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per la fame (AMVC busta 562 n

sime che venendo occasion di peste non si traze uttilità alcuna delle case et terre affittuate a madona Camilla de Rigo, essendo ella in tal caso obligata a relassarle et no finita la locatione per farsi lì il Lazaretto.

1569: obblighi per la Congregazione dei Battuti in caso di peste - AMVC busta 426 fascicolo 5

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Sempre in riferimento al Lazzaretto, si parla anche della chiesa dell’Hospedal con case cortivo et orto ad uso del Prete dell’Hospedal, Prior et poveri viandanti42 . Nel Sommario della parti, et ordini Che prescrivono il modo di governare la Veneranda Scuola de’ Battuti di Conegliano Coll’aggiunta di un nuovo decreto dell’Illustriss., et Eccellentiss. sig. Girolamo Gradenigo Delegato dell’Eccellentissino Senato43 , per quanto riguarda l’affitto del Lazzaretto nei tempi in cui non c’erano pestilenze, si raccomanda che sia fatto deposito di Ducati vinticinque all’anno giusta le Leggi d’essa Veneranda Scuola, e aggiunto al medesimo l’entrata, che si ricaverà annualmente dall’Affittanze del Lazzaretto, quale intendiamo, che resti sempre affittato, quando insorgesse occorrenza de sospetti di male contaggioso, per quali avesse a valersene d’uso Lazzareto per pubblico benefizio, restando proibito disponer del denaro, come sopra depositato, se non nei casi espressi dalle Parti 1547. 9. Febraro.

nari del Pubblico, etiam del Fontico, e Donativo, con obbligo di reintegrarlo dotto obbligatione della Magg.re Comunità, e di aver dinaro in qual si voglia maniera o modo che da essi sia giudicato più espediente, obbligando questo Comune per cauzione di chi darà prestanza […] AMVC busta 562 n. 18. 42 AMVC busta 426 fascicolo 5. 43 Sommario della parti, et ordini Che prescrivono il modo di governare la Veneranda Scuola de’ Battuti di Conegliano Coll’aggiunta di un nuovo decreto dell’Illustriss., et Eccellentiss. sig. Girolamo Gradenigo Delegato dell’Eccellentissino Senato, Venezia, 1682, p. 16 – AMVC busta 426.

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Sommario della parti, et ordini Che prescrivono il modo di governare la Veneranda Scuola de’ Battuti di Conegliano Coll’aggiunta di un nuovo decreto dell’Illustriss., et Eccellentiss. sig. Girolamo Gradenigo Delegato dell’Eccellentissino Senato. – Venezia 1682, p. 16 AMVC busta 426

Buona parte dell’archivio della Scuola dei Battuti purtroppo è andato disperso e distrutto durante il primo conflitto mondiale44 . Non esistono più gli antichi Statuti della Scuola dei Battuti di Conegliano, ma non esistono neppure gli Statuti del Lazzaretto che diano notizie sulla sua gestione. Molto importanti sono quindi le informazioni che si ricavano dagli Statuti del Lazzaretto di Treviso del 148645; in alcuni casi si trova riscontro nelle notizie desunte dai documenti sulle pestilenze a Conegliano. Anche il Lazzaretto di Treviso era gestito dalla Scuola dei Battuti. Il priore aveva l’obbligo di risiedervi, quindi annotare l’ingresso e il decesso degli appestati, custodire i beni che portavano con sé, trattenerli a vantaggio del Lazzaretto dopo l’eventuale morte, bruciare gli effetti che non si potevano disinfestare e stendere l’inventario dei beni mobili dell’ospedale. Anche il Cappellano aveva l’obbligo di residenza, amministrava i sacramenti agli infermi, aiutato da altri nel periodo di pestilenza; poteva anche custodire l’inventario dei beni trovati in casa dell’appestato.

44 Per i particolari sulle pergamene della Scuola dei Battuti cfr. L. Iaia, C. Ziani, L’archivio Municipale Vecchio di Conegliano al riscontro dell’anno 2000, Conegliano, 2000 pp. 97-100. 45 L. Pesce, Gli Statuti (1486) del Lazzaretto di Treviso composti dal Rolandello in: Archivio Veneto, 112, 1979, pp.33-71.

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I malati o venivano isolati in casa propria, come nel caso di persone facoltose, o erano portati al Lazzaretto46 . A Treviso, sulla casa contagiata era posto un contrassegno. Anche il cappellano, il priore, gli infermieri del lazzaretto e i pizzigamorti dovevano portare una banderuola e suonare un campanello per farsi riconoscere. Inoltre doveva essere redatta la lista dei nomi dei morti da peste, cosa riscontrata anche a Conegliano durante l’epidemia del 1630, quando la città per meglio controllare il contagio era stata divisa in quartieri. Per ogni famiglia, di ogni quartiere, era stata stilata una lista dei morti e dei preservati dalla pestilenza.47 In ogni città c’erano punizioni severe per i pizzigamorti che avessero rubato nelle case degli appestati o rivenduto indumenti infetti. A proposito dell’isolamento in casa, in un interrogatorio condotto a Conegliano in occasione dell’epidemia del 1576, dove una famiglia era

46 I documenti qui trascritti, provenienti dall’Archivio Vecchio del Comune di Conegliano busta 562 n. 18, riportano le relazioni di due medici della Città sull’osservazione del corpo di un uomo e di una donna morti durante la peste del 1576. 1576.13. Lujo - Io Ottavio Graziano Medico in Conegliano visto il corpo di M.r Zuanne Miani qual mercore passato ad ore quatro di notte ad altra Vita doppo esser stato quatro giorni ammalato di Febre Pestilenziale, come facilmente si comprendeva per la vista dell’orina et accidenti, che mi erano narratti, da chi lo governava. Hò giudicato insieme con l’eccellente M.r Fabrizio Vezzato Medico, lui esser morto di male contaggioso, per essere il corpo restato livido, et con infiamazione nelle parti Genitali et così giudichamo et refferimo.

Idem, qui supra Octavianus Gratianus 1576.14.Luglio - Io Fabrizio Vezzato sud.o visto per me il corpo di M.r Zuanne Miani per li segni sud.i che furono visti in esso et per altri che intesi dall’ecc.e sig.r Ottaviano soprascritto, giudicai et giudico quello esser morto di mal contagioso, il che maggiormente si conferma dal contagio impresso fin ora in doi Donne della sua di casa come rifferisce M.r Francesco di Salcis Chirurgo et così affermo per mio giudizio essere.

Idem Fabritius 1576.24.Julii - Che Mad.a Dianora moglie di M.r Bortolo de Facchis venetiana, qual morte questa notte circa le 3 ora, sia morta di mal contagioso di peste, è stà conosciuto chiaramente da molti segni, che si sono scoperti sopra la sua Vita, cioè Petecchie Carbone sotto la mamella destra, gonfiamento di tutto il corpo, et infiamazione nelle parti vergognose; oltre l’esser morta in loco sospetto, et servato, et l’aversi vista l’urina, prima, che la morisse, simili all’urine degl’Animali Brutti et così io, Fabrizio Vezzali medico in Conegliano affermo in mio parere, riportandomi sempre a miglior giudizio.

Idem Fabritius Vezzatus

Io Ottavio Graziano Medico aver visto il sop.to Corpo morto, per li narrati segni, judico il medesmo che dal Sop.to M.r Fabrizio è stato tenuto, et judicato. . 47 AMVC busta 562 n. 18. Nella busta si trova anche copia della lista con i nomi dei 146 morti di peste nell’anno 1630 nella parrocchia di San Leonardo di Conegliano.

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giunta da Venezia portando la peste, si legge alla data dell’8 Luglio: fù intimado a dover stare in casa serratto con suo Padre ed altri della famiglia finchè piacerà alla Giustizia senza dar ne robbe ne dinari ad alcuno ne accettar alcuno in casa ne conversar con alcuno sotto pena della Forca48 . L’ultima grande pestilenza del 1630-31 vede ancora attivo il Lazzaretto come luogo di cura o di contumacia: nel caso di cittadini di riguardo, si rimanda comunque anche alle abitazioni dei privati che vengono messe sotto sequestro. Il primo Novembre, per decisione della Scuola dei Battuti, che viene coinvolta insieme all’Ufficio di Sanità per affrontare la pestilenza (dovendo per la sua arte concorrere anco la Ven.da Scola de Battudi), è previsto che la metà dei malati siano condotti al Pubblico Lazzaretto49 . Nel manifesto del Giugno 1631 (riportato nella foto a colori), il Podestà di Conegliano Marco Soranzo, ordina che cadauno che s’infermerà di qual si voglia sorte d’infirmità niuna eccettuata ò con febre ò senza, essendo nella Terra debba farsi denonciare nel primo giorno del male ad’uno delli Signori Medici, e essendo in Villa al Reverendo Piovano ò Curato, poiche questi averanno gl’ordini proprii per esseguire la pubblica intentione, non dovendo permetter che senza licenza d’essi Signori Medici, ò Piovani e Curati, alcuno entri in casa sua, ne meno esso infermo uscir di casa, intendendosi incorrer in pena tanto quelli che entreranno nella casa de gl’infermi avanti la licenza come di sopra, quanto quelli che saranno nella medesima casa, e permetteranno l’ingresso a chi sarà di fuori, ò non denonciaranno il male d’esso infermo la qual pena farà 40 giorni di contumacia, ò in casa, ò nel lazareto secondo la conditione delle persone senza la publica sovventione, e ciò ancorche il male non fosse d’alcun sospetto, ma solo per castigare la loro trasgressione, e altre ad arbitrio50 . Nell’estate 1632 Bastian Mattiuzzo scrive al Podestà di Conegliano lamentandosi del fatto che è stato rinchiuso da venti giorni al Lazzaretto e per questa causa la mia famiglia riceve grandissimo danno non avendo con che sostentarsi51 .

Nell’Archivio Municipale di Conegliano esistono le raspe dei Processi in Matteria di Sanità celebrati nel 163252 .

48 AMVC busta 562 n. 18. 49 AMVC busta 562 n. 18. 50 AMVC busta 562 n. 18. 51 AMVC busta 562 n. 18. 52 AMVC busta 562 n. 18.

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