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L’influenza culturale
rocratiche ed economiche affidate allo Stato in tempo di guerra, solo in Francia la burocrazia statale crebbe del 25%, ebbe come conseguenza un elevato afflusso di manodopera femminile nella pubblica amministrazione e nei servizi statali.
Donne furono impiegate anche più direttamente nel conflitto: oltre che per i tradizionali ruoli di infermiere e assistenti sanitarie (e spie: celebre il caso di Matha Hari, anche se studi recenti hanno dimostrato che in realtà probabilmente non lo fosse), furono reclutate in vari corpi incaricati di svolgere servizi logistici nelle retrovie del fronte.
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A parte altri casi isolati la Russia reclutò, nell’ultima fase del conflitto, unità da combattimento femminili, che tuttavia ebbero un ridotto impiego al fronte.
L’influenza culturale
La Grande Guerra ebbe una profonda influenza sul mondo della letteratura e delle arti figurative. Il conflitto ispirò una copiosa produzione letteraria sia di poesia sia di narrativa. Un gran numero di poesie e raccolte di poesie composte dagli stessi militari al fronte, spesso critiche nei confronti della propaganda e concentrate sulle sofferenze dei soldati in trincea, furono pubblicate già durante la guerra. Le esigenze della propaganda stimolarono la produzione artistica: tutti i principali eserciti belligeranti non solo inviarono al fronte fotografi ufficiali e unità cinematografiche militari per riprendere, pur sotto i rigidi vincoli della censura, i combattimenti, ma patrocinarono anche le opere di “pittori di guerra” inviati a documentare le attività belliche e disegnatori impegnati nella realizzazione di manifesti e illustrazioni propagandistiche. La guerra ispirò opere convenzionali ma anche forti sperimentazioni e movimenti d’avanguardia contrari alla tradizione; sebbene non mancassero artisti e movimenti artistici favorevoli alla guerra, celebre il caso del futurismo italiano, molti degli artisti più noti maturano, dopo le loro esperienze dirette al fronte, atteggiamenti di forte opposizione mettendo in mostra tutta la barbarie e l’assurdità del conflitto.