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23 luglio L’ultimatum austriaco alla Serbia

so giorno Francesco Giuseppe diede il proprio assenso alle condizioni dell’ultimatum e, il giorno seguente, il ministro degli esteri russo, Sergej Dmitrievic Sazonov, cominciò a mettere in guardia l’Austria dal prendere misure drastiche, anche se il monito non accennava a ritorsioni militari. Per non fornire questo vantaggio, informato del ritorno a Parigi della delegazione francese, Berchtold programmò di presentare alla Serbia l’ultimatum il 23 luglio con scadenza il 25 luglio. Il 23 luglio, il Cancelliere dello Scacchiere David Lloyd George annunciò alla Camera dei Comuni che non ci sarebbero stati problemi tra le nazioni a risolvere le difficoltà attraverso

qualche sana e ben congegnata forma di arbitrato osservando inoltre che le relazioni tra Inghilterra e Germania erano le migliori degli ultimi anni.

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23 luglio L’ultimatum austriaco alla Serbia

Ottenuto anche il consenso di Francesco Giuseppe, nel pomeriggio del 23 luglio 1914, l’ambasciatore austriaco a Belgrado, il barone Wladimir Giesl Freiherr von Gieslingen, consegnò al governo serbo l’ultimatum dell’Austria rimanendo in attesa della risposta che doveva arrivare non oltre le 18:00 del 25 luglio. Dopo una lunga premessa nella quale l’Austria accusava la Serbia di aver disatteso la dichiarazione d’intenti rivolta alle grandi potenze alla fine della crisi bosniaca, il governo di Vienna intimava a quello di Belgrado di far pubblicare sulla “Rivista ufficiale” serba del 26 luglio il testo completo dell’ultimatum. L’ultimatum impegnava la Serbia a condannare la propaganda anti-austriaca, a riconoscere la complicità di funzionari e ufficiali serbi nell’attentato di Sarajevo e impegnava Belgrado a perseguire, per il futuro, con il massimo rigore tali macchinazioni:

Il governo serbo si doveva impegnare a rispettare dieci punti:

1. A Sopprimere qualsiasi pubblicazione che inciti all’odio e al disprezzo nei confronti della monarchia austro – ungarica.

2. A sciogliere la società Narodna Odbrana e a confiscarne tutti i mezzi di propaganda nonché a procedere in ugual modo contro altre società e loro branche in Serbia coinvolte in attività di propaganda contro la monarchia austro-ungarica. 3. A eliminare senza ulteriore indugio dalla pubblica istruzione del proprio paese qualunque cosa induca o potrebbe indurre a fomentare la propaganda contro l’Austria-Ungheria. 4. A espellere dall’apparato militare e dalla pubblica amministrazione tutti gli ufficiali e i funzionari colpevoli di propaganda contro la monarchia austroungarica i cui nomi e le cui azioni il governo austro-ungarico si riserva il diritto di comunicare al Regio governo serbo. 5. Ad accettare la collaborazione in Serbia di rappresentanti del governo austroungarico per la soppressione del movimento sovversivo diretto contro l’integrità territoriale della monarchia austro-ungarica. 6. Ad adottare misure giudiziarie contro i complici del complotto del 28 giugno che si trovano sul territorio serbo; delegati del governo austro-ungarico prenderanno parte all’indagine a ciò attinente. 7. A provvedere con la massima urgenza all’arresto del maggiore Voijslav Tankosic e di un funzionario serbo a nome Milan Ciganovic, che i risultati delle indagini dimostrano coinvolti nella cospirazione. 8. A prevenire con misure efficaci la cooperazione delle autorità serbe al traffico illecito di armi ed esplosivi oltre frontiera, a licenziare e punire severamente i funzionari dell’ufficio doganale di Schabatz e Loznica, rei di avere assistito i preparatori del crimine di Sarajevo agevolandone il passaggio oltre frontiera. 9. A fornire all’Imperial regio governo [austro-ungarico] spiegazioni in merito alle ingiustificate espressioni di alti ufficiali serbi i quali non hanno esitato sin dal crimine del 28 giugno a esprimersi pubblicamente in termini ostili nei confronti del governo austro-ungarico. 10. A notificare senza indugio all’Imperial regio governo austro-ungarico l’adozione delle misure previste nei precedenti punti” 17

17 copia del documento ufficiale da Luigi Albertini, Le origini della guerra del 1914 (3 volumi - vol. I: “Le relazioni europee dal Congresso di Berlino all’attentato di Sarajevo ”, vol. II: “La crisi del luglio 1914. Dall’attentato di Sarajevo alla mobilitazione generale dell’Austria-Ungheria.”, vol. III: “L’epilogo della crisi del luglio 1914. Le dichiarazioni di guerra e di neutralità.”), Milano, Fratelli Bocca, 1942-

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