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La spartizione delle colonie
durante il conflitto. I rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Italia pensavano di poter ottenere un risarcimento pari all’intero costo della guerra; da ciò nacque la preoccupazione del delegato belga, secondo cui, adottando questo sistema, il suo paese sarebbe stato sfavorito nonostante fosse stato sconvolto per oltre quattro anni da una guerra sulla quasi totalità del proprio territorio. Il Belgio aveva infatti speso relativamente poco per combattere, mentre le sue città e le sue campagne avevano sofferto i rigori e le distruzioni di quattro anni di occupazione. La Gran Bretagna d’altro canto rivendicava i costi e le perdite della guerra sottomarina contro le sue flotte, e le incursioni aeree contro le sue città. Mentre era in corso il dibattito, Lloyd George si levò dalla discussione chiedendo, con tono moderato, di aspettare due anni prima di procedere, in modo da far decantare le passioni e aspettare che i prezzi, inflazionati dai costi della guerra, fossero tornati quasi alla normalità84 . In ogni modo, né l’atteggiamento più morbido nei confronti della somma da versare, né la decisione di rateizzare il pagamento fino al 1º maggio 1961 - anche se un miliardo di sterline dovevano essere versate già entro il 1º maggio 1921 - servirono a “consolare” i tedeschi. Era il concetto stesso di “riparazione” a bruciare, perché imponeva alla Germania di pagare, non solo per la sconfitta sul campo, ma anche perché ritenuta responsabile di aver provocato la guerra. E proprio per obbligare la Germania a firmare il trattato, gli alleati si rifiutarono di togliere il blocco navale fin quando la Germania non avesse firmato il trattato, assumendosi, di fatto, tutta la responsabilità e la colpa della guerra.
La spartizione delle colonie
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Un primo terreno di scontro tra gli alleati fu costituito dalle ex colonie tedesche appena conquistate, che non sarebbero state più restituite alla Germania. La soluzione adottata fu quella di istituire un sistema di mandati che la Società delle Nazioni avrebbe affidato alle potenze vincitrici. Tali mandati erano soggetti a condizioni. Quelli di Africa e Pacifico, per esempio, imponevano di non impegnarsi nel commercio degli schiavi.
84 Gilbert, p. 616