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NITII E LA REALTA

L'on, Nitti, dopo la parentesi americana sui risultati della quale il buon pubblico italiano è tenuto gelosamente al buio, si è ripresentato sulla scena parlamentare come « l'uomo ddla realtà )>, sotto certi riguardi1 una fama sccoccata. L'On. Nitti è l'uomo di una realtà : q uella d elle m ezze tinte ambigu e, e cc ne siamo convinti ieri, leggendo l'intervista da lui concessa al Corriere della Stra. Osiamo umilmente sperare che la gentile censura n on vorrà infliggerci altri sfregi colle sue cerebrali cesoie. Una critica, diceva quel tale, è sempre una collaborazione

L'intervista dell'on, Nitti rassomiglia a certi quadri dove non c'è niente dì_ })reciso, di finito, ma tutto è incerto, vaporoso, :senza confini. Sembra che l'on. Nitti non sappfa enunciare un'affermazione recisa, senza diminuirla, diluirla immediatamente dopo. Nel complesso le parole dell'on: Nitti lasciano l'animo in sospeso. Siamo ben lontani dagli squilli di fanfara di Clemenceau

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Quando l'on. Nitti afferma che << il fatto decisivo della guerra sono gli uomini e che la guerra prima che dalle armi è fatta dalle anime », non fa che riprendere un motivo fondamentale della nost!':ll predicazione interventista. N oi abbiamo sempre proclamato che il morale è il fattore precipuo della vittoria. Ma se la guerra è fatta dalle atU,me, se bisogna tener presenti t utte le anime, ne consegue c he doveie supremo del Governo è vig ilare a che le anime non siano corrotte, insidiate, traviate. Ne consegue che ogni propaganda capace di insidiare le anime deve essere repressa.

L'on. Nittj afferma che << sino a ieri si poteva essere divisi, oggi non è possibile. Non vi è alcuno, anche nei partiti estremi, c~e crede alla pace separata.... >).

Ragioniamo un poco, on. Nitti. La g iusti6cazione delle << divisioni » di ieri, è audace. È un po' forte. Il fatto nuovo che rende « impossibile » la divisione, qual ~? L'invasione. E quando l'invasione sia fermata o respinta, si potrà cli nuovo essere divisi ? Ancora : tutte le « divisioni » di ieri potevano, veramente e italianamente, essere permesse? Comprendiamo l'indulgenza per un dissidio ideale, per una diversa valutazione politica, ma, ier4 le nostre « divisioni » avevano nomi e si sono affermate in episodi che non si possono dimenticare. ·

Questo per quanto riguarda le « divisioni»; e per quanto riguarda la pace sepanita, è troppo assoluta la dichiarazione dcll'on. Nitti, che nessuno, proprio nessuno, vi pensi, nemmeno nei partiù estremi. Non ci sarebbe da meravigliarsene perché di « pace separata » non hanno parlato mai, nemmeno i bolscevichi, prima di arrivare al governo, ma se non si parla di pace separata, si parla di « pace » semplicemente, e questo, coi tedeschi sul Piave, non è il mezzo più acconcio per tener vigili e pronte le anime degli italiani.

L'on. Nitci ci sembra perseguitato da un babau: quello della rivo!U2ione. Vi accennò nel suo discorso alla Camera, vi ritorna nella sua intervista. Tutto ciò è strano. È strano che un ministro insista a dimostrare che la rivol02ione è impossibile, come se la rivoluzione fosse alle porte, Se la rivoluzione è oggi impossibile, non è già o non è soltanto perché gli Alleaù ci ridurrebbero alla fame, ma perché per fare la rivoluzione ci vogliono i rivo luzionari, e di ri voluzionari neutralisti, in Italia, o non ce ne sono più o sono di una defice02a e di una pusillanimità eccezionale. {Censura]. D'altronde lo spirito delle masse operaiè è, oggi, orientato decisamente verso le necessità della Nazione e· della guerra e non si comprende come l'on. Nitù agiti ancora il fantoccio di una rivoluzione che nessuno pensa e nessuno vuole.

Più oltre l'on. Nitti proclama che« noi non abbiamo né aspirazioni territoriali, né sogni cli grandezza che non rispondano alla situazion e cli reàltà.... ». Tutto ciò è straordinariamente involuto. . V'è qualcosa di più inquietante ancora. << E però - dice il ministro del Tesorol'Italia. non deve mai col suo contegno costituire -un ostacolo alla pace ». Quel «mai» è curioso I V ero è che a questa frase n e segue un' altra e cioè: « che l'Italia dev'essere unita ag li Alleati sino a qualunque sacrificio», ma non si vorrebbe assistere a questo g ioco di luci e di ombre.

Gioco che conùnua quando l'on. Nitti riprende l'argomento dell'urùone degli spiriti. Egli dice che bisogna evitare qualunque discussione sul passato. È inteso. Un bel colpo di spugna e basta. Chi ha avuto ha avuto Chi ha tradito ba tradito.

In Francia non si accetta quest'ordine di idee. Malvy va ali'Alta Corte, Sembra che in Francia si voglia discutere il passato, sebbene i tedeschi siano a Noyon. L'on. Nitti opina che si debbano « persuadere» gli avversari, non soffocarli. Delizioso 1 Ma quando gli avversari si ostinano a non voler essere persuasi? Bisog nerà so ffoarli I Sembra dello stesso parere l'on, Nitti, quando proseg ue dicendo che

« la guerra dev'essere difesa contro ogni pericolo e contro ogni insidia)>. Come si vede il gioco d'ombra e di luce non ha fine.

A un certo punto l'on Nitti afferma che <<forse)> occorrerà ardvare alla « mobilitazione civile», Perché quel (<forse» ? Si vuole forse arrivare a questa· mobilitazione quando il bisogno urgente sarà cessato?

Più curiosa ancora è la parte dell'intervista che riguarda le insidie ne miche. « Vi sono - dice l'on. Nitti - dei nemici "invisibili "». L'on Nitti scherza. I nemici sono visibili, perché sono corporei, di carne e ossa, vestono panni, mangiano il nostro pane, vivono nelle n ostre città, lavorano nelle nosuc fabbr iche, insegnano - come risulta da un pavido decreto luogotenenziale - nelle nostre scuo le. Noi. che non siamo ministri e nemm eno funzionari di ministri, potremmo presentare all'on. Nitti un lungo elenco di questi « inv isibili » nemici ....

Certo , se chiudiamo gli occhi, i nemici diventano invisibili. Noi, in verità, non sapevamo ,che l'on. Nitti avesse dei p enchan!I per questo occultismo alla Offenbach....

Dunque ci sono dei nemici che ci insidiano. Ma allora perché non li arrestate ? O trovate nella l oro da voi asserita e non esistente « invisibilità » l' alibi e la giustificazjone p er la v ostra inco mP,rensibile to lleran2a?

Ma tutto si spiega quando alla fine dell'fotervistil l'on. Nini dice che non si può vincere « perseguitando i . nemici)). C'è da rimanere trasecolati. Non perseguitare? E alloca? [Censura]. Perché citare Goethe? N o n abbiamo noi tra i nostri poeti e i nostri pensato ri, qualcuno che abbia detto qualche cosa di simile ? 11 dantesco

. • . seggendo in piuma, in fama non si iiien, né rollo coltre ; non vuol dire forse che la fama - cioè la g randezza di un popoloè il prodotto del suo perseverante lavoro, dd suo sforzo eroico ?

L 'on, Nitti è l'uomo delle realtà . ...

Da // Popolo d'Italia, N. 331, 29 novembre 1917, IV. Pubblicato anche s ulredizione di Roma, N. 332, 1 dicembre 1917, IV.

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