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L'ATTACCO NEL TRENTINO
Il fatto nuovo nella n ostra situazio ne militare è rappresentato dall' attacco au striaco ne! Trent ino occidentale e precisamente n elle G iudicarie. L'attacco è stato jnfra n to - dice il Bo llettino. -d o p o v iv acissima lotta, il che sig nifica che g li austro-tedeschi h anno impegna to ingenti forze anch e in q u est a azione preliminare. La fra se del Bollettino è confortante anch e perch é doçumenta che lo spirito di combattività d ei n ostri soldati è alto .
Quello delle G iud icarie è un se t t ore dove Fattività b ellica è stata assai limitata. Un reggimento d i b ersaglieri giunse sino a Condine ed o ltre, q uasi senza colpo fe_~ire e v~ rimase indisturbato per quindici mes i. Il te mpo per sistemare a difesa quella zona impo rta ntissima non è dunque mancato e ci consta infatti che le p o sizioni, già nat uralmente difficili, so no state fort ificate e munite con ogni specie di lavori, t anto da renderle in espug nabili. Una invasione delle G iudicarie minaccia direttamente Brescia e tut t3. la L ombardia. l ntanto il p rimo attacco è fallito Ma è da rite nere c he gli austro-germanici ritente ranno la p rova, estendendo la fro nte d ' attacco a tutte le valli del Trentino, d alla Val L agarina a lla Val Sugana, ripromettendosi di p u n tare là dove la resistenza sarà più d ebole . ·
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Le operazioni m ilitari che si annunciano nel Trentino ,sono d unque d ella massi ma i mportanza. Le co n seguenze di u no sfond amento sono evidenti : se ciò avvie ne ad o riente del Garda è tutto l'esercito del Taglia me nto che viene preso a rovescio ; se ad occidente del G arda, è il cuneo piantato fra la Lombardia e il Veneto . M a accanto a ques te ipot esi che formuliamo, per prospettare ai lettori il quadro complet o di t-utte le eventualità, c'è l'altra ipotesi: che cio è l'attacco generale fallisca completamente, co m ' è fallit o l'attacco iniziale nelle Giudicarie Difatti, uno sfondamento in Val Lagarina è impresa arduissima. Certe g ole, certi passi n o n foro n superati dagli austriaci nel 191 6. P asso Buole è stat a la t o mba di decine di battaglioni n emici. Più ad est, vigil2; la mole gigantesca del Pasubio imprendibile. Tra la Vallarsa e la Val Sug ana il n ostro fortissimo sistema d i d ifesa, creato dopo l'o ffensi va del maggio r 9 16, può render v ano qualun que t entativo nemico.
Insomma l'entità dell'attacco nemico C il suo risultato dipenderà dalla resistenza delle nostre truppe. I tedeschi si limiteranno ad azioni semplicemente diversive e dimostrative, se vednnno che l'imprCSa è tro ppo rischiosa e costosa; s'impegneranno a fondo, nel caso contrnrio, perché i risultati -compenserebbero ampiamente lo sforzo . Ma noi sappiamo che le truppe del Trentino sono p ro~te e decise a resistere. La terribile lezione dell'Alto Isonzo non è andata perduta. I soldati dell'armata del Trentino sanno che dalla loro maggiore o minore resistenza non dipende soltanto la sicurezza, alle spalle, dell 'esercito n ostro schierato al di qua del Tagliamento, ma anche la salvezza della Lombardia e del resto del Veneto dall'invasio ne nemica, I soldati dell'armata d el Tren tino hanno sotto gli occhi - sugli altipiani - lo spettacolo di desolazione dell'invasione. I soldati del T ren tino sentono tutta l'ansia d eUa Nazione, che n on ha mai g ua rdato con tanta simpatia, co n tanto amore, con tanta fiducia - come in questo momCnto - i suoi soldati che dev ono proteggerla dall'o nta e dallo sterminio dei t edeschi Noi siamo certi che la resistenza delle nostre truppe nel Trentino frustrerà le spera02e e i piani della Germania. E aJlora, sventata la nuova minaccia, inchiodati gli austrotedeschi n elle lo ro posizioni, dove, col sopravvenire dell'inverno , • avranno paralizzato ogni movimento, la situazione del n ost ro esercito sul Tag liamento sarà grandemente avvantaggiata.
Da quanto ci risulta, appare che H Tagliamento dev e funzionare da primo ostacolo sulla strada dell'invasione. Altre lince potentissime sono pronte. Non bisogna assolutamente preoccuparsi, davanti alle supreme necessità militari, d ella perdita più o m eno vasta di territor i, È d oloroso, lo sappiamo. P er ogni metro quadrato di suolo nazionale che v iene calpestato d ai vandali, n oi sentiamo uno strapp o alla nost ra carne v iva, ma n on bisogna che il sentimento p rev alga sulla ragione. Una nazione finch é h a un esercito no n è vinta, anche se - come è avvenuto per il Belgio, la Serbia, la Romania - è t otalmente o quasi t otalmente sommersa dal nemico ; ma una nazione è vinta se - anche avendo tutto il territorio nazionale intatto _ non ha più un esercito capace di difenderlo.
Un esame della situazione ci porta a questa conclusione : alla necessità, in primo luogo, che il concorso degli Alleati sia grande: tale, cioè, da render p ossibile nel più breve termine di t empo, una battaglia minovrata di rivincita. Bisogna scartare l'idea di mandare delle rapp.rcsentanzc di solidarietà. È esiziale. È pericoloso. Gli effetti sarebbero insig nificanti dal punto di v ista morale.
Precisati cosl gli obblighi degli Alleati, n o i chiediamo al nostro Governo, il quale siede in permanenza ed ha più di no i elementi di fatto per giudicare la situazione, di lanciare un appello alla Nazione per costituire, nel termine di un mese, un esercito di volontari*·
È un momento qucs~o. in ari tutti gli uomini capaci di reggere un fucile, e pronti a combattere sino alla morte, risponderebbero : presente I A decine di migliaia.
La Nazione che dimostra fo questi giorni tutta la sua grandezza spirituale, tutta la sua cOcsiooc morale ed esprime dall'alto al basso l'unanime proposito di continuare la lotta ; la Nazione che ha dato i meravigli~si combàttenti della prima ora, esprimerà dal suo seno i combattenti - non meno eÌoici - dell'ora suprema.
La Nazione, o signori del Governo, è oggi un vivaio di energie, un crogiolo di ·passione, un fascio di volontà;. non è esausta, non è codarda, no n si rassegna alla sconfitta e soprattutto no n si rassegna alla vergogna. Chiedete alla ·Nazione un altro sforzo e la Nazione lo compirà.
Ripetiamolo ancora una vOlta e non sarà l'ultima : agire I
Da Il Popolo d'Italia, N. 307, novembre 19 17, IV. Pubblicato anche sulJ'edirione di Roma, N. 307, 6 nov.embre 1917,. IV.
• Il novembre 1917 Benito Mwsolini indirizza al presidente d~l consiglio, on. Vittorio Emanuele Orlando, il seguente telegramma;
· « A.r,endiamo un appello supremo del Got1erno nazionale per la (OJlituzione immediata di un'armata di 110/ontari. Siamo urti che il Pu1a ri1ponderà magni· fitamente Non }a;date tra!(orrere, 1enza t rarne tutto il rendimento poùibile, qu es(ora di unione 1acra e di grande enu11ittJmo popolare. Attendiamo anche l'arrwo dei u,dditi nemi<i e la ctinji!ta dei /01'0 beni pro famiglie Jei ,omba11en#. Laicùzu almeno rhe la 1tampa nazionale agili que1te nereuità. Oueq11i ». (UN TE·
LEGllAMMA, da Il Pope/o d'llaUa, N. 308, 6 novembre 1917, I V).