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La Gran Bretagna in Guerra

Schoen che, così, arrivò illeso al Quai d’Orsay, il palazzo del Ministero degli esteri francese.

L’ambasciatore tedesco Schoen, tratta di tasca la dichiarazione preparata in forma di lettera, ne diede lettura al Presidente del consiglio e ministro degli esteri, René Viviani. Dopo la lettura del documento con cui la Germania accusava la Francia di sconfinamenti militari, Viviani protestò sostenendo che mentre la Francia aveva tenuto le sue truppe a dieci chilometri dal confine pattuglie tedesche erano entrate in Francia. Schoen rispose di non saperne nulla e non avendo i due uomini altro da dirsi, Viviani accompagnò fino all’automobile l’ambasciatore che, fatto un profondo saluto, partì.

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La Gran Bretagna in Guerra

Il 1º agosto, a Londra, autorizzato dal suo governo, il ministro degli esteri Edward Grey ammonì l’ambasciatore tedesco Lichnowsky che una violazione della neutralità del Belgio avrebbe portato, molto probabilmente, la Gran Bretagna ad intervenire nel conflitto.

Ciononostante, il giorno dopo, il 2 agosto, il Belgio ricevette l’ultimatum da parte della Germania la quale, per l’attuazione del piano Schlieffen, necessitava di attraversare il territorio belga per attaccare la Francia. Appreso il rifiuto del Belgio a rimanere neutrale di fronte all’avanzata tedesca, Grey alle 14 del 4 agosto inviò al suo ambasciatore a Berlino Edward Goschen un ultimatum da inoltrare alla Germania in cui si minacciava un intervento ar-

mato se la Germania non avesse fatto pervenire entro la mezzanotte (ore 23 di Londra) l’assicurazione di rispettare la neutralità del Belgio. Il governo tedesco si accorse di non avere nessuna possibilità di scelta; il suo piano globale di guerra era già in atto, e il 3 agosto durante una seduta del gabinetto prussiano a Berlino, Bethmann-Hollweg anticipò ai colleghi che l’entrata in guerra della Gran Bretagna era inevitabile. Sfortunatamente la fiducia che l’alto comando tedesco riponeva nel proprio esercito era assoluta, tanto che il giorno precedente, prima ancora che la Germania invadesse il Belgio, le truppe

tedesche superarono la frontiera e occuparono tre città della Polonia russa. Quando verso le 19 del 4 agosto, l’ambasciatore inglese Goschen si recò dal ministro degli esteri tedesco Jagow per presentargli l’ultimatum, questi gli disse di non poter rispondere se non con un no, ma che a prescindere dalla risposta, le truppe tedesche erano già in Belgio. L’ambasciatore chiese allora i passaporti e passò a prendere congedo dal Cancelliere Bethmann-Hollweg, certo che ormai la guerra fosse inevitabile. Questi gli tenne un infervorato discorso e, riferito al trattato che assicurava la neutralità del Belgio dal 1839, gli disse che la Gran Bretagna aveva preso una decisione terribile solo per la parola “neutralità”, solo per un “pezzo di carta” per il quale si accingeva ad attaccare una nazione consanguinea che desiderava esserle amica. Bethmann disse a Goschen che era come colpire alle spalle chi lottava per la sua vita contro due aggressori e che rigettava sull’Inghilterra la responsabilità dei terribili eventi cui si poteva andare incontro. Goschen difese la validità della scelta britannica ma poi ebbe un crollo psicologico e scoppiò in lacrime. Prima di congedarsi completamente da Bethmann, gli chiese il permesso di trattenersi qualche minuto nella sua anticamera per non farsi vedere in quello stato dal personale della Cancelleria. Alle ore 23:05 dello stesso 4 agosto, trascorsi i termini dell’ultimatum, un giovane funzionario del ministero degli esteri consegnò all’ambasciatore tedesco a Londra, Lichnowsky, che era già andato a letto, la stesura definitiva della dichiarazione di guerra della Gran Bretagna alla Germania. Diffusasi la notizia, davanti all’ambasciata britannica a Berlino si radunò immediatamente una gran folla, che cominciò a tirare sassi contro i vetri dell’edificio e lanciare insulti, La mattina seguente un emissario del Kaiser, che era venuto a porgere le scuse per gli incidenti, non seppe resistere alla tentazione di far osservare all’ambasciatore inglese Goschen che le proteste erano la spia di quanto sia il risentimento che l’Inghilterra ha suscitato tra la popolazione schierandosi contro la Germania, dimenticando che noi abbiamo combattuto

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