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DAL PIAVE AL MESSAGGIO DI WJLSON
L'Italia - quantunque non abbia ancora un governo - dà in questi giorni uno spe~acolo gtande di calma e di djsciplina.
In questa constatazione di fatti noi troviamo la consolante cer· tezza che l'ora difficile sarà superata.
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Da Ii Popolo d'Italia, N. 301, 30 ottobre 1917, IV. Pubblicato anche sull'ediz.ione di Roma (IX, 252), N. 300, 30 ottobre 19 17, IV.
Aspetti Del Dramma
Un popolo degno di un grande avvenire ha - specialmente nelle ore critiche della sua storia - il coraggio cli guardare in faccia alla realtà nei suoi aspetti negativi e positivi.
Ora, l'aspetto « negativo>> della realtà attuale, della quale noi siamo al tempo stesso attod e spettatori, può essere sintctizuto nei termini seguenti: da invasori siamo invasi.
Pochi giorni di offensiva austro-tedesca hanno annullato, almeno in un settore del nostro fronte, i risu1tati di due anni di guerra: pazient e, tenace, eroica che aveva commosso d'ammirazione H mondo, Come ciò sia avvenuto, e perché ciò· sia avvenuto, è questione che vedremo poi.
Ci sarebbe veramente da disperare di noi stessi se, a tormenta passata, non avessimo il coraggio di indagare le responsabilità e stabilire le sanzioni necessarie. Ma la realtà dolorosa ci offre altri aspetti che si possono definire «positivi)> . Uno di ordine interno, uno di ordine internazionale.
All'interno, il colpo austro-tedesco-tartaro, è completamente mancato. I nemici speravano molto sull'aiuto che avrebbero dovuto ricevere dagli italiani stessi. Ma l 'Italia non è la Russia.
Il socialismo italiano è piuttosto uno stato d'animo localizzato in d eterminati g ruppi, non g ià tendenza generale delle masse.
Roma non ha due secoli di . vita come Pietrogrado.
Il nostro temperamento ci porta a valutare l'aspetto concreto dei problemi, non già le loro sublimazioni ideologiche o mistiche. Pet quest~ ritroviamo facilmente l' equilibrio.
I nemici ci ·conoscol).o male. Sono rimasti all'Italia del 1896, quando la democrazia, rinW1ciataria da Cairoti in poi, volle completa.re con una rivolta all'interno il disastro di Abba Garima.
Le nuove generazioni Sono di altri tempi.
Le masse stesse, le più anonime, le più lontane, comprendono 'che in questo g iuoco terribile chi diserta è p erduto.
Ci sono ancora - .fra noi - i ruderi, i superstiti della v ecchia mentalità. Qualche stridula voce irosa, si fa appena sentire. Ma tutto intorno è H lavoro delle giornate normali, la tranquillità, la fiducia.
Le storie narrano che dopo la battaglia di Canne, il Senato romano vietò alle donne di mostrarsi in pubblico, perché temev a che con il loro atteggiamento di dolore indebolissero i cittadini, ansiosi della rivincita.
Oggi sono i cittadini che provvedono a se stessi. Il Goveroo non c'è. [CensNra].
Eppure il popolo italiano non cede. Non vacilla. Non dispera.. Riprende. Si raccoglie. Il blocco, che rion c'era, si forma. « L'unione sacra )) comincia.
Gli stessi operai si rivoltano al pensiero dell'invasione. Comprendono che il proletariato è nella Patria, e non già fuori di essa.
Questo aspetto « positivo» della realtà legittima le nostre più grandi speranze e provocherà nei nostri odiati e feroci nemici la più acerba delle delusioni.
Ma l a realtà ci offre un altro aspetto positivo : il fronte unico sta per diventare un fatto.
Dodici conferenze interalleate - e un'altra era annunciata in questi giorni - fi umi di inchiostro e montagne di parole, torre.nti di sangue non avevano condotto alla realizzazione del fronte unico, che l'opinione pubblica dei Paes_i alleati aveva insistentemente reclamato da anni.
Il fronte unico non era stato realizzato nemmeno nella simultaneità degli attacchi. Qualche scambio di materiale e niente più, Eppure in occidente la condizione essenziale per l'attuazione del fronte unico esisteva. Esisteva, cioè, la continuità territoriale fra gli Alleati. Quali forze, quali ·uomini avevano sin qui impedito di realizzare quello che la coscienza pubblica invocava, e ciò che la esperienza della guerra dimostrava sempre più urgente e necessario, no n è il caso di diclo ' in questo moffiento. ·
Il ritardo è stato deplorevole, dannoso. Ci voleva il fatto: l'invasio ne, la minaccia. Oggi i Governi di Parigi e di Londra provv edono. I giornali inglesi e francesi, che hanno come quelli italiani il privilegio di precedere il Governo, annunciano che finalmente il fronte unico dell'Intesa sarà attuato in ciò che esigono i bisogni immediati per fronteggiare la coalizione nemica, e nelle necessità fu. ture per batterla. [Cen.rura]. · ·
Ma noi rinunciamo alla superbia vana della originalità L'essenziale è che questo fronte unico, dopo essere stato per trenta mesi una specie di vaga astrazione, diventi una cOncreta realtà,
E giacché siamo in argomento, precisiamo.
Gli Alleati ci aiutano. Sta bene. È loro dovere, Ma è anche nel loro interesse, o meglio nell'interesse comune, poiché la sorte d egli uni è legata indissolubilmente a quella. degli altri.
Opera Omnia Di Benito Mussolini
Ora, un aiuto deg li Alleati non può essere limitato :id una rapprc· sentann di solidarietà, che potrebbe lusingare il nostro ·senti~ento, ma riuscirebbe assolutamente inadeguata ai bisogni della situazione. Non vogliamo il soccorso : vogliamo i1 concorso degli Alleati[•... tenS11ra]
Per questo noi confidiamo che il grande colpo sarà vibrato, e prestissimo ,_ prima ancora che i bothu si siano ingrottati.
L'aiuto dei franco-inglesi non può avere che questo scopo.
La battaglia del Friuli diventerà t>urto immane, e forse decisivo, delle due ~oalizioni nemiche.
Questo il popolo italiano ha compreso. Per questo si mantiene raccolto, disciplinato, fidente.
L'ansia dolorosa di questi giorni è legitt;ima.
I n emici tripudiano, ma la loro g ioia potrebbe esseie di breve durata. Siamo al prologo. Questo è un d ramma che non può essere valutato prima c he il velario sia caduto sull'ultima scena.
I tedeschi, nel 1914, credevano di entrare trionfalmente a Parigi. Ma trovarono la Marna.
Da Il Po polo d'Italia, N. 302, 31 ottobre 1917, IV. Pubblicato anche s ull'ed izione di Roma, N. 301, 31 ottobre 19 17, IV.