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3 agosto La Germania dichiara guerra alla Francia
esteri Pourtalès ripeté la domanda rilevando le gravi conseguenze che sarebbero derivate dal non tener conto dell’ingiunzione tedesca. Sazonov rispose come prima21. Allora, l’ambasciatore, traendo di tasca un foglio piegato, ripeté per la terza volta con voce tremante la domanda. Sazonov disse che non aveva nulla
da aggiungere. Profondamente sconvolto Pourtalès disse con visibile sforzo: In questo caso sono incaricato dal mio governo di rimettervi la nota seguen-
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e con mano esitante tese la dichiarazione di guerra al ministro russo. Dopo di che l’ambasciatore perse ogni dominio di sé e, avvicinandosi ad una finestra, scoppiò in lacrime, prima di abbandonare con passo mal fermo l’ufficio di Sazonov che lo salutò con il cuore in gola.
3 agosto La Germania dichiara guerra alla Francia
A Parigi, lo stesso 1º agosto, l’ambasciatore tedesco Schoen si recò da Viviani per conoscere la decisione riguardo all’ultimatum tedesco sull’eventuale neutralità francese, consegnato la sera prima. Disorientando il diplomatico tedesco, Viviani rispose che la Francia avrebbe salvaguardato i propri interessi e la stessa risposta fu data dal Presidente del Consiglio francese. Nel pomeriggio, su pressante richiesta del capo di stato maggiore francese e su disposizione del Consiglio dei ministri, alle 15:55, i telegrammi predisposti per l’occasione vennero consegnati e spediti in tutta la Francia, recanti l’ordine di prepararsi alla mobilitazione per il 2 agosto. A Berlino, ancora il 1º agosto, appena emanato l’ordine di mobilitazione generale tedesca, un messaggio da Londra (giunto poco più di un’ora prima) dell’ambasciatore tedesco illuse la Germania che, se non avesse attaccato la Francia, questa non si sarebbe mossa a difendere la Russia. Guglielmo e i suoi collaboratori erano euforici, la Germania avrebbe combattuto
21 cerimoniale diplomatico
22 L. Albertini, Vol. III, p.178
solo contro la Russia. Moltke, invece, si trovò in difficoltà, perché i piani militari tedeschi prevedevano solo una guerra con entrambe le potenze; infatti il Piano Schlieffen, come abbiamo visto, prevedeva innanzi tutto un attacco condotto con forze terresti alla Francia.
Quando arrivò la smentita da re Giorgio V riguardante la neutralità inglese e quella francese, Moltke, sentito Guglielmo II, dette l’ordine di invadere il Lussemburgo. Il 2 agosto l’intera marina militare britannica venne mobilitata e il governo inglese promise a quello francese che in caso di attacco navale tedesco la flotta inglese avrebbe fornito tutto l’appoggio possibile. Ma i piani bellici tedeschi non puntavano ad una vittoria navale nel Mare del Nord o nella Manica, bensì ad una rapida marcia attraverso il Belgio. Per raggiungere questo obiettivo alle 19 del 2 agosto la Germania inviò un ultimatum al governo di Bruxelles, concedendogli dodici ore di tempo per acconsentire al transito alle truppe tedesche. I belgi rifiutarono in riferimento al trattato dei XVIII23 articoli del 26 giugno 1831 che imponeva al Belgio la “perpetua neutralità” garantita dalle grandi potenze e che era ancora in vigore. Nonostante gli Stati Maggiori di Germania e Francia non desiderassero sconfinamenti o incidenti alla frontiera comune, almeno finché non fosse stato dato inizio ufficialmente alle ostilità, è stato recentemente accertato24 che l’ordine di astenersi da ogni atto ostile sia stato rispettato, fra il 1º e il 3 agosto, più sulle linee francesi che su quelle opposte e che i tedeschi, desiderosi di considerarsi aggrediti dalla Francia, si spesero in proteste più esagerate e infondate di quelle francesi; tanto che per due anni il popolo tedesco credette che, in quei giorni, aerei francesi avevano tentato di lanciare bombe su Norimberga. Il 4 agosto l’ambasciatore di Berlino a Parigi, Schoen, a cui era stato ordinato di consegnare la dichiarazione di guerra per le 18, si mosse in automobile verso le 18:15.
Prima l’uno poi l’altro esagitato si lanciarono sulla vettura apostrofando il diplomatico tedesco violentemente. Tre agenti francesi accorsero in aiuto di
23 era la denominazione convenzionale, non ufficiale, del piano strategico di operazioni adottato dallo stato maggiore francese nel 1913, da attuarsi in caso di una guerra tra Francia e Germania 24 grazie all’apertura pubblica degli archivi militari