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Capitolo Secondo VETERINARI E SERVIZIO VETERINARIO

Il medico degH animali

Medicu s jumentarius, così era chiamato i l veterinario che i Romani avevano presso le loro armate. Una scuola veterinaria fu fondata, nel Regno di Sardegna, nel 1779 da Carlo Emanuele III. Inizialmente i veterinari furono assimilatati al grado di sergente e distribuiti uno per ogni reggimento; l 'orga nizzazione del servizio fu nel tempo modificata, come la qualifica del personale che acquisì la nomina ad ufficiale ed il loro ispettore quella di colonnello.

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Il 27 giugno 1861 nacque il Corpo Veterinario ed un apposito regolamento stab ilì le mansioni dei veterinari. Ad essi spettò di vigi lare sulla salute dei quadrupedi, s ul bestiame da macellare , su i foraggi destinati all'alimentazione e su lla fe1Tatura di muli e cavaW. Opera di vigilanza da parte dei veterinari era altresì ese rcitata anche nei confronti dei maniscalchi i quali erano attentamente addestrati da ll a scuo la di mascalcia di Pin erolo .

In tempo d i guerra i veterinari si occupavano anche dello sgombro e de ll a disinfezione de l campo di battaglia.

Durante la P rima Guerra mondiale, in aiuto a l Servizio Veterinario, inte r ve nn e la Croce Azzuna che costituì delle infermer ie o meglio dei co nvalescenz iari per equini a l fine di rimettere in sa lut e quei quadrupedi spossati dalle fatic he del co nflitto.

Tra le attività svolte dai veteri nari era prevista anche quella di occuparsi della statistica relativa alle malattie a l fine di individuarne cause e rimedi. Nel1864 le perdite di quadrupedi furono grav iss im e, per epidemia eli " moccio" o "farcino", s u 750 capi abbattuti 678 erano deceduti a causa del morbo che potè diffondersi per le pessime condizio ni igieniche e l'insufficiente aerazio ne de ll e sc uderi e.

Al l o ge nnaio 1866 il Corpo Veterinario militare poteva contare su 100 veterinari militari che, per la sola durata della g ue rra del 1866, f urono ri nforzati da altri 93 veterin ari c ivili . L ' Intendenza Generale reali zzò delle "i nfermerie centrali per cavalli" p e r accudire i quadrupedi bisogni di lun ghe cu re . Presso ta l i strutture, ogni 15 giorn i c irca, era accertato lo stato di salute dei cavalli ricoverati e deciso, se necessario, l'abbattime nt o o la riforma dell'animale; in q uesto ca o a l pro prietario dell'animale, so lo se uffi cial e o impiega to , e ra chiesto se fosse inte nzionato a ri tirare il c a vall o, ovviame nte con esclusione di qu ei cas i in cui erano prese nti malattie infettiv e. Pe r quanto riguardava inv ece i quadrupedi affett i da ma l attie o l iev i ferit e quest i erano direttam e nte c urati dagli s tess i repar ti di appa rtene nza

A Vigeva no, Vo gh era e Faenza fu ro no istituite le pri me infe rm erie per cava ll i de l l o, 2°,3° e 4° Corpo d'Armata, in seg uito altre infermerie vi dero l a luce a Ferrara, P adova c Treviso. Per i reparti c he non potevano disporre ne ll e immediate vici nanze di infermerie, una vecc hi a legge del Regno di Sardegna, pre vedeva che fos e co mpito dei Comuni forni re ricovero ai quadrupedi malati , non c hé alloggio e mezzi di trasporto per i re parti.

A ll a vigilia della cam pag na de l 1866 l ' E serc ito s i presentò con una sosta nziale caren za d i vete rin ari. Non es is tendo a nco ra una sc uola per veterinari questi e ran o re clutati t ra i la urea ti in zoojatria. Nomi nat i sottotenenti e rano mandati presso la Scuo la norma le di cavalleria di Pin ero l o per partec ip a re ad un corso di veterinaria, concl uso il qual e era no inviati per due an ni a i reparti presso i qu a li , dopo aver s uperato un e ame, ricevevano il grado d i te ne n te.

Il grado più e leva to del Corpo Veterinario, tenente co lo nn e llo poi elevato a co lonn e ll o nel 1895 , era ri co perto dal capo dell'Uffi c io d' Is pe z ione Vete r i na ri a a l qu a le e ra affidata, a nnu a lm e nt e, l a compi lazio ne di un a re l az io ne s ullo s tato ge ne ra le di. ig ie ne e sa lute dei qu adr upedi dell'Esercito.

Ne l 1903 f u disposta l ' is tituzione di una commiss io ne per lo studio d e ll e malatti e c he, ne11906 , s i avva lse d e l "ga binetto di batter io logia di veterinaria militare" presso il qu a le s i s tudiavano le ma latt ie in fett ive e l e re lati ve profilassi.

N e l 19 11 fu istitu ito l ' l pettor ato Ippi co de ll 'Eser c i to co n il compi to di tu d ia re l'allevamento eq uino , di sovri ntendere alle ri viste e requi siz ioni di qu a drup e di , di vig il are s ulle ini z ia ti ve rivo lte ai privati r e lati ve a ll ' allevame nto , di seg uire l' o pe rato della co mmi ssio ne per le rimonte e g li acqui s ti d e i quadrup e di. Co n qu est' ultimo provv e dim e nto il Ser v izio Ve te rinario , oltre ad a sso l vere a com piti di carattere sc ie nti f ico per la ri ce rca e c ura delle malattie, provvedeva anc he a lJ' asso l vime nto di co mpit i di v ig il anza.

A partire dal 1912 g li a s pi ra nti uffi cial i erano su b i to nomi nati so ttotene nti pe r poi freque ntare un co rso teorico d i quattro mes i ed uno pratico d i tre. Nonostante ques to p rovved im e nto, all a vigi li a della Prima Gu e rra m ondiale , l 'Eser c ito Italiano soffriva ancora di un a grav e ca re nza di uffic iali . T rec luta me nti furono attua ti a ttrave rso il richiamo di perso na le dall'au s iliari a e tra coloro che possedevano un titolo di studio adeguato e fossero di età non superiore ai 40 anni; purtroppo tali scelte approssimative di reclutamento ricaddero inevitabilmente sulla qualità del personale.

La Pr im a G u err a mondi ale

Le esigenze della guerra imposero al Servizio Veterinario una linea di condotta diversa da quella fino ad allora perseguita , ossia: abbattere il minor numero pos s ibile di quadrupedi malati, nonostante la maggiore vulnerabilità degli stessi alle malattie infettive, contrariamente alle disposizioni del 1915 con le quali era fatto obbligo di vendere o abbattere tutti gli animali non idonei; il Servi zio doveva inoltre tener conto della carenza di materiali, sa nitario e veterinario, presso i depositi poiché la regolamentazione dell915 stabiliva di ricorrere alle ri so rse locali che invece mancavano.

Nel corso della g uerra l'incalzare degli eventi richiedeva ogni giorno di più la massiccia presenza di vetelinari il cui numero triplicò passando dai 952 del 1915, ai 2818 del 1918. La loro presenza, in prossimi tà della prima linea, era coadiuvata dai mani sca lchi; i veterinari pres tavano i primi soccorsi d'urgenza curando i casi meno gravi e smistando quelli in peggiori condizioni presso le infem1elie cavalli da campo che si articolavano, a loro volta, in due sezioni: una chirurgica e l 'altra di medicina comune con un reparto malattie infettive. In quell ' epoca furono costituiti anche dei convascelenzari per quadrupedi , da 200-250 posti , ubicati in prossimità di linee ferroviarie con a di s posizione ampi pascoli affidati di norma aJla Croce Azzurra, una associazione morale di volontari per l'ass istenza e la cura de g li equini, costituita con la legge 12 giugno 1913 s ulla protezione degli animali. Il Servizio Veterinario estendeva le proprie competenze anche nel campo della lotta contro le malattie infettive come 1'afta epizootica, che fu sconfitta, mentre la rogna sarcopatica e la morva furono debellate con il metodo della intrapalpebrazione del prof. Lanfranchi. Al termine del conflitto i quadrupedi curati risultarono ben 260.700.

Presso le dire z ioni di veterinaria di armata trovò collocazione il "ga binetto batteriologico", che oltre a compiere accertamenti sulle varie infezioni era in grado di predi s porre anche i vaccini nece ssari. Era infine compito del Servizio, per mezzo della sezione di di s infezione delle armate, interv enire ove si sviluppassero epidemie disinfettando locali, bardature, animali.

Al termine del Primo Cont1itto mondiale i vertici militari , visti i meriti conseguiti dal Servizio Veterinario. Iitennero doveroso attribuire al Servizio stesso, attraverso un maggior incremento de ll e risorse, que i meriti c he aveva sa puto guadag n a rsi su l campo.

Ne l 1924 furono apportate alc un e modifiche agli organi esecu tivi sia per qu alità c he per qu a ntità. Nel corso degli anni tre nta a l Servizio Veteri nario, oltre ai com piti tradizionali, furono attribuite nuove mansioni, come ad esempio provvedere a l rifornimento dei quadrupedi necessar i a tu tti i comandi opera nti de ll 'Eserci to , nonché occuparsi del rifornim e nto , riparazio ne e sgo mbero del carreggio, bardature e fi nimenti dell'Esercito.

Presso il Serv iz io I ppico si prov v ide a ll' acquisto, a ll' allevamento c adde stramento dei puledri ed a promuovere il miglioramento e la produzion e delle ra zze equine naz ionali , concedendo ad allevatori priv ati il temporan eo affidamento di cavalle fattrici o la cessione di sta ll oni a prezzi bassi, oppure e ro gando premi per gare ippiche c mostre equine. Anche nel campo de ll a ricerca i progressi furono notevoli, come ad esempio g l i esperime nti di radiumterapia micro gene tica per individuare prodotti utili per il trattamento di malattie eq uin e.

I n questo periodo gli ufficiali passarono dalle 187 unità del 1934, alle 263 de l 1940.

A differenza de ll e campagne co loniali, di fine 800, nel co rso della g uerra d'Etiopia, de l 1935/36, le epidemie c le perdite di quadrupedi furono sicuramente inferiori. Non mancarono però l e difficoltà, co me la sc arsa preparazio ne del pe rsonale addetto al le sa lm erie, che provocò l a perdita di nu merosi esemplari o problemi relativi a li 'al imentazione cos tituita da mangime co ncentrato sommi ni strato obbligatoriame nte agli animali a causa delle diffico ltà di approvvigionamento di fie no. Proprio la mancanza di questo alimento, elem ento principale per il quadr upede, causò ri nsorgere d i turbe della n utrizione, di aberrazio ne del gusto cd una serie di disturbi che provocarono inev it abi li perdite. La peste equina fu una de ll e maggiori cause d i morte d c i quadrupedi, in particolare tra queiJi italian i che risultarono più deboli di qu elli locali. Le infermerie quadrupedi dovettero occupars i anche delle num e ro e ferite c he gli an imali s ubirono a causa dei caric hi e dell e lunghe marce. Nei due a nni eli guerra il lavoro delle infermerie fu incessante, bast i pen sare c he nel 1935 furono curati c irca 6.000 quadrupedi, su una forza di 70.000 unità. mentre ne l 1936 si giunse a quota 15.800 s u poco più di 62.000 esem plari 11 • Comunque. alla fi ne del co nflitto l 'att i vit à del Servizio Ve terinario poté dirsi soddisface nte , se confrontata con le perdite delle campagne colo niali dell '8 00 e con quelle di altri esercit i nelle campagne coloniali.

Igiene e mal atti e d e i quadrupedi

In occasione della g ue rra d· Etiopia fu redatto dali' Uffic io Informazio ni del lo Stato Maggiore una ' ' libretta" 12 contenente una serie di indicaz ioni s ulla c ura degli animali e la desc rizione delle malattie più comuni tra i quadrupedi. Nella li brctta s i so ttolineava che il buon mantenimento dei quadrupedi era legato: ali 'alimentazione, c he deve essere dili ge nte me nt e c urata ; all'app li cazione de i bas ti , che debbono esse re s iste mat i co n ogni c ura per ev itare fiaccature;

- alla intelligent e riparti z ione del carico pe r i mpedire s quilibri dannosi:

- all'allentamento della braga c restringimento del pettorale in sa lit a, il co ntrario in di scesa;

- a llo sc rupoloso gove rno della mano;

- alla fenatura c al l ' ig ie ne d e l piede.

In m e rito alla tosatura ge neral e dei quadruped i qu esta veniva sco ns ig liata , pe rch é il pe lo protegge dalle punture deg li in se tti a lcune delle quali, come ve dremo , rappresentavano il prin ci pa le veico lo di malattie mortai i. D ell'animale si poteva tosar e la c riniera e i ciuffi di pe li in co rri spondenLa dei n ode lli e dei pa t o ra l i.

Le malattie infe tti ve più ricorrenti tra g li a nim a li e r ano diverse alcune d e ll e quali tipiche d e ll e te rre africane, altre co muni ne l continente europeo.

La peste cava llina

Ques ta malattia , il più delle volte dall 'es ito mort a le , poteva manifesta rs i so tto di ve rse forme. Ne ll a forma polmonarc co n te m pe rat ura di 40 -4 1 g radi , re piro affann oso, ge tti sp umo si bian c astri o leggermente rosei alle nari ci con co nseg uente morte in poc h e o re. Nella forma ede m a tosa vi era la tumefazio ne e dematosa della te ta e del collo. Nella forma nervosa invece la m orte e ra qua s i istant a n ea se n:La alc una manifesta zio ne preliminare di malessere.

La pes te cava llin a e ra tipica delle zone umid e al di sotto dei 1800 me tri e d era causata da un dittc ro cmatofago prese nte ne l periodo successivo a ll e piogge. Questo dittero, dalla vita notturna , e ra particolarmente att iv o all 'imb runire ed all'alba. Per imp edi re che g li a nim a li ven i ssero punti da questo dittero er a co ns ig li ab il e evitare il pasco lo dci quadrupedi nelle ore sera l i e mattutine cercando di sistemare g li animali in posizioni elevate, possibilmente in luoghi c h iusi c protetti lontano da cor i d'acqua c p a ludi.

La piroplasmosi

Qu esto tipo di patologia era provocata da un parassita inoculato ne l sa ngue dalla puntura di una zecca. La malattia s i manifestava a ttra verso una forma acuta ed una c ronica. La forma acuta prese ntava temperatura elevata, mucose gia llo -itte ri che e, nella congiu nti va, macchie sa nguigne ro sso brun e; prostrazione, testa bassa, respirazione frequente e addominale. La morte so praggiungeva in due o tre gio rni . N e lla forma cronica gli s tessi s intomi s i presentavano meno accentuati. Ques ta affezione s i preveniva combattendo le zecche per me zzo di una mi sce la di acqua e petrolio che veniva acc ur atamente stesa su ll 'a nimale dopodiché era necessario attendere che la miscela s i a sc iugasse e so lo a ll ora si poteva procedere ad un accurato governo della mano.

La rogna

Come per la prec e dente anche questa affe z ione era causa ta da parass iti animali. Il s intomo principale avvertito daH'animale era un intenso prurito tal e da co trin gerlo a grattarsi su qualunque oggetto a disposizion e. La diffusione della ma lattia era rapida e facile, difficile era invece guarirla se non veniva presa in tempo. La cura era a base di una pomata, di zolfo alcaJina. da spalm are sulla pelle aJternandola a lavature di acqua cald a in cui si miscelava della potas sa. Il quadrupede malato veniva s ubito isolato ed i finim e nti ed ogni altro uten si le prese nte nei dintorni erano accuratamente disinfettati poss ibilmente con una soluzione calda di creoli na al 5% oppure con acqua calda e cenere.

Altre malattie erano l'erpete tonsurante (tigna) una ma lattia della pelle che provocava la caduta del pel o a chiazze. ed il farcino criptococcico una malattia co ntag io sa c he s i manifes tava sotto forma di cordoni cutanei co n noduli dai quali fuoriusciva una sos tanza purulenta cremosa.

Anche le piant e potevano rappresentare un serio pericolo per l a salute degli animali come la " ider" . una graminacea mortale comune in Etiopia. L a preve nzione si attuava per m ezzo della sa latura del fieno , in quanto il sale ostacola lo sviluppo dei veleni, ed anche nel vietare il pascolo s u quei terreni dove l' ider era o s i sospettava potesse essere presente.

La Seconda Guerra mondiale

A conferma di quanto l'Esercito fosse ancora fortemente dipendente da l mezzo animale, in occas ione del Secondo Connitto mondial e a causa della grande numero di quadrupedi che si prevedeva sare bb ero stati impiegati e di conseguenza pe r sop perire alla care nza degli ufficiali d el Servizio Vete- rìnario, si fece ampio riscorso all'arruolamento di ufficiali di complemento per i quali era richiesta sola la specifica laurea a prescindere dal fatto se fossero o meno idonei fisicamente.

Per tutto il corso della guerra l 'Esercito Italiano fu sufficientemente dotato di quadrupedi i quali trovarono impiego sui vari fronti. L'attività del Servizio Veterinario e dei medici non fu certamente semplice sia per la grande massa dei quadrupedi impiegati, sia per le diverse ambientazioni climatiche e morfologiche dei territori sui quali si svolgeva il conflitto.

Da una relazione, della Direzione di l ppica e Veterinaria d eli 'Intendenza Superiore Albania del febbraio 1941, relativa alla situazione veterinaria del mese di gennaio sul territorio albanese, è possibile comprendere quali fossero le reali difficoltà che i veterinari militari erano chiamati ad affrontare quotidianamente 13 • ll rilevante numero di quadrupedi affluiti durante il mese dall ' Italia sono giunti di massima in buone condizioni di nutrizione, ma anche essi cominciano a presentare i primi segni del deperimento nel quale cadranno vittime qualora non vengano a migliorare le avversità stagionali e non sia sempre loro fornita la razione normale.

Lo scarso, irregolare e talvolta rnancato razionamemo, la neve il freddo, le piogge torrenziali e quasi continue, la scarsità dei ri coveri, hanno mantenuto i quadrupedi in uno s tato di disagio che è riuscito letale a quelli organicamente decaduti per precedenti sofferen ze ed ha portato al deperimento molti di quelli che hanno dovuto fornire, in condizioni così avverse, il considerevole lavoro imposto dalla guerra.

È sorta di conseguenza la necessità , per ragioni sanitarie e per motivi logistici , di alleggerire la fronte di soggetti inefficienti e di costituire un centro raccolta di quadrupedi deperiti suscettibili di recupero a Scutari. Utilizzando scuderie in 1nuratura e baraccamenti già esistenti, detto centro ha iniziata la sua attività alla .fine di gennaio e sarà in grado di accogliere 1.200 equini al coperto.

Lo specchio della situazione della forza dell'Intendenza Superiore porta al31 gennaio la presenza in Albania di 49.578 quadrupedi.

Le condizioni sanitarie generali possono dirsi soddisfacenti in quanto fra La enorme massa equina delle due armate vi sia quasi assenza di malattie infettive. La mortalità elevata non è conseguenza di morbilità, ma il fatale contributo all'avverso ambiente, alla fame cronica, agli strapazzi. 13 A

Si seg nala un legge ro aum enlo d e lla lù1{an gite criptococcica. Le malatti e che incidono maggiormente su i quadri della mortalità sono: il marasma da deperimento organico; lo strapazzo; le gastro-enteroparie acwe e croniche, in specie le tossinfen-.;ioni di origine intestinale.

L 'aden ite equina ha fatto durante il m ese la sua comparsa con qualche caso benigno di forma catarrale e suppurati va.

La mortalità per traumi di guerra è assai rilevante.

Al parco buoi di Scutari ed in quello di Puka si sono avuri alcuni casi accertati di carbonchio ematico e tutti i bovini sono stati siero-immunizzati e si sono adottate l e prescritte mis ure di polizia veterinaria. l quadrupedi vivono all'addiaccio su un t erre no omogeneo di natura argillosa che le piogge hanno trasformato in tenace pantano dove affondano e si inzaccherano da rendere difficile e inefficaci le manovre di governo.

L 'azione irr it an t e del fango ha jìn ito col provocare lesioni eczematose di varia es tension e e grav ità alle parti inferiori degli arti.

La scarsità degli uomini al governo, la mancanza di arnesi, il lavoro che impegna i quadntpedi per molte ore al giorno, sono tutte circostanze che non consentono la regolare pratica della manualità di pulizia e di igiene intese alla conservazione dell'integrità cutanea. La comparsa di zone depilate, eczemi crostosi, determinanti prurito ,facilitano l 'attecchimento del parassitismo. Ed inj(ttti le affezioni cutanee parassitarie, nel dicemb re appena segna/aie con pochi esigui focolai, nel gennaio hanno fatto la loro comparsa nei vari reparti; in numero crescente di casi accertati di erpete tons uranr e e rogna psoroptica hanno reclamato rnisure severe di polizia veterina ria e profilattiche e la istintzione di due infermerie temporanee per ciascuna a nnata specializzate per malattie diffitsive.

Si al/ende il mitigarsi della temperatura per procedere con ritmo più ce l ere alla tosatura c h e si è solito praticare negli stabilimenti di cura e per i quadrupedi ch e è sta to possibil e collocare la coperto.

Il serv i zio della carne è stato effe uu a to con carne in scatola; carne congelata e con carni fresche di provenienza locale e j u goslava.

Il serv i zio deiforaggi è stato pressoché d ov unque inadeg uato al bisogno per sca rsità di rifornimenti e talvolta per assoluta man ca n za di fieno. A causa delle co ntinu e piogge s i sono ve rificate alterazioni d e l mangime. Le risorse di fieno locali possono dirsi esaurite.

La ferratura, se si esclude qualche ritardo o riduzione nella consegna del mat e riale di ma sca lcia e considerata la difficoltà di mantene rla in ordin e per l 'eccess iv a umidità d e /terreno e per la tena cia d e/fango, può dirsi in genere ben mantenuta.

Gli uj]ìciali veterinari si so11o sem pre prodigati nel servizio dimostrandosi ben preparati t ecn icament e e sa ldi nel fisico e nel m ora le.

Il trasporto d ei q uad ru pedi per via o rdin a ri a, fer rov ia e nave

Tra le problematichc riguardanti la gestione degli animali vi e r a quella relativa al trasferimento dci quadrupedi da un luogo all'altro. Questa opera zio n e richiedeva un a seri e di procedure ed un notevo le impiego di uomini c di mezzi. Il trasporto degli animali era regolamcntato da apposite norm e, tra c ui quelle relative a ll 'attività di vigilanza, a cui av reb bero dovuto provvedere i veteri n ari a i q u ali era demandato l'onere di prendersi cura delle cond izio ni di salute e di igiene degli animali durante eve ntu ali trasferimenti da un luogo all'altro. Questi viagg i potevano svolgersi su nave o via terra co n treni. carri o sempliceme nte per mezzo di marce di trasferimento.

Quando lo spostamento dci quadrupedi era effettuato per mezzo di una marcia i muli venivano co ndotti a l passo, mentre i cavalli dovevano int erca lare il trotto al passo. Durante le soste g li anima li dovevano essere ricoverati all'aperto con lo scopo di ev itare, per quanto possibile, le sta ll e cd i locali poco areati essendo questi dei luoghi poco salub ri. Se gli animali erano molto sudati era importante evitare l 'immediata sommi ni strazione di acqua abbeverandoli con parsimonia. cercando possibilmente di farli rimettere in marcia a l più prc!.to.

Quando in vece si rendeva necessario il traspor1o dci quadrupedi a mezzo ferrovia gli animali venivano sottoposti ad una accurata visita sanitaria ed alimentati tre o quatlro ore prima che iniziasse il viaggio. Lungo il percorso la razione di avena e r a ridotta della metà c somministrata in apposite vaschctte, mentre il fieno e r a distribuito sul pavimento c he veniva cosparso di paglia, strame o arena. Durante le soste, specialmen te nei periodi ca ldi , i quadrupedi veniva n o fatti bere ogni vo lta che era possibile. Infin e, per evitare contu sio ni c ferimenti, per cadute accide nt ali o per urto contro le pareti dei vagoni, si provvedeva a l egare gl i animali.

I l trasporto su l mare, specialme nte se il viaggio era lungo, presentava notevoli pericoli dovuti ai movimenti della nav e e alla scarsa aerazione delle s tive. Durante la p erma nen za a bordo la ra z ione viveri giornaliera era cos tituita da avena ridotta alla metà , da fieno aumentato di un chi lo c da 20-3 0 grammi di sale, mentre le abbeverate erano so mministrate tre o quattro volte al giorno p e r un tota le di 40 litri di acqua.

L' ufficia l e veterinario, c he scorta va i quadrupedi quando que s ti e rano s uperiori a 150 unit à, rego lava la so mmini st ra zione degli alimenti e d e ll 'ac qua a seconda d e ll e co ndizion i del mare, della st agione e della temperatura.

Il personale destina t o alla cura dei quadrupedi e ra sottoposto ad una attività lavorativa sostenuta inerente la gestio n e degli animali s t ess i . Due volte al giorno doveva esse re prati ca to il cos idde tto "gove rno de ll a mano", ovvero un a pulizia della superfi cie estern a del corpo, con appositi attrezzi, c he ne l co ntem po s tim o lava le fun zio ni della pelle prevene nd o la presenza di parass iti , age voland o l 'a ttivit à c irc olatoria e d il re go lare funzionamento deg l i o rg ani interni migliorando lo s ta to di nutri zio ne e sanit ario deg li an imali. Quand o la temperatura si presentava elevata ve ni va no eseguite delle docce adoperando l 'acqua del mare che, o ltre a garantire la nettezza cutanea, pre ve niv a possibi li co ngest io ni . La pul izia dei locali ri c hi edeva a nch'essa un lavoro co ntinu o, sempre a va ntaggio della sa lute degli eq uini. Durante il viaggio e ra necessario far muovere i quadrupedi il più possibile, nono stante il pericolo di cadute c he si cercava di evitare cos parge ndo i pavime nti con paglia. foraggio o terra.

In caso di morte per malattie com uni il cadavere dell'anima le, dopo essere state scuoia to , ve n iva gettato in mare e le pelli recuperare ed acc uratamen te sa l ate e conservate. Se in vece la morte era stata causata da morbi infettivi. o so petti tali, questi a nim ali ven i va no comu nque gettat i in mare, ma se nza praticare alcuna incisione. Se g li episod i di morti infette avveniva no a rido sso delle coste gli an im ali erano la sci ati a bordo, ovviamente con le dovute cautele del caso. fino a ll 'approdo. Ne l fr a ttempo s ull a nave s i procedeva ad una accurata di si nfestazio ne dei loca li.

n maniscaJco e la fer ratura degli equini

L' arte di ferrare g li zocc oli deg li equini fu probabilmente introdotta in It alia dai Lo ngobardi a li 'epoca di A lboin o (568-584). l tipi di ferratura erano inizialmente li mita ti a d una singo la tipologia che permetteva alranim ale di affrontare qua lu nque tip o di terreno. Solo più tardi si pensò di reali zza re due tipi di ferratura, un a normal e e l 'a ltra correttiva, c he per l 'a p punto co nse nti sse di correggere i di fetti di andatura e appiombo dell'animale. Per la de li cata operazione di fen·atura degli e quini ap partene nti a ll 'ese rcito fu adib ito de ll o s pec ifico perso na le costituilo per la parte scie nti fica e direttiva dai veterinari c per la parte pratica d ai mani sca lc hi.

Nel corso dei secoli la ferratura f u soggetta ad un a se ri e di modifiche l egate a di ve rs i fattori, quali: l a tipo logia dei diversi ese rciti , la na tura dei te rre ni , il tip o di quadrupede. La ferratura presentava se ns ibili differen ze tra un cava ll o da se lla ed uno d a tiro. Il cava llo da se ll a nece ss it ava di un a ferratura legge ra, in quanto era desti nato ad un serv iz io veloce co me era qu e llo tipico de ll a cavalleria. La fe rratura le gge ra era in og ni caso applicata anche ai cava lli da tiro asseg nati all'arti glieria a cava ll o ed in g rado minore a que lli per l'artiglieria da campag na. La ferratura più pesante era in vece prerogativa dei quadrupedi destinati al tiro lento come quello dell'artiglieria e del ge nio.

Le ferrature, anche per i quadrupedi meno utilizzati, era no rinnovate in media ogni 40 gio rni per ev itare che la crescita dell'unghia e la deformaz ione del ferro provo cassero problemi al piede del cavallo 14 • Per abituare il quadrupede a lasciarsi ferrare, co n facilità cd in qualunque circostanza, si raccomandava di effettuare l 'operazione privilegiando un atteggiamento di persuasione nei confron ti dell'animale u tilizzando le buone maniere. Solo nel caso in cui il quadrupede si dimostrava ribelle al l a persuasione si ricorreva a mezzi coercitivi qua li l'uso de l torcinaso o l'applicazione delle balze per ferrare l'animale da coricato. Una particolare ferratura era prescritta in circostanze particolari quando il cava llo o mulo doveva no percorrere terreni di montagna o ghiacc iat i c per questo si applicavano chiodi da ghiaccio, ramponi mobili e que ll a ser ie di cuscinetti di paglia o di cuoio utili ad impedire alla nev e di far ":wccolo" sotto la pianta del "piede". Per questo genere particolare di ferrature era necessario il consiglio del veterinario e del maniscalco militare.

Ne l ge rgo militare per "mascalcia'· non si intende solo l'arte del ferrare il quadrupede, ma anche l'ambiente dove l'anima le veniva ferrato c spesso anche c urato dal maniscalco per leggere contus ioni agli arti.

In ogni reparto , che dispo neva di quadrup edi a liv ello compagnia, vi era un appos ito locale pe r la ferratura provvisto d i fucina con relativo mantice, incudine cd arnesi vari per la ferratura . In epoche remote la mascalcia di campag na era costituita da un apposito carro a due ruote su l quale veniva custodito tutto l'occorrente per la ferratura. L a necessità poi di riclune la lunghezza dell e colonne carregg io in marcia fece opprimere il carro sostituendolo con delle cas ette co ntenenti una fucina da campo in ferro pieghevole. con relativo mantice a rotazione con a ttrezzi e feni. Queste cassette. che erano in distribuzione ad ogni squadrone. batteria o reparto equivalente. venivano collocate su un carro a quattro ruote. T reparti someggiati invece aveva no de ll e cassette eli un formato tale che po tevano essere trasportate, a soma, da un mulo. Quando era necessario sopperire a ll e immediate necessità di una ferratura, presso le co lonne di quadrupedi in marcia, l'allievo maniscalco provvedeva a raggiungere il po sto di fetTatura co n l'attrezzatura necessaria contenuta in una apposita borsa da maniscalco. del peso di 3,30 Kg accompagnata da un'altra sacca contenente i fe rri da cavallo.

La ferratura del mulo

La ferratura del mulo differi sce poco da quella del cava llo , perché non vi è dive rsi tà di stru ttura tra i piedi dei du e quadrupedi. Occorrono però alcune modificazioni richieste sia dalla forma specia le dello zocco lo del mulo che dal gene re di serv izio che qu es t ' ultimo deve spesso pres tare in mont agna c u terreni accidentati.

Lo L.Occo lo del mulo è più stretto di qu e ll o del cavallo, ha la parete verticale ed i talloni più alti.la s uola più incavata e l'anteriore ben poc o differi sce dal posteriore.

Pertanto, il ferro da applicare al piede de l mulo dovrà essere alquanto coperto e spesso in punta, copert ura che andrà diminuendo dalle mammelle ai tall oni. Le stampa ture sara nno più a g ra sso, s po sta te verso i talloni, e, nei ferri posteriori, c lu sivamc ntc riunite nei rami.

l ferri posteriori sara nno sempre provvi s ti di ramponi fissi, gli anteriori invece li hanno in caso di bisogno.

Data la finalità che si intende ragg iun ge re con l 'uso dei ram poni, qu est i dovranno avere forma di scalpe ll o, con l'avverte n za però che quelli delle branche este rne debbono avere la lama con d irezione tra sve rsale, a differenza della lama della branca interna che ha invece direzione longitudinalc e ciò per evitare attinture e per conferire al ferro maggiore presa sul terreno.

Te nuto co nto poi della confo r mazione del piede del mulo, nel praticarne il pareggio, in linea di massima , i talloni debbono essere abbassati, l a s uo la e la forchetta risparmiate.

Nella ferra tura da g hiaccio tanto i ferri ante riori come i posteriori saranno pro vvisti di ramponi, e ta lo ra anche di grippe 15 •

I finim e nti

Gli oggett i c h e s i applica n o alle diverse parti del corpo deg l i eq uin i pe r attaccar li ne ll a scuderia e d ai veico li , per mon tarl i e guidarli, ecc . , prendono il nom e d i finimenti.

I principali finimenti so no: capezza, filetto, briglia, sella, basto, finimento da tiro a collare ed a pettorale, per quadrupede montato o sottomano, tire/le, ccc .

Condizio n i nec essarie per tulli i finimenti sono:

- buona qu alità dei materiali da costruz ion e: adattamento perfetto alle parti su cui appoggiano;

15 Ministero della Guerra. No-:_ioni di ippologia. Edizione ottobre l 937.

- maggiore ampiezza possibile, cedevolezza ed elasticità, nonché mancanza di qualsiasi superficie scabrosa, inegolare e capace di esercitare dannosa compressione; massima nettezza specialmente delle parti che vengono a diretto contatto con il corpo del quadrupede. nnre rl ori posterinrl l 34 ; All(:A

Gli oggetti di cuoio debbono essere asciutti, morbidi , co n gli s pigoli smussati; le coperte sottosella ed i feltri debbono essere di sovente spo lverati, battuti, ripuliti , come pure i cuscinetti, che, all'occonenza, vanno rifatti per rinnovare l 'i mbottitura che ha sempre tendenz a ad indurirsi.

Alcuni finimenti ed alcune parti di essi debbono essere oggetto di speciale attenzione: così i morsi ed i filetti debbono avere l 'i mboccatura grossa per i cavalli dalle barre taglienti e sensibili, sottile invece per quel! i aventi le barre anotondate, indurite; lo stesso dicasi per i bar·bozzali che per i cavalli a pelle fine e delicata, debbono esse re rivestiti di cuoio di panno.

La sella ed il basto debbono adattarsi esattamente s ulle parti late rali ed essere mantenuti ben fermi perch é non scmTano né avanti né indietro e ciò si ottiene str ingendo convenientemente le cinghie; per il basto però è anche necessaria l 'app lica zione del pettoralc e del l 'imbraga.

Altre norme relative all'applicazione della bardatura e dei finimenti sono inoltre contenute nelle numerose librette che erano in uso presso il Regio Esercito, di cui ne citiamo alcune: Istruzione su l/ 'ajfardellamento della cava lleria; Istruzioni pratiche dell'artiglieria; Istru zioni sul cavallo; Istruzione sul servizio dei materiali del gruppo C.

Seconda Guerra mondiale. Veterinario militare che si dedica alla cura di un mulo. La carenza di ufficiali del Servi z io Veterinario nella Seconda Guerra fu tale che si fece ricorso al/ ' arruolam.ento di ufficiali di complemento laureati in veterinaria anche se non idonei al servizio militare.

Seconda Guerra mondiale. Fronte greco, l'immagine ritrae dei militari intemi ad eseguire il co.\iddNto ··gorerno della mano", Ol'l•ero un 'opercr:.ione di della supe1:fìcie esrerna del corpo dell'animale per mi{(liorare lo stato fisico del quadmpede e pre1•enire l'attacco di parassiti.

Eritrea 1882. La fotografia ritrae un'officina mobile da maniscalco dm•e sono presenti alcune delle attre::.::.ature necessarie a ferrare i quadrupedi all'aperto durante il corso delle mmpagne di guerra.

' ' PtHHIL della spalla. PUU(:L d.,ll"anc& BrMCcio 1 36 !l Natlell

A vambu.cdo , 37 Punta della n1't1CA tlnghiella o c• - l 38 Il co.ciR stagna. , S9 CfHU:\Sèlln. (;ondto Gtoocl'hio l 40 Oamha .ll Ga.rret1o 44 Stinco

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Carri dell'officina mobile da maniscalco, dei primi del /900 , del Reggim ento Ni zza Cavalleria.

Ferro da cavallo us ato dal romani

Ferro da cavallo usato dal marcsc. eli assonta

La f erra tura ha origini lontane co m e illustra il dis eg no in cui è rapprese ntata la .fe rratura che i Romani utilizzava no per i loro cav alli.

Fe rro c chi o do UIHl C' h i

Fe rr o nn1 c r1 o re ilall uno

L'evoluzione nel tempo del ferro ilaliano.

Fe rr o il aliano

Un vecchio edificio sullo Stelvio adibito, durante la Grande Guerra, ad officina da manisca lco.

Prima Guerra mondiale. Il trasporto def:li animali nelle località in cui sarebbero stati wilizzati fu organizzato nei modi pitì diversi. In questo caso un trasferimento di colombi con motocarro zze tta.

Mogadiscio, 1926. Opera:;.ioni di imbracatura per l'imbarco di un cammeflo da trasferire a Migiurtina.

Africa orientale. 1935. Il trasporto su camions degli animali. pur non essendo agei'Oie. permettei'O un grande risparmio di energie fisiche ed e1 ·emuali traumi ai quadrupedi.

Seconda Guerra mondiale. Muli e personale addello in a/lesa di imbarcarsi . 11 trasporto via mare rappresentava notevoli pericoli a causa dei movimenti della nave e per la scarsa l'entila;:Jone delle ad oRni modo a hordo l'i erano sempre dei l'eterinari promi ad inten •enire.

Seco nda G ue rra m ondiale. Spesso per rende re s i cu ro il t rasfe rim ent o d e i quadru pedi, nelle zone di guerra, era necessario adottare misure precauzionali, quali il mascheramento.

Seconda Guerra mondiale. Alle cure dei ve/erinari ricorrevano anche i cani per ferile di arma da fuoco accide11tali o procurate dai cecchini.

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