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LA FARSA N ELLA TRAGEDIA
Il Disfat Tismo Del Bonzo
La beneficiata pacifon daia di Oddin o Morgari non merita soltanto u na strappata di o recchi, ma un vivo e co rdiale r in g raziament o .
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~{e la saluta lei.... - per dirla nel ger go di Oro nzo l'immortale Ila sig no ra concordia nazionale con questi italiani sovie tizzat i ?
Eppure in un primo tempo, malgrado il d iscorso dell"on. Pramp o lini, che riaffermava - nella seduta storica del 4 n ovembre -l'immutabilità dell'atteggiamento del Partito Socialista Ufficia le ; malg rado la condotta del g iornale austriaco che esce in lingua non sempr e italiana a Milano, l'on. Orlando ha creduto alla possibilità dì una concordia nazionale, anche coi socialisti ufficiali [.... censura].
L'on Orlando era vittima delle più assurde illusioni e non interr ompc~do l'on. Morg ari, nei m omenti in cui il bonzo torinese v arcava ogni limite dfafattista, ha riconosciuto implicitame nte il suo erro re. Non v'è e non vi può essere concordia possibile fra c oloro che, · come noi, vogliono la vittoria, o anche fra coloro che d esiderer ebbero una pace cli compromesso, e l'o rato r e del gruppo parlamentare socialista ufficiale, che vorrebbe una pace qualunque : q u indi, necessariamente tedesca, una pllce « per sfasciamento interno », seCjondo l'appropriata espressione del Presidente del Consig lio .
Ma il gfo dizio sul discor so dell'on. Morgari è stato dato dallo stesso on. O r lando, q uan do ha rilevato una identità perfetta fra il linguaggio del deputato socialista alla Camera italiana(?), e il linguaggio de i generali tedeschi.
È almeno deplorevole che un discorso cò sl stupidamente e ig nobilmente d isfattista sia stato pro nunciato alla Camera, anche per il fa tto che questo discorso, a me220 dei giornali, arriverà alle trincee. Ma almeno, dopo la giornata p arlamentare di ieri, si comprenderà che la concordia nazionale ammette un minimo denominatore ·di idee comuni, senza d elle quali la concordia n on può esistere e n on può nemmeno essere decentemente invocata, o imposta col regime censoriale del Governo.
C'era un mezzo, una parola, una semplice parola per «gelare» fino dal principio della sua concione massimalista l'on. Morgari. Bastava gridargli « Lulù >1 . E il bonzino, smontato dalla improvvisa evocazione, non avrebbe inflitto al Parlamento lo stillicidio mortale della sua o rato ria prolissa.
Allo scoppio della guerra ron. Morgari fu quasi interventista . Anzi, interventista Voleva arruolar si volontario. Cosl, pet « ernozfonare » un po' la sua vita di frate zoccolante del socialismo italiano. In una specie cupio di.uolui. Un uomo che si è lavato una vo lta sola in vita sua, quando andò a noz.ze, può a ve.re di questi momenti di tetraggine. Sono spesso dei fatti di indole materiale, volgare, che determinano gli stati d'animo « più complicati»....
Si dice che Schopenhauer n on sarebbe staÌ:o cosi pessimista, se avesse p o tuto digerire meno labotiosamente.· Ma t orniamo al nostro montone. Voleva arruo larsi volontario.
NC parlò con l'on. Turati, il" quale in fatto di emozione gli consigliò amichevolmente un salto dalla finestra sita al terzo piano del n umero 2.3 dei Portici Settentrionali. Ne scri sse all'o n. C hiesa. G li scrisse : « Tie nimi il posto nel caso si costituisca un'armata garibaldina>) . Perch é il bonzo aveva allora degli scrupo li repub blicani e sdegnava di combattere n ell' esercito regio
Dopo alcuni mesi, nel 1916, l'avv. Plinio Ghe rardini, leader u n tempo del Partito Socialista torinese, partl volontario E l'on Morgari gli mandò una cartolina con quest e parole solenni : <{ Ti invid io I »
L'avv entura di F ord è nota. L'on. Morgari no n aveva scrupolo di prendere il denaro bo rg h ese che reputava necessario alla sua propag anda. Pe nsate: 50 milioni: « C'es/ l'argenl qui Jait la paix... . ». Ma l'argento di Ford ·adesso fa dei cannoni, delle mitragliatrici, delle bombe e altri piacevoli arnesi umanitari del genere.
Meno nota è l'avventura di Lulù. La scena si svolse a P arigi, dove l'on. Mo rgari si t rovava in q u alità di missionario della nuova Internazionale. È il solito colpo di fulmine per una Lulù dei Boulevards. Vi fu uno scambio di lettere Quella di Morgari, destinata a figurare fra i cimeli della ricos tituente internazionalista, era di pagine l9 con un poscritto. . Ma vi fu an che uno scambio di padrini. Poco mancò che il pacifondaio o n. Morgari scendesse sul t erreno in fiera t enzone co ntro un rivale, un g iovan e pallido, momieur Alphonse, sedicente architetto g reco : l'amante·.d el cuo re di Lulù . L'avventura è niente. L'impo rtante è il duello.
Continuiamo.
Siamo all' Aja. L'on. M orgui, nell'attesa di Stoccolma, inganna il tempo k:ggendo dei romanzi francesi. Lo va a trov are il gior nalista belga Luigi Piérard. La conversazion e condusse a Stocc~lma. Ad un certo punto l'o n. Mo rgari confessa: « I tedeschi nù darebbero il transito per la Germania, ma io non accetto » Prendiamo atto di questo residuo di pudore, ma.la confessiÒne è decisiva. ] tedeschi fanno passare g li amici nei loro territori, n on già e non mai i nemici.
Certo il discorso dell'on. Morgari sarà riprodotto d a tutti gli organi dell'imperiale. re&ia forca. Ecco perché bisognava impedirlo con il grido, maga ri ripetuto a cadenza, di « Lulù » I Ma intanto, mentre alla Camera italiana(?) jl disfattismo celebra i suoi saturnali più ignobili, abbiamo i tedeschi sul Piave; e non bisogna dimenticarlo, dopo la vicenda « o scura » di Caporetto.
· E poi ci sono uomini seri, giornali seri, che accusano noi d i avere · inventato il disfattismo per am ore di polemica....
Per essere seri , sono anche troppo buffi.
D a 11 Popol o d'llizlià, N . n~. 23 dicembre 1917, IV: Pubblicato anche sull'ed izione di Roma, N. 354, 23 dicembre 1917, IV.
ED ORA, AI FATTI!
Ci soddisfa la chiusura dei lavori parlamentari? [CensNraJ.
Nelle risultanze della _ breve sessione di fin d'anno, complessivamente considerata, questa chiusura ci lascia, se non più soddisfa tti, un po' meno insoddisfatti delle precedenti.
Per più :ragio ni : per la costituzione del Fascio parlamentare di difesa nazio nale ; per l'e ffi cacia d'azione che esso ha saputo esercitare, e per il discorso dell'o n. Orlando.
Ma intendiamoci : una volta di più il Presidente del Consig lio ha messo in evidenza specialissime do ti di eloquenza e d i abilità p arlamenta re, e non sono dav vero queste che soddisfano ; ~Imeno fino a quando egli non dimostri coi fatti di averle messe ìn una speciale situazio ne di equilibrio, al servizio di quella politica energica ed inflessib ile che noi r eputiamo necessaria per realizzare la vittoria.
L'on. Orlando, ancora una volta, ha abusato delle argomentazio ni a contrappeso.
Basta rilevare, in ptoposito, la · deplotazione dei « feticismi » e delle « fobie>), Ah I on. Orlando l noi che dopo Capotetto fra i disputanti sulle t esponsabilità demmo esempio di concordia e di dnuncia alle recriminazioni, ben av remmo voluto, o ggi, che la clausola delle «fobie» fosse stata distrutta !
Ma v oi ben sap ete ch e avrebbe potuto distruggerla soltant o una franca, esplicita dichiarazione dell'on. Giolitti.
E la dichiarazione non venne. Peg gio, come disse l'o n. Cola ianni, ·venne « incomplet a e capziosa». [Censura].
Ma vi riconosciamo il merito di avere risposto.... all'on. Turati. E di averlo messo colle spalle al muro ; e di esservi, in tal modo, avvicinato sensibilmente al « Fascio di difesa nazionale ».
Poiché, se vi rivolgevate quasi esclusivamente all'on. Turati, noi abbiamo compreso benissimo che voi parlavate anche ad altri, almeno per una parte delle risposte, e specialmente per quella relativa alla politica estera, o per lo meno v oi patia.vate all'on. Tu.rati io quanto lo consideravate, giustamente, un giolittiano.
e: Se qualcun~ crede di poter risolvere diversam ente si faccia avanti ! »
Qui voi no n invitavate certo l"on. Turati ad assumere la Presidenza del Consiglio ; né il « deputato di Caporetto >), on. Treves, e, unto meno, immaginiamo, l'on. . Morg ari.
Ma, qualcuno, non si fece avanti, anzi rimase al suo posto ; seduto, impassibile sempre, senza nemmeno partecipare alle acclamazioni deUa Camera, per le affermazioni più virili del vostro discorso e si distingueva dall'atteggiamento dei Socialisti soltanto n el voto. Non parliamo dell'on. Gambarotta.
Riconosciamo anche il merito della straordinaria efficacia del vostro dire contro i disfattisti, per suasiva, utile ; opportuna per_co ntrobattere la propaganda, quella dell'arma che voi avete equilibrato ai gas asfissianti di invenzione tedesca. Invece vorremmo, e non o siamo ancora, riconoscervi l o stesso merito, dal punto di vista del vostro ufficio di minist ro degli Interni, e capo del Governo impegnato con i I s uo sangue e con il suo onore; colla sua esistenza, nell'aspra guerra. Voi avete accennato a propositi energici co ntro disfattisti.... ipotetici. Troppe similitudini per (( ipotesi n, on. Orlando.
Il ministro d eve vedere la realtà e provvedere, anziché trastullarsi l'intelletto con le ipotesi.
Vi riconosciamo per altro che il vostro « stile>> di ieri fu dive rso dal vostro stile di altre volte ; diversissimo dallo «stile» abituale, anche dopo Caporetto, del vostro collega Nitti.
E tlon pretendiamo da voi il « nostro >) stile. Soltanto vi diciamo : Le parole ci soddisfano a seconda di quello che significano.
Vogliamo vedere i fatti per apprezzarne il signi6cato, perché i disfattisti no n fanno soltanto delle «paro le » o delle « ipotesi», ma anche dei fatti.
E a nche le parole e le ipotesi del disfattismo, portate fra le mas se, sono dei fatti.
Da Il Popolo d'Italia, N. 356, 24 dicembre 19 17, IV. Pubblicalo anche sull'edizione di Roma, N. n:., 24 d icembre 1917, IV (/)