4 minute read
nostri giorni, Bari, 2005, pp
E’ citato il Lazzaretto anche in una lettera, firmata da Molti Concittadini e indirizzata al Municipio di Conegliano, in cui viene segnalato un nuovo caso di colera in contrada Borghetto, nella persona di una ragazza che lavorava in una sartoria. Viene proposto di rinchiudere nel Lazzaretto tutti quelli che lavoravano in quella bottega, nessuno eccettuato e di bruciarne tutto il contenuto: per gli scriventi è evidente infatti che è questo il centro d’infezione. Bisogna adunque distruggere subito col fuoco quanto essa contiene, dare la malta ai muri, distruggere il pavimento di tavole. Bruciare i vestiti: appartengono ai borghesi o militari!148 Da un documento dello stesso periodo desumiamo che nel Lazzaretto erano presenti due guardiani, un inserviente e un incaricato di relazionare costantemente al Municipio ogni cosa succedeva149 . Nella relazione delle spese effettuate per il colera del 1885, si legge che l’appronto del Lazzaretto, caldamente raccomandato dalla Prefettura, non fu trascurato, e che fu di reale giovamento, allorquando occorse d’isolare gli affetti del morbo dalle persone sane che risiedevano negli stabili ove seguì lo sviluppo della malattia e che per la loro ristrettezza non permettevano il toglimento di quel contatto che avrebbe potuto facilmente favorire il diffondersi del morbo150 . L’anno successivo si ripresenta il colera e viene riaperto il Lazzaretto per coloro che non potessero o non volessero essere curati nella loro casa. Si tratta di un edificio privato (casa colonica) acquistato dal Comune di Conegliano151 che, mancando l’Ospitale civile di locali separati e di-
148 Il documento continua: Qual borghese si coprirà con quei vestiti? E qual comandante potrà con serena coscienza far indossare quelle uniformi ai poveri soldati? […] No questi oggetti sono il focolare dell’infezione, non devono disperdersi nel paese o nella truppa!!! Se ciò fosse si diffonderebbe per tutta la città il germe d’infezione […] AMMC sez. A busta 385– lettera del 5 Dicembre 1885. 149 AMMC sez. A busta 385– lettera del 8 Dicembre 1885. Il documento riporta l’invasione di tre malintenzionati, all’interno del Lazzaretto. Nella busta si trovano vari documenti riguardanti le relazioni dell’incaricato del Lazzaretto al Municipio. Vi si legge la richiesta di ordini riguardanti l’uscita di persone, oppure il tempo di permanenza dei vestiti nei ‘profumi’. 150 AMMC sez. A busta 385– Sanatoria alla spesa incontrata nella circostanza dello sviluppo del morbo asiatico nel decorso 1885 - 15 Maggio 1886 Vengono segnalati i sequestri fatti a 4 famiglie e l’isolamento al Lazzaretto di 30 individui. La spesa per l’acquisto di biancheria, coperte, mobili e 3 fogne mobili usati nel Lazzaretto, ammonta a lire 5082.41. 151 Facendo seguito ad un sollecito da parte del Municipio di Conegliano, che aveva già deliberato l’acquisto nel Settembre 1884, una lettera del Segretariato Generale del Ministro dell’Interno del 12 Maggio 1885 conferma che il Comune era stato autorizzato (già dal mese Aprile) a comprare dalla ditta Carbas lo stabile per il Lazzaretto. AMMC sez. A busta 386.
Advertisement
269
sponibili, fosse destinato in maniera permanente per il ricovero e cura delle malattie contagiose. Agli inizi del 1886 viene nominato un custode per la opportuna sorveglianza nel periodo di chiusura e perché potesse disimpegnare le incombenze di persona esterna nel non desiderato caso d’apertura152 . Dal Regolamento di servizio del Custode del Lazzaretto alla località Acquette153 risulta che l’ospizio per infermi d’ogni malattia contaggiosa era arredato e dotato della biancheria necessaria (della persona e da letto) e la presenza del custode lo rendeva pronto in ogni momento per l’uso. A Luglio è allertato il Municipio per la fuga di uno dei presenti. Si tratta del becchino Guerrino Breda di San Fior, che avendo provveduto al trasporto di cadaveri di colerosi nel suo comune, era stato rinchiuso nel Lazzaretto per la contumacia154. Come accadeva per il vecchio Lazzaretto, passata l’epidemia, dal 1888 i terreni del Lazzaretto vengono affittati155 . Il nuovo Lazzaretto di Conegliano si trovava poco distante dal centro della città, in una zona in cui all’epoca erano presenti pochissimi edifici, lungo la strada che dalla chiesa di San Martino (dove sorgeva il vecchio Lazzaretto) porta a Campolongo156 . Attualmente la località Acquette corrisponde a via Vital, e il Lazzaretto sorgeva precisamente tra l’attuale Stadio comunale e l’ansa del fiume.
Il Lazzaretto nel 1900 Le epidemie di colera cessarono, per Conegliano, con il 1886157 .
152 Viene nominato custode Saccon Lodovico di Domenico al quale è concesso l’alloggio gratuito, con una piccola camera e cucina, e breve zona di terreno ortale a ponente del Lazzaretto. Nei casi di apertura del Lazzaretto ottenga la rimunerazione giornaliera di £ 2.50 compreso anche il servizio notturno. AMMC sez. A busta 386– Delibera della Giunta Municipale del 17 Febbraio 1886 . 153 AMMC sez. A busta 386– 23 Gennaio 1886. 154 AMMC sez. A busta 385– documento del Municipio di Conegliano 17 Luglio 1886 – Un documento che riporta la stessa data,timbrato dal Municipio di San Fior, riporta scritto a matita Licenziato l’infermiere Breda Guerrino. 155 Una parte viene affittata allo stesso Custode - AMMC sez. A busta 386. 156 AMC, Archivio di Deposito, Mappa Catastale 1907 sez. E, Conegliano e Campolongo, Fg. VI. 157 Una lettera della Direzione dell’Ospedale Militare di Padova del 1894, si chiede la disponibilità del Lazzaretto per i militari che eventualmente dovessero cadere malati di vaiolo, difterite o colera. AMMC sez. A busta 387 - n.752 Il Comune risponde che il Lazzaretto è a malapena sufficiente per i poveri della città che dovessero cadere in malattie contagiose, e non è certamente adatto per militari di grado superiore. Tuttavia il Comune mette a disposizione il terreno circostante il Lazzaretto per costruirvi eventualmen-
270