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4. Dalla proclamazione del Regno d'Italia alla terza guerra di indipendenza

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3. Il Risorgimento

3. Il Risorgimento

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Dalla proclamazione del Regno d'Italia alla terza guerra d'indipendenza

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Con la legge promulgata il 17 marzo 1861 - dopo la votazione conforme della Camera dei Deputati e del Senato del Regno - «Accetto per me e per i miei discendenti il titolo di Re d'Italia», Vittorio Emanuele II, già «Re di Sardegna, di Cipro e di Gerus,ùemme, Duca di Savoia e di Genova, ccc., ccc., Principe di Piemonte, ecc., ecc., ccc.», diventò «Per grazia di Dio e volontà della nazione, Re d'ltalia». 1

Il 4 maggio 1861, con nota 7 6, il ministro della Guerra Manfredo Fanti scriveva: «Vista la legge in data 17 marzo 1861, con la c1uale Sua Maestà ha assunto il titolo cli Re d'Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari, che d'ora.in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome cli Esercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda».

·1. Innumerevoli furono le musiche d'ocçasione per b:inda e per ogni organico. Ricordi pubblicò nel 1862 una Gran 111ania per n11coro11azione di S.M. Vittorio E mam11:le II a re d'Ttalùr, musica di Giuseppe Unia.

Appena costituito il Regno d'Italia, era necessità suprema amalgamare e fondere insieme le diverse parti del paese, che erano rimaste divise per secoli, per formare una stato a livello europeo. I ministri della guerra, ispirandosi a queste esigenze, videro nell'esercito il mezzo più efficace per soddisfare questa esigenza: questa fu la ragione della preferenza Ùl\ta a1 sistema nazionale rispetto a quello territoriale, mediante il c1uale le istiruzioni militari divennero il principale fattore dell'unità italiana. Con i continui spostamenti dei reparti da sud a nord e viceversa, l'esercito si assunse il compito di scuola della nazione. Se le condizioni fisiche di molte reclute enmo assai precarie - le statistiche denunciavano l'alto numero dei riformati alle visite di leva per malaria, denutrizione, pellagra, gozzo, insufficienza di statura o toracica - anche la siruazione culturale del paese era a livelli bassissimi, specie nelle provincie del Meridione. Della classe 1861 solo il 50,08% delle reclute sapeva leggere e scrivere, contro il 5% degli illetterati dell'esercito prussiano, circostanza che portò all'istituzione di scuole reggimentali per analfabeti. Come si legge in un saggio sull'istruzione delle reclute, molte di queste difettavano di c1uella prima e rudimentale educazione civile necessaria per preparare dei buoni soldati. Provenivano infatti da campagne deserte, senza aver mai frequentato una scuola né avuto mai contatti con persone di altre zone. Il loro rozzo dialetto li rendeva incomprensibili agli istruttori, e questi non avevano modo di farsi comprendere, al punto che in molti casi, agli inizi dell'istruzione formale, dovettero far tenere il piede destro scalzo «acciò fin da principio contraessero l'abitudine di girare sul calcagno del piede sinistro». 2 Nel periodo immediatamente precedente, tempi convulsi in cui le popola:àoni espressero la volontà di aderire al Piemonte, in quello piemontese confluirono ben cinque eserciti: con il decreto 25 marzo 1860 erano stati infatti accolti nel Regio Esercito i militari degli Stati annessi, riconoscendo l'anzianità e il grado .posseduti. La norma non comprese però nel beneficio i direttori e i suonatori della bande. La ragione di questa decisione va ricercata nel fatto che il regolamento vigente per il nuovo Regno era una diretta emanazione di q\lello piemontese, fissato nel 1832 da Carlo Alberto. In questo era indicato che le bande dei reggimenti <;li fanteria, granatieri e artiglieria, oltre agli al.lievi e agl(flspiranti, fossero composte da 18 musicanti effettivi, 3 e il loro capo-musica equiparato ai sottufficia]j, mentre in alcuni degl_i Stati annessi le formazioni erano ben più numerose, e i direttori avevano il grado di ufficiale. Cosi, per non crearsi problemi, il Ministero della Guerra decise di rinunciare a 4uesti pur collaudati e validi complessi. A differenza degli altri paesi dell'Europa il direttore, per il quale si pretendeva un diploma di conservatorio, di liceo musicale, o tiuanto meno una comprovata abilità specifica, nella dignità del grado era inferiore o quasi al più rozzo sottufficiale. E non bisogna dimenticare che tra questi vi erano dei veri musicisti, che godevano di meritata fama. Nelle bande musicali austriache il car.o-musica era assimilato a ufficiale subalterno; in Inghilterra aveva rango e uniforme di

2. Francesco De Bonis. Per l'islruzù)JJe rie/le recl11te, in RM'.I., 1889, I, p. 88. 3. Giuseppe Robcrti. Lo 11111sit:a 11eg/i 011/ichi uenili saba11tli, in ''Ri11ùla M11si"1/e Italia11a", 1896, n. 3.

"ufficiale con sciarpa"; in Francia poteva raggiungere il grado di capitano, e lo stesso in Prussia: in Italia, «grado e uniforme da furiere».4 Questo stato di cose provocò delle lagnanze, delle quali si fecero portatori i giornali musicali: dopo aver rilevato che la situazione attuale non dava prospettive, si rilevava che «molti dei nostri capi-musica hanno preferito abbandonare l'impiego e procacciarsi altrimenti un'onorata sussistenza; altri vi rimangono solamente per la speranza che si pensi quanto prima a migliorare la loro sorte».5 Le difficoltà incontrate dai capi-musica per ottenere il grado di ufficiale trovavano spiegazione nella mentalità del tempo improntata allo spirito di casta, che un articolo a firma di Sismondo mise bene in luce.6 Questi affermava che «la carriera del sottufficiale non può essere un avviamento a quella dell'ufficiale senza grave pregiudizio della buona ed omogenea composizione del corpo degli ufficiali, e sen7.a pregiudizio anche di interessi di ordine sociale più elevato». Indirettamente l'autore riconfermava quella che era la considerazione che le classi elevate avevano dei musicisti, (1uando scriveva ancora «l'esercito moderno deve nella sua costituzione gerarchica essere una riproduzione esatta di quella stratificazione che si riscontra nella società civile». E ancora nella seconda metà dell'Ottocento in T tali a i musicisti si dividevano in due categorie: .i dilettanti, appartenenti alle classi sociali più elevate, che facevano musica per mero diJetto, esigenza dello spirito, senza scopo di lucro, e i professionisti che esercitavano (1l1esta attività come lavorativa e fonte di 6>1.iadagno, tutti provenienti dalle classi popolari. Sembrava perciò logico che i capi-musica fossero inquadrati nell'esercito tra i sottufficiali che, ordinariamente, erano reclutati tra le classi sociali inferiori, poco agiate e senza i mezzi per conseguire un largo corredo di educazione, cl.i cultura, ed era quindi destinato ad essere un esecutore e un istruttore.7 La legge istitutiva della Guardia Naziornùe, che prese l'esempio da quella del Piemonte, impose ai comuni l'obbligo di mantenere a p.roprie spese una banda costituita dai volontari che prestavano servizio nella Guardia, della ([mÙe tutti i cittadini maschi, salvo poche eccezioni, erano tenuti a far parte, restan1o comunque dei civili. In queste bande confluirono i capi-musica e i musicanti che avevano fatto parre dei disciolti corpi musicali militari. Una ragione per la quale i musicanti dei soppressi eserciti passarono nelle bande della Guardia Nazionale fu che in t,ù modo restavano nei paesi d'origine, senza essere soggetti ai continui spostamenti cui si sobbarcarono, specie nei primi anni dell'unificazione, i reggimenti del Regio Esercito, causando non pochi problemi alle "Commissioni comunali per gli alloggi e i trasporti militari". La situazione economica dei bandisti che avevano optato di passa.re nella Guardia Nazionale, ebbe però un peggioramento in quanto essi persero la lk1uidazione che, anche se misera, era concessa dal Regio Esercito, e vennero inoltre privati degli incertj che provenivano dalle funzioni religiose, cui nel

4. Gaspare Nello Vetro. I/fondo 11111.rica/c della banda della G11ardia N11zionale di Parma, cit., p. 50. 5. C.l\i[.lvl., 11 maggio 1862 6. La q11e1tio111, degli 11fjiciali e dei so1t1!fftciali, in R.1\if.l., ·1877, pp. 444-445. 7. G.B.L. Ddl'i.rtmzione J'l!Orale dell'esercito, in R.M.I., 1884, I, pp. 409-410.

Militi della Guardia Nazionale

pas~ato ' partecipavano. Con la soppressione dei benefici del clero, le cerimonie solenni f·urono ridotte all'austerità e, come primo prov:vedimento, erano state soppresse le musiche ''chiesastiche''. Dato che anche nei centri minori si istituirono reparti della Guardia Nazionale, le bande locali divennero la loro voce musicale «e si modellarono in tutto e per tutto alle militari Musiche piemontesi>>. Non tutti approvarono tiuesta modifica e vi fu chj scrisse che si era trattato di una "funesta'' riforma. «Da tiuell'epoca le nostre Bande, trascurando la buona musica di teatro cominciarono a sfoggiarne aJtra, fredda, arida, leggiera, triviale, senza carattere, senza novità; de' motivi combinati dalla penna de' capo-musici di reggimento, abili sovente nel concertare, ma sforniti di genio nel comporre. 11 malvezzo di voler ese6>1.1ire tiuelle musiche insulse ... ». 8

8. l'-fatria Cipolline. S11/le r.011dizio11i 11ttu11/i del/11 m11.ric11 per /;mula !lllf',li Abmz::;;J-~ in N apoli Mt1sù;a/e, 6 giugno 1871.

Ai 18 reggimenti di fanteria dell'esercito piemontese se ne aggiunsero presto un grande numero, fino a che nel 1862 il Regio .Esercito ne contò ben 78.9 E per ognuno di questi fu creata la banda, oltre a quelle nei corpi della Regia Marina e dei reggimenti dei granatieri, cavalleria, artiglieria, treno e bersaglieri. Considerato che molte di queste bande erano raccogliticce e con strumenti non certo di (}Ualità e moderni, già dall'agosto 1862 si cominciarono a trovare sui giornali musicali degli articob che ne invocavano la riforma, anche perché era «più di un anno dacché i pubblici fogli annunziavano come imminente la promulgazione di un Regolamento per cura del Nlinistero della guerra, all'oggetto di migliorare la concli:,,ione», mentre tutto continuava secondo il vecchio sistema. Una delle anomalie che si riscontrava nelle bande era che i capi-musica non erano stati inc1uadrati tra gli ufficiali, cosa che faceva sì che i maestri compositori sentivano «ripugnanza di entrare nella milizia». Oltre a ciuesto primo passo nella riforma, bisognava poi selezionare rigidamente i capi-musica per avere soltanto c1uclli che avevano i requisiti per occupare questo delicato incarico: <<il concorso è il più giusto mezzo eia adottarsi per divenire alla scelta del candidato». Era poi giudicato insufficiente il numero degli strumentisti «poiché con 18 strumentisti e 8 trombettieri assegnati dal Regolamento non si possono organizzare né buone bande né buoni concerto>. 10 Erano anni di grande entusiasmo e partecipazione popolare, e le bande militari raccoglievano attorno a loro il calore di una vera massa di spettatori. Oltre ad accompagnare i vari scaglionj cli coscritti alla ferrovia, a festeggiare il 14 marzo il giorno natali,:io cb Vittorio Emanuele II, l'altra festa era (1uella dello Stat1.1to Albertino, che la legge 5 maggio 1851 n. 1187 aveva adottato nel Piemonte e che adesso, con la legge 5 maggio 1861, era stata estesa a tutto il Regno. Da una circolare prefettizia che dava le disposizioni per i fcsteggiamenrj, sappiamo che non aveva una data fissa, in (1uanto veniva celebrata la prima domenica di giugno. 11 Erano previste «spontanee dimostrazioni dei privati che con bandiere e luminarie ornando le proprie case renderanno più vago l'aspetto della città» e, a carico del Comune, elargizione di onorificenze, di premi e medaglie agli alunrù meritevoli per diligenza e profitto (di ogni orcline di scuole, con eccezione di quelle di musica), distribuzione cl.i pane aJJe famiglie indigenti, sorteggi di denaro dot,ùe tra le "povere ed oneste ,:iteUe", per conéluclersi à sera con fuochi d'artificio. «Per ciò che riguardai.I concorso del clero in questa festa civile, il Governo è più che mai fermo nel proposito di rispettare la libertà della Chiesa e delle coscienze».12 Così, fino al 1870, faceva parte dei festeggiamenti anche la "messa di campo" celebrata dai cappellani davanti ai reparti schierati.

9. F. Dell'Uomo e R. Pulctti. L'esr:nitr1 italiamJ vmo il 2000. Voi. l (Storia dei corpi dal 1861). Roma: Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, 1998; E OeU'Uorn.o e R. Di Rosa. [!esercito ilaliano verso il 2000. Voi. Il (I corpi disciolti). Roma: Ufficio Storiw dello St;.ito Maggio.re dell'Esercito, 2001. 1 O. Di 11n,1 1ijim11a della bande militari, in C.1'v1.M., 3 agosto 1862. 11. Parma, Archivio Storico Comunale, Spellnco!i, 1863. 12. l\1inistero clell'Incerno, Circolare IO maggio 1862.

Dopo Porta Pia questa cerimonia religiosa fu interdetta con la giustificazione dei vescovi che si trattava di una festività civile.

13 Per la parte rnilitare, in questa festa si procedeva a effettuare il giuramento delle" reclute: «durante lo sfilamento la musica ed i tamburi della Guardia Na%ionalc si collocheranno alla sinisr.ra delle Autorità militari e reciprocamente la musica ed .i tamburi della truppa si collocheranno alla sinistra. dell' Autorità politica». Il manifesto del Comune di Parma del 1864 concludeva i.I calendario delle manifestazioni con l'appello: «Numerosi convenite o cittadini di ogni ordine al festeggiamento '"'

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di tiuesto giorno che tutte raccoglie in sé le memorie più care della patria risorta». "1 E a Firenze <<neJl'occasione della festa dello Statuto si eseguì la sera del 7 giugno, nella piazza della Signoria, una sinfonia guerriera del maestro Rodolfo Matteozzi intitolata La hattc{glia di l\llagenla. Vi presero parte sette bande militari, 24 tamburi della Guardia Nazionale e 150 coristi. Il Signor Stefano fioretti pubblicò iJ programma di questa sinfonia, la quale dura.circa un'ora. Il popolo stivato nella piazza e nelle prossime vie applaudì più volte questa composizione». 15 Una simpatica usanza poi, che raccoglieva il popolo attorno al suo esercito, era la moltitudìne che all'ora della ritirata accompagnava la banda che, suonando, rientrava nei timutieri. Per restare nell'argomento, anche negli anni successivi per quella che era la festa più importante del Regno, il sindaco di Jvlilano, Giulio Belinzaghi, nel giugno 1870 disse: «L\mniversario della festa dello Statuto è sempre solenne; è il sacro ricordo di quell'urùtà che, se per le altre nazioni fu l'opera della forza, per.la 'nostra fu quella della speranza e della concordia». Per l'occasione otto bande rnilitari avrebbero dovuto suonare «scelti pezzi di musica nei punti più frequentati della città».H• Per la festa del 1882, una Milano imbandierata ebbe modo dì ascoltare in piazza Duomo alle 7 di sera la banda civica, poi quella

13. T.a legislazione piemontese, estesa poi a tutte le provincie del Regno, come pure quella nazionale, furono caratterizzate eia un 01:icntamento laicista. Sono così da ricordare le leggi Siccardi (agosw 1850) che scacuirono l'abrogazione del foro ecclesiastico e l'ac<.juisto degli enti morali ed ecclesiastici; l'estenzione nel 1862 deUa legge Cavour che sopprimeva le corporazioni religiose e toglieva loro il riconoscimento come enti morali; la liLJui<lazione dell'asse ecclesiastico e la soppressione degli ordini religiosi (7 luglio 1866); la legge Ratcazzi (15 agosto 1867) che aboliva i canonicati, le collegiate e i benefici; la fìne dd potere LemporaJe della chiesa con la libernione di Roma (20 settembre 1870); la legge delle guaremigie (3 maggio 1871); le leggi Crispi, quella che aboliva le decime (1870) e quella che conglobava nelle Congregazioni wrnunali di carità le opere pie, escludendo espressamente i parroci dai consigli (1890). 14. Parma, Ai:chivio Storico Comunale, Spettacoli, 1 S6J. l\<lanifesto per la Festa deÙo StatutC>. 15. Boccherini, 30 giugno 1863.

16. Cazx.ella di Mikmo, 4 e 5 giugno 1870, riportata eia Antonio Carlini. Le bande a 1\ili!t1110, in '?vfikmo ,m1sicale 1S61-1897". Lucca: LTM, 1999, p. 287.

del 24° Fanteria dalle 8 alle 1 O, mentre in Foro I3onaparte si esibiva quella del 63°, e ai Giardini Pubblici guella del 64°.

17 Nell'ottobre 1862 fu pubblicato in Italia un ljbro che ebbe amplissimo eco e che fu riportato da tutti i giornali musicali: Riorganiz::z.cizione delle M.11.riche Reggimenttili, opera di i\lberto Perrin, tradotto dal francese da Giovanni Scarpa.18 Era un'opera servita in Prancia di base a]J.a r.iorganiz1/.a1/.ione delle musiche militari e che il traduttore proponeva di tenere presente come presupposto anche per il nostro esercito. Partendo dall'affermazione che «la Nazione Italiana sia e resti sempre la meglio fornita di attitudini artistiche, ad onta di guesta verità egli è incontestabile, le bande militari d'Italia non avere affatto le gualità trascendentali, che loro con sì facile confidenza si aggiudicano; ma, se il male è grave, accade soggiungere, che è anche semplice, agevole a spiegarsi ed a togliersi. Secondo me, e parlo per esperienza, il risorgimento delle bande sarà meravigliosamente rapido, tosto che si avrà riconosciuto la necessità di modificarne e ringiovanirne la vieta, antimusicale ed antimilitare organizzazione, nella quale con somma sorpresa io ritrovo tutti gli abusi, che per lo addietro esistevano in Francia, ove potetti combatterli e coadiuvare alla loro distruzione; ve li ritrovo, dico, vuoi nell'insieme vuoi ne' particolari, in tutta la loro interezza, anzi per soprassello con parecchie giunte del carattere più serio. Basta accennarne, per esempio, che la paga del musicante militare è in parte costituita mercé la ritenzione mensuale sopra il soldo degli Ufficiali Q).rocedere (1uesto violento e aristocratico, sbandito dall'Esercito francese da più di guarant'anni). f ... ] In Francia i Capobanda dell'Esercito hanno grado di uffic.ial.e, quelli della Guardia Na'.t:ionalc, principalmente a Parigi, portano la divisa e gli spallini di capitano;

17. Antonio Carlini. Le bande r11vli/1mo 11ella seconr/(1111etcì dell'Ottoce11to, cit., pp. 283-310. 18. Alberto Perrin e Vincenzo Giovanni Scarpa. Studj JJ1ilitmi. Riorganizx,arJ011e delle 11111siche tllilitari., ci L.

men felici in Italia essi vivono nella mediocrità e all'ultimo gradino della gerarchia sociale e militare, qualunque ne sieno l'ingegno, i servigi, l'età e la fama. È necessario dire che i Capobanda, e dell'Esercito e della Guardia Na'.1.ionale, debbono essere uomini istrutti, ingegnosi, di comportamento esemplare? Nessun lo ignora, e quindi tutti converranno .ineco, tornar doloroso il vede.rl.i restare in eterno gli eguali de' tamburi maggiori, con i galloni che si danno alle guardie di polizia ed agli uscieri negli ufizi delle Amministrazioni publiche. [ ... ] rn questo stato di cose mi è dolce il pensiero che le ragioni, le quali prevalsero in Francia, potranno anche in Italia giovare ad una causa sempre attrattiva e rilevante». Sposando questa causa, il lungo articolo continuava: «Questi sono buoni intendimenti; l'editore desidera che, onde abbia effettuazione il suo concetto, l'opera ch'egl.i publica e le idee in essa contenute abbiano l'adesione dei maestri, cultori e amatori dell'arte. Egli è perciò che onde obbedire a questa buona intenzione la Direzione della Gazzetta Musicale e l'editore proprietario signor Ricordi, renderanno ostensibile .l'opera nel negozio di musica, piazza della Scala, unendovi una lettera d'adesione che verrà sottoscritta da quanti maestri e cultori dell'arte approvano l'ideata riforma. Speriamo che al nostro appello non mancheranno di accorrere i nostri professori e quanti amano l'arte cd il decoro dell'Esercito».19

Nd libro in esame si leggeva anche che le musiche mili.tari italiane non erano all'altezza dell'esercito, erano troppo misere e l'organico composto da un numero di suonatori troppo ristretto. Era auspicabile una riforma anche dal punto di vista qualitativo «tanto più ora che, aumentandosi i Reggimenti, si aumentano le bande istessc».20 L1/-lrjJa, rivista che aveva pubblicato la notizia, visto che nulla si era mosso, riprese poco dopo l'argomento concludendo: <<lvfa Verdi, che è deputato, perché non si fa egli patrocinatore di una sì nobile causa?»21 Il libro ebbè un notevole incontro e «l'esito provò che l'idea dell'autore era l'idea e il desiderio cli tutta la nazione, che rispose unanime encomiando l'ç>pera», come pure fu ovunque approvata la posizione presa «a vantaggio dei capi-musica e dei musicanti, moderni iloti del nostro esercito», nei ranghi del (juàle il maestro di scherma, il cavallerizzo, il computista avevano il grado di ufficiale, per non parlare del capo-tamburo.22 ,. li prof. Scarpa, che aveva tradotto la pubblic3zzione, ricevette dal re, tramite il ministro della Real Casa Costantino Nigra, una medaglia d'argento accompagnata da una lettera in cui, oltre ai complimenti (li rito, si diceva che copia del libro stesso era stata inviata al 1viinistero della Guerra, onde fosse presa in esame la questione trattata. 23 11 lavoro del Perrin sfanolò la pubblicazione di altri lavori su (1uesto sentito argomento: se Giuseppe Foraboschi pubblicò un opuscolo S11llt1 iio,;ga-

19. C.M.ivl., 26 ott0bre 1862. 20. L'Arpa, 15 <liccmbrc 1862. 21. L'Arpa, 16 marzo 1863. 22. Gaz::z.ett(I M11sicale di N (/(Joli, l 7 genn:iio 1864. 23. G,1zzetta lvlilitare lta/i(IJw, 4 gennaio ·1 863, riportato Jalla Gazzetta M11sica!e di Napoli, 25 gennaio 1861.

niz'(.azione delle Musùhe re,_f!gi1t1ent11ii. Considerazioni,2 · 1 in cui affermava la necessità che il governo pensasse seria.mente aJle musiche militari, «un lustro della nostra Italia»,2" il deputato genera.le rortunato Pinelli con l'opuscolo di Questioni militari affrontò anche il tema della legittimità delle richieste dei capi-musica e dello scarso numero dei bandisti (pag. 25). 26 Non ci fu giornale che non dedicò diversi articoli sullo stato delle bande del Regio Eseròto: si chiedeva l'istituzione cli Collegi Musica.li, diretti da esperti musicisti in cui i giovani strumentisti potessero st11diare e fare pratica per essere poi assegna.tj ai vari reggimenti,27 si deplorava che 18 suonatori effettivi fossero poclù, che i capi-musica non avessero il grado di ufficiale, cosa che non rendeva appetibile la carriera per i giovani che avevano studiato tanti anni, si dùedeva che l'ammissione avvenisse previo un rigoroso concorso che provasse l'effettiva preparazione dei candidati, con la conseguem'.a che l'insieme di questi problemi aveva fatto s.ì che il livello qualitativo fosse scarso. E tutte le più svariate richieste si basavano sull'affermazione che queste venivano poste per assicurare sia la dignità all'artista che il bene dell'arte.211 In un articolo da Modena, firmato E.T., si poteva leggere: «.Allorquando l'Italia era miseramente tlivisa in piccoli Stati, noi troviamo in alcuni di essi le musiche militari assai meglio organizza.te che non sono le attuali. Il capo musica era assimilato al grado tli ufficiale, ed i musicanti divisi in sott'ufficiali, caporali e soldati di modo che, oltre al congruo stipendio, anche l'amor proprio veniva in essi appagato. Napoli, la T()scana, Modena, Parma avevano tali musiche militari che potevano benissimo reggere al confronto delle germaniche, di cui ognuno conosce la perfezione. Il solo Piemonte, per non so quale invalsa opinione, ha sempre mantenuta una organizzazione la qua.le, oltre di umiliare un bravo artista, è pure insufficiente a mantenere nel corpo musicale quella certa distanza. e quel rispetto che passar deve fra il musicante provetto e l'allievo di recente ammesso».29 Altri ancora scesero in lizza con pubblicazioni su t1uesto terna. Jl contributo più sif:,rnificativo fu pe.tò guelJo che la Gazzetta A!fusicale di Napoli pubblicò in una lunga serie tli articoli con .ini'.l.io dal 29 marzo 1863. L'autore era Emanuele Krakamp, famoso flautista, docente del Conservatorio di Napoli e organizzatore di bande musicali, e fu una summa delle proposte che si erano udite. Anche Krnkamp affermava che la riorgani'.l.za'.l.ione dovesse in primo luogo mirare all'innalzamento dell'arte, e basava la sua proposta su <1uattro principi: unità del.la scuola che portasse al superamento de.ile differenze che sussisteva.no tra coloro che provenivano dai diversi Stati preunitari, con l'istituzione di un Liceo Musicale Jvlilitare va.lido per tutto il Regno; unità di esecuzione con la creazione di un Ispettorato centrale; unità di proporzioni sonore, stabilendo il numero e la qualità degli strumenti per tutte le bande; unità di meccanica,

24. Torino: Tip. Dalmazzo, 1863. 25. Boccherini, 30 maggio 1863. 26. Gazzetta 1Wusicale di Nap oli, 7 febbraio 1864. 27. Gazzetta 1l1usicale di Napoli, 30 novembre 1862. 28. Gazzetta Musicale di Napoli, 2 novembre 1862. , 29. Il Panaro di Modena,riportato dalla Gazzetta Afusicale di Napoli, 15 marzo 1863.

concedendo per le fornitura la p.rivativa ad un unico stabilimento. Pe.r essere ammessi al liceo, i ragazzi avrebbero dovuto avere meno di 15 anni e, dopo sei mesi di prova, sarebbero stati ammessi al corso che aveva la durata di tre anni. Al termine, conseguito il diploma, avrebbero ricevuto il grado di caponùe e sarebbero stati soggetti a un ingaggio forzoso. Le classi sarebbero state formate da 12 al.lievi a insegnamento individuale, e i docenti di strumento sarebbero stati militari musicanti di provata esperienza, nominati per esame, mentre c.1uelli di lettere e solfeggio avrebbero impartito un insegnamento collettivo. Era previsto che un capo-musica face_sse suonare i giovani in concerto.

PROGETTO

PER 4A· RIORGANIZZAZIONE

DU.LI

MUSICHE MILITARI

DEL

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NAPOLI

't1POGk.ilt4 DI LUIGI GJ.IOIUtO Stnda Sptran,ella n, 95. 186S.

Circa il repertorio, Krakarnp fu sostenitore del carattere "marziale" delle music,he militari, dichiarandosi contrario alle cabalette operistiche che proJjfìcavano «a seconda del genio e del capriccio di qualche ufficialetto appassionato di teatro)>. Gli strumenti in legno poi, sarebbero stati scelti tra quelli con il sistema di chiavi Bohm, mentré gli ottoni avrebbero adottato il sistema a c.i.1.i.ndro e rì'on a pistone. Tra i p.rimi iJ1 TtaUa, Krakamp fu uno strenuo s~stenitore del rivoluzionario sistema costruttivo Bòhm. Questo, messo a punto fin dal 1832, aveva apportato notevoli miglioramenti al.l'intonazione, alla tecnica manuale, alla sonorità degli strumenti, ma aveva incontrato una gestazione faticosa per le resistenze sia da parte dei compositori che degli esecutori. Si rilevava .inoltre che, pur essendo in Italia migliaia i suonatori nelle bande e fanfare militari, al JVlinistero della Guerra non esisteva un dipartimento addetto alle musiche militari. Il progetto cLi Krakamp richiedeva l'apertura di un "Officio Speciale" e di un Consiglio ispettivo per vagliare sull'unità di esecuzione, uniformando il diapason e lo stile. Per essere certi della qualità era anche indispensabile che i capi-musica si sottoponessero a un esamè e che fosse conferito loro il grado di ufficiale. Concludeva infìne suggerendo la creazione

di una Cassa di ]\1utuo soccorso per assicurare ai musicanti la pensione per vecchiaia, jnabilità e malattia, prendendo ad esempio quanto era stato recentemente creato a Milano per gli artisti della musica?' Il 14 maggio 1863, fu presentato .in Parlamento da due deputati, il generale Filippo Brignone e il duca di San Donato, un ordine del giorno indirizzato al ministro della Guerra stilla riforma delle musiche militari: «La Camera invita il Ministero, perché ai direttori delle bande militari e reggimentali sia accordata l'assimilazione e l'onorificenza di ufficiali». TI ministro Della Rovere, pur convenendo che si dovessero migliorare le condizioni dei capi-musica, rispose che fino allora aveva «dovuto pensare a cose più serie, lchej appena avremo un po' di respiro il Ministero porrà la sua attenzione su guest'argomento, [ma] non posso dire se sia bene farli ufficiali». Dagli atti della discussione del bilancio del Ministero della Guerra per l'anno 1863 risulta che si riconosceva come la situazione dei capi-musica e dei musicanti delle bande militari fosse precaria, ma «non trattasi ora di proporre aumenti di sorta», in quanto «le istitu:t.ioni musicali non erano cose di necessità assoluta come non lo erano tutte le cose che si attengono alle belle arti». Al saggio pubblicato dal Perrin, i.I prof. Scarpa ne fece seguire un secondo, pubblicato a Torino, che raccoglieva <<i documenti officiali aderenti alla bisogna». Le affermazioni dell'autore circa la riforma delle musiche i:nili.tari erano adesso corredate da un folto numero di documenti "in pro'' della sua tesi: lettere di ministri e generalj, petizioni firmate da centinaia di cittadini delle città di Torino e l\t1ilano, giudizi espressi dai più famosi maestri di musica.31 Qualcosa comunque si andava muovendo: il 9 giugno 1864 l'onorevole Bruet, relatore della Commissione sul Bilancio del.la Guerra, comunicava che il Ministero aveva riconosciuto che ai capi-musica sarebbe stato «assegnato un grado come ai Commissari di Guerra, il che vuol dire che avranno grado d'ufficiale».32 Questa situazione cli precarietà elci capi-musica militari non era che lo specchio del sentire dei governanti nei riguardi delle arti e della musica in particolare. Con l'unificazione, il nuovo stato aveva ereditato dal.le corrj dei sovraoj spodestati j teatri e le orchestre: così, per risolvere il problema, venne nominata Llna commissione che studiasse come potesse «liberarsi» di guesti oneri.33 E la soluzione fu trovata con lo sciogli.mento delle orchestre e la cessione degli immobili alle amministrazioni comunali, che si trovarono quest'altro fardello da gestire. Un evento che catalizzò l'attenzione di t·utto il mondo musicale italiano fu quello che si svolse a Napoli dal 15 settembre al 5 ottobre 1864. Organizzato d,ù Circolo culturale musicale Bonamici, per merito del cav. Taglioni «che primo ne concepì l'idea e del Municipio di Napoli che ne fornì i mezzi», si tenne il primo Congresso foùiano de' Cultori dèlla Musica, che aveva in programma molti

30. G11zzctt,1 1.Husicale di N(lpoli, 31 maggio 1863. 31. G"zzett,1 i'vfo.ricale rii Napoli, 22 marzo 1863. 32. G(lz::zpthi A111sic(lle di N(/poli, 21 :1goste> 1864. 33. Rig11/ctto, 28 maggio 1863.

dei temi più delicati della materia.34 Gli argomenti vennero trattati ognuno da una diversa sezione, oltre che in adunanze plenarie. Ne citiamo solo alcuni, in guanto toccano direttamente il tema della nostra ricerca: l'uniformità del diapason, l'istitu:..:ione di scuole corali oltre che negli istituti di istruzione normali, anche «possibilmente in ogni Battaglione dei_la Guardia Nazionale>>, il diritto d'autore, .il mutuo soccorso, e il riordinamento delle musiche militari. La sezione che esaminava guest'ultimo tema, l'ottava, fu presieduta da Giovanrù Battista Beretta ed ebbe per segretario il maestro Domerùco Gatti, docente del Conservatorio e uno dei capi-musica della Guardia Nazionale cli Napoli. Le proposte elaborate vennero approvate nella terza tornata generale. «In sei sedute di sode e prolungate discussioni>> vennero messi in luce i nove maggiori inconvenienti in cui versavano t1uesci complessi e suggerici i provvedimenti per ovviarvi: 1. Scarsezza nel numero del personale; 2. Nessuna distinzione di grado fra i musicanti e i soldati, e fra i professori e gli allievi; 3. Fondo di pagamento dei bandisti insufficiente, ed indecoroso; 4. Per disciplina e servizi di corvée sia i professori che gli allievi sono pari ad ogni soldato; 5. T ngiusta distribu:..:ione delle paghe; 6. Il portare lo :..:aino; 7. Il ritirarsi dopo 25 anni col grado di caporale appena con 18 Lire al mese; 8. Deficienza d'Istituti musicali per fornire tli suonatori le bande dell'armata; 9. Avere il capo-musica il medesimo grado del tamburino maggiore per dieci anni. L'essere subordinato ai furieri maggiori del Corpo, e spesso allo stesso tamburino maggiore. Si suggeriva che la compagine dello strumentale per una buona banda militare fosse portata a 48 strumentisrj, a 35 per le armonie dei corpi dei Reali çarabinieri, cavalleria, artiglieria e treno, e 24 per le fanfare dei battaglioni dei bersaglieri. li nuovo organico, agile ed equilibrato, avrebbe dovuto essere diviso in: · ''un maestro direttore, con lo stesso grado de.i mecl_ici di battaglione; un capo-musica cli prima classe con il grado di guard'armi dell'esercito; 5 primi solisti, di prima classe, con il grado di furieri; 14 seconde parti, tli secooda dasse;con il grado di caporale; 20 terze parti, tli terza classe, musicanti semplici. Nello strument,ùe della banda era previsto l'aumento dei legrù fino a 18, con l'inserimento di due oboi e, importantissima novità per i complessi italiani, cim1ue sassofoni - dal soprano ,Ù basso - mentre gli ottorù, che fino allora avevano coscittùto la parte preponderante delle bande, erano ridotti a cim1ue. Se l'adozione dei sassofoni era una novità per le bande del giovane Regno italiano, a onor di verità storica dobbiamo ricordare che questi strumenti facevano già

34. L'/lrp(I, 11 settembre 1865 e Sto1ir1 de/1 Gmgre.rso 71111simle tratto <lai lVfonit?re del Circolo, in "G11zz.e.tt(I A111Jiet1!e di N(/poli", XJTT, r1. 28, 1 S ottobre 1865.

parte delle bande dell'esercito borbonico. Si suggeriva poi che gli strumenti di buona gualità fossero tutti di una sola fabbrica, accordati giusta il diapason dei teatri; che fossero fondaci tre Istituti musicali militari, regolarj con la medesima normativa ru c1uello esistente in Asci,? con le relative sedi in Ivlilano, Napoli e Bologna e nei guaii i docenti fossero scelti tra i capi-musica e i solisti, e infine che fosse .istituita una Cassa dj Mutuo Soccorso per i musicanti militari. Un articolo prendeva infine in esame la situazione delle bande delle varie Guardie Nazionali per provvedere alle pensioni e assicurare uniformità di trattamento economico tra i suonatori dei vari complessi.36 Circa il punto 6 delle proposte, togliere cioè lo zaino, si faceva presente che era impossibile suonare bene uno strumento a fiato con guel fardello sulle spalle, che pesava, tirava, toglieva il respiro e impediva il libero movimento delle braccia. Alcuni generali più illuminati avevano già provveduto a (]Uesto, ordinando che in piazza d'armi le musiche si esibissero senza quel fardello. 37 Dall'esame del documento non si può che rilevare come gli studi di I<sakamp38 fossero stati profondamente assimilati ' . dai delegati deJJ'otta . va sezwne. Al termine del Congresso, la commissione esecutiva pwpose che si tenesse presto una seconda ass.ise: il I ,iceo Musicale di Bologna si offerse di ospitarla, e come data fu fissata il 22 ottobre 1865. Scoppiò però un'altra delle ricorrenti epidemie di colera che tormentarono il nostro paese, e il congresso venne sospeso e rinviato a data da destinarsi. Nei primi anni dell'unificazione l'esercito fu anche considerato un mezzo per alleviare la crisi economica in cui versavano diverse località italiane. Se

35. Siamo perplessi circa questa affermazione dell'esistenza di una scuola cli musica militare ad Asù. Pensiamo trnct:1rsi di un refuso: infatti una Scuola Normale di Fanrer.ia aveva ~ecle a Ivrea, e in essa si impartiva anche l'insegnamento della musica ai nùlitari destinati alle bande. Con Decreto 25 novembre 1862 questa Scuolà fu in parte riordirn1ta e tra~forita a Colorno (Parma), dove erano comandati gli ufficiali subalterni, j $Ottufliciali e la truppa per eseguirvi un corso semestrale di istruzione, al termine del qtrnle venivano restituiti ai corpi di appartenenza. 36. G'azxettn M11sicale di Napoli, 15 ottobre 1863. 3 7. li 1J1011do mtistico, 1 9 agosto 186 7. 38. Mauriz.io Bignardelli. // pro,getto per !t1 ,iorga11izzr1zio11e delle v111sichc 1J1i!itmi del R~g110 d'ltalir, di E 111c11111ele Kmk.ovtjJ. Roma: Quaderni dell' Arnbirna, f1988].

abbiamo delle lettere con le quali Giuseppe Verdi, deputato della circoscrizione Borgo San Donnino-Busseto, chiedeva che il Jvlinistero della Guerra istallasse dei depositi nella città che lo aveva eletto, in proposito abbiamo letto che «i sacrifizj che per avventura gli [ai comuni] incombessero per tale bisogna, sarebbero ad esuberanza compensati dal movimento commerciale, e dal lavoro che cotali depositi ridestano ovunque». 39 Per rimanere a Parma fu scritto che l'ex capitale del Ducato era adesso «una città scaduta e deserta, non aver essa più vita, non commercio, non risorse».''0 Così, per dare un po' di ossigeno a questa economia disastrata, il Governo organizzò una festa mi.litare dal 23 al 27 giugno 1865 per commemorare la battaglia cli San Martino e nel contempo distribuire «la medaglia commemorativa delle campagne per l'indipendenza ed unità d'T tali a». Convennero così per l' occasione un grande numero di reduci e cli spettatori per assistere alle grandiose sfilate e ai concerti delle bande militari che si esibirono in diversi punti della città. Per la nostra ricerca, la documentazione della festa presenta notevole interesse in t1uanto, dalle ricevute delle somministrazioni fatte dal Comune, sappiamo di t1uanci membri fossero composte le bande convenute.41 Per ogni "individuo'' presente delle bande, il Comune elargì infatti un supplemento e.li mezzo litro di vino e di due sigari. 42 Arrivò la primavera del 1866: l'esercito fu mobilitato per la terza guerra di indipendenza. l i Ministero della Guerra stampù e distribtù alle musiche militari l' Tnno di gt1erra scritto dal deputato Angelo I3rofferio (anche allora definito "rettorico") e che risulta essere stato musicato sia da Enea Brizzi, già capomusica del 35° Reggimento di Fanteria, che da Gustavo Rossari, capo-musica della Banda .Municipale di Milano, nonché da Antonio Canti, capo-musica del 35° Reggimento cli Paoteria.13 Delle spade il fiero lampo Troni e Popoli sv~gfiò: Italiani àf campo, al campo; È la madre che chiamò Su corriamo in battaglioni Fra zl rimho11;bo dei cannoni, T ,'elmo in testa, in man l'acciar Viva il Re dall'Alpi al mar! Dr,ll'Ertdcmo (1/ Ticino Dr,/ s-icano rii tosco suol Sorgi, o Popolo ù,tino, Sorgi e vinci: Iddio lo vuol! Su corriamo, ecc.

39. C,1zzetta di Pam1t1, 24 novembre 1863. 40. Zenzero, Firenze, 27 giugno 1865. 41. Parma, Archivio SLOrico Comunale, Speltacoli, 1865. 42. Dalle ricevute delle spese risulta che la musica dei Lancieri di Novara ent composta d:t l4 persone; quella del 27° Fanteria da 33; del 28° da 50; del 61 ° da 25; del 62° da 30; del 71 ° da 41 ; d.eJ 72° da 44, mentre la fanfara del 3° Bersaglieri da 14. 43. Gazzella M11Jicalc di Napoli, 27 maggio 1866.

Da gli spalli vi2,ilati G1ideranà: - Chi va là? Dell'Ttalia siam soldati .Portiam ,guerra e libertà.

Su coniamo, ecc.

Nostre son quest'alme sponde, Nostti i f/01idi sentier: L'mir1, il cielo, i campi e /'ofJ{/e '1 'i respingono, o stranier.

S11 coniamo, ea:

Gente Ausonia, r1 nobi/ jtlto L'astro Jttojàflir non p11ò: Re V i1to1io lo ha gittrato, Che giammai non spergi11rò.

Su cor1ia1110, ecc.

Già la thioma irato e fiero Scuote il veneto T .,eon: Sorgi e torna, o /!,ondoliero, A intuonar la tua canzon.

S11 coniamo, ecc.

Della glo1ir1 nel ca1n,11ù10 Sovra ii prode itttlo suol Splenderà di San lvfartino Splenderà di 1111ovo il sol.

Su coniamo, ecc.

FartÌ pago il Dio de'Jo11i Di più secoli il desir: Peggio assai di mille morti È l'obbrobrio del servir

Su corriamo in batta,glioni

Fra il 1imbombo dei cannoni,

L'elmo in testa, in man l'acàar

V ivr1 il Re dall'Alpi al mar! 44

44. L'.A,padi Bologna del 25 maggio 1866 riportò integralrncmc la "poesia" dell'Inno dig11erm di Angelo J3rofferio, la cui parùrura si crova a Parm~ nella Casa della Musica. L'editoria musicale partecipò largamente alla guerra: la Palestm 1Wusica/e riportò i titoli dei canti popolari bellici e delk marce militari dedicate al Regio Esercito che aveva ricevuco per recensione. Tra questi: L 'addù1 della bella al volon!t11io, Gmn marcia dell'esercito 11t1zio11,,/e, Il 111minair, della Terribile luna nave da guerra], la polka Il /m:raglim:, li soldato san/o, Le ànq((e giornate di Milano, l'inno cli guerra Umì dei berst{g/ieti, la polka Hr:zzecca, "l'inno patriottico" L'lk1/ù1 e il Re, e infine La V/(ltcia t1 Venezia, dedicata a Vittorio Emanuele 11. L'./11pt1.del 25 giugno 1866 riportò che la casa editrice Cuidi di Firenze aveva pubblicato l'inno per sop.rnno, wro, orchestra e banda A.I/ci croce di Savoia di C. Romani, mentre di J\fattiozzi la marcia Vif/()JÙ/ F.11"11111e!e; la marcia lvfontebello; la marcia crionfale Nfogmta; la marcia guerriera N apoleone lll. Vismara cli I\.1ilano elette alle stampe un "inno nazionale degli Italiani" G11em1 di Agostino MercL1ri e, per concludere, la casa Lucca un ll111u di g111:rm musicato da Vincenzo Robaudi, un tenente colonnello dei bersaglieri che era stato l'autore della musica di Stella amfldenle, una composizione di grande successo che lo aveva reso famoso nel campo della musica.

Il 20 giugno, con un proclama, Vittorio Emanuele "invitava" alla guerra contro l'Austria. La notizia, giunta la sera nelle città «fu accolta con gioia»: la notte vi furono ovunque luminarie, le strade vennero percorse dalle bande civili e militari al chiarore delle fiaccole, tutta la popolazione in strada faceva ala plaudente, suonavano a distesa le campane, ovunque oratori improvvisati esaltavano le imprese del re, di Garibaldi, dell'esercito ... Malgrado che si fosse ottenuto il Veneto, il tragico esito del conflitto (Custoza, 24 giugno 1866, seguita presto da Lissa)4'; fece però cadere un velo di silenzio su ogni proposta per affrontare e risolvere il problema delle bande militari.

45. G. IJcomati. Co,ifr:renzf' con p,·oiczio11i !tm,inosc alla tmppa, in KM.I., 1911, Il, p. 2085. t\ Custoza caddero i trombetcieri Tonunaso Bevilacqua del XVll.l battaglione J3ersaglieri e Francesco Burali del 29° 1-"aoteria.

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I primi anni post-risorgimentali

Carlo Corsi, p.rolifìco autore di scritti di natura militare, affermò che il periodo di sette anni tra iJ 1859 e il 1866 fu "eccezionalissimo". «Un seguito rap.idissimo, (1uasi vorrei di.re precipitoso, di prodigiose venture, tanto meravigliose che non ha l'uguale nella storia, un'ebbrezza di buona fortuna, la indipendenza nazionale congui.stata di volo, la libertà stabilita senY.a contrasto, l'unità per soprammercato, l'esercito in tre anni (1uadruplicato, e.reato un nuovo grande stato militare, giovani che da soldato ascendono a capitano in minor tempo che prima non s'impiegasse a diventar sergente, uomini levati di sbalzo agli_ alti gradi dell'ordine militare, un continuo prepararsi a grossa guerra, voluta, certa, vicina, tre guerre in sette anni ... Chi poteva figurarsi che a quello sforzo non dovesse succedere la spossateY.Y.a, a quella furiosa piena il ringorgo, il ristagno? li paese non era ricco, i milioo.i. volavano; lo arresto era inevitabile. La guerra del 1866 frenò un momento guel.la discesa, ma per darle poi maggiore spinta>>.

1 La situazione delle fìnanze del giovane Regno era sul.l'orlo del collasso. l.Jno dei suggerimenti per limitare le uscite fu di elimina.re le bande dell'esercito, proposta che suscitò subito proteste riportate dai giornali. «Le musiche militari servono a sollevare lo spi.rito del soldato stanco, e a infondergli c1uel pensiero di gentilezza che ogni animo cerca in questo mondo, e che la musica dà a tutti, compresi (1uelli che senza capi.re pur si commuovono. Dove c'è musica tutti accorrono, il che vuol dire che ha in sé gualche cosa di attraente, qualcosa che domina e unisce molti caratteri, anche disparati, in un solo punto».2 Sempre in proposito altri scrissero articoli di fondo, usando anche un vocabolario inusitato ma appropriato: in sintesi si deplorava la soppressione delle bande militari «che si va buccinando».3 Ci fu anche chi scrisse che (1uesta «misura odiosa, dannosa, barbara, indefinibile nella sua atrocità>) sarebbe comungue avvenuta «perché distruggere, distruggere e distruggere è l'unico compito di chi ci governa . .Le musiche militari sono così utili alla educazione popolare, e alla moralità dell'esercito, che io sarei d'avv-i.so, non di abolirle, ma di cambiarne e di perfezionarne .l'organismo, cercando di ridurle quel. che sono in Prussica ed in Austria, veri corpi artistici che onorano il paese».4 La proposta abol.iY.ionista r.imase in sospeso in guanto gli anni che seguirono non consentirono di limitare le spese elevate per gli armamenti: una nuova crisi fece piombare l'Europa in uno stato di vigiJ.anza armata, (Juesta

1. Carlo Corsi. La vit,i e la carriera 111ililare, in KM.I., 1881 _ , T, p. 28. 2. Palestm lvft1sict1le, fabbraio 1867. 3. Il 1?1011do ,11-tistico, 17 agosto 1867. 4. Il t11ondo a1-tislico, 19 agosto 1867.

volta causata dal conflitto tra Francia e Prussia. Per l'Italia l'indebolimento francese consentì di concludere il 20 settembre 1870 l'unificazione del'ltalia con la liberazione e.li Roma.5 Il 1 ° luglio 1871 la capitale del Regno venne ufficialmente trasferita a Roma, salutata dal tripudio di tutto il Paese, e il giorno dopo Vittorio Emanuele II entrò nella città. -.

La breccia di Porta Pia in una fotografia d'epoca

Questa stato di cose giustificò una imposizione fiscale al limite dell'insostenibile, che gravò su tutti gli Italiani. Soppresse le doti ai grandi teatri, il 1:vfinistero delle Finanze con la legge 19 luglio 1868 applicò una nuova imposta sul bollo e registro; con la legge del 28 luglio 1868 n. 4520 applicò un'altra tassa dell'l 1 % sugli spettacoli teatrali, subito giudicata «esosa, vessatoria, enorme, impossibile»6 e propc>se che i Consigli Provinciali fossero autorizzati a imporre bàlzelli sulle patenrj, sulle pone e finestre, sul focatico, sulla famiglia, sul bestiame, è - cosa che portò a vere sollevazioni popolari - la legge 7 luglio 1868 appròvò l'imposta sul macinato.ì Non è perciò da stupirsi se non si parlò più

s\.a libera7.ione di Roma dette il via a un fiume di composizion(per ogni genere di organico. Ricordiamo, ad esempio, che la sera della festa dello Smnito in piazza Colonna a Rom:1, da 200 esecutori riuniti fu eseguito un pezzo per banda di grande effetto intitolato .La lihemzjone di Romei, 20 sette!!lbre 1870. «Fu applaudito moltissimo e se 1:e volle la replka, non tanto per la bellezza Jclla musica, quanto pel conceno patriottico che vi andava unico. Tn questo pe7.7.0 si ode la sveglia prima colle trombe poi coi tamburi, indi lì assalto, le cannonate, la carica dei bersaglieri, il u:ionfo cd in ultimo la Marcia Ret1le accolta con grandi applausi» (Napoli l\,fo.ricale, 26 luglio 1873). Anche Luigi Mercantjni, l'auwre delle parole dell'Inno di Gariba!t!i, scrisse una Ode sulla cadt1t(1 del f>otere te111pora/e tleì. Papi: "Fu Dio che disse: Basta". 6. brte.rpe, l (1868), n. l e Ntipoli 1vfusicale, 1868, n. l, r.iporr:ano il Regio Decrew 22 marzo 1868, con il quale "in conseguenza del voto de.I Parlamento" fu decisa la "soppressione della sovvenzione ai. Regii Teatri del Regno". 7. Quest.a antica imposta nel 186"1 non esisteva più in nessuna provincia italiana. Difficoltà di bilancio avevano ind0tt0 nel 1862 Quinùno Sella a chiederne il ripristino, con l'intesa di ;ibolirla non appena si fosse raggiunto il pareggio. Su iniziativa del ministero Menabrca fu convertita in legge il 7 luglio 1868, entrando in vigore dal 1 '' genn;iio 1869. Fu abolita nel 1880.

di riforma delle musiche militari, in quanto nel maggio 1867 la Commissione del Bilancio ne aveva proposto addirittura l'aboljzione. Fino allora l'organizzazione delle musiche militari italiane, vista con gli occhi di oggi, era guanto mai strana. Oltre al capo-musica, le bande reggimentali erano composte da maestri e allievi. «Gli allievi sono soldarj del reggimento che scelgono di entrare nella musica e là vengono istruiti; i maestri sono borghesi che diventano soldati, stipulando un contratto col comandante del reggimento, iJ guale vi è autorizzato dal regolamento d'ammissione; quel contratto viene firmato dal maestro, dal colonnello e dal consiglio d'amministrazione. Esso obbliga il maestro a prestare l'opera sua nella banda del corpo, più ad assoggettarsi alle militari discipline. Varie sono le specie di guest:i contratti. In taluni di essi è convenuto che il musicante potrà vestire alla borghese e potrà pernottare fuori di tiuartiere. In altri, tale condizione è subordinata a quando non vi siano altre disposizioni superi.ori. Il contratto è bollato, fatto con tutte le debite forme.» Nell'estate 1867 il l'vlinistero della Guerra emanò una circolare con la quale si vietava ai capì-musica e ai musicanti di pernottare fuori dal guartiere. Questa disposizione creò malcontento tra coloro che usufruivano cl.i tale opportunità, in guanto nel proprio domicilio gli stessi potevano studiare I.iberamente, dare lezioni e, al limite, approfittare dell'occasione per prestarsi da liberi professionisti, cosa non più possibile risiedendo in caserma. Una incongruenza era costituita poi dallo stipendio del capo-musica che era stabilita dal contratto, oltre alla paga di furiere maggiore. Pur non essendo così annoverato tra gli ufficiali, veniva in media a percepire 180 lire al mese, ossia circa 30 di più di un luogotenente di fanteria.8 Da gualche anno era iniziata in Europa la moda di organizzare grandi gare per complessi bandistici. La più importante fu quella che si tenne nel luglio 1867 in occasione dell'Esposizione Internazionale di Parigi. All'invito rivolto direttamente dall'imperatore Napoleone III a tutti i sovrani <l'Europa, risposero !'.Austria con la banda del 73° Reggimento composta da 76 uomini e diretta da Zimmermann; la Prussia con le bande riunite dei due reggimenti della Guardia, 87 uomini diretti da Wieprecht; la Baviera con la banda deC 1 ° Reggimento di Fanteria composta da 51 musicanti diretti da Siebenkas; il Baden con la banda dei Granatieri, 54 uomini diretti da Burg; il Belgio con la banda riunita delle Guide e dei Granatieri, 56 uonùni diretti da Dunkler; la Prancia partecipò con la fanfara deUa Guide a cavallo, 62 uomini diretti da Cressonois, e con la banda della Guardia di Parigi, 56 uomini diretti da Paulus; la Spagna con la banda del 1 ° Corpo del. Genio, 64 uomini diretti da Marino; la Russia con la fanfara della Guardia a cavallo, 71 uomini diretti da Doerfeld. La giuria si componeva di venti membri, tra i guai.i nomi illustri nel mondo musicale t1uali .Jean-Georges Kastner, J\mbroise Thomas, Hans von Biilow, Félicien David, Léo Délibes, Eduard Hanslick. Il concorso, che si svolse nel recioto dell'Esposizione «sotto alla gran volta del Palazzo dell'Industria ai Campo Elisi» davanti a migliaia cl.i spettatori, vide premiarj tutti i complessi

8. I I mondo artistico, 19 agosto 186 7.

dopo, però, la banda prussiana, quella austriaca e quella della Guardia di Parigi. l paesi maestri in tJuest'arte si erano confermati.9 Il Regno d'Italia non partecipò, 1mùgrado le proteste espresse dai giornali musicali, sia per disinteresse che per motivi di bilancio, nonché per la deficienza delle sue bande: «in ogni modo fu vergogna» . .., La città di Napoli, vista l'assenza del Governo per tjuesta manifestazione, considerando che essa manteneva ben dodici ottime bande delle Legioni della Guardia Na:,:ionale, 10 decise di presentarsi con un complesso di 120 suonatori, composto dai migliori elementi di queste. 11 «Jn una solennità di tanta importanza per l'arte, l'Italia, Regina della musica e madre di tanti grandi ed illustri musicisti, verrebbe meno alle gloriose sue tradizioni se non intervenisse, e non si mostrasse decorosamente, o se non desse opera ad occuparvi il posto eminente che le compete». 12 Nel tentativo cli raggranel.lare le 30.000 I.ire occorrenti per le spese di viaggio e soggiorno, il Comitato inviò «agli Onorevoli Municipii delle Città italiane» l'invito perché concorressero «con la minima quota di[,. 200 [ ... ] a t1uesta splendida opera di arte, cli pace, tli civiltà». Nella circolare, datata 6 agosto 1867, si raccomandava «essere urgente l'invio, per coloro cui piacerà di farlo, attesoché il corpo musicale deve, a 18 agosto, porsi in viaggio».13 Evidentemente l'appello non sortì l'esito auspicato e la conclusione fu che nessun complesso rappresentò il nostro Paese. A Napoli rimase lo strascico del.le spese da pagare per l'organizzazione e la copiatura delle parti musicaJi del programma. Quanto a deplorazioni anche Milano col senno di poi ebbe a lamentare che la banda della sua Guardia Nazionale non si fosse recata al concorso di Parigi, in guanto si diceva che il suo complesso fosse uno dei migliori d'ltalia. 14 Un evento banclistico che non si può ignorare avvenne i _ n guel 1868. Con una lettera da Passy del 10 settembre, Rossini trasmise al mini.stro della Pubblica Istruzione Emilio Broglio una marcia, J...,a corona cl'ltalia, fanfara per musica militare, in omaggio a Vittorio Emanuele II che lo aveva nominato cavaliere Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia, onorificenza di recent~ istituzione. Quello che è degno di nota è il concetto espresso dal maestro: «I strumentando in guesto p~zzetto di musica, da eseguirsi, ben inteso, a piedi fermi, mi valsi non solo degli antichi strumenti delle bande Italiane, ma eziantlio dei '~uovi eccellentissimi dovuti al celebre suo inventc~re e fabbricante Sax;'; non posso supporre che i Capi Banda della Musica Nlilitare Italiana non abbian

9. Alessandro Vcssella, La Banda. cit., pp. 184-86. -io. La Ga:t{etlt, Afttsicale di Nitpoli del 12 maggio 1867 riporta i nominativi dei capi-musica delle ottime bande musicali delle dodici Legioni della Guardia Nazionale di Napoli: 1 ° Salvietti, 2° Luigi Caccavajo, 3° J\tifano, 4° Giuseppe Coppola, 5° Luigi Lippolis, 6° Pasquale Gonzo, 7° Paolo Savoja, 8° Francesco Herbin, 9° Raffaele Tarallo, 1()0 Raffaele Forrueci, 11 ° Jossa, 12° fakone. 11. Scena, 15 agosto 186 7. 12. Gaz:{etta M11sica/e di Nttpoli, 24 aprile 1867. 13. Parma, Archivio Storico Comun:1le, .5j)ett,1coli, 1867. 14. Il f!JOlldo arti.rticu, 11 agostC> 1867. 15. Gaspare Nello Vetro. li fondo 111111ica/e ... , cit., p. 45. Nel 1846 il virtuoso di clarinetto e fabbricante di strumenti di ottone Adolphe .Joseph Sax aveva brevettato la famiglia dei saxofoni.

(come fu praticato per ovum1ue) adottati detti strumenti. Se per fatalità questo solo Progresso dei nostri giorni non fosse stato abbracciato da loro (ciò che infinitamente mi dorrebbe), supplico V.E. voler affidare la mia partizione ad un vaJente compositore di musica militare (ciò che sovente si rinviene nei capo Banda) affine di adattarla ai loro mezzi ordinari conservando con senno e pazienza gli effetti melodjci e armonici della originale fanfara. Sarà pure necessario vigilare a modo che non se ne tirino copie, e se ne proibisca la riproduzione per qualsiasi Istrumento, rispettare in una parola la proprietà>>. 16 Il Radiciotti scrisse che il ministro Broglio ordinò gli strumenti di Sax a Parigi per fare eseguire il peno a Firenze, ma di questa afferma'.l.ione non abbiamo trovato riscontri. Malgrado l'interesse che il dono preseni:ava, la musica non poté essere eseguita in quanto questi strumenti, la cui adozione era stata peraltro auspicata nel Congresso di I apoh, non erano in uso nelle bande del Regio Esercito, né il Broglio la dette a c.1ualche compositore per farla adattare aJJe nostre bande. Vittorio Emanuele 11 regalò l'autografo al Brogho, il quale successivamente lo consegnò all'Accademia di Santa Cecilia di Roma.17 Passarono anni dal dono di Rossini, quando il Broglio fece stampare la partitura da Cioacchino Munì, editore del periodico La banda. Venne distribuita al Con- ·' certo Municipale e a tutte le bande militari di guarnigione a Roma e nel 1878, nelle feste per il ritorno delle LL.lv1i.\L a Roma, la "nuova" fanfara venne eseguita nel.la capitale a bande riunite. 18 L'esecu'.l.ione fu però deludente e la Palestra Musicale di Roma

Gioacchino Rossini ne fece una analisi assai critica: «Nella partitura c'è ogni ben di Dio, anche il cappello cinese, non manca il serpentone per l'infranciosamento delle bande italiane». Si criticava poi la presenza dei sassofoni e l'uso della lingua francese per l'indicazione degli strumenti, e si concludeva: «L'insieme del lavoro nLllla ha in comune con le nostre marcie: è sul tipo di c.1uelle di Meyerbeer. Ha le pretese dell'inno senza averne i caratteri». 19 Il Piovano riporta che la sera del 19 settembre 1882 questa fanfara venne eseguita a piazza Colonna a Roma da tutte le musiche della gL1arnigione riunite e che nel 1887 fu compresa nel cat,ùogo dell'editore Ricordi.20

16. Giuseppe Radidotti. Gioacchino l{ossi11i. Vita docu!l1et1/tJla. Opere ed in/!11enza s11 l'm-Je. ·rivoli: Arti Grafiche Majella, 1928, v. Il, pp. 488-489. 17. Bocche!ini, 6 novembre 1878. 18. Bocche1i11i, 30 novembre 1878. 19. Riportato in Napoli Musicale, 18 gennaio 1879. 20. Ugo Piovano . .TI contributo di Gi11/io Ricordi alla difliisio11e delle m11siche per b,111da alla fine dell'Otloce11/o, in "Fonti musicali italiane", 2005, n. "IO, p. 179.

L'introduzione dei sassofoni fu lenta e tardiva. Il costruttore J\dolphe Sax, conscio della bontà di quanto usciva dal suo laboratorio, aveva mirato ad assicurarsi il ricco mercato costituito dalle bande militari. francesi. Per dimostrare così la superiorità dei suoi strumenti, il 22 aprile 1845 al Champ de Mars di Parigi aveva organizzato una pubblica sfida, cui parteciparono una giuria qualificata e un pubblico stimato intorno a ventimila spettatori. l 45 clementi della banda che suonava con gli strumenti tradizionali vennero surclassari dai 38 dotati dagli strumenti inventati o perfezionati dal Sax. Per quanto riguarda l'ltalia, si sa che all'inizio del 1848 il clarinettista Giovanni Bimboni si era esibito all'Accademia Filarmonica di FirenY.e con un sassofono contralto che la ditta Bri'.ni e Niccolai aveva fatto venire da Parigi. Data la mancanza di impiego nelle orchestre e nelle bande (se si escludono quelle del disciolto esercito napoletano), probabilmente il nuovo strumento fu considerato come una curiosità. Se il Congresso di Napoli aveva auspicato l'adozione di questi strumenti, solo nel 1868 quattro sassofoni, in un organico di 52 strumentisti, furono compresi nella «pianta normale» del Corpo cli musica della Guardi.a Nazionale di Torino, approvata con il regolamento dell'agosto di quell'anno21 e risultò così articolata: flauto, flautino, clarinetto piccolo in la bcm., clarinetto piccolo in mi bem., 11 clarinetti soprani, 4 sassofoni (soprano, contralto, tenore e basso), 2 cornetti, 2 fli.igdhorn, clavicorno in mi bem. e clavicorno in si bem., 4 corni, 6 trombe, 2 bombardini, 4 tromboni, 3 bombardoni, 2 pelittoni e 6 percussioni. Non si hanno altre notizie per lustri e Ancsa riporta tra i primi esempi la banda di Acerra (Napoli) che nel 1881 contava 5 sassofoni su di un organico di 41 elementi, mentre nella banda municipale di JVlilano il maestro Andrea Guarneri solo nel 1883 inserì i sassofoni e i clarinetti bassi. Per guel che riguarda jJ Regio Esercito, una delle prime notizie che trovi.amo risale al 1882. «Ci scrivono eia Cagliari che colà ha fatto grande incontro la banda del 29° reggimento fanteria, composta cli circa sessanta strumenti, di cui saxofon, claroni in si b, claroni in mi bem., e claroni bassi in m..i bem. Tale banda ha la rara specialità di eseguire musica del repertorio classico tedesco con t,~le precisione da far ricordare le più brave bande tedesche che circolavano per la Lombardia prima del 18~9. Essa è diretta dal maestro Everardo Vannucci che riticnsi sia il Mariani delle bande musicali militari».22 «li ìvlinistero pare voglia sopprimere le bande dei r..eggirncnti di cavalleria e artigLieria.1nfatti una circolare prescrive ai comandanti dei reggimenti di fanteria che, se occorrono suonatori, di rivolgersi a quei reggimcnti».23 Dal 1 <) agosto 1870 vennero infatti soppresse le bande' musicali dei reggimenti di cavalleria e di artiglieria e le prime parti furono aggregate alle bande di fanteria. Nel 1871, poi, avendo un decreto del 5 marY.o riordinato i reggimenti di linea dell'arma di Fanteria, il 3° e il 4 ° Reggimento della brigata Granatieri di J ,ombardia vennero trasformati nel 73° e 74° Panteria, Brigata Lombardia; parimenti il 5° e il 6° Reggimento Granatieri <.li Napoli, che erano stati creati con decreto 24 gennaio

21. Iv:,golame11to per il Corpo di 1\rl11sica della Gt1anlit1 N11zioll(1/e di Tolino. Todno: Tip. Eredi J3otta, 1868. 22. 0, 11111sic11 popoktre, 2 novenJbre 1882. 23. E uterpc, 29 luglio 1870.

1861, furono trasformati nel 75° e 76° Fanteria (Brigata Napoli); come pure nel 77° e 78° Fanteria (Brigata Toscana) rispettivamente il 7° e il 8° Reggimento Granatieri cli Toscana, che esistevano dal decreto 29 giugno 1862.24 Per i capi-musica dei reggimç:'.nti soppressi rappresentò un notevole danno economico in quanto, in attesa cli un reincarico, vennero a ricevere soltanto la paga del grado di furiere o furiere maggiore, perdendo le indennità cli fun,:ione che percepivano. Come abbiamo già detto, c1uesto soprassoldo di natura privatistica era una delle caratteristiche del rapporto di questi musicisti con l'esercito. Da un bando di concorso per direttore di una banda militare, sappiamo che per l'ammissione l'età minima era di 18 anni e la massima 35, che la ferma era cli 8 anni, il grado e la paga cli capo-musica di seconda classe, «oltre quel maggiore emolumento che sarà di comune accordo convenuto tra l'interessato e il Consiglio cli Amministra,:ione del Corpo».25 Pari caratteristica si riscontra per i bandisti solisti che, oltre alla paga cli soldato, caporale o sergente, potevano trattare un compenso aggiuntivo: nei bandi di concorso si legge infatti spesso: «Al prescelto sarà assegnata la soprapaga da convenirsi secondo l'abilità artistica». Infatti ogni musica reggimentale, continuando una tradizione già in uso nel Regno di Sardegna, si manteneva con un fondo detto "dote della musica", a favore del < -1uale i capitani e gli ufficiali superiori pagavano mensilmente una giornata cli soldo. 26 Con c1uesta dote, gestita da un apposito Consiglio di Amministrazione, si provvedeva alla retribuzione del maestro, alla spesa occorrente per l'acguisto e la riparazione degli strumenti, per le altre necessità della banda, e per i compensi attribuiti ai singoli musicanti. 27 Qualora gualcuno cli <-1uesti avesse voluto ac<.1uistare uno strumento personale, gli era data la possibilità di pagarlo con rrattenute mensili sulla paga. Cesare Carini, capo-musica del 47° Fanteria, nella relazione presentata nel 1874 per uno studio della .riforma delle bande militari, dopo aver fatto una visita presso i reparti dell'Impero AustroUngarico ril.evò che gli strumenti di quei complessi erano lavorati molto bene e non si riscontravano gl'inconvenienti comuni nelle nostre bande, dove gli strumenti delle prime parti erano cli prima qualità, mentre <-1uelli delle seconde e terze erano di modelli modesti. Circa il reclutamento dei capi-musica, la cronaca del concorso per la banda del 64° Panter.ia ci mostra come esso fosse tutt'altro che facile. Le prove, articolate in tre giorni, si tennero a Napoli dal 29 maggio 1868.28 La

24. ll wrpo <lei Granatieri era stato t1uasi sempre articolato in due reggimenti, eccetto nel periodo della terza guerra d'indipcndenza quando, con l'aumento del contingente, aveva avuto in via transitoria altri sei reggimenti 25. Concorso per c(Jpo-11111sica del 61° RKef111ento di lilflte1ir1, riportato dalla G.M.lvl., agostO 1882. Per i limiti cli crà, vedi il bando in G.lvf.i'vl., 10 maggio 1900. 26. G(/z::zettt1 M11sicale di Napoli, 7 dicembr<:: 1862. 27. Adele Pierrotcet. f{ijòr111e.f(Jtte e riforme ... da/are, in G.1\tl.M., 5 dicembre 1895. 28. Napoli kfosiCflle, 8 agosto 1868. Le prove del concorso durarono tre giorni: il primo i candidati dovevano scrive.re un basso ricercato e ad imitazioni da armonizzarsi per clarino, cornetta, clavicorno e basso, oltre a una melodia col basso da sviluppare da quattxo battute proposte. Il secondo giorno fu dato da scrivere un tem:1 del t1ualc bisognava trnrre tre variazioni per flauto, cornetta<:: davicorno, LHl largo ed un finale a tempo di marcia, e tutto da strumentarsi per l'incen1 banda. J :ultima prova consiscett<:: nella strumentazione del finale del Ft111st per tutta la banda.

commissione, composta da due famosi maestri e da un capo-musica militare, aveva fissato il 12 come punteggio minimo per dichiarare l'idoneità. Certo Matti a Cipolline, il primo fra i cinque concorrenti, ebbe un 1 O; il concorso fu così considerato come non esplicato, e decisa .la riapertura dei termini per le domande.29 Per le nomine dei capi-musica n@n esisteva però una normativa unica, e ogni colonnello era libero cli regolarsi per l'assunzione come meglio credeva: a volte il concorso era s0It1.nto per titoli, a volte per titoli ed esanù, a volte solo per esami. Anche il reclutamento dei musicanti era lasciato al libero giudizio dei singoli reparti: se nella maggioranza dei casi si ricorse al concorso per esami, leggiamo anche: «Tutti quei musicanti, che desiderassero incorporarsi nelle musiche de' novelli Reggimenti che si vanno a comporre, e far parte delle bande militari, non hanno che a presentare con sollecitudine le loro domande al Signor Giuseppe Pelitti in ]Villano, Pescheria Vecchia n. 1077». 30 Oltre a migliorare le musiche delle bande militari, vi furono in quegli anni, sulla scia della diffusione delle società orfconiche, anche dei tentativi per adottare il canto corale ai reparti. «L'egregio maestro Giovanni \fariseo che, con vero amore, si è dato all'istruzione popolare ciel canto corale, ha pur smdiato d'introdurre i.I benef-ìcio di questa istituzione anco nei corpi militari, nell'intento di aprire nuove ed ampie sorgenti di lucro e di splendore di un'arte tutta italiana, e quello che è più, il grandissimo vantaggio dell'educazione altamente morale ed intellettuale che con questa istruzione si può ottenere dalle scuole reggimentali . .Mercé la gentile adesione del signor comandante il 30° battaglione bersaglieri, ed il buon volere dell'ufficialità, il maestro Varisco poté fare esperimento del suo metodo coi soldati e sott'ufficiali di quel battaglione, e sappiamo che l'esperimento ha buon risultato; anzi possiamo assicurare fin d'ora coi primi giorni di marzo p.v. verrà dato da quei soldati un saggio della loro nuova istruzione». 31 E qualche tempo dopo: «li saggio dato domenica scorsa fu vaghissimo e gradito, nuovo e mirabile; tutto si eseguì quasi a perfezione. E fu, esame ed accademia, interrogazione e canto, risposta e solfeggio, anaLi.si e concerto: musica del maestro e musica del Bellini. Al.l'anima del Catanese non s~ri dispiaciuta certamente tale compagnia. [ ... ] Auguro a tutti i battagliorù un maestro di musica come il \fariseo, e a mtti i maestri un battaglione».32 ,. Secondo il regolamento del 1872, fu conferma__to che la banda reggimentale si sarebbe composta di un maestro direttore, di diciotto suonatori effettivi, cli dieci allievi, e otto aspiranti allievi. Questi ultimi però non erano esentati dai servizi e.li reparto, per cui sovente era.no costretti ad assentarsi dalle esercitazioni:'3 Nella tornata del 9 marzo 1872, il ministro della Guerra Ricotti, in sede di discussione del progetto di ordinamento dell'Esercito, «si espresse esplicita-

29. Napoli. lvlttsica/e, 26 agosto 1868. 30. G11zzetta M11sicale di Napoli, 31 agosto 1862. 31. D11te1pe, 1.0 febbraio 1870. 32. E11t1:rpr:, 24 marzo 1870. 33. Cesare Carini, capo-musica Jcl 4·1 ° Reggimento Ji Fanteria. Pro,f!.,ello di riorga11ittJlzirme dcflr: ba11de militati. Alessandria: Tip. Lorè, 1872.

mente negativo intorno al conferimento del grado di ufficiale al capo-musica», pur riconoscendo che qualche miglioramento dovesse essere apportato alla categoria. Dichiarò che si doveva creare un grado a parte, una via cli mezzo tra sottufficiale ed ufficiale.34 La rivista musicale TI Trovatore dì Milano nella rubrica "Roba da ridere" celiò sulle riforme adottate per risolvere la guestione delle bande musicali: «Alla fine il nostro ministro della Guerra ha pensato a' Capi-musica ed alle Bande musicali del nostro esercito. Ora possiamo sperare che noi avremo bande militari che non temeranno la concorrenza di nessun'altra Nazione, neppure di guelle rinomate dell'1\ustria! Tutto ciò lo si dovrà al decreto del ministro della Guerra, con cui ordina che i Capo-musica e i musicanti dj Fanteria non abbiano più a portare i cordoni di cui facevano uso colla vecchia divisa! Questo è un gran passo!».35 Nel 1873, poi, rispondendo alle numerose sollecitazioni, l'unica riforma adottata fu che ai caporal.i musicanrj con almeno un anno di anzianità e con la carica di vicecapomus.ica venne conferito il grado di sergente, mentre il problema del grado dei capi-musica continuò a essere causa di diatribe: «Si era annunziato che il Ministero del.la Guerra volesse concede.re iJ grado di sottotenenti ai capo-musica dell'esercito. Ora si dice invece che sarà creato apposta per loro un nuovo grado, che corrisponderà press'a poco a guello di maresciallo d'alloggio dei carabinieri». La rivista di Casa Ricordi era contraria al conferimento di un grado militare in quanto i capi-musica non avevano funzioni militari.;,r, Questi avrebbero dovuto essere sì in divisa, ma dipendere soltanto dal colonnello comandante del reggimento. La legge del 1874, che stabiliva il nuovo organico m.i.l.itare, nella nota 17 del Regolamento confermò invece pe.r il capo-musica il grado di furiere, che sarebbe passato a furiere maggiore dopo cinc1ue anni di servizio. 37 Anche la richiesta dell'istituzione di un Liceo musicale militare interforze per tutto il Re6>110 ( del genere di guella 1Vlilite1ry School of M.usic fondata nel 1857 e tutt'ora funzionante in Gran Bretagna) non ebbe attuazione, in quanto il progetto venne affossato per le solite beghe campanilistiche ita)jane. 38 Da quanto abbiamo detto precedentemente, esisteva a Ivrea una Scuola Militare di Musica, che dal 1849 divideva la sede assieme alla Scuola Militare di Fanteria. Trasferita tiuest'ultima, nella città piemontese era restata guella di musica. «Dal.la stessa i militari di leva musicanti, dopo aver sostenuto .regolare esame, venivano destinati con lunghe ferme quali allievi musicanti presso le Bande reggimentali di tutta Italia. Provvedeva dunque detta Scuola di Ivrea a rifornire i musicanrj a tutto l'Esercito».39 Evidentemente tiuesta Scuola, in quanto non è citata in nessuna delle fonti che abbiamo consultato, dovette avere

34 . .ltalia 111ililare., 2 marzo ·1872, ripre~o da Napoli A1Hsicr1le, 8 febbraio 1874. 35. Napoli J\Jusicale, 18 febbraio ·J 873. 36. G.M.1\!l., 23 mar:r.o 1879. 37. Napoli A1usicale, 8 febbraio 1874. 38. Mauri7.io Bignardelli. B t1l(lflt1ele Kmhm1,,/lm1tista del R~~no delle D11e Sicliù:. Messina: Carbone Editore, 1989. 39. Renzo Pessatti. l'vfusica e nmsùisli del éè111"11ese. Tvrea: Società Accademica di Storia ed t\rte canavcsana, 1972, p. 106.

una durata effimera, al punto da non lasciare traccia e la richiesta di notizie alla Biblioteca della città è restata senza riscontro. Malgrado le richieste avanzate nel congresso di Napoli, nel lvlinistero della Guerra non fu istituito un ufficio competente per studiare la materia, e mancava così ogni idea su (1uello che poteva essere una banda moderna. In Francia e nei paesi germanici, invece, lo sviluppo tecnico era assurto alla dignità di una vera e propria arte: la strumentazione era studiata e le famiglie degli strumenti pertanto ben eqtùlibrate e distinte tra di loro. Le bande italiane invece continuavano a somigliare a fanfare con l'aggiunta a casaccio di qualche clarinetto e ottavino. Tra loro poi non era nemmeno adottato un diapason uniforme. Pur essendo esse, con i due reggimenti dei Granatieri, ottanta, oltre alle quaranta fanfare, con una forza complessiva di 3.760 uomini, mancavano di direttive, di buone prime parti, e molti di questi complessi erano composti da un numero insufficiente di esecutori. Ogni reparto così procedeva a seconda dell'impegno del colonnello comandante LI reggimento e della competenza e partecipazione del capo-musica. Se .la banda cli un reggimento di stanza a Cuneo era addirittura composta di so.lo otto musicanti effettivi e di ,ùtrettanti allievi, e pur con questo organico miserevole nel settembre 1871 la si fece esibire a Torino in occasione dei festeggiamenti internazionali per l'apertura del traforo del Moncenisio,40 si hanno anche notizie di una fattiva attività tesa a migliorare la situazione: «Non ha guari e precisamente in occasione delle feste natalizie del perduto 1871, al lvlinistero della Guerra, per via gerarchica, e con favorevolissimo attestato d'appoggio del luogotenente generale comandante la Divisione l'v1ilitare di Salerno, veniva dal capo-musica del 41 ° inoltrato un progetto riflettente un nuovo sistema di trombe segnali adattabi.le dal.le varie armi dell'Esercito; utilissimo e vantaggioso in confronto delle attpali trombe a sguillo, che per dir vero non banno senonché il merito di stordire i timpani dell'udito, offendendoti col.la loro dissonanza. Il preaccennato capo-musica, oltre ad aver dato prova irrefragibi.le d'essersi molto occupato o,nde introdurre un rniglioramento nel ramo in discorso, ha soddisfatto altresì '~d un desiderio espresso dal ministro, allorguando faceva appello ai comandanti di corpo perché invitassero i loro capi-musica a proporre su tali materie guel.le migliorie che ravvisassero più confacenti ed i..ndispensabili».41 · ,. In c1uesti anni sono significativi gli scritti di Ces~re Carini, capo-musica del 41 ° Fanteria, studioso e autore tra i più attivi per il miglioramento dello stato delle bande militari del nostro Paese. Per (1uesto impegno fu tra i protagonisti della riforma del 1884. La sua proposta di organico, formulata nel 1875 dopo essersi recato in Austria per studiarvi l'ordinamento delle bande militari, comprendeva 45 suonatori, un capobanda e un sotto-capo. Tra gli strumenti che elencava, comparivano i sassofoni tenori e baritoni. Questi però furono esclusi nella riforma del 1884, non sappiamo se per l'opposizione di qualche altro membro la commissione o per ragioni di bilancio. Sulla scia di quanto

40. Gaspare Nello Vetro. 1/Jòndo n111sic(l/e ... , cit., pp. 51-52. 41. Luigi Mazzone. U11(11ttile i11veuzione, i.n "Napoli Mmim/e", 25 gennaio 1872. 42. Marino t\ne~a. Dizionmù,, cit, voi. Il, p. 973. 43. G.J'v1.l\,1., 7 settembre 1879.

era stato auspicato al convegno di Napoli, Carini lavorò appassionatamente per l'adozione del diapason unico e per la definizione delle caratteristiche costruttive dei nuovi strumenti destinati alle bande militari. A lui si dovette anche la chiave correttiva applicata agli ottoni, per rimediare ai difetti d'intonazione delle note basse.42 Per i capi-musica del Regio Eserc.i to un miglioramento si ebbe nel 1879: «Si annunzia che i capi-musica dell'esercito hanno indossato finalmente l'uniforme del nuovo grado che venne loro conferito con un voto del Parlamento. L'uniforme è poco dissimile da quella degli uffìciali: una tunica quasi nera con mostre rosse e con distintivi d'argento, pantaloni grigi con lista rossa, kepì con una lira, la banda d'argento e seta azzurra, spalline d'argento. La sciabola dei capi-musica è pure simile a (Juella degli ufficiali>>.43 Dopo anni il ministro della Guerra Mazè della Roche aveva risolto così il problema, trovando «una via di mezzo con .la quale il capo-mmica, se non diventava addirittura ufficiale, cessava almeno dj essere sergente furiere». Il grado era come quello cli maresciallo d'alloggio con conseguenze, oltre che morali, anche nell'aumento della paga. A proposito dell'abbigliamento, (JUando nel 1874 la Guardia Nazionale venne sciolta, nella bande civili rimase la tendenza a uniformare le divise a guelle militari. Dato che l'uso di c1ueste creò degli inconvenienti, il Ministero dell'I nterno dovette intervenire con una circolare che regolava queste uniformi44 Per concludere su questo periodo storico che aveva portato alla quasi totale unificazione della Penisola in un regno unito, non possiamo dimenticare che il 9 gennaio 1878 morì il re Vittorio Emanuele Tl. In tutta Italia si tennero celebraY.ioni di lutto come pure venne eseguito un grande numero di composizioni

44. Circol:ire elci i'vlinist.ero dell'Imerno indirizzata ai Prefetti, n° 16007-7-106467, del 6 m:iggio 1876

Oggetto - Divise per gli agenti dei Comuni e per k bande musicali.

Questo Ministero e guello della Guerra sono venuti d'accordo nella determinazione di delegare rispeuivameme alle autorfrà loçali l'esame e l'approvazione dei figurini che devono essere proposti dai Mu1ùcipi e privati ogni qual volta intendono vestire con divisa uniforme :igenti municipali o bande musicali dipendenti o non dal Comune.

Per <x1nse6>1.1enza d'ora im1anzi raie f-ìguritù non saranno più da trasmettere all'amnùnistrazione centrale, ma V. S. si compiacerà di con1unkarli al Comandante <ldla Divisione nùlitare territoriale. E quando questo li riconosca ammissibili per quanto lo riguarda, cd Ella dal canto suo non :ibbi:i che ridire, potrà muni.rli senz'altro del Visto, tenendo però presente il disposto dell'art. 69 del regolamento 8 giu6>nc) 1865 sull'amministrazione comunale e provinciale.

Avverto per norma che giusLa ree.enti istruzioni del ìvlinistero della Guerra non si possono permettere: - stellette di qualunque forma od akri fregi sui baveri simili alle stelleue; - fregi o distintivi di grado sulle mani e sul copricapo di forma uguale o sit1ùli a quel.li adottati per l'esercico; - manopole a punta foggiata sulla forma di quelle delle giubbe dell'esercito; - chepi od analoghe coperture del capo mu1ùci di çoprinuca; - pennacchi, pennacdùetti e nappit1e uguali o troppo somiglianti a quelli, cli cui sono fregiati i copricapo nùlitari; - sciarpe ugual.i o somiglianti, ovvero ugualmenLe o similmente portate, a quella di prescrizioni per gli ufficiali; - u1ùformi che, senza comprendere singole parti soggette ad esclusioni per una delle ragion.i testé :1ecennate, presentino l1lttavia nel loro cornplcsso troppo spiccata analogia con uno quals.iasi degli uniformi in uso nello esercit<>.

musiciùi di circostam:a. Per limitarci a un esempio, Jeggiano che «il 31 marzo ebbe luogo al Regio Teatro degli Avvalorati [di Livorno] l'annunciata accademia drammatico-musicale a totale beneficio del monumento da erigersi al re Vittorio Emanuele. Il teatro era affollatissimo: quindi un bell'incasso. Vi assisteva la fine Aeur della Società. [ ... ] Per la fantasia funebt't È morto il re del bravo maestro Oreste Carlini, le ovazioni infinite e i gridi spontanei di bene, bravo, sorgevano ad ogni tratto dagli uditori, spesso trascinati a t,ùi esclamazioni dall'ammirazione e dalla commozione che loro inspiravano i dolci concenti di questa splendida creazione. Le bande musicali dei Volontari Livornesi e del 28° Reggimento di Panteria eseguirono (Juesto ed altri peni con un'accuratezza ed una precisione sorprendente, da sembrare talvolta di udire un solo strumento.»45

L' inaugura7.ione d<!l monumento a VITTORIO EMANUELE in Livorno, il 28 agosto 1892.

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Il Secolo illustralo

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Un successo musicale del Regio Esercito. L'unificazione del diapason

Come abbiamo visto, nel 1864 si era tenuta a Napoli l'assemblea del musicisti italiani. Malgrado l'adesione dei compositori più famosi, le conclusioni votate nel documento finale erano rimaste lettera morta. Pinalmente nel 1881, dal 16 al 22 giugno, si tenne a M.ilano il secondo Congresso Musicale Italiano. Vennero discusse le proposte per il miglioramento delle esecu'.l.ioni: contrabbasso a 3 o 4 corde e loro accordatura; le modifiche da apportare ai corni, ai tromboni, l'adozione del bass-tuba e in specie l'unificazione del diapason valido per nitta l'Italia, iniziando dalle scuole di musica e d~ùle bande del Regio Esercito e della Regia Marina, associandos.i così alla delibera presa 1'11 gennaio 1877 dall'.Accademia del Regio Istituto musicale di J-<'irenze. In Francia esisteva già il diapason unico per tutti i teatri con sanzioni per i contravventori e, malgrado le polemiche, era stato sancito con legge I 6 febbraio 1859, con decorrenza 1 ° luglio l 860. 1 li 1884 fu un anno denso di innovazioni per i nostri corpi di musica. «Il Ministero italiano ha ordinato che si formi un secondo corpo di musica nei .reggimenti: 7°, 8°, 15°, 16°, 21 °, 22°, 25°, 26°, 31°, 53°, 54°, 63°, 69°, 71 °, 72°, 77° e ciò allo scopo cli provvedere di sonatori le bande dei nuovi reggimenti di fante.ria».2 Dal 1884, infatti, i reggimenti di quest'arma vennero elevati da 78 a 94 e questa disposizione serviva a preparare le bande per i nuovi reparri. 11 71 ° reggimento di stanza a Bologna, ad esempio, ebbe l'incarico tli preparare i musicanti del futuro 89° che sarebbe stato di guarnigione nella stessa città. Un'importante adesione, poi, fu quella data dal.l'Esercito a una manifestazione musicale di notevole rilievo: il grande concorso internazionale tli musica che si sarebbe tenuto il 2 e 3 agosto presso l'Esposi'.l.ione Generale Italiana cli Torino. L'istituzione di tale genere di concorsi era in voga in Europa, in quanto esercitava una benefica influenza sullo sviluppo artistico e commerciale, ma fino ad allora in Italia di tali "agoni artistici" non se n'erano ancora bantliti. La relazione al progetto, con parole alate, diceva che adesso «era dato alla nobi.le e patriottica Torino la desiderata iniziativa» e, partendo fin dai tempi più remoti, che «gl'imperatori .romani istituirono feste in cui si bandivano certami musicali, in cui si rese famoso il citaredo Settimio e nei quali prese parte lo stesso Nerone».3 TJ Ministero della Guerra approvò quanto era previsto al punto e: «Un concorso speciale di esecuzione fra Bande Militari, divise per sezioni di non meno

·1. La (,'..,\;J.i\{ per tutto il giugno e luglio 188"1 dedicò lunghi articoli a questo Congresso con la cronaca delle varie tornate. Sul diapason i11 Fra11cia, "Gaz:z.etlt1 Musia1/e di Napoli", 22 dicembre 1861. 2. G.i\rf.lvl., 23 dic.:embrc "J 883, p. 462. 3. La 1v.fo.rica, 3 marzo 1884.

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