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2. Gli stati preunitari

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Gli Stati preunitari

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Circa la presenY.a bandistica negli eserciti degli stati in cui era cLivisa l'Italia prima dell'unif-ìcazione nel Regno sabaudo, ci limitiamo a un semplice accenno, in quanto una trattazione più approfondita fuoruscirebbe dal terna che ci siamo prefissati di trattare. Si può cl.ire, in breve, che ogni stato si rifece negli organici, organizza::-:ione e repertorio, prima alle bande militari francesi e, dopo il Congresso di Vienna, a quelle austriache. 1

Regno Lombardo-Veneto.

Nel Regno Lombardo Veneto non si può par.lare cli bande musicali cli uno stato preunitario, in quanto i reggimenti che avevano guarnigione nel territorio facevano parte delle armate austro-ungariche. Per la loro perfezione, la bontà degli strnmenti in dotazione e la preparazione dei capi-musica <-1uesti complessi furono oggetto di amrni.raY.ione e fornirono un esempio a <-1uelli dei vari starj italiani.

Il Regno di Sardegna

I complessi militari del Re6rno cli Sardegna furono il punto di riferixnento per l'organizzazione delle bande militari nello Stato unitario. La loro storia prende spunti dalle tracli::-:ioni di hcmtbois e pifferi, perfezionate sul finire del 1._rvn1 secolo dal direttore generale Gaetano Pugnaru. Il prestigio di cui godevano <-1ueste musiche militari trova riscontro nell'attenzione del legislatore finalizzata a definire non solamente gli organici - 18 gli elementi fissati nel 1831 da Carlo Alberto per le bande aggregate ai reggimenti cli linea, e 24 per la compagnia delle Guardie del corpo cli Sua Maestà - ma anche funzioni e repertorio, precisati nel 1839 secondo le diverse ce.rimonialità.2 l nuovi ordinamenti, predisposti tra il 1838 e il 1839, prevedevano anche una marcia "speciale" «per tutti i corpi del Regio Esercito aventi banda mi.litare».3 Le musiche scritte per l'occasione forniscono un censimento delle bande in servizio nei diversi reggimenti dell'esercito: Reggimento Granatieri de.Ila Brigata Guardie Reggimento Cacciatori della Brigata Guardie

1. Tn (]UCSti paragrafi, con l'autorizzazione dell'autrice Annely Z,eni, ci siamo rifatti al suo studio inedito Le .13mzde 7llilitari in Italia. 2. Gioseppe Robcrti. La 11111sica negli ,mtichi eserciti Sc,hrmdi, in "Rivista Musicale Italiana", IIT (1896), n. 3, pp. 700-713. 3. R.t1ccolta di R~?t'e Determinazioni e Prowedimenli diversi co11cemmti il semizio e l'11111111inirtrazio11e 111ilita1·e per l'a1111atr1 1839. Torino, 1840, p. 629.

1 ° Reggimento di Fanteria della Brigata Savoia 2° Reggimento di Fanteria della Brigata Savoia 3° Reggimento di Fanteria della Brigata Piemonte 4° Reggimento di Fanteria della Brigata Piemonte 5° Reggimento di Fanteria della Brigata .ç\osta 6° Reggimento di Fanteria della Brigata Aosta 7° Reggimento di Fanteria della Brigata Cuneo 8° Reggimento di Fanteria della Brigata Cuneo 9° Reggimento di Fanteria della Brigata Regina 10° Reggimento di Fanteria della Brigata Regina 11 ° Reggimento di Fanteria della Brigata Casale 12° Reggimento di Fanteria della Brigata Casale 13° Reggimento di Fanteria della Brigata Pinerolo 1.4° Reggimento di Fanteria della Brigata Pinerolo 15° Reggimento cli Fanteria della Brigata Savona 16° Reggimento cli Fanteria della Brigata Savona 17° Reggimento cli Fanteria della Brigata d' Acc1ui 18° Reggimento di Fanteria della Brigata d'Acqui Corpo Reale d'Artiglieria Reggimento Nizza Cavalleria Reggimenro Piemonte Reale Cavalleria Reggimento Savoia Cavalleria Reggimento Genova Cavalleria · Reggimento Novara Cavalleria Reggimento Aosta CavaUeria

Un'idea dell'organico delle bande sabaude del 1834 si può desumere dalla partitura della Lvfarcia d'ordinanza per banda, tamburi e pifferi composta da Giuseppe Gabetti, chiamata poi Marcia Reale. terzetta in sol, flautino in sol, clarioo in sol, clarinetti 1 ° e 2°, fagotto, corni in re 1 ° e 2°, r.rombe in sol 1 ° e 2°; t~o.mbe.in re 1 ° e 2°, serpentoni e bassi, tromboni, rullante, catuba, pifferi, tamburi.

·4 · L'Orrù riporta che la ba~da dei Cacciatori Sardi era composta nel 1851 da 39 strumentisti: oboe, flauto, ottavino, due clarinetti piccoli, sei clarinetti soprani; c1uattro corni, fagotto, sette trombe, flicorno, quattro tromboni, tre oficleidi, tre bombardoni, cinque percussioni. 5 Tuttora erede cli quei reparti è la banda ciel reggimento dei Granatieri di Sardegna, che può vantare una delle prime forme cli finanziamento autonomo, grazie al lascito del 1786 di Don Alberto Genovese, che destinò un fondo di 120.000 vecchie lire di Piemonte, vincolato al mantenimento della banda e alla costituzione della dote per le figlie dei sottufficiali.6

4. Marino Anesa. Dizionano della m11sica italiana per banda, cit., v: Il, p. 970. 5. Giuseppe Orrù. Piccolo diziol!(mo biogmjìco dei 111t1sicisti che brmno/atto parte delle orchestre e bande di Cagliari dall'mmo 1830 al 1897. Firenze: Passeri, 1897, Il edizione, p. 173. 6 . .Andrei Sinigoj. La 111mica in uniforme. Modena: Stamperia del Comune. 1998.

I Ducati di Parma e Modena

Nei territori ducali di Parma e Piacenza e in <..1uelli Estensi di Modena e Reggio Emilia, i tre reggimenti e le poche bande aggregate, nacquero e si svilupparono all'ombra di quelle austriac.he. Se a Parma la duchessa Maria Luigia, subito dopo essere salita su] trono, assunse per il suo reggimento il maestro austriaco Martin Joscph Scholl, già capo-musica nell'esercito austro-ungarico,7 Francesco IV di Modena, dopo la riforma a seguito dei moti del 1831, nominò maestro Giuseppe Dobyal, e anche molti dei bandisti provenivano da reparti tedeschi o boemi.8 Buona parte degli strumenti adottati da queste bande provenivano da fabbriche austriache (Ulmann per gli ottoni, Ziegler per i legni) e gli intensi contatti favorivano la diffusione delle novità viennesi: questi corpi cli musica furono probabilmente i primi a usare in Italia le trombe a chiavi. La banda militare del Reggimento Estense ciel piccolo Ducato di Modena e Reggio, formatasi intorno al 1815, contava su un organico cli sei clarinetti, due corni da caccia, due trombe diritte, una tromba a tiro, un ottavino, due piatti, un sistro, cassa, tamburo e un cappello cinese. Quest'ultimo strumento era una particolarità recepita sull'esempio delle armate napoleoniche. Era uno strumento di tradizione turca, che produceva il suono attraverso la vibrazione del corpo dello strumento. Costituito da un'asta di circa due metri, variamente decorata, era una specie di labaro che reggeva semilune, sonagli e campanelli. in serie, in acciaio o argento, intonati a scale che producevano un suono di altezza diversa. Storicamente portato in battaglia dai mori anche come punto di riferimento, era posizionato alla testa della banda e retto dagli uomini più alti del reparto. 9 Questi complessi, più che in un ruolo militare, li troviamo per lo più impegnati in sfilate, come comparse o banda di palcoscenico in teatro, nelle cappelle di corte, o nelle funzioni religiose solenni.

Il Granducato di Toscana

La Toscana è uno dei luoghi più interessanti per il movimento bandistico italiano: basti pensare alla musica aggregata al Corpo dei Veliti, ai clirettori di banda quali il virtuoso Enea Brizzi, Giovacchino e Giovanni Bimboni, Antonio Tosoroni, e Teodulo MabeUini, maestro cli tutti i maestri di banda usciti da questa regione. Negli anni tra il 1790 e il 1820 diversi complessi aggregati alla Guardia Palatina o alle Guardie Real.i a piedi si formarono attorno alla corte di Palazzo

7. C'rdspare Nello Vetro. Il fondo vmsicale della Banda della Guardia N azjonc,le di PanJJa, cic. Nel corso di questa dcerca, in un fondo musicale non ancora studiato, abbiamo trovato delle 1uusiche militari di cui non si conosceva l'esistenza, composte dc Joscph Martin Scholl, direttore della banda del Ducale Esercito Parmense: G,m .fde 111c11zjale tol/ l'eco; Marcia di tmmovm dei Reali Cacciatori Pcmvenn; Seconda iilimta adattala c011 11miazioni ù1 f!J1tJica sopm il 111oti110 d'ordùtanz!' del trof!lbelliere pmwmse; lvlarcic1 degli Invalidi riel Dflcale Reggimento Pammm; lvfarcia dejìle dello Sfato i'vfrr5giore; i'vlarcia Re,1/e; .Nuow 1itirald con v,1rù1zio11e. 8. Marta Lucchi. Musiche, stn1111enti e 01:g{l!1ici delle bande 1/111.ricali esten.ri, in "i\fontova i\fosica", VII (1993), n. 23, pp. 10-12. 9. Alno Moratt:i. Q11at1do i Jo/dalini di cmia rileggono la st01ir1. ln internet. Il cappello cinese fa parte ancora dell'organico delle bande della Legione Straniera francese.

Pitti, mentre dopo il 1820 sono ricordate le bande del Reggimento Real Ferdinando, del 2° Reggimento cli linea e quella dei Carabinieri. Dallo scioglimento cli (Juest'ultimo corpo, aggregatosi poi a quello della Banda volontaria, composto da una cinquantina di elementi diretti da Giovacchino Bimbe.mi, nel 1848 si formò il complesso di 70 elementi dei Veliti Tç>scani, trasformatosi nel 1859 nel corpo musicale della Guardia Nazionale. Non bisogna però ignorare che negli stessi anni erano presenti in regione anche ottime bande reggimentali austriache, che contavano fino a 78 elementi.10 Dal 1851 era in uso in Toscana il lavoro di Antonio Tosoroni, il Trattato pratico di stmmentazjone, osJia no.z.ioni generali sul carattere e sulle proprietà degli struJJtenti musicali tanto antichi che di recente invenzione e perfezionamenti i quali servono attualmente per le orchestra, le bande e le fanfi1re. 11 In questo lavoro si ipotizzavano tre modelli di bande militari: la grande banda di fanteria con un organico di 84 strumentisti, di cui 29 legni, 9 percussioni tra le quali i campanelli, due paia di piatti e due cappelli cinesi; una fanfara per i bersaglieri, una banda per la cavalleria.

Lo Stato Pontificio

A Roma i complessi militari erano chiamati con frequenza ad accompagnare un cerimoniale in cui si sovrapponevano occasioni laiche e festività religiose. Nel 1816 era stato fondato il Corpo dei Carabinieri Pontifici che prevedeva la presenza cli 16 trombetti, corpo che, dopo il 1849, prese il nome cli Reggimento dei Veliti Pontifici, con 14 trombe a cavallo e 14 tamburini a piecli.

Negli anni intorno al 1820 la Banda Capitolina era formata da una ventina di elementi, mentre disponevano di piccoli gruppi di strurnenrjsti anche il corpo delle Guardie Svizzere, delJa Guardia Nobile e della Guardia d'onore Palatina.12 Degli stretti rapporti tra banda e musica religiosa una prova ci è fornita dall'esecuzione, avvenuta a Macerata nel 1845, dello Stabat di Rossini nella trai,crizione di Giovanni Andrè, maestro capo-musica di San Giovanni in Persiceto.13

U Regno delle Due Sicilie

'' Attorno al 1816 si può dire che sorse la banda moderna dell'esercito napoletano. Alcuni regi decreti sancirono l'ingresso - fianco dei corni, serpentoni, flauti e ottavini - dei clarinetti, trombe e tromboni, che bilanciarono la ricca sezione delle percussioni, comprendenti gran cassa, cassa rullante, piatti e cappelli cinesi. I complessi bandistici dell'esercito borbonico erano numerosi, e offrivano un buon numero di posti di lavoro ai giovani, forniti di una buona preparazione, che uscivano dalle diverse scuole musicali. Modellati

10. Alessandro Onerati. Strn111enti a fiato 11ella vita musicale ftorenti11a del/'Ottocc11to. Tesi di laurea. Università degli Smdi cli Orbino, 1995, pp. 266-280. 11. Milano: Lucca Editore, 1851, num. ed. 1'1500. 12. Alessandro Vessdla. La Ha11dr1. Milano: Ist. Eclitoriale Nazionale, 1935, pp. 175-182. 13. Aldo Adversi, Dante Cecch.i e Libero Paci (a cura). Sto1ia di Maccnita, voi. III. l\facerata: Tip. Compagmicci, 1973, p. 268.

su quelli germanici, questi corpi musicali, tra quelli italiani, erano riconosciuti tra i migliori per le notevoli capacità esecutive. 14 A partire dal 1831 l'esercito borbonico ricevette la regolamentazione della propria musica, con l'organi'.i'.7.azione Elelle bande musicali, la disciplina e la posizione dei musicanti. 15 Nel Regno delle Due Sicilie esisteva <<Un assieme rispettab.i.Li.ssimo di Professori in copiosissimo numero, non minore di cinquanta>>.

1 " I reggimenti svizzeri, guelli della Guardia Reale, quella dei Cacciatori, e la Fanteria di Marina avevano le migliori bande. Nel loro organico era previsto un direttore, un sotto-direttore, solisti e un grande numero di suonatori, L1.1tti scelti per concorso. Le prove di questi esami erano tutt'altro che facili, basti dire che il maestro Carlo Costa, poi diventato insegnante di armonia nel Conservatorio di musica di Napoli, non riuscì in due gare nelle c1ual.i si misurò con provetti artisti, e non poté conseguire il posto di sotto-capo in una delle bande dei reggimenti svizzeri. Per l'amministrazione vi erano ispettori, sotto-ispettori, e un direttore capo, che era il maestro Saverio Mercadante. Questi vigilavano su tutto e tutti <<e grande diletto si provava ad ascoltare quei concerti». Compito delle bande era anche prestarsi ad accompagnare le feste civili e le cerimonie religiose. Una provai.ndiretta per queste ultime si trae da quanto avvenne in Sicilia poco tempo dopo il voto che uni queste terre ,il regno sabaudo. «La popolazione di Agrigento conserva memoria dell'offesa ricevuta all'indomani ciel plebiscito, allorché la Banda .ivfilitare si era rifiutata di accompagnare la processione del venerdì santo eseguendo musiche d'occasionc».17 Sciolto l'esercito borbonico, si costituirono con quei musicanti dodici corpi di musica della Guardia Nazionale napoletana, sulla base dell'o.rganico delle bande del disciolto esercito borbonico e «non lasciavano nulla a desiderare, tanto più che le bande militari dell'esercito ital.iano, che alJ.ora si venivano alla meglio costituendo, non reggevano il paragone con guelle che eravamo usi ascoltare».18

14. Esaustivo è il saggio di Angelo De Paola. Lt, banda 11111sica/e ne/l'esercito borbonico dt1ra11/c il regno di N,1jJo/i e rie/la Sùilia, in "Studi storico-militari. 2001". Roma: Stato Maggiore dell'Esercito. Ufficio Storico, 2004, pp. 75-257. 15. Arnaldo Ferrara. L-, bm1da dei carabinie,i. S.I.: Arma dei Carabinieri, 1981, p. 6. 16. Albertro Perrin e Vincenzo Giovanni Scarpa. Siti(!/ milit,zri. Riorganizzazione d.e/le m11.riche militmi. Appendice. To.dno: Bocca, 1863. 17. Settimio Biondi. L.a cultum 1111,sicale ag1igenti11a tm la fine de/l'Ottocento e i primi del Novecento. Agrigento: Comune di i\grigento. 1984, p. 17. 18. Corrispondem:a da Napoli in occasione della soppressione della Banda Municipale, in G.M.lvl., 22 settembre 1895.

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