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) NOSTRI POSTULATI
Bosco E Imboscati
D opo trenta mesi di guerra, il p rob lema grave e delicato degli imboscat i attende ancora di essere affro ntato e risolto.
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I ministri della Guerra che si sono su cceduti dal maggio 191 j ad oggi, si sono lim itati ad emanare delle circolari. Il minis uo Z u pp elli, che doveYa dare il primo colpo· di accetta al t roppo lussu reggian te bosco nazionale della incoscienza e della pusillanimità, lasciò Corre re Il generale M a rro ne man ifestò degli eccellenti proposiù disbo_sca to ri, ma tutto rimase su lla car ta Il g ene rale G iardino cercò cli iniziare L'opera del disboscamento, ma il suo tentativo può d ir si so ltanto p ar zialmente riuscito.
Oggi, l'o n. Alfieri fa ann~nd are' che si « disboscherà)> finalmente e sul serio e senza indugio ; ma il p ubblico non sa nasco ndere il suo scetticismo, giustificato pienamente dall' esperienza vissuta di tre n ta "' mesi d i g uerra.
E p pure, bisogna accingersi a questa fatica. Bis ogna d isboscare È urgen te. D ilazionare, o, more itaÌico, lasciare nùovamente le cose a metà, sarebbe esiziale È, innanzitutto , una questione di d ig nità nazio nale. Oggi, abbiamo i soldati degli Alleati che passaO.o dalle nostre città e osservano la folla. Che cosa d evono pensare di noi, p er esempio, i fra ncesi, i quali hann~ mobilitati g li uomini di 48 àn ni, quand o ved o no circolare impunemente e i n g ran numero giovanotti d alle spalle q uadrate, abilissimi al servizio di guerra e di trincea ? E che cosa devon o pensare, davanti a questo spettacolo, ì nostri g rigio -verd e, mo lti dei q uali hanno al loro attivo tutta la guerra, dall'inizio a d oggi ? Non è supremamente ingius ta questa sperequazione nel co ntributo d el sangue?
Ebb ene : se si vog liono riempire i v uoti pro dotti nelle no stre file, bisogna disboscare. Se no n sì v uole debilitare il m orale dei combattenti e delle loro fami glie, bisogna dfab oscare e dimostrare coi fatti che nessuno - quando sia do tato di quel minimum di q ualità fisiche che la guerra richiede - può sottrarsi all'adempi mento d el suo sacro dovere di soldato ,
Il disboscamento' deve avvenire in alco e in basso, prima di tutto nell'esercito stesso. t semplicemente enorme che dopo trenta mesi di guerra, si debbano chiedere degli elenchi di chi stato e di chi non è stato al fronte·; enorme, dicillmo, perché tutti dovrebbero esserci stati. Nell'esercito non ci devono essere che dei combattenti. Gli ufficiali non devono essere che· ufficiali combattenti. Un ufficiale « contabile l> amministratore è un non senso, almeno in tempi di guerra. Si prenda, a sostituirlo, un ragioniere che non abbia obblighi di leva.
In questi giorni si è scoperto un piccolo bosco a Roma, nel quale nidificavano ben 18 5 ufficiali. Quel bosco s'intitolava « Ufficio Stralcio» annesso al Ministero del Tesoro e aveva per compho di « rivedere» i conti della guerra libica. Un'opera lunga come il Dizionario della Crusca. Non è buffo - per lo meno buffo - un ufficiale, con tanto di stellette e magari relativo nastrino dei due anni di guerra, che poltrisce sui registri, sbadiglia sulle emarginate, schiaccia un sonnellino sulle <e pezze» giustificative, mentre al fronte, da due anni, migliaia e migliaia di ufficiali, suoi colleghi, si battono e muoiono?
Se autore del provvedimento disboscatore dell'Ufficio Stralcio è l'on. Nitti, ci compiacciamo vivamente con lui. Ma non basta. Altri uffici a Roma e altrove sono 2eppi di ufficiali e di ·soldati che non sono mai stati al fuocò. Bisogna disboscare la sanità, la sussistenza, la croce rossa, l'automobilismo, l'aviazione. Sembra che l'on. Chiesa · sia deciso ad agire, almeno per l'aeronautica Gli elementi delle classi giovani devono essere utilizzati nelle armi combattenti. Donne, riformati definitivamente e uomini senza obblighi dì leva, potranno colmare i vuoti prodotti da questo rastrellamento boschereccio.
Ripulito l'esercito, bisogna armarsi di una scure ben affilata., e · continuare l'opera nel Paese. G li «insostituibili)) sono troppi. Con un po' di quella buona volontà che finora è mancata, il loro numero potrebbe diventare insignificante, Il criterio dell'« insostituibilità» è troppo lato e si presta quasi sempre ad interpretazioni troppo benigne.
Altra misura che s'impone : la revisfone degli esoneri rielle officine. I veri operai - che sono anch'essi artefici della vittoria - banno tutto l'interesse materiale e morale a n o n voler essere confusi cogli operai d 'occasione improvvisati alla vigilia della guerra, o alli vigilia della chiamata delle clas~i. Questi pseudo-operai devono ·perdere il loro duplice, eccezionalissimo privilegio : quello di salvare la pelle e quello di prendere un salario che non è di fame. Sono stati risparmiati sino ad oggi. Non si lagnino, se la cucC1.gna finisce. Ha durato ben trenta mesi.
. 11 problema degli imboscati ha altri aspetti. Gli imbosati non sono tutti necessariamente vili. Spesso sono semplicemente dei fan- nulloni, che più dei pericoli, temono·i disagi della g uerra. Qualche volta degli « imboscati per forza », che finiscono per accet ta re la loro situazione di comodo. Da tutti costoro . è pOssibile t rarre qualche rendimento militare. Ci sono g li imboscati per paura. Quando voi vedete un professionista - con tanto di laurea universitaria - che si acconcia ai mestieri più bassi di un piantone di ospedale, vc;,i avetC certamente dinnanzi un imboscato per paura. Gente di siffatto calibro fa più male che bene nelle file dei combattenti. O si adotta il sistema di farli avanzare a .... suono, cioè, a raffiche di mitragliatrici, o s i adotta l'altro, che è quello di costringerli al lavoro più duro - retribuito con due soldi al g io rno - nelle officine o nelle miniere.
Perché il disboscamento riesca, non bas ta emanar""è una circolare che finirebbe come le precedenti. msogna: a) attuare la mobilitazione · civile di uomini e donne d ai 16 ai _so anni; b) comminare pene se- · verissime per g li imboscatori; e) giovarsi d ell' opera dell'A ssociarione nazionale dei mutilati e invalidi di g u erra, i quali sono i più « indicati » per coadiuvare gli organi governativi.
Non transigenze. Il turno d eve venire per tutti. Lo impongono i morti che attendono la rivincita; lo impongono i vivi che, dopo trenta mesi di guerra, hanno il diritto di un po· di riposo, A questa esigenza di squisito ordine mòrale non può sottrarsi nessuno, specialmente oggi che la Nazione deve raccogliere tutti i suoi uomini, rutti i s uoi mezzi, tutte le sue riserve umane per fermare il barbaro, ricacciarlo dal Veneto, res pingerlo oltre ai naturali confini d'Italia. Abbiamo i tedeschi sul Piave.
Disboscare, senza pietà I
Da li Popolo d'/Jalia, N . 3H,- l dicemb re 1917 , IV. Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 335, 4 dicembre 1917, IV.