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IDEE, RICETTE E SABOTAGGIO

C'è un sabotaggio della guerra che viene compiuto nella maniera più allegra e più inconscia dai nostri giornali non esclusi i maggiori e n on escluso nemmeno - in linea assoluta - il nostro : questo sabotaggio avviene per mezzo ddlc notizie che i giornali passano senza controllare e senza chiedersi - perentoriamente - quale influenza - felice o funesta - possano esercitare sull'opinione pubblica.

È un fatto che i giornali italiani hanno troppo parlato di pace. Noi, dal fronte, segnalammo , a suo tempo, il fenomeno, ma inutilmente Si continuò nello st esso sistema. I gi o rnali giungevano nelle trincee pieni di titoli come i seguenti : la Svizzera e la pace; Stoccolma e la pace ; il Papa e la pace; Michaelis e la pace; Ribot e la pace; Czernin e la pace I soldati si fermavano al titolo perché più seducente ; non leggevano o non capivano troppo chiaramente il resto .e 1 veniva fo'rm~ndosi nella loro coscienza u.no stat? d'attesa., che le circostanze tragiche o penose ddla loro v1ta acmvano : l'attesa della pace, da un giorno all'altro, dal momento che re e ministri e giornali ne parlavano sempre....

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Noi che eravamo in grado di constatare l'effetto pernicioso di tali lett ure, scrivemmo: voi parlate troppo poco di vittoria e troppo spesso di pace, e còntribuite a debilitar e il « morale» dei soldati, già scosso per altre ragioni. Pa r ole al vento. Anche dopo la lezione del 24 ottobre, non si muta sistema.

Prendiamo il Corriere della Sera di ieri, 29 n ovembre Leggiamo nelle « recentissime » un titolo di que~to genere : ù idee di LJJrd La,11downe per porre fim alla guerra.

Dunque c'è un signore, ex ministro degli Esteri, per giunta, che ha delle idee non già per vincere la guerra, ma per metterci fine. Questo è il significato del titolo. Il soldato non va a leggere tutto il resto. Gli basta il titolo. E nigiona rozzamente e logicamente cosl : se·con delle idee si può finire la guerra, è inutile battersi coi fucili e coi cannoni; è inutile soffrir e ; è inutile morire.

Ora noi domandiamo : era proprio assolutamente necessario fa r conoscer e al pubblico ·italiano - non escluso, s'intende, il grande pubblico italiano schierato tra Brenta e Piave - le idee del signor

La nsdowne? E non si è pensato all'effetto illusionistico che tale lettera p uò suscitare in Italia? Non si è pensato che il sollevare delle speranze d i pace, quan do i tedeschi sono sul Piave, è un gesto di leggerezza ? Sappiamo : il giornalismo ha le sue esigenze ; ma anche l a guccra, anche la v ìt"i:oria ha· le sue esigenze.

D'altra parte che cosa ci dice cli nuovo il signor Lansdownc?

Proprio nulla. Nella prima parte della sua lettera, egli riprende il m o tivo wilsoniano, secondò c ui i 6ni di gu~rra giuridici - società delle nazioni, disarmo, arbitrato i nternazionale - sono più impo rtanti degli altri fini terri to riali politi.ci, e sta bene; quantunque ci sia da osservare che - se non si riesce a sist emare le nazioni n ei 1oro naturali confini e secondo le leggi e le tendenze del lo ro sviluppo storico - non è possibile, per la conttaddizion che nol consente, equilibrio stabile e pace; duratura fra le gent i. ·

In seguito, Lord Lansdowne afferma che tutti i belligeranti sono d'accordo per ciò che riguarda il « domani >) ; ed è vero, perché g li Imperi Centrali, quando per bocca dei loro Michaelis e Czcrnin, parlano cli disarm o o di ar bitrato, non si impeg n.ano e non impegnano nessuno. Chi detta legge, in definitiva, è Hindenburg e quello Stato Maggio re il cui sotto-capo ha pubblicato un opuscolo sulla fut ura guerra della Germania. È sull'« oggi » che i due gruppi belligeranti non sono d'accordo; è sull'« oggi » che i Governi della Mitteleuropa sono irriducibili; tanto è vero ch'essi perseguono ancora la ! ealizzazione po litico-territoriale-econ omica del sogno pangermanista. E se l 'oggi n on si sistema, come si può andare incontro al domani?

Ci sono, dunque, accanto ai problemi del domani, i problemi territoriali. Lord Lansdowne r itiene « che co nvenga completare e riesaminare il quadro delle aspirazioni territo riali degli Alleati in base alla situazione p resente soprattutto per quel che rig uarda l 'Europa sud-orientale )>, Parole di colo re oscuro, queste, che abbisognano di q ualche chla rimento. Lord Lansdowne ritiene che gli Alleati debb an o incoraggiare il «pacifismo» dei tedeschi. N oi crediamo ch'egli riesca colla ~ua lettera ad incoraggiare soltanto e precipuamente l'appetito dei tedeschi. Le dichlarazioni che gli Alleati dovrebbero, secondo L o rd L a nsdowne fare, sono state già fatte. Nessuno deg li A lleati vuol « distruggere» la G er mania come « grande potenu )). Ciò che si vuol distruggere è il su o m ilitarism o aggressivo e criminale. G li u omini di Stato della Intesa hanno precisato e insistito su questo punto mille volte. in mille occasionL Nessuno cerca d'« imporre» mutamenti di governo all'inter no della Germania. Se i tedeschi, incapaci di pensare e di v incere in libertà, vog liono continuare a godersi il ·regime degli Hohenzollern, padronissimi ; purché l'Hohen- zollern sia reso innocuo all'esterno. È stata anzi, crediamo su queste colonne, sostenuta la tesi - dallo aspetto paradossale - che una Germania orpellata di democrazia alla superficie e di tendenze imperialiste nel fondo, potrebbe essere piò pericolosa di quell'attuale, Che gli Alleati siano pronti ad aderire a un « patto internazionale ~. questo risulta da tutti i loro atti, da tutti i loro discorsi.

Insomma le cinque dichiarazioni di Lord Lansdowne figurano già nei « fini di guerra » della Quadruplice Intesa. L'accordo non è stato e non è possibile, semplicemente perché la Germania si rifiuta di accedere sul terreno delle riparazioni e d elle garanzie reali, secondo il linguaggio di M. Asquith. Gli Alleati possono, nella loro odierna riunione di Parigi, rimuovere quelle dichiarazioni Dire, come già dissero la volta scorsa, che la g ue rra ha ~per obiettiv o la distruzione del militarismo prussiano, ma il risultato sarà nullo. La Germania non c ede. È ancora alla « carta di guerra ».

Qual~, in conclusione, il costrutto della lettera di Lord Lansdowne?

Questo : ch'è possibile, e anche presto, u na pace per accordi. Il Corriere della Sera divulga fra il pubblico italiano combattente e non combatte~te la speranza o la hducia di quCsu « possibilità )>. Perché, allora, continuare il « flagello », come è detto in un sottotitolo della stessa cortispondenza londinese ?

Questo è il «sabotaggio» che viene perpetrato da noi, senza badarci, in buona fede. È tempo di smettere col seminare nuove illusioni Ciò che va bene a Londra, non va più bene in Italia. Diverso pubblico. Diverse mentalità. Condizioni diverse.

Noi, abbiamo i tedeschi sul Piave, e dopo il 2.4 ottobre....

Da Il Popolo d'/Jaiia, N. 332, 30 novembre 1917, IV, Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 333, 2 dicemb(c 1917, IV.

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