![](https://static.isu.pub/fe/default-story-images/news.jpg?width=720&quality=85%2C50)
3 minute read
RITIRATA IN BUON ORDINE
Ciò che è venuto alla luce del Comitato cosi detto segreto - e. oramai i lustrascrape di tutti i quadrivi di Roma conoscono perfettamente il valore dell'estensione del « segreto » montecitoriale - può riassumersi in questi t ermini. L'Unione parlamentare ba mosso all'attacco del Ministero. L'Unione parlamentare, spe2zando il patto della concordia nazionale, concluso nella seduta del t4, novembre, con l'intervento e coi sacri «cari smi» dei 4 ex Presidenti del Consiglio, ha delineato una ma'nov ra di opposizione contro il Ministero Orlando e, soprattutto, contro due membri di esso Ministero. Che le divisioni germaniche operanti nel settore cli Montecitorio volessero scatenare una offensiva, dopo la tregua del 14 novembre, apparve chlaro. sino dalla seduta che precedette il Comitato segreto.
Giovandosi delle tenebre, gli unionisti cercarono di spingere l'attacco a fondo. Cinque giorni durarono gli assalti. Obiettivo: un saliente, occupato il quale tutta la posizione ministeriale sarebbe precipitata: il saliente Sonnino. Contemporaneamente il senatore T ommaso manovrava a palazzo Madama Manovrava a tenaglia. Stile hindenburg h.iano. Il giuoco è stato serrato. La l otta accanita.
Advertisement
Ad un dato momento l'on. Pietravalle ha parlato di « bolg ia » parlamentare.· Era l'o ra del contrattacco vittorioso. Oggi, collo spalancarsi dei p ortoni di Montecitorio a quèsto sole radioso di ROma., ecco che la situazione appai:e mig liorata., se non capovolta G li « unionisti » mariìfestano una evidente tendenza allo squagliamento. Si ritirano in buon ordine.
Potrà -esservi ancora qualche saltuaria azione di artiglieria, ma si trattcrl di fuoco « dimostrativo diversivo » fatto dai piccoli calibri. Il grosso « 42.0 » che ci intendiamo non ha ancora aperto bOC:ca. Sta seduto.
È assai probabile che le batterie wtloniste rinunceranno alla offensiva, attendendo tempo migliore.
Ma è destinato che a Montecitorio tutte Je battaglie finisc100 in una commedia. Adesso, a quanto pare, gli « unionisti» cambiano tattica. Fraternizzano~ alla russa.
Non hanno potuto abbattere il Ministero votandogli esplicitamente contro ; lo danneggiano, lo conipromettono votandogli in favore, confondendo i loro voti con quelli dei «fascisti», creando ancora una volta. l'unanimità equivoca, insincera e infeconda der voto pletorico. Eppure un dissenso si ! dichiarato nelle sedute del Comitato segreto ; eppur"c questo dissenso ha. avuto manifestazioni acute e iriequivocabili. Ha posto di fronte uomini contro altri uomini ; una politica interna_ e un'altra politica interna ; e - soprattutto - una politica estera, quella di Sonnino, cd un'altra politica estera, candidati alla quale sarebbero, secondo gli « unionisti », gli on. Tittoni e - perché no ? - l'on. Nitti.
E c'è anco ra qualche còsa di più: che gli « unionisti » confessano a se stessi quello che non osano ancora di confessare apertamente in pubblico : il desiderio che essi mascherano con una pretesa necessità obiettiva di trovare una via di mezw per andare alla pace.
Perché dunque, se la logica ha ancora un senso e la sincerità non è diventata una favola, de vono confondersi insieme i ·voti cli coloro che pensano, come Lloyd George, - non ésservi via di me:zzo fra la yittoria e la disfatta - e coloro che in questa ·via di mezzo credono o fingono di credere, tanto che vorrebbero indirizzarvi con una sostituzione di uomini tutta la politica d ella Nazione ?
Ormai il Paese, ·anche attraverso il Comitato segreto, ha la nozione e la coscienza di questa antitesi. I palliativi non contano. Ed è supremamente buffo credere di trarre in inganno i nemici fabbricando le nostre case politiche sulle sabbie mobili della ipocrisia
È meglio, è molto meglio che il dissenso si esprima attraverso un voto chiaro. Che gli « unionisti» abbiano qualche buona ragione per non contarsi e per e vitare di afferrri.arsi con un voto che fa rebb e assumere loro definite e non vaghe responsabilità, può essere, ma noi pensiamo che non convenga al Fascio parlamentare d i difesa nazionale di cadere in questo pièg,. Altrimenti non varrebbe la pena di essersi cosl nettamente differenziati.
E crediamo anche che il Governo dell'on. Orlando abbia tutto l'interesse a provocare un voto che divida la Camera piuttosto che unirla. -
Si può governare con una maggioranza, ma colla ùnanimid è difficile. La unanimità appartiene al genere degli « amplessi che soffocano».
Noi non siamo tra coloro che temono chissà ma.i quale catasttofica conseguenza da q'uesto frazionarsi del Padamento, e creano distinzioni su ciò che è permesso in tempi di politica e ciò che è severimcnte vietato in tempi di storia.
Che l'unanimità sia desiderabile, augurabile, possiamo ammettere,