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[PRODURRE PER VINCERE)*
Q11ando Ii aÌza per parlare il no.rlro Direttore una grande ovazione lo 1a/111a. La folla i n piedi applaude /ungomtnle, acclamando al P opol o d'Italia, o/l'Italia ed agli Alleati La manifertazione dura pareuhi -minulì, mentre 111/ palcoscenieo, ai piedi di M 11uolini, 1«/ tavolo al quale egli si appogi,ia, cade una nuova pioggia di fiori. Quando l'indimenlùabi/e dimos/raz.ione acunna a fini re, Benito M:moliln inizia il suo discorso.
L:ivoratori I Cittadini !
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L ' altra sera, dopo t r e anni d i s ilenzio, hO parlato al p ub blico della Scola : pubblico imponente, sala grandiosa, ma io preferisco questa frat erna riunione di operai e di soldati, perché malgrado tutto io sono e resto sempre l'uomo della folla che p roduce e lavora, l'uomo che avversa implacabilmente ogni parassita. (Applatui).
Sono qui a parla rvi di guer ra ed a ricordarvi un articolo che qualcuno di voi ricorda ancora, nel quale, in ce rto qual senso, p revedevo questa tregua ! « Tregua d'armi», dicevo allora, ed il motto oggi ripeto J (Appla,m). Quando si parla di guerra bisogna farlo con purità di coscienza, senza i soliti ·fronzoli della rancida ·le tteratura di ma.niera; bisogna pensare che .in questo medesimo istante in cui noi siamo q ui raccolti per elevare ad essi il nostro pensiero, i nostri mig lio ri uomini, i n ostri fratelli, i vostri figli, i vostri mariti sono 11 a macerarsi, a soffrire e forse a morire per noi, per la no.stra Patria, per la nostra civiltà I
L a guer;a noi l'abbiamo v oluta., è vero. ma perché gli altri colla loro prepotenza ce l'hanno imposta. Ci eravamo illusi che fosse p ossibile .realizzare il sogno della Internazionale fra i popoli ; ma mentre da n oi si credeva sinceramente alla bella chimera, in Germania gli « internazionalisti» si dichiaravano - con Bebel alla testa - prima
• Riassunto del discorso pronunciato a Sesto San Giovanni, nel cinema-teatro, la sera del 30 novembre 19 17, durante una grande manifestazione operaia».
Prima di Mussolini avevano parlato i l sindacalista D ino Roberto e l' operaio belga tedeschl: e poi socialisti. E nei congressi internazionali i tedeschi rifiuta!ono sempre sistematicamente di impegnarsi con i socialisti deg li altri paesi in azioni decisive, sotto lo specioso pretesto che la costituzione retriva del l oro paese non consentiva lo ro, senza mette re a repentaglio la loro organizzazione, di stringere accordi i nternazionalisti. Essi tenevano troppo alle loro organizzazioni, ai centodieci deputati, alla· ping ue cassa gonfia di marchi, l' unica cosa che si sia salvata di quella turpe cosa c he è il socialismo tedesco. (Gran di app/(}Jm).
AJfonso Gaspar: (Da Il Popolo d'Ita/ù,, N . 333, 1 dicembre 1917, IV) .
Co11Ji1111ando, M11mJ/ini afferma reti.ramente che, mentre la Germania prep arava la g uerra, organizzando il più formidabile strumento di dominio e di strage , n essuno in Italia, i n Francia, nell'Inghilterra e nella Russia, pensava all'imminenza del terribile flagello . .Conoscevamo male la Germania J - uclama l'ora/ore. Conoscevamo solo la Germania delle m argh erite stoppose, dei romanzi nostalgici, ma non quella dei von Bernhardi, degli Harden, degli Hohenzollern.
O,i ha voluto la guerra è stata la Germania. L'ha detto Ha rden in un impeto di sincerità sconsiderata. L'hanno reclamata i socialisti . revisionisti pretendendo più terra per J'espansiòne del popolo tedesco ; l' h anno preparata i pro fessori occhialuti, incapaci di sintesi ma terribili nell'analisi ; l' ha imposta la casta militare.
Il pretesto per scatenarla_"fu subito trovato. Due colpi di rivoltella scattati nel 1914, qualche bomba, due cadaveri imperiali trascinati a corsa sfrenata in una berlina di corte furo no il pretesto. La guerra, alla quale gli Imperi Centrali si erano p reparati, divampò su tutti i campi.
Noi, socialisti interventisti , fummo per la guerra perché intuimmo che essa por tava in grembo i germi della rivoluzione. Non è il primo esempiò di guerra rivoluzionaria Lo furo no quelle napoleoniche, queUa del 1870, le imprese gari baldine e n oi, se fossimo v issuti in quelle epoche, vi avremmo partecipato con eg uale animo e con la stessa fede.
Anche Carlo Marx fu guerraio lo. Nel 1 8j 5 scrisse che la Germania avrebbe dovuto dichiarare la guerra alla Russia e nel 1870 diceva dei francesi: « Bisogna batterli I Non saranno mai battuti abbastallza » . E quando nel 1871 i socialisti di Francia, con ingenuità lati~a, dopo aver dichiarato la Repubblica, lanciavano ai ted eschl un appello appassionato p er ~a pace, Carlo Marx diceva : « Quegli imbecilli di francesi pretendono che per il lo ro straccio di Repubblica rinunciamo ai vantaggi di q uesta guerra ».
Si pu ò essere socialisti e caldeggiare certe g uC;rte. Quando la patria è in pericolo non si può essere pacifisti.
L'uomo non può ignorare la patria come l'àlbero non può ign o~ rare il suolo che l' alimenta. (Appia/I.Ii 'tttiorosi), 11 n ostro popolo l'ha compreso e voi, che portate nelle vene qualche goccia del sangue dei guerrieri di Legnano che scacciarono H Barbarossa e dei popolani delle Cinque Giornate, vi unite a me oggi nell'incitamento ai soldati perché il territorio nazionale venga liberato dall'onta del servaggio. (Grandi appla,ui). Rinnegare la Patria, v uol dire rinnegare la madre, specie quando la Patria sta attraversando un'ora critica.
L'oratore arcmna alle came d1t possono aver prodotto tma momentanea rila.riatrz.za mila difesa alla fronte. [Censura].
Si è credil.to che lo sciopero -dei soldati portasse la pace, ma quando i nostri soldati si accorsero che il nemico, invece di buttare il fucile, piazzava cannoni e mitragliatrici ; che invece cli fraternizzare, massacrava uomini, donne e bambini, e lungi dall'arretrare versQ i suoi paesi avanzava in casa nostra, ·i nostri soldati hanno aspettato che un fiume con sufficiente acqua li dividesse dal nemico per opporre ad esso la barriera infrangibile dei petti italiani. (Applausi vi viuimi, ince.uanli) .
L'oratore nega che il nostro arretramento sia dovuto alla paura dei tedeschi, I vincitori di undici battaglie, i soldati del Carso, della Bainsizza, di Monfalcone, del S. Michele, del Vodice, del .Monte Santo, del Cucco, del Sabotino non temono gli elmi a chiodo.
Tutti gli eserciti dei paesi in lotta ebbero momenti di smarrimento, ma nessuno si riprese con la prepotenza colla quale noi ci siamo ripresi. Dopo una sola settimana dalla ritirata, le nostre truppe fronteggiavano nuovamente il nemico, respingendolo.
Abbi.amo rasentato l'abisso, potevamo perderci, ma ci siamo salvati. Mentre i tedeschi spera vano in un supplemento di: rivoluzione, i soldati ritrovavano la forza di resistenza smarrita, cd ora alla fronte non si fraternizza che a fucilate. (Appla,m) .
Sempre ascoflalisllmo, Mussolini afferma le ragio11i ideali, o/Ire ,he ma/triali, della noslra guerra, dkendo che quando la bufera sarà passata, saremo orgogliosi di av c:1: fatto il nostro dovere. A&eenna all'esempio di WiJson, pacifista convint"o, attratto alla guerra da un alto sentimento umanitario Che gli fece concepire il proJungarsi della neutralità come una intollerabile complicità colla Germania brutale.
La guerra finirà colla nostra vittoria, ma per vincere occorre che voi operai produciate di più. Occorrono cannoni, proiettili, fucili, bombe in grandi quantità. Le armi e le munizioni i:appresentano in questo momento la nostra salve:z:2a. Oggi, il nostro d overe è di produrre, D omani, quarÌdo trasfém:ncremo le nostre officine e pi:odurremo aratri, zappe, strumenti di lavoro, sarà in noi la gioia del do vete compiuto.
Oggi. e 6no a quando i barbari siano vinti per sempre, bisogna che g li strumenti d ella morte s'accumulino sotto l'i mpulso della vostra decisa volontà di vittoria. (Una grande acclamazione accoglie le 11llime parole di Muuolini. La folla in piedi applaude lungamente rinnovando al nostro Dirti/ore 111111 ajfell11osissima dimostrazione di simpatia e di so/ida·tùtd. A Mussoli ni ed a Gaspar vengono ojf,rti molti fiori, e mentre il pubblico si avvia alle usdte, nuovi applaun· salutano gli oratori. La dimostrazione a Muuofùti -ed a Gaspar si rinnova all'nterno tra nuove acclamazioni e grida rinnovate di: ·« Viva l'Italia I Viva Muuolini I Viva il Belgio I Viva il Popolo d'Italia I »).