto, si ecciltwa farrlmente, por t orn ar·e poi pPrfellamente tranquillo. t-;(> le altr razioni menta li si così presto come sollecilomente t•isorc;ero le for zf' del corpo, in guisa che per diver.-o tempo clut·o la >:me moratezza e la impossibililù di servir•si dello nwmoria a nche per ricordi recenti.
E questi dii"Lurbi di memoria perdurarono un certo tempo t>d erano di tale natura da non nt>mmeno il riCOt'do delle più semplici ricette.
P e r qualcJ,e tempo l'ordine dello !'Lesso appartamento da lui alJita to appariva a lui alterato e strano. Como la memori a, co!'ì anche l'intelligenza subì un indebolimento, in mano che la conoscenza si andava riallivando, egli veniva preso da vero disgusto dell'odore del iodorormio, ùal qu ale egli f'i sentiva sempre dominalo. olLre delle alterazioni ment.sli giù de!:>crilte, altre ne f'e gu irono e in grado più elevato do. comprender!'li tra quelle che appartengono alle neurasteniche.
• da dover spendere mollo studio ta lora pe1•. comprendere un a so la frase. E la eccitabilità ero. giun ta n La lo che la pi ù piccola cagione bastava a commuoverlo, onde !'lpesso ,·olte ca dev a in pian to anche presenti persone estranee !< pC'c ie se si discorreva della sua malattia. Le nar r azioni eli !li!'lgrazio r·iportate dai giornali lo toccavano profondamonte e gli occupavano la mente talora tempo da lli s lm·uargli fino il sonno.
La più lormenlosa era un insonnia contro la quale Prano Lutti i mezzi ipnotici: inoll!·e una profonda ipocondriasi, accoppiala ad un certo grado di h•emore dell e muni, ecc., facevano sorgergli il dubbio non si tratloc;c;e di una demenza paralitica.
Eg li cominciò a risentir giovamento solo allora che si recò in una stazione estiva benissimo esposln, accoppiando ad
Me Dica
una opportuna dieta la idroterapia, il massaggio e gli ese!'cizii
Com e fl•cquentemcnle> nei neurastenici, nell'urine s i rinvenn <' r o in quantità i fosfati.
L'rn sonn ia fu vinta a poco a poco in guisa da poter dopo qualche sellimanu abb11ndonare il sulfonale.
L'ipocoud ria sa perdurò qualche tempo insie me alle sue consequenze; tluulc 1111 contauuo timore or di questo o r di quell'altro malanno, allerazioni intestinali non mai sofferte prima, e un rard1opulmo ao.;sai penoso e intenso. Il polso sel!nava sempre allo ancircu !IO pulsaziOni; ma il più piccolo lavoro mu scohl l'e, lavarsa il viso p. e s., lo faceva s ubilo s111ire a 120-1!30.
Ciò che a·iguarda i sintomi principali, la memoria e l'intcl· ligenza, mi gl io l·arono o guarirono presto: Ili ipocondriasi anche e sso si allontanava cedendo a pò la volla al buon umore e alla ri so 1·La volontà di lavorare. L'odore del iodoformio andò anc-h'esso dileguandosi, rimanendo però per lungo tempo nell ' infermo co me l'odore di etere e il senso di aria fi•esca rwlle pl'o ronde resp irazioni.
Il più per·si-;lenle si fu il tremore.
Tale stato durò ci r·ca 4 mesi, dopo i quali i sintomi descritti cessnrono nwrcò le opportune cure, specie la climatica, re!"iduando ancora per· qualche tempo qualche lieve alterazi one neui lll'lenica.
L'A. aff<'rrna I'!ISC r si in que,.to ca>'o verificato un an·elenam enlo per iodoforrnio, <:opratullo eia due falli: dalla prasenzo del iodo u cll'urina f' dal cadere delle gra,•i minacciO del male a ppena dopo nbbandonato il rimedio. egli di•·e, può sorgere Il s ia s1 trallato di paralisi, ché cio e n<•gato dall'ulleriore deco rso del male, co me anche dalla man· canza eli vari e dalla natura e breve corso della fchbre.
L'A. in vece il fallo r-itenendo che per l'a ssorbimento del iodofo rmio !'>ias i formata iodo-albumina, dalla cui prPsema nella circolazione cerebrale sarebbero cagionali i molli dislua·bi di funzione, considerando che il maggiore la· vorio di chi s i occupa con la mente esiga una maggiore cir- colazi one nell'organo del pensier·o, e quindi, nel co!'>o speciale, una più grande e nociva tplantitù di iodooloumina v1 sare!Jbe penetrata. Così si spiega la grande alterazione che prima di tutto subiscon•) la con0scenza c le runzim1i r inri del cervello, e poi le altre, donde cler ivano il tremore, l'afa!'<ia e gli altri successivi sin tomi neurastcnica. lm poss1bile a spiegarsi è la idiosincrasia, per la quale piccolissime quantità di iOdoformio dànno talora gr·avi ronseguenze di avvPienamento, mentre quantità come ne u!-inno tal ora in chirurgia e sopra sup... r n.·ae a s!"aì propizie allo a"'so rbimeolo, non cagionano effetto nocivo veru no.
11 iodoalbuminato formatosi e il ri assorbimento di C'-!'O consecutivo al suo dissolversi spieghe1•ebbe il fenomeno; ond'è che dal risolvere più o meno tardi di quel'lto pr odotto di pende il cessare più o meno presto dei sintomi di dep r es· e clelia debolezza fìgica e nervOSH.
L 'o lore e il sapore dell'i odoforrnio l'A. dalla scomdel composto affermando <:he mano mano che e "so ''ada eliminandosi n on più si a.vvea·ta l'odore th e!ò!'o; rnn un senso indistinto c0me di e tere e di fl'esco.
P iù diflìcile a spiegarsi è l'insorgere e pca·durare della p ,; icosi: l'A. spiegherebbe il l'atto o dalla gronde qunntité, di iodoalburnioato disfallo e in una v olla riassorbilo, o da piccole quantità, che per il continuo u so del fa1•moco, vengono t•iasso rbendosi cagionando una propria psicosi da iodoformio.
Non è faci le il dire se tale idiosiucrasiu debba mettersi in r elazione con le nervose; ma è ce1·tn cho il caso di <'Ui si è disco rso deve essere annoveralo fra quelli da idiosincra"ia cagionati.
Ad ogni modo egli è orna i bene accPrlalo <'he l' iorloformio non é senza pericolo e può alcune volle ca!.tional' graY i danni sopratulto nelle funzioni del cervello.
RI\'ISTA CUIRUHf,ICA
ramen te me tallici, i quali, dal punto di vista della lra!òmission e dei ge 1•mi, sono molto più pericolosi.