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26 La soppressione dell’ordine dei Crociferi fu voluta da papa Alessandro VII (il
Un documento del 12 Dicembre 1796 cita il Lazzaretto a proposito della sepoltura di soldati austriaci morti in seguito agli scontri avvenuti nel territorio intorno a Conegliano. Essendo le strade piene di neve e di ghiaccio, resosi per gli stessi riguardi impraticabile la salita al Castello, si ordinò da questo Nobili Signori Provveditori di Salute l’escavazione di buca profonda nel così-detto Lazzaretto dove si vanno depositando colle debite precauzioni i cadaveri degli estinti soldati, che compirono nella decorsa settimana il numero di dugento trenta cinque77 . Il XIX secolo si apre con un passaggio di proprietà del Lazzaretto, dopo tre secoli di gestione da parte della Congregazione dei Battuti. Nel 1807, per decreto napoleonico, la Scuola di Battuti fu convertita in Congregazione di carità78 . Passarono così sotto la sua proprietà e amministrazione tutti gli istituti pii cittadini tra i quali il Lazzaretto79 .
Il Lazzaretto e gli Ospizi per colerosi nel XIX secolo Nel corso dell’Ottocento oltre alla gestione del Lazzaretto, cambiano molte altre cose. Si parla nuovamente della necessità di luoghi di degenza, non più per la cura e contumacia per le epidemie di peste, ma per una nuova
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77 ASVE Provveditori alla Sanità, Lettere ai Provveditori, busta 524. 78 Nel 1806 Napoleone, con il decreto del 25 Aprile, ordinava che in conformità alle leggi generali del Regno i beni delle Scuole e delle Confraternite venissero avocati al Demanio e che i legati pii, e in generale tutti i pesi inerenti ai beni incamerati, dei quali fosse riconosciuta utile e conveniente la conservazione a favore del culto, della beneficenza e della pubblica istruzione, passassero a carico dello Stato. Lo stesso Napoleone il 26 Maggio 1807 firmava il decreto di proibizione in tutto il Regno delle Confraternite, delle Congregazioni, delle Compagnie e di tutte le società religiose laicali, eccettuate le Confraternite del Santissimo e le istituzioni finalizzate alla pubblica beneficenza e alla istruzione. Nel decreto del 18 Giugno 1807 ordinava che fosse riunito in un solo ente morale chiamato Congregazione di carità, l’amministrazione di tutti gli ospitali, dei luoghi pii, dei lasciti e fondi di beneficenza pubblica di qualunque natura e denominazione. Con il decreto del 21 Dicembre 1807 gli oggetti di beneficenza pubblica passarono nelle attribuzioni del Ministro dell’Interno e i Comuni furono chiamati a supplire ai bisogni degli ospitali, orfanotrofi, conservatori di esposti, istituti elemosinieri. Tutti i beni spettanti agli stabilimenti ed istituti citati furono dati in amministrazione ad un corpo morale, nuovamente istituito, composto da un certo numero di probiviri e distinti cittadini del relativo Comune, chiamato anch’esso Congregazione di carità.
V. Botteon, A. Barbieri, Congregazioni di Carità ed Istituti pii riuniti in Conegliano Studio storico amministrativo, Conegliano 1904, pp. 3-5. 79 V. Botteon, A. Barbieri, Congregazioni di Carità ed Istituti pii riuniti in Conegliano - Studio storico amministrativo, Conegliano 1904, pp. 3-5.
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malattia che si sta diffondendo velocemente anche grazie ai nuovi mezzi di trasporto a vapore e ai contatti con l’India. Intorno al 1831 si presenta infatti la necessità di allestire un Lazzaretto in vista delle epidemie di colera che, provenienti dall’oriente, stanno dilagando nell’Europa centrale e nella capitale dell’Impero. In due circolari della Regia Delegazione della Provincia di Treviso dell’Ottobre 1831 si prescrive che in tutti i Comuni più popolosi dovessero esistere uno o più Lazzaretti pel ricovero e cura principalmente de’ miserabili, con capacità ricettiva ragguagliata al 2 per cento della popolazione, raccomandando però di ridurre al minimo le spese per l’allestimento dei Lazzaretti.
Avviso della Commissione di Sanità e di Beneficenza della città di Conegliano, 1831 - AMMC sez. B busta 303
In un manifesto di Conegliano dell’Ottobre 1831 si legge che Le pubbliche autorità si stanno occupando della riparazione e preparazione di un Lazzaretto pel ricovero e cura degli infermi, e de’ convalescenti, e delle tante disposizioni e misure ricordate dai sanitarj Regolamenti e volute dal pubblico bene80 . In questo caso non si tratta però del ‘vecchio’ Lazzaretto.
80 AMMC sez. B busta 303 fasc. 2 – 10 ottobre 1831.
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La Commissione Politico Sanitaria, facendo riferimento alla circolare citata sopra, decide infatti di disporre lo apprestamento del locale del Corpus Domini ad uso Lazzaretto per gli ammallati di cholera orientale preparando due sale nell’ex convento colle viste della maggiore economia in quanto alli restauri81 . Il ‘vecchio’ Lazzaretto cambia da questo momento la sua funzione.
Le famiglie povere nel Lazzaretto Nel Settembre del 1831 viene proposto di concentrare in altro locale più ampio le miserabili famiglie al tempo ospitate in case di proprietà dell’Istituto Pio, in diverse parti della città, in locali fatiscenti e in condizioni igieniche, morali e di sicurezza, estremamente precarie. Il locale proposto dal Pio Istituto a ricovero di questi miserabili è il così detto Lazzaretto di proprietà dell’Ospitale Civico di Conegliano82 Nel frattempo il Regno Lombardo Veneto allerta e informa le autorità cittadine sui pericoli riguardanti il colera e i metodi per affrontarlo. Sono varie le circolari e il materiale stampato che circolano già dal 1831 e che saranno sempre più numerosi in occasione di ogni epidemia di colera. Uno dei primi provvedimenti riguarda la questione dei poveri e dei questuanti. Ancora ai tempi delle pestilenze, nei territori della Serenissima venivano isolati o cacciati perché erano ritenuti la causa o il veicolo primo della malattia83 . Di fronte al pericolo del colera, nel 1831, le autorità di Conegliano pensano da una parte di concentrare e controllare le famiglie indigenti all’interno del Lazzaretto, per rendere meno facile l’invasione del morbo asiatico, e dall’altra di sorvegliare i mendicanti. Fanno quindi redigere un elenco dei poveri questuanti veramente bisognosi presenti in ogni parrocchia e residenti da tempo, ai quali viene fornito un apposito segnale da essere sempre portato in città con cui potranno essi liberamente questuare nel Circondario di questo Comune, mentre tutti gli altri che ne saranno privi, verranno espulsi a mezzo della pubblica forza, e condotti al Comune cui appartengono84 .
81 AMMC sez. B busta 303 fasc. 2 – circolare n. 1900, 24 ottobre 1831.
L’ex Convento del Corpus Domini si trovava nelle vicinanze della Chiesa di San Martino, quasi a dirimpetto del Lazzaretto. Il locale era di proprietà del Regio Demanio. Viene deciso che il luogo di seppellimento sarà dalla Commissione determinato nel luogo più possibilmente prossimo al locale del Corpus Domini.. 82 AMMC sez. A busta 410 fasc. 1. 83 Per quanto riguarda la gestione dei medicanti a Venezia, si rimanda in particolare ai numerosi studi di Nelli Elena Vanzan Marchini.
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Dall’elenco nomenclativo dei poveri ricoverati nel Lazzaretto di proprietà del Patrio Ospitale, compilato il 5 Maggio 183285 , risultano ospitate 121 persone di cui intere famiglie, composte anche da 6 o 7 persone. Nel Settembre 1831 viene stabilito che il Lazzaretto verrà sorvegliato da un custode scelto dalla casa Pia con domicilio nel luogo. Sarà cura dell’autorità politica impiegare le misure di correzione e rigore che si presenteranno a causa della condotta indisciplinata degli ospiti; toccherà al parroco di San Martino vegliare sulla condotta morale dei ricoverati. Gli ospiti sono tenuti a rientrare prima del tramonto e non potranno uscire prima dell’alba. Inoltre il Direttore e Amministratore del Pio Ospitale sono tenuti almeno una volta alla settimana a visitare il Lazzaretto e correggere ogni mancanza minacciando i colpevoli da esclusione dal benefizio. In realtà, nel Luglio 1832, a pochi mesi dal trasferimento delle famiglie, emergono seri problemi di ordine pubblico. Con novità d’esempio si raccolse indistintamente individui d’ogni età e d’ogni sesso, mescolando persone di buona condotta a gente rotta ad ogni eccesso vizioso. In ogni ora del giorno e della notte c’è l’ingresso e l’uscita liberi per chiunque. Ivi il vizio più turpe alligna, germoglia e cresce a dismisura con infinito scandalo di tutti. Nel Lazzaretto le bestemmie e i disordini dell’ubbriachezza e del ladrocinio sono assidui. Questi disordini sono destinati ad acuirsi per la vicinanza alla Caserma in cui, di lì a poco, alloggeranno non più truppe di passaggio, ma una guarnigione stabile. Necessita quindi un controllo e una cura spirituale, e anche per volontà del Vescovo viene auspicato che ci sia un sacerdote stabilmente presente nel Lazzaretto; il parroco della chiesa San Martino dovrà limitarsi a tenere il registro delle nascite e delle morti. Ma la cosa non si risolve e nel Novembre dell’anno successivo si parla di un elenco di persone che devono essere escluse dal caritatevole asilo del Lazzaretto86 .
84 AMMC sez. B busta 303, ref VII, fasc. 2 - Circolare a tutti i Parrochi del Comune n. 1729, 27 Settembre 1831.
Il contrassegno che veniva dato si trattava di una Marca di latta che dovranno sempre tener appesa al petto, o cucita sul vestito in luogo visibile. Questa Marca è di figura ovale con una Croce impresa nel Campo e sopra un numero romano progressivo. Questo numero corrisponde al nome del portatore iscritto nello Elenco appositamente. Veniva proibita la questua ai non muniti della Marca e ai Forestieri. Nell’elenco dei poveri ammessi alla questua si trovano i nomi e i soprannomi di 144 questuanti, l’età e la parrocchia di provenienza. Molti di loro sono bambini anche di tenera età. AMMC sez. B busta 303, ref VII, fasc. 2. 85 Il trasferimento delle famiglie povere al Lazzaretto avviene proprio in quella data. 86 AMMC sez. A busta 410 - circolare n. 1649 del 9 Novembre 1833. Da altri documenti di evince che si tratta dei coniugi Biondo.
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Emerge prepotente dal 1834 il caso di Cecilia e Marianna madre e figlia Zambenedetti, tanto più che la condotta di questa si rese maggiormante turpe, riprovevole, e scandalosa che non era in passato e perciò immeritevole dell’asilo in quel stabilimento ove per le ree sue abitudini si è resa oggetto di tanto male e di grandi disordini, gran parte de quali possono senza esitanza cagionarsi al punibile abbandono di una madre se non cattiva, almeno imbecille, che lasciò irreflessiva trescare amorosamente la pur anco tenera fanciulla, divenuta in poco tempo maestra di iniquità87 . La sua condotta porta più di una volta alla decisione dell’Autorità di allontanare la ragazza e la madre, seguita dalla promessa di redenzione e dalla supplica di revoca della punizione. Sono numerose le lettere di denuncia per la sua immoralità88 fino al Settembre 1836, quando passa a felice connubio e cessa quindi il motivo di occuparsene89 . Ma lo scandalo destato dagli ospiti del Lazzaretto divenne soggetto di maggiore osservazione allora quando si apriva al pubblico transito la nuova strada detta di San Giuseppe e che il locale fino ad allora isolato a lontano dagli occhi della moltitudine rimaneva esposto alla vista di cittadini e forestieri transeunti e più ancora colla istituzione del Mercato e con la contemporanea introduzione di un esercizio di Osteria90 resa necessaria dalla frequenza dei concorrenti91. Affacciavasi proficua contemporaneamente l’idea di utilizzare di quel vasto stabile ed annesso recinto per ampliare il sempre crescente mercato settimanale dei bovini
87 AMMC sez. A busta 410– circolare n. 332 del 13 Marzo 1834.
In realtà le Zambenedetti non lasciarono il Lazzaretto, come fecero invece Lotti madre e figlia e Sadoch (?) Angela. Biondo dà poca lusinga di conversione alle sue violenze e bestemmie. Cessa il motivo di allontanamento della famiglia Dal Misier (?) perché il capo di essa, scandaloso, bestemmiatore ed ubbriaccone è passato all’altra vita. AMMC sez. A busta 410– 5 Ottobre 1834. 88 Nella lettera inviata dal Cappellano del Lazzaretto al Direttore, viene denunciata ancora una volta la condotta di Marianna Zambenedetti, abitante in questo Lazzaretto, troppo nota al pubblico per scandalosa sua morale condotta, porge anche di presente al giovinetto Cuchet, che vivesi, com’ella sà, nella medesima stanza, occasion prossima di rovina spirituale, accogliendovi essa particolarmente di notte, chiunque brava sventuratamente dissetarsi al vituperosissimo calice di Babilonia. AMMC sez.A busta 410– lettera senza data firmata da don Antonio Dal Pozzo Cappellano. La lettera di risposta del Direttore dell’Ospitale Civile (29 gennaio 1835) prende atto di quanto letto e delle numerose voci che gli giungono sul conto della ragazza e ordina l’allontanamento immediato della giovane con una somma di 20 lire per trovare altro alloggio. 89 AMMC sez. A busta 410– circolare n. 181 - 31 Ottobre 1836. 90 Il sig. Antoni Silan prende in affitto (per un anno e mezzo) un angolo del cortile del Lazzaretto per porre una baracca coperta a coppi con porta e finestra, ad uso osteria fin dall’ Aprile 1846. Dovrà aprire solo di giorno e durante il mercato. 91 AMMC sez. A busta 537 fasc. 1.
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